I libri del mese
Per la segnalazione in questa rubrica inviare esclusivamente libri di teatro o drammaturgia a
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Il ministero della solitudine a cura di M.Parise F.Sinisi
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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È un titolo che sembra essere preso di peso dall'Orwell di “1984”, a segnare subito un sentiero interpretativo su cui incamminarsi. Eppure scopriamo, in esso, un po' alla volta che forse esiste qualcosa di ancora più tragico e angosciante dell'essere continuamente sorvegliati da un “Grande Fratello”, ed è la condizione di non essere in alcun modo 'visti' da qualcuno poiché nessuno sembra accorgersi di noi. È la paradossale condizione della nostra attualità, affollata di occhi che ci guardano, e in cui guardiamo, senza mai abbandonarci, algoritmi e schemi tra gli innumerevoli schemi mentali (maschere si scriveva un tempo) che popolano il pianeta, che ci guardano però senza vederci quali noi vorremmo e spereremmo di essere, cioè individui (singolari e unici, con un'essenza che forse abbiamo – o ci hanno fatto – solo dimenticare). Al centro di questo interessante volume sta, infatti, il testo dello spettacolo che “lacasadargilla” ha scritto e portato in scena, con la collaborazione di Fabrizio Sinisi per la drammaturgia delle parole e di Marta Ciappina per la drammaturgia del movimento, e che ha esordito a Vignola, nell'ambito del modenese VIE Festival, nell'ottobre scorso. Curato anche da Maddalena Parise, affianca al testo, tra premessa, vademecum e glossario, una sorta di sinossi che ne illumina il procedere scenico e tre saggi (dei drammaturghi, di Sinisi e di Ciappina rispettivamente) che indagano le ragioni estetiche e quelle etiche e storiche che strutturano il testo stesso. Una sorta di lampo improvviso su una condizione tanto diffusa da passare quasi inosservata. Cinque esistenze che vivono a cavallo tra realtà (se una realtà ancora esiste) e sogno ovvero virtualità e che nello scarto perdono ogni giorno sé stessi per ricominciare da capo, con l'angoscia di non riuscirci. Un libro che apre una riflessione interessante intorno ad un testo che ha comunque una sua intrinseca forza non solo drammaturgica ma anche letteraria. Consigliato a chi ha già visto lo spettacolo e anche a chi ancora non l'ha visto. Tra l'altro va detto, a conclusione storica, che il “Ministero della Solitudine” fu effettivamente costituito nel 2018 dal governo britannico.
Il ministero della solitudine
a cura di Maddalena Parise/lacasadargilla/Frabrizio Sinisi
Luca Sossella Editore 2022
pagg. 153 € 14,00
Realismo globale di Milo Rau
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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Che il Teatro sia o possa essere non solo aristotelica mimesi/rappresentazione ma soprattutto uno strumento per cambiare il mondo è oggetto di una riflessione antica che nella modernità si è fatta spesso più consapevole. Come l'alchimista sanguinetiano, il facitore di teatro combina in maniera singolare gli elementi della rappresentazione per produrre una materia estetica nuova da cui sprigionare un'energia che travalica, con la quarta parete, i confini della scena per entrare di diritto tra le forze in campo, dentro le dinamiche attraverso e quali il mondo 'si fa' e si evolve. Milo Rau è forse l'artista che più di ogni altro progetta di organizzare ed utilizzare con più consapevolezza questo strumento/teatro, rendendo in qualche modo esplicite le leggi, o meglio le regole implicite, che lo strutturano. Cerca cioè di abbinare la riflessione estetica con la fattiva operatività, in una reciproca condivisione ed influenza di cui il cosiddetto “Manifesto di Gent” (coevo alla assunzione della direzione del teatro di quella città) è espressione dialettica. Da questo “Manifesto”, che chiude il volume di cui trattiamo, citiamo in proposito due illuminanti affermazioni: <<Il primo passo verso il “teatro di città del futuro” è quindi trasformare le regole implicite in regole esplicite>>, la prima, <<Non si tratta soltanto di rappresentare il mondo. Si tratta di cambiarlo>>, la seconda. Il libro dunque raccoglie ed anticipa le ragioni di queste conclusioni, attraverso una raccolta di conversazioni sul teatro con critici e studiosi, e con la riproposizione di alcuni testi e discorsi, chiusa appunto con il citato “Manifesto di Gent”. La pubblicazione, infine, è introdotta da una partecipata prefazione/presentazione di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari che riconoscono in Milo Rau alcuni degli elementi del loro essere nel teatro, con alcuni punti che si possono percepire sovrapponibili con momenti del loro, più liricamente motivato, “Teatro Politttttttico”. Un volume che è una sorta di autopresentazione di uno degli autori più noti e anche controversi del teatro mondiale di oggi.
Realismo globale
di Milo Rau
Cue press 2019
pagg. 108 € 24,99
Gli insonni di via Roma 32 di Andrea Ozza
- Scritto da Marcello Isidori
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Questa brillante commedia di Andrea Ozza, pluripremiato autore teatrale e sceneggiatore per cinema e televisione, offre al lettore una panoramica di personaggi ben caratterizzati pur nella peculiarità, sicuramente paradossale e forse anche metaforica, della loro condizione comune che rappresenta l'elemento su cui si basa la situazione. Insonnia perenne come paradosso di una vita turbolenta che ci assedia con stimoli, esigenze e problemi senza soluzione di continuità, rendendo quasi impossibile un angolo di pace e di riposo. Ma forse anche, dicevo, insonnia come metafora di esistenze stanche e con le borse sotto agli occhi, prive della forza necessaria a lottare e ribellarsi contro destini che sembrano segnati. La terrazza condominiale dove gli insonni si ritrovano ogni notte a parlare di nulla o delle proprie vite, a ballare, a litigare, a leggere senza ascoltarlo l'Inferno di Dante, è lo spazio dove è possibile incontrarsi, dove è possibile sostituire la solitudine di una notte a guardare il soffitto della propria camera da letto con la compagnia di altri esseri umani, mantenendo relazioni più o meno superficiali e più o meno conflittuali. E non è un caso che questo spazio di sopravvivenza per pochi venga minacciato da più parti, in nome del decoro condominiale ma soprattutto dalla possibilità di sfruttare economicamente la terrazza. Una commedia divertente e agrodolce ad alto tasso di teatrabilità, cosa niente affatto scontata. La pubblicazione è completata dalla prefazione di Maria Letizia Compatangelo e dalla nota biografica dell'autore.
Gli insonni di via Roma 32
di Andrea Ozza
Il convivio editore 2022
pagg. 87 € 12,00
Scenari del terzo millennio a cura di Cristina Valenti
- Scritto da Maria Dolores Pesce
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È stato ed è qualcosa di più di un Festival tra gli altri, più di un Premio, pur molto importante, per la drammaturgia giovanile, ed il suo stesso nome “SCENARIO” è prova di una doppia valenza, innanzitutto significativa, prima di diventare concretamente operativa. È il costruire una scenografia, un ambiente, un luogo (teatrale) propizio, e poi è un osservatorio della creatività che, immerso nel flusso del tempo che si trasfigura in teatro, riesce ad intercettare o anche a generare. Questo interessante e corposo volume, curato da Cristina Valenti per le edizioni Titivillus, e appunto sottotitolato “Osservatorio del Premio Scenario sul giovane teatro”, è stato dunque in un certo senso un passo necessario affinchè il flusso creativo della nuova drammaturgia, almeno per la parte più direttamente affrontata, trovasse un ordine un po' più sistematico e, con esso, un senso estetico più limpido. Il libro è infatti diviso in tre parti, diverse ma reciprocamente coerenti. La prima parte (Sguardi) è di studio e approfondimento delle estetiche drammaturgiche emergenti, e contiene saggi di Laura Mariani, Cristina Valenti, Viviana Santori, Fabio Acca, Cira Santoro e Stefano Casi e offre spunti di grande interesse, da cui nel complesso si fa forte l'idea di un teatro politico, inteso non come teatro che fotografa la realtà ma di un teatro che la rende “visibile”. La seconda parte, coordinata anch'essa da Cristina Valenti, è una sorta di ricognizione statistica delle tendenze drammaturgiche. La terza, a cura di Anna Fantinel, e ultima, più storica (Materiali), ripecorre le vicende del premio Scenario e Scenario Infanzia in questi primi vent'anni del terzo millennio. Nella Premessa che apre il volume Marco Baliani definisce il Premio Scenario “un'isola a sè” sintetizzando così figuativamente quanto poi nel volume sarà efficacemente sviluppato. Un volume utile a chi si occupa di teatro e anche a chi il teatro lo ama solamente, con un interessante e moderno apparato iconografico, ivi compreso un video “Scenario Live” di Federico Tovani, scaricabile da apposito QR Code in indice.
Scenari del terzo millennio
L'osservatorio del Premio Scenario sul giovane teatro
a cura di Cristina Valenti
Titivillus 2018
pagg. 344 € 18,00