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“Romeo e Giulietta” parla di due adolescenti che si tolgono la vita. Nella nostra versione abbiamo eliminato l’elemento della casualità e abbiamo immaginato due adolescenti di oggi che decidono di compiere il gesto estremo volontariamente. I motivi per farlo possono essere tantissimi, Shakespeare ce ne offre diversi, noi li abbiamo immersi nella società di oggi fatta di zainetti, chat, selfie, challenge e odio. In ogni caso, tutti riconducono a noi, agli adulti.

Ogni giorno in Italia un adolescente tenta il suicidio, (dati fondazione Brain Researh Fondation). Secondo un rapporto dell’Unicef del 2021 in Europa il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani con oltre 3 casi al giorno, senza contare l’aumento dei casi di autolesionismo o della comparsa di disagi psichici nella fascia d’età 10-24 anni.

Abbiamo mischiato i linguaggi, quello teatrale e quello degli smartphone, dove reale e virtuale sono sullo stesso piano. Dove ci si parla di persona quanto da uno schermo. Dove un emoticon fa la differenza e gli abbracci, quando ci sono, stupiscono perché veri.

Lo smartphone. Il grande accusato, che tocchiamo e accarezziamo più di 2000 volte al giorno. Non toccheremo mai nessuno così tanto. E' l'indiscusso protagonista della grande rivoluzione antropologica di fine millennio. Esiste un prima e un dopo. E uno smartphone nel mezzo.

Lo smartphone è anche il deus ex machina di “Romeo e Giulietta Opera Ibrida”.

Perciò lo abbiamo introdotto nel rapporto col pubblico in un modo del tutto innovativo. Come sappiamo, in teatro lo smartphone è il grande escluso, guai ad accenderlo, bisogna silenziarlo, nasconderlo. “In Romeo e Giulietta Opera Ibrida” lo spettatore non viene solo invitato, bensì “obbligato” ad usarlo.

In alcuni momenti della pièce lo spettatore deve “armarsi” di smartphone e cuffie e scegliere chi spiare, quale ramo della storia seguire, cosa escludere. Gli attori e le attrici infatti reciteranno alcune scene in spazi non direttamente visibili dagli spettatori e saranno seguiti da cameramen e trasmessi in diretta streaming sugli smartphone. Lo spettatore accetta l'ansia, la frustrazione di non poter sapere tutto, ma può switchare da una scena all'altra. Il palco non è solo di fronte alla platea, ma sono i camerini, i corridoi, gli edifici e le attorno al teatro, l'interno di un'automobile poco distante. Lo spettatore sfonda la quintatura e guarda dove prima non era possibile guardare, ha quella stessa sensazione di controllo che proviamo ogni giorno accarezzando il nostro smartphone. Siamo ovunque, in contatto con tutti. È vero?