IL VERO E IL FALSO O'BRIEN
episodio della lotta di liberazione irlandese
PATRIZIA MONACO
Ireland unfree shall never be at peace
Padraic Pearse
PERSONAGGI
CATHY
PAUL
KEVIN
MARY
PAT O'BRIEN 1
PAT O'BRIEN 2.
L'azione si svolge nel giugno 1981, all'epoca degli scioperi della fame dei prigionieri dell'IRA, in un cottage nella Contea di Monaghan, Eire, a poche miglia dal confine con l'Ulster.
Il fatto è reale, avvenne nel 1981, e fu raccontato all'autrice, allora Lettrice di Italiano presso l'University College di Dublino, da una delle sue studentesse, il personaggio di nome "Mary".
PROLOGO
Palcoscenico al buio.
Spot sul proscenio dove sta CATHY, raggomitolata, avvolta in uno scialle di pesante lana nera, come le antiche donne irlandesi. Suono di "Women of Ireland" in sottofondo, che si dissolve appena CATHY inizia a parlare.
CATHY parla lentamente, mesta, ma con una punta di umorismo.
CATHY Il mio nome è Cathy O'Rourke. Volontaria nell'Esercito Repubblicano Irlandese. Sono morta alle cinque di mattina del 26 giugno 1981, in un cottage decrepito nella contea di Monaghan, a poche miglia dal confine. (Pausa breve) Era un venerdì e stavo preparando la prima colazione. In quella temporanea base operativa, eravamo in attesa degli ultimi ordini sin dalla sera precedente...
Buio in proscenio.
PRIMO TEMPO
Luce piena sul palcoscenico.
Sera.
Stanza-soggiorno con cucina nell'angolo di destra. Dalla stessa parte una porta che conduce sul retro. Sulla sinistra, la porta di comunicazione con il piccolo ingresso (fuori vista), dove si affacciano la porta principale e la scala che porta al piano superiore. La stanza è grande, le pareti e il soffitto sono in pessimo stato. Un camino nella parete di fronte. Vicino ad esso, un secchio pieno di torba, e ai lati, due poltrone vecchie ma comode. Sopra il camino, un brutto quadro riproducente la costa occidentale dell'Irlanda. ulla sinistra, una finestra con delle tende pesanti e senza più colore. Sotto la finestra una panca e un tavolo. Nella parete di fronte alla finestra, sulla destra, una credenza. Accanto alla panca, una pendola di cui si sentiranno i colpi senza vederne il quadrante. PAUL è seduto su una delle poltrone, ha i piedi allungati sulla sbarra del caminetto, spento. Ha un'espressione aperta, una sicurezza interiore che traspare da ogni suo atto. E' abituato a comandare, ma a sua volta deve obbedire. E' sui trenta, trentacinque anni, capelli castani o rosso castani. E' alto e di corporatura robusta. KEVIN è seduto sulla panca e sta pulendo una pistola. Dimostra poco più di vent'anni, ha la faccia imberbe e l'espressione cupa. E' piccolo, magro, scuro di capelli. E' l'esperto di armi ed esplosivi.Entrambi indossano un maglione col collo alto, nero come i pantaloni.
KEVIN Paul! (PAUL solleva la testa mentre KEVIN accenna col capo al piano di sopra) Quella Mary, è a posto? (PAUL annuisce)Non mi convince...(continua a pulire la pistola)
PAUL E' molto tesa, certo. (sorride) E' alla sua prima azione. Dobbiamo farle coraggio.
KEVIN Non ho tempo per queste cose.
PAUL (sempre sorridendo) Lo farò io. E Cathy.
Rumore dalla porta sul retro. PAUL si alza e apre la porta. Entra CATHY con un fascio di legna sulle braccia. Indossa una giacca a vento consunta. Porta una gonna di lana e scarpe pesanti. Sui trent'anni, volto simpatico ed energico. Corporatura normale. Capelli castani, occhi chiari.
CATHY Non piove più. (accennando alla legna) Nel caso più tardi si rinfrescasse l'aria.
PAUL (prendendole la legna dalle braccia e sistemandola accanto alla torba) Ah...come preferisco un bel fuoco di legna a quello di torba, ma in città è un lusso...
CATHY (ridendo) Mia nonna, buonanima, che alla fine non ci vedeva quasi più, una volta, al posto del carbone, gettò nel fuoco uno dei nostri gatti neri...mia madre fece appena in tempo a tirarlo fuori...
PAUL (sorridendo) Voi avete sempre avuto dei gatti neri. Black Maria è una discendente di quello salvato dalle fiamme?
CATHY L'avremmo chiamata Giovanna d'Arco, allora. No, questa l'ha trovata Sean tornando a casa da scuola, lo scorso .
PAUL Non è neppure la stessa Black Maria che se ne stava sempre raggomitolata ai piedi del povero Liam, allora.
CATHY (ombra di tristezza) No. (sorride) Tutti i gatti di casa nostra sono sempre stati neri...un caso... e li abbiamo chiamati tutti Black Maria...anche i maschi. (ride)
KEVIN Il nome non mi piace.
CATHY (alza le spalle) E' un nome come un altro. (si toglie la giacca a vento e va ad appenderla nell'ingresso, poi tornando) A Ballymurphy avevo una compagna di scuola che si chiamava Maria ed era spagnola. Aveva lunghissimi capelli neri e meravigliosi occhi scuri. Noi la chiamavamo Black Maria.
PAUL Lo sapeva lei quel che voleva dire?
CATHY (ride) No, ma poi, quando una vicina le disse che suo marito era stato portato via con la Black Maria, capì che si trattava del furgone della polizia. (Pausa breve) Ma è strano...ogni volta che chiamiamo il gatto, io vedo davanti a me la mia amica e non quell'orribile cosa con cui portano via i nostri compagni.
KEVIN Buon per te!
PAUL (ridendo) Buon per te davvero, avrei voluto averla io, una compagna di scuola dai lunghi capelli neri e dai me- ravigliosi occhi scuri...invece di tutti quei ragazzetti rossi e foruncolosi.
KEVIN Non c'è un po' di tè?
CATHY Si, Kevin, lo preparo subito.
PAUL Ti aiuto.
CATHY mette il bollitore sul gas. PAUL porta sulla tavola tazze, piattini, ecc, che prende dalla credenza.
CATHY (dall'angolo cucina, di spalle) Pane tostato, Kevin?
KEVIN Si Cathy, grazie.
PAUL Il pane lo preparo io.
Entra MARY, molto esistante, occhi bassi. Sui venti'anni. Alta, capelli biondi, carina. ndossa un maglione bianco, jeans e scarponcini. KEVIN solleva lo sguardo, prosegue il suo lavoro, molto meticolosamente.
PAUL Siedi Mary. (Pausa breve) Tè, pane tostato?
MARY Si grazie. (Pausa) E' una bella serata. (Pausa breve)
Posso aiutare?
PAUL Non ti preoccupare. Faccio io.
MARY, sempre in piedi, è come ipnotizzata dalla pistola che KEVIN sta ora religiosamente rimontando.
PAUL Cathy, dov'è il pane?
CATHY Nella credenza. Ci sono dei topi in giro.
PAUL (accorgendosi della tensione di MARY, il cui sguardo è sempre fisso sulla pistola) Siediti Mary. (a CATHY) Topi? Ne hai visti?
CATHY No, ma credo di averli sentiti, vero Kevin?
KEVIN annuisce. Silenzio.
PAUL Mary, hai paura dei topi? (MARY è assente) Mary! I topi, ne hai paura?
MARY, sorpresa, solleva la testa e fa cenno di no.
CATHY Io ne ho il terrore, e dire che ci sono cresciuta in mezzo!
KEVIN Crescere in mezzo a qualcosa non vuol dire imparare ad amarla. (Pausa breve) Io sono cresciuto in mezzo a quei bastardi fottuti di protestanti... ed eccomi qui! (ride senza allegria)
PAUL Beh, coi topi può essere diverso.
KEVIN Certo, quelli sono meglio. ( a MARY) Di dove sei?
MARY (con la gola secca) Newtown Butler.
CATHY Qui vicino! (poiché il tè pronto, CATHY porta la teiera in tavola. PAUL è affacendato col pane. Ogni tanto lancia un'esclamazione perché si scotta col grill)
KEVIN (fissando a lungo MARY) Donnelly ti avrà scelta per questo.
MARY Non lo so. (facendosi coraggio) Vorrei anzi sapere di che si tratta. (silenzio) In macchina Paul mi ha detto di aspettare una volta arrivati al cottage.
PAUL Domattina.
MARY (sorpresa) Domattina? Ma se l'azione è domattina!
PAUL Appunto. Si risparmiano angoscia e tensione e stanotte dormirai come un angioletto.
MARY Non credo proprio. Per me è il contrario. Io non posso restare nel dubbio.
KEVIN Dubbio un cavolo! Tu sai che domattina entrerai in azione e tanto ti basti!
MARY Ma io voglio sapere! (li guarda uno per uno, e loro le rispondono con uno sguardo in cui la sorpresa è mista alla disapprovazione) Ma come fate a non capire!
KEVIN Mangia e taci.
MARY Io non credo di dover prendere ordini anche da te!
KEVIN alza le spalle, borbottando qualcosa.
PAUL (guardando KEVIN con severità) Calma ragazzi.
MARY Donnelly mi ha detto soltanto di portare il mio completo da equitazione.
PAUL E' basilare.
KEVIN (con un insolito moto d'entusiasmo) Come la mia fedele amica! (solleva la pistola)
CATHY (autoironia) E la mia padella per friggere.
KEVIN ha un moto di stizza, PAUL ride controvoglia, MARY resta seria.
PAUL E io cosa ho di basilare, io?
CATHY Il cervello. (Pausa breve) Burro, Kevin? Marmellata, Mary?
PAUL fa segno a KEVIN di riporre la pistola. KEVIN la posa accanto a sè sulla panca. Di fianco a KEVIN siede CATHY, di fronte a lei, MARY, e accanto, PAUL.
MARY Quello che io vorrei sapere...quello che più mi preme sapere è se...insomma...se...se si farà uso delle armi.
KEVIN ride.
PAUL Non so cosa credevi che fossimo, quando ti sei arruolata ...siamo un esercito e usiamo le armi quando è necessario
MARY In questo caso particolare dico, l'azione di domattina. Io voglio sapere se è un attentato o che altro, che so, una dimostrazione di forza per premere su Londra riguardo all'accettazione delle istanze dei compagni che stanno facendo lo sciopero della fame.
Silenzio.
PAUL (paziente) Una specie di scambio... senza (esita) spargimenti di sangue (KEVIN sorride) e adesso considero chiuso l'argomento fino a domani mattina.
MARY Scusami, riconosco che sono insistente, ma per me è importante.
KEVIN Per dormire bene.
MARY Grazie Paul.
KEVIN (piano) Si preoccupa del sangue... altrui.
Silenzio.
CATHY (forzatamente allegra) Ancora un po' di tè? Ci sono anche dei biscotti... quelli ripieni di cioccolato.
PAUL (tenero) Sei una perfetta padrona di casa.
CATHY (ridendo) Grazie, ma questa bicocca proprio non la vorrei.
MARY Già…
PAUL Si potrebbe sempre rimettere in ordine, per i weekends in campagna...
KEVIN Cos'ha che non va? Non ci sono abbastanza comforts per voi? Non pensate ai nostri compagni nel Maze? Alle condizioni in cui vivono, in quell'inferno? A quelli che fanno lo sciopero della fame e muoiono fra l'indifferenza generale?
PAUL Ok Kevin, hai ragione, ma potevi anche non ricordarcelo. Noi li abbiamo sempre presenti.
CATHY E non è umano vivere sempre sotto tensione!
KEVIN Loro lo fanno!
CATHY Si Kevin, ma noi lottiamo, assieme a loro, per avere un giorno una vita decente. Che male c'è dunque, a desiderarla sin da ora?
KEVIN La vita decente non è per me un cottage ripulito, con tappezzeria nuova, riscaldamento e TV color. Vivremo dcentemente solo quando vivremo in un' Irlanda libera.
PAUL (sulle ultime parole di KEVIN) Sst! Un rumore!
KEVIN afferra la pistola e si apposta alla finestra. PAUL spegne la luce e nella penombra lo si intravede con un mitra in mano avvicinarsi alla porta sul retro. In giugno le giornate sono molto lunghe ed entra ancora il chiarore del giorno.
CATHY (dall'ingresso) Di qui non si vede niente.
PAUL Esco. Kevin, coprimi.
PAUL esce. Tutti immobili, tranne MARY che si alza e rovescia un piattino. KEVIN sobbalza e spiana la pistola verso MARY, poi la riabbassa.
KEVIN Ferma, perdio!
PAUL rientra.
PAUL Tutto ok. (accende la luce) Era un camion sulla statale.
MARY raccoglie i cocci.
CATHY Fa freschino fuori, adesso...
KEVIN Qui dentro stava per fare molto caldo...
MARY Mi spiace, non so cosa mi sia girato.
KEVIN Fa che la prossima volta ti giri giusto, sennò avrai il dispiacere di vedere uno spargimento di sangue... il tuo.
PAUL Kevin! (a MARY ) Cerca di non farti prendere dai nervi. Appena senti un rumore, stai immobile.
MARY Si Paul, certo Paul.
KEVIN Ricordi Paul quella volta che ci avevano circondati?
PAUL Eravamo in un cottage vicino al confine, proprio come stasera.
MARY E... come avete fatto?
KEVIN (scherzando, cosa insolita per lui, forse per rimediare a quanto detto prima) Batman e Superman, pupa!
Tutti ridono.
MARY No, sul serio, come avete fatto?
KEVIN Purtroppo qui non ci sono cabine telefoniche...(MARY lo guarda, sorpresa) per cambiarmi, come Superman. (la guarda) Tu non leggi i fumetti?
MARY Leggo Linus...
KEVIN Eh, quelli sono dei pacifisti! (ride da solo)
PAUL Ora te la raccontiamo.
CATHY Potrei raccontarla anch'io, per le volte che l'ho sentita.
PAUL (ridendo) Eravamo in quattro. Kevin, Seamus, il povero Sean O'Grady ed io. Non c'era gabinetto e così Seamus, uscito per pisciare, si accorse di loro. Saprai che quando sconfinano gli inglesi sono sempre un po' a disagio, e questo li frega. Seamus rientrò fischiettando, dopo poco accendemmo le luci, e piazzammo i nostri eskimo e i passamontagna su dei bastoni davanti alle finestre. Un vecchio trucco, ma funziona sempre. Avevamo un registratore. Lo lasciammo acceso su una ballata senza accompagnamento di musica, così sembrava che uno di noi cantasse...
KEVIN accenna a "Four Green Fields".
PAUL Poi, uno alla volta, sgusciammo fuori come gatti. Io passai tanto vicino a un tommy che lo sentii respirare. O aveva fifa o era asmatico. Per fortuna era buio pesto e pioveva.
KEVIN Ci ritrovammo sulla statale e tornammo a piedi verso Dublino...
MARY Quel Sean O'Grady...morì?
PAUL Si, ma non quella sera né in nessun'altra azione. L'ironia della sorte volle che morisse in un incidente d'auto, tornando a Belfast. Correva troppo. Le auto erano la sua mania.
KEVIN Come le donne.
CATHY Era un bel tipo, sempre allegro. Viveva con la madre poco lontano da noi. A Belfast lo conoscevano tutti. Il funerale fu imponente. La veglia funebre durò tre giorni, alla fine non c'era uno che stava dritto sulle gambe.
MARY Curioso che in certe cose noi dell'Ulster siamo più at-taccati alle tradizioni. A Dublino si tende a uno stile di vita più europeo, grana permettendo.
PAUL Già quelli sono liberi e possono permettersi anche di non sembrare irlandesi...
MARY E di fregarsene di noi. Persino fra gli studenti, sono in pochi a sapere come vanno realmente le cose da noi. Stanno a raccogliere firme per le foche, le tigri e gli uccelli e spalancano tanto d'occhi quando sentono che nell'Ulster si comportano come in quei Paesi che l'Inghilterra condanna scandalizzata. Dove ti sbattono dentro senza prove e senza informare nessuno e se è il caso, ti torturano con gusto e fantasia. Purchè tu sia cattolico, ovviamente!!!
KEVIN Queste cose le conosciamo a memoria. E' finito il tempo dei discorsi e delle marce pacifiste. (sbatte la pistola sul tavolo) Questo è l'unico argomento adesso!
MARY (caricata, un po' sull'isterico) Otto secoli! (ride) Fa quasi ridere: ottocento anni! Siccome siamo stati sotto di loro da ottocento anni si meravigliano, sinceramente, che noi vogliamo ribellarci, che non ci siamo, ancora, abituati all'idea. E' molto comica...forse è questo il tanto rinomato umorismo inglese!
PAUL Curioso...ci voleva una studentessa per farci parlare ancora fra di noi di certe cose...
CATHY Tu cosa studi?
MARY Economia politica.
CATHY Hai una borsa di studio?
MARY Si, del governo inglese...sulle prime volevo sputarci sopra, poi ho pensato che anche sfruttare il nemico è una forma di lotta...e infatti ho come una perversa soddisfazione vedermi mantenuta a Dublino coi soldi della nostra Regina.
CATHY Veramente, i soldi sono nostri...
KEVIN (battendo la pistola sul tavolo, con un ghigno) Dio salvi la Regina!
MARY E la Dama di Ferro! Perchè noi non la salveremo di sicuro!
CATHY Quanti anni di università, Mary?
MARY Tre.
La pendola batte le dieci. Tutti si fermano ad ascoltare, come ipnotizzati. Quando ha finito di scandire le ore, tutti tornano alla primitiva disinvoltura.
KEVIN Paul, a che ora arriva Seamus?
PAUL Verso le undici.
CATHY Mi piacerebbe avere studiato, e sapermi esprimere.
KEVIN (guardando fisso MARY) Coi tempi che corrono, è più utile saper sparare.
PAUL Giochiamo a carte? (Tutti lo guardano sorpresi. MARY è esterrefatta) Potremmo fare qualche giro a "pantoon". (variante del sette e mezzo) Ho un sacco di spiccioli che se non me ne libero mi sfondano le tasche. Ok? (KEVIN fa cenno di si)
CATHY Cosa?
PAUL Giocare a "pantoon" mentre aspettiamo Seamus.
CATHY (controvoglia) Ok.
PAUL E tu, Mary?
MARY Si...e ... se ci fosse qualcosa di forte...(si guarda attorno) prima...mi sono spaventata...e poi ho parlato molto per scaricare la tensione (ridacchia, imbarazzata, ritta in centro alla stanza, goffa, lei che goffa non è.
KEVIN Non lo sai che non si beve?
PAUL Mi spiace, Mary, ma dovresti sapere che durante le azioni non possiamo bere, perciò, per non cadere in tentazione, (sorride) non portiamo alcun beveraggio.
KEVIN Quante storie! Non si beve! Stop! (estrae degli spiccioli che pone accanto alla pistola, sul tavolo) Forza, giochiamo.
Si siedono tutti attorno al tavolo. PAUL mescola le carte. CATHY e MARY mettono assieme degli spiccioli, dalle tasche delle loro giacche a vento. MARY è sconcertata, non si aspettava di giocare a un gioco per famiglie in un simile momento, per lei eroico e terribile.
PAUL Vediamo chi tiene il banco. (getta le carte sulla tavola)
MARY (prendendo una carta) Cinque.
CATHY ( come sopra ) Donna.
PAUL Donna di picche, gran brutta carta.
CATHY (ride) Vuol dire morte, vero?
Nel silenzio, PAUL prende una carta.
PAUL Asso.
CATHY Gran bella carta!
KEVIN (prende la carta) Sette. Ok Paul. Il banco sei tu.
PAUL distribuisce le carte, una per giocatore. Mettono ciascuno una moneta per il piatto.
PAUL Mary! Tu sei la prima, carta? (MARY è distratta) Mary!
MARY Scusate. Ero distratta. Cosa devo fare?
PAUL Ma lo conosci il gioco?
MARY (sbottando) E' una vita che ci gioco! Mio padre quasi ci obbligava, da piccoli...è un gioco così stupido!
PAUL (sorridendo) Per questo giochiamo.
MARY Non credevo che prima di un'azione ci si comportasse così..così...
PAUL Così come?
MARY Come … come gente normale...
Risata di KEVIN. Sorriso di CATHY. PAUL la osserva con curiosità.
CATHY Mary, noi siamo gente normale... è il nostro modo di vivere che non sempre lo è.
Silenzio. Si ode, distinto, un rumore, forse il rombo di un motore.
KEVIN Fermi! (va alla porta principale e fa segno a CATHY di guardare da quella sul retro. PAUL d'un balzo spegne la luce e afferra il mitra, appostandosi alla finestra)
KEVIN (da fuori) Nessuno.
PAUL Neppure qui.
KEVIN (come sopra) Faccio un giro attorno alla casa.
Silenzio.
MARY Avevo una buona carta... (ridacchia)
PAUL Forse hai ragione tu, riguardo alla gente normale...
Entra KEVIN col passamontagna. Nel chiarore gli altri hanno un attimo di tensione, poi si rilassano.
KEVIN (accende la luce, si toglie il passamontagna e posa la rivoltella sul tavolo) Tutto ok. E' ancora molto chiaro fuori, penso che Seamus tarderà.
PAUL In queste lunghe giornate di giugno dovrebbe lasciare
Dublino a mezzanotte, allora, per non essere visto. E' un rischio che lui sa di correre.
KEVIN E noi con lui. Ci scommetto che quelli dello Special Branch conoscono meglio la sua foto che quella della loro mamma!
MARY Quelli non hanno una mamma. Sono bastardi figli di puttana!
PAUL (ridendo) Anche le puttane sono mamme!
KEVIN Altrimenti non esisterebbero né inglesi né protestanti.
CATHY Lavo questa roba, così quando arriva Seamus facciamo dell'altro tè.
MARY Ti aiuto.
CATHY Grazie. (Pausa breve) Seamus si è sempre esposto molto.
MARY Chi è Seamus?
CATHY Seamus è... Seamus.
MARY, con una tazza in mano, è perplessa e un poco urtata.
PAUL E' ovvio che il nome non ti dica nulla, se sei con noi da poco. Seamusè una leggenda. Io sono stato in azione con lui un paio di volte, e anche Cathy.
CATHY (ironica) Si, gli ho preparato uova e pancetta un paio di volte, prima che gli uomini entrassero in azione.
PAUL Kevin è stato molte volte con lui, vero Kevin?
KEVIN Si, un uomo eccezionale, coraggioso come pochi, ma anche prudente, meticoloso, non lascia nulla al caso.
PAUL Non per nulla è un abilissimo giocatore di scacchi.
MARY Adesso mi pare di ricordare...è stato dentro, vero?
KEVIN Portlaoghaise (pron. Portlish), ma è scappato, gli avevano dato tredici anni.
PAUL Ora sarebbe l'ergastolo.
KEVIN Fosse nel Maze, sarebbe uno di quelli che fanno lo sciopero della fame.
CATHY (lo osserva, è ovvio che è il mito di KEVIN) Tu, Kevin, lo conosci bene?
KEVIN Nessuno può dire di conoscerlo bene, ma tutti gli obbediscono.
MARY Di dov'è? (KEVIN la ignora)
PAUL Belfast. Turf Lodge. (Pausa breve) Avrà qualche anno più di me.
MARY E tu, quanti anni hai?
KEVIN Oh le donne! Che strazio! Ora gli chiederà se è sposato, se ha figli, che macchina ha, di che colore, bla bla bla...
MARY Si fa così. tanto per conoscersi!
KEVIN Meno ci si conosce, meglio è.
MARY Ma fra di voi vi conoscete benissimo!
KEVIN Noi non ci tradiremmo mai!
MARY E io, si? Io vi tradirei? Solo perchè sono nuova? Non mi conoscete, è vero, ma anche voi avrete pur cominciato, un giorno, no? Non sarete mica nati col passamontagna in testa e il mitra in mano! (li fissa uno per uno con lo sguardo fiammeggiante)
PAUL No, ma quasi.
CATHY E' vero, Mary, noi abbiamo succhiato latte e repubblicanesimo; mangiato pane, burro e Irlanda unita da tempi immemorabili.
PAUL Veniamo tutti e tre da Belfast e le nostre famiglie, come quella di Liam, il marito di Cathy, ucciso in azione quattro anni fa, sono di tradizione repubblicana. Non che avere avuto nonni, fratelli, padri, sorelle, zii, nipoti e cugini internati, torturati o uccisi possa essere una garanzia, non lo è e non lo sarà mai, come purtroppo i fatti hanno testimoniato. Tuttavia, ci si sente più al sicuro. (Pausa) In ogni caso, Mary, l'apprendistato è duro per tutti...non è come andare ad una festa e pretendere che tutti siano amici con te.
MARY Mi prendete proprio per una fessa!
CATHY Vedi Mary (sorride) E' terribile ma è così quando si entra nella clandestinità… si impara a guardarsi sempre alle spalle, si comincia a dubitare dei vicini di casa, poi dei compagni e infine anche di te stessa.
KEVIN Parla per te, Cathy!
PAUL la osserva con interesse.
CATHY Liam, che è morto da soldato e da uomo, me lo diceva spesso. E nei mesi prima di restare ucciso ne era come ossessionato. La notte lo sentivo sveglio, accanto a me, e lo osservavo mentre fissava il soffitto con gli occhi sbarrati. Allora lo carezzavo sulla fronte e gli asciugavo il sudore, mentre Liam, sconvolto, mi diceva: "Cathy, l'ho sognato di nuovo. Ho sognato ancora che mi prendevano e vi tradivo. E' diventato intollerabile, Cathy, perchè ora mi sorprendo a pensarci anche di giorno e mi chiedo se non sarebbe perfino meglio che mi prendessero, così porrei fine a quest'incubo e finalmente saprei se sono veramente un vigliacco!"
KEVIN Lui pensava a sé e non alla causa!
PAUL Kevin, siamo uomini e donne fatti di sangue e di carne, non siamo di marmo come le lapidi di Bodentown!
KEVIN Ma sotto quelle lapidi ci sono uomini che erano di carne e di sangue.
CATHY (dolcemente) Non dimenticare Kevin, che anche Liam ora è sepolto sotto una di quelle lapidi. (fissandolo duramente) Non lo dimenticare mai!
KEVIN (facendo marcia indietro) Ok Cathy, lo sai (solenne) io rispetto Liam come tutti quelli che han dato la loro vita per liberare l'Irlanda.
MARY Ma bisogna aspettare di essere morti per essere rispettati dai propri compagni? Si sceglie una vita oscura, fatta di sospetti e di terrore, si vive nell'ombra, si tace agli amici e alle persone più care, si è odiati e bollati come criminali e non si può neppure pretendere di essere accolti come compagni dai compagni?
Silenzio.
PAUL Mary, quel che tu dici è vero, ma in te c'è una premessa diversa dalla nostra. Tu hai detto "si sceglie" una vita oscura, ma per noi tre, e per molti altri, la vita è oscura perchè lo è sempre stata, perchè noi non abbiamo scelto; altri, o il caso, han scelto per noi.
CATHY Già nascere a Belfast è un buon inizio, e nel ghetto cattolico poi...
PAUL Tu sei entrata per ideali e libera scelta.
MARY Sembra che me li rimproveriate gli ideali! E la libera scelta!
PAUL Il nostro non è un rimprovero, ma tu devi riconoscere che il tuo è un privilegio.
MARY Ok ok, anche il fatto di essere studentessa universitaria, anche questo è un privilegio, o anche quello di non avere mai fatto la fame da piccola, o di non avere mai visto un cattolico crocifisso ad un palo del telegrafo! Credevo foste immuni da questo radicalismo di merda!
PAUL No, Mary, sei fuori strada. devi capire che...
KEVIN (interrompendo) Bobby Sands ha detto: "Per chi capisce, non occorrono spiegazioni, a chi non capisce, è impossibile spiegare".
MARY Ma Bobby Sands si riferiva agli altri, alla gente comune che ci considera dei criminali (le trema la voce) non a quelli che lottano per la sua stessa causa! Vi prego, capisco che siate diffidenti, ma non emarginatemi così. Io non so cosa dovrò fare domattina, ho paura, sono terrorizzata dall'idea di dover uccidere qualcuno, ma ancor più dall'idea di essere presa e portata in quelle loro spaventose prigioni! Vi prego, accettatemi adesso, mettetemi alla prova!
PAUL Questa è già una prova.
MARY Quello che farò domani, dici? Ma io non posso aspettare, da sola, fino a domani!
KEVIN Paul voleva dire che anche ora è una prova. Ora, che te la fai sotto dalla paura, mentre parli di ideali!
MARY E tu, allora? Lapidi, eroi, le parole di Bobby Sands!
KEVIN (si slancia verso di lei, ma non la tocca, solo le parla molto vicino al viso) Cos'hai da dire contro Bobby Sands? Intellettuale di merda! Rivoluzionaria da parata!
MARY indietreggia e scoppia in lacrime. CATHY la prende fra le braccia. PAUL prende da parte KEVIN e gli dice qualcosa in un orecchio. KEVIN, sempre più torvo, si avvicina a MARY.
KEVIN Ehm... (schiarendosi la gola, occhi bassi) ehm, Mary, non intendevo dire quello che ho detto...prima di un'azione siamo tutti un po' tesi...ehm...scusami...
CATHY alza gli occhi e gli sorride, poi preme leggermente il braccio di MARY e lei solleva lo sguardo.
MARY (subito riabbassando lo sguardo) Si Kevin , scusami, anche tu.
CATHY (avvicinandosi a PAUL, a voce bassa) Ma cosa diavolo gli hai detto per ammansirlo così? (PAUL sorride e non risponde) Gli hai promesso una nuova strabiliante arma automatica? (sorriso ironico) Russa o americana? (PAUL alza le spalle, irritato)
MARY si è accesa una sigaretta e la offre a CATHY. KEVIN è tornato al suo posto, sulla panca, con le mani sul tavolo. PAUL siede sulla poltrona.
La pendola rintocca le undici. Silenzio.
Dopo alcuni istanti, un bussare ritmato alla porta. Due colpi vicini, uno isolato, ancora due vicini.
PAUL (balzando in piedi) E' Seamus (va alla porta col mitra)
CATHY Non abbiamo sentito la macchina.
Silenzio.
PAUL (da fuori, sorpreso) Ma...chi sei?
Silenzio.
FINE PRIMO TEMPO
SECONDO TEMPO
Entra PAT seguito da PAUL che gli punta il mitra alla schiena. PAT ha l'aria dello studente di buona famiglia, sui venticinque anni, molto rilassato. Indossa maglione scuro e pantaloni militari, del genere con tasche a soffietto. Scarponcini di cuoio, molto belli. MARY si alza automaticamente, e così gli altri.
PAT (sorridendo) Mi chiamo Pat O'Brien. Mi manda Donnelly.
KEVIN, pistola spianata, lo scruta in silenzio.
CATHY Noi aspettavamo Seamus.
PAT Invece sono venuto io. E' successo qualcosa.
Sono tutti tesi, tranne MARY. Qualcosa, in PAT, la rassicura.
KEVIN Cosa è successo?
PAT (alzando le spalle) Seamus non poteva venire. Donnelly ha mandato me. (voltandosi) Metti via quel mitra.
PAUL Troppo presto per metterlo via. Non abbiamo garanzie su di te.
KEVIN Cosa è successo?
PAT (sospirando) Hanno raddoppiato la sorveglianza di fronte alla casa di Seamus Lui ha avvisato Donnelly e Donnelly ha mandato me.
Silenzio.
KEVIN Io non mi fido.
PAUL (a PAT, meno bruscamente di prima) Siediti e mani sulle ginocchia. (siede dove prima era seduta MARY) Capirai che così non possiamo accettarti. Donnelly avrebbe dovuto rendersi conto che la cosa è troppo ambigua. Sei sicuro che non ti abbia detto nulla?
CATHY Come sei arrivato?
PAT Ho seguito le istruzioni. (un po' sfottente) "A Monaghan prendi la strada per Scotstown, calcola sei miglia, al primo viottolo a destra gira, altre due miglia, una strada fangosa, buio pesto, in fondo, un cottage, decrepito, ma fa al caso nostro."
CATHY Ma con che mezzo sei arrivato?
PAT Con la moto.
CATHY Non abbiamo sentito il motore.
PAT L'ho lasciata a metà del viottolo, troppo fangoso, infatti.
KEVIN La moto, il pezzo a piedi, il cambiamento di programma e sei arrivato alle undici in punto.
PAT E' perchè sono arrivato puntuale che sospettate di me? (sorrisetto) La mia moto è veloce. Ultimo modello della...
PAUL (interrompendo) Non c'era nessuno fretta. E' peggio farsi beccare per eccesso di velocità o avere un incidente.
PAT Lo so. (improvvisamente irritato) Conosco le regole. Credete che sia alla mia prima azione?
KEVIN (mellifluo) No, Pat, non lo crediamo affatto...non ti crediamo un novellino, (PAT si rilassa, KEVIN duro) ti crediamo un infiltrato.
Silenzio.
PAT E' un bell'affare questo. ( sorride, lievemente ironico) Per voi e per me. O dovrei dire noi? No, non me lo permettereste... non ancora, perlomeno. Sapete benissimo che non posso provare nulla. Donnelly non poteva certo attaccarmi un cartellino di riconoscimento, con i controlli che fanno da queste parti... dirmi qualcosa? Forse, ma non c'è stato il tempo.
Probabilmente, se fossi un infiltrato, sarei addestrato alla perfezione, avrei saputo come farmi accettare senza sospetti.
KEVIN Bello mio, queste chiacchiere non c'incantano.
PAT Io sono un volontario come tanti, voi non mi conoscete, come io non conosco voi... (strano sorriso) per quanto ne so, voi potreste essere tutti degli infiltrati... questa si che è comica! (ride, imitato da MARY, subito zittita dagli altri) Hanno saputo del piano e quattro agenti speciali delle S.A.S. si sono sostituiti ai quattro che dovevano aspettarmi qui per l'azione di domattina oltre confine. E allora (trionfante) come faccio io a sapere che voi siete voi?
Silenzio sbigottito.
MARY (ridendo) Già …, non ci avevo pensato...
KEVIN Poche storie, sei tu quello che deve provarlo!
PAT E perchè io?
KEVIN (gesto con la mano che impugna l'arma) Perchè noi... ti stiamo puntando le armi addosso. (lieve sorriso ironico)
MARY (a KEVIN) Tu sembri ragionare solo in termini di armi! La nostra identità non è in dubbio solo perchè noi abbiamo le armi in pugno?
PAUL Non direi solo per questo! Per quanto, un mitra sia sempre un buon argomento! (ride)
PAT Sentite, la situazione rischia di diventare ridicola. Non c'è modo di sbloccarla?
PAUL E come no? Telefoniamo a Donnelly per una conferma. (ironico)
PAT Vuoi vedere la mia patente?
PAUL Va al diavolo! Io so solo che in caso di emergenza scattava il piano due: Pat O'Brien al posto di Seamus. Ma Donnelly ha detto che non ci sarebbero stati problemi.
PAT Ma se ti dico che non c'è stato il tempo! E io non ci ho pensato! Io sono io e come posso dubitare che gli altri dubitino?
CATHY Gesù, Giuseppe e Maria!
PAUL Accidenti, se solo mi ricordassi di quello che Donnelly mi può aver detto di Pat O'Brien!
MARY Una soluzione ci deve pur essere!
PAUL Perchè? Una delle cose più difficili, al mondo, è provare chi sei... molto più facile provare chi non sei...
MARY Mio Dio, mi gira la testa...fino ad oggi avevo sempre pensato che i problemi di identità fossero soltanto teorici, psicologici... mai così reali...
KEVIN Seamus non può aver cantato.
PAUL (illuminandosi) Seamus! (a bruciapelo, a PAT) Conosci Seamus?
PAT (tranquillo) No.
PAUL abbassa il mitra, dà una pacca sulla spalla a PAT che sorride trionfante. Ha un bel sorriso e strizza l'occhio a MARY , che, sorpresa, resta a disagio.
KEVIN Questa, me la devi spiegare.
MARY Anche a me, ma ne sono felice.
PAUL (sedendosi) Come un lampo, mi ha attraversato la mente una frase di Donnelly, " questo Pat O'Brien non conosce quasi nessuno...non ha mai visto Seamus", le stesse cose che ha detto di Mary, per questo non ricordavo chiaramente.
KEVIN Non mi convince. Un agente speciale saprebbe tutto delle abitudini di Pat O'Brien.
PAUL Lo sappiamo. Ma in questo caso non si tratta di abitudini, bensì di non conoscere qualcuno che a rigor di logica un compagno dovrebbe conoscere. Come può il falso O'Brien giurare che il vero O'Brien non conosce Seamus?
Silenzio.
KEVIN Questa soluzione cervellottica non mi convince.
PAUL Io ne sono convinto e ti deve bastare. Abbassa la pistola Kevin!
KEVIN (esegue) Ok.
MARY (sorridendo) Una tazza di tè, Pat?
PAT Magari qualcosa di più forte!
Tutti si guardano.
KEVIN Ma chi ci hanno mandato stavolta!
CATHY Tutti vergini! (KEVIN ha una strana espressione)
PAT Oh no, io le mie brave esperienze le ho fatte...(guarda MARY con un sorrisetto)
PAUL E allora le regole dovresti conoscerle.
PAT Conosco le regole ma...(lieve sorriso) anche le persone... siamo irlandesi, no?
KEVIN E con questo? Hai gli stessi pregiudizi degli inglesi? Il "paddy" tontolone che beve come una spugna?
PAT Siete molto rigorosi, oltre che sospettosi, mai visto un gruppetto così ...
PAUL (interrompendo) Gruppetto?!?
PAT Beh, cosa dovrei dire?
KEVIN Unità d'azione, oppure cellula.
PAT (sempre sorridendo) Anche pedanti, adesso. Sembrate usciti da un manuale.
KEVIN E tu, da quale sporco reparto delle S.A.S.?
PAT (si alza, mentre gli altri osservano incuriositi) Eccheccazzo!!!Vengo per partecipare ad un'azione, con voi, volontario, e voi soppesate ogni parola!
(sorriso di MARY) Ma non lo sapete che gli agenti inglesi studiano perfino l'irlandese e parlano con l'accento del Sud? Sarebbero senz'altro più precisi di me, nel parlare.
KEVIN E chi ci assicura che tu non voglia fare il furbo e sbagliare apposta?
PAT Ricominciamo?
MARY (quasi isterica) Basta! Ma non c'è un modo sicuro per riconoscere gli infiltrati?
KEVIN E questa, da dove viene?
PAUL L'azione, Mary, ma in quel momento è troppo tardi: l'infiltrato si tira indietro e tu resti solo ed accerchiato con la soddisfazione di sapere finalmente la verità, un attimo prima di morire.
MARY Un atto di fiducia?
Risata generale.
KEVIN Che bella missione, stavolta! E che compagni. Un'ingenua incompetente e una probabile spia.
PAT si scaglia su KEVIN, lo butta a terra, rotolano uno addosso all'altro, finché PAT afferra la pistola di KEVIN. PAUL è pronto con il mitra.
PAT (a cavalcioni su KEVIN, con la pistola puntata alla sua gola) Non voglio sentire più la parola spia. Non sai a quanti informatori ho bucato la rotula! (si alza di scatto, butta la pistola sullo stomaco di KEVIN che incassa il colpo con eleganza) E tu (a PAUL) metti via una volta per tutte quel mitra! (sorridendo) Non so perchè .ma mi fa diventare nervoso...(a MARY) dov' è la tazza di tè che mi avevi promesso? (le sorride cordialmente)
MARY (ricambiando il sorriso) Vado subito.
CATHY Ti aiuto, ne faremo del nuovo per tutti. Ok?
PAUL (toccando KEVIN su una spalla) Buona idea, Cathy.
MARY e CATHY nell'angolo cucina mentre i tre uomini prendono posto al tavolo. PAT baldanzoso, KEVIN con la coda fra le gambe. PAUL pensoso, si accende molto laboriosamente una pipa, più per fare qualcosa che per il piacere di fumare. PAT estrae da una delle sue tasche un pacchetto di sigarette, ne offre una a KEVIN che rifiuta. PAT ne accende una. Vede le carte e le mischia. L'interesse si sposta sull'angolo-cucina e sui preparativi per il tè. Se è possibile, seguire tutte le fasi, altrimenti rendere la scena il più realistica possibile.
MARY (a bassa voce) Meno male che si è risolta.
CATHY Dici?
MARY No?
CATHY Non si è mai sicuri al cento per cento. Coi vecchi compagni. Figurati coi nuovi!
MARY La diffidenza, maledetto vizio di questo maledetto paese!
CATHY Sarà un vizio, come dici tu, ma se poi ti ritrovi con una pallottola in pancia o in una cella gelida a mangiare pezzi di vetro nel porridge solo per un atto di fiducia? Dubitare, dubitare e stare in guardia, come faremo noi stanotte. (pausa breve) Finora, il danno più ingente alla nostra rete è stato provocato non dalla superiorità militare britannica, ma dall'abilità dei servizi segreti.
MARY E' vero, quel documento su di noi del D.I.S: mi ha molto impressionato. Sanno persino che noi abbiamo dei missili SAM terra-aria, cosa che io non sapevo...
CATHY Neppure io, ma quel che più mi ha colpito è la loro acutezza. Sanno anche che noi esitiamo a usarli per paura di colpire i civili, hanno quindi capito la nostra linea di condotta. Loro ci considerano un esercito e non una banda armata. Non sono isterici come i giornalisti inglesi che quando scoppia una bomba fingono di credere che non ci sia, da tredici anni, una guerra in corso nell'Ulster! Sono uomini intelligenti, preparati, che hanno studiato e analizzato a fondo la nostra storia e i nostri obiettivi.
MARY Servizi d'informazione britannici, che orrore!
CATHY (alzando le spalle) James Bond viene da lì... mio figlio si guarda tutti i film di spie alla TV e anch'io mi diverto. E pensare che è la stessa organizzazione che ci dà così tanto filo da torcere... ma in quei momenti, mi rilasso e non penso.
MARY Io no.
CATHY Si deve pur continuare a vivere normalmente...
MARY Io questo proprio non me lo immaginavo.
CATHY ...se non si vuole impazzire.
MARY Io, quando mi sono arruolata, mi sono offerta volontaria per lanciare una bomba contro Buckingham Palace.
CATHY (ride) Molto d'effetto, ma non sarebbe servito a nulla.
MARY Tutto questo è molto logorante (pausa breve) e anche burocratico.
CATHY E maschilista. (autoironia) Come vedi, per me servizio attivo significa preparare il tè, cuocere uova e pancetta quando ci installiamo in una basa prima di un'azione...poco eroico, vero? Il mio nome non sarà mai scritto a lettere d'oro, né avrò mai un funerale militare... la mia vita è questa, la mia vita è qui.
MARY resta in silenzio. Pausa lunghissima, in cui si sentono ridere i tre uomini, che stanno giocando a carte.
MARY Ma...
CATHY Tu, forse, col tuo completo da equitazione, dovrai fare qualcosa di più eccitante.
MARY Tu non sai cosa dovrò fare?
CATHY (incominciando a portare sul tavolo tazze e teiere) Lo saprai, a suo tempo. (PAUL si alza in piedi per aiutare, ma CATHY gli fa cenno di restare seduto. Torna a prendere il pane) Ce l'hai il ragazzo?
MARY No, non ho tempo.
CATHY (sorpresa) Tempo?
MARY Si, certo. Ho lo studio e... la causa.
CATHY Ma... si può vivere senza amore?
MARY Io ho l'odio.
CATHY Oh, no...
MARY (ridendo) Ma non sono una vergine vestale che custodisce la fiaccola per la nostra futura libertà. Ce li ho anch'io i momenti di relax... solo che non li ho con un James Bond in pellicola...
CATHY (dopo un attimo, quando ha capito il senso) Ma senza amore...
MARY Sei romantica, Cathy.(imburrano il pane) E tu, come te la cavi?
CATHY Vivo con mia madre e mio figlio, Sean, che ha sette anni. Mio marito è morto quattro anni fa.
MARY Lo so. E Sean è con tua madre, adesso?
CATHY Si, lei lo tiene volentieri... passami il burro... eravamo una famiglia numerosa. E' abituata ad avere bambini intorno. Ora siamo solo noi tre. per fortuna ho finito di estinguere il mutuo sulla casa che Liam aveva comperato quando ci siamo sposati. Mi sento molto più rilassata.
MARY Hai molti fratelli?
CATHY Siamo in sette, meno Joe, che è morto.
MARY Volontario anche lui?
CATHY No, non fece a tempo. (pausa) Aveva dieci mesi più di me. Fu ucciso il giorno del mio diciottesimo compleanno, il 25 agosto del 1969. Quel terribile agosto del 1969, quando tutto è cominciato... (Pausa breve) Avevo messo due torte in forno e fatto dei biscotti. Erano invitati alcuni amici, e poi c'era della birra, e persino del vino francese, scadente, e dischi dei Beatles.
Margaret, la ragazza di Joe, era già arrivata, ma lui era in ritardo. Io tolsi le torte dal forno e mi avvicinai alla finestra del salotto per guardare in strada. Dal fondo della via, mitragliando, avanzava un carro armato... dalla parte opposta, con le mani in tasca, senza fretta, fischiettando fra i denti come al solito, arrivava mio fratello. .Poi fu a terra. Io mi slanciai fuori, urlando il suo nome, seguita da Margaret. Avrebbero dovuto sposarsi in settembre. (pausa breve) Ora Margaret è ad Armagh, è dentro dal 1974. Le han dato vent'anni. C'è voluto un tribunale speciale per condannarla, ma dentro è considerata una criminale comune. Ha fatto tutte le proteste per rifiutare di indossare l'uniforme carceraria. Ma non ci riescono ad essere considerate delle "politiche". Tutte le sere recita il rosario in irlandese, assieme alle altre, per non perdere la sua identità E pure in irlandese si narrano l'un l'altra le nostre antiche leggende. (pausa breve) Ed io sono qui. (sorride) Vieni, i toasts si raffreddano. Prendi il formaggio e il miele, sono lì sul ripiano. (si avviano con un vassoio ricolmo di fette di pane tostato, burro, formaggio, marmellata e miele)
PAUL Oh, che bellezza! (si alza e sistema la roba, aiutato da PAT e KEVIN che ripongono le carte) Formaggio e miele! Non so cosa farei per un toast con formaggio e miele! (ride)
CATHY (sorridendo) Chi vince?
PAT Io. (fa cenno a MARY di sedersi accanto a lui, e iniziano a parlare fitto fitto fra loro)
KEVIN beve e mangia con avidità, poi scosta la tazza e va a prendere da una tasca della sua giacca, un eskimo verde militare, un libriccino rosso con la scritta in giallo "Bobby Sands's Diary". Mette il libro davanti appoggiato alla tazza, e legge con intensità. Tutti lo seguono con lo sguardo.
PAUL E' quasi mezzanotte. Dobbiamo organizzarci per i turni di guardia.
PAT (per compiacere KEVIN, e si nota) Kevin, leggici qualche pagina.
CATHY Io non mi stancherei mai di rileggere il diario di Bobby Sands.
KEVIN (animandosi) L'inizio è splendido. Il giorno in cui ha cominciato lo sciopero della fame. Così così ..
PAUL Sereno e pieno di dignità.
KEVIN Si, proprio.
CATHY La calma e la mancanza di odio sono sorprendenti.
PAUL Se leggi altre testimonianze dal carcere di combattenti per la libertà, di ogni parte del mondo e di ogni epoca, rimarresti egualmente colpita dalla stessa serenità d'animo. Io penso che venga dall'intima consapevolezza di essere nel giusto e di avere Dio dalla propria parte.
MARY Dio! Ma quale Dio può permettere tutto questo!
PAT Più che da Dio, tutto questo è voluto dal Primo Ministro Inglese!
MARY Ok, ma sopra di lei, c'è o non c'è qualcun altro?
PAUL Penso che la Dama di Ferro creda seriamente che sopra di lei non ci sia nessun'altro, neppure Dio.
CATHY Certo non il Dio dei papisti! (prende il libro dalle mani di KEVIN, con mossa gentile ma decisa. Legge) "6 marzo. Non ho dubbi o ripensamenti su quanto sto facendo, perché so quello che ho passato in questi ultimi otto anni... non ce la faranno a farci passare per criminali, non riusciranno a rubarci la nostra identità, a reintegrarci dentro al sistema come dei robot docili e bene educati. Non ce la faranno mai ad etichettare la nostra lotta di liberazione come criminale... in otto secoli non una volta sono riusciti a piegare la volontà di un uomo che si rifiutava di essere piegato... provo persino pietà per gli inglesi, perché, infelici, non conoscono nemmeno se stessi...(pausa breve) 13 marzo. Oggi cantavano gli uccelli. Uno dei ragazzi ha gettato delle briciole fuori della finestra. Almeno qualcuno avrebbe mangiato! Stasera ho ascoltato tutto solo il gracchiare delle cornacchie che tornavano a casa. Se dovessi sentire il canto della splendida allodola so che mi strazierebbe il cuore. Mentre scrivo sta passando, con un volo presago di lutti, lo strano chiurlo. Amo gli uccelli, ma ora devo smettere. Devo smettere di scrivere degli uccelli, altrimenti piangerei e i miei pensieri torneranno ai giorni della mia giovinezza. Quelli erano giorni ed ora sono andati per sempre. Ma io li ho goduti e sono nel mio cuore. E ora, buonanotte”.
Silenzio.
MARY E pensare che parole così belle sono state scritte su carta igienica, con un mozzicone di matita e trovate nel corpo tutto pelle e ossa di quello che una volta era stato Bobby Sands, deputato al parlamento inglese.
CATHY E che bel sorriso che aveva.
PAUL E' ora di salire di sopra e riposare un po'. Farò io il primo turno di guardia (guarda l'orologio) fino alle due, poi tu Kevin, dalle due alle quattro, quando verrò giù io. Cathy scenderà alle cinque meno un quarto per prepararci la prima colazione. Allora vi esporrò il piano di azione. (a PAT) Pat, cinque minuti soltanto. (agli altri) Buonanotte. (MARY è delusa, poi sale, seguita da CATHY e da KEVIN)
(a PAT) Devi darmi gli ultimi dettagli del piano. Quelli che ti ha detto Donnelly.
PAT (aria furba) Prima, un goccetto. (da una delle tasche dei pantaloni estrae una fiaschetta di metallo ) Vuoi?
PAUL (sorpreso) No (PAT beve) ma sì, dammene un goccio.
(PAT gli porge la fiaschetta, PAUL beve e si asciuga la bocca con la manica) Forza! Così poi vai a letto.
PAT Non ho sonno.
PAUL Comunque sia, è meglio che tu ti riposi. E parla piano, non voglio che Mary ti possa sentire.
PAT E perché? Tanto domattina lo deve sapere!
PAUL Mary è nuova, ed è un rischio. Una studentessa, adibita sinora ai collegamenti. Scrive su an Pobhlacht con lo pseudonimo di Mary Markievicz. Un'intellettuale, non si sa mai come reagiscono di fronte all'azione.
PAT Anch'io sono studente, anch'io scrivo...
PAUL An Pobhlacht?
PAT Qualche volta.
PAUL Sotto che nome?
PAT Il mio.
PAUL Pat O'Brien?
PAT Sicuro. Pat O'Brien.
PAUL Niente pseudonimi o nomi di battaglia?
PAT Ho un nome tanto comune da sembrare uno pseudonimo e tanto irlandese da sembrare un nome di battaglia.
PAUL (sorridendo) Ok, Pat, sono qui ad ascoltarti.
PAT (beve un altro goccio) Da dove comincio?
PAUL La ragazza a che ora va a cavalcare domani?
PAT La giovane Lady Winchelsey?
PAUL E chi altri? Pat, avanti! Non pensavo ci tenessi ai titoli.
PAT Poteva anche trattarsi di Mary. (sorride, mentre PAUL alza le spalle) Alle otto, più o meno. Lo stalliere dice che non è mai molto precisa, ma poiché ci va sempre prima del breakfast che viene servito alle nove, di solito esce alle otto o al massimo alle otto e un quarto.
PAUL E lo stalliere?
PAT Resterà al suo posto.
PAUL La strada?
PAT Un po' sconnessa, ma non peggiore di tante altre.
PAUL Nell'Ulster le strade sono migliori, uno dei vantaggi ad essere una colonia.
PAT Già.
PAUL Il punto in cui il bosco è più vicino alla strada?
PAT Dalla portineria del castello, quattro miglia a sud la strada si stringe, si passa un ponticello e praticamente ci si trova nel bosco.
PAUL La macchina sarà lì e Mary poco più dentro al bosco. Zoppicherà, e dirà a Milady di dare un'occhiata al cavallo. Per pochi metri da fare non si insospettirà.
PAT Mary è il tipo adatto, aria da studentessa, accento di agiata borghese di quelle parti... la scusa regge. Lady Winchelsey non ha guardie del corpo quando va a cavalcare... bizzarrie inglesi... credono più nei cavalli che negli uomini.
PAUL Il segnale dello stalliere?
PAT Nel giardinetto della portineria c'è una corda per la biancheria. Una tuta blu è il segnale di via libera. Con la moto si taglia e si fa in tempo a raggiungere il ponte prima di Lady Winchelsey. E voi sarete là.
PAUL La tua copertura?
PAT Un piccolo guaio con la moto.
PAUL Non molto originale.
PAT Per questo funziona sempre.
PAUL Alle cinque ripasseremo il piano tutti insieme. Ci scommetto che Mary non chiuderà occhio...ma se sapesse del rapimento e che lei fa da esca... beh.. sarebbe ancora più agitata. C'è sempre una resistenza psicologica nei confronti dei sequestri di persona. Quelli che i giornali definiscono: "un crimine particolarmente odioso". (pausa breve) In quell'immensa prigione che è l'Ulster, non credo si possa sottilizzare troppo.
PAT Gli intellettuali non amano l'azione, ma se questa vi deve essere, allora ha da essere pura. Un assalto a una compagnia di soldati o una bomba (ride) contro Buckingham Palace.
La pendola batte mezzanotte. Un attimo di silenzio.
PAUL Beh, Pat, buonanotte.
PAT esce con un sorriso e un cenno del capo. PAUL spegne la luce. Rimane illuminato solo l'ingresso e la stanza resta quindi in penombra. PAUL controlla da ogni finestra, poi si siede sul tavolo a guardare fuori. E' di spalle, quando entra KEVIN.
KEVIN (sussurrando, e fa sobbalzare PAUL) Ho detto a Cathy di tenere sott'occhio Pat, nel caso facesse dei segnali.
PAUL (voltandosi) Diffidi ancora di lui?
KEVIN Tu no? (Pausa breve) Non sarebbe meglio andarsene? Rimandare tutto o cambiare piano? Non si può restare nell'incertezza.
PAUL E' logorante, lo so, ma fra poche ore sapremo.
KEVIN Si, sapremo! E forse saremo a veder spuntare l'erba dall'altra parte. Tu sai, Paul, che io non mi tiro mai indietro, ma considero sciocchi i rischi inutili.
PAUL Lo so, Kevin, per questo ti ho voluto nella mia unità. Seamus, Cathy, tu ed io: un'unità solida come il diamante. Ma stavolta... eppure anche nelle cellule di quattro si sarebbe dovuto provvedere ad un'eventualità come questa.
KEVIN Han creato le cellule proprio per evitare il rischio delle infiltrazioni.
PAUL Già, ma non tutte le azioni possono essere compiute da sole quattro persone!
KEVIN Basterebbe mandare degli esperti, persone altamente qualificate, e conosciute e tutto andrebbe liscio. Ma stavolta! Che schifo!
PAUL Il caso, Kevin, o come dicono alcuni, il diavolo che ci ha messo la coda. Più che un esperto, stavolta ci serviva una ragazza come Mary, ed era ragionevole aspettarsi un'inesperta. (pausa breve) Quanto a Pat O'Brien, beh, anche la sorveglianza a Seamus era un elemento imponderabile, ma prevedibile...
KEVIN Lo so, lo so, e così alla prima azione un po' più elaborata, la struttura si rivela per una merda!
PAUL Nulla di quanto creato dall'uomo è perfetto. E inoltre la segretezza è sempre un'arma a doppio taglio.
KEVIN (si abbandona alle confidenze, favorito dal buio)
Lo so, e a volte mi pesa, questa segretezza... Mary non diceva delle fesserie...è sempre tutto così anonimo, così solitario, senza echi, senza clamori... tranne i funerali, che sono spettacolari.
PAUL Noi abbiamo la cospirazione senza l'alone romantico, non maschere e pugnali, ma lunghe ore di attesa in macchina, un mucchietto di cicche per terra, un segnale, uno sparo ed è tutto finito.
KEVIN Quell'eccitazione mista a paura prima di entrare in azione, pochi momenti, poi, un senso di svuotamento e mettersi a letto per delle ore, spossati.
Silenzio.
PAUL A proposito perché non ti stendi un po'? Io non ritengo probabile un attacco, non avrebbero mandato un infiltrato, troppo rischioso... se lo è, ci aspettano al varco, oltre il confine, domani mattina.
KEVIN Da come parli, ne sembri certo.
PAUL Affatto. E se ti ho dato quest'impressione, scordatela.
Io sono più propenso a credere che questi sia il vero Pat O'Brien, un agente segreto sarebbe più convincente.
KEVIN (ridacchia) Paul, sei grande.
PAUL Vero? Eh, vecchio mio, ne passeremo anche di peggio insieme, e questa notte la dimenticheremo.
KEVIN Forse...
PAUL Cerca di riposare. Vai Kevin. 'Notte. Oiche Mhaith.
KEVIN Oiche Mhaith.
KEVIN esce e sale le scale. Ha il passo pesante. PAUL va alla porta sul retro. Poi torna, cammina su e giù per la stanza. La pendola batte l'una. Silenzio profondo. Poi, un passo leggero che scende le scale. Entra CATHY, spettinata e turbata.
PAUL (sussurrando) Cathy! (Pausa breve) Che fai qui?
CATHY Non riesco a stare ferma.
PAUL Kevin mi ha detto che tenevi Pat sott'occhio.
CATHY (ridacchiando) Ci sta pensando Mary.
PAUL (sorpreso) Cosa?
CATHY Veramente, è lui che tiene sotto lei. (PAUL la guarda inebetito) Ma anche così, lei lo controlla. Spero.
PAUL Fan presto, adesso.
CATHY Paul, cosa può significare? Vero o falso?
PAUL Mio Dio, Cathy! Non possiamo diventare paranoici e stare ad interpretare ogni gesto! Finiremmo con l'impazzire.
(pausa breve) E poi l'amore lo fanno tutti...repubblicani e spie...allo stesso modo...
CATHY Questo è il guaio. (pausa) Paul, io ho paura che finirà male stavolta. Mi sento in trappola.
PAUL Via Cathy, non fare certi discorsi...lo sai che c'è sempre una via d'uscita.
CATHY Stavolta non mi sento sicura.
PAUL Andrà tutto bene.
CATHY è in piedi, le mani appoggiate al tavolo, fissa il vuoto, verso il pubblico. PAUL le si avvicina di spalle, e vedendola vulnerabile, si fa coraggio e cerca di abbracciarla. In quell'istante CATHY si allontana dal tavolo e si accosta alla credenza per prendere le sigarette. PAUL si allontana.
CATHY (accendendosi una sigaretta) Dio! Se potessimo conoscere la verità! (pausa) Vero o falso O'Brien... fosse una moneta d'oro, che basta morderla!
PAUL (ridendo) Non è una cattiva idea...la tortura è un po' sullo stesso principio...
CATHY (serissima) Mai Paul, mai diventare come loro!
PAUL Calma, Cathy, calma. Io scherzavo..del resto, per arrivare alla verità...
CATHY Paul! (voce alta, quasi stridula) A quale verità si può arrivare con la tortura? (più calma) Forse è meglio che torni di sopra.
PAUL Cathy, ascolta...andrà tutto bene, e poi...
CATHY (incalzante) E poi?
PAUL Quando avremo depositato Milady all'altra base, ehm...festeggeremo...
CATHY Cosa vuoi festeggiare?
PAUL (confuso) Voglio dire, ci prenderemo una vacanza.
CATHY Ma che vacanza vuoi che mi prenda, io! Con mia madre e mio figlio! Devo tornare a Belfast.
PAUL Appunto, festeggeremo a Belfast. (sempre più imbarazzato) Usciremo... sai Cathy, mi piacerebbe, una sera, portarti al cinema.
CATHY (beffarda) Al cinema?!?! A Belfast? Ma sei impazzito? Quelli che sono rimasti in piedi... quelli che noi abbiamo lasciato in piedi... possono saltare in aria ogni momento.
PAUL Oh Cathy, levati le bombe dalla testa, per una volta! E comportati come una donna normale a cui un uomo... (viene interrotto dalla risata isterica di CATHY)
CATHY (ridendo istericamente) Ma io sono una donna normale! Il mio ruolo, il ruolo di Cathy O'Rourke, volontaria dell'Esercito Repubblicano Irlandese è quello di cucinare, rassettare e lavare i piatti, proprio come a casa. Il mio apporto alla lotta di liberazione sarà poco appariscente, ma sostanzioso e pulito! (le si incrina la voce) Non è così, Paul McLeish? Comandante Paul McLeish?
PAUL Cathy! (la prende per un braccio, ma lei si scosta)
Non è il momento per le rivendicazioni femministe. Io ti proponevo di uscire con me, una sera...
CATHY E perché non ci facciamo una bella scopata qui, adesso? Come quelli di sopra?
PAUL (sbigottito) Ma... è questo che vuoi?
CATHY (lo guarda, poi scoppia in una risata, stavolta genuina) Oh Paul...Paul, mi sei tanto caro perché sei così … così vecchio stile. (pausa breve) Come me.
PAUL (dopo una pausa) Allora, Cathy, usciremo una sera a Belfast?
CATHY (imitando l'accento di una signora "bene", cioè protestante) Ma non sai, tesoro, che le strade di Belfast la sera sono in-fre-quen-ta-bi-li? Tutta quella teppaglia cattolica! I nostri agenti di polizia e quei poveri ragazzi in divisa fanno quello che possono, per liberarcene, ma anche loro non possono fare miracoli! Hanno solo carri armati, elicotteri, pallottole di plastica e tutti i soldi dei contribuenti inglesi! (tono normale) Vieni tu a casa mia, ti preparerò uno stufato come si deve e poi tu farai giocare Sean...lui avrà appena visto un western in TV e ti chiederà: " Ma quello, zio Paul, non è morto davvero, no?" e poi vedremo il telegiornale con le solite notizie di Derry e di Belfast e lui guarderà con indifferenza, sgranocchiando popcorn, il furgone del lattaio che salta in aria o il carro armato in fiamme, con dentro i soldatini che cuociono come pollo Tandoori.
PAUL (prendendola fra le braccia, ma lei sguscia via, con rabbia) Cathy, ma che ti prende? Non ti riconosco più. Tu sei forte, serena, equilibrata.
CATHY (a voce bassissima) Di giorno sono forte, serena ed equilibrata, ed anche spiritosa...ma nel cuore della notte...(si riprende) scusami Paul. Venire giù così, a piagnucolare, scusami. (fa per andare)
PAUL Cathy, aspetta...
CATHY Domani Paul, quando tutto sarà finito.
CATHY è già fuori vista.
PAUL Cathy! Ti prego, resta ancora un attimo. (pausa breve) Non mi hai chiesto di mia moglie.
CATHY (riappare) Perché? Cosa sta facendo di bello, tua moglie?
PAUL Aspetta un figlio. Dall'uomo con cui vive, a Liverpool.
CATHY Brava. E lui è inglese, vero?
PAUL E' un brav'uomo... si , è inglese, fa il postino. (CATHY ride, piano) Ma lei ha ragione...ha tutte le ragioni... le ho detto io di andarsene...
CATHY E lei è andata.
PAUL Io avevo paura...e lei...lei era terrorizzata. La banda dei Macellai, quei Shankill Butchers, le avevano fatto letteralmente a pezzi il fratello. Suo padre non si è più ripreso, da quando ha dovuto riconoscere il figlio, in quell'orribile cortile.
CATHY Lo so Paul, ma i Prods non sono sempre così feroci, e poi, li hanno presi tutti.
PAUL Cathy, mia moglie stava per impazzire, sul serio. Io le ho promesso che l'avrei raggiunta. Ho chiesto a Donnelly di destinarmi in Inghilterra, ma non ha voluto.
CATHY (dopo una pausa) E tu Paul, cosa volevi?
PAUL Non so. Non lo so più.
CATHY (gli mette una mano sulla spalla, con affetto d'amica, non altro) Buonanotte Paul, fra poco arriva Kevin a darti il cambio. Cerca di riposare. Buonanotte.
PAUL Anche tu. Buonanotte. (CATHY esce e PAUL si volta, va alla finestra e appoggia la fronte contro il vetro. Battendo il pugno contro lo stipite della finestra, piano) Cretino, cretino, cretino...
La pendola batte le due. Scende KEVIN per il cambio. Si scambiano qualche parola a voce molto bassa. PAUL esce.
KEVIN è molto scrupoloso. Controlla porte e finestre, quindi si inginocchia sulla panca sotto la finestra, con le spalle rivolte alla stanza, guardando fuori. Arriva MARY. KEVIN si volta ma non le parla. poi si volta ancora verso la finestra, mentre MARY prende un bicchier d'acqua.
MARY (osservandolo) Che sete! (pausa breve) Non hai voglia di parlare un po'?
KEVIN (sempre voltato) No, non devo distrarmi.
MARY Io non ti distrarrei.
KEVIN Ah no? (improvvisamente aggressivo) Ti sei divertita di sopra?
MARY Non sono affari tuoi.
KEVIN Ok, ora puoi salire, per il secondo round. (si gira e la guarda in viso) A meno che tu non sia qui per farlo con me.
MARY Non lusingarti, guardone! Ti ho visto prima, sai, mentre ci spiavi!
KEVIN Non lusingarti tu, puttana! Credi forse che mi divertissi a spiare le vostre capriole? C'è qualcosa più importante di quello, lo sai, puttana!
MARY Dovevo immaginarlo che eri un moralista.
KEVIN E con questo?
MARY (alzando le spalle) Niente. Buonanotte, purissimo difensore delle virtù repubblicane.
KEVIN Buonanotte, scribacchina in calore.
MARY (sibilando) Si capisce lontano un miglio che usi la pistola perché non sai usare quel tuo affare!
KEVIN Taci! (le si avvicina e la schiaffeggia, lei lo tempesta di pugni sul petto, lui riesce a schivarla e si volta, sempre verso la finestra. MARY, provocata da questo segno di disprezzo, va alla ricerca di qualcosa da tirargli addosso. Trova un bicchiere, e glielo lancia, lo manca e l'oggetto va a rompersi contro la finestra. Il rumore, nel silenzio, resta come amplificato)
KEVIN Idiota!
Dalle scale scendono a precipizio PAT, PAUL e CATHY.
PAT ha i capelli arruffati, lo sguardo di chi è stato risvegliato da un dolce sonno. PAUL regge una torcia elettrica che illumina la scena e alternativamente i due litiganti, a lungo. MARY è scossa da un tremito, KEVIN mostra estremo disprezzo.
PAUL Che succede qui?
PAT Paul, voglio un'arma.
KEVIN Non ti'impicciare. Cazzi nostri.
PAUL (a PAT e CATHY) Tornate di sopra. (appena gli altri si voltano, afferra MARY per un braccio) Cosa è successo?
MARY Mi ha insultata, e schiaffeggiata! (PAUL si volta di scatto verso KEVIN)
KEVIN (alzando le spalle) Quella è pericolosa. Non ha i nervi saldi. Speravo che essere sbattuta un po' la calmasse, e invece... più isterica di prima.
PAUL Kevin, basta! (a MARY) Torna di sopra e cerca di rilassarti. Tu puoi andare a letto quando e con chi ti pare, basta che la tua vita privata non pregiudichi l'azione. Hai capito? Qui ci sono in gioco cinque vite umane! Ora sali. Domani sera ne parleremo con Donnelly.
MARY (atteggiamento della scolaretta ripresa dal maestro) Hai ragione, Paul, mi spiace, Paul.
PAUL (scuotendo la testa) Vai di sopra, adesso.
MARY, a testa bassa, esce.
KEVIN Ma hai capito che isterica? Come facciamo a portarla con noi?
PAUL Si calmerà. (pausa breve) Ma anche tu, Kevin, trovati una ragazza! (esce)
KEVIN è stupefatto. Il fascio della torcia illumina ancora per un attimo la stanza, poi ritorna la penombra. KEVIN siede sulla panca, dopo aver raccolto i cocci. Estrae una piccola pila elettrica ed illumina il diario di Bobby Sands, posato sul tavolo. Mette quindi il libro sulle ginocchia, in modo che la luce della piccola torcia non superi la linea del davanzale. Ogni tanto alza la testa per guardare fuori. Sente corrente dalla finestra, ora rotta, e si mette la giacca.
La luce si abbassa fino al buio completo.
Un voce registrata legge il brano seguente.
VOCE Martedì 17 marzo. San Patrizio. Il direttore del carcere è venuto nella mia cella e ha detto la sua: " Vedo che stai leggendo un libro molto breve. E' una buona cosa che non sia lungo, perché tu non riusciresti a finirlo!" Questa è la gente con cui abbiamo a che fare. Ma che vadano all'inferno. Oggi è stata una giornata pesante. Pensavo allo sciopero della fame. La gente parla molto del corpo, ma non gli dà molta fiducia. E' vero che c'è una ribellione iniziale. In un primo momento il corpo non accetta la mancanza di cibo e di altre cose che gli rodono dentro, senza un attimo di tregua. Il corpo reagisce, si ribella, ma alla fine della giornata tutto ritorna nella giusta prospettiva, che è la mente. E' la mente il fattore più importante. Se la tua mente non è in grado di resistere a tutto, non ce la farai. Ma da dove deriva questo atteggiamento mentale? Forse dal desiderio di libertà. Se non riusciranno a distruggere questo desiderio di libertà, allora non ti spezzeranno. E non mi spezzeranno perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il giorno in cui tutto il popolo d'Irlanda vorrà mostrare il suo desiderio di libertà. E allora noi vedremo sorgere la luna.
Chiarore d'alba.
Al posto di KEVIN ora c'è PAUL, seduto sul tavolo, coi piedi sulla panca e il libro in mano. Indossa l'eskimo verde militare.
Silenzio assoluto.
Bussano alla porta. Due colpi vicini, uno isolato, due vicini. PAUL, sorpreso, va all'ingresso. Mitra in mano.
Esclamazione di stupore di PAUL.
VOCE DA FUORI Salve! (Pausa breve) Sono Pat O'Brien.
Entrano nella penombra della stanza. PAT n 2 è vestito con eskimo verde militare, pantaloni con tasche a soffietto, assomiglia fisicamente a PAT n 1, stessa età, stessa aria spavalda, con un pizzico di cinismo in più.
PAT n 2 Narrow Water Castle 1979. (pausa breve) Donnelly ha detto che avresti capito.
PAUL (voce bassissima) Sì.
PAT n 2 (porgendogli qualcosa) E devo darti questo.
PAUL (occhiata frettolosa) Sì.
PAT n 2 Hanno preso Seamus, ha parlato. Loro hanno mandato qui un falso O'Brien. Donnelly, che ha spie fra le spie, lo ha saputo, mi ha rintracciato e sono venuto.
PAUL Tardi.
PAT n 2 Ma sempre in tempo. (pausa breve) Il falso O'Brien doveva rimanere con voi fin oltre il confine, poi fare il segnale. Lo scopo era di prendervi vivi.
PAUL (dopo una pausa) Sì. Vieni, andiamo di sopra.
Buio completo.
Chiarore.
Mentre si ascolteranno le voci registrate degli attori, voci bisbiglianti e inquietanti, in un angolo del palco si svolgerà una pantomima. I quattro uomini dovranno scorgersi appena, sembrare ombre, e mimare l'esecuzione di PAT n 1.
NON CI DEVE ESSERE SINCRONISMO FRA LE DUE AZIONI
VOCI REGISTRATE PANTOMIMA
UN UOMO VIENE LEGATO
AD UNA SEDIA
PAUL Considerata l'eccezionalità
del momento, non avrai un processo.
In qualità di comandante, io, Paul
McLeish, mi assumo ogni diritto e
ogni responsabilità.
Qual'è il tuo nome?
UN BAVAGLIO ALLA BOCCA
PAT Pat O'Brien.
UNA DELLE OMBRE GLI PUNTA UNA PISTOLA ALLA TEMPIA
PAUL Ti chiameremo allora agente X.
NON SI SENTE LO SPARO
PAT Io sono Pat O'Brien. Cristo!
Sono io il vero Pat O'Brien.
L'UOMO SULLA SEDIA SI AFFLOSCIA.
PAUL Agente X, in nome dell'Esercito
Repubblicano Irlandese, ti condanno a
morte come spia. La sentenza verrà eseguita
immediatamente.
Buio.
Pausa.
Effetto d'alba.
Luce piena sul palcoscenico. E' mattina.
CATHY prepara il breakfast. Rompe delle uova, ecc. Scende MARY in completo da equitazione. Molto elegante, ma si muove con impaccio. CATHY la osserva.
MARY Mi sento ridicola.
CATHY Stai benissimo invece. E... come ti senti?
MARY (più a suo agio) Ottimamente, grazie.
CATHY (sorridendo) Non sei più tesa, preoccupata... sparito tutto?
MARY Tutto. Vedi, a te lo confesso. (sorride) Pat, stanotte, mi ha rivelato il mio compito e ora, sono tranquilla.
CATHY Non avrebbe dovuto.
MARY Non lo dirai a Paul, vero?
Le due donne si guardano.
CATHY No, però...
Di sopra, il rumore di una sedia smossa. Ordini secchi.
Poi, uno sparo. Silenzio. Scendono di corsa PAUL, KEVIN, PAT n 2. Tutti e tre indossano il passamontagna.
CATHY Cos'è stato?
PAUL Dobbiamo andare, svelte!
I tre uomini cominciano a raccogliere le cose sparse.
CATHY Cos'è successo? (nessuna risposta) Chi ha sparato?
KEVIN (indaffarato) Io, ora muoviti!
CATHY (mentre MARY, sconcertata, osserva attentamente i tre uomini) Ma cos'è successo?
PAUL Cathy, non rompere, ti spiegheremo.
MARY, che ha stentato a riconoscere PAT fra le tre figure mascherate e vestite allo stesso modo, si avvicina con titubanza a PAT n 2 e lo prende per un braccio.
MARY Pat, siamo circondati?
PAT n 2 muove la testa in segno di diniego. Qualcosa, in lui, rivela che non è il suo PAT.
MARY Ma tu non sei Pat!
PAT n 2 (divertito) Io sono Pat. Pat O'Brien.
PAUL (guardandosi attorno, per controllare se dimenticano qualcosa) Lui è il vero Pat O'Brien. L'altro era un infiltrato.
MARY Era?
KEVIN Era una spia schifosa.
PAUL Ora Pat ci porterà al sicuro. Al di là del confine ci avrebbero beccato, ad un segnale di quell'altro.
MARY Ma... Pat... dov'è? Lo avete ucciso? (silenzio) Assassini! Bastardi criminali!
KEVIN Ma sentite questa pazza! Per una spia!
MARY Non è possibile... ha detto che mi amava...
Risata di PAT n 2 seguita da quella di KEVIN.
CATHY (avviandosi verso l'ingresso) Ma dove sono?
PAUL Dappertutto. Però ci vogliono prendere al di là del confine...
CATHY Quello sparo...
PAUL E' meglio filare.
MARY Ammazzate anche me...io voglio morire, morire, morire.
CATHY (si ferma di colpo) La vera tragedia non è morire, ma vivere. Vivere e fare figli in questo paese.
MARY si avventa contro PAT n 2 e gli strappa il passa montagna.
MARY Ti voglio vedere in faccia!
KEVIN Leghiamo quest'isterica. (da dietro le immobilizza le braccia)
CATHY (scorgendo il viso di PAT n 2 getta un grido) Io lo conosco! (tutti immobili) E' un agente segreto! (pausa breve) Mi avevano portata al comando e nella stanza dove mi interrogavano c'era un uomo che mi voltava le spalle. Ma per un gioco di specchi, io quell'uomo lo vidi bene in faccia.
PAUL Cathy, ti sbagli, è lui il vero O'Brien. Ne ho le prove...
CATHY No, non mi sbaglio. In quel momento, fra il terrore e l'umiliazione, fissavo quel volto come se soltanto attraverso l'odio avessi potuto trovare la forza di sopravvivere.
KEVIN e PAUL si guardano, perplessi, MARY riesce pertanto a liberarsi di KEVIN con uno strattone e si slancia su PAUL per prendergli il mitra. Mischia, colluttazione, parte una raffica che colpisce CATHY. CATHY a terra. Gli altri restano immobili. A lungo.
Buio.
Odore di bruciato perché CATHY non ha spento il gas.
Nel buio, scalpiccio frettoloso di passi.
Voci indistinte.
EPILOGO
Spot sul proscenio.
CATHY avvolta nello scialle nero. Molto basso il suono di Women of Ireland.
CATHY Il mio nome è Cathy O'Rourke. Sono morta alle cinque di mattina del 26 giugno 1981, in un cottage abbandonato vicino al confine con l'Ulster. Era un venerdì e andò tutto storto...
(pausa)
Ora, una pioggia sottile scende sopra la mia tomba.
(pausa breve)
Dicono che dopo la morte si trovi finalmente la pace...(sbottando) Da viva io la volevo la pace! Così disperatamente la volevo la pace che fui pronta (sorride amaramente) a fare la guerra...
(pausa)
Ma come posso trovare la pace se mio figlio è lassù a crescere nell'odio, e con lui tutti i bambini dell'Ulster!
(pausa)
Da ottocento anni abbiamo il piede straniero sopra al cuore e abbiamo preso la strada della violenza, che Dio ci perdoni. Come pesci nella rete, più ci dibattiamo più restiamo aggrovigliati a nodi che sembrano durare in eterno: lealtà alla corona, religione, diritti delle minoranze e volontà della maggioranza... e mentre gli uomini di governo si scambiano strette di mano e insulsi sorrisi, noi moriamo...
(pausa breve)
Ho visto morire mio fratello, mio marito e i miei compagni, e coloro che li avevano uccisi... ed ora lascio mio figlio...ed io sono qui, sola, al freddo e al buio.
(piange, poi, fra i singhiozzi, rialza la testa, si asciuga le lacrime col dorso della mano e sorride con sforzo) Ma i morti non possono piangere, vero?
Suono incalzante di “Women of Ireland”
F I N E
Il vero e il falso O'Brien ha vinto il Premio Vallecorsi (1983),
il Premio Genzano di Roma (1983), ed è stato segnalato dall'IDI (1983).
E' stato rappresentato a Genzano di Roma (1983), trasmesso da Radio France Culture (1985), letto a Milano dai Rabdomanti (1991).
Tradotto dall'attrice irlandese Mary Casey, è stato rappresentato
a New York, Nat Horne Theatre, nel 1994 e Galway, Irlanda 1997.
Ad Avignone, nel 1995, è stato rappresentato al Festival Off, dove fu presentato il testo edito dalla Casa Editrice Lacquet, traduzione Pierre Jean Laurent.