VERGINELLA
di
Aquilino
Verginella 1
Perché la vecchia mi guarda? Non può conoscermi. Sono venuta in una chiesa
lontana, nessuno sa chi sono. Allora perché mi guarda? Perché a quest’ora le
signorine dell’istituto hanno avvisato la polizia. Sui giornali c’è la
fotografia. L’hanno vista tutti.
Anche l’altra vecchia mi spia. Ecco, si mettono a parlare sottovoce.
Parlano di me, parlano di me.
Ma io non voglio. Nessuno deve interessarsi a me. Se una vecchia si alza ed
esce, vuole dire che va a telefonare. E allora anch’io mi alzo. E scappo.
Ora non mi guardano più. Sono solo vecchie curiose. Per prudenza, però, mi
sposto qui… sotto la statua della santa che guarda in alto. Che cosa guarda, il
soffitto? Non c’è mica il cielo, qui dentro. È alto, questo soffitto.
All’istituto me lo sento cadere in testa, tanto è basso. Mi manca l’aria,
all’istituto. Chiudono tutte le porte. Anche quelle delle uscite di sicurezza.
Una volta che ci sei entrata, non ne esci più. Sei in trappola.
E se il prete viene a chiedermi che cosa ci faccio, nella sua chiesa? Mi fa le
domande. Perché non sei a scuola?
Gli racconto che ho pensato di dire una preghiera, intanto che la mamma fa le
compere. I compagni di scuola sono in gita e io non ci sono andata perché il
pullman mi fa vomitare.
E se mi chiede chi sono e dove abito?
Ma quante cose deve chiedere? Io della mia famiglia non dico mai niente. Quante
volte me lo ripete lo zio! Tu non dire mai niente, mai niente, niente, niente.
Magari il prete non c’è nemmeno. Non vanno in giro per le case a trovare i
vecchi, i preti? Anche a casa mia viene. La mamma dice che le case vanno
benedette tutti i mesi, se no capitano le disgrazie. Il prete mi raccomanda di
fare la brava e di obbedire alla mamma e allo zio. È quello che faccio, quello
che faccio sempre.
Ninna nanna ninna o
questa bimba a chi la do…
Io gli altri non li guardo neanche in faccia.
Ah, le brutte vecchie!
Sento il loro odore. Come quando tocchi il pesce e l’odore ti rimane appiccicato
alle mani e io continuo a lavarle lavarle lavarle….
Se mi vengono vicino, grido e scappo, così le spavento.
La mamma dice che le vecchie vengono in chiesa a parlare male degli altri. Non a
pregare come fa lei. Piange, la mamma, quando prega. Io non piango e lei si
arrabbia. Non ti viene da piangere a pensare a Gesù che l’hanno messo sulla
croce?
Mi sforzo, ma piangere… proprio no, non mi viene. Mi spiace, perché a Gesù io ci
credo.
Se non c’è Gesù, a chi chiede aiuto una bambina come me?
Caro Gesù, adesso ti spiego perché devi aiutarmi. Aiutami in fretta, però. Ho
tanta paura.
Gesù, mi hanno portata via dalla mamma e dallo zio. Sono senza il papà perché è
morto in un incidente di sparatoria due anni fa e così mi hanno messa in una
casa finta. Non è una casa, è un istituto, proprio uguale alla prigione. Lì sono
tutti invidiosi. Mi rubano i gioielli e mi picchiano.
Aiutami a stare bene come prima, Gesù. Anche se non mi viene da piangere.
Io non piango, Gesù. Io non piango mai.
Ninna nanna ninna o
questa bimba a chi la do…
Rossana 1
Calunnie! Falsità! Qualcuno me ne rende conto. È così che adesso va il mondo,
tutto al contrario? Sa che cosa c’è dietro la farsa, signor commissario? Glielo
dico io: qualcuno che mi vuole rovinare. Mi basta poco. Non gliel’hanno detto
che sono malata? Bum! e il cuore si spacca.
Mi faccia prendere le medicine, commissario. Lei si vede che è un uomo in
salute. Non glielo dico per lisciarla. Glielo dico perché sono una donna
semplice, che quello che pensa lo esprime senza peli sulla lingua.
Ma un uomo come lei, votato alla giustizia… fa irruzione come in casa di una
malvivente? Dio Gesù, mi manca il respiro.
Lei non l’ha mai provata un’umiliazione così. Lei le irruzioni le fa, mica le
subisce. Pensi se al posto mio c’era sua moglie. Come faccio a sapere che è
sposato? Un uomo prestante, se non è sposato, c’è da chiedersi perché. Ci metta
un poco di compassione, che qui di criminali non ce n’è l’ombra.
Io sono vedova, e allevare una figlia da sola è fatica e angoscia. Giorno e
notte. Giorno e notte, commissario. Cose che solo noi madri facciamo. E viene
qui a buttarmi fango addosso? Lei ne ha, di figli? Che cosa penserebbe il suo
bambino? La mamma portata via in manette. Mi tremano le mani per l’indignazione.
Ma non faccio scenate. Io ho fiducia nella giustizia. Presto ogni cosa è
chiarita.
Ma intanto, commissario, pugnalata alle spalle.
Chi mi toglie di dosso l’ombra del sospetto?
Ma che cosa fa? Davvero le manette? Eh, no. Di che cosa ha paura? Che mi butto
dalla finestra? O che mi metto a sparare? Ma io una pistola non so neanche come
s’impugna. Mi guardi, mi dica che cosa vede: una delinquente? Una madre, una
madre in lacrime.
Oh, Dio Gesù. Il cuore. Devo mettermi seduta. Da quando mio marito… una
disgrazia dopo l’altra, commissario. Telefoni al mio dottore, senta lui che cosa
dice. Evita le emozioni, Rossana. E come faccio? Dio mi ha destinata a un
calvario. Qua la corona di spine, qua la ferita al cuore e un chiodo in questa
mano e un altro in quest’altra e due nei piedi. Non basta? Ci vuole anche il
fiele, l’accusa infamante.
Io a mia figlia l’ho sempre amata, il mio angelo che tutte le mattine la pettino
e le dico: quanto sei bella, quanto sei innocente, figlia mia!
Voi mi uccidete con il pugnale della calunnia.
E adesso mi lascia andare di là a prendere le medicine?
O devo morire d’infarto prima ancora che viene proclamata la mia innocenza?
Verginella 2
La mamma è preoccupata, lo so che è preoccupata. Lo so lo so lo so. Lei si
preoccupa di tutto. Non mi lascia nemmeno uscire da sola, tanto si preoccupa. Il
mondo è pericoloso, tu non lo sai che gente cattiva c’è là fuori. Ma io non
voglio che si preoccupa. Quando si preoccupa comincia a piangere, poi alza la
voce e dice cose brutte. Io mi spavento, quando si mette a gridare.
Mamma, ti prego, non fare così.
Non mi ascolta mai mai mai. Oppure mi grida di stare zitta e io mi mordo le
labbra.
Se mi vede senza trucco e malvestita… non ho neanche gli orecchini… e se sa che
sono in giro da sola…
Mamma, non fare così.
Tu vuoi farmi morire di crepacuore!
No, mamma, no, faccio quello che vuoi, ma tu non gridare, non morire per colpa
mia. Che cosa faccio io senza di te?
Rossana 2
Vede, commissario? Tranquilla. La mia coscienza a posto. Mi sono occupata sempre
e solo della famiglia, io. Se ho fatto uno sbaglio… non l’ho fatto di coscienza.
Le mie intenzioni sempre oneste. Al punto da andare contro i miei interessi. Ma
quando una è perbene, gli altri se ne approfittano. E allora mi dica: amare una
figlia è forse peccato?
Se questo è stato il mio errore, mi arresti, ma lo faccia davanti a tutti, che
tutti vedono come si tortura una madre.
Mi porta via così, commissario? Aspetti almeno che mi strucchi. Mi tolgo la
parrucca, non voglio che la gente pensa chissà che cosa. E voglio cambiarmi.
L’abito da sera non è adatto alla prigione. Finisce che mi prendono per una
donna di strada. Mi sono vestita così solo per fare una bella accoglienza a mio
cognato, che è tanto paziente e generoso.
Mi porta in infermeria, vero, commissario? Detto in confidenza, mi sono appena
stirata la faccia e ci vuole un dottore che di tanto in tanto mi dà una
controllata. Io non volevo farlo, si figuri, non ci tengo alle futilità. Me l’ha
chiesto la mia bambina: tirati via le rughe, mamma, che io voglio una mamma
giovane e bella.
Io, ormai… la vita non mi ha restituito niente di quello che ho dato, e mi sono
rassegnata… ma quello che posso fare per la mia bambina… qualunque cosa.
Qualunque cosa per lei.
Che cosa dice? Commissario! Che cosa dice! Lo ripeta, se ne ha il coraggio. No,
taccia. Non dica più queste enormità. Ma come le viene in mente… Sono una madre,
commissario. E lei dà retta alle maldicenze del vicinato? Maledetti
calunniatori! Hanno sempre invidiato il benessere che ci dà mio cognato.
Non mi dica di calmarmi, non me lo dica!
Se penso al pover’uomo... Uno fa del bene ai parenti e per questo lo mettono in
prigione? Uno che è tutto lavoro e famiglia? Un santo, commissario. Come poteva
fare del male…? C’ero io in casa, e testimonio che lui è sempre stato rispettoso
di me e della bambina.
Sa come la chiamava? La mia colombella.
A pensarci, mi commuovo.
E lei, commissario, viene a dirmi che lui… alla mia bambina…? Ma lo sa che da
quando è morto mio marito… se non c’era lui io che cosa facevo? Ah, bravi, sì, a
fare i discorsi, gli uomini, e le leggi, uh le leggi, e i diritti delle donne e
dei bambini, buoni quelli! A noi donne, chi ci ascolta? Sulla strada dovevo
andare, se non c’era mio cognato, perché a noi donne chi ci aiuta?
Ma io non sono il tipo.
Dio mi è testimone che io il mio corpo solo a mio marito, solo a lui, e neanche
pensieri di sesso, io, mai. Con la mano sul cuore glielo giuro. Io in giro vado
a testa alta, commissario. E a mio cognato tutti portano rispetto. Può chiedere
in parrocchia. Faccia le indagini, non c’è un’ombra sul suo passato.
E adesso vado a cambiarmi d’abito.
Ha qualche preferenza, commissario?
Rocco 1
Dov’è la mia colombella birichina? Non viene a dare un bacio allo zio?
Colombella? Ti sei nascosta? Ti sei nascosta così bene che chissà se ti trovo.
Vuoi fare uno scherzo allo zio?
Sai allora che cosa faccio, così giochiamo? Metto la parrucca della mamma. Anche
il suo vestito, mi metto. Com’è elegante il vestito della mamma! Ora mi ci vuole
il rossetto. Vieni a mettere il rossetto alla mammina! Non vuoi? Colombella
colombella… Mi tocca proprio trovarti io. E se non ti trovo? Come facciamo a
giocare alla mamma e alla bambina? Come faccio a farti il bagnetto? Non posso
nemmeno darti i regali. Ma guarda guarda che cosa c’è in questa scatolina… una
collanina d’oro con due cuoricini di brillanti. Sai che cosa faccio, bambolina?
Ti mando uno squillo e tu rispondi con il cellulare nuovo. Ti ho appena fatto la
ricarica, così dopo ci scattiamo le fotografie.
Aspetta che faccio il numero… Ecco, suona suona… No, non suona. Colombella, che
cos’hai combinato? L’hai spento? Perché hai spento il cellulare che ti ho detto
che devi lasciarlo sempre acceso, sempre, anche di notte? Non devi spegnerlo!
Mai! E se ti succede qualcosa? E se io ho bisogno di sentirti con urgenza? Mi
fai impazzire quando ti comporti così! Io faccio il possibile per insegnarti a
comportarti bene e tu…
Non farmi penare. Lo sai quanto soffre lo zio quando gli fai i dispetti. Dopo si
arrabbia, se lo fai penare. Che cosa ti dice sempre, lo zio? Tu sei la mia
colombella, tu sei mia e solo mia, tu devi pensare solo a me, perché solo io ti
voglio bene.
Io e la tua mamma. Anche lei si preoccupa di te, è vero, ma solo io ti faccio i
regali, lo sai.
Corri subito qui! Vieni a giocare alla mamma e alla bambina! Smettila di fare i
capricci! Altrimenti mi arrabbio! Lo sai che mi arrabbio! E se mi arrabbio…
Uhmmm… mi si allungano le unghie… Uhmmm… i denti mi si sfregano da soli… Uhmmm…
mi viene la bava alla bocca… Uhmmm… mi cresce un pelo lungo… Uhmmm… gli occhi mi
si fanno rossi… Uhmmm… la voce si fa scura…
Dove sei, colombella? Fatti trovare e lo vedi che cosa ti faccio!
Lo vuoi sapere che cosa ti faccio?
No! No! No! No! No! Non mi piace punirti! Dopo mi sento triste! Perché ti
comporti così? Perché fai la cattiva? Non devi! Se fai la cattiva viene il lupo
e ti mangia!
Oh, che cosa mi tocca farti adesso!... Non volevo, ma devo devo devo… non
dipende da me… ci sono cose che non spetta a me decidere se farle o no, cose che
bisogna fare perché… perché…
Giù stesa sul letto! A pancia sotto! Smettila di singhiozzare! Devi imparare a
fare la brava bambina! Ma guarda che meraviglia di bambolina questa bambina con
il sederino fuori. Ti piace, così? E così? No? Non ti piace? Piangi? Dovevi
pensarci prima! Devi essere gentile! Sempre! Fare come dico io! Se no il lupo ti
mangia! Ahhgrrr! E allora piango anch’io! Perché ti voglio bene, colombella! Ti
voglio tanto bene che mi sento morire se tu… se tu… oh, piccola mia, quanto ti
amo, quanto, quanto… ooohhh… così… così…
Ninna nanna ninna o
questa bimba a chi la do
me la tengo sol per me
che più bella non ce n’è.
Verginella 3
La vecchia è andata a parlare con il prete. Se il prete gira la testa e mi
fissa… mi alzo e scappo. No, la vecchia se ne va. Il prete anche. Non si è
accorto di me. Sono fortunata. I preti fanno sempre le domande.
Un giorno la mamma gli dice che non mi manda più a catechismo perché a una
bambina non si fanno certe domande.
Lui mi tira da parte, divento rossa, che vergogna! Se vuoi confidarti, vieni in
confessione, sarà un segreto tra noi due, lo sai che i segreti della confessione
non posso dirli a nessuno.
Io non vado a confessarmi. Non ne ho di peccati da confessare. Io non ne faccio,
di peccati. Sono una bambina brava.
Bambolina bambolina bambolina… colombella dello zio…
Lo zio ha sempre barzellette da raccontare. Io e la mamma ridiamo. Andiamo al
cinema e lo zio sta in mezzo. Mi porta a vedere i film di paura. Se mi spavento,
mi stringe le mani. Anche la mamma si spaventa e si stringe a lui, ma lui dice
che gli fa caldo.
Ci porta anche al ristorante. Ci mettiamo eleganti. Io mi annoio, preferisco il
cinema, oppure quando facciamo gite sull’automobile con lo stereo.
Sei contenta, bambolina? Sei contenta, vero? Vero che sei contenta?
Sì, zio. Mi batte forte il cuore, da tanto che sono contenta.
Rocco 2
Senti il cuore come batte. Mi fai mancare il fiato. Mi fai morire, colombella.
Vieni a fare le coccole alla mammina. Vieni a darmi un bacio. Di quelli profondi
che ci piacciono tanto.
Sai che cosa voglio? Che tu mi spii nella testa per renderti conto di quanto
meraviglioso è il bene che ci vogliamo.
Colombella verginella, bambolina di bambina, la bambina bambolina, verginella
colombella, la più bella, la piccina, la mia bella bambolina…
Ti metti a ridere quando mi vedi vestito così. È per questo che ti sei nascosta?
Perché, se ti vedo ridere, mi arrabbio?
Quanta pazienza ci vuole con te! Meno male che ti voglio bene, perché di
pazienza ce ne vuole tanta e ogni tanto la perdo. Eh, sì che la perdo!
Ero così contento di portarti la collanina e tu… vuoi uscire dal tuo fottuto
nascondiglio?
Ora mi svesto. Contenta? Via la parrucca. Via il vestito. Hai vinto tu, come
sempre. Ti pare giusto che devo dartele tutte vinte? Di me non t’importa proprio
niente?
Ma che cosa dico, che cosa dico… Tu mi vuoi bene e io lo so, non devo dire certe
cose.
Adesso, però, vieni fuori che facciamo un altro gioco. Ti va quello di papà e
bambina? Scommetto che ridi perché sono in mutande. Adesso che ci penso… Sai una
cosa, colombella? In questi giorni ti ho sentita ridere poco. Qualcosa non va?
Hai anche tu i pensieri, piccolina?
Ma no, che non ne hai, di pensieri. Tu vuoi i regali e basta, tutto il resto non
conta.
Guarda che la collanina se non vieni subito la riporto indietro! Capace anche di
regalarla alla prima bambina che incontro per strada. Capace che la massacro a
martellate la tua bella collanina con i cuoricini di brillanti.
Io a volte la testa… troppo piena troppo piena… ah, la testa, che cosa… troppo
piena… pensieri che ci rimbalzano dentro come pallottole… e qui… il cuore dio
come batte!... che mi scoppia e ci picchio i pugni tanto mi scoppia.
Tu mi fai diventare matto.
Farmi fare giochi che umiliano.
Ma lo sai quanti anni ho?
E mettermi a fare queste cose?
Che se qualcuno mi vede mi fa ricoverare?
Non lo so per quanto si può andare avanti così, proprio non lo so. Prima o poi
scoppi anche tu, scoppia la casa, scoppia tutto.
Io li brucio, i vestiti da femmina. Brucio anche te, se non la smetti di fare i
capricci. Credi che non ne sono capace? Non sono una femminuccia, io!
Verginella, così non va. Sei piena di vizi. Hai bisogno di educazione. Tu, senza
più il tuo papà, cresci male. Per fortuna ci sono io. Una puttanella diventi, se
manco io.
Guardati lì, sulla strada… con i maiali che ti fissano… Cammini così, colombella
verginella puttanella. Così cammini! Guarda come cammini! Come una troietta!
E loro, i maiali, danno fuori di matto.
Vieni a fare un giro con me, bambina!
Vieni che ti piace quello che ti faccio!
Va’ via, maiale.
La mia verginella è mia.
Pura e innocente come un giglio.
Ehi, balordo, gira al largo!
La vedi questa, maiale? Ti sparo in mezzo alle gambe, e dopo in bocca, o tra gli
occhi.
Sì che ne sono capace!
Sono capace di tutto, io! Di ammazzarvi tutti quanti se solo osate toccarla con
un dito.
Colombella verginella, puttanella bambolina, bambolina di bambina, la bambina
puttanella, verginella colombella…
E voi che cosa volete? Mi arrestate? Di che cosa sono accusato? Io che cosa
avrei fatto, io? O è uno scherzo o state prendendo una cantonata. Non si
calunnia una brava persona. Fatemi chiamare l’avvocato, che ve la racconto io la
storia giusta.
Qui, se c’è uno che ha subito abusi, quello sono io.
Verginella 4
Sogno che la mamma è in un sotterraneo pieno di topi e i topi se la mangiano. Lo
zio invece è dentro una bara con i vermi che gli escono dalla bocca.
Urlo e mi sveglio sudata. La signorina dell’istituto fa finta di consolarmi e mi
porta una camomilla. Sa proprio di schifo, la camomilla dell’istituto. La prendo
e la rovescio sul pavimento.
Non è vero. La bevo. La bevo perché se faccio la cattiva mi chiudono nello
stanzino con gli scarafaggi.
Ho sonno, signorina, va’ via, lasciami dormire.
Neanche questo è vero. Io non dormo mai. Se dormo, ho gli incubi.
Se sto sveglia, lui viene e mi mangia. Se dormo, mi porta via nel sonno. Me ne
sto lì immobile nel letto. Chiudo gli occhi. Non ascolto quello che dice. Non ci
penso. Ripasso le tabelline.
Lo zio entra per darmi la buonanotte e si ferma sotto le coperte. Mi dice che
aspetta fino a quando mi addormento. Ma io non dormo. Chiudo gli occhi e non
dormo mai.
Uno per uno uno, uno per due due, uno per tre tre… sei per sei trentasette, sei
per otto quarantuno… nove per cinque otto e dieci, nove per sei cinquecento…
Ricomincio da capo.
Uno per uno uno, uno per due due, uno per tre tre…
Dopo un po’ mi confondo e mi viene da piangere, allora mi canto la ninna nanna.
Ninna na ninna no
cosa sogno non lo so
sogno un prato con i fiori
sogno amore dentro i cuori
ninna na ninna no
la bambina dorme un po’
ma la sveglia un diavoletto
butta in aria tutto il letto
ninna na ninna no.
Mentre canto mi dondolo. Uno due, uno due… Come farmi una carezza.
Dormi, bambolina, dormi.
Non posso, nel sonno c’è il lupo. Se apro gli occhi, lo vedo. Allora tengo gli
occhi chiusi, ma non dormo. Poi, però, di giorno sono strana. Sento le voci
delle persone come dentro una caverna e se qualcuno mi tocca strillo e tiro
calci.
Mi siedo dove non c’è nessuno e sto lì ferma. Come un sasso. Se ho voglia,
disegno.
Però nessuno mi deve dire: fa’ un disegno. Se no straccio il foglio. E quella
che cos’è? Una scatola di matite colorate? Le spezzo una per una. Non lo sa, la
signorina, che i disegni belli si fanno solo con il nero?
La signorina non capisce niente. Mi fa rabbia perché non si arrabbia mai. La
mamma e lo zio si arrabbiano. Se uno non si arrabbia, non gliene importa proprio
niente degli altri.
Solo io non devo arrabbiarmi.
Nella casa istituto ci sono bambini da mettere in prigione, tanto sono cattivi.
Ce n’è uno che mi strappa i capelli. Ma io non piango. Non gli faccio nemmeno
vedere che ho paura, tanto non ne ho proprio. Mi strappa i capelli e io lo fisso
per vedere fino a quando me li strappa. Ho tantissimi capelli. Lo zio mi dice
che si possono fare cinque parrucche, con i miei capelli. Non li devo tagliare e
nemmeno raccogliere in una treccia. Peccato, mi piace la treccia.
Faccio un dispetto alla signorina. Mi taglio i capelli. Vediamo se si arrabbia,
dopo.
Me li taglio me li taglio me li taglio i capelli tutti li taglio mi taglio tutti
i capelli.
Perché li hai tagliati, che erano tanto belli?
Per diventare brutta come i bambini che ci sono qui.
Sono uguali a quelli del mio condominio. La mamma non mi lascia giocare con
loro. Parlano sporco, sono sempre sudati, gridano.
Io li spio dalla finestra, ma non mi viene neanche voglia di andare a giocare.
Preferisco guardare la televisione.
Alla casa istituto continuano a dirmi di lavarmi e di cambiarmi la biancheria.
Quando la signorina fa la lotta per levarmi i vestiti... la graffio sulla
faccia, le mordo la mano.
Va’ via, non voglio spogliarmi!
Sei cattiva!
Non è vero!
Sei cattiva!
Non è vero!
Lo zio dice sempre che sono una bambina buona.
La signorina mi fissa rossa in faccia. L’ho graffiata. Le ho morso la mano.
Adesso mi picchia. Non si arrabbia e non mi picchia. Chissà come fa a resistere.
Io però lo so che dentro di sé mi odia.
Tutti mi odiano. Se anche uno non mi odia io voglio che mi odia e dopo lui mi
odia.
Non sto seduta a tavola con gli altri che sporcano la tovaglia e fanno le
briciole sul pavimento. Mi nascondo in cucina, rubo. Ma chi c’è di là? Le
signorine? Che cosa si dicono?
Le signorine parlano a voce bassa. Si scambiano segreti.
La mamma e lo zio in prigione? Non è possibile. Loro sono bravi. In prigione? Io
non ci credo. Nessuno può mettere la mamma e lo zio in prigione. Perché devono
mettere la mamma e lo zio in prigione? È per colpa mia? Per questo mi hanno
rinchiusa qui?
Ti prego, Gesù, fa’ che la mamma e lo zio tornano a casa. Magari pensano che
sono io che non li voglio più. La mamma si arrabbia e lo zio si arrabbia più di
lei e io non voglio che lo zio pensa che sono stata io a mandarlo in prigione.
Poi si arrabbia con me.
Chiedimi qualunque cosa, Gesù, ma non fare arrabbiare lo zio.
Rossana 3
Non voglio essere compatita. Se ho sbagliato, datemi la giusta punizione. Così
ho insegnato a mia figlia. Tutti sbagliamo. E quando si sbaglia, si paga.
Pensate che le mie sono solo parole? Che sto recitando? Mi metto in ginocchio.
Chiedo perdono. Non so di che cosa, non ho fatto niente di male.
Mia colpa mia colpa mia grandissima colpa!
Dio sa tutto e tutto giudica e lui è con me.
In queste ore non ho fatto che pregare.
Ma quando la tempesta passa, io torno a testa alta tra la gente e grido: a mia
figlia ho voluto bene e le ho sacrificato la vita!
Che tutti sappiano, anche le serpi che ora sputano veleno.
Ma è difficile. Avrò la forza? Dio Gesù, aiutami tu. Penso alla mia bambina che
è come un angelo nel mio cuore e lei mi dà coraggio. Solo per lei se non mi
arrendo. Dove si trova, adesso? La trattano bene? Le ho sempre dato troppo
amore, chissà ora quanto soffre senza la mamma. Non è una crudeltà contro
natura? Separare la figlia dalla madre? Se mio cognato è responsabile di
qualcosa…. Qualcosa di orribile, dicono. Lui sempre così corretto, signorile,
moralmente irreprensibile. Se risulta che le ha fatto del male… il solo pensiero
mi ghiaccia il sangue nelle vene. Non è nemmeno da prendere in considerazione
una cosa tanto schifosa, da invocare la giustizia divina senza perdono.
Nessuna pietà per chi rovina gli innocenti.
Una macina al collo. E giù nell’inferno.
Verginella 5
Due per uno due, due per due quattro, due per tre sette, due per quattro nove,
due per cinque venti, due per sei sette otto nove, due per sette ottanta, due
per otto uno, due per nove sette, due per dieci zero…
Rossana 4
Mio marito? Un uomo come pochi. Attaccato alla famiglia. A me e alla bambina non
faceva mancare niente, e questa è la verità. In ginocchio, la dico. In
ginocchio, la verità. E possa diventare cieca e sorda!
Della bambina diceva che era la luce della sua vita. Guai a chi gliela toccava.
Sembrava tenerci più a lei che a me, e forse era proprio così, non per insinuare
cose brutte, ma si sa che gli uomini hanno in mente solo il sesso. Che Dio ce ne
liberi.
Quando rientrava, la bambina doveva correre da lui. Se la teneva in braccio che
io gli dicevo: lasciala andare, non vedi che non le piace starti sulle
ginocchia? Ma lui aveva un carattere che era meglio non dargli contro, e così mi
rassegnavo e la bambina anche.
A lei, però, non dispiacevano le sue attenzioni. Lui le faceva regali che non
c’era paragone con quello che regalava a me solo una volta all’anno, per
l’anniversario.
Quando mio marito muore che un disgraziato gli spara senza motivo, che cosa
scopro? Che in banca non c’è più un soldo.
Allora viene suo fratello e gli domando: Rocco, che storia è questa che in banca
non ci sono soldi?
Lui mi spiega che è tutta colpa del vizio del gioco e io mai, lo giuro, mai ho
saputo che mio marito si gioca il patrimonio alle carte. Allora provo a
impietosire mio cognato. Questa santa creatura io adesso come l’allevo che alla
mia età chi mi prende più a lavorare?
Lui mi mette tranquilla. Mi dice che l’affitto l’ha già pagato e mi ficca in
mano un po’ di soldi e mi dice che tutte le settimane me ne dà da viverci bene,
io e la bambina.
Ecco, questa è la verità.
E adesso voi mi dite che avete le prove per incriminarlo? Che in casa nostra è
venuto solo per…?
E che cosa… che cosa sospettate? Che io… sua complice?
Ma io… io come facevo a sapere che il bastardo è una serpe velenosa? Dovete
mandarlo sulla sedia elettrica, allora!
Oh, Dio, il mio cuore. Questa storia mi uccide. Se penso che gli lasciavo andare
la bambina nel letto, quando si fermava a dormire da noi, perché ormai era uno
di famiglia… e non faceva così anche mio marito che mi mandava a messa da sola
perché diceva che la bambina era stanca e voleva stare nel lettone con il suo
papà?
Verginella 6
La vecchia parla di me con la sua vicina. Vecchia rognosa, vecchia schifosa. Se
non si fa gli affari suoi, la graffio come ho fatto con la signorina.
Viene qui viene qui viene qui! Io non la guardo in faccia non la guardo in
faccia.
Come mai sei qui da sola, bambina?
La mamma sta facendo la spesa e io prego per il mio fratellino che è in
ospedale.
Che cos’ha il tuo fratellino?
Deve essere operato al cervello.
Oh, Signore! Fagli tanti auguri.
Vecchia strega. Va’ via. Puzzi. Non voglio che ti interessi a me. Sei sporca e
hai fatto tanti peccati. Andrai all’inferno. Nessuno ti vuole bene. Nessuno
vuole starti vicino.
Faccio bene a mandarla via, vero, Gesù?
Tu sai perché sono scappata dall’istituto, ma lei e gli altri… loro vogliono
rimproverarmi e chiudere anche me in prigione.
In prigione no, Gesù.
In prigione no.
Rocco 3
Non dovevi farmi questo. Scappare via così. Che cosa hai raccontato ai
poliziotti che ti hanno fatto le domande? Niente, vero? Tu mi vuoi bene, non
vuoi che mi tengano in prigione. Ma non dovevi scappare dall’istituto, angelo
mio. Avevo già organizzato tutto. Veniva a prenderti l’amico mio, quello che ti
è simpatico, ricordi quando siamo andati al mare insieme? Ricordi come ci siamo
divertiti? Se in questo momento stai pensando a me, ascolta bene quello che ti
dico. Non raccontare dei giochi che facevamo. Questa è gente cattiva. Ti vuole
tenere per sempre nell’istituto.
Io sono qui, e mi preoccupo per te. Ho detto al mio avvocato di telefonare al
mio amico, e lui lo dice agli altri amici che prima o poi ti trovano.
Non sono uno stupido. So cavarmela, io.
Tutti pensano che me la faccio sotto.
Ma gliela faccio vedere io chi la spunta, alla fine.
Che bello se tu fossi qui con me! Mi sentirei più tranquillo, perché non è di me
che mi preoccupo, ma di te che sei ingenua e qualcuno può farti del male, se non
ti trovano i miei amici. Loro ti mettono in salvo. Anche loro ti vogliono bene.
Fa’ tutto quello che ti dicono di fare.
Ai bastardi ci penso io.
Bastardi, avete visto che cosa avete combinato?
L’avete fatta scappare.
Adesso è in giro da sola.
È colpa vostra se la bambina fa brutti incontri.
Se le succede qualcosa, ce l’avete sulla coscienza!
Verginella 7
Quando scappo dall’istituto, il cuore mi batte tanto forte che ho paura che mi
scoppia.
Con i soldi che ho rubato dal cassetto prendo la metropolitana. Lì è sempre
pieno di gente e nessuno fa caso a una bambina.
Voglio andare in prigione. So bene che non fanno entrare le bambine. Voglio
vedere com’è fatta e se è vero che fa paura solo a guardarla. Nella
metropolitana non c’è scritto dove sta la prigione. Se chiedo a qualcuno, poi si
mette a fare domande.
Sono stanca. Non posso andare avanti e indietro sulla metropolitana. Mi gira la
testa. Cammino per strada, ma non so dove andare. Sono tanto stanca. Mi riposo
sulla panchina. C’è solo un vecchio. Viene a sedersi vicino. È un rompiscatole,
voglio mandarlo via. Ma sono troppo stanca.
Si mette a parlare dei piccioni che muoiono. Dice che nel mangime c’è il veleno.
A me i piccioni non piacciono, sporcano dappertutto, però non glielo dico.
Morire di veleno non è una cosa bella. L’ho provato con le pillole e sono stata
male tre giorni, sempre a vomitare. Adesso si mette a raccontare dei gatti. Alla
sera gli porta uno scartoccio di avanzi.
Mi chiamo Mario. E tu?
Non gli dico il mio nome.
Non mi dà fastidio. Non fa domande. Va a prendere due bibite. Mi fa anche
ridere. Mario, vado un poco in chiesa a pregare Gesù. Aspettami qui.
Adesso è qui fuori che mi aspetta.
Rocco 4
Calma calma calma. Vediamo di ragionare. Di che cosa mi sospettate? Di avere
fatto le porcherie con la bambina? Lei che è come figlia mia? Non solo ha perso
il padre, ma non ha mai avuto una madre, la poveretta. Lo so bene, io, che in
quella famiglia ci ho messo l’anima e anche il portafogli.
Il mio povero fratello mi raccontava cose da far rizzare i capelli, della
disgraziata che aveva sposato e che gli ha rovinato la vita. Fa la santa donna,
la puttana. Lo sapete a che età ha venduto per la prima volta la bambina? Che
non aveva ancora sette anni. Quando il mio povero fratello l’ha scoperto, l’ha
riempita di botte. Si è messa a urlare così forte che i vicini hanno chiamato i
carabinieri e si è fatto sei mesi di galera, lui che voleva solo difendere la
figlia. Così va il mondo.
Quante ne passa la povera bambolina!
Tutti i giorni vecchi schifosi le saltano addosso e chi la prende davanti e chi
di dietro e chi in bocca e lei tutta nuda… così magra, così fatta di niente…
povera figlia, che non ci è neanche diventata ricca, mia cognata, quattro soldi
e spesso gratis, solo per il piacere di farsi fare anche lei dai vecchi bavosi…
e come faccio a sapere queste cose? Uno le sa, uno le immagina… e certe cose che
si immaginano sono più vere di quelle reali e invece le cose che fai a volte
pensi di averle solo immaginate. Ci passano altre bambine, in casa. Quando io
non ci sono, beninteso. Una tratta di innocenti che subiscono cose… cose che… mi
viene l’affanno, a pensarci. Sconcezze da morirne, e questo lo so perché uno le
cose le sa, uno le immagina. Che cosa doveva fare l’anima innocente della
bambolina che non poteva scappare? Poi magari le piaceva anche, si sa come sono
troie le donne, e non c’è età che tenga, nascono già così, me lo diceva mio
fratello, lui di queste cose se ne intendeva, io no, ma la mia piccolina era
certo la più innocente, una verginella come è adesso.
Verginella colombella, bambolina di bambina…
Io non giudico. Penso solo alla bambina. Aveva bisogno di qualcuno che le stava
vicino. Quando mi fissava con gli occhioni lucidi… Aiutami, zio, che io non ne
posso più.
E io l’ho aiutata.
Verginella 8
Caro Gesù, perché non mettono in prigione anche me, insieme alla mamma e allo
zio?
Magari non proprio insieme. In una cella vicina, così posso vederli. Loro vedono
me, sanno che faccio la brava, e non si arrabbiano.
È vero che da quella prigione non scappa mai nessuno? E se lo zio, invece,
riesce a scappare? Lui è bravo a fare di tutto. Non si è mai fatto imbrogliare
da nessuno. Me lo dice sempre, che la vita è dei furbi e che bisogna prendere le
occasioni al volo. Lo zio parla parla parla… Devo fare finta di ascoltarlo.
Parla due ore di fila. Quando è triste, gli do un bacetto. Lui è contento e non
mi sgrida. Devo fare come dice lui, se no dopo nessuno lo calma e bisogna
nascondersi.
Caro Gesù, forse è meglio se lo zio non scappa. Non mi trova a casa, non mi
trova all’istituto e si preoccupa.
Caro Gesù, la mamma mi pensa? Ha chiesto di me alla guardia? Chissà come si è
arrabbiata quando le hanno detto che mi hanno messa in un istituto! Non vuole
che gli altri si occupano di me, è gelosa perché mi vuole troppo bene.
Infatti, mi regala le mutandine con il pizzo che costano un mucchio di soldi.
No, mamma, lascia stare, costano troppo.
Piacciono tanto allo zio e la mamma vuole farlo contento. Lo abbraccia stretto,
ma lui dice di non metterlo in imbarazzo, che non vuole ringraziamenti, solo che
siamo felici.
Caro Gesù, vedi il braccialetto? Me l’ha regalato a dieci anni. Per Natale mi ha
preso gli orecchini con i diamanti, che piacciono tanto anche alla mamma.
Puoi metterli, mamma, puoi metterli quando vuoi, a me non importa. Lo zio si è
arrabbiato. La roba tua è solo tua! Guai se non ho gli orecchini, quando viene a
trovarmi.
Tutte le volte che viene a trovarmi porta un regalo e la mamma gli dice: ancora
regali? ma è troppo!
Però si vede che è contenta.
Una volta ha portato un televisore. Il nostro si era guastato. Per la mamma
quello è stato il regalo più bello. Ha dato un bacio sulla bocca allo zio. Lo
zio ha detto: e alla nostra piccolina nessuno dà un bacio?
Ha baciato anche me nella bocca.
E adesso? Meno male che Gesù mi ha mandato il signor Mario.
Rossana 5
Testarda, sempre pronta a disobbedire, a combinare disastri. E se finisce sotto
un’automobile? Capacissima di buttarsi da un ponte solo per farmi dispetto. Non
le ho sempre voluto bene? Ma lei non mi ha mai ricambiata. Mi odia… mi accusa
di…. di infamità che solo a sentirne parlare mi si rivolta lo stomaco. Ma chi le
mette in bocca certe parole? Di sicuro non se le è inventate da sola. Lo so io
chi la manovra. Un diavolo, uno che si è approfittato della mia buona fede.
Testarda. Solo vizi e capricci. E guarda in che pasticcio mi ficca.
Leggo il comunicato del mio avvocato.
La mia assistita è stata rilasciata e in via cautelare si trova agli arresti
domiciliari. Proclamandosi innocente e vittima, la sua unica ansia è per la
figlia di età minore che al momento è irreperibile. La mia assistita mi ha
chiesto di organizzare la conferenza stampa per lanciare un appello affinché la
bambina venga ritrovata al più presto.
Sette spade nel cuore, una dopo l’altra. Peggio che la morte. È solo una
bambina. L’ho cresciuta lontana dalle sozzerie del mondo. Una sera… Cappuccetto
Rosso è la sua fiaba preferita… una sera mi domanda: mamma, anch’io incontro il
lupo cattivo? No, bambina, no. Io vigilo su di te. Nessuno può farti del male.
Ma ora è sola. Il lupo cattivo è in agguato.
Rivolgo un appello a tutte le persone di cuore e di buona volontà. Guardatevi
intorno. Se vedete una bambina che si aggira spaurita… avvisate me, la polizia,
le televisioni, le guardie municipali…
Smentisco in modo categorico di avere già firmato il contratto per la
partecipazione a un reality. Il mio avvocato lo sta solo perfezionando. Un
momento, prego… se fate le domande tutti insieme, vado in confusione. Come dice?
Sì, è vero. Partecipo alla trasmissione domenicale, ma solo per non lasciare
niente di intentato.
Grazie, grazie a tutti.
Tornate pure quando volete.
Verginella 9
La mia casa non è grande. Non abbiamo nemmeno una camera per gli ospiti. Per
questo lo zio dorme con me nel mio letto.
Zio, così finisce che cado giù.
E tu non spostarti sempre più in là.
Lui mi viene vicino vicino, ma proprio vicino.
Chiudo gli occhi. Sto ferma. Ripeto le tabelline. Lo zio è buono, non mi fa
tanto male. Se sono buona con lui, lui è buono con me e con la mamma.
Però è troppo vicino, troppo troppo.
Che cosa c’è, piccolina?
Niente, solo un po’ di mal di pancia.
Fammi vedere. Un bacetto e tutto passa.
Quando è via, telefona due volte al giorno, a volte anche tre.
Gli dico che alla televisione vedo tanti incidenti e che deve stare attento, mi
sembra sempre di vedere la sua macchina bruciare con dentro lui che forse è
morto.
Una volta si è arrabbiato da fare paura. Sono scoppiata a piangere. Mi ha
portata al luna park. Si è sganciata la cintura di sicurezza. Quasi quasi volavo
giù. Mi ha afferrata stretta stretta. Gli è venuto da piangere e dopo in
macchina mi ha baciata dappertutto.
Rocco 5
Volete la verità? Nuda e cruda? Qui la dico e qui la nego. E scusate se mi trema
la voce. Ricordare fa male all’anima. Mio fratello un bastardo. Adesso posso
dirlo perché non c’è più. Prima, una parola sbagliata ed erano pugni.
Quando diventi un uomo? Vieni qua che t’insegno a diventare un uomo. Difenditi,
no? Tirami un pugno. Ti devo spaccare le ossa per impararti a difenderti?
Giorno e notte mi stava addosso. Non devo pensarci. Non devo pensarci più. Mi
prende l’ansia, non respiro… Ma non riesco a non pensarci.
Un giorno mi propone un affare. Io stupido ci sto. È una fregatura. Perdo un
mucchio di soldi, non sono nemmeno soldi miei. Devo recuperarli, altrimenti mi
ammazzano. Ne parlo con Rossana. È da un anno che siamo amanti. Io non volevo,
ha fatto tutto lei. Mio fratello sospetta, lo so, e io ho paura. Forse proprio
per questo mi ha imbrogliato, così gli altri mi ammazzano. Lei mi dice: i tuoi
soldi lo so io dove sono, in una valigia in cantina, perché non si fida a
metterli in banca, te li porto su io, però in cambio me lo devi ammazzare. Così
mi dice. Me lo devi ammazzare, se no ci ammazza lui a noi. Mi dice così, e io
che altro posso fare? Lui mi mette in mano la pistola per insegnarmi a essere un
uomo vero.
Tieni alta la pistola, finocchio. Hai paura anche di tenere un’arma in mano?
E io gli sparo.
Chiudo il conto in banca, faccio stendere un testamento falso che lascia a me la
casa e le altre proprietà. A Rossana dico che se non le va bene ammazzo pure
lei.
Rocco, tu sei fuori di testa, tu non ragioni più!
Ti ammazzo anche te, giuro che ti ammazzo!
Le faccio paura. Se mi guardo allo specchio, mi faccio paura da solo. Nella
testa ho voci che gridano.
Tu fai come dico io se no ti ammazzo!
Ti ammazzo anche te, giuro che ti ammazzo!
Se non fai come dico io ti ammazzo!
E lei se ne sta zitta. Zitta anche quando… io la bambina già la tenevo d’occhio,
ci avevo una certa simpatia. Lo sapevo che quel porco di mio fratello… e mi sono
detto: meglio così, è già abituata, non le faccio nemmeno male.
Qui lo dico e qui lo nego.
L’unica cosa certa è che senza di me la famiglia faceva la fame. Lei una troia
che se la spassa con il cognato dopo che si è scopata perfino un nipote di
neanche sedici anni che poi si è carbonizzato in auto. Lui un infame che truffa
il suo proprio fratello. E che fa cose con la figlia, una bambolina… una
bambolina che così bellina… dovevo salvarla da lui, dovevo!
Io ci tengo alla famiglia. La prima cosa che ci vuole è la serietà di
comportamento. Bisogna portarsi rispetto. E uno difende l’altro, non si fa la
spia. Se no che famiglia è? Non si va a raccontare agli estranei le cose nostre.
Sono momenti brutti, ma ne veniamo fuori. Basta che si resta uniti. Se la
famiglia resta unita, nessuno può farle del male.
Che prove ci sono? La bambina ha subito abusi? Ma scherziamo? E dove sono le
prove?
I bambini si sa che inventano.
Io un pervertito? Ho solo sentito il dovere di fare da padre a una bambina
disgraziata.
Verginella 10
Caro Gesù, aiutami.
Non so che cosa fare.
Senza la mamma e lo zio mi sembra che non sono più capace di vivere.
Quando sono triste, lo zio mi fa il solletico e ride per farmi ridere.
La mia verginella bella bella.
Mi piace quando mi chiama così e mi fa il solletico.
Solo che dopo mi viene da vomitare.
Adesso vado.
Gesù, io ho detto la mia preghiera, tu pensa a quello che puoi fare per me.
Questa notte dormo a casa del signor Mario. È tanto gentile.
Ma domani che cosa faccio? Non lo so proprio che cosa faccio domani.
Magari il signor Mario mi tiene con lui e diventa il mio nuovo zio.
Non ho proprio voglia di pensarci.
Mi sento stanca, anche se non ho fatto niente di faticoso.
Mi va di dormire, ma non per una notte soltanto. Dormire per tutte le notti e
per tutti i giorni. Dormire per tutte le ore e per tutti i minuti.
Ninna na ninna no
bambolina dormi un po’
ma ti sveglia un diavoletto
butta in aria tutto il letto
ninna na ninna no.