TRASHMAN

di

MICHELE LEPORE e PASQUALE STANZIALE


Un presentatore televisivo fatuo ed aggressivo

PRESENTATORE TV — "Signore e signori buongiorno, Canale 58 è con voi per divertirvi, aiutarvi e sollecitarvi. È lunedì e sono le 6 del mattino, la temperatura è di 20 gradi, il tempo è buono ed il dollaro sale, sale... e la lira è irresistibilmente attratta verso l'alto... avete tutte le chance per essere felici... ottimismo!
Io non avrei voluto vivere in un'epoca diversa, la nostra è un'epoca, diciamocelo, interessante, diciamocelo francamente, stimolante, concupiscente, sensuale, liberale... tutto per i nostri bisogni! Consumate e sarete felici, comprate, comprate; il mondo è vostro se siete in grado di emettere assegni coperti... e poi, poi... voi avete quella cosa segreta... talvolta inquieta... talvolta sognante... si, quella cosa... che si chiama... "anima".
Ognuno di voi possiede ...un'anima. E sapete oggi cosa vi propone Canale 58?... Tenetevi forte, amici... canale 58 vi propone, evviva... la sponsorizzazione della vostra anima. Sì, avete sentito bene. Proprio così.
La vostra anima... ognuno di voi possiede un'anima e allora, e allora scrivete... scrivete alla Production Corporation ...così potrete far esplodere la vostra anima a nostre spese... Spettacolo, spettacolo ci vuole... la vostra anima può diventare il più grande spettacolo del mondo sulle onde di Canale 58... Scrivete, scrivete al resto penseremo noi, su, su...".

L'ombra che attraversa la scena si materializza in un uomo eccessivamente grasso quando viene investito dalla luce proveniente dal frigo che ha aperto.
Con in mano un mazzo d'insalata e con una birra, presa dal frigo, nell'altra, avanza al centro della scena.
La sola luce è quella che viene dal frigo che ha dimenticato aperto, lì notte profonda. L'uomo, a intervalli, morde l'insalata e beve.


UOMO — "È il silenzio... soprattutto. E poi la notte... e questo odore : scorre nell'aria e il buio fuori - immobile.
La luna ha un colore amaro e tutti dormono... Uscire dal letto e gare in ascolto del respiro che viene dagli angoli della casa - un brulichio sotterraneo... un crepitio, un pulsare continuo di vita che di giorno in giorno aumenta... si dilata... lungo le pareti (un fascio di luce illumina la parete e vediamo viscidi animaletti che si arrampicano) ...per tutto il pavimento (c.s.) ...ovunque.
All'inizio fu una tragedia... mia moglie... le bimbe... urla... spaventi...pianti... passavo il giorno a schiacciarli erano piccoli... piccoli scarafaggi schifosi. Con la scopa... con la pala... ne ho fatti fuori a bizzeffe... poi non ce la feci più... diventavano sempre più numerosi più grossi... alcuno lo feci fuori col fucile da caccia... poi... niente... mi arresi.
Poi è stata solo una questione d'abitudine... almeno per me. Ora conviviamo e... non mi lamento. Mia moglie non ne volle sapere di quella convivenza... niente da fare o cacciavo via gli scarafaggi o se ne sarebbe andata via lei... e le bimbe. Se ne andò lei... e le bimbe.
Quanto tempo fa? Non ne ho la più pallida idea. So solo che da ora cominciai ad ingrassare. A vista d'occhio. Mia moglie si spaventò quando mi vide... la sola volta da quando mi lasciò. Come mi guardò! Che occhi? Cosa c'era dentro quegli occhi!
Orrore. Si... era orrore. Di me. Storceva anche il naso... aveva quegli occhi pieni di orrore e storceva il naso... stavamo nella piazza del mercato e c'era tutta quella gente, qui non era voluta venire... per carità... forse dovevamo dirci qualcosa a proposito delle bambine; ma ora stavamo là e lei non diceva nulla ed io nemmeno... c'erano solo quei suoi occhi e quel naso e quella bocca... così... e si vedeva lontano un miglio e voleva scappar via... E poi accadde quella cosa straordinaria... io volevo sentire dolore... un po’ di dolore almeno e non sentivo niente. Niente sentivo... guardavo... c'era frutta buttata via... pesche... pere... albicocche... verdura. Fui attratto da tutta quella roba... la guardavo... la fissavo e non vedevo l'ora che mia moglie se ne andasse... e appena se ne andò... mi riempii le tasche... la camicia di quella roba e corsi qui e conciai a divorare tutto... tutto... e da allora tutto quello che mi capita sotto gli occhi di commestibile devo divorarlo. I vicini di casa... sono un benefattore per loro... ogni sera vengono con i loro avanzi... sacchetti colmi di tutto ciò che non hanno consumato e li depongono davanti alla porta. Volevano pagarmi all'inizio: per carità... il mio... come dire..è un ideale.. è... pura filantropia.
Così ingrasso... ogni giorno. Ma non mi preoccupo. Del resto oggi tutti... non si fa che ingrassare. Non c'è uomo che non abbia qualcosa di grasso. È l'epoca. Dovunque ti giri vedi uomini con cervelli grassi, col cuore grasso... perfino l'anima è diventata grassa.
Il mondo va vissuto in funzione di crescita e del prodotto nazionale lordo. Viva l'homo sapiens, viva l'homo faber che ci hanno dato questo mondo... questa vita... il benessere che ci sommerge. Oh se solo potessi provare un po’ di dolore. Abbiamo assistito a guerre genocidi... gulag... Vietnam... Cambogia e abbiamo inorridito... finché non c'è stato un eccesso di orrore... che ha generato... indifferenza. Eh, il dolore! Un po’ di dolore... di quello buono... autentico ruspante... un dolore DOC, d'annata. Eh quel dolore di una volta... semplice... che ti cementava l'esistenza. Non c'è più.
Ora devi accontentarti di quello che ti passa la TV... un dolore di seconda mano... un dolore che diventa spettacolo di serie. Oh, un po’ di dolore vero per l'umanità.
Atlante si è stufato... si è rotto: non ce la fa più a tenerci su... siamo diventati troppo pesanti... la terra si è appesantita troppo... si è gonfiata... ha il cancro... scoppierà.
Ed io non ce la faccio più, sono troppo solo... solo.
Fra poco farà giorno e dovrò andare ai mercati generali... ci sono tutte quelle pesche fradice... quell'insalata... e poi i mercati rionali e i vicini con i loro sacchetti... è come una strada d'autunno... non fai in tempo a spazzarla che già è di nuovo tutta coperta di foglie... Sono stanco credetemi. Ho bisogno di aiuto, ho bisogno di voi... di quelli di voi che sono... gli intrusi della società... gli emarginati... i poeti... di tutti coloro che pur vestiti normalmente, rappresentano la natura... selvaggia... Perché sono solo a combattere questa causa solo... solo".

(Morde l'insalata, va per bere, ma la bottiglia è vuota)
UOMO- "Non va giù! Ci vuole un'altra birra". (Si dirige verso il frigo. Si volta. Al pubblico) "Comincio tutto una sera d'autunno... niente lasciava presagire"... (Si china a prendere una birra nel frigo, alzandosi chiude lo sportello con un calcio. Buio).

PRESENTATORE TV — "Eccoci, eccoci... noi abbiamo bisogno di voi... voi di noi. La domanda di sempre è questa: avete una vita interessante? Sì?
E allora scrivete o telefonate o usate il telefax... mandateci il vostro curriculum e noi vi manderemo in onda. Volete sapere cos'è una vita interessante?... Ma ve lo dico subito, una vita di sofferenze da cui siete usciti vincenti... perché noi vogliamo i vincenti... coloro che hanno raggiunto il successo... in ogni campo. Gli uomini di valore non ci interessano. Vogliamo uomini di successo. Scriveteci e noi produrremo la storia della vostra vita... La Production Corporation è la vostra TV... è lo specchio del vostro tempo, della vostra epoca... della nostra epoca... Telefonateci... scriveteci... mettetevi nelle nostre mani... noi siamo qui... per voi... vi aspettiamo".

Qualcuno è entrato. Spegne il televisore, va al frigo, prende una bottiglia, luce. Appare lo stesso uomo, solo che adesso è piuttosto magro e ben curato.
La stanza è la stessa che abbiamo visto all'inizio, ma adesso appare calda e accogliente, arredata con un certo gusto. L'uomo sta preparandosi un drink.

UOMO — "Vuoi bere qualcosa, cara"?

VOCE DI DONNA (f.c.) — "Sì, tesoro... un goccio solo".
(L'uomo prepara il drink e lo porta fuori scena. Rientra subito. Appare allegro, soddisfatto di sé e della vita. Si rivolge al pubblico) ' 'È mia moglie, me la invidiereste, se la conosceste.
Bella donna. Intelligente. Viva. Moderna. Siamo davvero contenti l'uno dell'altra. Tra queste mura si respira amore. A letto e anche fuori dal letto. Del resto non ci manca nulla. Ed è comprensiva poi, elastica... Potrebbe fare storie per il fatto che la sera me ne vado al circolo... invece niente... purché sia contento, dice...".

VOCE DI DONNA — "Ti dispiace, caro, portar via il sacchetto dei-Pi m mondizia, ora che esci?".

UOMO — "Certo che no, cara".
(L'uomo beve l'ultimo sorso del drink, prende il sacchetto dell'immondizia ed esce fischiettando).

PRESENTATORE TV — "Su, su, non ve la prendete... questa è la vostra musica. È la sigla della nuova trasmissione 'Casa dolce casa'... la trasmissione per voi, fatta da voi... che andrà in onda appena arriveranno le vostre lettere e le vostre telefonate. Di che si tratta? Curiosità legittima. Tra poco vi svelerò il segreto della trasmissione di cui tutta la stampa già parla. 'Casa dolce casa', dopo 'Una vita a colori' e 'Lo spettacolo dell'Anima', sarà la vostra trasmissione, l'ora della TV più interessante della settimana. Di che si tratta? Ecco: avete una casa originale? Avete organizzata la vostra vita casalinga in modo inconsueto e creativo? Avete una casa costruita fuori dai sistemi tradizionali: bene! Siete le persone che ci servono, la Production Corporation manderà in diretta la vostra casa, le vostre idee sul modo di arredarla e di viverla.
Oggi abbiamo bisogno di nuove idee, di nuove trovate.
Organizzazione e fantasia, ecco, e sarete dei nostri... dei nostri... 18 milioni di persone apprezzeranno le vostre idee...".

Rientra l'uomo. Il televisore si spegne. L'uomo va al frigo, lo apre, prende una birra e beve. Depone in un angolo il sacchetto dell'immondizia.

UOMO — "Cose da pazzi! Sono andato per buttar il sacchetto dell'immondizia in uno di quei bidoni, sapete, lungo la strada... Non c'era spazio... stracolmo... sacchetti... scatoloni... televisori rotti... porte d'armadi... verdure fradice... una montagna... che schifo! Una puzza! Stavo per gettare anche il mio sacchetto.
Alt. Un fischio... un vigile che esce dall'ombra... non ha detto niente... solo quel dito... (Muove il dito a tergicristallo) poi mi ha invitato a cercare un altro bidone... Ed io ne ho cercati di bidoni... tutta la sera... senza andare al circolo... Niente.
Tutti uguali... circondati da tonnellate di rifiuti e presso ad ognuno un vigile... gentile e... inesorabile.
Mah! Ci si pensa domani. Sono stanco... mi ci vuole un pò di riposo" (Passa davanti al frigo da un calcio allo sportello per chiuderlo) "Sto dannato sportello".

PRESENTATORE TV — "Io, sempre io — il vostro amico di Canale 58. Come va? Tutto bene? Tutto OK? — Tutto OK?. È normale ormai. Con Canale 58 la vita è nelle vostre mani. Ci hanno scritto in tanti... valanghe di lettere... tutti entusiasti delle nostre iniziative... delle nostre trasmissioni... la nostra TV è decollata e viaggia in alto, sempre più su... verso altissimi indici d'ascolto e questo grazie a voi... alle vostre anime... alle vostre vite... alle vostre case... le nostre trasmissioni accendono passioni e conflitti, amicizie e rancori proprio come la vita. Ma non vi stupite cari amici — Canale 58 è la vita, la vita che vi piace... e allora andiamo avanti... non ci si può fermare, bisogna produrre immagini, sensazioni... e allora e allora? Una nuova idea, una nuova proposta... Questa volta ci parlerete della vostra... donna. Avete certo una donna che ha lasciato un segno indelebile nella vostra vita: scriveteci. La vostra compagna è un tipo eccezionale? Scriveteci, telefonateci. Siete innamorati di una donna con doti al di fuori della norma? Si, e allora contattateci... il film del vostro amore si realizzerà su Canale 58. Aspettiamo le vostre proposte, le vostre testimonianze, le vostre idee... avanti, avanti...".


È trascorso del tempo. La stanza non ha più mobili. Solo un televisore, un fornello a gas, il frigo. Sacchetti d'ogni dimensione sono ammucchiati ovunque. L'uomo - ingrassato notevolmente- si alza dal letto, va al frigo, lo apre e ne prende un birra.
Come al solito il frigo rimane aperto e il fascio di luce che ne emana illumina la scena.


UOMO — "La vita continua — miserabile. Diretta dove tutto finisce. Odore notturno... la luna sparpagliata sugli alberi grida la sua angoscia ai poeti... i fantasmi vivono le loro spaventose esistenze nell'ombra... (accorgendosi del pubblicò) Scusate, ogni tanto parlo da solo... il reticolato della mia mente cede da qualche parte e vengono fuori delle stronzate... poesie... Come niente mi vengono delle poesie... fuori. Scusate... più vado avanti e più mi sento poeta... non posso farci niente. Poesie fatte di cicli azzurri e case nere... (recita)

le spoglie del mondo risuonano
nella mia mente le mie dita esplorano i viscidi fiori
della notte in attesa dell'alba e del vento
che spezzerà gli avanzi della vostra vita.

(II presentatore TV recita anche lui in sottofondo lo stesso testo poetico in modo fatuo)
PRESENTATORE TV — "Ma è bellissimo, strepitoso, strepitoso uao!"

UOMO — "Improvvisante. Un giorno improvvisamente mi accorsi di essere poeta. Precisamente il giorno in cui mi licenziai.
Andai là, un mattino e dissi: mi licenzio. È una parola che mi è sempre piaciuta: licenziarsi. Ha qualcosa di speciale questa parola... Ha qualcosa di decisivo e nello stesso tempo di apertura, di speranza... Mi licenzio... è come, non so,... un pezzo di cioccolato che ti si scioglie in bocca. La segreteria rise e disse che ero in vena di scherzare, come al solito.
Mi licenzio — dissi. Oggi. Ora. In questo preciso momento... mi considero licenziato.
'Ma... la pensione... non ha maturato ancora gli anni e poi dal mese prossimo c'è l'aumento di stipendio... Ci pensi, non faccia...'
Sono licenziato — dissi e uscii dall'ufficio. Semplicemente. Mica sbattei la porta dietro di me.
Appena... nel preciso momento che misi piede in strada... mi sentii poeta. Che sensazione, ragazzi. Quali orizzonti si aprirono. Indescrivibile. Roba che può masticare solo chi è poeta... e poeta o lo si è o non lo si è. Ma lo siamo tutti. Basta spogliarsi... nudi... come vermi. Basta andare là e dire... mi licenzio. Uscirete sul marciapiede e subito vi sentirete (recita)

come un albero
sotto un ciclo azzurro
con le braccia immerse
nello spazio infinito
e nel silenzio della notte
il ronzio della vostra testa
si muterà in ghirlande di sogni".

(Presentatore TV ripete in sottofondo il testo poetico).
PRESENTATORE TV — "Si, si, ci siamo, ci siamo...".

UOMO — "Licenziatevi. Diventate poeti. Ognuno di voi è poeta. Il poeta è sepolto dentro di voi. Scrostate la ruggine... le scaglie che l'hanno coperto. È difficile eh? Non ce la fate. Non credete che vi convenga eh? Comodità. Abbondanza. Divertimento. Perché vedere diverso da come vedono gli altri? Tutti insieme si sta caldi... nel morbido".

PRESENTATORE TV — "Ma cosa dice il poeta? Cosa dice? Ecco, dice:

si
vai avanti
con la tua
miserabile vita
su
insieme agli altri
dirigiti verso
la tua morte
qualunque..."

UOMO — "Cominciai a scrostare tutto il sudiciume che mi copriva. Mi strigliai come si fa con un cavallo — voglio essere un emarginato - gridavo durante l'operazione di lavaggio, sotto la doccia dei miei pensieri... sotto lo scroscio della mia libertà... voglio essere un intruso nella società... un selvaggio... Voglio essere... umano.
Che facilità ragazzi. Che esplosione di gioia dentro di me, quando mi scoprii così nuovo... vergine... pulito.

Pausa

Fu il giorno dopo, al mattino che cominciò tutto. Era appena l'alba scesi le scale fiducioso... col mio sacchetto... non grande... un semplice sacchetto... e quando aprii la porta di casa... quella fila di gente... lunga... in pigiama molti... in vestaglia... in ciabatte, spettinata... insonnolita... ognuno con il suo sacchetto d'immondizie... di ogni misura e colore... in fila per uno... e un vigile di lato che controllava. Mi misi in fila anch'io. Ubbidiente, in attesa. Potevo aspettare... era presto per l'ufficio. Ognuno, arrivato al bidone gettava il sacchetto e se ne tornava tranquillamente a casa. L'operazione, dopotutto era abbastanza rapida. Dopo dieci minuti mi precedevano soltanto cinque persone... poi quattro... tre due... Stop! Basta così. Il vigile annunziò che gli altri avrebbero dovuto attendere il camion che avrebbe vuotato il bidone. Guardai l'orologio... aspettai ancora un po’... poi uscii dalla fila... non avrei fatto in tempo per l'ufficio. Misi il sacchetto nel portabagagli e via.
Al ritorno, svoltando nella mia strada... che spettacolo... una marea di gente... casalinghe... pensionati... bambini... che bivaccavano... il bidone stava lì... pieno... come l'avevo lasciato al mattino... Il camion non era arrivato. Pare che durante la giornata ci siano stati tafferugli con qualcuno finito in ospedale.
Poi ci fu il telegiornale. Il sindaco... tutto incravattato... con semisorriso incoraggiante... avvisò noi cittadini — cari miei concittadini, per l'esattezza — che per il momento non era possibile smaltire tutti i rifiuti della città e pertanto era costretto ad emettere l'ordine di trattenere i rifiuti in casa... per qualche giorno.
Così cominciò... da quel primo sacchetto. Poi ne seguirono altri ed altri... ed altri. A salire le scale di questo palazzo ti dovevi tappare il naso e la bocca. Ho visto gente vomitare un po’ dovunque, all'inizio... poi naturalmente ti abitui. L'abitudine può mutare lo stampo della natura — lo dice anche quel tale... Amleto. Ed è vero. Se è vero! Pensate a tutte quelle cose alle quali vi siete abituati e di cui ora non riuscirete a fare più a meno. Tante cose... cose che ci hanno cambiati... trasformati... completamente.

Pausa

II problema divenne lo spazio. I sacchetti aumentavano giorno dopo giorno... lo spazio si restringeva. Ricorsi anch'io per un po’ come tutti alla SCRR — la Società Clandestina Raccogli Rifiuti — Tutti conoscete quegli uomini in nero, mascherati, che girano di notte per le abitazioni e raccolgono i rifiuti. L'avrete visto no? Come si muovono... guardinghi... silenziosi... come quei killer dei film western... uno, armato, che fa da palo giù in strada e gli altri che trasportano i sacchetti... fuorilegge dell'immondizia. Professione pericolosa. Se li pescano son guai seri. Ma si fanno pagare. Se si fanno pagare! Allora erano 10 ero a sacchetto, ma ora che i tempi si son fatti più difficili ce ne vorranno almeno 20. Se ne andarono tutti i miei risparmi e non risolsi la faccenda. La "faccenda" rimase; anzi si faceva sempre più preoccupante. Il soggiorno era già pieno, poi cominciai a mettere tutto nella camera da letto, poi in quella delle bambine... naturalmente mia moglie già se n'era andata. Mi disse tondo tondo che le facevo schifo. Avevo cominciato da poco a mangiare i rifiuti. Lei puliva l'insalata e gettava via tutte quelle foglie di fuori solo perché erano un po’ bruciacchiate... io le raccoglievo e le mangiavo. Sì ricordo bene, cominciai proprio con l'insalata. Cara - le dicevo — non puoi gettare via questa roba... non ci vuole niente a riempire un sacchetto di roba come questa. Sii più economa. Lo sai quanto ci costa l'immondizia, no? Lei si limitava a guardarmi... con ribrezzo e... taceva. Ormai non faceva altro... taceva e mi guardava con ribrezzo... mia moglie... la madre delle mie figlie. Le bambine... per un po’ mi seguirono... quando non c'era la mamma naturalmente. Le abituavo piano piano a mangiare le cose scartate... le più tenere...le più prelibate... foglie di carciofi... mele un po’ bacate... a tavola poi... niente avanzi.
Avreste dovuto vederle come venivano su... rosee... rotondette... il ritratto della salute. Finché non se ne accorse lei, mia moglie... quella gran... produttrice d'immondizia... Con quel suo pilluccare qua e là... ed il resto nel secchio della spazzatura... a chili gli avanzi... pasta... carne, pomodori... a chili. Quando si accorse delle bambine, quella gran... mi lasciò. Si prese le bambine e... via.
Così rimasi solo... Solo... La solitudine.”

PRESENTATORE TV — "Si, il tema è scottante, vai, vai".

UOMO — "O rosa
che sfogli
sul mio cuore
petali
umidi
di rugiada... e così via..."

Pausa

UOMO — "La solitudine. Tu sei solo e c'è un mondo — là fuori — di case grigie, di fabbriche, di luci - c'è un'umanità... là fuori, brulicante... smarrita... impazzita... una nuvola di formiche su un palo quando gli date fuoco... una volta da ragazzo, un migliaio di anni fa, più o meno... c'era questo palo secco in campagna... e c'erano questi ragazzi... felici e vagabondi con me... prendemmo questo palo e gli demmo fuoco... e quel cumulo di formiche cominciò a correre all'impazzata in mille direzioni, in mille rivoli... mentre il fuoco avanzava verso di loro... e loro non avevano un briciolo di speranza... smarrite... allucinate... braccale dalla fiamma crepitante che avanzava... Sterminio totale...
Oh, ma che c'entra questo. Scusate, ogni tanto mi svio. Come posso paragonare il mondo ad un palo secco che brucia e l'umanità ed una marea di formiche impazzite. No, scusate, il paragone non regge. A voltemi capita che mi svio completamente e dico un sacco di cazzate. Stavo dicendo della solitudine.
La tua donna se ne va e tu... rimani solo... poi ti accorgi che era proprio questo che volevi... restare solo. La solitudine è silenzio. La notte fa rotolare mattoni di silenzio lungo le pareti del ciclo e frantumi della tua anima si sparpagliano nel vuoto. Il silenzio, ragazzi. Fiumi di silenzio che scorrono lungo le strade, tra alberi e statue commosse e lungo gli argini... rovine di autocarri arrugginiti pieni di polli morti.
Oh, come amo il silenzio!... IDEA!... Visto che c'è la giornata della mamma, del papa... visto che c'è una giornata per tutto... io vorrei proporre una giornata mondiale del silenzio. Prendiamo un giorno del calendario e diciamo... "oggi è la giornata mondiale del silenzio".
Fermatevi un po’ a pensarci. Lo so che è difficile fermarsi a pensare ad una cosa come questa. Ma proviamo, così... per sfizio.
Il ferragosto, eh? Mi sembra che il ferragosto sia un buon giorno per essere un buon giorno di silenzio. Tu ti alzi al mattino e mentre ti fai la barba, anziché fischiettare come al solito avrai modo di concentrarti su te stesso allo specchio. Potrai vederti... finalmente... potrai dirti... per la prima volta, forse, sinceramente... — che tipo interessante sono... oppure... che faccia da stronzo ho.
Naturalmente intorno è tutto silenzio... giù, in cucina incontri tua moglie e l'aria di questo incontro ha un sapore diverso... vi guardate e ti accorgi che anche senza parole ti capisce lo stesso, anzi di più di quando usi le parole. Ma è in strada, più tardi, fra la gente, che ti rendi conto dell'importanza di un giorno come questo. Le auto immobili, lungo i marciapiedi avvolte dal silenzio, hanno un'aria metafisica, dechirichiana con una loro struggente poesia... ma è la gente soprattutto che... i volti... distesi... volti umani... diversi da quelli che indossa gli altri giorni... volti deformati, arcigni, aggressivi, innaturali... e poi i rumori... i soli rumori verranno dal fruscio degli abiti... dai passi... con un po’ d'attenzione potrai udire anche il battito dei cuori. Da quando non sento un cuore battere! Con tutto 'sto casino che vuoi udire. Invece mi piacerebbe tanto udirlo, un cuore che batte! Tum tum tum. Tu ami questa donna e non riesci a capire se sei ricambiato... sì, è vero... te lo dice tante volte... ti riempie di 'tesoro mio', 'caro amore'... ma con lo spreco che si fa oggi di parole... come fai ad esserne certo...
Nella giornata mondiale del silenzio, invece, potresti averne la certezza assoluta. In quell'enorme silenzio generale tu le dici 'ti amo', se come risposta sentirai tum tum tum, allora sarai certo del suo amore, se non ci sarà nessun tum tum tum... allora... ma almeno avrai la certezza. Come vedete la verità sta nel silenzio, non nelle parole. Le parole, mio Dio. Che fine hanno fatto! In quali bocche sono andate a finire! Mi ricordo di certe parole meravigliose... dure come il granito... parole che in bocca si arrotondavano, si levigavano, si impregnavano di profumi e di significati... parole che bastavano da sole a fare una rivoluzione, a trasformare il mondo... che fine hanno fatto, povere disgraziate! LIBERTÀ... e che significa! Tre sacchetti d'immondizia a chi mi spiega cosa significa... prendiamone un'altra... a caso... DEMOCRAZIA cazzo! ...DE-MO-CRA-ZIA. Roba da riempire secoli interi. Condita con sale olio e peperoncino. Che fine ha fatto? 10 sacchetti d'immondizia scelta a chi mi dice per primo cosa significa. Non il significato che sta sul vocabolario... sempre incompleto comunque... ma cosa significa ora, collocata... non so... sulla bocca di un qualsiasi uomo politico... POLITICO! Eccone un'altra... antica... pregnante... che fine ha fatto. Io ci divento bestia, ci divento.
Si sta distruggendo tutto il vocabolario. Come niente senti dire, urlare parole come... eccezionale, stupendo, fantastico... e mille altre e ad ognuna tolgono tutta la sua veste, il suo profumo il suo sapore... svuotate completamente... rese insipide... equivoche... incomunicabili. Nessuno che si lava la bocca prima di spararle fuori. O care... vi chiedo perdono in ginocchio. O dono immenso dell'uomo distruttore! Le parole, ragazzi. Le parole! Strumenti che non possono andare in mano... in bocca a tutti. E invece tutti ne approfittano. Perdono, perdono parole, paro-lette, paroloni, parolacce... tutte a me care... tornate vergini, vi prego... se no qui non ci si capisce più un cazzo.
Capite pure perché una giornata mondiale del silenzio? Per risparmiare un po’ sulle parole...per far riposare un po’ le parole che ogni giorno, ogni momento, noi logoriamo, logoriamo, logoriamo. Vuoi dire che quel giorno ci parleremo con gli occhi.
Il linguaggio degli occhi, perbacco! Chi di voi... avanti... chi di voi non se n'è servito in certi momenti eh?... quella volta... occhi dentro occhi... che si lasciavano... si accarezzavano... fluttuavano in una danza... finché...? E poi la verità, dove sta se non negli occhi? — Guardami negli occhi! -- ogni volta che vogliamo la verità.
Ma ora viene la giornata mondiale del silenzio! Bisogna allenarsi, mica possiamo affrontarla così... dobbiamo riabituarli, gli occhi... ora non fanno che SVEDERE,... dobbiamo allenarci a vedere di nuovo... senza menzogne, senza ipocrisie... Ma che cazzo sto dicendo. Dove sono andato a finire? Scusate, sul serio. Ve l'ho detto, del resto. Ogni tanto mi svio e non so dove vado a parare. Non fateci caso. Dove stavamo? Ah, sì. Quel sacchetto... che fu l'inizio e di come mia moglie mi lasciò e di come presi a mangiare... a divorare i rifiuti... per il bene dell'umanità. Mi auguro che qualcuno si ricorderà di me, un giorno... di come mi sia adoperato socialmente e voglia dedicarmi... non dico un monumento... ma una strada almeno... perché ho contribuito altamente e contribuirò... per tutta la vita allo smaltimento di ogni genere d'immondizia.
Ma cosa avvenne, dopo? Continuavo ad ingrassare. I miei vicini venivano a portarmi i loro sacchetti pieni ed io li ammucchiavo... la merce abbondava sempre... mi chiedevo come faceva una famiglia a produrre tanti rifiuti... certi sacchetti erano enormi... così... se si considerava che quelli erano solo gli avanzi... Lo spazio intanto si restringeva sempre di più. Mi venne quella brillante idea.
Potevo vendere i mobili... e fare spazio. Ad eccezione di quello che vedete qui... tutto il resto... armadi... cassettoni... letto matrimoniale... cucina... diedi tutto via. Non fu facile, vi assicuro. Non li voleva nessuno. Cucina di puro noce... letto d'ottone... niente, non li voleva nessuno. Problemi di spazio per tutti. Alla fine mi andò bene. C'era un tale, qui vicino che aveva appena finito di costruirsi una casa... li offrii a lui... gratis. Non li volle... gratis... disse che erano cari... e poi un letto già l'aveva e non aveva bisogno d'altro... La casa era piccola... una stanza per viverci e due per l'immondizia. Ma alla fine riuscii a farceli prendere... dopo tante insistenze... cedette. Oggi sarebbe stato molto più difficile. Ci mettemmo d'accordo per 5000. Erano i miei ultimi risparmi.
Dopo mi sentii leggero.,, leggero. Avevo spazio intorno a me e in questo spazio mi muovevo, passeggiavo... guardavo dalla finestra il cielo notturno, le stelle che rotolavano e mangiavo con rinnovato appetito... (si accorge che non ha più birra). Devo smetterla con la birra. La Coca-Cola va meglio. Ho mangiato piuttosto pesante oggi... Sì, meglio usare la Coca..." (Si dirige al frigo prende una Coca e chiude lo sportello con un calcio).

PRESENTATORE TV — "Come faremo, cosa faremo senza di voi... Canale 58 siete voi... voi, noi mettiamo l'elettronica... voi le immagini e le emozioni.
Siete tanti, siete OK, siete fortissimi... Lo spettacolo della vostra vita è cosa fatta ormai... con "La mia donna" abbiamo sbaraglialo tutta la concorrenza... fiumi di lettere e di telefonate ci sommergono... i nostri computer sono intasati dalle vostre storie. Canale 58 vi dice grazie... grazie e da oggi una grande novità. Canale 58 interverrà direttamente sulla realtà.
Cosa significa?... Cosa significa?... Significa che voi ci segnalerete situazioni vere e Canale 58 invierà la telecamera a registrare... niente di intentato deve rimanere per dare alla vita il suo massimo sapore televisivo... saremo dovunque ci sembrerà interessante intervenire... nella vostra casa... nei vostri uffici... nelle vostre macchine... anche nei luoghi più privati se ne vale la pena... se vi sono cose nuove ed interessanti... Amici, amici ci siamo ci siamo... la vostra vita è uno spettacolo e lo spettacolo è la vostra vita... Cosa volete di più ora che tutti hanno un lavoro ora che tutti hanno servizi sociali efficienti e definitivi, altri spazi debbono aprirsi alla vostra vita, altri spazi... il futuro, il futuro è vostro, è nelle vostre mani... niente solitudine, tutto amore, tanti soldi tanto divertimento. Voi, voi, voi, scrivete, scrivete!".

Scena dell’inizio

UOMO — "È andata proprio così. Precisamente. Ora sono arrivato a questo punto e mi sa che non ci riuscirò... Non ci riuscirò mai a smaltire tutto, volevo arrivare al nuovo millennio... varcare la soglia del 2000 lasciando il mondo... pulito... ma non ce la farò mai... da solo mi sento... strozzare... 'sta sensazione di sentirmi strozzare, poi, l'ho sempre avuta... al lavoro mi sentivo strozzare... da mia moglie mi sentivo strozzare... con certa specie di amici... Sempre con l'acqua alla gola, sempre il mondo... la terra anch'essa... in fase di strozzamento... da ogni lato... soffoca... soffochiamo tutti... dovunque ti giri... non ce la faccio, no. Ho bisogno di aiuto. Gli avanzi sono molto di più dell'indispensabile... non facciamo che lasciare avanzi ovunque... ho comprato tanta di quella roba inutile in vita mia da riempire la casa... roba mai usata... e che non userà mai nessuno... ma l'ho comprata lo stesso... roba nuova... in sorrida da anni, chi la vuole... gratis... naturalmente venga a casa mia... ho bisogno di altro spazio.
A volte vorrei uscire... andare per le strade... ma non ce la faccio più... Da quanto tempo non vedo la luce del sole? L'ultima volta piansi. Calde lacrime, ardenti, attraversavo il parco e volevo cantare e non ci riuscivo... la voce non veniva e... la gente mi guardava, udivo l'im-mondizia delle loro menti... gli avanzi dei loro discorsi... e volevo cantare: voi non sapete cosa c'è nella mia testa... voi non sapete come sono bello. Toccate il mio viso, i miei occhi, è bianca la mia anima e mi duole... per voi.
Camminavo e qualcuno rideva... e tutti mi guardavano in quel modo e... non mi vedevano.
Io possiedo un'anima... e la bellezza. Io sono una cosa vera, e viva. Sono vivo. Toccatemi, vi prego. Toccatemi vi prego... vi... pre..go.
Ma dalla mia bocca non usciva nessun suono o se usciva nessuno mi sentiva... erano troppo lontani... tutti... nel loro involucro... lontani... più di un metro... non avrebbero mai potuto sentirmi... e poi correvano... avevano fretta... la luce declinava... faceva buio... e perciò correvano ed io che cercavo di trattenerli.
Fermatevi. Toccatemi. Mostratemi la vostra luce.
Poi le case si illuminarono di luci gialle... finestre, verande, solo certi angoli erano bui... con ombre in agguato. Ed io piangevo perché sentivo gli odori delle loro menti... della loro vita. Che spaventose esistenze! Vite che marcivano come denti in bocche imputridite dal marcio fiato del mondo... piangevo e me ne tornai a casa... e da allora non sono più uscito... È vero che la porta ormai è troppo stretta per varcarla... ma non sarei più uscito lo stesso... tanto (girandosi intorno) non mi manca nulla.
A voi mancano un sacco di cose... lo so. A me niente, non manca proprio niente. Voi tendete verso il... pieno, io... verso il vuoto.
Che volete, mi piace andare contro corrente. Sul serio. Spero solo di farcela... a consumare l'immondizia che voi producete. Spero proprio di farcela. La volontà (indica il suo corpo) non mi manca.
Tendo a diventare leggero... leggero, in un mondo pesante... pesante.
Mancano pochi passi ormai per raggiungere un altro secolo... ed io ho questa idea romantica in testa... di entrarci leggero... nuovo. Questo secolo è stato piuttosto pesante... piuttosto disordianto... sconnesso incasinato... babelico... pieno di fesserie... pensate solo al ‘14-‘18 o... al '39 -'45... per non parlare del resto... avrebbe dovuto insegnarci qualcosa... invece... stordimento generale... le formiche sul palo che brucia... l'uomo... che fotte se stesso... che non ha la minima idea di dove cazzo stia andando...
Ma io ci ho pensato in tempo... Ho affilato tutti i miei sensi... ho imparato a vedere... a sentire... a tapparmi le orecchie, quand'è il caso. Voglio snellire... snellire... Voglio stupirmi... voglio spalancare gli occhi e... stupirmi... oh, stupitemi. Io sono pieno di sospetti. Sospetto dei vostri visi... delle vostre parole... delle vostre azioni... Voglio stupirmi... voglio che l'uomo faccia qualcosa che mi faccia... piangere di gioia... che mi faccia gridare di gioia...
lo... io non ho niente... io, ho solo una piccola... modesta proposta da farvi... forse chissà... siamo ancora in tempo... forse non tutto è perduto... forse... se... voi vorreste... perché dopotutto, tutto deriva da qui (si indica la tempio) ecco... (prendete dei sacchetti vuoti) forse siamo ancora in tempo... forse... che noi... con un piumino per togliere la polvere... con uno scalpello... nelle nostre menti polverose... arrugginite... incrostate di sudiciume... d'ogni genere chissà che pulendo per bene la nostra mente... chissà... che non derivi tutto da lì... Questi sacchetti... riempiteli... tutto quello che avete accumulato nella vostra mente... cercheremo di smaltirlo prima che il secolo si chiuda... può darsi... chissà..."

(Getta i sacchetti fra il pubblico).

Agosto/Settembre 1989- ottobre 2010