L’AVVENTUROSA STORIA DELLA PRINCIPESSA DOREMI’ CHE SI COSTRUI’ IL MARITO IDEALE FATTO COME UNO STRUMENTO MUSICALE. UNA REGINA INVIDIOSA LO RAPI’: A TEATRO SVELEREMO IL FINALE.

Di

Laura Sicignano

Favola teatrale per attori e strumenti musicali

Personaggi:
DOREMI’, principessa canterina e capricciosa
PADRE, padre vecchio di Doremì
CACO FONIO, 1 pretendente
LENTADAGIO, 2 pretendente
INTONELLO, 3 pretendente
FASOLLA’, principe musicale
MARIPOSA, regina invidiosa
FORTUNA, scimmia magica
SIDO’, figlio di Doremì e Fasollà

I scena
personaggi: il PADRE, DOREMI’
DOREMI’ (vocalizza) – Do do re re mi mi mi!
PADRE – Figliola! Figliola! Figliola! Ascoltatemi, per carità !
DOREMI’ – Scusate, babbino, ero intenta a cantare e non vi ho sentito chiamare! Un bacio per farmi perdonare!
PADRE – Buon giorno stellina, buon giorno fiorellino. Ben alzata, mia bambina?
DOREMI’ – Do do re re re mi! Oh, splendidamente: sentite che suono cristallino ha la mia voce di primo mattino?
PADRE - Un vero usignolo. Ma piccola cara, per un momento solo interrompi questo tormento… voglio dire … il tuo bel canto e stammi ad ascoltare.
DOREMI’ – Do do re re mi mi mi. Caro padre, vi voglio obbedire.
PADRE – Il tuo papà deve partire per il Paese di Fantagluglù. Per arrivare fin laggiù dovrò superare 7 mari dolci, 5 monti piatti, 3 colline quadre ed 1 fiume secco: insomma una fatica da stambecco. La strada sarà lunga e avventurosa e per molto mancherò da casa.
DOREMI’ – Oh, papino, papino, mi raccomando metti sempre la maglia di lana: il paese di Fantagluglù è un posto umido e freddo!
PADRE – Non preoccuparti, bambina. Piuttosto mi affliggo vieppiù perché dovrò lasciarti tutta sola soletta.
DOREMI’ – Ma papà, di certo non mi annoierò: organizzerò un concerto e un’operetta, balletti e miusicòl, canzoncine e canzonette, festivàl e rock and roll , do do re re mi mi mi…
PADRE – Basta basta basta! Lo so che Doremì una la fa e cento ne pensa, ma non si può viver sempre così: nella frivolezza, in spensieratezza, nella pura ebrezza…
DOREMI’ – E perché no?
PADRE – E già… perché no? Ma, ma ma! Ma perché devi trovarti un marito!
DOREMI’ – Un marito?! Ma così il gioco è finito! Che barba!
PADRE – Me ne faccio un baffo della tua barba! Principessa impertinente! Ora taci e non dir niente! Il regno reclama un erede, non canzoncine e canzonette! Ho deciso ti metto alle strette! Bando ai capricci! Prima di partir voglio vederti maritata. Vai a farti i ricci! Oggi stesso ho convocato al castello i tre migliori giovanotti del reame. Potrai interrogarli, scrutarli e studiarli, ma alla fine dell’esame, sceglierai tu il più bello, un marito tra i presenti. E non voglio più commenti.
DOREMI’ – Ma almeno sanno cantare?
PADRE – Cantare, ballare e suonare: non ce n’è di più eleganti, ricchi e belli nel mio regno. DOREMI’, questo è il mio sogno: che ti unisca in matrimonio. Ora vado a presentarti il marchese CACO FONIO: egli è il primo pretendente, è illustre, è sapiente, di gran garbo e qualità, una vera rarità. Dopo lui seguirà il contino LENTADAGIO, poi il barone INTONELLO, giovanotti alti e aitanti, ballerini e un po’ cantanti, proprio star di varietà! Bada ben di comportarti come una principessa sa! 
(esce)
DOREMI’ (disgustata) - Do do re re mi mi mi.

II scena
personaggi: il PADRE che spia da dietro una tenda, DOREMI’ e CACOFONIO .
(bussano)
DOREMI’ – Avanti.
CACO FONIO – Buonasera principessa, il mio nome è CACO FONIO: son di vasto patrimonio, sono illustre giovanotto.
DOREMI’ – Buona sera asino cotto.
CACO FONIO - Non ho inteso. Avete detto?
DOREMI’ – Dissi: “buona sera signorotto”. Forse che siete un po’ sordo?
CACO – Nient’affatto! Io ci sento molto bene, anzi il mio è orecchio fino che distingue ed apprezza ogni musica del mondo. Non avete mai sentito nominare la mia scienza musicale?
DOREMI’ – Signornò, signor sapiente. Vorrei mettervi alla prova: una domanda, cose da niente.
CACO – Questa è nuova! Interrogatemi quanto vi pare: io son bello e intelligente, sono laureato in musica mondiale: so a memoria tutte le melodie che son state scritte, lette, suonate, cantate, modulate, musicate e perfino fischiettate dai tempi di Adamo giù giù fino a qui!
DOREMI’ – Doremì! Ma allora potete davvero aspirare a diventare mio marito!
CACO FONIO – Sarò ardito: sono l’unico in tutto il regno a meritare questo impegno!
DOREMI’ – Vediamo vediamo, signor pozzo di scienza: se la canzon del silenzio sapete cantare, vostra moglie vorrò diventare.
CACO – La canzone del silenzio? Ehm, dunque… la so! ce l’ho proprio qui sulla punta della lingua… ma proprio sulla punta, quasi quasi la ricordo, oh mi è caduta giù dalla punta della lingua, dov’è? Dov’è?
DOREMI’ – Non la trovate più? Poverino!
CACO- Eh no: è caduta proprio qui vicino, dalla punta della lingua sul tappeto, ed or dov’è? Non più la vedo.
DOREMI’ – Sarà finita nel dimenticatoio! E voi seguitela! Mi annoio, mi annoio! Non fatevi più vedere, andate fuori di qui! (CACO esce)
La principessa DOREMI’ non ne vuole sapere di presuntuosi e saputelli! Do do re re mi mi mi!

III scena
personaggi: il PADRE che spia da dietro una tenda, DOREMI’ il conte LENTADAGIO
(bussano) 
DOREMI’ - Avanti!
(bussano ancora)
DOREMI’ - Avanti!
LENTADAGIO (bussa ancora) – Posso?
DOREMI’ - Ho detto: avanti! 
LENTADAGIO (sbucando dalla porta) - Non vorrei disturbare, sono timido, riservato, non vorrei parer sgradito, e neppur maleducato, scusi tanto, ma son stato invitato. Posso osare? mi presento? sono il conte LENTADAGIO.
DOREMI’ – Ma che fa lì sulla porta, venga avanti, si dichiari!
LENTADAGIO – Non la voglio impicciare più tanto, sarò rapido e indolore.
DOREMI’, - Parli, infine, che ha da dire? Che sa fare? Sa cantare?
LENTADAGIO – Se mi posso esibire, un minuto, un secondo, proprio un battito di ciglia… so le note a meraviglia!
DOREMI’ - Bene, bravo. Le sa tutte?
LENTADAGIO – Certamente, a mena dito!
DOREMI’ – Me le canti una ad una. Se la prima suona
LENTADAGIO – do!
DOREMI’ – la seconda fa un po’
LENTADAGIO - Re
DOREMI’ – E la terza dice
LENTADAGIO - Mi
DOREMI’ – Come trilla ancora il
LENTADAGIO - Fa
DOREMI’ – Mi delizi con un 
LENTADAGIO - Sol
DOREMI’ – Siamo a sei con il
LENTADAGIO - La
DOREMI’ – E’ gran musica il
LENTADAGIO - Si
DOREMI’ – E poi segue ancora il
LENTADAGIO - …
DOREMI’ – Bè?
LENTADAGIO - Ma le note sono sette… le ho finite tutte quante…
DOREMI’ – Ignorante!
LENTADAGIO - Principessa!
DOREMI’ - Dice che le ha finite! Non ne ha altre nella gola? Guardi bene!
LENTADAGIO – Ma non credo, sette sole son le note musicali, non son tante…
DOREMI’ – Ed i diesis ed i bemolle? Pappamolle! Se ne vada, dilettante!
(LENTADAGIO esce)
DOREMI’ – Ne ho abbastanza: fuori tutti, farabutti! Do re mi do re mi do re mi!

IV scena
personaggi: il PADRE che spia da dietro una tenda, DOREMI’ e il barone INTONELLO
INTONELLO (entra con un mazzo di fiori cantando. INTONELLO non parla, canta sempre) – Mia soave principessa DOREMI’, sono qui, sono qui, DOREMI’, DOREMI’, ti amo già, ti amo già, fa sol la fa so la la.
DOREMI’ – Però! Bella voce, un gran portento! E non è male il portamento! Il tuo nome, signorino? 
INTONELLO – Se ti sembro un poco bello, mi permetti: son INTONELLO. Son barone canterino, del solfeggio ho la passione.
DOREMI’ – Condivido l’interesse ed apprezzo il tuo vocione! Con la danza ti ci trovi? 
INTONELLO (balla) – Passerei tutta la vita in mazurke, tanghi e polche: sempre allegro e spiritoso non disdegno il rock and roll!
Doremi - Tu mi piaci. Si può fare. Sei gentile e sai cantare e nel ballo pure eccelli: si prepari il matrimonio! 
INTONELLO – Quale gioia, esulto, esulto, e dal gaudio faccio un salto!
DOREMI’ –Sì, ma ora che ho capito che sei bravo nel cantare, puoi fermarti un momentino e parlare senza note? Per le nozze di oggi stesso ci son cose molto serie che dobbiamo organizzare!
INTONELLO – Mia soave DOREMI’ fa sol si fa sol si!
DOREMI’ – Si è incantato oppure gioca? Mio signore, io lo apprezzo il tuo talento musicale: ma ora basta, puoi parlare!
INTONELLO – Preferisco il pentagramma!
DOREMI’ – La finiamo?! ! Siamo seri! O mi parli o mando all’aria il banchetto delle nozze!
INTONELLO – c…c…è un pro…pro…pro…blema
DOREMI’ – Eh?
INTONELLO – s…s…e non ca…ca…canto, io ba…ba…balbetto, n…n…on è grave, ma è un di…di…fetto.
DOREMI’ – Lui balbetta, se non canta! Fuori, aria! (INTONELLO esce) Se ne vedon delle belle! Aria, fuori! Meglio rimaner zitelle! Do re mi do re mi do re mi!

V scena
personaggi: il PADRE, DOREMI’
PADRE – DOREMI’! 
DOREMI’ – Oh che spavento!
PADRE- Son rimasto ad origliare tutto il tempo al finestrino! DOREMI’, li hai rifiutati! Dei tre, uno non poteva andarti bene?! I migliori pretendenti! Sono chicche, sono gemme, son la crema del reame: tu li butti, li bistratti, li maltratti, tu gli dici farabutti. Siamo matti? 
DOREMI’ – Sono brutti!
PADRE – Non mi importa la bellezza! Quel che cale è che io parto e tu rimani ancor zitella!
DOREMI’ - Son passati i tempi andati. Non è obbligo sposarsi! Voglio fare vita allegra, divertirmi, folleggiare, canti, balli e girotondi, piroette e libertà!
PADRE- Tu mi porterai alla tomba, tu mi farai disperare, capricciosa, invereconda, al tuo papi fai del male!
DOREMI’ – No, papà caro e adorato! DOREMI’ ti vuole bene, non soffrir né lacrimare, parti pure per il viaggio, DOREMI’ si fa coraggio, ti promette che al ritorno, ti farà trovare un dono, un marito nuovo nuovo, bello, forte, fatto finito.
PADRE - Mi consolo e parto lieto: hai promesso, figlia mia. Neanche il tempo di un sussurro: torno indietro e sei sposata. (il PADRE esce)
DOREMI’ – Con il mio principe azzurro! Baci, baci e torna presto! E vedrai che sorpresina!

VI scena
personaggi: DOREMI’, FASOLLA’
DOREMI’ – E va bé, mi arrendo al fato. Tutti voglion che mi sposi: sarò docile alla fine, ma il marito, io lo voglio come piace a DOREMI’. (inizia a costruire FASOLLA’). Un marito dolce e buono, che mi coccoli e sollazzi, un marito infiocchettato, un confetto di bontà. Io lo voglio biondo e bruno, alto e basso, magro e grasso, il marito preferito, DOREMI’ se lo farà. Lo farà con le sue mani, una vera squisitezza, gli ingredienti lei ce li ha: il marito musicale, il marito un po’ speciale, il marito eccezionale, quello che nessuna ha. Un marito costruito proprio come piace a me. Io lo voglio su misura, canterino e spiritoso, ecco quasi ormai ci siamo, parapà voilà oplà: lui si chiama …
FASOLLA’ (cantando) - Fa sol la!
DOREMI’ - FASOLLA’!
FASOLLA’ – DOREMI’!
DOREMI’ - FASOLLA’! Questo è amore: già si sa!
FASOLLA’ (ballano) – Mia regina, principessa, mia signora e anche badessa, io ti vedo e già mi accorgo che la gioia è tutta qui: nei tuoi occhi luminosi, nelle note dei duetti che felici intoneremo fino a quando noi vivremo. Nel frattempo noi balliamo la canzone del silenzio che assai bella perché suona solamente nel mio cuore, è una strofa in mi bemolle, che risuona in mille note, te la canto e te la dico,la gorgheggio e la sussurro, sono io il principe azzurro.
DOREMI’ – Do re mi do re mì do re mi!
(bussano alla porta)
DOREMI’ - E’ mio PADRE! E’ già tornato dal suo viaggio fortunato! Cuore caro, vorrei fare una sorpresa al genitore, esci fuor, c’è un nascondiglio, se ti ci chiudi alla bell’e meglio, al momento giusto ne uscirai e gran scompiglio procurerai. Ma quando ti sarai scoperto tutti infine saranno felici di veder il prodigio di DOREMI’: questo marito d’oro e d’argento che suona e canta come un concerto.
(FASOLLA’ esce)
DOREMI’ – Entra, caro papà, DOREMI’ ti farà contento.

VII scena
personaggi: DOREMI’, PADRE, FASOLLA’ nascosto nella torta
PADRE – Ohi, ohi che mal di schiena: ho dimenticato la maglia di lana! Sono ormai vecchio stanco e acciaccato. E anche il naso mi si è gelato. 
DOREMI’- Povero paparino, siediti qui accanto, ho una sorpresa che ti rifocillerà: Doremi do remi do remi! Musica, luce, balli e canzoni, si annuncian le nozze di DOREMI’. Sì, paparone, il dado è tratto, non c’era un marito? Me lo son fatto!
PADRE - Dici sul serio? Non burli, è vero? Voglio abbracciare il genero amato! Tiralo fuori? Se n’è mica andato?
DOREMI’ – Prima la festa, entrino gli invitati, e che siano tanti, non li voglio contati! Alle nozze di DOREMI’ esulti tutto il regno e alla gioia del vecchio PADRE che corona il suo disegno! Ecco la grande torta che farà la gioia di tutti i sudditi e del mio papà. 
(entra la torta e si apre: ne esce FASOLLA’)
FASOLLA’ – Eccomi, son io, mia regina,caro PADRE, spero mi amerete, io vi adoro già! 
DOREMI’ – Il suo nome è FASOLLA’!
CORO - Evviva gli sposi! Evviva gli sposi!
PADRE - E adesso, siamo stanchi dalle tante emozioni, i due colombi debbon star soli. Noi andiamo a riposare. Grazie ospiti, dei regali, grazie a tutti della bella festa, ora vado spegnere le stelle, tutti a nanna, e saluti alle lucciole. 
(escono tutti)

VIII scena
personaggi: la regina invidiosa, la scimmia
MARIPOSA- Tutti lieti, scodinzolanti, ballerini, tutti cantanti, mentre io ho la gastrite e mi torco dall’invidia, ho l’insonnia, il mal di pancia, tutta sola nella mia stanza, non mi garba far da spettatrice all’allegria di quella lì’, quella smorfiosa di DOREMI’. Lo voglio io quel suo marito, dolce e bello e musicale che sembra un confetto di Natale, non se lo merita quella sciacquetta, lo rapirò, a me mi spetta! Alla regina sempre invidiosa, se non lo sai, io son MARIPOSA! FORTUNA! FORTUNA! Vien qui, dalla tua regina, sii obbidiente! Sveglia! Veloce! sempre a far niente!
FORTUNA – Eccomi, MARIPOSA, mi avete destata, stavo sognando quel bel figliolo, quel FASOLLA’, dal ciuffo d’oro.
MARIPOSA- E’ proprio di lui che ti devo parlare. Lo voglio io! Lo devi rubare!
FORTUNA – Ma è il marito di DOREMI’! Ama lei sola, non verrà qui!
MARIPOSA- Incantalo, ammalialo, chiudilo nella rete di una magia, e che sia magia nera e notturna, che perda la memoria, dimentichi la sposa, conducilo al mio maniero, voglio che canti solo per me.
FORTUNA- Regina, MARIPOSA, io vi obbedirò, ma solo perché altrimenti mi bastonate forte, io non sono d’accordo su questo rapimento, dissento e mi dissocio, ma debolmente mi sottometto. E poi vorrei anche ricordarvi che da quando mi avete rotto gli occhiali con il vostro bastone, le mie magie riescono soltanto a metà. Quindi cara regina, declino ogni responsabilità. Ci provo, vado e torno, ma non so se riuscirà.
MARIPOSA – FORTUNA, tu parli troppo! Scimmia pelosa e disobbediente, un’altra parola e assaggerai il bastone, fila spedita e porta il giovanotto alla tua regina che langue di passione! (la scimmia esce) Io mi nascondo qui per godermi meglio il misfatto. Oh FASOLLA’, FASOLLA’ canterai per me mattina e pomeriggio, ti riempirò di caramelle, saranno ore belle e tu ne avrai gran vantaggio.

IX scena
personaggi: regina nascosta, FASOLLA’, scimmia.
FASOLLA’ (gorgheggia)- Fa sol la fa sol la.
FORTUNA - Che bella voce, che bel giovanotto, che fai tutto solo, non vuoi fare un duetto?
FASOLLA’ – A duettar non mi tiro mai indietro. Specie se suoni il piffero, vedo che il tuo è di vetro!
FORTUNA (ipnotizzandolo) - E’ di vetro prezioso, di puro brillante, apparteneva a uno gnomo, lo rubò un elefante, poi finì nel mani di un pirata crudele, lo sottrasse una strega, l’ereditò un ingegnere, cadde infine in un pozzo, lo raccolse la luna e lo lasciò allo struzzo della cara zia Gina, la quale, caduta in disgrazia lo vendette alla serva; il cognato di essa lo ridusse in poltiglia - fu una notte tremenda, uno schok, un parapiglia - quella pappa rimasta la raccolse una scimmia, non una qualsiasi, quelle bestie fatate, che fan strane malie, rendon rape patate, rendon nonne le zie, ma la loro reale specialità è incantare i ragazzi come te, Fasollà: a me gli occhi, ciuffetto, dopo tante parole ti ipnotizzo e ti rubo dalla mente i pensieri: della tua Doremì non resterà memoria alcuna, lo dice e lo firma la scimmia Fortuna.
(escono. Fasollà è ipnotizzato)

X scena
personaggi: DOREMI’
DOREMI’ - Yawn! Buongiorno sole mio, ma che buono questo giorno, per dirti quanto è bello svegliarsi accanto a te ti canto la canzone del “sei proprio bello come”: sei proprio bello come ti dipingerei, sei proprio bello come un gatto nel tinello, sei proprio bello come il pane cotto sul mattone, sei bello come proprio il girasole o eliotropio! Ah ah ah! Ma perché non ridi? Perché non ti svegli! Fasollà! O numi! Oibò! Orsù! Ohimé! Non so se svenire e lasciarmi morire, il mio adorato è stato rapito! Com’è stato? Chi ha osato? M’ha lasciato o l’han rubato? Non c’è dubbio: il tapino appena creato era ingenuo come un neonato, s’è fatto abbindolare, qualche maliarda l’ha concupito, per il naso l’ha raggirato e chissà adesso dov’è finito! Ho il sospetto, che è quasi certezza, che la ladrona acchiappamariti sia quella strega, quella nera megera, com’è che si chiama? quella gelosa, invidiosa, rabbiosa, la permalosa, scontrosa, l’irosa…
SIDO’ (dalla pancia) – La regina Mariposa!
DOREMI’ – Chi ha parlato? E’ forse un fantasma? Che dico! Io non credo a queste fandonie! Eppure la voce era proprio vicino…
SIDO’ –Non puoi ancora vedermi: sono io, il tuo bambino!
DOREMI’ – Piccino piccino! Sei già nella pancia?
SIDO’ - Son qui, sto benone! Ma bisogna sbrigarsi: vorremmo davvero stare qui a tormentarci in mille discorsi senza costrutto? Partiamo, ho fretta, bisogna trovarlo: mettiamoci in marcia verso il castello della regina ladrona meschina. Son pronto! Si parte ? Son piccolo e forte! Cantiam la canzone dei due pellegrini che si fanno coraggio e intraprendono il viaggio. SI DO SI DO SI DO!
DOREMI’ – Buon sangue non mente: le note già sai! Ecco un nome carino: Sidò ti chiamerò. Partiamo dunque nel gelido inverno a cercar, mamma e figlio, il figuro paterno! Non c’è neve né ghiaccio che fermerà DOREMI’ alla ricerca del suo Fasollà. 
SIDO’ – Si do! Si do! 
DOREMI’- Do re mi, do re mi do re mi!

XI scena
personaggi: DOREMI’, VECCHINA
DOREMI’ - Ora dorme il piccino dentro la pancia, mentre lui sta al calduccio, io attraverso la foresta di ghiaccio. Tutto tintinna freddo e gelato, è vetro terso e trasparente, sottile corazza che copre il mondo, tutto brilla d’argento splendente. Brr tremano i rami e le foglie, brr geme l’orso e la moglie, brr rabbrividiscono scoiattoli e volpi, brr si gelan le bacche …e io sento dei colpi!
VECCHINA – Toc, Toc! Aita! Aita!
DOREMI’ – Una vecchina rinchiusa nel ghiaccio! Sembra una mosca catturata nell’ambra!
VECCHINA- Tu piccola pellegrina che ti avventuri nella foresta ghiacciata, ascolta la mia preghiera, e liberami da questa fredda prigione .
DOREMI’- Come hai potuto trovarti rinchiusa in questo scrigno di ghiaccio splendente?
VECCHINA – Devi sapere, signora curiosa, che son secoli e secoli che il Mago Bianco mi ha incaricata di contare la neve che in fiocchi candidi cade ognidì. E da millant’ anni conto e riconto, conto che mi incanto, incantati che conto, canto e conto, conto e canto, mi sono incantata: i fiocchi di neve non finivano mai, ero già arrivata al millemiliardesimillesimo che ahimé non si muove più un pié e neppure l’altro riesce a fare un passettino, le ditina della mano rinsecchite come sterpi, due ghiaccioli giù dal naso scendon già… 
DOREMI’- Insomma la vecchina matematica è rimasta intrappolata nel ghiaccio. Ah, ah ah!
VECCHINA – Spiritosa, la ragazza, io mi gelo e lei sghignazza!
DOREMI’ –No, vecchina, non s’adiri: io la voglio scongelare. Il mio metodo è infallibile, in un istante sarà libera! Do re mi!
(il ghiaccio si rompe)
VECCHINA - Che ugola invincibile! Che portento! Mi ha liberata in un momento, anche se il timpano mi ha spento… Per ringraziarti di avermi salvata, ti insegnerò una formula fatata: tirimballo zicche stello sto seduta sul più bello. Ripeti, signorina, ripeti tre volte e poi non più che alla quarta, la formula al fin funziona, ma una volta sola, quindi tienitela buona.
DOREMI’ – Tirimballo zicche stello sto seduta sul più bello. Tirimballo zicche stello sto seduta sul più bello. Tirimballo zicche stello sto seduta sul più bello. Eccola, l’ho imparata. Ma se capita che la dico sbagliata o se l’occasione per dirla è sprecata?
VECCHINA - Te ne dono un’altra nuova, non è di riserva, è meglio ancora: Tricche ballacche formine pizzacche.
DOREMI’ - Tricche ballacche formine pizzacche. Tricche ballacche formine pizzacche. Tricche ballacche formine pizzacche. Grazie vecchina, di questi regali. Le faccio un inchino e proseguo il mio viaggio.
SIDO’ - Grazie anche dal piccolo Sidò, chiuso nella pancia, come un bel tesor.
VECCHINA - Chi parla con questa vocina? 
DOREMI’ – E’ la mia pancia con la creaturina.
VECCHINA- O santi numi! Anche al pupo un dono: due fiocchi preziosi come non ce ne sono. Sono due fiocchi di neve bellissimi; uno dell’altro è più gagliardo: il numero millemillesimo e il numero miliomilionardo. Adesso ciao ciao a tutta la famiglia perché la conta dei fiocchi mi attende. Il Mago Bianco sarà preoccupato: son duecent’anni che ero rinchiusa, ho perso il conto, devo finire, i fiocchi di neve son da contare; milllemilletre, dueduemilasette, unocinqueotto, biliomilioquattro….
DOREMI’ – Addio, addio, ma mi raccomando: non si incanti, mentre conta: si congela altrimenti! Quando torno, mi racconta se dei fiocchi ha fatto il conto!”

XII scena
personaggi: DOREMI’ che spia, FASOLLA’ a letto immobile, Regina, scimmia.
DOREMI’ – Eccolo appare al fine all’orizzonte, il tetro castello della perfida Mariposa, come farò adesso a penetrarvi dentro? Come supererò le mille insidie, i cancelli rugginosi, gli steccati acuminati, i fossati infestati da animali perigliosi: coccotigri, pescigufo e i serpenti velenosi? Ed i rovi avvelenati, i laghetti assai profondi, ed i cani dei guardiani senza mani? Tutte bestie e trucchi strani inventati dalla strega Mariposa per tener lontani i buoni! Tò! Una fune, pare una treccia di una qualche principessa che da qui un dì fuggì! Mi ci arrampico come un gatto, agilissima sono sempre, fino a quella finestrina e chissà chi troverò.
FASOLLA’ – Ohi ohi ohi, ho mal di pancia.
MARIPOSA – Poverino, tè un’arancia. Bacio bacio, pussi pussi, cantami una canzoncina, alla tua cara regina. 
FASOLLA’ – Grazie mille, ma mi viene il torcicollo, ahi ahi ahi questo è un male cerebrale, mi trascorre fitto fitto alla colonna vertebrale.
MARIPOSA – Poveretto, sei costretto ognidì a stare a letto, prendi un poco di capretto, è una ciccia prelibata, sostanziosa, curativa, ti farà resuscitare la virtù musicale.
FASOLLA’ – Uhi uhi uhi, il mal di denti! Io non riesco a digerire se non brodo di cetriolo, mi fa male ogn’altro cibo, chiudi l’uscio, spegni il lume, ho bisogno di un salasso: mi è venuto anche un collasso.
MARIPOSA – Santi numi! Che ragazzo delicato: è da quando sei arrivato che non fai che stare male, ti preparo le finezze, prelibate squisitezze, marzapane, pandispagna, succulenti panettoni, ricciarelli, strozzapreti, zuffoletti ed i salmì e tu niente! Non ti riprendi, giaci inerte e piangi forte, le tue note canterine hai trasformato in piagnistei. Gné gné gné! Che stonature ! Non mi canti la canzone che cantavi a Doremì?
FASOLLA’ – Ohi ohi ohi mi fa male anche il tallone! 
MARIPOSA- Bada bene, non scherziamo, signorino mio bisbetico, se non canti ti minaccio e ti torturo col solletico!
FASOLLA’ – Ma ho il dolore reumatico!
MARIPOSA – Ho capito la paura fa novanta, ma il bamboccio qui non canta. Mi ci vuole una magia: polvere di cigno, sputo di castoro, uova di armadillo, Fasollà canta di nuovo!
FASOLLA’ – Ora mi viene il morbillo. 
MARIPOSA – Basta, non è possibile, ci vuole un rimedio! Fortuna! Fortuna! Scimmia antipatica, vieni al mio cospetto. 
FORTUNA - Le porto rispetto. Che succede, regina dispotica?
MARIPOSA – Piange come una fontana ed è stonato come una campana! 
FORTUNA – Fassolà, hai dimenticato il primo amore?
FASOLLA’ – Penso solo al raffreddore.
FORTUNA - A Doremì non pensa più. 
MARIPOSA - Ma che me ne faccio di uno così? Hai fatto le cose solo a metà!
FORTUNA – Mia regina, già si sa! Da quando sua maestà ha avuto la bontà con un bel baston di legno di rincorrer la sua scimmia e di romperle gli occhiali, le magie non vengon più tutte intiere, ma soltanto a metà! 
MARIPOSA – Scimmia sciocca e scellerata!
FORTUNA – Son cecata! Non ci vedo senza occhiali! Le magie mi vengon storte! E la colpa è tutta tua, sei manesca e ineducata!
MARIPOSA – Scimmia scema e sciagurata! E’ colpa mia!? Questa è bella! Se ti prendo per la coda ti riduco a una polpetta e una frittella!
FORTUNA- Scappo, scappo in tutta fretta! 
FASOLLA’ – Già la sento: è varicella.

XIII scena
personaggi: DOREMI’ e l’uccellino canterino
DOREMI’ – Ma che brutta situazione. Il ragazzo è prigioniero di un incanto smemorello! Non ricorda la sua sposa e neppure il pentagramma. Che si fa? Che si architetta? 
SIDO’ – Mammettina, prova un poco a pronunciar la formuletta che insegnò quella vecchietta. Forse forse che funziona, e si arriva al lieto fine.
DOREMI’ – Giusto, bene, bravo, bis! Questa sì ch’è un’ideona. Tirimballo zicche stello sto seduta sul più bello.
SIDO’ – Meraviglia e gran stupore! 
DOREMI’ - Una gabbia tutta d’oro: cosa c’è in ‘sto tesoro? Ma un fringuello prezioso, canterino e saputello!
(il fringuello canta)
DOREMI’ – Un gioiello musicale! Servirà a far da esca. Or vediamo se funziona.

XIV scena 
personaggi: DOREMI’ travestita da mercantessa e la regina
MARIPOSA – Cosa senton le mie orecchie! Note altissime e squillanti! L’acquolina mi vien già! Chi è là?
DOREMI’ – Son Giuseppa, mercantessa e viaggiatrice, convenuta alla sua corte, che di fama assai risplende: anche in Cina se ne parla del suo grande amor per l’arte musicale. Mecenata e bella e ricca, tutti sanno è Mariposa. Sono in visita cortese, per omaggio alla vezzosa.
MARIPOSA – Mi conosce? 
DOREMI’ – Lei è famosa!
MARIPOSA – E quel coso che risplende e canticchia nella gabbia? Che le serve?
DOREMI’ – E’ un rarissimo fringuello costruito da una maga gioielliera. Non ne troveresti mai neanche in india o in Paraguay. 
MARIPOSA - Io lo voglio!
DOREMI’ – Non lo lascio!
MARIPOSA -Ti ricopro di denaro!
DOREMI’ – Non ha prezzo! E’ molto raro.
MARIPOSA – Fo’ il capriccio! 
DOREMI’ – Sol perché lei è Mariposa, la regina assai famosa…
MARIPOSA – Orsù, parla! Cosa chiedi?
DOREMI’ - C’è una cosa che mi piace…
MARIPOSA – Ebbene sia!
DOREMI’ – Una notte tutta intiera con quel giovine malato. 
MARIPOSA - Ma è il mio fidanzato!
DOREMI’ – E va bé, tolgo il disturbo, col fringuello me ne vado!
MARIPOSA – Ferma lì! Firmo il contratto! Il fringuello è assai carino. Una notte col fanciullo val la pena del baratto.
DOREMI’ – Affare fatto. Vado e metto il pigiamino.

XV scena
personaggi: la regina, la scimmia
MARIPOSA – Questa sciocca mercantessa non conosce Mariposa, furba, infida e bugiarda. Scimmia, scimmia, bestia pigrona! Dove si sarà cacciata?
FORTUNA – Corro, arrivo in grande affanno, che comanda, mia sovrana?
MARIPOSA – Mi prepari una tisana e la offri a FASOLLA’.
FORTUNA – Dolce, amara, con le spezie?
MARIPOSA – Sia bevanda calda e forte che procuri un grande sonno. Il ragazzo ha da dormire fino al sorgere del sole. Neanch’un tuon deve sentire.
FORTUNA – Obbedisco,corro a razzo!
MARIPOSA – Nel frattempo io mi sollazzo col bellissimo fringuello. 

XVI scena 
personaggi – FASOLLA’, la scimmia
FASOLLA’ – Ohi, che guaio, perdo i capelli. Ho la febbre, l’unghia incarnata, le verruche, gli orecchioni! E cosa sono questi bubboni? Allergia per l’insalata! 
FORTUNA – Ciuffettino, ti ho portato una speciale medicina. Bevi tutto fino in fondo: guarirai doman mattina.
FASOLLA’- Son spacciato. Son in subbuglio. Mi trema il naso, si è congelato.
FORTUNA – Su, trangugia, è calda calda, è un miracoloso intruglio, non c’è trucco non c’è imbroglio.
FASOLLA’ – Or mi sento un poco meglio. Provo a muover qualche passo… (cade addormentato)
FORTUNA – Nient’affatto! Ora dormi come un sasso! Russa e ronfa come un gatto. Neanche un colpo di cannone lo farà saltar dal letto! Vado fuori e spio la scena. Che furbona, è la scimmia FORTUNA! 

VII scena 
personaggi: DOREMI’, FASOLLA’ che russa, FORTUNA che spia
DOREMI’ – Maritino, ascolta, ascolta ti ricordi quella volta che la dolce Doremì con la musica ti costruì? Ti ha creato con le note, gli strumenti ed il sorriso, gli ingredienti dell’amore hanno fatto il tuo bel viso! Poi la notte delle nozze la gelosa Mariposa tutta rosa dall’invidia ti ha rapito, ti ha stregato, ti ha portato fino a qui, e tu or non puoi cantare, te ne giaci nei malanni, vieni via, fuggiamo insieme, siam felici per cent’anni. C’è anche il figlio che t’aspetta! Sveglia, dunque! Abbiamo fretta! Per la manica ti tiro!
SIDO’ – Dorme sodo come un ghiro.
DOREMI’ – Sono proprio sconsolata. Non ho idee nella cocuzza.
SIDO’ – Sento puzza di un imbroglio. Ci scommetto e non mi sbaglio: lo zampino c’è di quella Mariposa, la canaglia! 
DOREMI’ – Non si sveglia! Che si fa?
SIDO’ - Tira fuori dalla borsa il regalo originale, quei due fiocchi trasparenti, saran utili a qualcosa .
DOREMI’- Ecco qua, non so che farne. Li rigiro nelle mani, li palleggio, li trastullo. Temo sia un dono fasullo.

XVIII scena 
personaggi: DOREMI’, SCIMMIA, FASOLLA’ che dorme
FORTUNA – Oibò! che vedo! Finalmente un par d’occhiali! Quale sorte fortunata! Qual destino luminoso!
DOREMI’ – Chi sei tu, che spunti fuori dalle tende? Eri nascosta?
FORTUNA – Lo confesso. Ti spiavo. Tu possiedi la risposta alle mie tristi vicende. Se alla scimmia qui presente tu regali questi occhiali, ti rivelerò la soluzione dei tuoi mali.
DOREMI’- Sono furba, non son tonta. Prima parli e poi il regalo.
FORTUNA – Il ragazzo è dormiglione sol perché lo abbiam drogato. La tisana col sonnifero ha bevuto ieri sera. Non lo sveglia un boato. Il regalo ho meritato.
DOREMI’ – Nient’affatto. Non mi basta. Ora tu prometti e giuri che alla prossima occasione nella tazza metterai non la polverina magica che procura il sonno sodo, ma cannella e cioccolato, pepe blu e panpepato.
FORTUNA – Io ti fò giurin giuretto. E gli occhiali me li metto! Che sollievo! Vedo intero! Finalmente le magie mi verranno tutte tonde, non a pezzi e un po’ sbilenche!
SIDO’ – Procediamo nella storia! Quante ciance, questa scimmia! Il papà deve svegliarsi e ritrovare la memoria. 
DOREMI’ – La prossima tappa del nostro racconto fa uscire la scimmia felice e contenta. Come SIDO’ saggiamente rammenta mi resta da dire la formula magica: tricche ballacche formine pizzacche.

XIX scena 
personaggi: DOREMI’ e la conchiglia 
SIDO’ – Che meraviglia!
DOREMI’ – D’oro e d’argento è apparsa una conchiglia! 
(la conchiglia emette bellissimi suoni)
DOREMI’ – E non solo è assai preziosa, ma risuona in sinfonia! E’ un concerto, è una poesia!

XX scena 
personaggi: DOREMI’ e la regina MARIPOSA
MARIPOSA- Cosa senton le mie orecchie! Note dolci e risuonanti! Son ruscelli, sono canti. Che cos’è che li produce?
DOREMI’ – E’ un prodigio musicale, non ce n’è un altro eguale.
MARIPOSA – Per la collezion reale voglio questa rarità! La pretendo a tutti costi, io la voglio oppur son botte.
DOREMI’ – A me basta un’altra notte.
MARIPOSA -Tutto qui? Io ti voglio accontentare. Quel che chiedi è una quisquiglia, dammi in cambio la conchiglia.
DOREMI’ – Siam contente tutte due. Per uscire a prepararmi, giro a destra la maniglia.

XXI scena
personaggi: la regina MARIPOSA, la SCIMMIA
MARIPOSA- Scimmia brutta, scimmia strana. Vammi a prender la tisana. Quella sciocca mercantessa vuol di nuovo un’altra notte, ma io ancor la faccio fessa.
FORTUNA – Mia signora, io obbedisco, la bevanda è pronta già. (se sapesse che l’inganno… dal timor rabbrividisco!)
MARIPOSA – Me ne vo’ con la conchiglia, mentre sciogli la pastiglia nella tazza, scimmia pazza.

XXII scena 
personaggi – FASOLLA’, la SCIMMIA
FORTUNA – Dunque or nella bevanda devo metter cose buone, niente polveri maligne, io mantengo le promesse. 
FASOLLA’ – Che dormita mi son fatto, son ancor un po’ intontito. Mi è venuto il giradito! E non solo! Ho nell’occhio un orzaiolo!
FORTUNA – Sono qui per porre fine alle tue tristi magagne. Or sul naso ho l’occhiale, e ogni mia magia vale. Se tu bevi la pozione, già la smetti con le lagne, ed intoni una canzone.
FASOLLA’ – Fa sol là! E’ un miracolo, è un portento ! Così bene io mi sento, canto trillo, io gorgheggio, con la voce fo’ un arpeggio! Mi è tornata la memoria, mi ricordo la mia storia! 

XXIII scena 
personaggi: DOREMI’, FASOLLA’ 
DOREMI’ – Maritino adorato! Ti perdono, smemorato! Festeggiamo il lieto fine, intoniamo un canto insieme, che trionfi il puro amore, son felice di esser qui, do re mi do re mi do re mi!
FASOLLA’ – Mia sposina avventurosa, mi hai salvato da MARIPOSA, che di bile morirà, fa sol la fa sol la fa sol la!
SIDO’ – Genitori canterini, se in abbracci musicali e in sollazzi genuini, or vi scopre la regina, si scatena la sua ira, ci riduce in pezzettini. Feste e balli rimandate, or scappiam a gambe levate!
FASOLLA’ – Di chi è la saggia voce che a fuggir ci dà consiglio?
DOREMI’ – Maritino! E’ nostro figlio!
FASOLLA’ – Quale gioia, qual sorpresa! mentre corro a più non posso, mi commuovo fino all’osso!

XXIV scena 
personaggi : la SCIMMIA con la gabbia e la conchiglia, a seguire la regina MARIPOSA
FORTUNA – Miei colombi innamorati, aspettate un momentino! Ora che io vi ho aiutati, mi dovete un favorino! Se non mi prendete appresso come vostra salvatrice, la regina mi riduce in poltiglia, in bricioline. Con me porto la conchiglia, come dono per le nozze, porto anche - l’ho rubato sul più bello - quella gabbia col fringuello. Pietà, aiuto, son la vostra salvatrice!
MARIPOSA – Scimmia ladra, traditrice! Mi han lasciato tutti sola, mi han punita della mia gelosia. Non mi resta altro da fare che sedermi in un cantuccio e le unghie rosicchiare.

XXV scena 
personaggi: DOREMI’ con in braccio SIDO’, FASOLLA’ con in braccio la SCIMMIA.
Tutti – Siamo al fine giunti qui - do re mi do re mi - questa storia già si sa - fa sol la fa sol la - si conclude con un coro, a tre voci ma però – si do si do - la famiglia si è riunita, papi, mami, baby e poi? Pur la scimmia sta con noi! Do re mi fa sol la si do. E’ il finale, state attenti - si la sol fa mi re do - vivran cent’anni felici e contenti.

FINE