Ogni nato è destinato
Commedia brillante in due atti di
Giovanni Allotta
Personaggi
Pino Capo famiglia
Grazia moglie
Ninetta figlia
Prete
Zingara
Camilla amica di Grazia
Dottore
Mimmo padrone di casa
Prefazione
Pino è fissato col destino. Qualunque cosa gli capiti, crede che sia stato
segnato dalla sorte. Durante un litigio con la moglie, vede passare un topolino
da una parte all’altra della stanza. Si spaventa maledettamente. Nonostante le
donne abbiano posizionato una trappola per casa, non riescono ad acchiapparlo.
Grazie ad un’amica di Grazia, trovano la soluzione per fermare il topo. Pino,
tornato a casa dopo una corsa, racconta un particolare che gli era capitato e
felicemente svela di non essere più fissato col destino. Proprio mentre tutto
sembrava essersi risolto, entra la figlia e nota che…
(La scena si svolge in sala da pranzo con tavolo, sedie, quadri, un divano, una
poltrona, un mobile. Sulla parete centrale o laterale, appeso un calendario. A
destra, c’è l’uscita che da accesso agli attori, nella casa. a sinistra, la
porta per andar fuori casa. Grazia, la moglie, con una pezza pulisce la stanza.
infastidisce Pino seduto sulla poltrona che legge il giornale, che si siede sul
divano. Grazia, va a spolverare nel posto in cui è seduto Pino che indietreggia.
Grazia lo segue spolverando ogni centimetro che Pino indietreggia, fino a farlo
uscire dal divano. Pino innervosito va a sedersi sulla sedia. Durante il primo
atto, Pino avrà sempre la tosse)
GRAZIA
Ti sposti, che devo pulire?! (Spolvera, la sedia. Pino va su un’altra sedia e
Grazia spolvera) ti sposti che devo pulire?! ( Pino ha colpi di tosse. cambia
diverse sedie e Grazia, ripete sempre la stessa frase) ti sposti che devo
pulire?
PINO
(Nervoso) Buttana della principessa papillon! Sembri il grillo parlante (Ripete
col muso storto) ti sposti che devo pulire? (con rabbia, con la stessa cantilena
della moglie) ci divorziamo che voglio campare?!
GRAZIA
Divorzio con pi a ce re! Ci tengo a precisare, a casa è mia, la macchina è mia,
il garage è mio. Se mi lasci, mi devi dare il mantenimento, affitto da pagare. E
poi, devi campare a me, e tua figlia. Quello che ci perdi sei tu, non io!
PINO
(Confuso, ci pensa su) sai che ti dico? Non divorziamo più, è meglio! (Ironico)
e poi, un’altra moglie rompiglioni come te, manco se la invento c’è! (tra i due
si fanno dolci versi d’amore) trottolino amoroso…
GRAZIA
(con dolcezza) dududu dadada...(Pino riprende a leggere tranquillo. Colpo di
tosse. Grazia riprende a disturbarlo, pulendo dove lui si trova) ti sposti che
devo pulire?
PINO
(Adirato) mi devi disturbare per forza! Ognittanto che decido di rilassarmi
perché non lavoro, tu devi per forza disturbarmi!
GRAZIA
Ognittanto? Tu, è da una vita che non lavori!
PINO
La colpa è mia, se il lavoro si è estinto? …colpa della gente, che se n’è
approfittata quando ce ne stava assai. Gli scienziati lo dicevano sempre
“lavorare troppo nuoce alla salute e uccide il futuro. Lavorate di meno oggi, ve
lo ritroverete domani” l’essere umano è cretino. Lavorava da mattina a sera e
ora che il lavoro si è estinto, sono tutti depressi. Vedi io? Lavoravo
giustamente 8 ore al mese, e sono fresco e pettinato che leggo il giornale.
GRAZIA
Si, però i debiti ci stanno mangiando! …ragione aveva mia madre quando mi
diceva, l’amore non è tutto rose e fiori. Guardo te, mi rendo conto che ci
stanno anche le spine! (Stufa) Ti sposti che devo pulire!
PINO
Dico, per forza ora devi pulire ogni centimetro cubo, dove io mi trovo? Sei una
maniaca della pulizia! (Tosse)
GRAZIA
I germi non si vedono, ma si trovano dappertutto. Per evitare che ci contagia
una malattia invisibile, pulisco casa, in tempo reale.
PINO
Io invece, ho sentito alla radio che gli anticorpi s’attaccano ai neuroni e, si
rischia di perdere il cervello…lo dico per te, vedi e diventa una pazza!
GRAZIA
(Posa la pezza, prende una insalatiera e si mette a sbucciare patate) pazza io?
Visto che sono pazza, vai a fare in culo tu e le pulizie. Se ti colpisce la
malattia invisibile, ti puoi far curare da quella cosce lorde di tua sorella,
ch’è pazza che non trova marito!
PINO
(La minaccia col dito) Tu pazza a mia sorella, non glielo dici va bene?
Rimangiati quello che hai detto, se no, (Col dito indica il cielo) ti spedisco
da quella zoccola di tua madre.
GRAZIA
(Si innervosisce. Si alza lentamente, contorcendosi il viso dalla rabbia) mia
madre, era una santa donna! Solo perché ha tradito mio padre 40 volte col
portiere, tu zoccola non glielo dici, va bene? (Guarda in alto e si fa il segno
della croce)
PINO
Ora capisco perch’è morta. Visto che le piaceva incassare rigori, è stata
espulsa. (Segno verso il cielo)
GRAZIA
(Triste) Mia madre, era una donna di carità. Aiutava i bisognosi. Parli di mia
madre, e di tuo padre? Quando ha deciso di crearti, aveva i piritozoi scaduti e
sei nato tu. Cretino,menomato e ti spaventi della tua ombra. Vergogna!
PINO
(Alza voce, dalla rabbia) senti, mi puoi dire di tutto, ma che ho paura della
mia ombra, no! se tu sapessi il coraggio che ho, ti pisceresti di sopra, dalla
paura! (Tosse)
NINETTA
(entra la figlia con foglio di carta in mano) la piantate di litigare? E mai
possibile che nemmeno posso scrivere in pace, che mi fate confondere. Abbiate un
po’ di rispetto, per chi è innamorato! (Esce)
GRAZIA
La colpa è di tuo padre! Comunque, non parlo più. È fiato sprecato. (Riprende a
sbucciare le patate, canticchiando sottovoce. Pino legge il giornale. Dopo poco,
passa un topolino da una estremità all’altra della stanza. All’impatto, si
spaventa) Pino, un topo c’è! (Pino balza in piedi sulla sedia o poltrona dove
egli si trovi, urla come un forsennato. Grazia lo guarda, meravigliata) tu? Tu,
sei quello che…(Inizia a ridere. Entra Ninetta)
NINETTA
Ehi, ma che sono ‘ste voci?
GRAZIA
(Ridendo) no niente, tuo padre…ha paura dei topi! (Riprende a ridere)
NINETTA
Porca miseria, c’è bisogno di gridare così! Mi pareva che fosse morto qualcuno.
Fate silenzio, devo scrivere. (Esce)
PINO
(Ancora in piedi, traumatizzato dallo spavento) che ci ridi, capra! (Grazia
continua a ridere, da non riprendersi) Grazia, la smetti di ridere? Se scendo,
ti do un colpo di grazia!
GRAZIA
(Si riprende un po’) ahi ahi, non ce la faccio più dalle risate. Hai ragione
che, appena scoprivo il tuo coraggio, mi sarei pisciata sotto…si, ma dalle
risate! (Riprende a ridere. Pino sulla sedia) Scendi mister muscolo, non c’è
più. (Si asciuga le lacrime dalle risate) di tutto m’immaginavo, ma che ti
spaventavi dei topi, no!
PINO
Non mi spavento. È solo che mi ha preso alla sprovvista, e mi è venuto un colpo
al cuore. (Tosse)
GRAZIA
Se non ti spaventi, scendi dalla sedia e stai tranquillo a terra.
PINO
Ti volevo raccontare un sogno. Da quassù, me lo ricordo meglio. (Grazia, si
risiede a pelare patate. Ha degli scatti di risate, ma si trattiene. Pino sta
per parlare, ma lei ride. Lo fa per diverse volte, Pino si stufa) mi fai parlare
si o no? (Grazia fa cenno con la mano che può andare, Pino sta per parlare,
Grazia esplode a ridere. Pino la guarda con mano ai fianchi) appena finisci, me
lo dici.
GRAZIA
(Si riprende) Scusami Pino. quando mi capita una cosa strana, penso e ci ripenso
e rido sola! Comunque vai. Racconta!
PINO
Sai, stanotte ho sognato che mentre mi trovavo a lavoro, mi è capitato di…
GRAZIA
Che lavoro era? Da quant’è che ti conosco, non hai mai lavorato!
PINO
Lo sai che il mio mestiere era il muratore. Vedi? Ritorna il fatto
dell’estinzione. I muratori, si sono estinti con i dinosauri. Oramai per vedere
un muratore, si deve andare al museo delle catacombe. Là, bello mummificato con
la sua cazzuola. Comunque, mentre lavoravo, sono entrato nella stanza del datore
di lavoro e mi è caduta in testa, una pietra. Poi, mentre mi stavano portando in
ospedale, l’ambulanza ha fatto un incidente. Mi ricordo che stavamo precipitando
da una montagna. Mentre precipitavo, sono atterrato nel letto. Meno male che mi
sono svegliato, altrimenti morivo sonnambulo! …secondo te, che significa?
(Tosse)
GRAZIA
Forse, può significare il fatto che sei stato licenziato, oppure trattasi della
crisi. Boh! Sinceramente, non lo so.
PINO
Secondo me, la pietra che mi è caduta in testa dentro la stanza del capo,
significa la botta che ho preso quando mi ha licenziato! Il fatto che son
precipitato con l’ambulanza dalla montagna, …può essere significa che sono
destinato a morire?
GRAZIA
(Esausta) ti sei fissato col destino! Ha da un periodo di tempo, che ti sei
fissato. Ognuno di noi è destinato…ti vuoi levare il dubbio? Chiama al prete e
te lo fai spiegare. (Pino ha paura a scendere, lo fa guardingo) Pino, perchè hai
paura a scendere? Per caso, hai paura del topo?
PINO
Io paura? Quando mai! Scendo piano, ho paura che se passa il topo, ci metto i
piedi addosso e lo faccio fritto! (Tosse. Si prende di coraggio e va al
telefono. Digita) pronto? Sono Pino Baretta. Vorrei parlare col parroco.
VOCE FEMMINILE al telefono
(Con voce telefonica) Attenda un attimo che glielo passo. (Parte per 50 secondi
la canzone “ Prisencolinensinaiciusol” di Celentano)
PINO
(Stufo) già, l’avevo scordato che abbiamo il prete ballerino! (Grazia segue i
bassi della musica con la testa, poi si alza e balla a ritmo di musica…)
PRETE al telefono
Pronto caro Pino. che c’è?
PINO
Buongiorno prete! Ogni volta che lo chiamo, lei mi fa sentire sempre la musica.
si deve convincere ch’è un prete, no ballerino! (Tosse)
PRETE al telefono
Io amo la musica! sappi che Dio vuole la gioia nei suoi figli. Io, sono un prete
ballerino e dono gioia. Comunque, che vuoi?
PINO
Le volevo dire una cosa importante. Posso venire in chiesa?
PRETE al telefono
Stavo giusto per uscire. Passo io da casa tua. A fra poco.
PINO
Grazie padre. L’aspetto! (Chiude chiamata. Tosse) dice che sta arrivando.
Intanto che l’aspetto, mi continuo a leggere il giornale. Oroscopo. Vediamo cosa
esce oggi…Vergine! (Legge) Lavoro: oggi sarà per voi, una giornata di intensa
attività lavorativa
GRAZIA
(sempre pelando patate) effettivamente è vero…dal troppo lavoro che fai, hai la
lingua sudata!
PINO
(La manda a quel paese con un gesto di mano. Riprende a leggere) Amore: stanotte
stringetevi alla vostra compagna, e soddisferà i vostri desideri più intimi con
intense effusioni. (Grazia alza lo sguardo verso Pino, il quale le fa gli occhi
dolci, con allusione. Dopo qualche secondo di mimica)
GRAZIA
Inutile che mi guardi così, stanotte puoi andare a coricarti con cane e, le
fusioni te le fai far da lui!
PINO
(le fa smorfie di disappunto) Salute: oggi, sarà un giorno particolare.
raggiungerete il boom di salute. (Tra se) boom di salute? Che significa?
GRAZIA
Significa, (Con le braccia larghe, mima uno scoppio) scoppi di salute e, ti
togli di mezzo le palle dei miei occhi!
PINO
(Pino fa gli scongiuri. Sfoglia pagina e legge. Tosse) operaio edile, cade da
impalcatura dal terzo piano, resta illeso. Prende auto per tornare a casa e
all’incrocio muore in incidente stradale. Colpa del destino o strane
coincidenze? …poverino, anche lui come me è nato destinato.
GRAZIA
Ognuno di noi è destinato. Mia madre diceva, prima di nascere noi, nasce il
nostro destino. Sarà vero? Boh! (Si alza, va nel mobile e non trova pane) Pino,
manca il pane. Vai tu a comprarlo?
PINO
Aspetto che viene il prete, e poi vado. Perch’è già ora di pranzo?
GRAZIA
No, sono le dodici meno cinque. Però, inizio a preparare.
PINO
(porta mano in testa) Vero! Ci sto pensando adesso. Sabato a mezzogiorno, mi
dovevo vedere con un amico, per lavoro. A proposito, oggi che giorno è? ho perso
il conto.
GRAZIA
(Si avvicina al calendario) oggi è Lunedì 31. finisce il mese…(si mette mano nei
capelli) Buttana della madre della sorella di mia cugina di secondo grado, già
siamo a fine mese! Come cazzarola fanno a volare i giorni? Boh!
PINO
Fra 4 minuti, quella iena del padrone di casa, chiama. (Prende calendario dalla
parete) per lui il mese finisce il trentuno? (Strappa dal calendario il 31) io
lo strappo! Così se lui viene, gli dico che si sbaglia, il nostro si ferma a 30!
GRAZIA
Si però, ci sono mesi nel calendario che finiscono di trenta! (Pino strappa
anche il 30) si però sto pensando, Febbraio finisce di vent’otto!
PINO
(Strappa metà calendario fino al 20) va bene fino al venti? Ci facciamo il
calendario personale, senza fine mese. Tutti i poveri disperati come noi, ci
ringrazieranno che non arriveranno a fine mese…muoiono prima! (Pensa) tre minuti
e chiama, ‘sto infame! (Guarda il cielo) caro Signore, posso capire che hai
inventato tanti mestieri per creare il mondo più bello. Proprio il padrone di
casa dovevi inventare? che rompe i …(Allude alle parti basse)
GRAZIA
(Bussano. Va ad aprire. Il prete resta sulla porta, silenzioso. Prende dalla
tasca un cellulare, lo esibisce) Padre, ma che ha? Si sente male?
PINO
Pare che non lo conoscessi. Lo sai, che gli piace fare l’entrata ad effetto
musica (Il prete gli fa “ok” a Pino) vediamo che musica ha oggi.
PRETE
(esibisce il cellulare, lo pigia e parte per 40 sec. “boombastic di shaggy”.
Cammina in modo sensuale come la canzone, gira intorno ai due. Poi stacca) Pace
e bene, fratelli miei! Vi è piaciuta la mia nuova canzone?
GRAZIA
Bella veramente! Ci mancava che sarebbe entrato col panierino e si metteva a
vendere, “l’ova l’ova…l’ova l’ova”
PRETE
Dai, non vi potete lamentare di avere un prete giovane e ballerino! (fa qualche
movimento da ballerino)
PINO
Lasciamo perdere il balletto. Parliamo di cose serie. Padre, volevo sapere il
significato di un sogno. (Tosse. Il prete lo invita a raccontare) ho sognato,
mentre mi trovavo nella stanza col capo, una pietra mi cadde in testa. Di corsa,
mi hanno portato in ospedale, in ambulanza. L’autista doveva essere orbo e siamo
precipitati dalla montagna. Per mia fortuna, era un sogno. Ora le chiedo, questo
sogno, significa che devo morire precipitato?
PRETE
Che c’entra la morte precipitata I sogni, possono avere diversi significati.
Ognuno l’interpreta come vuole.
PINO
Si però, anche l’oroscopo mi ha detto che scoppierò di salute…
PRETE
…aspetta aspetta! chi te l’ha detto che scoppierai di salute?
PINO
L’oroscopo!
PRETE
Te l’ha detto l’oroscopo? (Ironico) vi conoscete? Perché, l’oroscopo parla?
PINO
Non parla, legge! Oramai ci conosciamo, siamo amici! C’incontriamo ogni giorno
nel giornale!
PRETE
(Ride) Figliuolo, non dire sciocchezze! L’oroscopo non esiste. È una creazione
artefatta per condurci nelle tenebre e allontanarci da DIO! Siamo nati tutti per
morire un giorno!
GRAZIA
Mi scusi padre, se siamo nati per morire, allora perché nasciamo?
PRETE
Figliuola, siamo nati per vivere, ovviamente. La vita è l’inizio del nostro
cammino, la morte è la fine. Nel corso della quale, dobbiamo lavorare
assiduamente nella vigna del Signore, per guadagnarci la fede!
PINO
Io per comprare la fede a mia moglie quando ci siamo sposati…
PINO E GRAZIA
( sia Pino che Grazia, si girano di lato per non farsi sentire uno dall’altra e
dicono entrambi) maledetto quel giorno!
PINO
…non ho lavorato nella vigna del Signore, bensì, nell’orto (Con disprezzo) della
signora zoccolina. (Col sorriso sulle labbra) me lo ricordo ancora, era una
brava signora, faceva sempre la carità…come mia suocera col portiere! (Grazia lo
schiaffeggia)
PRETE
(seda l’ira di Grazia) fermi! Intendevo, il Signore ch’è in cielo. Il re dei re!
Bisogna amarlo come lui ci ha amati. E soprattutto, non credere agli oroscopi.
Dietro, si cela l’occulto. Abbi fede in Cristo Gesù. Solo lui è vita
PINO
(guarda orologio al polso. mette l’indice sulle labbra, invita al silenzio)
ssssssssssssss! Cinque, quattro, tre, due, uno…(Squilla il telefono)
PRETE
(Meravigliato) sei diventato veggente?
PINO
No, puntualmente. Mezzogiorno spaccato, quattro parole. il- padrone –di- casa.
Grazia, rispondi. (Grazia sta per prendere il telefono. Tosse) togli il
vivavoce. Mi scoccia ascoltare la voce della (Con disprezzo) bestia!
GRAZIA
(Pigia un bottone, come a spegnere il vivavoce. Incitata da Pino, risponde)
Pronto? – buongiorno signor Mimmo. – chi mio marito? Un attimo che glielo passo.
PINO
(sottovoce la sgrida) Cretina, digli che non ci sono dentro.
GRAZIA
Mi dispiace, mio marito mi sta dicendo che non è in casa. Come? allora parla con
me? sposta la cornetta dal viso, disperata) Vuole parlare con me! che faccio?
PINO
Digli che sei uscita pure tu!
GRAZIA
Signor Mimmo, sono uscita anche io. Ero convinta di essere in casa, ma ho visto
che sono uscita. Vero, non sto scherzando! Non mi crede ora, le passo il prete e
glielo dice lui. (costringe il prete ad andare al telefono, viene spinto da
Pino)
PRETE
(Impacciato) si, pronto? Si si, non sono in casa. Si vero. Ne ho…la certezza …perchè…li
ho davanti gli occhi (Chiude il telefono) vi rendete conto quello che mi fate
fare? Mi fate peccare! (Irrequieto) devo sbrigarmi, mi devo confessare. Devo
ripulirmi dal peccato! No, io per voi non ci vado all’inferno.
PINO
Padre, mandi all’inferno quel cornuto del padrone di casa. Almeno, gli prendon
fuoco le corna. Sa che non c’è lavoro e non posso pagare, perché ogni fine mese
chiama a mezzogiorno e fa casino per telefono? (Tosse)
PRETE
Lui ha ragione, voi avete ragione. Io sono in peccato! Si si, peccato, peccato
telefonico! Fatemi andar via. Vado a purificarmi l’anima e pure l’orecchia. Pace
e bene fratelli! (Scappa via)
GRAZIA
(Disperata) Pino, non ne posso più con questa vita. Dalla mattina alla sera,
sempre boccate amare, sempre! Dico, invece di stare dentro a fare il disoccupato
pigro, esci e vedi di trovare un lavoro da disoccupato felice. Lo capisci che
abbiamo troppi debiti? Prima o poi, quello ci butta fuori!
PINO
Tu hai ragione cara mia, rompiglioni! Non so a chi chiedere per un lavoro. Dai,
esco lo stesso e vado a trovare a quel mio amico (Si sta per avviare ad uscire.
Entra Ninetta)
NINETTA
Aspetta papà! In italiano sei bravo? (Pino annuisce) allora veni, mi devi
aiutare a fare una lettera.
PINO
(Alla moglie) Vedi? È destino che non devo andare a lavoro! Ninetta, che ti
serve? (Passa dalla stanza, il topolino. dalla paura balza sulla sedia, gridando
peggio di una donna. Grazia e Ninetta, osservano meravigliate)
GRAZIA
Ninetta, ti rendi conto che tuo padre grande e grosso com’è, si spaventa di un
topo? Dovessero entrare ladri vestiti da topi, quello ci fa svaligiare tutta
casa!
PINO
(Spavaldo) chi io? Mi son messo ad urlare, per farvi spaventare! (Ride) ho
affrontato animali, per dieci volte più grandi di me e, dovrei spaventarmi di un
topolino? Ahahahahha, stai zitta, femminuccia! Non fare capire a tua figlia, che
mi spavento. Sono un uomo, non ho paura di nulla!
NINETTA
(Ripassa il topolino che attraversa la stanza, da lato a lato) papà guarda, sta
passando di nuovo il topo! (Pino salta ancora una volta sulla sedia e urla, come
un forsennato. Ninetta si ammazza dalle risate, assieme a Grazia)
GRAZIA
(Aiuta il marito a scendere dalla sedia) scendi dalla sedia, uomo del monte
PINO
( ha paura a scendere) no, ho paura se passa di nuovo! (Tosse)
GRAZIA
Scendi, femminuccia! (Pino scende dalla sedia, resta guardingo) Ninetta, esci a
comprare la trappola per topi. (la figlia è irremovibile. Pino si siede e dalla
paura, trema. Lo coccola) Calmati Pino. Manco se avessi visto un coccodrillo.
Ora capisco tutto. hai la paura dei topi!
PINO
Purtroppo sono nato, topofobico! È più forte di me, quando vedo un topo
io…io…(Tosse)
NINETTA
(Grazia annusa in aria, odore sgradevole) mih, che puzza di fogna! mamma, apri
la porta che gira l’aria.
GRAZIA
Si, c’è veramente puzza. (Va ad aprire la porta) Caro Pino, sappi che chi è
destinato ad avere paura di qualcosa, gira e rigira è destinato ad averlo sempre
tra i piedi.
PINO
Altro che tra i piedi, in mezzo le cosce! Mi son cacato sotto! ( esce dalla
stanza con gambe divaricate, tossendo. Le donne si tappano il naso)
GRAZIA
(prepara verdura da pulire) dovrebbe essere la donna a spaventarsi, è invece è
l’uomo. Mah! Ninetta, esci e vai a comprare la trappola! Se non lo prendiamo a
quel topo, finisce che combina danno in casa. Capito?
NINETTA
Ora ci vado! Prima, ti dico una cosa. Mamma, sono innamorata di un ragazzo.
GRAZIA
Ci mancherebbe che ti piacesse una ragazza! (Gioiosa) chi è, ‘sto ragazzo?
NINETTA
Si chiama Alfonso. Non è del paese. Sta a Palermo. Ti volevo chiedere consiglio.
Invece di mandargli i soliti messaggi nel cellulare, sai che sono una ragazza
all’antica. Gli vorrei mandare, una lettera d’amore, come si faceva un tempo.
Secondo te, gli piacerà?
GRAZIA
Brava Nina. L’idea della lettera, mi piace! Una volta, i fidanzatini si
scambiavano lettere d’amore. (Fa un lungo respiro) Bei ricordi
NINETTA
Vorrei un aiuto, un consiglio. Vorrei scrivergli una bella lettera profumata,
piena di dolci parole. Mi aiuti?
GRAZIA
Io? Mi dispiace vita mia, non posso. Sai che soffro di diabete analfabetico.
Diglielo a tuo padre che lui è un romanticone. A me, sai quante lettere mi
scriveva? Una montagna! Belle, veramente belle ricche d’amore.
NINETTA
Chiamalo. Digli se mi aiuta!
GRAZIA
(Urla da seduta) Pino…Pino! le hai cambiate le mutande?
PINO f. s.
Ancora no. Perch’è?
GRAZIA
Cambiale di corsa. Devi aiutare tua figlia a scrivere una lettera d’amore
profumata. Sbrigati! (Alla figlia) il tempo che li cambia, e arriva.
NINETTA
Mamma, secondo te è vergogna che una persona innamorata, non trova le parole per
scrivere una lettera d’amore?
GRAZIA
Ma che dici! Tutti i ragazzi e ragazze che non sanno scrivere poesie, che fa,
non amano? L’amore, mica si manifesta con la poesia. Coi fatti!
NINETTA
Secondo te, se dico a papà di aiutarmi, Alfonso lo noterà che le parole della
lettera, non sono mie?
GRAZIA
Ora, gli parlo io con tuo padre e, gli dico che lui deve scrivere la lettera,
come se fossi tu a parlare!
PINO
(Entra sistemandosi la camicia, dentro i pantaloni. Tosse) di cosa si tratta?
GRAZIA
Pino, ascoltami bene. Tu, hai tutti i difetti del mondo, però, quando lasci
parlare il cuore, non esiste persona più romantica di te. Ninetta, deve scrivere
una lettera al suo moroso, però non trova le parole giuste. La puoi aiutare tu?
PINO
Certo! Scrivere poesie d’amore, è pane per i miei denti! (con aria spavalda,
scansa la moglie per andare da Nina) Levati di mezzo, scarabocchio primitivo!
(Si siede accanto la figlia) Ninetta, non potevi avere maestro migliore di
poesie. (Guarda in aria, per ispirarsi. Grazia si siede a pulire verdura)
carissimo amore mio…un momento, come si chiama?
NINETTA
Si chiama Alfonso!
PINO
(Si arrabbia) già il nome, non mi piace! Uno che fa rima con stronzo, accanto
mia figlia, non lo voglio!
NINETTA
Papà, ma Alfonso è bravo!
PINO
Io, uno stronzo che fa il bravo, non l’ho visto mai. Contenta tu! (Si risiede.
Tosse)
GRAZIA
Perché ti lamenti? Allora tu, che ti chiami Pino e fai rima con cretino, io ti
ho sposato lo stesso? (Ninetta con gesti, asseconda la madre)
PINO
(Adirato) Sorvoliamo! (Torna poetico. Ninetta scrive)… carissimo amore mio
Alfonso, ti scrivo per dirti che ti amo e ti amerò, fino che ci sarò…
GRAZIA
Ninetta, allora? Il moroso è tuo, o di tuo padre? Mi hai detto che Alfonso non
deve sapere che la lettera, la detta tuo padre! Se scopre che la scrive lui, si
arrabbia e fa lo stronzo, Alfonso!
NINETTA
Vero! Senti papà, dobbiamo scrivere questa lettera con parole tue, ma col mio
amore. Cioè, lui non deve capire che la detti tu! Nel senso, la scrivi tu, ma
non la scrivi tu!
PINO
(Confuso) aspetta, dimmelo a stampatello che non ho capito!
GRAZIA
Cosa c’è di così difficile da capire. La scrivi tu, ma non la scrivi tu! (Pino è
confuso si gratta la testa)
PINO
Per favore, parlate in corsivo tutti e due e forse, capitò!
NINETTA
Papà, significa che la lettera me la detti tu, ma deve sembrare che la scrivo
io! Capito?
PINO
Finalmente! Tra te e tua madre, mi avete fatto sballare i neuroni. Parlando
potabile, si capisce tutto, oh! Pronta a scrivere Nina? (La figlia annuisce)
allora…caro amore suo, lei ti scrive pi dirti…(Nina non scrive) perchè non
scrivi?
NINETTA
(Adirata) Che vuoi dire con caro amore suo? Alfonso è solo mio. Non è di quella
zoccoletta della sua echisi. Capito?
PINO
(Stufo) Per caro amore suo, intendo tuo di te. Mi hai detto che devo scrivere
io, con parole tue. Se scrivo, caro amore mio, Alfonso gli sembra che sono
ricchionello. Invece, è giusto che io ti detti così, vai tranquilla! Vedrai che
dopo questa lettera, ti sposa sicuro sicuro! (Tosse)
GRAZIA
O si fa monaco!
NINETTA
Mamma ora basta! (Felice) dai papà, mi piace quello che dici. È sicuro che lui,
non capirà che l’hai scritta tu?
PINO
Sicurissimo! Alla fine, per farti stare tranquilla, ci metto anche la firma.
Vedrai che lui non lo capirà che ho dettato io. Contenta? (Ninetta è felice)
GRAZIA
Nina, mi sembri più minchiona di tuo padre! Comunque, la semente è quella! (Ninetta
ignora la madre e sprona il padre a dettare, lei scrive)
PINO
(Torna poetico) Caro amore suo…dalla prima volta che lei ti ha vista, ha perso
le papille gustative degli occhi. Il tuo viso è bianco come il latte. Il tuo
naso, bello come una ciliegia. Le tue guance, due arance rosse. La tua bocca,
due fragole spilungone. La tua lingua come la menta. Il tuo collo è leggero come
la lattughina…
GRAZIA
State scrivendo una lettera d’amore o, la lista della spesa? Non ho capito!
NINETTA
Mamma, per favore! Questa è pura poesia. Non interrompere! Papà, passiamo
avanti. (Pino gli fa cenno di ricordargli dove fossero arrivati) Siamo arrivati
alla lattuga, dai!
PINO
Ah si! …(Torna poetico) caro Alfonso, sei così dolce ma così dolce, che a luna
di miele confronto a te, è diabetica! Caro amore suo (Col dito indica Ninetta,
che scrive) prima che ti conoscessi, ero una solitaria principessa sul pisello.
Ora che ti ho incontrato, mi sento sbocciata come un fiore sul cactus!
GRAZIA
Questa me la chiamate, lettera d’amore? Nina, la tua intelligenza dove l’hai
scordata, nella monnezza?
NINETTA
Mamma, a me piace. A te non interessa! Continuiamo papy.
PINO
Continuiamo? Con lei che mi disturba? Basta, la mia cultura è sprecata in questa
famiglia. Basta, già mi sono scocciato! (Tosse)
NINETTA
Però non è giusto che la lasciamo a metà. Oramai si deve completare!
PINO
(Nervoso) mi spiace, l’endovena poetica mi è passata. Colpa di tua madre!
GRAZIA
Colpa mia? Il modo in cui scrivi la lettera, la chiami poesia? (Ripete con presa
in giro) “ il tuo viso come il latte, u naso come ciliegia. Le guance come
arance, le labbra come fragola” con tutta ‘sta frutta, appena quel ragazzo legge
la lettera, gli viene un attacco fulminante di diarrea!
NINETTA
Mamma la smetti! Ogni poeta ha la sua musa ispiratrice. Il papà per parlare
d’amore, s’ispira alla frutta. Vero papà?
PINO
Si vero gioia mia. Inutile dirlo a ‘sta citrolona di tua madre!
GRAZIA
Tu, sei una banana pensionata! (Pino s’innervosisce)
NINETTA
Ora basta! Papà, si deve continuare la lettera, dai!
PINO
Chiudila con baci, abbracci e arrivederci! (Tosse. Passeggia nervoso per la
stanza) anzi no, aspetta! Scrivi quello che ti detto…(Ninetta scrive) caro amore
suo, spero che le mie parole ti sono piaciute. Ti assicuro che le ho scritte io,
Ninetta. Mio padre mi voleva aiutare, ma quella capra di mia madre…
NINETTA
No papà, non posso scrivere che mamma è capra! (Grazia bacia Ninetta)
PINO
Scrivi quello che vuoi, importante che scrivi che la colpa della fine
dell’endovena artistica, è stata di quella mammifera di tua madre. Punto e
basta! (Ninetta nel frattempo che i genitori parlino, prepara la lettera per
andarla ad imbucare)
GRAZIA
Senti, mammifera c’è quella bestia di tua madre. Se fosse stata una santa donna,
invece che portarti alla luce, doveva lasciarti al buio! Tu saresti il maschio?
Se fossi in te, mi vergognerei a chiamarmi, maschio!
PINO
(Nervoso) Grazia, non offendere la mia mascolinità, se no mi arrabbio sai!
Io sono vero maschio! Tu, devi portarmi rispetto. Io, sono l’uomo di casa (Con
disprezzo) tu, la femminuccia. Io, sono chi comanda. Io, non ho paura ne di te,
ne di cento come te. Capito? (Passa il topo da una stanza a l’altra e Pino salta
sulla sedia, urlando. Le due donne lo guardano sorprese, ridendo. Pino piange,
impaurito. Scende. Ripassa il topo e risale di corsa, impaurito)
GRAZIA
(Pino ancora sulla sedia) mi scusi signor Maschio tra me e te, chi sarebbe la
femminuccia? (Ninetta e Grazia ridono)
PINO
(impaurito) ridete? C’è da piangere! …ehi, posso scendere dalla sedia? Soffro di
vertigini! …sicuro che non passa più?
GRAZIA
Scendi, non passa più! (Pino scende lentamente dalla sedia, sempre guardingo.
Grazia, scherzosamente gli urla) il topo c’è! (Pino risalta sulla sedia e urla.
Le due donne, si stramazzano dalle risate. Pino piange)
PINO
(Piange) siete due belle stronze! …invece di acchiapparlo, mi fate morire
d’infarto. Vorrei vedere se foste voi a soffrire, di topofobia. (Prende i soldi
dalla tasca) Nina, tieni questi soldi. Vai a comprare una trappola, subito!
GRAZIA
(prende i soldi dalle mani di Pino) Dammi, ci vado io.
NINETTA
Mamma, vengo con te così imbuco a lettera. (Le due donne si preparano ad uscire)
PINO
Aoh, ma che fate? Mi lasciate solo col topo? Ninetta, fami compagnia! (Le donne
escono) aspettate, ehi! …l’hanno fatto apposta, per farmi dispetto! (Tosse. Si
rivolge al cielo) Signore, mi hai creato bello. Occhi verdi, fisico bestiale,
cuore sentimentale. Però, mi hai creato cacasotto appena vedo i topi. Non si può
far nulla per rimediare? Dico, che ne so, darmi un paio di chili di coraggio. Io
ti amo buon Gesù, ti prego aiutami tu. Facciamo una cosa, se tu mi dai il
coraggio, faccio diventare mia moglie monaca. Va bene? Se mi stai ascoltando,
batti un colpo (Si sente un colpo alla porta. È incredulo. Alza la voce) se sei
tu, batti due colpi (due colpi alla porta) già qua! Ammazza, ha preso l’azzurro
espresso? come scendo? Ho paura! (Riguarda il cielo) Nella porta ho ricevuto i
segnali, significa ch’è arrivato il coraggio (Manda baci al cielo) Grazie Gesù.
Te la puoi prendere, mia moglie. (Scende. Fa le smorfie verso l’angolo dov’è
sparito il topo) Non ho più paura. dietro questa porta, il Signore mi ha portato
il coraggio. Puoi morire d’invidia da ora in poi, non mi spavento più. (Ride) …(
Apre la porta, vede una zingara. donna brutta vestita trasandata. Pelle
olivastra, con orecchini e turbante. D’impatto, Pino crepa dallo spavento,
urlando. Si tocca il cuore) aiuto! Altro che coraggio, mi è venuto la lucciola
nel cuore! Ahi ahi ahi ahi….
ZINGARA
(Accento straniero) Ciao signore! Tu, pecchè avere spaventato? Io no spaventato.
Io, avere bussato e…
PINO
…io avere cacato! (Entrano in casa. Pino dolorante, per lo spavento) Dico,
questo è il modo di presentarsi? Me lo potevi lasciare sotto la porta il
coraggio che, passavo e me lo prendevo. (Gli porge la mano) Forza, dammelo prima
che torna il topo della malora e, mi fa morire di spavento (Tosse)
ZINGARA
Tu volere da me coraggio? Io avere fame! Tu dare una cosa a me. ed io, poi dare
benedizione a te.
PINO
(Guarda il cielo) ah si certo! (Col dito indica il cielo) avevo promesso al
Signore, appena mia moglie rientra, si fa monaca. Capito? (Con gentilezza, la fa
sedere. Pino, gli si siede accanto) prego, si accomodi. (La zingara fa gesto che
ha fame) hai fame? (Quasi impacciato nel dirlo) gli angeli pure mangiano? levami
una curiosità... noi tutti, siamo abituati a vedere gli angeli belli e giovani,
ma tu…sei pensionata?
ZINGARA
Io pensione? No no. io avere fame. Capito? Se io non mangiare. Crepare tutta!
tu, aiutare me. io, avere fame! Gnam gnam
PINO
Perchè, in paradiso pure si mangia? (Tosse)
ZINGARA
Ma quale paradiso! La mia vita è un inferno. Per vivere, io chiedere elemosina!
Io, vivere per strada. Vivere sotto le stelle dentro le stalle
PINO
tu non sei…(Col dito indica cielo) ma sei una…(Con mano, fa segno di elemosina.
Donna annuisce. Con le mani fa una manipolazione come fanno i maghi, quando
fanno sparire qualcosa) pss…pss, sparisci! Via via…sin sala zizz!
Scomparisce…vai! (La caccia via) sciò sciò.
ZINGARA
Tu, perché cacciare me? io, non avere fatto nulla. Io, essere povera.
PINO
Tu avere malattia talebana. Per questo io a te, mandare a fare in cul. Sciò!
ZINGARA
(Donna inizia a gemere. Pino si fa prendere dall’emozione. Più l’ascolta, più
aumenta il pianto) io, essere stata sfortunata. Mio marito è morto tanto tempo
fa, ed io vivere con figli, chiedere elemosina. Se ogni giorno, non portare
niente a casa, loro morire…piano piano! (Pino esplode a piangere come un bimbo)
tu, piange pecchè avere un cuore?
PINO
No…io piange pecchè avere debiti! …(Si soffia il naso come un trombone) se
avessi soldi, ti aiutare. Invece non potrebbe aiutare, perché io avere
consumazione fino ai capelli. (Tosse)
ZINGARA
Ma io da te, non volere grandi cose. piccolo gesto, per me fare grande cosa.
Dai, tu dare una piccola cosa a me.
PINO
(Voce spezzata dal pianto) Vuoi una mela? (Zingara ad ogni cosa, dice no) una
pera…un’arancia? Allora, cosa ti posso dare cosa piccola?
ZINGARA
(Allunga la mano) dare mille euro!
PINO
(Esclama) Minchia! …
ZINGARA
Avere esagerato?
PINO
Avere bestemmiato dicendo mille euro! (Cerca la tasche) …manco più soldi ho.
vediamo cosa posso fare ( Esce e rientra con un sacchetto pieno. Mostra quello
che c’è dentro) ho messo una busta di latte, biscotti, zucchero, sugo e una
banana. Mi spiace sorella, di più non posso. (Piange) Perdonare me che io
piangere. Sono troppo emozionato!
ZINGARA
(prende il sacchetto e ringrazia) Grazie, grazie di cuore. Tu, molto gentile. Tu
cuore grande. Io a te, augurare tanta fortuna…(si blocca a parlare, lo fissa
negli occhi, come se vedesse qualcosa. Con le mani, gli afferra la testa, per
concentrarsi di più nel guardare gli occhi. Pino si meraviglia)
PINO
Perchè mi guardi? …ti piacciono i miei occhi verdi?... (Con vanto) lo so, sono
un sechis simbolo! Scusa, perché mi guardi? Mi vuoi per fidanzato? Mi spiace,
sono impegnato con un’altra zingara!
ZINGARA
(Lo scuote) silenzio che io concentrare dentro le palle delle occhi tuoi (Lo
lascia ed è molto dispiaciuta) io, aver letto una cosa molto brutta nei tuoi
occhi. Mi dispiace tanto!
PINO
Hai letto una cosa brutta? (La vede triste) cosa hai letto? Parla! Invece di
star silenziosa, dimmi cosa hai letto!
ZINGARA
(Con dispiacere) io, avere dono di leggere nel cuore della gente, attraverso
palle deli occhi. Mio è un dono che avere dato Dio!
PINO
Pure tu credi in Dio? Essendo zingara, cioè volevo dire, essendo morta di fame,
cioè comunque…pure tu, cattolica?
ZINGARA
Io cambiato diverse religioni. Ultima io ero una budda. Ora non più! io credo in
Dio. Ora io nuova persona, capito?
PINO
Si capito. Prima facevi la buddana, ora fai un’altra vita. Brava! …comunque (Con
allegria) In poche parole, cosa hai letto nei miei occhi?
ZINGARA
A me dispiacere dire, però…tu morire presto! (Pino si blocca qualche secondo) mi
dispiace, ma è così! Dai, non fare così. Quando è scritto nel destino, non
potere fare nulla! …tu, essere restato male?
PINO
(Torna sereno) no, ma che male! Tanto prima o poi tutti dovete morire, eh!
ZINGARA
No io, tu morire! Non scordare che dovere morire, capito? Non scordare!
PINO
(La spinge ad andar via) tranquilla non lo scordo. Per sicurezza, me lo scrivo
sul calendario. Almeno per quel giorno, non prendo impegni. Ora vai, vai in pace
sorella ( Tra se) vai vai sorella…vai a fare in culo! (Chiude la porta, resta
qualche secondo a pensare) devo morire?... quando mai! Lei che ne sa…un momento!
Se fosse vero?...ma no! e poi, uno che deve morire, lo ha scritto negli occhi?
Ahahahah, quante fesserie. lei credeva che io come un cretino, mi deprimessi,
piangevo (Ride) che stupida illusa! Un momento, si torna a parlare del destino,
quindi significa che io…ma che cavolo dico! Il prete dice, che non esiste il
destino (Ride, ma si assopisce fino a deprimersi. Va al telefono. Digita numero
e parla con voce afflitta) pronto? Sono Pino Baretta. Devo parlare col prete
VOCE FEMMINILE AL TELEFONO
Attenda un attimo che glielo passo! (Parte 30 sec. Di ritornello di “ senza e te
nun pozz sta di Gianni Celeste”. Pino si meraviglia)
PRETE al telefono
Pronto. Dimmi Pino!
PINO
(Piange) padre, sto morendo! Mi hanno detto che ho scritto la morte negli occhi.
Mi aiuti, padre! Mi voglio confessare. Mi serve conforto!
PRETE al telefono
Pino, Pinuccio mio. Stai tranquillo che non morirai. E poi, devi sapere, l’erba
cattiva non muore mai! Tra cinque minuti, sarò da te!
PINO
(Piange) Grazie padre. Faccia presto, prima che ghiaccio (Chiude telefono. si
asciuga le lacrime è disperato) porca miseria, proprio io devo morire? Con tanta
genti inutile che c’è al mondo, il destino proprio me doveva scegliere! È
verissimo, ogni nato è destinato! (tosse. Si siede e piange. Parla col topo che
non è in scena) Topolino, ti devo dare una brutta notizia. Sto crepando! Ti
conviene cambiare casa. Morendo io, nessuna si spaventerà più di te e poi, ti
annoi. (Si soffia il naso, poi con lo stesso fazzoletto, saluta il topo) Ciao
ciao, ti auguro lunga vita. (Passa il topo da un lato all’altro. Pino si
spaventa balza in piedi sulla sedia. S’innervosisce)
Ma vai a morì ammazzato! M hai fatto spaventare,brutto figlio di una topa
zoccoletta! Ti sembra che io muoio e tu no? ti sbagli! Ti, muori insieme a
me…anzi, tu per i cazzi tuoi, io per i miei! (Arrivano Grazia e Ninetta, con dei
sacchetti)
GRAZIA
(Vede Pino sulla sedia) che c’è Pino? è passato di nuovo il topo? Tranquillo,
(Prende la trappola e la mostra) all’amico nostro, gli facciamo la festa!
PINO
Finalmente! Almeno la smette di farmi venire infarti!
NINETTA
(Prende un pezzettino di formaggio dal sacchetto) tieni mamma. Mettigli un po’
di formaggio ed è sicuro che abbocca! (Grazia sistema la trappola) dammi, ci
penso io a sistemarla! (La sistema in un angolo delle pareti)
GRAZIA
Bene, così la piantiamo con questa storia del topo! …mi dispiace caro topolino,
ogni nato è destinato. E tu, sei destinato a morte sicura!
PINO
(Triste. Tossisce) a proposito di morte…inizia a vestirti di nero, perché la
morte mi sta venendo a trovare!
GRAZIA
Disgraziato, io alle mie amiche non posso invitarle, perch’è c’è carestia. Tu,
ai tuoi amici, si!
PINO
(Sempre più triste e lento) che hai capito? Fra poco, mi viene a prende a me la
morte! Me lo ha detto la zingara. Dice, dentro i miei occhi c’è scritto il mio
destino. (Piange)
NINETTA
Ma che dici, papà! Fra poco, mi chiama il mio moroso e poi che gli dico? Che mio
padre è morto? Faccio brutta figura, dai!
GRAZIA
( A Ninetta) Sta zitta, puffetta! Pino, fammi capire. La zingara ti ha detto che
devi morire? (Pino annuisce) dov’è che l’hai scritto? (Pino fa segnale negli
occhi) negli occhi? Vieni, che controllo(Pino va dalla moglie, la quale, cerca
di leggere dentro gli occhi di Pino)
PINO
Che c’è scritto?
GRAZIA
Non vedo nulla senza occhiali. Ninetta, vieni a leggere, cosa c’è scritto qua
NINETTA
(Guarda gli occhi di Pino) Non c’è scritto niente!
PINO
(Felice) allora, mi ha preso in giro la zingara? ‘sta buddana! (Grazia e Ninetta,
lo ammoniscono con gli occhi) nel senso di religione, no di mestiere!
GRAZIA
Non si legge niente, perché le parole sono state cancellate dalle lacrime.
Quindi, non possiamo saperlo se devi o non devi crepare! (Pino piange) non
cominciare a lamentarti! Ti vuoi togliere il dubbio? Mettiti il vestito del
matrimonio e ti chiudi nella stanza da letto. Dovesse venire la morte, ti fai
trovare pronto per partire. Se non viene, ti spogli. Va bene? (Pino la guarda un
attimo, perplesso, poi riprende a deprimersi) siamo messi bene! Abbiamo il morto
lamentoso! (Bussano) eccola! Va a prepararti, forza! (Apre ed entra il prete con
le cuffie attaccato ad un cellulare. Entra in stanza ballando) Padre lei qua?
Mio marito sta…padre mi sente? Ma che ha, un ictus?
PRETE
(Si stacca le cuffie) Pace e bene a voi, fratelli? Ascoltavo musica. la musica
degli angeli!
PINO
Visto che devo morire e devo andare lassù tra gli angeli, che musica è? me la
faccia sentire, così mi abituo!
PRETE
(felice ) Oh yes! (pigia sul cellulare e parte per 60 sec., la base di “Stayin’
Alive” il prete diventa John Travolta. Ninetta balla. Pino guarda)
GRAZIA
(infastidita) padre, stacchi ‘sta musica! (A Ninetta) e tu che balli, che sembri
una gatta morta! Vai di là. (Ninetta esce delusa) Allora padre, mio marito sta
male.
NINETTA
Esco a trovare, la mia amica. Ciao! (Esce)
GRAZIA
Non dare confidenza ai maniaci drogati, carcerati, scoppiati, superdotati e
menomati.
PRETE
Caro Pino, cara Grazia. Vedete la gioia e l’allegria che porta la musica? Dovete
sapere, anche la musica è preghiera! …quando si canta, si prega due volte!
PINO
Padre, (Tosse) lei dice che il destino non esiste, io ce l’ho scritto negli
occhi che sono destinato a morire! (Tosse)
PRETE
Ancora con ‘sto destino! Ti sei fissato, figlio mio. Sappi, la morte non la si
deve vedere come una tragedia, no! ma come una gioia. Tutti, un giorno torneremo
alla casa del padre.
PINO
Sinceramente il giorno non me lo ha detto, però mi ha detto che sono destinato a
morire (Piange. Grazia gli da fastidio il lamento di Pino)
PRETE
Stai calmo Pino. Chi ti ha detto che sei destinato?
GRAZIA
Dice che gliel’ha detto la zingara.
PRETE
(Ridendo, gli da una pacca sostenuta sulla spalla a Pino) Pino, tu credi a
quello che ti dice la zingara? (Pino annuisce piangendo con lamento)
PINO
Certo che ci credo. (Tosse) Lo ha letto…dentro i miei occhi. Ho gli occhi verdi.
Verde speranza, speranza morte(Scoppia a piangere. Grazia stufa)
PRETE
Ma che dici! Non credere a queste fesserie. allora tutti quelli che muoiono,
sono destinati? Ma finiamola! Non bisogna credere a maghi, fattucchieri,
zingari. Questi sono millantatori che ci allontanano dalla luce di Cristo! Pur
di strapparti un soldo, sono disposti a dire che diventerai ricco!
PINO
Il fatto (Tosse) che devo morire…me lo ha detto gratis! (Esplode a piangere)
GRAZIA
Ora basta con questo lamento! …mi faccia un regalo padre. Gli faccia l’estrema
congiunzione e me lo tolga dai piedi, a ’sto cadavere!
PRETE
La benedizione, ve la darei a tutti e due, con un colpo di bastone, qua! (Indica
la testa) abbiate fede in Cristo Gesù. Solamente lui è vita. Chi muore in
Cristo, avrà la vita eterna. Lode a Dio! Nessun uomo o donna è in grado di
prevenire il futuro. Solo Dio, ha la chiave della nostra vita. Quindi caro Pino,
mettiti il cuore in pace che non devi morire!
PINO
Allora, non sono destinato? Evvai! (Bacia il prete) Grazie padre!
PRETE
Non devi ringraziare me, devi ringraziare il Signore!
PINO
(Lo cerca in giro per la stanza) dov’è il Signore che lo ringrazio, dov’è? (Il
prete gli fa cenno del cielo) Grazie Signore, lei è un vero signore! Grazia,
bisogna festeggiare visto che non muoio più! (Colpi intensi di voce)
GRAZIA
Festeggiare? Con tutti i debiti che abbiamo, possiamo festeggiare coi bicchieri
vuoti! (Pino sempre più tosse)
PINO
Padre, grazie di cuore che mi ha convertito alla vita! (Gli tossisce in faccia,
il prete si asciuga) secondo lei, visto che non sono più destinato a morire, che
posso fare? (Tossisce, il prete lo allontana e si asciuga)
PRETE
Vai dal dottore e curati ‘sta tosse, se no, te la curo io con una insaccata di
legnate. io vado! Vi raccomando, domenica vi voglio vedere in chiesa. Va bene?
Diamo lode al nostro Signore. Evviva Cristo Gesù! (Grazia e Pino, danno il loro
assenso) Dio vi benedica (Va via)
GRAZIA
Facciamo come ha detto il prete. Andiamo adesso dal dottore, a quest’ora non
deve esserci nessuno! (Si mettono i giubbotti) sono pronta. Andiamo?
PINO
Pronto! (I due escono di scena. Parlano fuori quasi sottovoce, come a non
volersi far sentire dal pubblico) Grazia, stavo pensando una cosa…
GRAZIA fuori scena
Che cosa, Pino?
PINO f. s.
Siamo usciti di scena, senza nemmeno salutare…che ne so, un saluto a tutta
quella gente.
GRAZIA f. s.
Fregatene! Ha da un’ora che ti prendono in giro ridendo alle nostre spalle e ti
preoccupi che li abbiamo lasciati soli? Andiamo!
PINO f. s.
Si, hai ragione! Però, visto che c’è crisi e non possiamo permetterci un cane da
guardia, almeno ci guardano la casa, eh! Senti che facciamo, ora rientriamo e
gli diciamo che siamo dispiaciuti…almeno, li prendiamo in giro e rimangono a
guardarci la casa. Va bene?
GRAZIA f. s.
L’idea mi piace. Io, ti abbasso sempre la testa. Vai avanti, io ti copro le
spalle! (i due rientrano in scena con aria dispiaciuta ed imbarazzata verso il
pubblico, come due bimbi timidi. Lanciano sorrisini semplici)
PINO
(al pubblico con lentezza, quasi imbarazzato ) non ce ne stavamo uscendo senza
salutare, vero? (Grazia annuisce) noi, rispettiamo la gente come voi che ci
guarda. Poi, il fatto che ci guardate la casa è il massimo, vero? (Grazia
annuisce) Dico, noi perdiamo cinque minuti, Vero? (Grazia annuisce) dico, voi
fate la guardia alla casa. Se viene qualcuno, abbaiate! Vero? (Grazia annuisce)
comunque, dovesse venire a cercarci il padrone di casa, lo potete ammazzare.
Vero? (Grazia annuisce) non ve ne andate. se poi torniamo e non vi troviamo, ci
restiamo male. Vero?
GRAZIA
(Prende Pino con forza, lo trascina fuori scena) l’hanno capito! Ti pare sono
cretini come te. Andiamo! (Cala il sipario)
Fine primo atto
Secondo atto
(la scena è vuota, si sente suonare alla porta. Grazia apre ed entra Camilla,
amica di Grazia)
GRAZIA
(Felice) che piacere vederti! Ciao Camilla, come va?
CAMILLA
Ciao Grazia! (Si salutano) se non ti vengo a trovare io, tu manco lo sogno di
farlo. Scommetto, nemmeno ricordi più dove abito! (Le due donne si mettono a
sedersi)
GRAZIA
Certo che lo so! Se non mi sbaglio, stai sempre a casa tua. Vero?
CAMILLA
Brava, sto sempre a me casa!
GRAZIA
Vedi? Che lo so dove stai! (Ridono) ridiamo ch’è meglio. Dai, cosa posso
offrirti?
CAMILLA
Sono venuta a prendermi un caffè, pur di stare un po’ insieme. visto che è tanto
che non ci si vede.
GRAZIA
Mi sta facendo piacere vederti. Aspetta, che faccio preparare il caffè da mia
figlia. (Urla) Ninetta, prepara il caffè! Ti raccomando, non farlo acqua! …sono
contenta. (L’osserva) Ti vedo bene! Fai la dieta?
CAMILLA
No, ma che dieta. Cerco di mantenermi col mangiare. E poi, stando appresso ai
miei figli, dimagrisco per forza!
GRAZIA
Aspetta, non hai sempre un maschio ed una femmina? Non mi dire che sono sempre
piccoli!
CAMILLA
Oramai sono grandi, ma sono peggio del piccolino di quattro anni. Anche lui è
una peste! Corre per casa e rompe tutto!
GRAZIA
Hai un altro figlio? …allora, è vero tanto che non ci si vede. Come passa il
tempo! Sorella mia, si dice: meglio monelli che malati!
CAMILLA
Ah certo! Dico, quando mi rompe le cose, gli do botte nelle manine così impara,
ma non impara per niente. Cammina e rompe. Le cose vanno e vengono…tu che mi
racconti?
GRAZIA
Cosa vuoi che ti dica Camilla. La solita vita. Ogni giorno, sempre le stesse
cose dentro una casa. Per ora, siamo disperati mio marito non lavora. Le tasse
aumentano. ‘sti cornuti che stanno al governo, ci stanno rovinando!
CAMILLA
Non mi dire nulla. Per ora, c’è un paese fermo. Non lavora più nessuno! Come si
deve andare avanti? Noi, siamo nelle stesse condizioni. (Entra Ninetta col
vassoio e le tazze del caffè con qualche biscotto) ch’è fatta grande Ninetta! Ti
ricordi di me?
NINETTA
Certo che mi ricordo di lei! (Si salutano. Ninetta versa il caffé e lo offre. Le
donne tra una parola e l’altra, bevono il caffè e mangiano i biscotti)
CAMILLA
(La osserva) ti sei fatta una bella ragazza…Grazia, altri due giorni e ti porta
il fidanzato in casa, tua figlia.
GRAZIA
Si si. già, si sta frequentando con uno. Importante che stia attenta, prima o
poi, anche lei deve crearsi una famiglia.
CAMILLA
Che fai Ninetta, studi o Lavori?
NINETTA
Mi sono diplomata in ragioneria e cerco lavoro.
CAMILLA
Problema di tutti. parlavamo di questo con tua madre. Il lavoro, non esiste più.
Vorrei sapere che futuro avrete voi giovani. Boh! Vedo i miei figli crescere e
penso, ma che futuro avranno questi ragazzi visto che non esistono più posti di
lavoro? Mah!
GRAZIA
Cosa possiamo fare Camilla. Ammazzarci non ci conviene. Perché poi, ci vogliono
altri debiti per il funerale. Prendiamo la vita per come viene. (Ninetta si
congeda) cara mia, noi da un anno non riusciamo più a pagare la casa, al padrone
di casa. Lui giustamente telefona. Se mio marito non lavora, che possiamo fare?
Dico io, come si fa ad andare avanti così!!!!
CAMILLA
(Triste) ti pare noi siamo meglio? Se ricordi, dieci anni fa abbiamo comparato
la casa, col mutuo. Per dieci anni, abbiamo pagato regolare. Ora, mio marito ha
da sei mesi che non lavora. La ditta ha licenziato tutti. coi pochi soldi che
abbiamo, bastano giusti per vivere. La banca ci ha mandati a chiamare. Se non
paghiamo entro la fine dell’estate, ci sfratta da casa! (Piange)
GRAZIA
(La consola) dai Camilla, non fare così. Non ti preoccupare, non può durare per
sempre questo tempo! Le cose dovrebbero migliorare per tutti.
CAMILLA
Mio marito è più disperato di me. sai cosa è arrivato a dirmi? Pur di farmi
stare bene a me con i miei figli, si vuole suicidare così mi danno la pensione.
Gli ho detto, piuttosto vado a fare l’elemosina, ma questo mai!
GRAZIA
Queste sono parole al vento. In un momento di rabbia, se ne dicono tante cose
senza senso. Tranquilla, non può piovere per sempre. (Da fuori, si sente la
tosse di Pino, poi entra col pacchetto del pane) una volta ognittanto, fai una
cosa buona che porti il pane.
PINO
Buongiorno signora (Le da la mano. La signora si asciuga il volto e ricambia il
saluto) tutto apposto? Grazia, perchè piange la signora?
GRAZIA
È l’amica mia, Camilla. Si parlava della crisi, i debiti…ogni casa ha la sua
croce. Suo marito, le ha detto che per farla stare bene a lei e i figli, è
disposto a suicidarsi, per farsi dare la pensione dallo stato.
PINO
Grazia, prendi esempio dal marito della signora, così mi fai stare bene a me, e
tua figlia. ( Grazia, lo manda a quel paese. sorrisino) Scherzavo signora.
Grazie a ‘sti buffoni dei politici, siamo messi male. Loro, mangiano a dieci
bocconi, che si potessero strozzare! Noi, ci lecchiamo la sarda!
CAMILLA
Spero solo, che il governo aiuti le imprese e le famiglie. Prima che mio marito
o quelli disperati come lui, facciano pazzie.
GRAZIA
Dai, Su… Camilla! (Pino resta allibito, guarda Grazia. Pino ha dei colpi di
tosse) l’hai preso lo sciroppo? Secondo me, tu morirai con la tosse! (Pino fa il
Tiè) Almeno, mi danno a me la pensione! (Ride guardando Camilla, che accenna un
sorriso)
PINO
L’ho preso, l’ho preso! Stai calma, la fantasia di vedermi morto, non te la do!
CAMILLA
(Vede il topolino passare) Guarda ch’è carino! C’è un topolino! (Pino salta
sulla sedia ed urla. Camilla resta di stucco) mi scusi, lei si spaventa del
topolino?
PINO
(Spaventato) No, non mi spavento…mi caco di sopra! …disgraziatissimo animale. Ho
capito, sono destinato che devo morire di sorciologia! Ma dico, voi donne non vi
spaventate? Siete superdotate? Boh!
GRAZIA
Scendi, cretino! Anche dalla mia amica ti sei fatto conoscere, che ti cachi di
sotto! Sei l’unico uomo al mondo che ti spaventi dei topi. Vergogna!
PINO
La trappola che avete messo, non ha fatto effetto? Si frega il formaggio e
scappa topo gigio, che stronzo! Soldi buttati al vento e lui, non crepa!
CAMILLA
Tempo fa, in casa mia avevamo una famiglia di topi! (Pino si schifa) io non ho
paura, ma nemmeno è bello vedere cinque topi correre per casa. Questi, fanno più
danno di qualsiasi altra cosa. Non ci poteva nessuna cosa per acchiapparli. Ne
colla ne trappola. Poi, hanno consigliato a mio marito un veleno che sembra
acqua. In ogni angolo della casa, ho messo ciotoline col veleno. A mezz’ora,
topi sterminati!
PINO
Signora Camilla, come si chiama il veleno? Me lo dica che lo vado a compare,
prima che i topi si accoppiano e, mi accoppo pure io!
CAMILLA
Non c’è bisogno di comprarlo. A casa, ho ancora mezza bottiglia. Ora vado. Il
tempo di andare a casa e ve lo porto!
GRAZIA
Grazie Camilla. Almeno, vediamo di levarli di mezzo, ‘sti topi
CAMILLA
(Si alza per andare) il tempo di andare al forno a prendere i panini per i miei
figli, passo da casa prendo il veleno e torno (Bussano)
GRAZIA
Tranquilla! Fai con comodo. Anche più tardi me lo puoi portare. (Va alla porta
insieme a Camilla)
PINO
Signora, faccia con comodo, importante che porti subito il veleno!
GRAZIA
(Entra il dottore con una borsa) buongiorno dottore, si accomodi. (Camilla sulla
porta) Camilla, noi ci vediamo a fra poco. (Si salutano)
DOTTORE
(Tipo dal sangue freddo) Buongiorno signori Baretta!
PINO
(sorridente e spiritoso) Buongiorno dottore. Lei è il migliore. Guadagna un
pozzo di soldi e non fa nulla tutto il giorno! Ne cerca operai per fare
operazioni? Sono un chirurgico specializzato! Quando mia moglie compre i pesci,
li opero io! (Ride)
DOTTORE
Se fossi in lei, non avrei così tanta voglia di scherzare, dopo i risultati dei
suoi esami! (Dalla borsa, esce dei fogli che li da a Pino) legga!
PINO
(Legge) si attesta che il signor Pino Baretta, dall’esito degli esami risulta
essere affetto da ernia iatale e vari polipi nello stomaco. (al dottore) capisco
l’ernia, perché ce l’ho anche nel disco. I polipi che galleggiano nello stomaco,
che significa?
DOTTORE
Proprio così! …ma non galleggiano, sono attaccati alla parete dello stomaco!
PINO
(Meravigliato) Grazia, sentito? L’altro giorno quando hai fatto l’insalata di
mare, i polipi erano vivi o morti?
GRAZIA
Pino, erano morti! Li ho visti con i miei occhi. (Pino è frastornato)
PINO
Dottore, sicuro che sono polipi? (Il dottore annuisce) mi pare strano! (inizia a
preoccuparsi, gli viene la tosse) per questo ho sempre la tosse. Perché, sono i
polipi che salgono e scendono e mi solleticano la gola… (Disperato) mi dica
dottore, che si può fare per pescare questi polipi?
DOTTORE
Visto che sono maligni, io direi che bisogna operarsi, subito! Altrimenti,
rischia…di morire! (Pino cade nello sconforto, si lascia andare sulla sedia.
Grazia va a sostenerlo)
PINO
(Triste con poca forza nel parlare) vedi? Mi salvo da una cosa e ricado in
un’altra. È vero, ce l’ho scritto nel DNA che sono destinato a morire!
DOTTORE
Signor Baretta, non si perda di coraggio. Siamo nel duemila, mica all’era della
pietra, su! La città è piena di grandi chirurghi che la possano salvare!
PINO
(con gioia) dice vero dottore che mi posso salvare? Allora, non sono destinato a
morire, evvai!!!!!!
DOTTORE
Certo che può salvarsi, solo se ha in mano dieci mila euro per l’operazione!
(Pino ricade nello sconforto. Il medico gli da schiaffi amichevoli sulla
guancia) su, si tiri su che non è nulla! Questa è la vita. Oggi a lei, domani a
sua moglie.
GRAZIA
(fa il Tiè, con rabbia) Lei resta per fare la semente?
DOTTORE
Ma io sono medico e devo curare la gente! …su via, stavo scherzando! (Si alza)
io vado. Questi fogli ve li lascio. Qualsiasi bisogno, chiamatemi! Arrivederci!
(Grazia lo accompagna alla porta. Pino si lamenta è depresso)
GRAZIA
Pino, non fare così ch’è peggio! Non preoccuparti che tutto si risolve, solo la
morte non c’è rimedio! (Pino fissa la moglie, come farle capire, di non
infierire) dico, se ti lamenti che ci risolvi? Nulla!
PINO
(si alza e cammina a stento, va al telefono. Digita numero) pronto? Sono sempre
Pino. Vorrei parlare col prete.(triste) per favore sono triste, mi metta una
canzone allegra.
VOCE FEMMINILE AL TELEFONO
Attenda un attimo che glielo passo(Parte 30 sec. di “ una lacrima sul viso” di
bobby solo. Pino spalanca gli occhi e piange. Grazia lo abbraccia e ballano un
lento…)
PRETE al telefono
Si, pronto? Dimmi Pino
PINO
(Con sofferenza) dottore, gli devo dire una cosa bruttissima.
PRETE al telefono
Dimmi Pino! Dimmi pure.
PINO
Ho i polipi nello stomaco, che salgono e scendono! Venga subito, mi voglio
confessare!
PRETE al telefono
(Stufo) i polipi? Che c’entrano i polipi, nello stomaco…senti, stai calmo sto
arrivando!
PINO
Grazie padre. Si sbrighi! (Chiude telefono e molto disperato, si va a sedere
nella poltrona) Grazia, dammi un bicchiere d’acqua. Portamela nella mia
ciotolina preferita! (Grazia prende la ciotola e mette dell’acqua. La da a Pino)
Grazie Grazia! (Beve. Colpi di tosse. Urla con poca forza) Ninetta…Ninetta vieni
subito! Grazia vai a chiamare tua figlia, le devo parlare! (Grazia esce a
chiamare la figlia, poi rientra. Pino, adagia a terra ai piedi della poltrona la
ciotola con l’acqua)
NINETTA
(Entra con premura col cell in mano, perché stava parlando) che c’è papà?
PINO
(voce afflitta) vieni qua figlia mia! Siediti, ti devo dare una edizione
straordinaria.
NINETTA
(Premurosa) papà, ‘sta notizia me la puoi dare dopo? C’è la mia amica al
telefono che mi aspetta!
PINO
Dopo è tardi! (Si tocca lo stomaco, allude ai polipi) senti a me, è arrivato il
momento della vita che tu cresca da sola. Mi dispiace, ti sto lasciando…vedova!
GRAZIA
(Lo interrompe con rabbia) …orfana cretino, orfana. No vedova!
PINO
Giusto, orfana! …Perdonami figlia mia, è la prima volta che muoio, sono
emozionato (Ninetta è premurosa, con gesti dice al padre di stringere) in poche
parole…sto morendo! (Piange) ti volevo dire solo questo!
NINETTA
Finito? (Pino annuisce) scappo al telefono, la mia amica mi aspetta. appena
muori mi chiami, che ci salutiamo! (Scappa via)
PINO
(Basito) che schifo ha nel cervello, paglia? Io sto morendo e lei pensa alla sua
amica?
GRAZIA
Cosa deve fare! Deve cantarti il rosario? …stai calmo Pino e non fare il
cretino! (Bussa. Grazia apre ed entra il prete, lascia la porta aperta)
buongiorno padre. Mi spiace che l’abbiamo fatta ritornare, la situazione è
grave!
PRETE
Tranquilla figliuola. Ci sono qua io! …(Pino, con la mano dice al prete di
avvicinarsi) Pino, che ti succede? Dove sono i polipi?
PINO
Stanno dentro lo stomaco. Sono rovinato! Il dottore mi ha detto che posso
operarmi. Solo che non ho i soldi per farlo. (Triste) questo vuol dire che sono
destinato a morire (Piange)
PRETE
Ti sei fissato col destino! Se lo dici ancora, ti do un colpo di grazia, e ti
levo di soffrire. Il destino non esiste. Punto e basta!
PINO
Cosa? M deve dare un colpo di mia moglie? No no…meglio morire di destino!
(Grazia con gesti lo manda a quel paese) e poi, destino o non destino, i polipi
nello stomaco, li ho veramente! (piange come un bimbo, poi si blocca. Spaventato
si tocca lo stomaco) aiuto! Li sento muovere. (in modo goffo, si muove il
bacino, come se ballasse)
GRAZIA
(Spaventata) Pino, stai calmo. Non mi fare spaventare.. Padre, aiuti mio marito.
Vede? Dal forte dolore, si sta annacando tutto(Apre la porta di casa) Pino
respira e annacati, annacati e respira. Dai, annacati! Annacatiiiii
PRETE
(felice) annacati? (prende cell dalla tasca.) Annacati hai detto? Oh yes! (
pigia e parte 60 sec. di “annacati” Pino balla goffamente per via dei polipi,
Grazia lo imita. Prete balla e gira intorno Pino, benedicendolo.) Pino, come
stai?
PINO
Sinceramente, dopo questa annacata di bacino, sto bene. I polipi si saranno
addormentati. (Si tocca lo stomaco. suona telefono) Grazia, rispondi al
telefono.
GRAZIA
(Risponde) Pronto, chi è?
MIMMO fuori scena
Sono, il padrone di casa! (Grazia è spaventata)
GRAZIA
(Preoccupata) Pino, è il padrone di casa!
PINO
Come mai ‘sto scimmione sta chiamando? Non siamo alla fine del mese! (Grazia con
gesti, dice a Pino che deve fare) Digli che non siamo in casa. Rientriamo fra un
anno.
GRAZIA
Mi spiace, ma non siamo in casa. Richiami fra un anno!
MIMMO
(Con voce minacciosa) siete sicuri sicuri di non essere in casa?
GRAZIA
Certo che siamo sicuri! Se non fossi sicura di me stessa che non sono in casa,
non glielo direi. Un attimo che glielo faccio dire da mio marito.
PINO
Digli che nemmeno io sono in casa. (Con disprezzo. Intanto entra Mimmo con
cellulare in mano. Grazia lo vede da subito e cerca di far segnale a Pino che
continua a dirgli parole) a ‘sto cornutazzo, infame, merda, minchione ambulante,
spurgo pozzi a domicilio e consuma famiglie. Che potesse morire subito! (Pino lo
vede e resta di marmo. Parla lentamente, sorridente e impacciato) …anche piano
piano puo morire… c’è tempo
MIMMO
(Uomo maturo. Si mette col cell nelle orecchie. Grazia è sconvolta) Siccome non
ho capito. Siete in casa, o no?
GRAZIA
(Non sa che dire, deglutisce e parla al telef) non siamo in casa! Però, se non
mi crede, glielo faccio dire da lei stesso. (Gli porge il telefono a Mimmo)
MIMMO
(Adirato) Basta! Vi pare di avere a che fare coi bimbi? Ho fatto sempre lo
stupido per telefono, ora basta!
PINO
Lo vuole fare di persona, lo stupido?
MIMMO
Mi prendi per il culo? Tutte le parole che mi hai detto, te li faccio mangiare.
Ti ammazzo! (gli mette le mani al collo, il prete lo ferma in tempo)
PRETE
Fermati figliolo! Tu chi sei per ucciderlo e sporcarti le mani? Non farlo anche
tu, ci penserà il destino e i polipi.
PINO
Padre, mi ha detto che esiste il destino e ora mi dice che…(Piange)
MIMMO
Padre, loro lo sanno chi sono. Sono il padrone di casa! Mi sono stancato di
essere bravo con voi. Signori miei, non voglio più sentire storie. O mi pagate o
cambiate casa!
GRAZIA
(Triste) veramente, quello che sta cambiando casa è mio marito!
MIMMO
Divorzio?
PINO
No, cimitero! (piange, si asciuga le lacrime con fazzoletto)
MIMMO
Cosa dici? Non ci credo! Padre, lei si trova qua per questo? (il prete annuisce,
Mimmo si dispera) Pino, allora vero devi morire! (Pino aumenta il lamento del
pianto) Per forza devi morire? Non puoi posticipare la morte? (Pino piangendo
dice di no, con la testa) che morte è?
PINO
(Piangendo) Polipi!
MIMMO
Polipi? Che malattia è, oceanica?
PRETE
(dispiaciuto) I polipi, sono dei tumori che attaccano il nostro organismo!
MIMMO
(si siede, si mette la testa fra le mani e piange. Attira lo stupore di tutti,
specie di Pino ch’è incuriosito) non è giusto, non è giusto! Mio padre aveva
ragione “ ogni nato è destinato” sono destinato a perdere sempre!
PINO
Mi scusi il disturbo, perché piange? È triste perché devo morire?
MIMMO
Che me ne frega di te! Piango per i miei interessi, i miei soldi! L’altro
giorno, ho seguito una causa al tribunale. Una famiglia in casa affittata, era
piena di debiti col padrone di casa, proprio come voi. Il marito è morto in un
incidente stradale. Il padrone, giustamente voleva i soldi. Le donne non
lavorando, non potevano pagare. Il giudice ha dato ragione alle donne che non
avendo come pagare, non pagavano! (A Pino, gli s’illumina il volto. Mimmo
piange) tutti i soldi che mi dovete dare dell’affitto, per colpa tua che devi
crepare, non posso più averli. (Esplode a piangere) disgraziato destino. Porto
una stella in fronte per la mia sfortuna.
PINO
(è felice. Fa il dispettoso, girandogli attorno come un bimbo che saltella.
Canta a cantilena) non ti pago…non ti pago…non ti pago… (Mimmo piange ancor di
più. Bussano alla porta)
DOTTORE
(Apre Grazia, entra il dottore con una carpetta. Vede Pino che gira felice
attorno Mimmo) Buongiorno a tutti! signor Baretta, sono tornato per darle una
bella notizia.(Pino continua a saltellare. Mimmo si dispera) A seguito dei tanti
omonimi in paese, ho cambiato la sua cartella con un paziente che ahimè, è in
grave situazione. Le dico con molta gioia, (Urla) lei non deve morire!! (Mimmo
smette di piangere, si frega le mani. Pino si ferma, smette da ridere. Da la
carpetta a Grazia) questa è la sua. mi ridia quella sbagliata. signori, scusate
per l’inconveniente. Signor Baretta, le auguro una lunga vita felice (Esce)
PINO
(Dispiaciuto) Felice? Ora chi ce li ha i soldi per pagare a ‘sto bisonte? (Mimmo
fa una risata sarcastica. Prete e Grazia, trattengono Pino che vuole correre dal
dottore) dottore, voglio morire. Mi dia qualche cosa per morire di subito subito
subito!
PRETE
Calmati. Pino Grazia, avete sentito? Questo è un miracolo!
GRAZIA
(Disperata) questa è una disgrazia! ora dove li troviamo i soldi per pagare?
Quindi ora…(Quasi piange)
MIMMO
(Con cantilena, gira attorno Pino, allegramente) ora tu mi paghi…ora tu mi
paghi…ora tu mi paghi…(Fine cantilena) e subito! Padre, capisco bisogna essere
buoni col cuore grande, però, (Si riferisce a Pino) certa gente merita la testa
tagliata!
PINO
(Si tiene la testa spaventato) no, la testa no, soffro di cervicale!
PRETE
Buon uomo, si calmi. Inutile arrivare a tanto! la calma è virtù dei forti. A
quanto ammonta il loro debito? Posso pagare io, così per dare una mano. Come
dice Cristo Gesù, “ più amore nel dare che nel ricevere” Quanti soldi vi devono?
MIMMO
Un anno di casa. Cinque mila euro!
PRETE
(Meravigliato) Quanto! Cinque mila? Se avessi avuto questi soldi, manco prete mi
sarei fatto. Mi spiace figliuoli, vedetevela voi!
PINO
(Ironico) Grazie padre, lei è un angelo. Facciamo una cosa…visto che non devo
morire più, vediamo di trovare una soluzione. Cercherò di trovare qualche cosa
di soldi, così pago almeno sei mesi. Va bene?
MIMMO
Sei mesi? Li voglio tutti i soldi! Quando non potete pagare i debiti, che ci
campate a fare? Sparatevi!
GRAZIA
Ueh, posso capire che stiamo ritardando, ma non mi sembra corretto che ci tratta
così! La colpa è mia se non esiste più il lavoro. O si mangia, o si paga. Un po’
di rispetto!
MIMMO
La colpa è mia se non c’è più il lavoro? (Adirato si avvicina per litigare, il
prete si mette in mezzo. Cerca di dargli schiaffi o calci. Pino si ripara dal
prete) sei fortunato che tra me e te, c’è il prete! Padre, se questo non mi paga
entro oggi, faccio scoppiare una bomba!
PRETE
(Gli s’illumina la mente. Prende cellulare.) bomba? Hai detto bomba? Oh yes!
(Pigia dal cellulare e parte “ bomba” per almeno 60 sec. Il prete si diverte a
ballare, invoglia gli altri a ballare)
MIMMO
(Meravigliato) questa è bella! Il prete ballerino! Complimenti!
PRETE
amo la musica. sin da piccolo, volevo fare il ballerino. Volevo studiare, volevo
essere il più grande, il più bravo, il migliore! (Quasi un po’ dispiaciuto) Ma
poi, ricevetti la chiamata del Signore ed eccomi qua!
PINO
Se metteva il telefono fuori posto, il Signore non la rintracciava e lei si
faceva ballerino!
PRETE
No no, sono felice lo stesso. A Dio, non si può dir di no! nessuno mi vieta di
essere un prete ballerino! (fa un giravolta su se stesso)
MIMMO
Bravo, complimenti! Mi fa piacere. (A Pino) torniamo a noi! Ritorno fra poco e
vengo a prendermi i soldi o, resto e me li dai subito?
GRAZIA
(Si guarda confusa con Pino) Una domanda di riserva, non c’è?
MIMMO
(Impazzisce) ora basta! Non voglio più aspettare! Voglio i miei soldi ora,
subito o li avete o non li abbiamo! (Il prete cerca di calmarlo) Padre, lei si
faccia la sua omelia se no, (Evidenzia il pugno) confesso pure lei! Allora Pino,
mi rispondi? Me li dai questi soldi ora, o fra poco?
PINO
(Non sa che dire) e sssstttbbbbccc…boh!
MIMMO
(adirato) Pino, non mi prendere per il culatello! Non prenderti gioco di me,
perché faccio una strage! Ammazzo tutti e perdo i soldi, a mio piacere!
PRETE
Stai calmo! La calma è la virtù dei forti. Bisogna essere comprensivi, verso chi
ha meno di te. Comunque, vieni via con me. cercheremo di risolvere qualcosa. (Lo
prende sottobraccio)
MIMMO
Va bene, per ora me ne vado. Pino, io sono come un fantasma. Senza che mi
aspetti, ti faccio l’apparizione! …(Il prete li benedice col segno della croce,
ed escono)
PINO
(Disperato, parla con Grazia) ti rendi conto che siamo nei guai? Siamo rovinati!
Con tutti questi debiti, come si fa a campare? Il lavoro non esiste più!
L’esigenze per vivere, ci stanno! I debiti aumentano! (Alza lo sguardo al cielo)
Signore, ma che vita è questa? Si va avanti, con la retromarcia inserita! Si
l’ho capito, io non sono destinato a morire. Sono destinato a soffrire! Si,
soffrire con la A maiuscola! Mi ammazzerei veramente (Si rivolge a Grazia)
almeno non pago più debiti, e lo stato ti da la pensione. Come faccio, come
faccio! Non ho il coraggio per farlo! (con la testa fra le mani)
GRAZIA
(con compassione, si avvicina a Pino, gli mette una mano sulla spalla e con voce
afflitta) Pino, non fare così, per favore. Se vuoi, ti ammazzo io! (Pino alza lo
sguardo verso di lei, incredulo. Alza le spalle come a dire, “roba da pazzi!”.)
CAMILLA fuori scena
Si, buongiorno! Me la dia a me, gliela do io. Si, è amica mia la signora.
(Bussa. Grazia va ad aprire. Ha un sacchetto con la bottiglietta del veleno e
del pane) ciao Grazia. Questa busta è vostra. Il postino la stava imbucando, gli
ho detto di darmela che te la davo io. (Da la busta a Grazia)
GRAZIA
Oh Grazie! (Legge la lettera e si avvia verso il centro. Camilla resta davanti
la porta) Per la mia dolce Ninetta. Questo è il moroso di mia figlia. Ora gliela
do. (Nota Camilla davanti la porta) Camilla, che fai lì? Entra!
CAMILLA
No, non voglio disturbare! Vado via subito! Sono venuta per darti il…
GRAZIA
Che disturbo!(con la mano, le fa cenno di entrare) dai, su Camilla. Vieni!
PINO
Io, vado di là. Mi riposo un pò! (Esce)
GRAZIA
Vai vai, Pino. (Disperata) ahi ahi, quando deve cambiare la mia vita? Boh! (Le
due donne si siedono)
CAMILLA
Che c’è, Grazia? Ch’è successo?
GRAZIA
Il padrone di casa, ci ha dato l’ultimatum per pagare casa, entro stasera. Dico,
come si fa!
CAMILLA
Cara mia, siamo arrivati tutti col culo a terra! Se lo stato non fa qualche
cosa, ci ammazziamo uno col gli altri, per campare!
GRAZIA
(Disperata) gira e rigira si dicono sempre gli stessi problemi. Chi poco chi
assai, siamo tutti rovinati!
CAMILLA
Appunto! (Prende la bottiglietta del veleno) tieni. Questo è il veleno dei topi.
Basta un po’ nell’acqua, che ci rimane secco entro cinque minuti.
GRAZIA
(Prende la bottiglietta e l’apre) non vorrei facesse puzza e mi rovina il
profumo di ficod’india di casa mia! (l’odora)
CAMILLA
Ma quale puzza! …lo senti? Nessun odore. Sembra acqua.
GRAZIA
Vero. Mi aspettavo di peggio. Aspetta che chiamo mia figlia, ci pensa lei. (La
chiama) Nina…Ninetta, vieni qua. (La ragazza entra) che fai sempre nella tua
stanza? Stai un pò qua con noi!
NINETTA
Sto nella mia stanza, perchè sto su facebook con gli amici. Ho mille amici, che
mi aspettano!
GRAZIA
Mille amici su feicchibucche? Ma se io ti vedo sempre da sola! (la ragazza si
annoia. L’esibisce la lettera) Comunque, tieni questa è per te da parte del tuo
fidanzatino.
NINETTA
(Con gioia, le strappa la lettera dalle mani a Grazia) Vero? Dammela! (La apre e
legge con passione) si, è il mio amore!
CAMILLA
Guardala negli occhi, le brillano dall’emozione!
NINETTA
(Inizia a leggere con passione) Caro amore mio, quando ci si innamora, si apre
la mente, lo spirito e la voce del cuore. Nella lettera che mi hai mandato,
vorrei sapere con tanto amore da parte tua, come cazzarola scrivi, araba? Non si
capisce nulla (Camilla e Grazia, si guardano esitanti)
(Camilla e Grazia, si guardano esitanti) evitiamo di parlare con la voce del
cuore, e sentiamoci con la bocca. Questo è il mio numero personale (è felice)…
che bello il suo numero! (Legge) 328…(Mugugna) mamma, vado di là!
GRAZIA
Aspetta! Si deve mettere il veleno nell’acqua, per topolino!
NINETTA
Lo faccio dopo. Ciao! (Entra in casa)
CAMILLA
Che vuou farci? È normale quando si è innamorati! (Passa il topolino da un lato
all’altro) Grazia guarda, sta passando topo gigio!
GRAZIA
Se c’era mio marito, si metteva ad urlare peggio di noi femmine!
CAMILLA
È strano, sentir dire che un uomo si spaventa di un topo piccolo. (Si sente
l’urlo di Pino fuori scena. Ripassa il topo, torna dall’altro lato)
PINO
(Entra vestito con tuta e scarpe da ginnastica) Buttana di quella topolina di
sua madre che l’ha creato, mi fa spaventare sempre ‘sto sorcio! …Signora lei
qua? L’ha portato il veleno?
GRAZIA
Si, me l’ha dato! (gli fa vedere la bottiglietta) vedi? Ora, sistemo tutto io.
Ma tu che fai vestito da ginnastica?
PINO
(Inizia a saltellare e fare movimenti ginnici) vado un po’ a correre. Vado a
fare un po’ di futting, e mi rilasso! …con permesso, vado a futtingare. Bau
bau(Esce di scena)
GRAZIA
Stai attento! …(Gli urla da dentro) non fari tardi, fra poco si mangia!
CAMILLA
(Si alza) Grazia, anche io vado. Ho preso il pane, compro un po’ di salumi e per
oggi si mangia. Domani si vedrà!
GRAZIA
Io vado a mettere la tenda nella stanza da letto e poi preparo. Se la vedi è una
cosa di lusso! Me lo diede mia madre. Ricamato all’antica!
CAMILLA
(Entusiasta) Vero? Amo il ricamo antico!
GRAZIA
Vieni che te lo faccio vedere! (La bottiglietta la lascia sul tavolo) questa la
lascio qua. (Escono di scena. Parla con Ninetta) vieni qua Nina, dove vai? Ti
pare che ce lo mangiamo il tuo fidanzato? Puoi restare! Sopra il tavolo c’è il
veleno per i topi. Mettilo in acqua!
NINETTA
(Entra) va bene, ci penso io! (Parla con sdolcinatezza ) amore, sei sempre lì? –
si, ho cambiato stanza, per non farmi sentire da mia madre! …si, è vero! Ma tu
mi ami…ma quanti mi ami? Mi pensi, ma quanto mi pensi? Mi sogni, ma quanto mi
sogni? (imbarazzata parla a tratti) amore…ma che…ma che domande mi fai? Ma chi
tu? mi vergogno! Dalle orecchie? Si certo che sono ancora vergine. Mi vuoi fare
il buco? No, mio padre non vuole, è all’antica. Dice che mi posso fare il buco,
dopo il matrimonio. Stai tranquillo amore, il buco per gli orecchini me lo fai
dopo il matrimonio. (entra il topolino, si va a fermare sulla ciotolina posta ai
piedi della poltrona, dove l’aveva lasciata Pino. Consiglio: questo dettaglio,
lo si può curare attaccando il topo ad un filo di acciaio duro e poterlo muovere
da dietro le quinte come si vuole) ancora qua ‘sto topo! …Si amore, abbiamo in
casa un topolino che ci rompe. Aspettami! (posa cellulare sul tavolo. Topo
scappa di scena) ora ci penso io per te! (Prende la bottiglietta, ne versa tutto
il contenuto nella ciotolina) questo è veleno? Sembra acqua, mah! (La
riposiziona a terra, sotto la poltrona. Prende cellulare) Eccomi amore. Si, ho
creato la trappola per incastrare il topo. (Rientra in scena Grazia e Camilla
che parlano delle tende) Vado di là, mamma (Scappa)
GRAZIA
Vai vai, se no al fidanzato, gli si fredda il fianco!
CAMILLA
(Ridendo) lasciala andare poverina! Se tu dovessi parlare col fidanzato, ti
piacerebbe gli altri ti ascoltassero?
GRAZIA
Giustamente!
CAMILLA
Dai, io vado che si è fatto tardi. (Si baciano) Ci si vede! Ora, aspetto te a
casa mia!
GRAZIA
(Accompagnandola alla porta) va bene, non mancherà tempo e verrò a trovarti.
Buona giornata! (Camilla esce di scena. Chiude la porta e rientra. Parla tra se)
cosa preparo da mangiare? Ogni giorno, soliti problemi. In frigo, è rimasto del
pollo di ieri sera, lo riscaldo e lo mangiamo. Do una scopata a terra, non ci
vorrà nulla a scaldarlo, il tempo che quello torna da futting. (Si procura una
scopa, inizia a spazzare a terra) se non mi muovo io dentro questa casa,
diventerebbe un porcile! (Nota la ciotolina a terra) guarda questo, ha lasciato
la ciotolina a terra, piena d’acqua. Ed io lavo! (Stava per bere, squilla il
telefono non beve più. La riposa a terra della poltrona. Va a rispondere)
Pronto? Ciao Antonella! Come va? – solita vita. Debiti, problemi e senza lavoro!
– si certo che sono sola. Mio marito è uscito a fare futting e mia figlia è
nella sua stanza col moroso dentro il telefono. Dimmi! – no,ma che dici?
Veramente? Quando è stata stanotte la fuitina? – famiglia rovinata! – la colpa è
della madre. A sua figlia, se la deve tenere in mezzo le cosce invece che farla
uscire. E poi, la puzza cha ha in casa, viene l’adsl! Importante che la signora
si trucca ed esce. Schifo! – è quell’altra Tania, sempre in giro a sparlare la
gente. Dico, ma non hanno da fare? E Mimma? Dalla mattina alla sera, dietro le
finestre a guardare chi entra e chi esce dalle case del vicinato! …(Rientra
Pino, stanco e sudato, lascia la porta aperta) ti lascio è tornato mio marito.
Ciao, poi continuiamo a sparlare la gente. Ciao ciao! …(A Pino) ti sei
rilassato?
PINO
(Affannato) fammi riprendere! (Fa respiri profondi) mentre camminavo …mi è
successo una cosa grave grave, ma bella!
GRAZIA
Che ti è successo?
PINO
Mentre facevo footing, una donna che guidava mentre parlava al cellulare (Mima
il gesto) dico, se non ero veloce a spostarmi, mi metteva sotto con la macchina!
Ci voleva poco e sarei morto! Grazie a questo particolare, ho capito di essere
fissato. Il prete ha ragione. Il destino, non esiste! Se fossi stato destinato a
morire, sarei morto! (Con gioia) invece, eccomi qua!
GRAZIA
Ti sei convinto ch’ eri fissato? Finalmente, ti sei tolto la fissazione di
essere nato destinato. Ora, l’unico problema è risolvere quello del padrone di
casa.
PINO
Ora vediamo come risolvere quest’altra cosa. Intanto chiamo il prete, gli
annuncio che non sono più fissato! (Va al telefono e chiama con gioia) pronto?
Sono sempre Pino…pinot di pinot. Mi passi il prete.
VOCE FEMMINILE AL TELEFONO
Un momento che glielo passo
PRETE al telefono
Pronto?
PINO
Padre! come mai, non c’è più musica?
PRETE al telef.
Ho licenziato i cantanti! (Stufo) cosa vuoi? Sei una scocciatura figliuolo! Di
quale morte devi morire ora? Ti hanno trovato una sarda salata nel cervello?
PINO
No! l’ho chiamata, perché volevo festeggiare con lei che non sono più fissato
col destino. Il destino non esiste! Non devo trapassare più!
PRETE al telef.
(Con gioia) alleluia, sono felice di questo! vengo subito a ballare con te!
PINO
(Chiude telefono. È felice) Grazia, mi sento tranquillo e sereno. Questo
particolare che mi è capitato, mi ha aperto la mente. Non bisogna essere fissati
su un qualcosa che non esiste! (Prende la ciotolina con l’acqua e si siede in
poltrona) sono felicissimo! Oggi per me, sarà una nuova vita! Sto morendo dalla
sete. Finalmente acqua. L’acqua allunga la vita!
NINETTA
(Entra con gioia, gira su se stessa con aria di chi è innamorata) Mamma papà,
devo darvi una bellissima notizia! (Pino alza la ciotolina agli occhi di Ninetta,
come a voler brindare la sua gioia. inizia a bere. Ninetta lo nota ed urla)
Noooooooooooooooo! (Si mette le mani ai capelli, disperata)
PINO
(Soddisfatto della bevuta, si lecca le labbra e si asciuga con braccio) Che gran
bevuta! Dopo una bella corsa, quest’acqua mi ha dato la vita! (Erutta) l’acqua è
la fonte di vita. Questa ciotola è la mia vita!
GRAZIA
Che hai Ninetta? La bella notizia, ce la dai o non ce la dai?
PINO
(Felice) gioia mia, dacci ‘sta bella notizia. Dammi, questa botta di vita, dai!
NINETTA
(Con disperazione) appena te lo dico, la botta a te viene!
PRETE
(Entra il prete con aria molto allegra. Lascia porta aperta) allegria, allegria
fratelli e sorelle! (schiaffeggia Pino, amichevolmente) Finalmente, ti sei
liberato dalla fissazione che il destino non esiste! Allegria, allegria a tutti!
NINETTA
(Sempre più triste) Che allegria e allegria! Questa è una disgrazia!
PRETE
Che dici Nina! Oggi, tuo padre è rinato nella gloria di Dio. Nella verità! No,
alle menzogne del mondo. Allegria! Festeggiamo la sua nuova vita
GRAZIA
Nina, mi vuoi far capire che ti prende? Perché hai una faccia da cadavere?
NINETTA
Sono triste, perché l’acqua che ha bevuto papà era…(Viene interrotta
dall’entrata di Mimmo)
MIMMO
(entra con aria spavalda) è permesso! Buongiorno a tutti. come vedi Pino,
eccomi! Sono stato puntuale. Ho fatto l’apparizione patronale. Li hai preparati
i soldi?
PRETE
Un momento figliuolo! Siamo qui per festeggiare la nuova vita di Pino.
MIMMO
Visto ch’è così, anche io voglio festeggiare la sua vita! Anche perché, se fosse
morto, io avrei perso tutti i miei soldi. Invece, ti è andata male, caro Pino!
(Ride)
PINO
Grazia, me lo prendi un po’ di bicarbonato? Ho acidità nello stomaco.
NINETTA
(Quasi piange) Papà, non è acidità! È più forte!!!
PINO
Cosa è?
PRETE
Acetone?
GRAZIA
Acido lattico?
MIMMO
Acido muriatico!
NINETTA
(Dispiaciuta, piange) no. papà l’acqua che hai bevuto era…(fa un respiro
profondo di naso) papà l’acqua che hai bevuto era (Respiro profondo di naso)
papà l’acqua che hai bevuto era …(Respiro profondo di naso)
PINO
E basta! Con tutta quest’acqua che mi stai facendo bere, mi stai allagando!
L’acqua che ho bevuto, com’era?
NINETTA
(Piange) Com’era? …era veleno per topi! Capito? Veleno, anzi svelenissimo era
papà!
PINO
(In un primo momento non comprende) veleno? Mi pareva una cosa più grave? (Dopo
qualche secondo, balza in aria e balbetta) coco…coco..me hai dede hai dede toto
toto, veve lele toto…veve lele toto…veve lele toto…tototo po? (La figlia
annuisce piangendo. Pino inizia ad avere le convulsioni. si viene a creare, una
confusione totale per aiutarlo. Pino quasi prima di morire, vede passare per
l’ultima volta il topo, con poca voce dice) puh, cornuto! Sto facendo la fine
del topo! È verissimo, ogni nato è destinato! (Muore. Grazia e Ninetta di
abbracciano e piangono)
MIMMO
(Constata la morte di Pino) questo è morto veramente! (Piange) che sfigato che
sono. Quando si nasce destinato, non ci si può far nulla. (Si unisce alle donne
e piange) per favore, mi posso unire a piangere con voi. Da solo, mi vergogno!
(Si abbraccia alle donne e piangono tutti e tre. Il prete, resta impassibile non
sa che fare. Bussano apre il prete, entra Camilla)
CAMILLA
Buongiorno a tutti. Grazia ho dimenticato a dirti che…(Nota il pianto delle
donne) Ch’è successo Grazia?
GRAZIA
(Piangendo) mio marito… mio marito è morto… di topofobia! (Piange. Camilla si
stringe al dolore delle donne)
MIMMO
(piangendo) Signora, me ne vaio. Le faccio le mie condoglianze (Va davanti Pino
morto e gli sputa) Puh, cornuto! Mi hai fatto perdere tutti i soldi! (Il prete
lo sgrida e gli fa segno di inginocchiarsi e farsi il segno della croce. Mimmo
esegue. Si alza, sputa a Pino e va via piangendo)
CAMILLA
(con voce che sa di pianto) Grazia, condoglianze. L’unico conforto che ti posso
dare è, dirti che con la crisi che c’è, sei stata pure fortunata. Con la morte
di tuo marito, ti sei tolta di soffrire. Invece, mio marito non si è ancora
ammazzato! (Piange)
GRAZIA
(Smette di piangere, è felice)Vero, l’avevo scordato! Morte sua, pensione mia!
(Bacia Camilla) su Camilla, non piangere. Festeggiamo!
PRETE
Si, festeggiamo il suo ingresso nel regno dei cieli. Laddove non esiste
sofferenze, ne tribolazioni, ne lavoro
GRAZIA
Disoccupato di vivo e disoccupato pure di morto. (piange)
PRETE
Come dicevo… una vita ricca di tanta gioia e di luce, ma soprattutto una vita
paradisiaca. E poi, la morte non è sinonimo di pianto. Dai forza, basta
piangere. Diamo il nostro saluto a Pino, dando il suo ingresso nei cieli (Prende
cellulare e pigia) con la musica!!!! (Parte la base di Stayin’ Alive” il prete
s’improvvisa john travolta, mentre gli altri ballano davanti Pino morto. Cala il
sipario)
FINE