I nonni
due atti di
Paolo Cappelloni
Personaggi
Severino
Vasinto
Ileana
Alice
Dottore
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Primo atto
(La scena rappresenta un modesto soggiorno con una uscita esterna e due interne.
Una piccola quinta con finestra è sulla ribalta a formare parte della “quarta
parete”. Siamo ai giorni nostri. È mattina).
Severino - (Entra, è in abito da casa; va lentamente a sedersi su una poltrona.
Tra sé) Abbiamo un altro giorno davanti, ringraziando il Padreterno. Un’altra
giornata di intenso lavoro! Dunque: cosa posso fare oggi? La colazione l’ho
fatta, mi sono vestito... dunque: potrei andare a fare due passi fino in centro
ma mi sa che viene a piovere! Allora potrei guardare un po’di televisione ma poi
mi viene l’avvilimento! El puzzle da cinquemila pezzi con la Basilica di San
Pietro l’ho finito, i panni li ho lavati, sia i miei che quelli di Vasinto che
tanto lui per ‘ste cose è negato. Insomma... che miseria faccio oggi? (Va alla
finestra presso la ribalta) Sì, sì; viene a piovere, guarda lì che razza di
nuvoloni neri! (Torna lentamente verso la poltrona) Ma io l’avevo già capito da
l’altro ieri che cambiava il tempo, col dolore di calli che avevo...! Perché a
me i calli fanno da barometro. Invece di guardare le previsioni del tempo faccio
prima a stare a sentire i miei piedi! Oltretutto mi danno anche più affidamento!
(Entra Vasinto con un mazzo di carte in mano) Buongiorno Vasinto. (Vasinto non
risponde; va a sedersi al tavolo su cui appoggia il mazzo di carte) Ti girano
anche stamattina? (Vasinto tace ed inizia svogliatamente a mischiare le carte)
Sì, ti girano anche stamattina. Oh, ci fosse una mattina che ti svegliassi di
buonumore! Anzi che mi sei di compagnia! Va bene che sei stato sempre così anche
da piccolo... Ti ricordi che la mamma ti diceva sempre: “Non stare sempre con
quel muso che pare che vuoi ammazzare qualcuno!” (Silenzio) Eh?... (Silenzio)
Sì, andiamo bene! (Alza la voce) Oh! Mi senti?
Vasinto - (Si gira verso Severino. Ad alta voce) Come?
Severino - Oh Signore! Con chi sto parlando, io, da mezz’ora?? (Si avvicina a
Vasinto, ad alta voce) T’è peggiorato l’udito?
Vasinto - Perché, a te no?
Severino - Come?
Vasinto - (Alza la voce) Perché, a te no?
Severino - Ah! Eh, può essere! Dicono che con l’età si peggiora.
Vasinto - Come?
Severino - (Tra sì) Sì, sì... si peggiora. Han detto che non c’è niente da fare
nemmeno con l’apparecchio acustico! (Avvicinandosi a Vasinto) Cosa vorresti
fare, una partita a carte?
Vasinto - (Ad alta voce, giocherellando ancora con le carte) No.
Severino - (C.s.) Allora cosa fai con quel mazzo?
Vasinto - (C.s.) Mi gingillo.
Severino - (Torna alla poltrona e si abbandona ai ricordi. Sempre ad alta voce)
Vasinto!
Vasinto - Oh!
Severino - Ti ricordi, da ragazzini, quando stavamo di casa al Borgo?
Vasinto - Che casa...?
Severino - (Alza la voce) La nostra vecchia casa al Borgo!
Vasinto - (Inizia a costruire un castello con le carte. Ad alta voce) Cosa ha
fatto?
Severino - Niente, (Ad alta voce) Te la ricordi? La nostra casa al Borgo?
Vasinto - (Alle prese col castello di carte) Sì, sì.
Severino - (Si abbandona ai ricordi) Il babbo l’aveva presa in affitto ma per
noi era il nostro regno! Insieme al sagrato della chiesa! Io sono anche più
grande di te e me lo ricordo bene! Giocavamo con le biglie, giocavamo a
nascondino! (Pausa) E le ciambelle di Carlo...?
Vasinto - Che Carlo? (Gli cade il castello)
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Che Carlo?
Severino - (Ad alta voce) Quello che vendeva le ciambelle!
Vasinto - (Riprova col castello) Ah, sì! erano rustiche...
Severino - Come te!
Vasinto - ... ma con gli acinini d’uva.
Severino - (Con nostalgia) Già. Eh, niente... è sparito tutto! (A Vasinto ricade
il castello di carte) Tutto il nostro passato è sparito... siamo rimasti solo io
e te, caro Vasinto. Maurizio, Gino, Sandrino... se ne sono andati tutti! Anche
della nostra famiglia c’è rimasto solamente tuo figlio ma anche lui, dall’anno
in cui è morta tua moglie è andato a lavorare in America! A... dov’è andato di
preciso?
Vasinto - Chi?
Severino - (Ad alta voce) Tuo figlio! Dov’è andato?
Vasinto - Come, dov’è andato? In America!
Severino - (Tra sé) Oh, Signore! (A Vasinto, ad alta voce) Ti sto chiedendo: in
che città dell’America?
Vasinto - A Seattle.
Severino - A Seattle, è vero. Insomma anche lui ha preso la sua strada, e tu hai
preso quella di casa mia, (Ironico) per tenermi compagnia facendo i castelli con
le carte!
Vasinto - (Si volta verso Severino) Stai parlando con me? (Il castello di carte
cade)
Severino - No, no! Stavo parlando da solo come i matti!
Vasinto - Come?
Severino - (Pensando che Vasinto abbia sentito) Eh già! (Tra sé) Oggi mi faccio
due spaghetti in bianco. (Guarda Vasinto a cui, per l’ennesima volta crolla il
castello di carte) E smettila con quelle carte!
Vasinto - (Allontana le carte con un gesto di stizza) Ma va’....! Più cerchi di
far stare le cose dritte e più ti ricadono! (A Severino, alzandosi) Cosa si
mangia oggi?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Cosa prepari da mangiare oggi?
Severino - Ah. (Ironico) Guarda: avevo intenzione di fare una tartare di tonno
rosso di Favignana in un trionfo di cernia di fondale con uova di salmone
affumicate ed estratto di carrubo... ma poi ci ho ripensato ed ho ripiegato su
due spaghetti in bianco. (Lo guarda e ripete ad alta voce) Due spaghetti in
bianco!
Vasinto - Gli spaghetti in bianco mi fanno schifo!
Severino - (Che non ha sentito) E per secondo... carciofini sottolio! (Ripete ad
alta voce) Sottolio!
Vasinto - T’affogassi tu, sottolio! (Va alla finestra e guarda fuori) Mia moglie
sì che sapeva cucinare!
Severino - Allora potevi imparare da lei, così adesso non rompevi le scatole a
me! (Pausa)
Vasinto - (Cambia discorso) Mio figlio dice che a Seattle piove sempre.
Severino - (Che ha sentito solo l’ultima parte della frase di Vasinto) Già, è
tanto che non vediamo una giornata di sole. Passerà anche ‘sto tempaccio! (Si
avvicina alla finestra e guarda fuori) Ma tu guarda come corrono, tutti quanti;
chissà dove dovranno andare!
Vasinto - Andranno a casa, piove!
Severino - No, è la vita frenetica che fa correre tutti quanti... ecco perché
quando si è vecchi abbiamo sempre il fiatone! (Guarda meglio attraverso la
finestra) Guarda, guarda... quello non è... coso... come si chiama? Rinaldo! Ma
tu guarda... è ancora vivo? (Silenzio; entrambi guardano dalla finestra)
Vasinto - (Che non ha sentito) Hai visto? È passato Rinaldo. Lo credevo morto!
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Lo credevo morto!
Severino - Sì, anche io. Poveretto, anche lui; quanto ha dovuto soffrire! Ha
cominciato a lavorare come garzone in un’officina meccanica e ha preso più botte
lui di un pesta sale! Poi s’è dovuto sposare perché aveva messo incinta la
fidanzata e dopo qualche anno ha avuto più corna lui d’un cesto di lumache! Poi
ha avuto da fare anche con la salute... Apposta credevo che anche lui avesse
lasciato questa valle di lacrime! (Silenzio)
Vasinto - (Che non ha sentito niente, guardando fuori dalla finestra) Sai quanto
ha dovuto patire, in vita sua, Rinaldo? Aveva cominciato a lavorare come garzone
in un’officina meccanica ed è andato avanti a forza di botte! Poi s’è dovuto
sposare perché aveva messo incinta la fidanzata che dopo un po’ gli ha messo un
sacco di corna.
Severino - (Sempre guardando alla finestra) Mah, secondo me... tra me e te non
c’è dialogo! (Si allontana dalla finestra) Andiamo a preparare da mangiare.
Vasinto - Dove vai?
(Severino esce senza rispondergli perché non l’ha sentito)
(La luce si abbassa lentamente fino a spegnersi del tutto mentre Vasinto resta a
guardare fuori dalla finestra. Musica. Quando la luce lentamente torna la musica
sfuma. La scena è vuota)
Severino - (Entra da fuori casa con un giornale sottobraccio) Abbiamo un altro
giorno davanti, ringraziando il Padreterno. (Si siede in poltrona) Cosa facciamo
oggi? In centro ci sono andato, il puzzle l’ho finito... potrei sentire un po’
di musica ma non sento le note basse! Per esempio sento benissimo (Canta)... “Se
quel guerrier io fossi!”... ma quando poi dice (Canta) “Se il mio sogno si
avverasse!” questo non lo sento per niente perché mi va giù di un tono! Si potrà
sentire la musica così? (Entra Vasinto con un mazzo di carte in mano) Buongiorno
Vasinto. (Vasinto non risponde; va a sedersi al tavolo su cui appoggia il mazzo
di carte) Hai i tiramenti anche stamattina? (Vasinto tace ed inizia
svogliatamente a mischiare le carte) Sì, ce li hai anche stamattina. Sempre la
luna di traverso, eh??
Vasinto - Come?
(Campanello che nessuno dei due sente)
Severino - (Ad alta voce) Fai l’ingegnere di castelli anche oggi??
Vasinto - (C.s.) No, oggi faccio un solitario.
Severino - (C.s.) Bravo, così non ti casca niente.
Vasinto - (Cupo, iniziando un solitario) Lo dici tu...
Severino - Ti va di parlare un po’...?
Vasinto - Di cosa?
Severino - Mah... del più e del meno.
Vasinto - Allora te parla del più che io parlo del meno perché non ho voglia di
discorrere.
(Campanello che nessuno dei due sente)
Severino - (Apre il giornale e lo sfoglia) Vediamo un po’ cosa dicono sul
giornale... Senti qui: (Campanello, Severino tende l’orecchio) Hanno, suonato il
campanello? (Severino va alla porta e parla con qualcuno oltre la quinta) Oh,
buongiorno! C’è posta? (Prende due bollette) Solamente due bollette? (Ascolta)
No, no, mi bastano queste! Perché non viene dentro un momento a fare due parole?
Ci prendiamo un caffè! (Ascolta) Ah, deve finire il giro... Bè, sarà per
un’altra volta. Allora ci vediamo per la prossima bolletta! (Torna alla poltrona
e sfoglia il giornale) Senti qui: (Legge ad alta voce) “Ammazza la moglie con
settantaquattro coltellate, poi la fa a pezzettini, la seppellisce in giardino e
ci sputa sopra”.
Vasinto - (Facendo il solitario) Quante coltellate?
Severino - (C.s.) Settantaquattro.
Vasinto - (C.s.) L’hanno messo in galera?
Severino - (Legge)... Sì, sì, l’hanno arrestato che era al cine.
Vasinto - Dove?
Severino - (Ad alta voce) Al cinema!
Vasinto - E cosa davano?
Severino - Non lo dice. (Sfoglia il giornale e legge ad alta voce) “Rapina una
banca e nella fuga perde il portafoglio”
Vasinto - (Continua a fare il solitario) L’hanno preso?
Severino - Macché! (Sfoglia ancora il giornale e legge ad alta voce) “Allarme
fiumi da Nord a Sud. Il Po tracìma, il Volturno esonda, il Tevere trabocca e il
Metauro rigurgita.
Vasinto - Dice proprio così?
Severino - Scemo! Diranno che il Metauro rigurgita?? (Torna a leggere) “A.A.A.
Perduto portafoglio in banca, chi l’avesse trovato telefonare al 2347...”
Vasinto - (Lo interrompe) Deve essere un ladro caparbio da niente. (Campanello)
Severino - (Legge) Notizie economiche: “Bankitalia e Istat affermano che abbiamo
toccato i massimi degli ultimi dieci anni. L’inflazione è al 4%, (Ad alta voce)
crescita in ribasso”.
Vasinto - Come sarebbe a dire “crescita in ribasso”?
Severino - Sì, è come dire che tu stai mettendo su dei chili in più però
dimagrisci.
Vasinto - E come è possibile? (Campanello che nessuno dei due sente)
Severino - Misteri economici!...! (Continua a leggere ad alta voce) Annunci:
Vasinto - (Mischia le carte e comincia un altro solitario) Cosa devo annunciare?
Severino - Sto leggendo! (Legge ad alta voce) Annunci: “A.A.A. Massaggiatrice
filippina disponibile di giorno e di notte”. (Campanello che nessuno dei due
sente)
Vasinto - Già, c’è un sacco di gente col mal di schiena.
Severino - Di notte sarà per le urgenze! (Campanello. Severino tende l’orecchio)
Ma hanno suonato di nuovo? (Severino va alla porta e parla con qualcuno oltre la
quinta. Anche Vasinto si alza e si avvicina all’uscita. Severino ascolta la
persona che è all’esterno)... No, la famiglia Martinetti non abita qui, sta al
piano di sopra ma adesso non c’è nessuno perché lavorano tutti e due e la figlia
è a scuola. (Ascolta) Di niente, si figuri! Se vuole entrare un momento così per
fare due chiacchiere... ci prendiamo un caffè... ah, deve andare via. Pazienza,
sarà per un’altra volta che non trova la famiglia Martinetti! Buongiorno! (Torna
alla poltrona)
Vasinto - (Tornando al tavolo e al solitario) Certo che sei una bella piattola!
Prendi tutte le occasioni per rompere le scatole alla gente! La settimana
scorsa, quando sono venuti i Testimoni di Geova, li hai frastornati per un’ora e
mezza! Sono fuggiti barcollando!
Severino - Chi?
Vasinto - (Ad alta voce) I Testimoni di Geova!
Severino - Ah, bè, se non faccio un po’ di conversazione quando mi capitano
queste occasioni con chi parlo? Con te??
Vasinto - Come?
Severino - Appunto! (Riprende il giornale e continua a leggere) “A.A.A. Cercasi
camera in affitto per studentessa universitaria. Massima serietà” (Pausa) Eh,
‘sti ragazzi lontani da casa che devono imparare ad essere indipendenti... (A
Vasinto) Da quant’è che Stefano non telefona dall’America?
Vasinto - (Che ha sentito solo la parola “America”) Sì, è a Seattle... laggiù
piove sempre.
Severino - Ho capito ma... (Gli si avvicina) da quant’è che Stefano non
telefona?
Vasinto - Sarà una ventina di giorni... ma tanto quando telefona capisco poco o
niente! (Ad alta voce) Sarà la distanza!
Severino - Eh, sì, sarà la distanza! (Riprende il giornale e rilegge l’ultimo
annuncio) “A.A.A. Cercasi camera in affitto...” (A Vasinto) Vasinto!
Vasinto - Oh!
Severino - Cosa dici?
Vasinto - Io niente, ti ho detto che non ho voglia di discorrere.
Severino - Volevo dire: Che ne dici di prendere uno studente qui con noi??
Abbiamo una camera in più, due bagni... Potremmo fare un’opera buona,
guadagneremmo qualcosa e avremmo anche un po’ di compagnia! (Pausa, poi ad alta
voce) Vasinto! Hai sentito quello che ho detto?
Vasinto - Mi pare di sì ma sto zitto per non mandarti a quel paese!
Severino - Perché? Mi pare una buona idea!
Vasinto - A me pare una gran boiata che serve a te per rompere le scatole a un
altro po’ di gente.
Severino - Certo che se tutti fossero come te ci sarebbe un gran silenzio e una
noia mortale, in questo mondo!
Vasinto - Poi non mi piace nemmeno che una ragazza stia in casa con noi!
Severino - Oh Signore! (Ad alta voce) Cos’hai, paura che pensino che potresti
attentare alla sua virtù??
Vasinto - Spiritoso...! Comunque fai come ti pare, la casa è la tua... Basta che
io non abbia rotture tra i piedi! (Esce)
Severino - (Gli grida dietro) Già! Basta che nessuno ti stia tra i piedi...!
Allora potevi stare per conto tuo! Cosa sei venuto a fare qui da me? Solo per
avere uno che ti lava i panni?... Tu staresti bene tra gli uomini delle caverne!
Ecco dove staresti bene! Adesso sai cosa faccio? Vado a sentire quali formalità
ci vogliono per affittare una camera e poi vado a rispondere a quell’annuncio!
Così impari! (Pausa) Mi hai sentito?
Vasinto - (Da fuori) No!
(Severino prende la giacca ed esce di casa. La scena resta vuota, la luce si
abbassa lentamente accompagnata da un motivo musicale. Quando la luce si rialza
è passato qualche giorno. Vasinto è seduto al tavolo. La musica sfuma.) Severino
entra dall’interno; è piegato in avanti e dolorante.
Vasinto - (Voltandosi) Cosa t’è successo?
Severino - Non lo so, stamattina mi sono svegliato con un gran dolore alla
schiena!
Vasinto - Cosa hai fatto ieri sera?
Severino - (Ci pensa) Cosa ho fatto...? Ah, sì! Sono stato mezz’ora curvo per
cercare un euro che mi era rotolato sotto quel mobile (Lo indica)
Vasinto - E l’hai trovato?
Severino - Macché! (Severino torna a guardare distrattamente in terra tenendo
una mano sulla schiena dolorante. Vasinto si alza e, istintivamente, comincia a
cercare anche lui finché entrambi si ritrovano chini sul pavimento alla ricerca
della moneta) Niente, non c’è niente da fare! Chissà dov’è rotolato!
Vasinto - (Alzandosi ma rimanendo anch’egli un po’ curvo per il mal di schiena)
Ma che ti venisse un bene! A te e al tuo euro!
Severino - (A Vasinto) Oh, quella ragazza dell’annuncio ha detto che sarebbe
venuta per le dieci! (A voce alta) Per le dieci!
Vasinto - Ho capito! Allora lei arriva e io vado in camera mia a guardare la
televisione. (Si alza ed esce con la schiena dolorante)
Severino - (Gli grida dietro) Quanto sei rustico e screanzato! (Tra sé) Mi metto
proprio attaccato alla porta così sono sicuro di sentire il campanello! (Si
mette vicino all’uscita esterna) Sarei contento se accettasse! Porterebbe
sicuramente una ventata di gioventù e di freschezza in questa casa di due vecchi
rincoglioniti! (Riflette tra sé) Perché? È brutto che una ragazza viva per un
po’ con due nonni? Anzi, i giovani dovrebbero passare un po’ più tempo con gli
anziani per vedere come ci si riduce e per comportarsi così di conseguenza!
(Campanello) Ecco! L’ho sentito subito! Dev’essere lei! (Esce e rientra subito
con Ileana) Prego, signorina! Si accomodi pure! Io mi chiamo Severino
Corbezzoli.
Ileana - (Sedendo) Piacere, Ileana Taverniti.
Severino - (Sedendo) Da dove viene, signorina Ileana?
Ileana - Sono di Reggio Calabria.
Severino - Prego?
Ileana - Sono di Reggio Calabria.
Severino - Ah, bene! Scusi sa... dovrà avere un po’ di pazienza ma io e mio
fratello siamo un po’ duri d’orecchio e alcune cose, come dire... ogni tanto ci
sfuggono.
Ileana - Va bene, lo terrò presente, ma... (Vede che Severino è curvo e tiene
una mano dietro la schiena; ad alta voce) Sta male?
Severino - No, no, non si preoccupi, è colpa dell’euro...! Comunque vedrà che si
troverà bene quassù da noi!
Ileana - Grazie, lo spero, (A voce più alta) è la prima volta che vengo da
queste parti.
Severino - Oh, ma da noi si sta bene! Noi abbiamo il mare...
Ileana - (C.s.) Anche noi...
Severino - Ecco... poi abbiamo i monti...
Ileana - (C.s.) Sì, anche noi...
Severino - Ah bè... ma noi abbiamo anche... abbiamo... va bè adesso non dobbiamo
mica fare una gara a chi ha più cose!
Ileana - (Sorridendo) È vero.
Severino - E che cosa studia?
Ileana - Giurisprudenza.
Severino - (Ripete quello che ha sentito)... prudenza. Sicuro! Bè, ha ragione!
Nelle cose bisogna stare molto attenti, anche nello studio! Ma cosa studia?
Ileana - (Sorridendo comprensiva) Legge.
Severino - Ah! Allora diventerà un avvocato!
Ileana - Lo spero!
Severino - Sa, signorina, è la prima volta che affitto una camera... È perché io
e mio fratello siamo sempre soli e penso che avere qualcuno per casa, come
dire... possa fare un po’ di allegria... almeno a me!
Ileana - Bè, io con lo studio non potrò esservi di molta compagnia.
Severino - Oh, ma non si preoccupi! A me basta sapere che c’è qualcun altro in
casa! (Si alza, dolorante) Ora però venga con me che le faccio vedere la
cameretta così mi dice se le piace. (Ileana si alza e va ad affacciarsi verso
l’interno insieme a Severino) Vede? È grande e piena di luce... e lì davanti ha
anche il suo bagnetto personale.
Ileana - È molto carina!
Severino - Eh?
Ileana - (Ad alta voce) Ho detto che è molto carina!
Severino - Ah! Sono contento che le piaccia! Aspetti qui che adesso le presento
mio fratello: lo scusi, eh? È un po’ brusco ma in fondo è buono. (Si avvicina
alla quinta per chiamarlo) Vasinto! (A Ileana) Mio fratello si chiama Vasinto.
(Richiama) Vasinto! Vieni un momento che ti presento la signorina Ileana. (A
Ileana) Oh, si ricordi che anche lui... (Punta l’indice sull’orecchio per
ricordarle che non sente. Ileana annuisce. Vasinto entra con un vestito
abbastanza elegante e ben pettinato ma anche lui con la schiena dolorante.
Severino ne è piacevolmente colpito) Ecco, questo è Vasinto, mio fratello.
Ileana - (Ad alta voce) Piacere!
Vasinto - (A Severino, scuro in volto) Le hai già detto che sono sordo...!
Severino - Come?
Ileana - (A Vasinto, ad alta voce) Suo fratello mi ha mostrato la camera, è
molto carina!
Vasinto - (Evitando lo sguardo di Ileana) Mh.
Ileana - (Vedendolo dolorante) Anche lei sta male per via dell’euro?
Vasinto - Mh. Io sto male per tutto.
Severino - (Ad alta voce) La signorina Ileana studia Legge e diventerà un
avvocato!
Vasinto - Bella roba...
Severino - (A Ileana) Io non ho mai studiato diritto.
Vasinto - (Guardando Severino) Sempre di traverso.
Severino - Non lo stia a sentire, è stato sempre così orso anche da piccolo.
Solo sua moglie, poveretta, ha saputo sopportarlo per tanti anni.
Ileana - (A Vasinto) Stia tranquillo, signor Vasinto, non le darò il minimo
disturbo perché sarò sempre all’Università o in camera mia a studiare.
Vasinto - Come?
Severino - (Ad alta voce) Ti ha detto che non ti romperà più di tanto!
Vasinto - (Uscendo, sempre con la mano sulla schiena) Meno male.
Severino - Bè, adesso ha toccato col dito i pro e i rovesci della sua
sistemazione qui con noi. Se non le fa proprio schifo può accettare ed io ne
sarò felicissimo, se no... pazienza!
Ileana - No, no, mi sembra una sistemazione decorosa e sono sicura che mi andrà
benissimo, quindi... (Ad alta voce) penso proprio di accettare.
Severino - Benissimo! Non sa quanto mi rende felice! Se potessi farei un salto!
Ma io non le ho offerto ancora niente! Lo vuole un caffè?
Ileana - Sì, grazie, un caffè lo prendo volentieri ma...
Severino - Ma... cosa?
Ileana - Bè, non è per essere venale ma non abbiamo parlato della pigione...
Severino - (Risentito) Capisco che lei studia da avvocato ma lei mi offende,
signorina! Io non ho mai avuto problemi con la giustizia! Figuriamoci se sono
mai stato in prigione!
Ileana - (Le sfugge una risata) Non la “prigione” ma la “pigione”! (Ad alta
voce) Cioè quello che le dovrò dare per l’affitto della camera!
Severino - Ah! Mi scusi! Sa che non ci ho proprio pensato? Guardi, facciamo
così: mi darà quello che consumerà, cioè per mangiare e qualcosina per lavare la
biancheria... io non le chiederei nemmeno questo ma sa... noi pensionati non
siamo i figli di Torlonia... conosce i Torlonia?
Ileana - No...
Severino - Bè, insomma, voglio dire che non abbiamo molto da scialare e si deve
tirare un po’ la cinghia!
(Rientra Vasinto con una scacchiera che appoggia sul tavolo e si prepara a
giocare a dama da solo, cambiando posto a seconda del colore delle pedine che
sposta)
Ileana - La ringrazio tanto e non si deve preoccupare minimamente: vedrà che
sarò puntuale per ogni pagamento.
Severino - Allora aspetti qui che le vado a preparare il caffè (Getta
un’occhiata a Vasinto, poi si rivolge sottovoce ad Ileana) Non ci faccia caso...
è fatto così: vuole fare il burbero ma poi si sente trascurato e allora trova
tutte le scuse per farsi notare... come i bambini! (Esce)
(Ileana resta con Vasinto che sta giocando a dama, è in lieve imbarazzo mentre
aspetta che Severino le porti il caffè; tenta di sbirciare le mosse di Vasinto
che appena se ne accorge cambia posto sedendosi in modo da darle le spalle e
nascondendo la scacchiera con un braccio)
Severino - (Da fuori) Abbia pazienza! Mi sono caduti i fiammiferi nel lavandino
e si è bagnato tutto lo zolfo!
Ileana - (Ad alta voce) Non si preoccupi!
Vasinto - (Tra sé) Che imbranato!
Ileana - (A Vasinto, ad alta voce) Prego?
(Vasinto non risponde e continua a giocare)
Severino - (Da fuori) Ha detto qualcosa, signorina?
Ileana - (Ad alta voce) No, no, stia tranquillo! (Tenta di iniziare un dialogo
con Vasinto e gli si rivolge ad alta voce) Gioca a dama da solo...?
Vasinto - (Senza voltarsi) Sì.
Ileana - Non è meglio giocare in compagnia?
Vasinto - (Senza voltarsi) No.
Severino - (Da fuori) È quasi pronto, signorina!
(Pausa. Ileana approfitta per gironzolare per la stanza e osservare
l’arredamento, i soprammobili, ecc. Nel frattempo Vasinto la osserva di nascosto
ma torna immediatamente a concentrarsi sulla scacchiera non appena incrocia lo
sguardo di Ileana)
Severino - (Entra con due tazzine di caffè e ne porge una ad Ileana) Lo prendo
anch’io, va. (A Vasinto) Tu, Vasinto, lo vuoi un caffè?
Vasinto - No!
Ileana - (Osserva una foto incorniciata, appoggiata su di un mobile) Scusate la
curiosità, chi è questo bel ragazzo?
Severino - (Orgoglioso) Eh, eh! Quello è Stefano, mio nipote, il figlio di mio
fratello. Lui è ingegnere e lavora in America a... (A Vasinto, ad alta voce)
Dove sta, Stefano?
Vasinto - (Senza voltarsi) In America.
Severino - Sì ma voglio dire: in che città?
Vasinto - (C.s.) A Seattle.
Severino - Ah, sì (Ad Ileana) A Seattle. (Sedendosi insieme ad Ileana) È bello e
bravo! (Ad alta voce, per farsi sentire da Vasinto che non risponde) Non come
suo padre...!
Vasinto - (Solleva la scacchiera ed esce impettito)
Severino - (Ad Ileana) Non ci faccia caso, è carattere, è carattere... Allora,
veniamo a noi: mi raccomando, quando telefonerà ai suoi genitori dica pure di
stare tranquilli che ha trovato una buona sistemazione insieme a due nonni che
la faranno studiare!
Ileana - (Sorridendo) Riferirò senz’altro! Anzi, a breve verranno anche a
trovarmi.
Severino - Bene! Allora quando vuole potrà andare a prendere le sue cose... a
proposito, dove le ha?
Ileana - In un alberghetto al mare.
Severino - Come?
Ileana - (Ad alta voce) In un albergo al mare! Se lei è d’accordo posso andare a
prenderle anche subito e portarle qui.
Severino - Sì, sì, va bene. Sono proprio contento! (Si alzano e si avviano
all’uscita) Allora ci vediamo più tardi, signorina.
Ileana - (Ad alta voce, uscendo) Mi saluti suo fratello.
Severino - Sì, sì. Lo perdoni... (Rimasto solo, Severino si avvia, dolorante,
verso la quinta da cui è uscito Vasinto ed esce gridando) Vasinto! Sei un gran
buzzurro!
(La luce si abbassa fino a spegnersi mentre si alza la musica. Al riaccendersi
della luce sono già passati alcuni giorni. I due fratelli sono alla finestra.
Ileana è in camera sua a studiare. La musica sfuma. Silenzio)
Severino - (A Vasinto)... Però ti piacciono le cose che cucina!
Vasinto - Come?
Severino - Sì, sì, fa finta di non sentire...! (Pausa. Severino guarda dalla
finestra) Tu sei uno che non da niente a nessuno ma quando c’è da prendere non
ti tiri mai indietro... eh?
Vasinto - Eh?
(Entra Ileana. È in abito da casa, va a sedersi, esausta, sulla sedia su cui
siede di solito Vasinto)
Severino - Sì, sì. Non c’è peggior sordo...
Ileana - Mamma mia! Non ne posso più!
Severino - (Si accorge della presenza di Ileana e le si avvicina, preoccupato,
mentre Vasinto resta a guardare apposta fuori dalla finestra per non essere
coinvolto) Cosa ti è successo, Ileana?
Ileana - Sono stata cinque ore consecutive su Diritto Privato.
Severino - Diritto Privato? Ah, ecco... ma cosa hai studiato di preciso?
Ileana - La successione.
Severino - Di cosa?
Ileana - (Ad alta voce) Voglio dire: i rapporti patrimoniali che sopravvivono
alla morte del titolare.
Severino - Ah! Sarebbe a dire... quello che prende l’erede quando uno muore!
Ileana - Sì.
Severino - E cosa c’è di complicato? Io... (Ci ripensa) cioè, uno muore e
l’erede prende l’eredità!
Ileana - Già, ma occorre stabilire chi sia l’erede legittimo del “de cuius”!
Severino - Di chi??
Ileana - (Ad alta voce) Del morto!
Severino - Ah! Allora per esempio: visto che i miei unici parenti sono (Gettando
un’occhiata a Vasinto che non si scompone) quel selvatico di mio fratello e mio
nipote; se fra tanti anni, per caso, nella lontana apoteosi, io dovessi morire e
diventassi... il... “de cojonis”... Chi erediterebbe questa casa e quelle poche
cose che ho?
Ileana - Bè, credo che in questo caso sia proprio suo fratello ad ereditare i
suoi beni.
Severino - Anche se faccio il testamento e dico che deve andare tutto a mio
nipote?
(Vasinto, sempre rivolto verso la finestra, sposta leggermente la sedia indietro
per poter sentire meglio la loro conversazione)
Ileana - Già, non può andare tutto a suo nipote perché in Italia esiste (Ad alta
voce) la “quota di legittima”.
Severino - Sarebbe...?
(A Vasinto, sempre rivolto verso la finestra, sfugge un sorriso di
soddisfazione)
Ileana - Significa che agli eredi più prossimi, in questo caso a suo fratello,
deve andare una quota garantita per legge, quindi lei non può disporre per tutto
l’intero. Mi capisce?
Severino - Ho capito tanto bene... (A Vasinto, ad alta voce) Te, hai tutti i
culi!
Ileana - Prego?
Severino - No, no, niente, annunciavo a mio fratello della sua sorte propizia.
Ileana - (Si alza) Vado a vestirmi; voglio andare a fare due passi e rilassarmi
un po’. (Esce verso la camera)
Severino - Sì, fai bene. (A Vasinto) È inutile che tu faccia l’indifferente, lo
so che hai sentito tutto!
Vasinto - A me non me ne frega niente! (Puntiglioso) Comunque prima di tutto non
voglio che quella ragazza usi la mia sedia per stravaccarsi come le pare perché
questa non è casa sua! Poi vedo che si sta intrufolando un po’ troppo nella
nostra vita e questa cosa non mi piace per niente!
Severino - (Abbassando la voce) Sss! Parla più piano, disgraziato! È di là e ti
potrebbe sentire!
Vasinto - Come?
Severino - (Ad alta voce) Ho detto che sei un ignorantone!
Ileana - (Uscendo dalla sua camera) Allora io vado a fare due passi; signor
Severino non si preoccupi per la cena, vedrò di prendere qualcosa io. Ci vediamo
dopo, signor Vasinto. (Esce)
Severino - (A Vasinto) E sei anche un ingrato!... È una brava ragazza, studia,
ci da una mano in casa e ci paga anche qualcosa e tu vai a fare il difensore
della privacy? (Ad alta voce) Ma vuoi andare a quel paese!
Vasinto - I vecchi i devono stare con i vecchi e i giovani con i giovani!
Severino - Sì, (Indicando Vasinto) e gli imbecilli per conto loro!
Vasinto - Ma è possibile che io non possa più girare per casa come mi pare e
piace? Che debba stare attento se sono in mutande o se ho la buca dei pantaloni
aperta o chiusa!
Severino - Guarda che quando giri in quelle condizioni fai brutto anche a me! È
un fatto di decenza! Anzi, sarebbe ora che imparassi ad essere meno sciamannato!
Vasinto - Ad essere...?
Severino - (Con un gesto di sconsolata rassegnazione va a sedersi alla sedia
presso la finestra, vicino a Vasinto) L’ho sempre detto, Vasinto: tra noi due
non c’è dialogo!
Vasinto - Come?
Severino - (Sconsolato) Eh va bè... (Guarda fuori dalla finestra) Tò, guardala,
Ileana, com’è graziosa! (Vasinto non guarda) Come si fa ad essere così gretti?
(Pausa)
Vasinto - (Guardando alla finestra) Quest’inverno nevicherà parecchio.
Severino - (C.s.) Perché?
Vasinto - Perché lo dicono le cipolle.
Severino - Ah, e i cetrioli cosa dicono?
Vasinto - (Che non ha sentito) Io ho visto tutto il procedimento! Nella notte
tra il ventiquattro e il venticinque di gennaio si devono preparare dodici
spicchi di cipolla, uno per ogni mese, ci si mette sopra del sale e si
appoggiano sul davanzale di una finestra che dia verso Oriente...
Severino - (Ad alta voce) Dove...?
Vasinto - (C.s.) A Oriente! Dalla parte del nostro gabinetto, per intenderci!
(Prosegue) All’alba, poi, si torna e si fa la “cónta”, sarebbe a dire che si
leggono tutti i cambiamenti che ci sono stati e si prevede il tempo che farà.
Severino - Allora?
Vasinto - Allora quest’anno la vedo brutta!
Severino - Mah. Invece di fare le previsioni, testa di cipolla, cerca di capire
la situazione di questa ragazza, che è come quella di tuo figlio: lontano da
casa... Dove sta, di preciso, Stefano?
Vasinto - In America.
Severino - Sì, lo so! Ma in che città?
Vasinto - A Seattle.
Severino - Ah, sì, è vero. Prova a pensarci: un ragazzo... come Ileana... (Ad
alta voce) in una casa in affitto...!
Vasinto - Sì ma lui è un uomo di quarant’anni!
Severino - Ah, ecco! Invece le donne dovrebbero stare nelle camere d’albergo!
Ah! Tu, Vasinto, non so proprio da chi hai preso ‘sto caratteraccio! Dai nostri
genitori no di sicuro!
Vasinto - Poi mio figlio non studia, lavora!
Severino - Come?
Vasinto - (Continua il suo pensiero) Già! Lui è ingegnere!
Severino - Già, fortuna che non ha preso da te... visto quanto durano i tuoi
castelli...! (Entra Ileana) Oh, Ileana, già di ritorno?
Ileana - Sì. Sono troppo stanca, preferisco mangiare qualcosa e andare a letto a
riposare. Ho comprato degli spaghetti e ce li facciamo con olio, aglio e
peperoncino.
Severino - Bene! Senti, Vasinto? (Vasinto non risponde)
Ileana - A proposito... (Si rivolge a Severino) mi ha telefonato una mia amica
che sta cercando una stanza; pensa che sarebbe possibile ospitare anche lei,
nella mia camera? Naturalmente anche lei darebbe il suo contributo...
(Vasinto si alza di scatto ed esce verso la camera)
Severino - Bè, perché no? La camera è tanto grande, e ho anche un letto in più!
Prima la conosciamo e poi ci metteremo d’accordo, va bene?
Ileana - Certo, grazie! Vedrà che ne rimarrà soddisfatto! Allora, vado a
preparare due spaghetti?
Severino - Sicuro! Ma io non ci metterei il peperoncino perché mi brucia troppo
nella bocca!
Ileana - Peccato, senza peperoncino non è la ricetta tradizionale. Allora
facciamo solo aglio e olio.
Severino - Aspetta che ti vengo ad aiutare.
Ileana - (Uscendo) No, no, non si scomodi; faccio io!
Severino - (Tra sé) Mi dispiace ma a me il peperoncino rosso fa venire i
lacrimoni! So che fa bene e che è meglio del pepe che da un altro tipo di
bruciori, ma tanto...? (Chiama) Vasinto! Stasera ci sono gli spaghetti con aglio
e olio!
Vasinto - (Entra, in volto è più scuro del solito) Questo è troppo, Severino! Ma
ti sei ammattito del tutto? Cosa vuoi mettere su, un ostello della gioventù?
Guarda che a me ci vuole poco a prendere e togliere le tende! Mi metterò in
affitto ma almeno potrò stare in pace senza essere circondato da delle ragazzine
che mi sgambettano in tutti gli angoli della casa!
Severino - (Guardando dalla parte in cui è uscita Ileana) Non gridare per
favore!! A me dispiace che te la prendi così ma proprio non capisco perché sei
così ostile! Non ho mica ospitato una banda di delinquenti! Sono solamente due
ragazze che studiano!
Vasinto - (Sbotta) La vuoi sapere tutta, Severino?
Severino - (Combattivo) Sì, sono proprio curioso!
Vasinto - (Abbassa la voce) Ti ricordi quando mia moglie è stata in ospedale?
Severino - Chi?
Vasinto - (Alza la voce) Mia moglie!
Severino - Sì, stai parlando di quando ha perso il bambino?
Vasinto - (A bassa voce, uscendo) Non era un bambino, era una bambina.
Buio
Fine del primo atto
Secondo atto
(È il giorno seguente Severino è solo in scena, alla finestra. C’è una musica
che lentamente sfuma.)
Ileana - (Entra) Mamma mia! Stamattina ho studiato tutto il capitolo della
“comunione”! (Si lascia andare a sedere in poltrona)
Severino - (Si volta verso di lei) Bene, è giusto! Bisogna che ci si dia una
regola anche per quello. Quando si fa la fila per prendere l’ostia consacrata e
c’è un po’di confusione capita sempre qualcuno che ti da gli spintoni!
Ileana - (Sorride) Non quella “comunione”, signor Severino! Intendo la comunione
dei beni, quando un bene, una proprietà, appartiene a più persone!
Severino - Ah! Abbi pacènza, Ileana! Ma io sono ignorante forte...!
Ileana - Ma no! È stato un semplice “qui pro quo”
Severino - Come...?
Ileana - “Qui pro quo”!
Severino - Ah! A vengo subito! (Prende la sedia e va a sedersi vicino ad Ileana)
Eccomi qui!
Ileana - Senta, signor Severino...
Severino - (La interrompe) Mi vuoi fare un piacere, Ileana?
Ileana - Mi dica.
Severino - Non chiamarmi “signor”, chiamami solamente Severino, va bene?
Ileana - Va bene, la ringrazio. Volevo dire... ehm, Severino: è sicuro che andrà
tutto bene se questa mia amica verrà a stare qui? Non vorrei che si creassero
ulteriori problemi con suo fratello.
Severino - Ma no, a mio fratello ci penserò io. Comunque fra poco la conoscerò,
ci parleremo e sicuramente ci metteremo d’accordo. Allora, quanto manca per dare
questo esame di diritto?
Ileana - Oh, a me mancherebbe ancora molto ma l’esame sarà tra un mese!
Severino - Stai tranquilla che andrà tutto bene! (Campanello) Poi vedrai come
sarà contenta la tua famiglia!
Ileana - Suonano...
Severino - Eh! Non solo suonano! Vedrai che per la contentezza ballano anche, se
passi l’esame!
Ileana - (Sorride poi gli si rivolge ad alta voce) Volevo dire che qualcuno sta
suonando il campanello!
Severino - (Alzandosi ed andando ad aprire) Oh, Signore! Non avevo capito! (Esce
e rientra con Alice) Prego, signorina, si accomodi.
Alice - (Andando a sedere direttamente in poltrona) Grazie! (Vede Ileana) Ciao
Ile!
Ileana - Cia Alice!
Severino - Allora...
Alice - (Lo interrompe e parla velocemente) Allora: io mi chiamo Alice sono di
Terni sono una studentessa di Scienze della comunicazione cioè adesso alloggio
da una mia amica ma da lei domani verrà a stare il suo ragazzo (Ad Ileana) Tu lo
conosci, Ile. (Torna a rivolgersi a Severino)... Così io mi ritrovo, cioè, in
mezzo alla strada, siccome Ile mi ha detto che qui si trova bene allora ho
pensato di chiederle se trovava un posto anche per me.
Severino - (Ad Ileana) Ho capito solo “Terni”.
Ileana - (Ad Alice) Alice, non ti ho detto che il signor Severino e suo fratello
hanno problemi di udito quindi dovresti parlare adagio e un po’ ad alta voce.
Alice - Ah, ok! (Ripete ad alta voce scandendo le parole in modo eccessivo)
Al-lo-ra io-mi-chia-mo-A-li-ce...
Severino - (La interrompe, sorridendo) Bè, adesso mi pare eccessivo! Studia
Legge anche lei?
Alice - (Ad alta voce) No, io studio “Scienze della comunicazione”
Severino - Sarebbe a dire...?
Alice - (Senza pensarci, torna a parlare a volume normale e velocemente) È un
corso di laurea che riguarda tutte le comunicazioni di massa, cioè dal
giornalismo alla radio alla televisione e al cinema come mezzo d'informazione,
nonché i cosiddetti nuovi media e i processi comunicativi di tipo istituzionale
o professionale.
Severino - (Tra sé) Non ho capito un cavolo. (Ad Alice) Interessante! Sono
contento! (Ad Ileana) Ileana, fai tu gli onori di casa alla signorina e falle
pure vedere la camera. (Ad Alice) Se le va bene, per quello che riguarda la
pigione avrà lo stesso trattamento di Ileana. Compermesso! (Mentre Ileana ed
Alice si avviano verso la quinta che porta alla camera, Severino si avvia verso
la sua camera ripetendo tra sì)... processi comuni e cattivi di tipo istituto...
zionale o professionale... processi... mah, saranno sempre cose di tribunale!
(Esce)
Ileana - (Mostrando la camera ad Alice) Vedi? La cameretta è molto carina; c’è
luce; poi il signor Severino ha già messo un lettino e un tavolinetto in più che
puoi usare come scrivania...
Alice - Carino, dai!
Ileana - ... poi li davanti c’è un bagnetto solo per noi. Tutto qui!
Alice - (Tornano in scena dove si siedono) Oh, poi, hai sentito? Per la pigione
vuole solo le spese per il mangiare!
Ileana - Sì, più qualcosa per i detersivi e cose del genere...
Alice - Ok, dai, va bene. Sono contenta; la casa è vecchia ma messa bene, poi è
in posizione centrale.
Ileana - Sì, sì. per te è molto comoda, per andare all’Università.
Alice - Sì, sì; a proposito... (Con fare complice) ho conosciuto uno che mi
piace da matti!!
Ileana - (C.s.) Dai, racconta!!
Alice - Niente, è uno che mi ha fermata all’Università per chiedermi l’orario
della segreteria poi, sai, una parola tira l’altra: di dove sei, cosa fai, e,
insomma, abbiamo passato tutto il pomeriggio insieme!!
Ileana - (C.s.) Dai! Com’è??
Alice - Niente, è un tipo! Dai! Però è un figo! Insomma... mi piace!
Ileana - (C.s.) Dai, allora??
Alice - Niente, allora ci siamo lasciati dicendo che ci rivediamo sabato, non
so, andremo a bere qualcosa da qualche parte e poi... vedremo!
Ileana - (C.s.) Bello, dai! Sono contenta! Allora ti dico anch’io una cosa...!
Alice - (C.s.) Dai, dai...!
Ileana - Bè, anch’io ho conosciuto uno...
Alice - (C.s.) Dai, racconta!!
Ileana - Niente, è uno che ho conosciuto tramite degli amici comuni, cioè quando
me l’hanno presentato lui mi ha guardato in un certo modo... hai capito?
Alice - (C.s.) Sì, dai...!
Ileana - Niente, cioè, credo di averlo guardato anch’io in un certo modo...
Alice - Dai! Allora lui...?
Ileana - Niente, lui ha cominciato a parlare e siamo andati avanti conversando
del più e del meno e, insomma, abbiamo deciso di rivederci!
Alice - Bello, dai! Sono contenta! Oh, se le cose vanno avanti ci teniamo
aggiornate!!
Ileana - Ok dai!
Alice - Ascolta ma... i nonni, qui, come sono?
Ileana - In che senso?
Alice - Cioè, rompono...?
Ileana - No, no, assolutamente. Guarda, il signor Severino è dolcissimo, cioè,
un nonno vero, capito? Suo fratello, invece, non è che rompe ma è un tipo
scontroso e credo che gli dia fastidio il fatto che ci sia gente estranea per
casa; però se ne sta quasi sempre in camera sua e ultimamente lo vedo
pochissimo.
Alice - No, perché Severino... lì, mi sembra un po’ rincoglionito.
Ileana - No, no; può dare questa impressione solo perché non ci sente bene.
Alice - Ok. Oh, io vado a prendere le mie cose, allora.
Ileana - Ok, aspetta che chiamo il signor Severino. (Si dirige verso l’uscita
che porta alle camere dei due fratelli e chiama) Signor Severino! Alice se ne va
a prendere le sue cose.
Severino - (Entra) Sì, bene, sono contento, signorina Alice; allora, le piace la
sistemazione?
Alice - Sì, sì, va bene.
Severino - Come?
Alice - (Ad alta voce) Ok!
Severino - Ah, ecco, (Accompagnandola alla porta) allora... benvenuta nella
nostra famiglia!
Alice - Ok. (Esce)
Severino - (Rimasto solo con Ileana) Bene... cioè: ok! (Guarda Ileana) Allora,
come ti sembra?
Ileana - Bè, dovrei essere io a chiederlo a lei.
Severino - Ah. Già, è vero... Bè, mi pare... mi pare una ragazza... giovane,
cioè... simpatica!
Ileana - Sì, ha un carattere un po’ diverso dal mio, cioè, praticamente lei è
più... più... esuberante!
Severino - Sì, è vero, è... esuberante! Va bene, vorrà dire che ci sarà ancora
più allegria in questa casa!!
Buio
(Al riaccendersi della luce sono passati alcuni giorni. Sottofondo musicale. La
scena è vuota, dopo qualche istante entra, furtivo, Vasinto; è in mutandoni, si
dirige il più veloce possibile verso un mobile da cui prende un asciugamano poi
torna subito da dove era entrato. Entra Alice, si abbandona pesantemente sulla
poltrona e apre un libro che si mette a leggere. La musica sfuma.)
Severino - (Entra e osserva Alice) Sta studiando, signorina?
Alice - (Senza alzare gli occhi dal libro) Sì.
Severino - Bene! Allora non la disturbo.
Alice - (C. s.) Per me...
Severino - Come?
Alice - (Con aria scocciata) No, niente... (Alza la voce) Sto solo ripassando.
(Si alza e gironzola per la stanza prendendo in mano tutti gli oggetti, i
soprammobili, ecc. mentre Severino la osserva un po’ preoccupato per il fatto
che sta toccando tutte le sue cose. Quindi Alice si rivolge a Severino, senza
guardarlo) Ma tu sei vedovo?
Severino - No, io non mi sono mai sposato. Mio fratello è vedovo.
Alice - Ah, quello che si nasconde e che vedo solo di sfuggita...
Severino - Non è che si nasconde; è che lui è un tipo... solitario.
Alice - (Con maliziosa curiosità) Ah, solitario... E tu perché non ti sei mai
sposato?
Severino - (Imbarazzato) Bè... perché... perché non mi è capitata... la persona
giusta.
Alice - Ah, va bè... tanto ormai... (Torna a leggere stravaccata in poltrona)
Severino - Studi, studi, signorina... Io vado a portare via... la mondezza.
(Esce verso l’interno)
Alice - (Dopo qualche istante chiama ad alta voce) Ileanaaa!
Ileana - (Entrando) Dimmi, Alice.
Alice - Stai ancora studiando?
Ileana - Bè, sì.
Alice - Uff! Io mi sono stufata! Sono tre giorni che faccio dalle nove all’una e
dalle tre alle sette!
Ileana - A chi lo dici...!
Severino - (Entra con tre sacchetti dell’immondizia e attraversa la scena)
Quello che si semina oggi si raccoglie domani... Vado a portare questo regalino
per il Comune. (Esce verso l’esterno)
Alice - Ho una fame...! (Ad Ileana) Cosa prepari per stasera?
Ileana - Pensavo di fare due penne col pomodorino fresco e basilico...
Alice - Mamma mia...! Una cosa più sfiziosa no, eh?
Ileana - Di sfizioso posso fare un contorno di patatine frette con ketchup.
Alice - Uff... Non c’è la maionese?
Ileana - Sì, se non ti piace il ketchup puoi metterci la maionese.
Alice - Oh, allora, come va col tuo tipo...???
Ileana - (Si schermisce) Eh, il mio tipo...! Cioè, l’ho rivisto sabato
pomeriggio e poi stamattina all’università, lui ha detto che sta studiando da
matti per un esame ma che gli farebbe piacere uscire una sera con me perché...
cioè, perché gli piaccio!
Alice - È fatta! È fatta! Dai!!
Ileana - Non so, piace anche a me ma... insomma non so se in questo periodo sia
il caso...
Alice - Ma dai!! Ogni lasciata è persa, Ile!!
Ileana - Forse hai ragione... E tu, col tuo?
Alice - Niente, siamo usciti sabato sera...
Ileana - Wow!
Alice - Sì... siamo andati al pub, poi abbiamo fatto una pizza e poi...
Ileana - E poi...???
Alice - (Evasiva e maliziosa) Dai... qualcosa c’è stato.
Ileana - Wow!
Severino - (Entra) Ho messo la plastica nel bidone blu, l’umido biodeguardabile
nel bidone marrone e la carta nel bidone giallo!
Alice - (Con sufficienza) E bravo il nonno!
Severino - Eh sì... Perché dovete sapere che la roba bisogna sapere darla via
con giudizio... (Esce verso l’interno)
Alice - (Ad Ileana) Il tuo è biondo o moro?
Ileana - Moro.
Alice - Anche il mio! Io li preferisco, ai biondi, non so perché. Poi, cavolo,
un moro così che fa il corso superiore di educazione fisica... Wow!
Ileana - Cavolo! Anche il... cioè, anche quello che ho conosciuto io frequenta
il corso superiore di educazione fisica!
Alice - Ah. (Fissa Ileana) Ma... come si chiama questo tuo amico?
Ileana - Marco, perché?
Alice - (Cambia immediatamente espressione ed atteggiamento) Ma che razza di...
ipocrita sei!
Ileana - Perché?
Alice - (Alza la voce fino a gridare) Perché anche il mio si chiama Marco! E
credo proprio che sia lo stesso ragazzo...! E magari tu lo sapevi! E facevi la
santarellina!
Ileana - (Allibita) Ma che stai dicendo?
Alice - Sto dicendo che me lo volevi fregare da sotto il naso!
Ileana - Alice, io ti giuro che...
Alice - (Non la ascolta e continua rifacendole ironicamente il verso)... “Non
so, piace anche a me ma non so se in questo periodo sia il caso...” Io ti ho
capito! Tu sei una di quelle che fa l’amica ma che poi, sotto sotto ti frega che
nemmeno ti accorgi!
Ileana - (Offesa) Se è così che la pensi... prendilo pure, il tuo Marco! Uno che
tiene il piede su due staffe! O ancora peggio...! (Esce verso la camera)
Alice - (Ad alta voce) Vai...!Vai...!
Severino - (Entra) Avete chiamato?
Alice - (Ancora alterata) Cosa vuoi, nonno??
Severino - (Perplesso) Io? Niente... (Tenendo a precisare) Comunque non sono tuo
nonno...
Alice - Ah! Gentile...! Comunque io non rimango un minuto di più in questa casa
che mi pare una via di mezzo tra un ospizio e un... (Alzando la voce per farsi
sentire da Ileana) un covo di vipere! (Torna a rivolgersi a Severino) Tra te,
quella di là... e l’altro vecchio che non ho mai avuto il “dispiacere” di
conoscere!
Severino - Io non ho capito niente! Mo cosa è successo? Poi cosa c’entra
l’ospizio con le vipere?
Alice - (Ad alta voce, scandendo le parole) Se-ve-ri-no! Va-do vi-a! (Esce verso
la camera)
Severino - (Tra sì) Ah, allora avevo capito bene!
Vasinto - (Entra) Cosa è successo?
Severino - Mi da l’idea che ci sia una mezz’aria di smobilitazione... Alice ha
farfugliato qualcosa ma non ho capito tanto bene, soprattutto la faccenda
dell’ospizio e delle vipere... (Pausa) C’è ancora quello di via Mazza?
Vasinto - Cosa?
Severino - (Ad alta voce) L’ospizio!
Vasinto - (Andando alla finestra) Macché, è tanto che l’hanno buttato giù!
Severino - (Seguendolo alla finestra) Ricordi quando da bambini ci andavamo per
vedere il Presepio? Lo facevano molto bello, con le luci che facevano il giorno
e la notte!... Ti piaceva quel Presepio dell’ospizio?
Vasinto - (Guardando fuori della finestra) Sì, sì.
Severino - Se non sbaglio c’era anche qualche personaggio che si muoveva!
Vasinto - (C.s.) Dove?
Severino - (Ad alta voce) Nel Presepio dell’ospizio!!
Vasinto - Ah, sì, sì.
(Entra Alice con un borsone in mano, attraversa la scena ed esce definitivamente
senza salutare i due fratelli che non si accorgono del suo passaggio)
Severino - (Guardando anche lui fuori della finestra) Era bello...
Vasinto - (C.s.) E le vipere cosa c’entrano?
Severino - Boh! In quel vecchio ospizio ci poteva essere magari qualche
scarafaggio... ma le vipere... non mi risulta! (Guarda per strada) Ah, eccola
va... è Alice che sta andando via.
Vasinto - Sono contento.
Severino - (Pausa) Anch’io.
Vasinto - Oh, ieri sera ha telefonato Stefano.
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Ha telefonato mio figlio! Stefano!
Severino - Ah! Da dove?
Vasinto - (C.s.) Dall’America! (Lo fissa e lo anticipa)... Da Seattle!
Severino - Ok!
Vasinto - Credo d’aver capito che torna a lavorare qui in Italia!
Severino - Oh, sono contento!
Vasinto - Anch’io. (Pausa) Gli ho raccontato di questa ragazza...
Severino - E lui cosa t’ha detto?
Vasinto - Credo che abbia detto che è contento!
Severino - Oh, sono contento!
Vasinto - Anch’io.
Ileana - (Entra) È andata via...
Severino - (Si volta verso Ileana) Come?
Ileana - (Ad alta voce) Alice...
Severino - È andata via... ma non ho capito perché! Non si trovava bene con noi?
Ileana - (C.s.) Non è stato per causa vostra.
Vasinto - (Si alza ed esce) Ci mancherebbe altro!
Severino - Allora perché?
Ileana - (Ad alta voce) Perché parlando ci siamo accorte che stavamo
frequentando lo stesso ragazzo e lei ha pensato subito che io lo sapevo e che
glielo volevo... portare via!
Severino - E questo ragazzo andava con tutte e due...
Ileana - Sì.
Severino - E Alice ha pensato che fosse colpa tua...
Ileana - (Ad alta voce) Già, ma quello che mi rattrista, signor Severino...
Severino - ... senza “signor”.
Ileana - (Si corregge) Severino, è il fatto che mi sia sbagliata nel giudicare
un’amica e soprattutto di averla portata qui da voi mettendovi in imbarazzo,
perciò devo chiedervi anche di scusarmi.
Severino - Ma che scusarti! Che imbarazzo? Devi sapere, Ileana, che le persone
non si finisce mai di conoscerle! E una cosa così può capitare a tutti; anzi,
l’unica che non si è comportata male in questa faccenda sei proprio tu! Ma dimmi
un po’: tu vuoi bene a questo ragazzo?
Ileana - Ma no, praticamente l’ho appena conosciuto e fra noi c’è solo simpatia,
o meglio: c’era!
Severino - Allora stai tranquilla e non pensarci più! Prendila come
un’esperienza! Hai capito? Nella tua vita conoscerai un sacco di persone...
Alcune brave, altre da prendere a zamp... (Si corregge) meno brave. Tu cerca di
separarle bene... come si fa con la mondezza differenziata! Hai capito? E adesso
parliamo di cose serie: Cosa si mangia stasera??
Ileana - (Sorridendo affettuosamente) Voi nonni avete la capacità di
ridimensionare i problemi e dargli la giusta importanza!
Severino - Eh, magari! Ma non è sempre così!
Ileana - Comunque per stasera avevo pensato di preparare due penne con
pomodorino fresco e basilico.
Severino - Benissimo!
Ileana - E come contorno patatine fritte... no, farò un po’ di verdura cotta!
Severino - Perfetto! (Con fare da esperto) Un esatto sbilanciamento nutrizionale
di porteine, vitamine e carboidranti!
Ileana - (Sorridendo si alza) Certo! Ora torno a studiare un altro po’ poi mi
metterò in cucina! (Esce)
Severino - (Tra sé) Eh, bè. (Ad alta voce) Vasinto! Stasera ci sono le penne!
Vasinto - (Entrando con il mazzo di carte) Come?
Severino - (Ad alta voce) Stasera mangiamo le penne!
Vasinto - (Sedendosi al tavolo) Chissà che scarabocchi faranno nelle budella!
Severino - Vogliamo fare una partitina a scopa?
Vasinto - No! (Ci ripensa) Anzi sì, va’!
(Severino siede soddisfatto e Vasinto inizia a mischiare e a dare le carte)
Severino - (Guardando le quattro carte aperte sul tavolo) Tre e quattro sette!
(Prende due carte sul tavolo)
Vasinto - Due di coppe (Prende la terza carta sul tavolo)
Severino - (Prendendo, con la sua, l’ultima carta sul tavolo) Scopa!
Vasinto - Cominciamo bene! (Mette la sua carta sul tavolo)
Severino - Scopa!
Vasinto - (Ha un gesto di stizza) Ma va’...! Tu hai sempre avuto gli occhi della
mamma e il culo del babbo!
Severino - (Soddisfatto) Eh sì!
Ileana - (Entra) Ragazzi!
Severino e
Vasinto - (All’unisono)... Sì??
Ileana - Allora vado a preparare... (Si porta una mano alla fronte) Vado... vado
in cucina a... a preparare... (Sviene)
(Severino e Vasinto si precipitano a soccorrerla)
Severino - Ileana! Cosa t’è successo??
Vasinto - (Ironico, accostando la guancia alla bocca di Ileana) Indovina un
po’... per me è svenuta.
Severino - (Impaurito) Me ne sono accorto! Madonna mia! Adesso cosa si deve
fare??
Vasinto - Sei un dottore, tu?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Sei un dottore??
Severino - (Impaurito) Io no!!
Vasinto - Allora bisognerà chiamarne uno!!
Severino - (C.s.) Che dottore bisogna chiamare??
Vasinto - (Prende un cuscino e lo mette sotto la testa di Ileana) Se fosse per
te bisognerebbe chiamare il dottore degli imbranati ma per lei basterà chiamare
il 118!
Severino - (C.s. si precipita al telefono) Tu intanto tienila d’occhio!
Vasinto - (Ironico) Certo, se no c’è paura che scappi!
Severino - (Compone il numero in preda all’agitazione) Pronto!... Sì... come? Io
mi chiamo Severino... No, io non sto male!... Ah, sì, io abito... dunque, ha
presente il negozio di Marisa... quella che vende la verdura...?
Vasinto - (Perde la pazienza, va al telefono e prende la cornetta dalle mani di
Severino) Sta’ con lei, su!... E girala su un fianco! (Al 118, con fare sicuro)
Pronto, sono Vasinto Corbezzoli, a casa mia, in via del Quarto al numero 12, è
svenuta una ragazza, adesso è in terra, non ha ripreso conoscenza ma respira.
(Ascolta) Come? (Nel frattempo Ileana si riprende e si alza lentamente sorretta
da Severino) Ah, va bene. (Vede Ileana in piedi che, aiutata da Severino, sta
andando verso la poltrona) Aspetti, si è ripresa proprio adesso (Ascolta) Sì, si
è rialzata... Allora niente (Ascolta) Sì, meglio così, grazie lo stesso. (Chiude
e si avvicina ad Ileana) Allora? Come va?
Ileana - Come?
Vasinto - Oh, sei diventata sorda tu, adesso? (Ripete ad alta voce) Come va?
Ileana - (Sorridendo) Ah, sì, va meglio, grazie.
Vasinto - (A Severino) Comunque è meglio chiamare un dottore per fargli dare
un’occhiata, per sicurezza.
Severino - Sì, hai ragione, ma chi viene a quest’ora?
Ileana - Non preoccupatevi per me, è già passato tutto.
Vasinto - (Con il suo solito fare arcigno) Che è passato tutto dovrà dirlo il
dottore!
Severino - (Ad Ileana) Vasinto ha ragione, è meglio farsi dare una
controllatina. (A Vasinto) Si potrebbe fare un salto dal dottor Fausti, quello
che abita qua sopra all’ultimo piano e chiedergli il favore di venire giù un
momento.
Vasinto - Sì, fai un salto tu che io l’accompagno a letto.
Ileana - Adesso state esagerando, vi ho detto che è passato tutto!
Vasinto - (Facendola alzare e accompagnandola verso la sua camera sotto lo
sguardo di Severino) Sarà anche passato tutto ma il dottore lo aspetti sdraiata
sul letto! (Esce insieme ad Ileana)
(Severino li segue fino alla quinta dove si ferma ad osservare. Dopo pochi
istanti torna Vasinto)
Vasinto - (A Severino) Allora?
Severino - Allora cosa?
Vasinto - (Ad alta voce) Vai da questo dottore, sì o no??
Severino - (Come riscosso dai suoi pensieri) Ah sì!! (Esce di corsa)
Vasinto - (Rimasto solo, va a sedersi al tavolo, prende una carta da gioco dal
mazzo e la tiene in piedi sostenendola tra le dita) Bè, da soli non si sta in
piedi, non c’è niente da fare. (Prende una seconda carta e l’appoggia alla
prima) Vedi? Ci vuole un po’ d’equilibrio ma in due, in effetti, ci si regge.
(Prende altre due carte e le pone in piedi lateralmente, appoggiate alle prime
due) Vedi? È sempre difficile ma in più ci si appoggia meglio. (Le carte
crollano) Basterebbe solo un po’ de pazienza.
Severino - (Entra insieme al medico) Si accomodi, dottore, l’accompagno nella
camera sua, faccio strada. (Esce con il medico verso la camera di Ileana e
subito dopo rientra) Adesso cosa farà?
Vasinto - Chi?
Severino - (Ad alta voce) Il dottore!
Vasinto - (Ironico) Io credo che la visiterà.
Severino - (Agitato) Sì, è vero. (Pausa) Cos’hai, una sigaretta?
Vasinto - Ma se non hai mai fumato!
Severino - (C.s.) Sì, è vero. (Pausa)
Vasinto - Comunque io credo che non sia niente.
Severino - Sì, lo credo anch’io.
Vasinto - Dev’essere stato un abbassamento di pressione.
Severino - (Fraintende) Pensi che sia depressa??
Vasinto - (Ad alta voce) Di – pressione! La pressione del sangue!
Severino - Ah! Sì, può essere; è come quando la mattina mi alzo dal letto di
scatto, e se non mi appoggio al comodino vado a finire tutto lungo per terra!
Vasinto - (Che non ha sentito) Chi?
Severino - (Ad alta voce) Io! Quando la mattina... (Viene interrotto dal dottore
che entra; i due gli si avvicinano trepidanti)
Severino - Allora, dottore??
Dottore - State tranquilli, non è niente.
Vasinto -. Come?
Severino - (Ad alta voce, a Vasinto) Non è niente!
Dottore - È stato un semplice svenimento dovuto a stanchezza... solo un po’ di
sovraffaticamento.
Severino - Come?
Vasinto -. (Ad alta voce, a Severino) Studia troppo! (Al dottore) Grazie,
dottore.
Severino - Cosa le dobbiamo dare?
Dottore - (Che fraintende) Niente, per carità!... Non sono nemmeno dovuto uscire
di casa!
Severino - Ah, grazie, è gentile, ma io volevo dire... per la ragazza, dovrà
prendere qualche medicina?
Dottore - Ah, no, no; ha solo bisogno di un po’ di riposo e di tranquillità.
Arrivederci. (Esce)
Severino - (Accompagnandolo alla porta) Grazie ancora, dottore! (A Vasinto) Hai
sentito? Non ha bisogno di niente.
Vasinto - Chi?
Severino - Ileana!
Vasinto - Ah!
Severino - (Indicando col capo verso la camera di Ileana) Sarà il caso di andare
da lei?
Vasinto - No, non è il caso. Lasciala riposare.
Severino - Sì, hai ragione. (Si dirige verso la finestra, si siede e guarda
fuori pensando ad alta voce) Però... che spaghetto!
Vasinto - (Raggiungendolo alla finestra e sedendosi) Già.
Severino - Già. (Pausa)
Vasinto - A proposito... che or’è?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Che or’è??
Severino - (Controlla l’orologio) Le otto e mezza.
Vasinto - Apposta sento un certo brontolio allo stomaco...
Severino - Sì... lo sento anch’io... Cosa dici, vado a preparare qualcosa di
leggero?
Vasinto - Perché di leggero?
(Entra Ileana e si avvicina lentamente ai due fratelli fermandosi dietro di loro
senza che essi se ne accorgano)
Severino - Perché così lo può mangiare anche Ileana.
Vasinto - Sì, è giusto. (Pausa) Severino...
Severino - Oh.
Vasinto - Però... mi piace, quella ragazza.
Severino - Sì, anche a me.
Ileana - (Appoggia le sue mani sulle spalle dei due nonni e li bacia entrambi
sulla guancia) Anche voi due mi piacete... nonni!
Severino - (Ad Ileana, facendole una carezza sulla guancia) Ci hai fatto
prendere una bella paura!
Vasinto - (Imbarazzato) Su, su, andiamo a mangiare!
Ileana - Preparo io!
(Squilla il telefono, né Severino né Vasinto lo sentono)
Vasinto - (Burbero) Starai scherzando! Stasera facciamo noi!
Severino - È vero! Facciamo noi! Tu devi stare in riposo!
Ileana - Telefono!
Severino - A chi?
Ileana - (Ad alta voce, sorridendo) Sta squillando il telefono! Aspettate che va
do io. (Va a rispondere) Pronto... sì... sono Ileana, la ragazza che... Ah,
piacere... gliel’hanno riferito...? (Si rivolge un attimo a Vasinto) È suo
figlio! (Torna al telefono) Sì, mi hanno parlato molto di lei, soprattutto
Severino... Ah, torna domani? (Rivolta a Vasinto e a Severino) Ha detto che
arriva domani. (Torna al telefono)... Studio Giurisprudenza... oh, grazie!...
Sì... sì... (Ileana sorride mentre parla con Stefano. Severino da di gomito a
Vasinto strizzandogli l’occhio ed entrambi se ne vanno alla chetichella verso la
cucina ed escono mentre Ileana continua a parlare)... Bè, mi fa piacere... Oh,
sì, mi trovo bene qui... (Ride per una battuta detta da Stefano) sì...
volentieri... ma, a che ora arriverà?... Certo, io sarò qui... Sì, sto
preparando l’esame di Diritto Privato... Sì, anch’io... Stefano... (Da quando
Severino e Vasinto sono usciti, quindi durante queste ultime battute di Ileana,
la luce inizia ad abbassarsi lentamente e contemporaneamente si alza piano la
musica che arriva a sovrapporsi alle parole di Ileana mentre si chiude
lentamente il
Sipario)