Nome di battaglia Maria
di
Gianfranco Frelli
Personaggi
Bianca 42 anni, mamma di
Giulia, Sara, 16 anni,
Donne dei sogni: Silvia, Antonella, Barbara, vestite da uomo con i baffi da
Hitler
Erminia 19 anni, sorella di Giulia
Aldo 20 anni, innamorato di Erminia
Pietro 36 anni, fratello di Bianca
Venditrice di oggetti, Manola
Francesco 35 anni, marito morto di Bianca
Lina, Manola 33 anni
Suor Teresa 47 anni, sorella di Bianca
Suor Giovanna, 18 anni, consorella di Suor Teresa
1) Civetta
luce
Bianca (si trova a sinistra in camicia da notte bianca).
“Prima di parlare... taci”. Me lo hanno insegnato i vecchi. Prima di parlare
taci. Noi poveretti tacciamo sempre. Per noi parlano gli altri. Poi ti accorgi
che a stare zitta sei solo te! Prima chi ci comanda! poi il padrone, poi la
mamma, poi il babbo, poi i fratelli più grandi, poi le sorelle più grandi e i
fratelli più piccoli. Tutti pensano e dicono quello di cui hai bisogno te. Di
quello che vuoi te non si ricorda nessuno. Il babbo dice: “I contadini hanno
bisogno della terra. Hanno bisogno di guadagnare di più per sfamare la famiglia,
hanno bisogno di un tetto che li ripari”. E mica basta! Anche io ho bisogno di
dire la mia! Ma niente. Se ti azzardi a dire qualcosa... Mia nonna aveva bisogno
delle stesse cose di cui ho bisogno io. E oggi siamo ancora come allora!
Giulia (entra da sx in camicia da notte bianca).
Bianca, basta parlare da sola. Vieni a dormire, è tardi e se non dormi te non
dormo neanche io.
Bianca.
Non c'ho sonno!
Giulia.
Domani dovemo lavà i panni, fa' il pane! Dai vieni a letto... Se non dormi te
non dormo manco io... Lo sai, al fosso ho trovato questa... é la foto de
Mussolini!
Bianca.
Lasciame perde co' Mussolini.
Giulia.
Piero ha detto a Nunzio che se va bene all'esame gli regala la bicicletta. Non è
giusto, a me Piero quando ho dato l'esame non me l'ha regalata!
Bianca.
Te sei una femmina.
Giulia.
E allora?
Bianca.
Sei una femmina e le femmine non hanno il diritto. Le femmine stanno a casa e
sono femmine. Gli uomini lavorano, sono maschi e comandano.
Giulia.
Sì però anch'io sono sorella sua!
Bianca.
Il mondo funziona così! Essere femmina è una disgrazia! E' una spesa! Te devi
sposare! C'è la dote! E la famiglia deve spendere! Mentre il maschio lavora,
produce. Porta a casa un bene!
Giulia.
Ma io non mi voglio sposare! Voglio solo la bicicletta!
Bianca.
Andiamo a letto va che è meglio. Sennò domani Pietro se la prende con me!
Buio
2) Musica 12 Benito fino a cavaliere
3) il cavaliere
4) il cavaliere
5) Musica
Fiammelle rosse, prima una, poi due, poi tre, poi cinque, poi sei
Luce
20” 10%
Scopriamo ora che sono donne con i baffi finti da Hitler, vestite da uomo, che
fumano
30” 60%
Il sogno di Bianca
Pietro (dx, vestito da donna scalzo corre per la scena si comporta da buffone).
(le date servono solo come riferimento storico 1933 Cuneo) Popolo di questa
terra laboriosa, tenace, ed eroica nei secoli, ho l'impressione che la gioia del
nostro incontro sia reciproca. L'entusiasmo vostro così ardente, le
manifestazioni che ho ricevuto lungo i paesi, i villaggi, e i focolari mi dicono
che la penetrazione fascista si è realizzata in estensione e profondità. (corre)
Camerati, veterani e reclute, l'Italia di domani sarà ancora più potente e più
grande perché così noi la faremo! (1936) (corre) Il popolo italiano ha creato
col suo sangue l'impero! lo feconderà col suo lavoro e lo difenderà contro
chiunque con le sue armi. (1939) (corre) La vostra esultanza pienamente
legittima che ha liberato le città dall'infamia dei rossi... Siamo passati e
passeremo. (1940) (corre) Combattenti di terra, di mare, dell'aria, camicie nere
della rivoluzione e delle legioni, uomini e donne d'Italia, dell'impero e del
regno d'Albania ascoltate. (corre) La dichiarazione di guerra è già stata
consegnata agli ambasciatori di Granbretagna e di Francia. (corre) Scendiamo in
campo, scendiamo in campo, scendiamo in campo (mima un tiro in porta) contro le
democrazie plutocratiche e reazionarie dell'occidente che in ogni tempo hanno
ostacolato la marcia e insidiato l'esistenza del popolo italiano (cade per la
stanchezza che deve essere vera, ansima davvero, dopo 1 minuto si alza) Ignobile
plebaglia, così rincompensate.......... Faremo Roma più grande e più superba che
pria.
Donne.
Bravo.
Un uomo.
Grazie. Agli uomini queste parole piacciono. Adesso gliele ripeto: faremo Roma
più grande e più superba che pria.
Donne.
Bravo.
Pietro.
Grazie.
Donne (puntano le dita a mo' di pistola).
Pum, pum, pum
Pietro (cade).
Lascio a voi questo mondo. Non lasciatelo a nessun altro.
Musica
Buio
escono a destra
Angolo
Luce
Bianca (non più con la camicia da notte uscendo sx).
Lo devo fare! Lo devo fare!
Aldo (dx verso sx).
Erminia! Erminia!? Erminia ma 'ndo stai?
Erminia (sx).
Ma che c'è! Che vòi!? Ma che t'agiti? che c'hai? Sono tornata adesso dalla
filanda!
Aldo.
Devo partì! Parto!
Erminia.
Già parti?
Aldo.
Ma quando torno, sai che fo?
Erminia.
Che fai?
Aldo.
Te sposo. Te porto via, come ha fatto mio padre con mia madre, quando è tornato
nel '18... Ti porto via dalla fabbrica e ti porto a Parigi.
Erminia.
A Parigi ce vai te!
Aldo.
Se non ci vieni, ci vado co Virginia, la figlia del fornaro.
Erminia.
E vacce. vacce co Viriginia... Se ci vai co' Virginia piglio 'na verga e te ne
do tante come a 'n ca' ragio!
Aldo.
Andiamo a vivere lì.... e damme 'n bacio che prima che torno per la licenza
passerà 'n anno. E che me voi fa sta senza baci pe' 'n'anno?
Erminia.
Aldo ma te sei tutto matto! Che famo a Parigi che manco la lingua sappiamo?
Aldo.
Ti fidi di me?
Erminia.
No!
Aldo.
Te farò vedè io quando tornerò co' le medaglie. E tutti: “guarda quello è Aldo
de Sorana, il figlio de Checco, guarda le medaglie che c'ha”!
Erminia.
Sì, sì! Invece sai che diranno?:
Aldo.
No!
Erminia.
“Quello è Aldo, il più scemo che c'è da Pescara a Bologna...”
Bianca (entra sx).
Oh! sei tornata! Bene!
Aldo (mentre parla trascina Ermina verso dx e al termine esce a dx).
Ciao amore mio e di nessun altro, ciao! Devo anda' in guerra! Sennò mi fanno
fuori e ti tocca sposare un altro. Diventa sempre più bella che quando torno ti
sposo! In cattedrale ti sposo con 101 garofani rossi come gli anni del nonno.
Facciamo venire anche la banda che suona. Soniamo tutte le canzoni socialiste.
Invitiamo tutti i parenti, anche quelli dell'Argentina! Ammazzamo sette maiali e
tutti i polli che avemo. Già ho organizzato tutto, sai? Ho messo i soldi da
parte per il pranzo e le spese. E dopo sposato me compro la bicicletta, la
dipingo di rosso e c'andiamo a Parigi. Voglio avere 15 bambini come babbo e
mamma. Li chiameremo uno per ogni lettera dell'alfabeto, escluse la a, e la b
come Adolfo e Benito, l'h e la m.
Erminia.
Guarda che pure te ti chiami con la a... Aldo.
Aldo.
Mica scherzo, io lavoro! Lavoro! Per tutta la famiglia! Vedi? Sono forte. Sono
forte come il babbo, il nonno e tutti i miei fratelli. Faremo i signori a
Parigi! Vado in guerra e torno perché la forza dell'amore è più forte di tutte
le cattiverie. In guerra ti scriverò tante di quelle canzoni, tutte per te, che
dovrai cantare giorno e notte per 101 giorni di fila per cantarle tutte. E sarò
felice anche quando piove, anche quando il sole scotta, perché ci sei te! Perché
Erminia sei l'unico amore della vita mia... Ciao Bianca.
Piero (ora è vestito da uomo entra da dx ed esce a sx).
Donne! C'è ancora un sacco di lavoro da fare. La stalla chi la pulisce?
Erminia.
Io mi sono fatta già otto ore e devo pure andare nella stalla? Tutti i giorni la
stessa storia.
Bianca.
Non ti preoccupare, ti aiuto io! ... Ma non è di questo che ti vorrei parlare...
Non ne posso più. Non ce la faccio! Lo devo fare. Se non lo faccio penso che
morirò. Morirò anche se lo faccio. Ma almeno... sarà una liberazione per tutti.
Si tratta del.. non ce la faccio neanche a pronunciare il suo nome.. tanto mi
viene il nervoso. Tutte le notti faccio quel sogno. Sogno che muore, che viene
ucciso. E nel sogno è vestito da donna ed è uguale a mio fratello Pietro. Il
duce! Devo uccidere il duce!
Erminia.
Ma dove vivo io? Dove? Quell'altro va in guerra e dice cose strampalate sul
matrimonio! Mia madre vuole uccidere il duce! Ma c'hai tre figli! Non ci pensi
ai tuoi figli? Non lo so' ma la guerra ha fatto tutti matti in sto' paese?
Bianca.
Ai miei figli ci penserà Pietro. Lui è solo, non s'è sposato e ci penserà lui.
Nunzio è grande e anche Giulia è grande. Eppoi ci sei tu, sei sua sorella e se
succede qualcosa a me il compito spetta a te! Io vi ho cresciute! Tuo padre
prima di morire me lo diceva sempre: “Fai qualcosa per migliorare”. E questa è
la cosa migliore! Se il duce muore siamo liberi. Liberi capisci! Tutto il popolo
italiano sarà libero. E anche il mondo intero! E voi sarete orgogliose di me!
Erminia.
Ma... ci daranno la caccia.
Bianca.
Ho pensato anche a questo. Fuggirete per mare ed andrete a Parigi.
Erminia.
Ahhh! Ma allora è un vizio, anche te con sto Parigi.
Bianca.
Piglierete una barca a Falconara. Poi salirete l'Adriatico...
Erminia.
Ma guarda che l'Adriatico non arriva a Parigi. A Parigi non c'è il mare.
Bianca.
Lo so! Mica so' scema.
Erminia.
No! Te sei tutta scema! Scema demente!
Bianca.
Per favore stammi a sentire! Devo solo arrivare dove andranno a fare il brindisi
prima del discorso. C'ho un veleno, basta che lo metto in una delle bevande che
serviranno. Il duce beve e il gioco è fatto. Nessuno si accorgerà di me perché
sarò vestita come loro! Mi sono organizzata, ho un sacco di vestiti. Verrete
tutti con me. Non con me. Voi starete in piazza del Papa. Se il duce parlerà
vuol dire che non ci sono riuscita perché mi è presa la paura! Voi fuggirete. Se
non parlerà fuggirete lo stesso. Stammi a sentire! Tutto quello che ti dirò lo
dovrai imparare a memoria. Niente di scritto. Date, nomi, luoghi. ore, tutto!
Sono anni che ci penso! Ci sarà una barca a Falconara. Farete poca strada con
quella! Al centro dell'Adriatico troverete un peschereccio. Con questo
arriverete fino al confine. Ci sarà un'altra barca che vi porterà nell'altra
sponda. Lo fanno tutte le sere. Voi non dovete dire a nessuno perché siete lì e
da dove venite. Ho soldi da parte! Non ho mai speso niente. Sei l'unica che sa
questa cosa! Tranne tuo padre ma ormai è morto! Lì troverete degli amici...
questi amici sono esiliati... (le donne continueranno a parlare ma non si
sentirà perché andrà la...
Musica
Luce a dx
Aldo.
Sono passati pochi mesi e qui è già un inferno. Siamo pieni di morti e feriti.
Eravamo in 101, l'età del nonno. Questo numero mi accompagna sempre e lo vedo da
tutte le parti. Sarà perché gli voglio tanto bene, sarà perché lo vedo come un
bambino che ha bisogno di aiuto, ma il nonno e te siete sempre con me. Siamo
rimasti in 11. Ti sparano da tutte le parti. Qualche volta penso persino che
sono anche i nostri che per una follia collettiva vogliono farla finita al più
presto allora ti sparano anche loro. Ora non sono più tanto sicuro che ritornerò
vivo. Forse sarò già morto quando riceverai questa lettera. Te non ti
preoccupare. La vita ci riserva tante sorprese. Anche se non te l'ho detto, ero
partito con l'angoscia nel cuore. Ora però non ce la faccio più e voglio
dirtelo. Non voglio che tu pensi che sono uno stupido. Voglio che tu pensi di me
che sono una brava persona, uno con la testa sulle spalle che pensa solo al tuo
bene e che è innamorato di te e che sente che senza di te non può stare. Ma ci
deve stare. Io a casa stavo bene, non mi mancava niente. L'acqua qui la pigliamo
sciogliendo la neve. Ero felice ogni giorno che mi alzavo. La mattina è sempre
freddo. Poi ho incontrato te e ho scoperto il paradiso. Adesso sto servendo la
patria. Se compravo subito la bicicletta ora starei con te a Parigi a mangiare
pane e jambon, a suonare la fisarmonica. E i miei parenti tutti in galera. Il
cibo scarseggia, di musica non ce n'è. Tra i miei commilitoni ci sono quelli che
pregano il duce e quelli che lo disprezzano. C'è uno che si chiamo Aldo come me,
che in due mesi non ha mai detto una parola. Non parla mai! Ma ti aiuta sempre.
E c'è sempre qualcuno che ha voglia di scherzare. C'è chi è venuto quassù perché
ha scoperto la moglie con un altro! Chi perché altrimenti sarebbe morto di fame
e qui ha trovato una strega oscena che ti porta alla morte sicura. Chi ha perso
tutti i parenti per una malattia cattiva. E questi sono i migliori, quelli su
cui puoi contare. Ma la sofferenza non ha un limite. C'è sempre qualcosa che ti
fa stare peggio. E senti piangere, chi canta e piange, chi prega e piange, chi
bestemmia e piange, chi piange e basta. E ci sono anche tanti stronzi. Quelli
che ti pigliano in giro perché sei un contadino. Quelli che ti fregano il poco
che hai e di cui hai bisogno, l'orologio, gli occhiali, una maglia, i calzetti e
li vanno a rivendere ad altri che ne hanno bisogno. Ti devi tenere tutto stretto
anche dentro le mutande. Tutti i morti di fame sono qui! Hanno visto l'inferno a
casa loro e allora vivono come diavoli, e quando non devono sparare fregano il
prossimo. E' un disastro. C'è gente che parla una lingua diversa dalla mia e non
capisco neanche una parola. Ma sono tutti italiani come me. Per lo più siamo
estranei che combattono altri estranei.
Musica
Luce a sx
Il nuovo sogno di Bianca
Donne (entrano a sx con i baffi da Hitler si mordono il cranio a vicenda).
Comandato e sottomesso! Che bella l'umanità! I negri sono solo selvaggi e per
fortuna che ci siamo noi ad insegnargli la civiltà! Fanno schifo, vanno in giro
nudi con il sesso al vento e non si lavano. Stanno sempre lì a copulare, che
schifo, e non pensano a niente! Ebrei, zingari, finocchi, comunisti, pederasti e
socialisti poltiglia insignificante! Merda buona solo per merda! Neanche buona
per far da concime! Saponette alla vaniglia. Un ebreo una saponetta, un
finocchio solo merda, uno zingaro è solo uno zingaro, materia inqualificabile.
Parassiti che vivono d'elemosina e non hanno voglia di fare un cazzo. Rubano e
violentano le nostre donne! Oh che schifo, che schifosissimo schifo! Non mi
toccare zingaro maledetto.
Pietro (sx vestito da donna).
Le nostre donne ce le vogliamo sbattere noi! Noi abbiamo dei diritti sulle
nostre donne! Abbiamo anche dei doveri: spegnere quel gran foco che hanno tra le
gambe! Perché le donne solo per quello sono buone!
Donne e Pietro.
Dormi caro e bel bambino, dormi forte piccolino! Sii sempre così buono, ti
daremo un gran bel dono. Non piangere bambino, diventerai un soldatino. Non
gridare ragazzo, sparerai come un pazzo! Non lamentarti uomo, il fascismo ti fa
buono. Non avere più paura, incomincia l'avventura! Dormi caro e bel bambino,
scannerai un abissino!
Pietro.
E quando sei sveglio a scuola per studiare la grandezza del duce e a cantare le
canzoni dei balilla col moschetto. madri fate figli per l'impero, basta con le
donne che fanno i figli tenendoli al riparo da ogni pericolo, da ogni avventura,
cioè da ogni gioia; che contendono la loro figlia all'amore e il loro figlio
alla guerra.
Donne.
Me ne frego dei diritti! Me ne frego di quello che pensi tu!... Non parlare, il
nemico ti ascolta. A sera spegni la luce e vai a dormire. Non pensare, non
chiamare. Solo lui ti può salvare.
Pietro.
Se in chiesa comanda Iddio.. Se non ci fossi io, oggi ci sarebbero quei fasulli
dei socialisti che si sono riempiti la bocca di giustizia (ride) libertà (ride)
eguaglianza (PIANGE). A morte questi uomini tristi. Noi movimentiamo le
coscienze, innalziamo dal putridume la razza. Noi educhiamo all'azione, alla
rivolta. Noi amiamo la conquista, unica e vera arma di emancipazione. Noi siamo
il fascismo! Camicia nera dell'avvenire. Diventa fascista, vivrai la verità! Noi
siamo gli eroi che sconvolgeranno il mondo. Noi disprezzano la mollizia
dell'inazione.
Donne. Donne, troppo a lungo sviate dai moralismi e dai pregiudizi, ritornate al
vostro sublime istinto, alla violenza, alla crudeltà. Invece di ridurre l'uomo
alla schiavitù degli squallidi bisogni sentimentali, spingete i vostri figli e i
vostri uomini a superare se stessi. Voi li avete fatti, voi potete tutto su di
loro. All'umanità dovete degli eroi. Dateglieli.
le Donne escono da dove sono entrate
Pietro.
Noi lavoriamo per dare la morte alla gioventù! E vi sembra poco!? Il popolo è
fatto per essere comandato e sottomesso. E' per questo che usiamo un oggettino
tanto carino! Non ti va di ascoltarci? Di fare ciò che è giusto fare? Mentre ero
al mercato mi è venuta questa idea.
Venditrice di oggetti (entra da destra con un sacco di juta).
Ho qui delle piccole cose. Mio Duce le vendo, per guadagnare qualcosa!
Pietro.
Ma che idea. Che idea. Cara donna, domani vieni da me, portami tutti quelli che
hai. Faremo di te un'eroina! Questo è l'oggetto più utile per convincere anche
l'uomo più inutile che noi abbiamo una grande umanità. Una cosa così semplice,
eppure così efficace! Contro gli oppositori, contro i malfattori, contro i
comunisti. Tutto quello che in casa ci serve viene messo qua dentro, in questo
familiare oggettino. Così semplice e così utile. Ma non basta, ci vorrebbe
qualcosa con cui accompagnarlo.... Ecco l'oggetto politico verso cui concentrare
la nostra attenzione. Un toccasana per gli oppositori. Che bella politica.
Riempiremo l'Italia di fabbriche di questo meraviglioso oggetto da usare per
convincere gli oppositori che il fascismo è l'unica via praticabile.
Aumenteranno i posti di lavoro. Salveremo l'economia e ci libereremo in un
baleno di chi si lamenta. E c'è di più. Esporteremo questa buona prassi. (lo
mostra) Questo grazioso oggetto, che da una campana confluisce in un tubo! E lo
accompagneremo con un fluido lubrificante che libera da ogni cattivo pensiero.
Riempiremo l'Italia di frantoi di questo depurativo nettare. Nettare divino e
purgativo. Che idea! che fantasia, che grandezza il vostro Duce. Va donna, va...
A domani. (ride sgangheratamente e canta come una marionetta). Faccetta nera,
bell'abissina, aspetta e spera che già l'ora s'avvicina. Quando saremo vicino a
te, noi ti daremo un altro duce e un altro re!
escono da dove sono entrati
Musica
Luce a dx
Francesco (morto entra da destra).
Bianca ho deciso di lasciarmi la barba. Starò bene? Chissà! Certo un morto a cui
cresce la barba fa ridere! Un morto fa ridere se gli cresce qualsiasi cosa.
Anche gli angeli suonano il silenzio e quando lo sentiamo si va a guardare
quello che fanno gli uomini. E non c'è da stare allegri. Cose ben fatte... Solo
cretinerie con le armi. Gli uomini: spaventati di non avere una guida. Pronti a
seguire come buoi un altro uomo che dice bugie e mostra di essere sicuro di sé.
La terra è un gregge continuo ed interminabile da qui fino.. fino a... alla fine
del mondo. Finirà da qualche parte questo mondo ipocrita. Le bugie si diffondono
come una piaga ed è difficile trovare qualcuno che dica la verità. La bugia si
diffonde come un'epidemia e diventa più forte della verità. Sono tutti morti
quelli che la dicevano. Se gli angeli potessero scrivere lettere ai vivi come
fanno i soldati che vanno in guerra s'intaserebbe il servizio postale. Ahhhh...
Forse le guerre le fanno per far guadagnare il servizio postale. Il paradiso è
un luogo noioso ma ti permette di riflettere. Non far sposare mai le nostre
figlie con un soldato! Resterebbero vedove. L'amore si trasformerà in dolore!
Devi fare quello che puoi per cambiare quest'Italia! Solo tu lo puoi fare, solo
tu ne hai il coraggio. Il duce è uno stronzo puttaniere. Fosse solo un
puttaniere andrebbe bene. Che m'importa se dio mi sente. Non fa niente. Non
tutti gli angeli provano buoni sentimenti. In non provo dei buoni sentimenti
verso chi mi ha fatto morire. Finirò all'inferno. Se tu continui a sognare, se
sogni, mi puoi creare. Se mi crei esisto ancora. Altrimenti sarò morto... Il
gatto come sta? Li prende i topi, quei bei topi grassi che ti guardano e ridono.
Che c'hanno poi da ridere?... Ridono della nostra follia, del nostro casino,
della nostra testa che non funziona. Ridono perché gli uomini vogliono
esercitare il potere su tutte le cose. Sempre, senza mai lasciare indietro una
possibilità che possa essere sfruttata da altri. L'importante è che abbiamo il
potere almeno su di uno. O meglio che possiamo scaricare su qualcun'altro
l'oppressione che subiamo ogni giorno. Comunque vadano le cose, con la pioggia o
con il vento, con la fame e la paura, con l'angoscia e il dolore. Ci basta avere
almeno uno, sotto, da schiacciare e ci sentiamo riscattati per tutti quelli che
c'abbiamo sopra. Schiacciare, schiacciare... Ahhh... I nostri figli ce li hanno
ancora i pidocchi? Quanti ne ho schiacciati. Alle 5 della mattina, anche se
ormai ci avevo fatto l'abitudine. Non si sopportavano. Questo eterno grattare.
Perché il duce invece di rompere le palle agli africani, ai russi, agli inglesi,
ai greci o agli albanesi non trova il modo di liberarci dai pidocchi? Che faccia
la guerra ai pidocchi. Questa sarebbe una cosa utile.
Pietro (sempre vestito da donna entra da dove è uscito).
La grandezza di un uomo si dimostra dal numero di guerre fatte. E non ai
pidocchi.
Francesco.
Ma chi la dice questa stronzata? Bianca, perché sono morto e dico tutte queste
parolacce? Sei te che me le fai dire. Quanto vorrei starti vicino e fare
l'amore. Questa è un'altra cosa bella che possono far gli uomini vivi. E come la
guerra ai pidocchi sono cose che si fanno troppo poco. Il tempo passa anche per
me. Mi chiamano i santi per giocare a carte. Ti lascio e ti do questi numeri:
47, 48, 90, 11. Vedi te, come sempre.
Musica
Luce a dx
Bianca (entra da dove è uscita on una valigia).
Parto. Lascio il mio paese ed è come se si lasciasse qualcosa a cui si è molto
legati. I miei sono partiti ieri. Prendo la corriera. Ho paura e ho freddo. Non
c'è nessuno che conosco. Ma di scuse ne ho un'infinità! Come se vado a trovare i
miei parenti in Ancona: Vedo gli alberi. Poi l'erba. Poi l'albero diventa secco.
Una mosca che ronza e che pare mi guarda. Lei conosce il mio dovere. La luna. I
pipistrelli, i miei capelli. Una nuvola nera. Un uomo un bicicletta. La filanda
sotto il sole. La barca sul fiume. E sento le gocce che cadono a terra dal tubo
che perde. Le farfalle. La strada. Le canne dove andavo a fare l'amore con
Francesco, eravamo giovani ed è tutto passato. Il muro di casa della mia amica
Lina.
Luce anche a sx
Lina
Questi che c'abbiamo adesso bisogna ammazzarli tutti e farli a pezzi.
Bianca
Lina sono cose che pensiamo tutti.
Lina
Pensa a una cosa scema come.. l'erba.
Bianca
Non ha più lo stesso odore da quando ci hanno portato via tutto.
Lina
No! Perché non sei più la stessa.
Bianca
Hai paura pure di un filo d'erba che si muove sotto l'insistenza del vento.
Lina
Quando sai che tuo marito, che i tuoi fratelli, sono in guerra e lì davanti,
come qui a laggiù, c'è il nemico e si sparano. Gli sparano e loro sparano e gli
altri gli sparano e loro sparano!
Bianca
E te sai che se ne torna uno è già tanto! E leggi le loro lettere:
Lina
“Sono al fronte, ho fame, ho paura, stai tranquilla, ti amo!”
Bianca
E se esci di casa vedi un albero secco e qualcosa che pende, non capisci cos'è,
ti avvicini e vedi un uomo impiccato con un cartello al collo: “traditore della
patria”.
Lina
Aver detto: “No! Io non ci voglio andare in guerra!” Ha pagato con la vita.
Bianca
Bisogna dire di sì. Sempre di sì.
Lina
Passa un aereo. Cade. Si va a vedere chi c'è dentro. Se è morto si prendono i
suoi vestiti e anche qualcos'altro se c'è!
Bianca
E vedo il ponte sotto. Ancona si avvicina. Vedo erba, vedo foglie, vedo,
uccelli. Anche un gatto crocefisso. Giochi violenti di bambini che imparano a
cinque anni ad essere assassini. Vedo la pioggia cadere e vedo i cacciatori.
Lina
Solo sentire un colpo di fucile sparare mi fa saltare. Animali uccisi per
nutrirci e uomini uccisi per nutrirci, per fame o per gloria il sangue è sempre
un piatto ambito.
Bianca
Vedi la pioggia sui vetri. Più forte e più piano. La scala di una casa, un gatto
che sale e sono arrivata a Chiaravalle. Non c'è nessuno. Sembra che tutti siano
andati in Ancona a sentirlo parlare.
Musica Urla inneggianti al duce
Lina
Dal duce. No io non ci andrò! Vado in ospedale a trovare i feriti.
Bianca
La piazza di Chiaravalle è bianca. Sui muri manifesti. Contro i muri i carretti.
Il silenzio. Ancora sui muri le scritte con la vernice nere e la sua firma.
Lina
Stessi caratteri in tutti i paesi, stesse parole.
Bianca
Tutto scritto di nero. Questo colore dei caratteri è nero, colore preso a
prestito da uomini tristi, che ridono degli assassini commessi, che ridono
mentre tradiscono le loro mogli con le amanti e che ridono mentre tradiscono le
loro amanti con altre amanti.
Lina
Il potere ai cornuti. Ma silenzio. Niente. Nessuno può dire.
Bianca
Poi arrivi alla manifattura e senti l'odore del tabacco.
Lina
Piace anche ai nostri uomini. Una sigaretta dopo il lavoro, una dopo mangiato,
una dopo l'amore... che non si fa più.
Bianca
In questo viaggio la nostalgia dell'amore e la paura di non tornare più a casa,
mi prende. La paura di non vedere più i miei cari che so ancora vivi, mi prende.
La paura di non veder più i riccioli d'oro di Giulia, mi prende. La paura di non
poter tenere per mano Nunzio, mi prende. Mi prende la paura di non sentire più
le parole di mio fratello Piero, mi prende. Mi prende la paura di non sentire
più il silenzio di Erminia, mi prende. Mi prende la paura di non vedere più i
gesti normali, semplici, mi prende. Ho solo questo e lo potrò perdere in un
colpo solo. Un colpo di rivoltella che mi tireranno se mi beccheranno. Però...
il dovere. Devo trovare il coraggio. Andare li, cambiarmi il vestito, salire le
scale, mettere il liquore nella bottiglia e scendere le scale, vedere la luce e
fuggire, fuggire piano. Piano, poi, svoltato l'angolo, ancora piano. Andare ai
bagni pubblici, cambiarmi il vestito. Poi piano, fino alla stazione, piano. Poi
andare al mare, bruciare tutto di corsa. Poi tornare alla stazione e prendere la
corriera. Andare a Falconara. Andare al mare, prendere la barca. Fuggire con
Giulia, Nunzio, Paolo e Erminia.
Lina
Vogliamo serenità. Alzarmi la mattina e attraversare i campi e non avere paura
del rumore che fanno i fili d'erba! Non avere paura della nebbia che si alza dal
fiume. Dietro ai quali potrebbe spuntare qualcuno che ti prende e ti ammazza. La
sera in camera sola apro i cassetti del comò e mi trovo a piangere sopra i
fazzoletti e alle camicie di mio marito e dei miei figli. Sola in silenzio ne
tiro su il profumo per sentire il loro odore. All'inizio sì, potevo riconoscerle
tutte. Questa è di Manlio, quest'altra di Michele, questa è di Giovanni, e
quest'altra ancora è d'Innocenzo. Ora sono passati mesi e non resta più niente.
Solo un forte odore di muffa di cui sono piene le nostre camere.
esce da dove è entrata
Musica
Luce solo a dx
Bianca.
Siamo arrivati a Falconara. Il deposito di benzina dell'Api fa una puzza. E
queste cisterne che sembrano pagliai d'acciaio mi fanno un po' ridere. Eppoi il
mare, la stazione. Le merci. I soldati. E il silenzio di una città votata anche
lei come le altre. E squarci di cielo. Ferrovia, nuvole, gocce d'acqua di poggia
salata che vengono su dalla riva. Tre barche, sassi. E da ora file continue di
bandiere come tributo, sempre più file, sempre più frequenti. Bandiere nere,
come il lutto, bandiere tricolori, bandiere col fascio, scale appoggiate contro
il muro. La fabbrica di medicine. La stazione di Ancona. Bandiere, bandiere e
ancora... qualche macchina. Soldati, a piedi, camionette, soldati a cavallo e
ancora soldati. Carabinieri e ancora carabinieri. Finestre con bandiere. Posti
di blocco e la mia angoscia sale. Scendo. L'odore di questa città è diverso dal
mio. L'odore del mare si mischia alle grida dei venditori ambulanti e all'odore
delle frittelle. Confusione. Tanta più gente. Tante persone che sono venute ad
inneggiare, a dimostrare che il fascismo ha tanti fedeli e convinti. E con
questi si arriva dove si vuole. Tutti sorridono. Tanti hanno medaglie appuntate
sul petto... Sono pronta... Vado.
Suor Giovanna e Suor Teresa entrano da dx parlottano
Bianca si accorge di conoscerne una e cerca di nascondersi.
Suor Giovanna e Suor Teresa passano a sx ed escono
Bianca sospira sollevata
Suor Giovanna e Suor Teresa entrano da sx
Suor Teresa.
Bianca! Sei te?
Bianca.
Si Anna. Sono io!
Suor Teresa.
Sono contenta che sei venuta! (la bacia) Ti aspettavo! Era da tempo che speravo
venissi a trovarmi! Adesso vieni con me al convento per vedere dove vivo. Mi
devi raccontare tutto! Qui in Ancona si sta molto bene! E' da quando è morto tuo
marito che non ti vedevo! Piero come sta? Gli ho scritto ma lui non risponde,
mai! Ho scritto anche a te! Te mi hai risposto! Ma Piero no! Scusami tanto.
Questa è Suor Giovanna. Te ne avevo tanto parlato!
Suor Giovanna.
Che cara sua sorella. E' stata una grande amica, sa! In questi periodi di
tribolazione mi è stata tanto vicina!
Bianca.
Ma...
Suor Giovanna.
Adesso lei viene con noi, non ci sono ma! A meno che non debba fare qualcosa di
importante.
Bianca.
Veramente...
Suor Giovanna.
Deve forse andare dal dottore per una visita?
Bianca.
No. Ma...!
Suor Teresa.
Devi incontrare qualcuno?
Suor Giovanna.
Qualunque cosa sia diversa dalla salute può aspettare. L'accompagniamo noi a
fare quello che deve fare! Ma dopo! Sicuramente con il nostro aiuto tutto verrà
meglio di quanto avrebbe previsto ogni umano pensiero!
Suor Teresa.
Cos'hai portato? Un liquore? Che bello! Lo berremo tutte insieme, anche con la
madre superiora, vedrai sarà contenta anche lei!
Suor Giovanna.
Siamo proprio fortunate ad avere una madre superiora come quella che abbiamo!
Bianca.
Sentite, devo fare una cosa importante, e la devo fare subito. Facciamo così. ci
vediamo fra tre ore! Ti prometto che ti vengo a trovare. Di sicuro!
Suor Giovanna.
Fra tre ore noi saremo a riposare!
Bianca.
Facciamo così, vengo alle cinque. Ci vediamo alle quattro e mezza al convento.
Suor Teresa.
Ho capito, non importa. Ci vedremo un'altra volta. Ci conto però!
Bianca.
Facciamo così, ci vediamo dopo. Ti porterò del pane bianco, delle uova, del
prosciutto e le bistecche di manzo che ti piacevano tanto!
Suor Teresa.
Le uova e le bistecche dici?
Bianca.
E ho anche questo liquorino che ti piaceva tanto!
Suor Teresa.
Vieni quando puoi. Ciao Bianca. A dopo. (La bacia, l'abbraccia forte e la prende
in disparte) Ti conosco troppo bene! Anche se sono anni che stiamo lontane. Sei
sempre stata una donna decisa! Eri l'unica in famiglia ad essere così. Anche da
piccola! Se avevi qualcosa da fare nessuno mai sarebbe riuscito a farti cambiare
idea finché non l'avevi fatto! Nessuno poteva contare sulla tua attenzione,
sulla tua presenza! Sicuramente devi fare qualcosa che non mi puoi dire! Non
importa. L'ho visto dal tuo sguardo. E' lo stesso che avevi da piccola quando
decidevi qualcosa! E stavi le ore lontana da tutti! Bianca! Non metterti in
pericolo. Mi dispiacerebbe! Tanto! Non per me ma per quelli che ti aspettano a
casa!
Suor Giovanna.
Arrivederci signora. A presto!... Ci porti anche un po' di formaggio!
Bianca
Ma certo. non dubiti.
Musica
Luce solo a sx
Pietro
Tuo fratello dov'è?
Giulia
Nunzio è là che sta guardando le vetrine. Questa città è tutta una vetrina. Sono
più ricchi di noi!
Pietro
Sono più fascisti!
Giulia
Mamma ha detto che se tutto andrà bene mi comprerà un vestito!.. La scuola a
Parigi è difficile?... Ci sono fascisti a Parigi?... Ci sono le colline a
Parigi?...
Pietro
Ed io che ne so! A scuola ci vai tu.
Giulia
Vorrei avere una collina davanti piena di alberi per viverci, correrci dentro
insieme agli animali. A me il mare non piace. Vorrei vivere nelle tane coi ghiri
e nessun altro. Stare sdraiata e dal basso guardare gli alberi che ti crescono
sopra e io non crescere mai. Guardare i raggi del sole che vengono giù e sentire
l'acqua che cade dai rami. Toccare l'acqua che goccia sui miei capelli e che
cade sopra i miei piedi. Vorrei camminare sulla neve e graffiarmi mentre mi
arrampico sopra gli alberi. Vorrei sentire la natura nel sangue e il profumo
delle foglie. Vorrei sentire le formiche che mi passeggiano sopra. Vorrei stare
in mezzo all'acqua coi pesci e lontana dalla gente, dalla gente che in silenzio
si abitua a ricevere il male e non se ne accorge.
Pietro
Tu sei piccola e hai troppi pensieri. Se fai così non vivrai felice.
Giulia
Perché tu vivi felice?
Pietro
Io sono un adulto. Da piccolo non pensavo a tutte le cose che pensi te!
Giulia
Per questo ci sono i fascisti zio... Perché quando potevi parlare stavi zitto.
Il tuo silenzio ha dato al fascismo il potere. Bisogna ribellarsi.
Pietro
E' tua madre che ti mette in testa 'ste idee! Degli eroi nessuno si ricorderà.
Mai. Mentre con il mio silenzio contribuisco a farti crescere e a darti la
possibilità di pensare e non commettere gli errori che ho commesso io. E forse
ti ricorderai di me. Mentre se finisci sulla forca diranno che sei stata solo
una bambina cretina che è andata contro il fascismo.
Giulia
Ma se non eri d’accordo con quello che voleva fare perché non glielo hai detto
alla mamma?
Pietro
Perché tuo padre quando è morto mi ha detto di prendermi cura di te e dei tuoi
fratelli e non di tua madre.
Giulia
Zio, tu gli volevi bene a mio padre?
Pietro
... Tuo padre era un uomo onesto ed è morto. Se fosse stato zitto sarebbe ancora
qui ed io non mi dovrei occupare dei suoi figli che sono un incubo di giorno e
di notte! E siete solo tre.
Erminia entra sx
Tutta questa gente vestita di nero, tutta questa gente che si veste come lui mi
mette paura. Tutte queste persone che vanno in giro con la pistola nella fondina
e il pizzetto come D'Annunzio, neri più neri del baratro dell'inferno mi fanno
star male. Come faranno a piacere così tanto?
Giulia
Le api cercano il miele. Gli uomini e le donne cercavano lui e l'hanno trovato.
Lui è il pane, il vino, l'olio, la carne e il miele. Lui è tutto. Da sicurezza,
ha fascino. Si ama più uno che ti dice che tutto va bene che il contrario. E lui
lo dice. E' un assassino simpatico. E un assassino simpatico non è più un
assassino ma diventa un giustiziere.
Erminia
Sembra di essere ad una fiera.
musica 8 max manfredi da 3 minuti circa.
Erminia
Tutti fanno chiasso e sono felici. Hanno fatto centinaia di chilometri, hanno
lasciato la casa e il lavoro, per venire qui. Mamma dove sarà? Questo tempo che
non passa mai mi da dispiacere... ma il dispiacere bisogna farlo diventare
piccolo, piccolo. Trattenerlo nello spazio del cuore. Se tutto questo passasse
come un filo d'acqua, come una nuvola passa in cielo. Passasse come uno schiaffo
che ti da tuo padre. Ma non passa. Resta. Hanno tutti il culto della persona. Si
fermano davanti a me. E mì.. guardano negli occhi, fisso. Quest'uomo ha fermato
il paese e pure tutti i cervelli. Pirandello, Marinetti, Boccioni... Un giorno
d'autunno, ha fermato anche questa città. E' venerdì 3 novembre 1932. Grida di
gioia. Giubilo di chi ha perso la ragione. E non verrà più primavera, non
verranno più le rondini a liberarci dagli insetti. Gli insetti sono diventati
giganti, potenti... Si è fermato e davanti alla mia porta ha lasciato un uomo
armato, un soldato che è mi porterà via.
musica 12 max m 11 min 24
Giulia
Che brutta questa epoca che si nutre della mia gioventù, mangia il nostro
cervello e non ci lascia il resto. Un cuore per vivere. Un braccio per agire,
una mano per chiedere, una gamba per fuggire.
Erminia
Niente. Ha addormentato il mio popolo e l'ha divorato. Non ci sveglieremo più,
passeremo dal sonno profondo alla morte.
musica max manfredi 12 5minuti e 43
Giulia
E il trapasso non sarà neanche accompagnato da un'orazione funebre.
Erminia
Ma questo m'importa poco. La storia non vorrà saperne di noi. Non esisterà più
il popolo italiano. Non esisterà più niente. Quanto durerà 10/20/30 anni? Allora
sarò vecchia e non più buona a niente. Andiamocene in un posto qualsiasi che non
sia questo.
Musica
Luce solo a dx
Mussolini a Cuneo 10 minuti fino alla fine
Bianca
Ora non ce la faccio. Pensavo che questo mio gesto mi avrebbe liberato da tutte
le paure. Mi sono accorta invece che le avrebbe aumentate e avrebbe aumentato
l'incertezza. Dormivo! Di colpo mi sono trovata sveglia! Sveglia da un sonno
catatonico. Ero pazza. Rinchiusa nella mia rabbia, dentro il mio dolore e il mio
odio verso di te e la maggioranza di questo popolo che dalle adunate mostra la
fede che ha in te! Non credere, non pensare che mi sia decisa ad amarti: “non ti
amo”. Ho guardato in faccia a questi che sono qui e ho chiesto: “dov'è la
libertà”? Nessuno mi ha risposto. Ho capito che è qui dentro. In me. Ho capito
che devo rifiutare il sangue e la violenza. Ho capito che devo lottare e ho
capito che questa cosa non si fa da soli. Perché da sola avrei perso la vita e
tutti quelli che amo. Che ci fanno i miei con un corpo morto? Io li amo e non li
posso abbandonare. Ho capito che ciascuno di noi soffre a modo suo e nessuno
riuscirà mai a capire il dolore di un altro.
Musica 11 discorso di mussolini in guerra 6,57 min fino 7,40 min
Ho capito che se io ti avessi ucciso tu saresti diventato un martire. Avreste
detto che gli antifascisti sono sanguinari e assassini. E voi i salvatori
dell'Italia. Siete bravi a cambiare il valore delle cose. Vi appropriate anche
delle nostre parole, dei nostri gesti, dei nostri simboli, delle nostre bandiere
e delle nostre rivoluzioni. Caro Mussolini se fossi morto per mia mano avrei
alimentato il sangue con altro sangue. E così ancora per anni!
Musica da 7,40 fino 8,55
Solo se siamo uniti possiamo sconfiggerti. Lontano dalle tua urla inneggianti,
dalle tue parate che mostrano la tua idiozia. Non avrai scampo, tu, che vuoi
tutto. Tributo di onori, la vita degli uomini che faranno per te la guerra e ti
porteranno denaro, ricchezze, donne e potere, accompagnati da urla festanti.
Finirai anche te nel baratro, senza portarti dietro niente. Non aver paura: i
dittatori cadono. E cadrai anche te. E così potremmo tornare a vivere.
Musica 11 discorsi di Mussolini da 10 a 10, 53
Vorrei vedere le stelle nel cielo la sera e più non sentire venir su dalla terra
le urla di uomini che si mettono una divisa perdono la testa e impazziti gridano
di superiorità, di inferiorità, di diversità, di sicurezza, e in nome di queste
mandano al macello donne e uomini. La storia è sempre la stessa. Guerre e
guerre, lacrime, sofferenze e funerali. Se c'è una primavera ci devono essere
dieci inverni. Da bambini prendiamo i fucili e giochiamo alla guerra, se siamo
bambine ci prendiamo cura delle bambole e stiamo in cucina. E tutti e due
lontani, divisi ma insieme piangiamo perché il pianto è un'arma che abbiamo: da
grandi se maschi prendiamo il fucile e facciamo la guerra, se femmine curiamo i
feriti, e tutti e due vicini ed insieme piangiamo abbracciati per gli orrori
subiti, pronti a svegliarci domani per commetterli noi. “Non dimentichiamo che
viviamo in mezzo agli animali, i cavalli, i gatti, i topi di fogna, bruni come
la donna di Salomone, tremendo campo a bandiere spiegate, non dimentichiamo il
cane dalla lingua e la coda d'armonie dell'irreale, né il ramarro, il merlo,
l'usignolo, la vipera, il fuco. O ci piace pensare che viviamo tra uomini puri e
donne di virtù che non toccano l'urlo della rana in amore, verde come il più
verde ramo del sangue. Gli uccelli ci guardano dagli alberi e le foglie non
ignorano che la mente è morta per sempre, la sua reliquia sa di cartilagine
bruciata, di plastica corrotta: non dimentichiamo di essere abile animale e
sinuoso che violenta torrido e vuole tutto qui sulla terra prima dell'ultimo
grido quando il corpo è cadenza di memorie accartocciate e lo spirito sollecita
alla fine eterna: ricordiamo che possiamo essere l'essere dell'essere, solo che
amore ci colpisca bene alle viscere”. (pag. 337). Non riusciamo ad andare
d'accordo! A vivere in pace! A fare della verità l'unica voce! Perché?
Musica 11 mussolini da 12 minuti alla fine o da 14 alla fine