MICHELA
Dramma di
Giuliano Angeletti
Atto Unico
Personaggi:
VITTORIO COCCHIO
DOTTOR MASSIMO BARACCHINI
LUCIANO PICCINONI
MARIO COCCHIO
MICHELA PIANTAVILLA
( scena locale bar tabacchi nella periferia di una città di provincia )
(BAR TABACCHINO ore 15,20 )
(Vittorio accompagna il padre all’interno del bar tabacchino, esce e richiude la
porta alle sue spalle)
1 QUADRO
VITTORIO
MICHELA
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(È una giornata primaverile un tiepido sole scalda Pian di Follo e Vittorio per
goderne il calore pensa si sedersi davanti alla porta d’ingresso del suo bar …
l’esercizio è ancora chiuso)
VITTORIO:
(tra se e se)
Che sole … come si sta bene è quasi un peccato aprire questo scatolozzo
(Michela si avvicina a Vittorio)
MICHELA:
ciao Vittorio
(Vittorio alza la testa)
VITTORIO:
ciao Michela …
MICHELA:
che bella giornata … è …
VITTORIO:
(interrompe)
un vero peccato aprire…
(si siede accanto a Vittorio)
MICHELA:
oggi è una giornata da spiaggia …
VITTORIO:
sembra di essere in piena estate…
MICHELA:
se devo pensare che tra poco devo aprire la saracinesca …
(indica con l’indice)
guarda Marina è già la che aspetta … vedi davanti al mio negozio
(indica con l’indice)
VITTORIO:
lasciala aspettare e fermati con me
MICHELA:
non posso, è appena arrivata una consegna e devo andare … ma non vedo l’ora di
prendermi una vacanza
VITTORIO:
quando!
MICHELA:
ad agosto, mi faccio quindici giorni di chiusura … e questo anno ho deciso
proprio di partire
VITTORIO:
e dove vuoi andare
MICHELA:
non so vedo … dove c’è posto … ma sicuramente al mare
VITTORIO:
con chi!
MICHELA:
spero Luciano, sicuramente Luciano!
VITTORIO:
mahh!
MICHELA:
mi ha assicurato che si separa …
VITTORIO:
mahh!
MICHELA:
altrimenti sola … o con …
VITTORIO:
con!
MICHELA:
(euforica)
Con te … Vittorio… ci verresti …
Si ci verresti con me … dai … dai …
VITTORIO:
ci verrei con tutto il cuore, sono anni che non vado in vacanza!
(breve pausa)
Io ho la mia croce …
(indica il bar tabacchino)
MICHELA:
(euforica)
Quello non è un problema, se chiudi quindici giorni … il mondo va avanti lo
stesso …
VITTORIO:
il problema non è il tabacchino … ma mio padre ….
MICHELA:
( calma)
Prenditi una badante … ormai hai bisogno di una donna fissa in casa che si
occupi di tuo padre e delle pulizie, tu sei un uomo Vittorio … e più di tanto
non puoi fare …
VITTORIO:
mio padre non vuole nessuno per casa …
MICHELA:
( calma)
Non cercare scuse sei tu che non vuoi nessuno per casa …
VITTORIO:
(piange)
È dura per me … sapere che entro in casa … e trovo mio padre assente … seduto
sulla poltrona … con quello sguardo perso nel vuoto …ma non voglio relegarlo in
una casa di riposo dove vengono trattati come bestie … io gli voglio bene …
MICHELA:
( calma)
Ti capisco … ti capisco … e poi facevo così per dire … adesso devo andare …
Ciao Vittorio
( e lo bacia sulla guancia)
2 QUADRO
VITTORIO
LUCIANO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(Vittorio si assopisce, arriva un cliente)
LUCIANO:
(agitato)
Sveglia … dammi due pacchetti di sigarette
(Vittorio non risponde)
LUCIANO:
(agitato)
Vittorio dammi due pacchetti di sigarette
(Vittorio non risponde)
LUCIANO:
(agitato)
Vittorio per favore dammi due pacchetti di sigarette, sonnecchia pure vado a
comprarle da Silvano
VITTORIO:
(assonnato, alza la testa)
Che sigarette!
(svogliato e sempre rimanendo sdraiato si fruga in tasca e tira fuori alcuni
pacchetti di sigarette)
LUCIANO:
Io volevo MS morbide
VITTORIO:
In tasca, ho solo Camel e Marlboro
LUCIANO:
Io volevo MS morbide
VITTORIO:
( assonnato)
Non le ho devo prenderle dentro il bar
LUCIANO:
Prendimele … ho fretta … devo andare
VITTORIO:
(alza la testa e con il dito segna l’orologio del campanile)
LUCIANO:
Mancano solo tre minuti alle 15,30
VITTORIO:
(assonnato)
Ho ancora tre minuti di sole …
LUCIANO:
Ho capito … grazie … se non me le vuoi dare me ne vado
(Luciano fa l’atto di uscire di scena)
VITTORIO:
(assonnato)
Ma dove vai
(Luciano si ferma)
Apro … calma … non vedi che apro … anche se l’orario è l’orario, sai che se mi
prendono mi fanno una multa esagerata
(pausa)
Ma non potevi fumare Marboro oppure Camel
(guarda il campanile, invece dell’orologio da polso )
Sono le quindici e venticinque … mondo infame
L’orologio del campanile … è avanti
Ma guarda che vita mi tocca fare … vuoi un caffè
E poi
sai che non posso aprire in anticipo
( e pigramente si alza e apre il bar - tabacchi)
( Mario è seduto in disparte il suo sguardo è assente)
LUCIANO:
In anticipo
(ride)
Da quando ti conosco, non hai mai aperto in anticipo
VITTORIO:
(assonnato)
Ho sempre rispettato l’orario … vuoi altro
LUCIANO:
No ! voglio solo le sigarette
VITTORIO:
(svogliato sbadiglia)
Guarda che te lo offro io il caffè …
LUCIANO:
(contro voglia)
Decaffeinato … lo sai che soffro di pressione …
VITTORIO:
(svogliato sbadiglia)
Ognuno … ha il suo …
(prepara il caffè a Luciano)
LUCIANO:
(sorseggia il caffè)
Il deca non sa di niente … sembra acqua sporca …
VITTORIO:
Basta che lo butti giù …
(beve il caffè tutto in un sorso senza zucchero)
A me piace amaro … amaro come la vita …
LUCIANO:
(sorseggia il caffè)
Io preferisco zuccherarlo: e poi godermelo, piano … piano
(sorseggia il caffè )
(prende le sigarette)
Adesso, devo andare
VITTORIO:
(patetico)
Beato te che te ne vai … via … lontano da questo banco.
LUCIANO:
(si mette le sigarette in tasca)
Lontano … non proprio! Vado a trecento metri dal tuo bar.
VITTORIO:
(patetico)
E cosa vai a fare …
LUCIANO:
(con le mani in tasca)
Vado a fare … l’orto
VITTORIO:
(patetico)
E a che scopo…
LUCIANO:
(con le mani in tasca)
Vado a mettere due patate, almeno so quello che mangio
VITTORIO:
(patetico)
Mangiati piuttosto le patate col pelo …
LUCIANO
(con le mani in tasca)
Mangio anche queste, Flavia non si è mai lamentata
VITTORIO:
(patetico)
Adesso mi domando e dico… che paese di tromboni che è questo …
Tutti montano .. e tutti soddisfano le loro donne e quelle altrui … però…
LUCIANO:
(con le mani in tasca)
Però!
VITTORIO:
(patetico)
Spiegami un po’ come mai in questo paese ci sono così tanti cornuti
Tra i pochi che lo fanno … tra i tanti che lo dicono … e tra quello che lo fanno
di mano …
Le donne si fanno rombare dai forestieri … com’è questa faccenda
LUCIANO:
(si vanta)
Io ho poco tempo … e non voglio che i campi vadano in malora … ma se io avessi
tempo sapessi quante ne piego … e poi lo sai benissimo che io i colpi li sparo
ancora …
VITTORIO:
(patetico)
Con il fucile nel tempo di caccia … ma invece delle passere tiri ai merli
LUCIANO
(vanta)
Guarda che quest’anno ho preso anche tre beccacce
VITTORIO:
(patetico)
Ma cosa hai preso, ma guardati hai gli occhiali spessi come fondi di bottiglia
LUCIANO:
(vanta)
E allora … il manico è manico … e la mira è mira …
VITTORIO:
(patetico)
Ma se una volta … quando eri giovane … prendevi un tordo a quaranta metri , ora
invece con quella pancia che ti ritrovi non riesci neppure a prendere il tuo
(entrambi ridono)
Ma cos’è una vita la tua
( ride di gusto)
il tuo mondo è l’Azienda e zappare …. Zappare e Azienda … e dimenticavo anche
fottere … ma una volta all’anno quando tua moglie te la da…
LUCIANO:
( sarcastico )
La tua … invece si che è una vita esaltante … tutto bar … sigarette e bar …
VITTORIO:
(patetico)
Ma io non ho mai detto che la mia vita è esaltante …. Difatti voglio mollare
tutto …
LUCIANO:
( sarcastico )
Tu non molli niente … la tua vita è questa …
(ride vede Mario seduto al tavolo e Mario nota Luciano)
3 QUADRO
LUCIANO
MARIO
VITTORIO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
MARIO:
(nel vedere Luciano si riprende e torna in se)
Luciano come va , quanto tempo è che non ti vedo
LUCIANO:
Ci siamo visti ieri sera al consorzio … a comprare le semente
MARIO:
Si … e cosa hai comprato
LUCIANO:
patate
MARIO:
Non vorrai per caso seminarle adesso
LUCIANO:
Ma adesso è il periodo
MARIO:
È il periodo come stagione, ma non vedi che è troppo secco: non piove da mesi …
fai come me … io adesso vado nell’orto a preparare per la semina, ma non semino
LUCIANO:
Vengo con te … mi sono convinto … Noi Vittorio andiamo …
VITTORIO:
Mi raccomando Luciano
LUCIANO:
Non preoccuparti … è con me
(i due escono di scena)
4 QUADRO
VITTORIO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
VITTORIO:
( rimasto solo e tra se e se)
Ma chi si crede di essere quell’imbecille … cosa ne sa della vita Luciano … la
sua vita … Sorbolo , Carnea e poi la sua soddisfazione è quella di andare a
caccia di colombi tre mesi l’anno! Povero cristo … riesco solo a compatirlo
(tira fuori dal sottobanco delle riviste di viaggi le sfoglia)
Eppure un viaggetto di sola andata, magari ai Carabi
(sfoglia le pagine)
Si ! si … me lo faccio … me lo faccio …
(sfoglia)
Guarda che spiagge … guarda che gnocca
(sfoglia)
Guarda che mare pulito
(si avvicina un avventore al banco del bar )
5 QUADRO
VITTORIO
MASSIMO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
MASSIMO:
un caffè grazie ….
(Vittorio continua a sfogliare la rivista)
MASSIMO:
un caffè per gentilezza….
( Vittorio continua noncurante a sfogliare la rivista)
MASSIMO:
Per prendere un caffè devo tornare in Brasile….
VITTORIO:
(interessato alza gli occhi )
Dottore, sei stato in Brasile
MASSIMO:
Si!
VITTORIO:
( prepara il caffè ad Massimo)
E quando …
MASSIMO:
L’anno scorso, sono partito a febbraio, qui in Italia faceva un freddo cane!
(sorridente)
Che goduria … a Rio sole … donne …
Quella si che è vita …
(Massimo beve il caffè)
VITTORIO:
(interessato alza gli occhi )
Mi piacerebbe fare una lunga vacanza … e finalmente godermela un po’ …
MASSIMO:
Una vacanza … ti posso capire … ma quanto al resto … tu non la passi male
VITTORIO:
(interessato alza gli occhi )
Non la passo male
(rivolto a Massimo )
Vieni …
(entrambi si recano sulla porta d’ingresso)
Che palle … oggi i coglioni mi girano più del solito
Ma hai visto!
MASSIMO:
Cosa!
VITTORIO:
(rivolto a Massimo )
Guarda bene
MASSIMO:
Io non vedo niente di strano!
VITTORIO:
(indicando con l’indice)
Marcello …..
MASSIMO
( sorpreso)
E allora … sta tagliando i capelli e per un barbiere è una cosa normale
VITTORIO:
Tutti i giorni eccetto il lunedì
Taglia i capelli ….
E chi vuole la riga così
(mima )
E chi vuole il taglio all’umberta, tirati indietro
(mima)
E chi li vuole a zero
(mima)
Che palle …
E guarda laggiù
MASSIMO:
Cosa hai visto!
VITTORIO:
Ma non vedi proprio niente
MASSIMO :
Cosa hai visto…
(mima l’atto di vedere)
Vedo solo Michela…
VITTORIO:
(disgustato)
Appunto lei …
Si sta fossilizzando in quel negozio di scarpe … la sua vita è 42 … 38 …
il suo mondo è un numero stampato sotto il cuoio della suola
( disgustato)
Ma che vita … e questa …
MASSIMO :
(mima l’atto di vedere e ride)
VITTORIO:
(disgustato)
c’è proprio da stare allegri … non vedo il motivo del tuo sarcasmo
MASSIMO
(guarda verso il negozio e ride)
VITTORIO:
(disgustato)
E poi oggi ci siamo … e domani non ci siamo più, solo il bar e i tabacchi vanno,
perché la gente nasce e muore ma continua a bere e a fumare sigarette, cambiano
i gusti, le marche il tipo di tabacco e quella bevanda che va di moda … e il
mondo va avanti così
MASSIMO:
(guarda verso il negozio e ride)
VITTORIO:
(disgustato)
Così noi … invecchiamo, accumuliamo soldi ed invecchiamo e quando abbiamo finito
… parlo per me … di accumulare non abbiamo più la forza e la voglia di spendere
…
(Massimo è svogliato)
ma tu non mi stai neppure ad ascoltare
MASSIMO:
(guarda verso il negozio di scarpe e ride)
Ma hai visto Michela, si è inginocchiata per provare le scarpe a quel tipo, ma
hai visto … come la guardava, certo Mikj, tutta scosciata, secondo me ha le
calze autoreggenti non la giarrettiera e poi ha due bombe e due capezzoli che
gli escono dal balconcino che non sembrano di carne ma sono due chiodi, a letto
deve essere un portento a pensare che quando era una ragazzina non la filava
nessuno
VITTORIO:
(sorridente)
Aveva l’apparecchio ai denti ed era bruttina
MASSIMO :
(guarda verso il negozio di scarpe e ride)
Invece adesso …
VITTORIO:
(sorridente)
Si è anche separata …
MASSIMO:
(guarda verso il negozio di scarpe e ride)
Comunque si vede che è in caccia…
VITTORIO:
(sorridente)
Ti guarda con certi occhi …
MASSIMO :
(guarda verso il negozio di scarpe e ride)
Sembra che mangi… gli uomini … è proprio una donna vogliosa
Do un’occhiata al giornale …
(si avvicina al tavolino e sfoglia il giornale)
Ma guarda un po’ … ormai non c’è più umanità
Un automobilista accoltellato per un parcheggio a Napoli …
(sfoglia di nuovo)
Marito geloso … uccide la moglie soffocandola con un cuscino e questo è successo
neppure troppo lontano da qui …
Che mondo … ormai è invivibile …
VITTORIO:
(preoccupato)
Questo nelle grandi città …
La città è una giungla, la solidarietà è bandita … l’uomo è schiavo del denaro
MASSIMO :
(fatalista)
Da noi fortunatamente non succede… da noi c’è più umanità …
VITTORIO:
(preoccupato)
Mi ricordo quando si è sentito male mio padre, tu sei stato il primo … eri sotto
a lavorare sei venuto su di corsa… gli ha messo le mani in bocca e separato la
lingua …
MASSIMO:
(fatalista)
Ormai non respirava più … è andata bene così … ci abbiamo messo una pezza
(ride)
Per questa volta tuo padre … può raccontarlo
VITTORIO:
(sorride)
E con me … ti ricordi …
(vede passeggiare Massimo camminare sul tappetino di moquette
dottore, fuori dalla moquette, attento a non sporcarla …
MASSIMO:
(sorridendo)
Tanta paura per una moquette … cosa l’hai messa a fare, qui non siamo in Via
Veneto … ma a Follo … qui la gente va nei campi … non a fare schopping ..
VITTORIO:
(sorride)
E con me … ti ricordi … sentivo un dolorino … non ci facevo caso …
MASSIMO :
(sorridendo)
Sembrava un principio di infarto invece era un mini ictus, però è stato preso in
tempo e non ti ha lasciato nessuno strascico ….
VITTORIO:
(sorride)
Sei un angelo Massimo … se non ti dicevo niente, pensa che fine avrei fatto!
MASSIMO:
(sorridendo)
Tu avresti fatto lo stesso …
VITTORIO:
(sorride)
Si fa presto a dire lo stesso … bisogna esserci … e poi
(vede l’amico avvicinarsi alla moquette )
Non ti stare ad avvicinare alla moquette con quelle scarpe sporche …
MASSIMO:
(sorridendo)
Ma cosa l’hai stesa a fare li sul pavimento, sono soldi buttati al vento
VITTORIO:
(quasi alterato)
Sta bene … fa la sua figura …
(ad alta voce)
Nessuno la deve sporcare …
MASSIMO:
(sorridendo)
Neppure i clienti …
VITTORIO:
(quasi alterato)
Neppure i clienti
MASSIMO :
(sorridendo)
Facendo così , però i clienti li perdi … sposta questo pezzo di stoffa peloso e
mettila laggiù
(indica un angolo del bar)
VITTORIO:
(quasi alterato)
Io non lo metto da nessuna parte. La moquette rimane dov’è … però nessuno la
deve calpestare
MASSIMO
(sorridendo)
Fai quello che ti pare …. Io mi siedo e mi leggo il giornale
VITTORIO:
(sorridente)
A ufo … non mi stufo
(Massimo legge il giornale)
MASSIMO:
(rivolto a Vittorio)
Vittorio!
VITTORIO:
Si!
MASSIMO:
(toccandosi la mano)
Sono un paio di giorni che sento un fastidioso formicolio alla mano sinistra, e
poi ho un dolore alla spalla … mi sento giù, dovrei farmi vedere …
VITTORIO:
(sorridente)
Io non ti vedo giù: per me sei sempre uguale e poi sei un dottore
MASSIMO:
(toccandosi la mano)
Dovrei farmi controllare
VITTORIO:
(sorridente)
Controllare, ma scherzi …
E in quanto alla voglia … ho visto come guardavi Michela
MASSIMO:
(sorridente)
È vero! Probabilmente è solo suggestione …
(si rimette a leggere il giornale)
VITTORIO:
(sorridente)
E poi … sei o non sei un medico …
MASSIMO:
(sorridente)
I dottori allora non dovrebbero mai morire …
VITTORIO:
(sorridente)
Ma dovrebbero prevenire ….
MASSIMO:
(sorridente)
Sai cosa ti dico … le analisi, dicono e non dicono … bisognerebbe periodicamente
fare degli esami accurati … mantenere uno stile di vita … giudizioso, ma siamo
uomini e fatti di carne, e…
VITTORIO:
(sorridente)
La carne è debole …
(rivolto verso l’uscita)
VITTORIO:
(sorridente)
A proposito di carne, guarda chi sta arrivando …
6 QUADRO
VITTORIO
MASSIMO
MICHELA
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
VITTORIO:
(sorridente
E chi sta arrivando !
(entra Michela )
MICHELA:
(sorridente e molto disponibile)
VITTORIO:
(sorridente)
Ciao Michela …
MICHELA:
( sorridente)
Ciao caro …
Ciao Massimo
MASSIMO:
(sorridente)
Ciao tesoro
MICHELA:
( sorridente)
Ciao topino …
MASSIMO:
(sorridente)
Come stai passerotta, sei sempre una donna splendida
MICHELA:
(sorridente )
Grazie Massimo, sei sempre il solito
(rivolta a Vittorio)
Vittorio … perchè, adesso l’apertura la fa tuo padre
VITTORIO:
(spiega)
Il medico mi ha detto di tenerlo impegnato il più possibile e di
responsabilizzarlo per frenare la malattia
MICHELA:
(pacata)
Capisco …
MASSIMO:
( a bassa voce)
Purtroppo è irreversibile
VITTORIO:
(preoccupato)
Però vedi, non trema … anzi trema pochissimo … non si direbbe ma c’è
MASSIMO:
( a bassa voce)
Ci può stare che nel decorso la malattia si manifesti nel paziente in maniera
usuale
VITTORIO:
(preoccupato)
Non vuole prendere i farmaci, devo seguirlo come un bambino
MICHELA:
(pacata)
Devi starci dietro … oppure prendi una donna che lo segua
VITTORIO:
(preoccupato)
Non vuole nessuno, ed io sono vincolato a lui …
MASSIMO:
( a bassa voce)
E la sua memoria come va? … ti riconosce? …
VITTORIO:
(preoccupato)
Si … però … comincia a confondere le ore, i mesi, le stagioni
MICHELA:
(pacata)
Però … nel tabacchino … non si fa fregare
VITTORIO:
( a bassa voce)
Dietro il banco è rimasto lucidissimo … da i resti, parla in modo assennato con
i clienti …
MASSIMO:
( a bassa voce)
Il tabacchino più del bar fa parte della sua schiera affettiva, è il suo habitat
… e qui si trova a suo agio
(breve pausa)
Ora dov’è?
VITTORIO:
( a bassa voce)
E’ andato a vangare la pianella … oggi è un pò assente … quando parlavo, non mi
ascoltava: il suo sguardo era vuoto, come quando era morta mia madre … non ha
fatto un pianto, ma continuava a chiamarla, per notti … per giorni …
( cerca il, padre dalla finestra non lo vede, si preoccupa vede solo Luciano
vangare)
VITTORIO:
(ad alta voce chiama il padre, ma non risponde, non risponde neppure Luciano)
Mario … papà … papà …
Luciano … Luciano
( Rivolto ad Massimo e Michela)
Ma dove si sarà cacciato …
MASSIMO:
(premuroso)
non preoccuparti … è con Luciano … lo tiene d’occhio lui …
VITTORIO:
(preoccupato)
ma c’è la fermata dell’autobus, mio padre è capace di salire e di ritrovarsi
chissà dove
MASSIMO:
sull’autobus non è salito …. Io sono vicino alla finestra
(Michela rimane in silenzio)
VITTORIO:
eppure si dovrebbe vedere!
MASSIMO:
magari è dietro la casetta …
VITTORIO:
ma cosa ci fa dietro alla casetta
( Michela si alza, si accende una sigaretta e gira nervosamente per il locale)
VITTORIO:
(alterato)
Michela, il fatto che fumi … è proibito fumare nel locale, ma se non da fastidio
al dottore … non da fastidio a nessuno, ma il fatto che mi calpesti quella
moquette! Si mi da noia … chiaro
MICHELA:
(alterata)
Si ho capito… ma non rompere le palle …
( va fuori dalla porta a fumare)
VITTORIO:
(alterato)
Chissà dove sarà andato …
MICHELA:
(alterata)
Prova a telefonare a Luciano … i telefoni li hanno inventati apposta
MASSIMO:
(cerca di calmare Vittorio)
calmati Vittorio! Calmati !
VITTORIO:
(alterato prende il cellulare e guarda in rubrica)
Diamine! Ho i numeri di tutti… anche di gente che non sento da anni, ma non ho
il numero di quell’ energumeno che è con mio padre.
MICHELA:
(alterata e sfogliando la rubrica del suo cellulare)
Ecco il numero …
234678887
VITTORIO:
(alterato prende il cellulare e fa il numero)
I numeri degli uomini a te non mancano …
MICHELA:
(alterata)
Stai attento a come parli … chiaro!
VITTORIO:
(alterato prende il cellulare e fa il numero)
Vuoi togliere quei piedi dalla moquette …
MICHELA:
(alterata)
Ecco sei contento … e ti va bene che ti conosco da vent’anni altrimenti …
VITTORIO:
(alterato)
Luciano non risponde …
Non risponde …
MASSIMO:
avrà lasciato il telefono da qualche parte …se vuoi vado a vedere dov’è !
VITTORIO:
(alterato)
No vado io … Michela dammi un’ occhiata a tutto … torno subito
MICHELA:
(calma)
Si vai e non preoccuparti!
MASSIMO:
vedrai che non è successo niente … sicuramente sarà al fresco dietro la baracca
…
VITTORIO:
(preoccupato)
Non importa io devo andare…
(Vittorio esce di scena)
7 QUADRO
MASSIMO
MICHELA
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(Michela si guarda attorno e quando si accorge che non ci sia nessuno che possa
ascoltare e parla ad Massimo)
MICHELA:
(piange)
Massimo, sai mi sono ripresi …
MASSIMO:
(calmo)
mi raccomando Michela, cerca di non farteli prendere, non è niente di grave
MICHELA:
(piange)
Massimo, ho paura di nuovo … della gente … di tutto
MASSIMO:
(calmo)
Ti capisco, ma …
MICHELA:
(piange)
Massimo aiutami … ti prego aiutami …
MASSIMO:
(calmo)
Non piangere Michela … non piangere … tu hai un’attività commerciale avviata …
MICHELA:
(piange)
Avviata … avviata … tu non sai dire altro … io morirò …. morirò …
MASSIMO:
(calmo)
Non morirai Michela … non morirai
MICHELA:
(piange)
Ma tu non mi dici niente …
MASSIMO:
(calmo, ma sbiancato, si tocca la spalla)
Non morirai … no
(si tocca la spalla)
MICHELA:
(smette di piangere)
Ma tu … cos’hai … sei bianco come un morto
MASSIMO:
(calmo, ma sbiancato)
No … sto bene … sto bene …
MICHELA
(smette di piangere)
Tremo continuamente …. Ho paura …
MASSIMO:
(calmo, ma sbiancato)
Il negozio mi sembra vada bene, quindi i tuoi rapporti con il pubblico sono
buoni …
MICHELA:
(piange)
Ma tu …. Capisci fa tutto Marina … è lei che tira avanti il negozio io … sono
alla cassa ed ho il terrore della gente che mi guarda negli occhi …
(trema)
Io adesso dovrei andare … ma … non riesco … non riesco … non ho la forza neppure
di entrare …
MASSIMO:
(calmo, ma sbiancato)
Io non capisco … stavi bene … ti avevo mandato da un mio amico …
Il Dottor Venturotti , è un esperto e un buon diagnostico
MICHELA:
(piange)
Non lo voglio più vedere quel porco …
MASSIMO:
(calmo, ma sbiancato)
Cosa ti ha fatto!
MICHELA:
(piange)
Sembra un lupo famelico … mi guarda con quegli occhi fissi … mi fa domande
strane e poi …
MASSIMO:
(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)
Cosa ti ha fatto!
(Michela nota nell’interlocutore una sorta di indifferenza)
MICHELA:
(alterata)
Ascoltami … ascoltami … Massimo! Io mi sento male …
(piange)
Mi sento male …
MASSIMO:
(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)
Ma la cura la fai …
MICHELA:
(alterata)
Ascoltami
(da dei pugni a Massimo)
Ma mi vuoi ascoltare ….
MASSIMO:
(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)
Ti ripeto … la cura e i controlli dal dottore li fai …
MICHELA:
(alterata)
Il dottore … ! ma scherziamo, io non mi voglio più, né far vedere né toccare da
quel depravato …
(sempre rivolta ad Massimo)
Oggi non mi ascolti … tu non mi vuoi più bene …
MASSIMO:
(calmo, sbiancato, si tocca la spalla)
Si che ti voglio bene … solo che non sono in perfetta forma
8 QUADRO
MASSIMO
MICHELA
LUCIANO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(entra Luciano)
(Michela abbassa la testa rimanendo assente)
MASSIMO:
ciao Luciano, oggi sei l’uomo più ricercato del paese,
LUCIANO
(canzonatorio)
Si … tutti mi cercano, tutti mi vogliono ma nessuno mi piglia.
MASSIMO:
Vittorio è partito di corsa a cercare Mario,
ma io ero sicuro che era in buone mani …
LUCIANO
(sorridendo)
Era con me …
MASSIMO:
ma … non lo vedevamo dalla finestra…
LUCIANO
(sorridendo)
Era sdraiato sotto il fico …
(rivolto a Michela)
Ciao Mikj…
(Michela non risponde)
(Luciano rivolto ad Massimo)
Michela è di nuovo in crisi …
MASSIMO:
(calmo)
Passerà …
(accarezza Michela)
( Michela rimane incupita)
LUCIANO:
Adesso, Vittorio è con lui …
MASSIMO:
cosa stanno facendo!
LUCIANO:
Vittorio sta cercando di convincerlo a tornare al bar …
MICHELA:
(interviene nel discorso, cambia personalità e il suo stato di depressione si
trasforma in euforia)
(euforica)
Povero Mario … ieri non mi ha neppure riconosciuto …
Dovevi vederlo, camminava senza una meta, bussava alle porte, fermava la gente
in strada ai passanti increduli domandava cose inaudite
Poverino …. Mi faceva una pena …
Alla gente che incontrava, chiedeva la strada di casa pur essendo davanti alla
porta di casa, tutti lo guardavo allibiti, faceva compassione…
Altri … invece … pochi per fortuna
Si prendevano gioco di lui
LUCIANO:
(alterato)
Se dovessi vederli io … gli faccio pentire di essere nati
MASSIMO:
Approfittarsene … così di un disgraziato
MICHELA:
(alterata)
È proprio vero che l’uomo è una bestia
LUCIANO:
(alterato)
Le bestie non sono così : un animale uccide solo per mangiare, l’uomo uccide per
il piacere di uccidere
MICHELA:
(alterata)
L’uomo uccide anche con le parole … sapessi quante cose hanno detto di me, e
continuano a dirle
MASSIMO:
(premuroso)
Michela, non ti devi fare condizionare da quello che dice la gente, tu devi
vivere la tua vita
LUCIANO:
(alterato)
Nessuno è immune dalle maldicenze
MASSIMO:
(premuroso)
Neppure io …
MICHELA:
(alterata)
Come dottore anche tu …tu che hai sempre fatto del bene … no tu no!
MASSIMO:
(premuroso)
Si … anch’io … mi hanno criticato per quello che è successo alla povera
Graziella
MICHELA:
(alterata)
Ma hai fatto il possibile
MASSIMO:
(con un singulto)
ero rimasto imbottigliato nel traffico
(grida)
Non ho fatto in tempo
(con un singulto)
Non ho fatto in tempo … in tempo … e
Quando
(breve pausa)
Sono arrivato … era già morta ...
LUCIANO:
(calmo)
Hai fatto il possibile … e poi … l’auto del 118 e l’ambulanza purtroppo … non
possono volare …
MICHELA:
(premurosa)
Non devi fartene una colpa … l’auto medica è rimasta imbottigliata nel traffico
… non potevi arrivare in tempo
MASSIMO:
(con un singulto)
Sono rimasto imbottigliato nel traffico
Capisci … con il mio mestiere
Sono sempre in contatto con la morte, e la morte è diventata come un’abitudine …
Ma in questo caso …
Sarà … perché per me … lei era il mio unico e grande amore…
(con un singulto)
Con la sua morte …
(piange)
Bastava un attimo …
(piange)
Mi aveva detto giorni prima
(piange)
Dovevo percepire … e capire i sintomi …
E farla
Ricoverare per accertamenti
(con voce soffocata)
Invece …
Ho aspettato
Io sono stato la causa della sua morte
MICHELA:
(premurosa)
Tu hai salvato tante vite e avresti salvato anche Graziella se avresti fatto in
tempo …
LUCIANO:
(solidale)
Purtroppo la vita … ti ha messo duramente alla prova.
MASSIMO:
(con un singulto)
Il destino mi ha tolto quanto avevo di più caro
LUCIANO:
(solidale)
Purtroppo è la vita …
MASSIMO:
(con un singulto)
Ma la vita … ha colpito solo me …
MICHELA:
(premurosa)
Però vedi …. Hai trovato ulteriori stimoli …
LUCIANO:
(con un singulto)
Il dolore che hai provato, ti ha fatto dedicare ancora di più agli altri
MASSIMO:
(con un singulto)
Subito avevo deciso di lasciare tutto … la professione … tutto …
Pensavo … solo …
A piangere e a bere …
…la mia vita era inutile
(si tocca la spalla)
LUCIANO:
(cerca di consolarlo)
Il dolore purtroppo fa parte della nostra vita …
MICHELA:
(premurosa)
Sono poche le gioie e tanti i dolori …
(sorridendo)
Lo dici tu stesso…
LUCIANO:
(cerca di consolarlo)
La vita è talmente breve che bisogna viverla completamente
MICHELA:
(premurosa)
Mi raccomando … non ti voglio più vedere così
MASSIMO:
(con un singulto)
Riprendendo il mio lavoro … ho ripreso a vivere
LUCIANO:
(cerca di consolarlo)
E sei ancora più attivo dottore …
Forse anche troppo …
Perché … devi pensare … un po’ anche a te stesso
MASSIMO:
(con un singulto)
Sono stato in Brasile ….
MICHELA:
(premurosa)
Li però te la sei goduta … vero
MASSIMO:
(calmo)
Ci sono stato un mese ….
Per divertirmi ma anche per dimenticare … e scacciare
il fantasma di Graziella … e con lei tutti gli incubi che ho dentro …
la prima settimana … ho vissuto di sesso …
(ride)
Le donne sono molto disponibili
E poi … è successo … che …
LUCIANO:
(cerca di consolarlo)
Cosa è successo …
MICHELA:
(premurosa)
Racconta, non lasciarci sulle spine
MASSIMO:
(si tocca la spalla e allunga il braccio sinistro)
Oggi non sono in forma ….
LUCIANO:
(preoccupato)
Ti senti male …
MICHELA:
(premurosa)
Che cos’hai!
MASSIMO:
(si tocca la spalla e allunga il braccio sinistro)
Oggi non sono in forma … mi formicola anche la mano ….
LUCIANO:
(ride)
Vuoi che chiamo un dottore …
MICHELA:
(premurosa)
Massimo è un dottore e sa quello che fa …
MASSIMO:
(preoccupato)
La verità è che dovrei farmi vedere …. I sintomi che provo non sono buoni
MICHELA:
(premurosa)
Io non so che cosa dirti …
LUCIANO:
(ride)
Non posso dare consigli a un medico …
MASSIMO:
(preoccupato)
Finisco di raccontare …. Una di queste ragazze ….
LUCIANO:
(ride)
Una puttanona … e magari anche minorenne
MASSIMO:
(calmo)
Sai che anche se sono puttane … sono dotate di sensibilità
LUCIANO:
(ride)
Si sensibilità verso il portafoglio
MASSIMO:
(calmo)
Non è del tutto vero Manuela aveva un volto da bambina … e mi ero affezionato a
lei
LUCIANO:
(ride)
Insomma … ti sei innamorato di una battona
MASSIMO:
(calmo)
Lei non era come tutte le altre
LUCIANO:
(ride)
Chissà quanti soldi ti ha spillato
MASSIMO:
(calmo)
Meglio farsi mangiare i soldi da una donna che da una banca
LUCIANO:
(ride)
E per questo … non c’era bisogno di andare in Brasile
MICHELA:
(premurosa)
Io non dico niente … non mi scandalizzo … non sono moralista …
il mondo va così …
MASSIMO:
(calmo)
Sono per loro scelta donne che si concedono per fame e miseria
Insomma una di queste ragazze, appena saputo che ero un medico, mi ha portato al
capezzale di sua madre … poveretta viveva con la figlia e le sorelline nelle
favelas … in una baracca …
LUCIANO:
(ride)
Si dicono tutte così … ti raccontano che hanno la madre o la sorella gravemente
ammalate … per spillare sempre più soldi …
(ride)
È un vecchio trucco e tu tra un pianto e l’altro ti sei lasciato ….
MICHELA
(a voce alta)
Smettila ….
LUCIANO:
(ride)
Non mi meraviglierei se ti sei innamorato … e dopo di te avrà fatto il solito
giochetto con un altro e poi con un altro ancora
MICHELA
(a voce alta)
Finiscila …e lascia parlare …
MASSIMO:
(calmo)
Era ammalata davvero … ed era anche grave … ed io mi sono dato da fare per
curarla e soprattutto per farla ricoverare … e non in una struttura pubblica, ma
in una clinica privata…
MICHELA
(a voce alta)
Sei un angelo Massimo …
LUCIANO:
(ride)
Uomini come te non ce ne sono più
MASSIMO:
(calmo)
Non è vero … il fare per gli altri … mi appaga e mi rende sereno ….
LUCIANO:
(ride)
Io adesso devo andare … ho tante di quelle cose da fare che non ho neppure il
tempo di respirare …
Dammi un pacchetto di MS morbide
MICHELA
(a voce alta)
Ma ne hai comprato uno tre ore fa
LUCIANO:
(alterato)
Come fai a saperlo, tu non eri in questa stanza quando ho comprato le sigarette
MICHELA
(a voce alta)
Ero in negozio e ti ho visto
LUCIANO:
(alterato)
Sei proprio una pettegola … che non ha un cavolo da fare … se la tua unica
soddisfazione è quella di stare a vedere la gente che passa … e commentare
MASSIMO:
(calmo)
Calma Luciano … calma …
LUCIANO:
(alterato)
Si … mi calmo … tanto da questa deficiente, non si può ottenere nulla …
MICHELA
(a voce alta)
Brutto tamburo finiscila
MASSIMO:
(calmo)
Calma Luciano, per favore … calma
LUCIANO:
(alterato)
Dammi le sigarette che me ne vado … no … anzi me le prendo
(va dietro il banco si prende le sigarette ed esce)
LUCIANO:
(rivolto ad Massimo)
Di a Vittorio che ho preso le sigarette, ho scritto anche un bigliettino … passo
dopo a pagarlo …
MICHELA
Ciao Luciano!
LUCIANO:
(alterato)
Ti ho forse salutato Michela … e poi d’ora in poi fatti i cavoli tuoi … perché
se qualcuno mi viene a dire … che vai a spettegolare sulle mie cose e quelle
della mia famiglia … io vengo nel negozio e ti apro come una scatoletta di carne
… chiaro … e adesso me ne vado
MASSIMO:
(calmo)
Calmati Luciano, per favore … calma … cerca di ragionare
LUCIANO:
(alterato)
E in quanto a te … cerca di fare silenzio … e non rompermi i coglioni …
altrimenti ti spezzo in due …
(Luciano esce di scena)
9 QUADRO
MASSIMO
MICHELA
VITTORIO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(Michela piange)
MICHELA:
Hai visto, come mi tratta…
Io gli voglio bene …. Ma lui …
MASSIMO:
(premuroso)
Anche lui a suo modo ti vuole bene, ma capisci …
MICHELA:
Lo so … è sposato … vive con la moglie un rapporto tormentato
MASSIMO:
(premuroso)
E’ talmente tormentato che … sono insieme da anni
MICHELA:
Si ma stanno insieme per convenienza , non certamente per amore
MASSIMO:
(premuroso)
E’ talmente tormentato che ieri sera erano in gelateria che tubavano come due
piccioncini
MICHELA:
No … non è vero …. Ti sei sbagliato, si separa …
MASSIMO:
(premuroso)
No ! non mi sono sbagliato … lo sai benissimo anche tu …
MICHELA:
(disperata)
No … finiscila …. Finiscila
MASSIMO:
(premuroso, ma deciso)
Affronta la realtà … affrontala!
MICHELA:
(disperata)
No … non può essere vero … ieri pomeriggio era con me …
con me … hai capito …
MASSIMO:
(premuroso)
Ma lui è stato visto la sera …
Capisci … al giorno poteva essere con te ma la sera …
MICHELA:
(disperata piange)
No … non … non … è possibile …
MASSIMO:
(premuroso)
Per il tuo bene … Michela cerca di volerti più bene …
Continua con la cura … e in quanto a Luciano
Lascialo perdere … una volta per tutte … ti sta usando …
MICHELA:
(disperata piange)
No … non … non è vero … non è vero …
(esce di corsa)
(entra Vittorio , incontra Michela mentre esce sconvolta)
VITTORIO:
ciao Michela
(Michela non risponde ed esce di corsa)
10 QUADRO
MASSIMO
VITTORIO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(Vittorio agitato)
VITTORIO:
ma a Michela … cosa gli ha preso …
MASSIMO:
È di nuovo … in crisi …
VITTORIO:
di nuovo con Luciano … e qui nel bar
MASSIMO:
Si …
VITTORIO:
immagino che avranno fatto una scenata delle loro!
MASSIMO:
Si …
VITTORIO:
c’era gente ….
MASSIMO
No … per fortuna …
VITTORIO:
io scenate nel mio locale non ne voglio ….
La causa …
MASSIMO:
solita …
VITTORIO:
sempre quelle cavolo di scene per gelosia
MASSIMO:
Michela si sta rovinando la vita … eppure … sai che …
MASSIMO:
Lo so è meglio non parlarne … Mario …
VITTORIO:
Mario ormai è completamente fuori di testa …ed … io sinceramente non ce la
faccio più … però è mio padre …
MASSIMO:
(premuroso)
bravo Vittorio, tuo padre ha fatto tanti sacrifici per te …
VITTORIO:
e’ vero … io parlo, parlo ma dopo … mio padre è l’unica persona che mi è
rimasto, se dovesse lasciarmi lui …. Rimango solo
(breve pausa)
Con il bar tabacchi … ma solo … e … con un mutuo da pagare
(breve pausa)
Ma anche vederlo tutti i giorni spegnersi come un lumicino
A volte …
Quando non mi riconosce ….
Mi sembra che tutto il mondo mi cada addosso …
(breve pausa)
Perché … devono succedermi tutte a me …
MASSIMO:
dai … non preoccuparti più di tanto … se pensi al mutuo … mi sembra una
preoccupazione eccessiva, con il capitale che hai lo puoi estinguere quando
vuoi, per quanto riguarda tuo padre … purtroppo … capisci
( Vittorio … piange … Massimo va a consolarlo)
Vittorio smetti … non preoccuparti, mi prenderò io cura di tuo padre … e questa
è una promessa … adesso smettila di piangere, ricorda che hai un’ attività
commerciale da portare avanti …
VITTORIO:
( piange)
Odio il tabacchino … il bar ed ogni cosa che lo riguarda ….. odio la mia vita …
MASSIMO:
(premuroso)
Dai … adesso calma, vedi sta entrando un cliente
VITTORIO:
(alterato)
Massimo … che cavolo fai … la moquette
MASSIMO:
(scocciato)
Scusa … scusa … ma quella moquette cosa l’hai messa a fare sotto il banco se non
vuoi che nessuno la calpesti …
VITTORIO:
(alterato)
Mi piaceva … e l’ho comprata … è bella fa scena … ma non voglio che nessuno la
calpesti … chiaro …
(Massimo si ritira e torna la leggere il giornale, entra Luciano)
11 QUADRO
VITTORIO
MASSIMO
LUCIANO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
( Massimo legge il giornale … entra Luciano, Vittorio è dietro il banco)
MASSIMO:
(vede Luciano entrare e tra se e se )
Ci manca anche questo rombi palle
LUCIANO:
(a voce alta)
Guarda che ti ho sentito … ed io sarei un rompipalle, guarda che questo bar e
questo tabacchino … vivono perché ci sono i rompipalle come me … che vengono qua
(e fa il segno dei soldi)
A spendere Euro… e sei fortunato che non ce sono altri in zona,
altrimenti avresti già chiuso da un bel pezzo …
VITTORIO:
(cerca di scusarsi)
Scusami … sto attraversando un brutto periodo
LUCIANO:
(a voce alta)
Tutti attraversiamo un brutto periodo, ma questo non ti autorizza a comportarti
come ti stai comportando … io sono … bravo e buono … ma non mi faccio prendere
per i fondelli … no anzi … mi faccio prendere per i fondelli quando voglio io …
e da chi mi pare
(cambiando discorso)
Quella esaurita di Michela … se ne è andata …
VITTORIO:
(calmo)
Si è andata via … in negozio credo …
LUCIANO:
(a voce alta)
Meno male … ormai non la sopporto più … comunque in negozio non c’era … c’era
Marina : ho visto le sue concione e il suo culetto al vento …
MASSIMO:
(alza gli occhi dal giornale)
Che gran cavalla che è quella ragazza lì …
VITTORIO:
(calmo)
Avrà si e no … venti anni …
MASSIMO:
(alza gli occhi dal giornale)
Che carne fresca
LUCIANO:
(a voce alta)
Ci sarà …. quel fortunato che se la porta a letto …
VITTORIO:
(calmo)
In questo momento, nessuno!
LUCIANO:
(a voce alta)
Impossibile! Ma l’avete vista bene … sembra una di quelle …
VITTORIO:
(calmo)
Ma è tutta un bluff, magari per mascherare altre cose
LUCIANO:
(a voce alta)
Cosa!
Michela non mi ha mai parlato della vita sentimentale della sua commessa
VITTORIO:
(calmo)
Quando l’hai mai vista con un uomo….
MASSIMO:
(alza gli occhi dal giornale)
È tanto giovane … ha tanto tempo per rifarsi
LUCIANO:
(a voce alta)
Si è vero, e poi anche Michela lo avrebbe detto …
Vittorio!
VITTORIO:
(calmo)
Si!
LUCIANO:
(a voce alta)
Sono venuto per pagarti le sigarette… un’ora fa sono venuto, e mi sono servito
da solo: ti ho lasciato anche un biglietto …
VITTORIO:
(calmo)
Si! L’ho visto, ma anche se non passavi adesso potevi passare domani o tra un
mese, per te non c’è problema
LUCIANO:
(a voce alta)
Perché sai che i soldi non li perdi … ecco il vil denaro … anche contato
(passa i soldi a Vittorio che incassa )
12 QUADRO
VITTORIO
MASSIMO
LUCIANO
MARIO
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
(Luciano fa l’atto di uscire di scena, incontra Mario sulla porta)
LUCIANO:
(sorridente)
Mario… abbiamo Mario con noi, ma lo sapete che mi ha dato tanti consigli per
patate, fagioli e pomodori … grazie Mario … i tuoi consigli sono veramente
preziosi dei veri e propri tesori …
(Mario non risponde)
LUCIANO:
(sorridente)
Mario, non dici niente … vedrai che pomodori nasceranno nell’orto grossi come
palloni da calcio e succosi come meloni
(Mario non risponde)
LUCIANO:
(rivolto a Mario e agli altri)
Mario, cos’hai …. Non capisco, fino a un’ora fa era socievole, abbiamo parlato
di tutto ed era assennato … mentre ora
(alza la voce)
Mario …
(Massimo lascia il giornale, si alza dal tavolo e si avvicina a Mario ….
Vittorio rimane immobile dietro il bancone)
MASSIMO:
(avvicinandosi a Mario ma rivolgendosi ad Luciano)
È la sua malattia …
A volte ragiona in modo razionale come ogni altra persona, dopo improvvisamente
senza una ragione apparente… cade in un senso di vuoto, un senso di smarrimento
che gli offusca la mente, tanto che non si ricorda niente, nè del suo passato né
del presente …
LUCIANO:
(preoccupato)
Mi avevano parlato del suo stato … ma io … insomma con me si era comportato
sempre normalmente, ed io non avevo notato nessuna avvisaglia … ma dimmi c’è un
rimedio …
VITTORIO:
(da dietro il bancone mentre asciuga bicchieri)
La malattia è degenerativa …
(piange)
Io non ce la faccio più …
(Vittorio si avvicina a Mario)
Papà … papà …
(Mario è assente)
Papà … ascoltami
(Mario rimane assente)
MASSIMO:
(prova a parlare a Mario)
Mario … come stai, sai chi sono? Vero.
(Mario è assente)
MASSIMO:
io sono Massimo, il dottore ti ricordi … vero … Mario!
LUCIANO:
non ricorda niente … niente … poveretto
MASSIMO:
purtroppo sarà sempre peggio
(Vittorio è accanto al Padre)
LUCIANO:
(rivolto a Vittorio)
La tua è proprio una croce
(rivolto a Mario)
Mario … ciao … i devo andare … ti ricordi
Io sono Luciano
MARIO:
ciao Luciano, dove vai?
LUCIANO:
(rinfrancato)
Mi hai riconosciuto! Sono felice
(rivolto agli altri)
Avete visto, Mario mi ha riconosciuto …
(visibilmente soddisfatto)
Avete visto … è guarito
Ha perso la memoria solo per un attimo …
MARIO:
(rivolto ad Luciano)
Non avrai per caso seminato le patate.
LUCIANO:
no non ancora, ho preparato solo il terreno
MARIO:
e come lo hai preparato
LUCIANO:
ho dissodato tutto, ma non ho preparato ancora i solchi
MARIO:
è troppo arido! Riempi le cisterne d’acqua… e aspetta ancora qualche giorno, ho
visto le previsioni
la prossima settimana da pioggia, il terreno si prepara da solo: intanto prendi
le semente al consorzio, mettile dietro una finestra, nel tuo fondo va bene …
annaffiale tutti i giorni, ma al calcio e non le foglie, il sole poi farà la sua
parte…
LUCIANO:
seguirò il tuo consiglio Mario
MARIO:
Fai come ti dico, non seguire neppure i consigli del consorzio … loro fanno
tutto per vendere …
LUCIANO:
è vero, mi volevano rifilare le patate rosse
MARIO:
le rosse non vanno bene da noi … per noi ci vanno solo le bianche grosse, e come
pomodori compra solo pomodori da insalata tipo gli occhio di bue, oppure i tondo
lisci
LUCIANO:
ho comprato infatti i tondo lisci
MARIO:
compra anche gli occhi di bue … non serve che ne compri un’infinità ma una
decina di piantine … tanto per provare, vedrai che non ne rimarrai deluso…
oggi cosa hai messo
LUCIANO:
i fagiolini, ma non so se ho fatto bene …
MARIO:
ormai li hai messi … e poi; più di riseminarli non fai … ma adesso dammi retta
vai subito a comprare una decina di piantine di occhio di bue
LUCIANO;
vado subito… ciao Mario e ciao a tutti voi
(Luciano fa l’atto di uscire di scena)
VITTORIO:
(rivolto ad Luciano)
Ma vuoi stare attento a piedi, stai calpestandomi il tappettino
MASSIMO:
ma sei fissato
LUCIANO:
(alterato)
il vero malato sei tu non tuo padre
VITTORIO:
(rivolto ad Luciano)
Malato o non malato il primo che mi calpesta con le scarpe luride la moquette io
gli spacco la faccia
LUCIANO:
(alterato)
Sarà meglio che me ne vado altrimenti veniamo alle mani
MARIO:
Ciao Luciano
LUCIANO:
(alterato)
Ciao Mario … tu sei l’unica persona a posto in questa gabbia di matti
(Luciano esce di scena)
VITTORIO:
(rivolto ad Luciano)
Vattene via tamburo e non tornare più, io ne faccio a meno di clienti come te.
MASSIMO:
calma … calma
MARIO:
Vittorio, devi mantenere un contegno dignitoso, ricordati che hai un esercizio
commerciale
VITTORIO:
(alterato)
Come! Proprio tu, mi dici queste cose; tu che sei fuori di testa
Lasciatemi in pace
(ritorna dietro il banco, Mario rimane assente, Massimo ritorna al tavolo e il
suo volto si perde nel giornale)
13 QUADRO
VITTORIO
MASSIMO
MICHELA
MARIO
LUCIANO (fuori campo)
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
( Massimo si tocca la spalla)
(entra Michela di corsa)
MICHELA:
(agitata)
Ho incontrato Luciano
(piange)
Non mi ha degnato neppure di uno sguardo
Io ho cercato di chiamarlo … di chiamarlo
E lui … mi ha completamente ignorato
(piange)
Io lo amo, capite … lo amo, più della mia vita
… Luciano è la mia vita …
(continua a piangere)
VITTORIO:
(alterato)
Michela, brutta frignona, mi stai calpestando la moquette, levati di lì
altrimenti, io ci metto poco a riempirti di schiaffi
MASSIMO
(alterato)
Finiscila Vittorio , adesso stiamo degenerando, non vedi che sta piangendo
VITTORIO:
io ho altro da pensare che a queste cazzate.
MASSIMO
(alterato)
Se la cosa più importante della tua vita è la moquette, sei ridotto male, anzi
malissimo.
VITTORIO:
(alterato)
Queste sono cose che non ti riguardano!
Vedi di andare a fa….. ulo tu e la tua amichetta … chiaro
MASSIMO
(alterato)
Capisco che sei sconvolto dalla situazione in cui ti …
VITTORIO:
(interrompe alterato)
Questi sono problemi miei e non tuoi
(Michela assiste alla scena esterrefatta mentre Mario rimane assente)
MICHELA:
(ad alta voce)
Finitela … finitela … basta …
VITTORIO:
(alterato)
E tu togli quei piedi dalla moquette
MICHELA:
(ad alta voce)
Se è solo per questo
(si toglie dalla moquette, Vittorio va a pulirla)
(Massimo si tocca la spalla)
MICHELA:
(rivolto ad Massimo)
Ti fa sempre male la spalla
MASSIMO:
e in più mi formicolano le mani
MICHELA:
(preoccupata)
Sei anche sbiancato, chiamo un medico.
MASSIMO:
(spazientito)
Io sono un medico …
(rivolto a Michela)
Dimmi tu … piuttosto …
MICHELA:
(piangendo)
Luciano … non solo
(piange)
Non mi saluta più
Mi odia … mi odia …
MASSIMO:
a prescindere che come ti ho ripetuto più volte Luciano non è l’uomo giusto per
te, ma dopo tutto quello che c’è stato tra di voi, trovo piuttosto eccessiva la
parola odio …
(si avvicina interessato Vittorio)
MICHELA:
(piangendo)
Luciano … non solo, non mi parla più… mi evita
Ma io non posso vivere senza di lui
(piangendo)
Non posso … non posso …
VITTORIO:
(a voce alta)
ti sta bene Michela, te lo sei cercato
MASSIMO:
(alterato)
Finiscila Vittorio, non vedi che sta soffrendo
(diretto a Michela)
(premuroso)
Michelina, dai non piangere, ogni cosa … vedrai si metterà a posto, basta
prendere tutte le cose con calma …
MICHELA:
(piangendo)
Mi aveva assicurato che per il mio amore lasciava quella cretina di sua moglie
(piange)
Invece … non solo mi evita ma non vuole neppure sentire la mia voce
MASSIMO:
(alterato)
Devi cercare un dialogo, devi cercare di parlare, di parlarvi
MICHELA:
(piangendo)
Non è possibile
(tira fuori il cellulare)
È tutta la mattina che provo a telefonare
(piange)
Non mi risponde … non mi risponde
(prova a chiamare)
Non risponde
(il telefono si disconnette)
(riprova di nuovo)
Non risponde … non risponde
(piange)
E io che … volevo andare in vacanza con lui e vivere una meravigliosa storia
d’amore
(piange)
Ma perché … mi succedono tutte a me …
(squilla il telefono di Michela)
(con bramosia si attacca al cellulare)
(ride isterica)
È lui ! è lui ! … Luciano … Luciano …
(dall’altro capo del filo risponde Luciano)
Michela … brutta troia la devi finire di rovinarmi la vita, sempre a chiamarmi …
ma come ti permetti … e poi a dire che siamo amanti … la voce è arrivata anche a
mia moglie … che non si è neppure incazzata più di tanto … perché tu Michela sei
una scemotta ! Si … una puttana sscema e se sono uscito con te è solo perché sei
una fraschetta … una donna per tanti …
(ride)
Si una puttana, e adesso smettila e dimenticami, altrimenti ti denuncio per
stolking
(stacca il telefono)
MICHELA:
(disperata)
No! Noi … Luciano … Luciano …
(prova a richiamarlo)
(il telefono squilla e subito Luciano stacca)
Non ce la faccio più … non ce la faccio più
(si accascia sul tavolo)
MASSIMO:
(premuroso)
Michela … lascialo perdere, per il tuo bene … lascialo perdere
VITTORIO:
(raccoglie il telefono di Michela)
Adesso è troppo!
(vede l’ultima chiamata, compone il numero ma Luciano non risponde)
(prende il suo telefono e compone il numero, Luciano risponde)
(fuori scena dall’altro capo del telefono)
Luciano … come ti permetti di offendere Michela… come ti permetti … quando ti
vedo … preparati che ti sfondo di botte …
(Luciano fuori scena e dall’altra parte del telefono)
LUCIANO:
Ti ci metti anche tu cialtrone … queste sono cose che non ti riguardano
pagliaccio …
VITTORIO:
(alterato)
Come ti permetti tu ! Finiscila altrimenti quando ti prendo ti spacco una
bottiglia di birra nella schiena
LUCIANO:
(alterato)
Adesso vai anche il cavalier servente
(ride isterico)
Ma gettala contro il muro e fottitela quella cagna …
(stacca il telefono)
(Mario silenzioso guarda nel vuoto)
MICHELA:
(disperata)
Massimo fai qualcosa … fai qualcosa , aiutami, aiutami ti prego!
(Massimo fa l’atto di alzarsi si tocca la spalla e si accascia sul pavimento)
VITTORIO:
(alterato esce dal banco e si avvicina a Massimo)
La moquette … la moquette
(sfila la moquette da sotto il corpo)
Ma guarda un po’ … è tutta sporca … tutta sporca …
(porta la moquette dietro il banco)
MICHELA:
(disperata)
Massimo alzati! Ascoltami … ascoltami … devi aiutarmi … devi aiutarmi … alzati
ti prego … devi aiutarmi … ho bisogno di te …
(Mario improvvisamente ritorna in se, e si avvicina al corpo di Massimo e gli
tasta il polso)
MARIO:
(agitato)
Ma non vedete che il dottore sta male … male …
(lo spoglia della camicia e cerca di aprire la bocca ad Massimo per liberargli
la lingua)
Cosa aspettate … cosa aspetti Vittorio chiama subito il 118! Questo uomo sta
morendo ..
MICHELA:
(agitata)
Il 118 … il 118
(si guarda il viso con lo specchietto)
Sono orribile …
Vado in negozio a truccarmi …
MARIO:
(agitato)
Ma come a truccarti … chiama un’ ambulanza
MICHELA:
(agitata)
Più tardi … adesso devo andare a rendermi presentabile … capitoooo!
(ed esce di scena)
14 QUADRO
VITTORIO
MARIO
MICHELA (fuori scena)
(si sente da un grande orologio posizionato in scena
un ossessivo tic - tac che simboleggia il tempo che scorre)
MARIO:
(agitato, in ginocchio vicino al cadavere e supplichevole )
E tu Vittorio … fai qualcosa … vai qualcosa almeno tu … almeno tu …
(Vittorio rimane in silenzio quasi assente, con il tappettino in mano)
( Mario strappa il tappettino dalle mani del figlio)
MARIO:
(alterato)
ecco cosa ne faccio del tuo tappetto … tu non sei mio figlio sei un mostro …
(e lo getta verso il pubblico)
(Vittorio inferocito si getta sul padre)
VITTORIO:
(gridando)
Noooooooooooooo!
(da una spinta al padre che batte la testa e muore)
(Vittorio rimane solo sul palco guarda nel vuoto prende il cellulare)
VITTORIO:
(con voce metallica)
118 … telefono da Via Statale angolo, Via indipendenza, sono il titolare del Bar
Mario, il dottor Massimo Gratti è morto forse per un collasso e mio padre
andando a soccorrerlo è scivolato ed ha battuto la testa … cercate di venire al
più presto
(piange)
(pausa)
(Vittorio rimane solo sul palco guarda nel vuoto prende il cellulare)
(con voce metallica)
Michela … è sempre valido il tuo invito per la vacanza ….
SIPARIO