LA MANCATA ESECUZIONE
OPERA TEATRALE IN TRE ATTI
(PERSONAGGI IN ORDINE DI APPARIZIONE):
TOD
HAUPT TOD
LIV
VALERIO, COMPAGNO DI LIV
JUNIOR TOD, FIGLIO DI TOD
VIDA, FRATELLO DI TOD
GAMBLER
LEDA, AMANTE DI GAMBLER
PRIMO CAMERIERE
SECONDO CAMERIERE
OLGA, LA BARONESSA
FABRIZIO, IL BARONE, MARITO DI OLGA
INVITATO
TERZO CAMERIERE
MISIA, SEGRETARIA PARTICOLARE DI HAUPT TOD
TRADUZIONE DEI NOMI DEI PERSONAGGI E DI ALTRI
NOMINATIVI CITATI NELL’OPERA:
TOD (tedesco) = MORTE
HAUPT TOD (tedesco) = MORTE PRINCIPALE
JUNIOR TOD = MORTE MINORE
VIDA (spagnolo) = VITA
GAMBLER (inglese) = GIOCATORE D’AZZARDO
SAVER (inglese) = SALVATORE
SCHEISSKOPF (tedesco) = TESTA DI MERDA
NOTE DELL’AUTORE SUI PERSONAGGI E SUL TESTO
I personaggi chiave hanno dei nomi con chiara valenza simbolica.
Tod prova una certa attrazione per gli aspetti cupi della vita e per l’idea stessa della morte; di “mestiere” fa l’assassino, ma è alquanto vigliacco e servile.
Haupt Tod, il suo capo, pretende dal subalterno, tiranneggia, vuole mostrarsi come una persona di grande carisma. In controluce, si rivela più come un nevrotico frustrato e fa capire che probabilmente è invischiato in strani affari con quello che potrebbe essere il suo opposto, cioè il Samaritano.
Il Samaritano è uno stereotipo di persona che si atteggia a benefattore dell’umanità, un buonista e predicatore. Dà un po’ l’idea, infatti, del santone-predicatore o tele predicatore pastore protestante americano o, a seconda delle interpretazioni sul suo ruolo, può sembrare un profeta, o capo spirituale islamico. Di nascosto, è anche lui un opportunista o affarista che dir si voglia.
Vida è giusto innamorato della vita; quindi estroverso, comunicativo, solare. Forse è il personaggio più coerente con il modo di essere della figura che viene rappresentata.
Gambler, personaggio secondario ma determinante per la storia, è il tipico giocatore. Filosofo, un po’ sul decadentista, fa anche dell’ironia su sé stesso ed è come se avesse una sorta di presentimento su quella che sarà la sua fine.
Nel testo c’è ironia di fondo. Di sicuro vengono sottolineati gli aspetti assurdi e paradossali delle situazioni, ma non si sconfina propriamente nell’inverosimile o incredibile.
Dopo smantellamenti, inghippi e decostruzioni di vario genere, non vengono escluse delle speranze e ,di riflesso, traspare un messaggio di fiducia nel singolo e nell’umanità in generale.
APPUNTI PER LA MESSA IN SCENA E LA REGIA
E’ da prendere in considerazione l’idea di una certa rapidità nel susseguirsi delle vicende, ad eccezione dell’ultima scena del terzo atto.
Qui si dovrebbe ottenere un ritmo più lento, meditativo, che porti ad un finale messo bene a fuoco.
ANNOTAZIONI PER GLI ATTORI
Chi interpreta Haupt Tod può schiarirsi la voce di tanto in tanto ed aggiungere dei leggeri colpi di tosse.
L’attrice che è nel ruolo di Liv ha un accento straniero, nordico.
Leda e Misia potrebbero essere interpretate da una sola attrice.
A scelta, i tre camerieri sarebbero anche ben concentrati nella recitazione di un unico attore.
Fabrizio, a discrezione di chi provvede alla caratterizzazione, risulterebbe più comico parlando con la erre moscia, alla francese.
Per l’invitato, si prenda in considerazione l’idea di attribuirgli un evidente tic nervoso.
ATTO PRIMO
Scena prima
Una camera molto spaziosa, semivuota. Tre sedie in stile antico sono allineate l’una dietro l’altra al centro. Sulla destra appare, in disordine, un letto matrimoniale con il baldacchino. Una grande finestra con delle tende, posta quasi nel mezzo della parete di fronte all’uditorio, completa l’ambiente. Entra Tod, un uomo alto e magro, di circa quarant’anni, con cappello, occhiali scuri ed impermeabile. Occupa l’ultima delle sedie, si toglie le scarpe ed il cappello e li getta via.
TOD Ahi, ahi, che male ai piedi!…Dopo aver camminato tanto non
ho incontrato nemmeno un cane disposto a seguirmi, è il colmo!
(guarda l’orologio) Quello sciagurato è in ritardo, come al solito.
Non ha amor proprio, pensa soltanto a bighellonare, a riempirsi la
pancia, a defecare ed a procreare! I suoi discendenti saranno uguali
all’ascendente…(sospirando) Qualcuno sarebbe capace di trovare
una cura, domanderete voi, un rimedio per poterlo cambiare,
magari distruggendolo e poi impastandolo di nuovo? No, no, crede-
temi: quell’individuo si compiace della sua condizione, è refrattario
a qualsiasi tipo di educazione…(si tocca i piedi) Adesso, tuttavia,
debbo convenire che mi fa comodo la sua mancanza di puntualità;
ho tempo per riposare ancora, le mie estremità sono distrutte…
(gira la sedia davanti e vi appoggia comodamente i piedi, sbadi-
gliando) Chissà poi perché avranno messo tre sedie, mi sembra
uno spreco inutile di mobilia, dato che siamo in due a questo
appuntamento.
L’uomo sia appisola. Dopo alcuni secondi un forte suono di piatti
e grancassa rompe il silenzio.
TOD (svegliandosi di soprassalto) Che succede?! Maledizione non si
può nemmeno riposare un po’ in pace!
Il frastuono lascia il posto ad un pesante rumore di passi. Tod si mette all’impiedi sulla sedia ed estrae una rivoltella da sotto l’imper-
meabile. Arriva Haupt Tod, un uomo imponente di età avanzata, il
quale indossa un lungo pastrano o mantello, simile a quello che portava il Kaiser Guglielmo secondo di Germania, ed un cappello dalla grande visiera, pieno di fregi dorati.
HAUPT TOD (autoritario) Cosa fa lì sopra?! Scendi
immediatamente, non sai che così consumi più aria ed energia vi-
tale?!
TOD (scendendo e rimettendo l’arma in tasca, in tono timoroso)
Io…Veramente…Eccellenza, non avrei mai immaginato che lei ve-
nisse qui…
HAUPT TOD Rimettiti subito le scarpe ed il cappello, ricorda che sei
in servizio! (Tod esegue l’ordine) Adesso dimmi perché hai estratto
la pistola, volevi forse darti un contegno?
TOD (sull’attenti) No, eccellenza, me ne guarderei bene…La verità è
che stavo aspettando un individuo per eliminarlo…(cercando di dare
forza al suo tono) Quando arriva quel poco di buono non avrà
scampo, parola mia!
HAUPT TOD (con aria dubbiosa) Uhm, uhm…(siede di faccia alla
platea, dando le spalle a Tod) Comunque ora siedi e tieni le orecchie bene aperte: quanto sto per dirti è della massima importanza per la tua carriera…(accende un sigaro) Tu sai che io sorveglio costante-
mente te ed i tuoi colleghi e valuto con oculatezza il vostro operato.
I vostri rendiconti trimestrali vengono da me esaminati e passati
agli organi superiori col mio giudizio motivato: è la prassi.
TOD (in tono servile) Lo so, eccellenza, mi attengo scrupolosamente
alle disposizioni.
HAUPT TOD Ebbene, a tale proposito, tieni presente che negli ultimi
rapporti ho dovuto esporre meno velatamente di prima le tue lacune
e deficienze.
Si alza ed inizia a girare attorno alle sedie. Tod gli va dietro come un cagnolino, stringendo il cappello al petto.
HAUPT TOD (infastidito) E non seguirmi, torna a scaldare il posto!..
(Tod ubbidisce) Sei laborioso, diligente, ma manchi di capacità in-
ventive e creative, non si può dire certamente che sei nato dal fianco
sinistro di una dea con le qualità che contraddistinguono. (si ferma)
TOD (a capo chino) Io oso ancora sperare nell’infinita bontà di sua
eccellenza.
HAUPT TOD (si piazza a cavalcioni su una sedia, di fronte all’altro)
Maledetto subalterno, hai pensato mai ad una aggressione improv-
visa per far morire di paura la vittima designata?!…Oppure ad
un’ingegnosa trappola che dia la sicurezza di una lenta agonia?!
Bisogna dunque aprirti proprio le meningi con il trapano?!
TOD (incerto) Forse mi è capitato di sognare qualcosa di simile…
HAUPT TOD (getta il sigaro) E allora perché non hai cercato di met-
terlo in pratica?!…(all’impiedi, accompagnando con eloquenti gesti
delle mani le sue parole) Immagina, per esempio, un giardino di
notte, scarsamente illuminato, nel quale stia passeggiando la vit-
tima potenziale, magari in preda ad una crisi mistica oppure in
estasi contemplativa od in contemplazione estatica che dir si voglia..
TOD (più rincuorato) Belle queste raffigurazioni, eccellenza!
HAUPT TOD Va bene, va bene, però veniamo al nostro, anzi al tuo
problema!…Dunque, se in quel giardino ci fosse un innamorato
Capuleti o Montecchi, un cupo Cenci, uno svanito Lear, un sagace
Amleto, una perfida lady Macbeth o un signor nessuno, comune
ma sempre da sopprimere, come ti comporteresti?
TOD Io credo…Che lo chiamerei e poi gli tirerei un colpo di
rivoltella…
HAUPT TOD (scuotendo la testa) Ecco, lo sapevo: hai dato una di-
mostrazione di mancanza di genialità! Prima avevo accennato ad
un assalto di sorpresa, ebbene, nella fattispecie, questo calza a pen-
nello. Tu potresti piombare addosso al passeggiatore solitario dal-
l’alto di un albero o di un muretto e l’opera sarebbe più completa
se tu indossassi un mantello nero e la maschera più terrificante che
tu fossi riuscito a trovare, con la squisita aggiunta di un pugnale
malese tra i denti!
TOD (con meraviglia) Vero!
HAUPT TOD (con più enfasi) Per la trappola, invece, suggerirei una
buca ricoperta di foglie e rami sottili, sul fondo della quale siano
sistemate delle lance acuminate con la punta rivolta all’insù. Natu-
ralmente, al posto delle armi andrebbero bene anche serpenti car-
nivori di grosse dimensioni, o altre belve.
TOD (in ginocchio, abbracciando le gambe di Haupt Tod) Eminente
eccellenza, la sua preparazione è eccezionale!
HAUPT TD (allontanando l’altro) Ma cosa fai, cosa fai!? Voi sotto-
posti dovete farvi valere e mai sciogliervi in caramellosi sdilinqui-
menti, se no è finita! (riprendendo a girare) vedi, per nessuno del-
la nostra categoria esiste un albero della cuccagna, le conquiste
personali vengono ottenute spezzandosi la schiena. La legge della
gavetta è ugualmente dura a quella che regola l’andamento dei li-
velli superiori, che credi?!
TOD (timoroso) Io…Non mi permetto di credere proprio niente…
HAUPT TOD (si ferma e dà un calcio ad una sedia) E piantala con
questa fifa che hai addosso! (accende due sigari e ne lancia un
a Tod) Tieni, fuma con me!
Tod rimane immobile, sorpreso dal gesto di Haupt Tod. Quest’ul-
timo, senza parlare ma con imperiosità, gli indica ancora il sigaro ac-
ceso in terra ed allora l’uomo con gli occhiali scuri si decide a racco-
glierlo ed a fumare. Haupt Tod posa il cappello su una sedia, si sbot-
tona il pastrano e va a sdraiarsi sul letto.
HAUPT TOD (mettendosi seduto dopo qualche istante) Ogni tanto è
necessario rilassarsi!…(odora lenzuola e coperte) In questo gia-
ciglio hanno affogato le loro pene dei giovani amanti, sento ancora
il profumo della carne in amore…(sbuffa) Ahh, il nostro mestiere
è crudele, spietato, non è vero?
TOD Se lo dice lei…
HAUPT TOD Ma sì, ma sì, te ne sto parlando in confidenza!…(in
tono accorato) Talvolta sogno una bella fattoria tutta per me,
piena di animali, di verde, di serenità ed un’amica che cucini,
sorrida e mi dia il suo corpo e la sua anima…
Si ode un fragoroso rumore di piatti e grancassa seguito da tre
spari.
HAUPT TOD (all’impiedi, guardando in alto) D’accordo, d’accordo,
mi son lasciato andare troppo!…(s’abbottona la divisa e mette il
cappello) Il navigante della mia mente non verrà più ammaliato
da sirene che ne devieranno la rotta…(butta il sigaro) Quanto a
te, sottoposto dei miei stivali, rifletti bene su quello che ti ho detto
in relazione alla carriera!
TOD (con deferenza) Sì, eccellenza, naturalmente.
HAUPT TOD Se Ulisse non si fosse dimostrato geniale, la guerra di
Troia sarebbe continuata ancora, non lo capisci?!
TOD Già, già, la sua trovata fu eccezionale!
HAUPT TOD Perciò ci siamo intesi: a buon intenditor poche parole!
(allontanandosi per uscire) Addio, inferiore!
TOD (facendo un profondo inchino) Stia bene, eccellenza!
Rimasto solo, Tod siede sul letto ed odora le lenzuola. Poi si rialza,
prende la pistola e comincia ad accarezzarla e baciarla; infine va via.
Scena seconda
Due giovani seggono sul letto nello stesso ambiente della scena di prima. Lui, Valerio, può avere venticinque anni ed indossa blue-jeans
e camicia; lei, Liv, è una ragazza nordica, ha ventidue-ventitre anni e
porta un vestito a fiori.
LIV Il risveglio della primavera nel mio paese è meraviglioso!…I
ghiacci si sciolgono per a radiosità del sole e poi il regno vegetale
esplode con i suoi colori…
VALERIO Regno animale a parte, cara, vedo che a volte il velo della
nostalgia copre le tue parole.
LIV Sì, non posso negarlo…(lo abbraccia) Ma qui con te ci sto vera-
mente bene, lo sai!
VALERIO Se anch’io fossi qua da straniero, sarebbe diverso…Te lo
figuri? Giocheremmo ad armi pari in una patria non nostra, feli-
ci di non dover concedere mai la mossa vincente ad un certo tipo
di ricordi.
LIV (con dolcezza) Non importa questo, non importa…Quello che
conta è la nostra unione.
VALERIO (insistente) Lo so, ma tu in questa realtà di fatto sei in
svantaggio! Immagina due corridori che debbano fare una gara un
po’ particolare, differente da quelle consuete, una gara che li porti
in parità al riguardo: fin qui ci siamo, il risultato è realizzabile.
Prova, però, a penalizzare in partenza uno dei concorrenti…E’
chiaro che per chi subisce l’handicap l’impresa diviene molto più
ardua e le sue possibilità di arrivare contemporaneamente all’altro
si riducono!
LIV (con sottile ironia) Valerio, tu allora consideri l’amore allo stesso
livello di una competizione sportiva?
VALERIO Cosa c’entra!? Io stavo facendo semplicemente un para-
gone a titolo di esempio, per dimostrarti come la tua condizione sia
poco felice rispetto alla mia!
LIV Va bene, d’accordo sulle condizioni differenti per quanto riguar-
da le nostre origini, ma non credo che questo influisca in maniera
determinante sull’esperienza che stiamo vivendo!
VALERIO (all’impiedi, grida) Edizione straordinaria, la bellezza
nordica esprime il suo autorevole parere! Signore e signori, la no-
tizia del secolo: Liv non crede!…(cerca di mantenere un atteggia-
mento serio ma non ci riesce, perché lei gli fa le boccacce, e pronun-
cia le ultime parole ridendo) Tutti i particolari in cronaca rosa!
LIV (si alza e gli va a battere le mani sulla schiena) Sei il mio caro
strillone! Mi piaci ancora di più quando fai così!
Siedono sulle sedie, uno di fronte all’altra.
VALERIO (insinuante) E poi dicono che con gli anni, o addirittura
con i mesi, sopraggiunge la monotonia…
LIV E tu falla venire! Ci penseremo noi a darle il benservito!
VALERIO Ma te lo figuri un po’ fare la fine di Saverio e Brigida?!…
Lui col ventre prominente e l’occhio spento che viene calamitato
dalla televisione, sempre in giro per la casa a strusciare le sue pan-
tofole e lei senza più un briciolo di femminilità e di slanci amorosi,
amica ormai soltanto di discorsi provocatori e di risposte acide!
Liv, in silenzio, va ad aprire le tende della finestra. Traspare subito
una luce forte; la ragazza richiude la tenda e corre a sdraiarsi sul letto.
LIV Hai visto come faremo?…Ogni tanto accoglieremo i bagliori
del rinnovamento nella stanza del nostro presente!
VALERIO (sale su una sedia) Con te mi sento in volo! Preparati,
bellezza delle betulle: vengo subito a scongelarti! (salta in terra
e si tuffa sul letto. Si scambiano effusioni. Il ragazzo poi apre le
tende: non appare alcuna luce) Chi sa perché a me lo scherzetto
non riesce!
LIV Non sei abbastanza fiducioso ed ottimista!
VALERIO Io, invece, ho l’impressione che tu stia diventando una
raccomandata di ferro! Immagina le sedicenti dame infiocchettate
che trovano tutte le porte aperte, sia principali che di servizio e che
magari hanno sprangata quella del loro cervello!…(ride) Non vor-
rei che tu entrassi a far parte dell’elite, eh, amore?! (torna a abbrac-
ciarla sul letto)
Si presenta il Samaritano, un uomo molto alto e magro con una folta barba. Porta una lunga tunica bianca, dei sandali senza calze ed
ha sottobraccio una borsa di pelle.
IL SAMARITANO (siede, mentre i due giovani balzano all’impiedi)
Buon giorno, signori. Non vi allarmate, state osservando un uomo di
pace.
VALERIO Chi è lei?!
IL SAMARITANO Sono il Samaritano titolare del nord-est della re-
gione. Il mio compito principale è quello di seguire e proteggere de-
terminate persone, abitanti del territorio che mi compete, le quali
si vengano a trovare in particolari situazioni di pericolo.
LIV (preoccupata) E perché è venuto qui?! Forse sa che noi abbiamo
qualcosa da temere?
IL SAMARITANO No, non siete interessati in prima persona…(do-
po una breve pausa, in tono sospiroso) Ah, un dubbio del genere
non dovrebbe neanche sfiorarvi! Siete giovani e la ragione è sempre
dalla parte vostra, ve l’affibbiano anche se avete torto marcio!
VALERIO (infastidito) Non adoperi delle stupide frasi fatte e venga
al dunque!
LIV (agitata) Valerio, per carità!
IL SAMARITANO (sorridendo) Le donne sono più apprensive, è pro-
prio vero…Ebbene veniamo al dunque, come dice lei, caro giova-
notto…(apre la borsa e prende un foglio e due fotografie) Vi comu-
nico ufficialmente che (legge) ‘Il signor Tod vuole uccidere il signor
Gambler…(si alza, posa il foglio e la borsa e consegna ai giovani
una foto ciascuno) Eccovi le loro fotografie: quello senza occhiali
scuri e cappello è Gambler, l’uomo che cerco appunto di salvare…
Osservateli bene.
Guardano con attenzione le foto e poi si scambiano un’occhiata.
LIV Non li abbiamo mai visti prima d’ora…
VALERIO (al Samaritano) A questo punto lei ci deve spiegare che
cosa c’entriamo io e la mia ragazza in questa faccenda. (cerca di
restituirgli la fotografia, ma questi non la riprende)
IL SAMARITANO In questi giorni il signor Gambler è stato visto
nei dintorni. Il poveretto ancora non è a conoscenza del grave peri-
colo che sta correndo e perciò voi, se lo incontrate, dovreste avvi-
sarlo.
LIV Si tratta di un atto umanitario, allora…
VALERIO (interrompendola) Lasciamo perdere la visione romantica
della vita e ragioniamo!…(al Samaritano) Perché si è rivolto pro-
prio a noi per un incarico del genere? Non ci sono altri che conosco-
no questo benedetto Gambler?!
Il Samaritano allarga le braccia con aria sconsolata e si accascia su
una sedia, dando le spalle ai ragazzi. Liv si stringe al braccio di Valerio.
IL SAMARITANO (come se parlasse a sé stesso) Ah, che sconforto,
che pena! Ogni volta è così, basta che si venga a parlare di aiuto per
il prossimo! Tutti gli interpellati vogliono scaricarsi della responsa-
lità e rispondono scaricarsi alla stessa maniera…I tempi del nostro
illustre antenato sono trapassati: oggi nessun Samaritano ha la for-
tuna di diventare protagonista di una parabola!
VALERIO (agitando la fotografia) Signore, Liv ed io siamo giovani
ed abbiamo il diritto di vivere la nostra vita! Se avvertiamo Gambler
e Tod lo viene a sapere, rischiamo di entrare anche noi nell’obbietti-
vo dell’assassino…Io non ci tengo affatto ad apparire nella cronaca
nera, nemmeno con tutti gli onori e per dei meriti speciali!
LIV (con le mani giunte) A vent’anni si muore solo in alcune canzoni
francesi!
IL SAMARITANO (voltandosi) E dire che stavolta credevo di aver
scelto bene! Mi sembravate una coppia molto altruista, pronta a vo-
tarsi al sacrificio…(breve pausa di silenzio, poi si alza e prende la
borsa) Va bene, ragazzi, il mio compito in questa sede è terminato.
Ad ogni modo, se cambiate idee, avete il mezzo per riconoscere vit-
tima ed attentatore…Addio (esce).
Valerio e Liv siedono sul letto. Lui fa l’atto di strappare la fotogra-
fia che ha tra le mani.
LIV No, fermati non lo fare!
VALERIO Perché?!
LIV Stavo pensando ad un problema di coscienza…
VALERIO La soluzione di un tale problema è semplice: basta elimi-
narne origine e causa! (distrugge la foto) Ecco, le tracce di Tod
sono scomparse!
LIV (all’impiedi) Che hai fatto?!
VALERIO (sorridente) Niente di strano, ho tolto di mezzo l’assassino!
Dammi la vittima, così non dirai che faccio delle particolarità!
LIV (lo spinge sul letto e scappa via) No, no!
VALERIO (inseguendola) Vieni qua, vieni qua, adopera il cervello!
Scena terza
Ambiente uguale a quello della scena precedente. Fa il suo ingresso
Tod, seguito dal figlio Junior Tod. Tutti e due hanno un’agenda. Ju-
nior Tod, un ragazzino di circa dodici o tredici anni, è vestito come il
padre, con impermeabile, cappello e occhiali neri. L’uomo va a sedere
sul letto ed incomincia a sfogliare l’agenda in silenzio.
JUNIOR TOD (all’impiedi, apre l’agenda e legge ad alta voce) Il ven-
ticinque dicembre è particolarmente indicato per eliminare quelli
che si vestono da babbo natale…
TOD (interrompendolo, in tono di rimprovero) Junior, già quando
eravamo per strada ti ho detto che le lezioni si studiano a bassa
voce!
JUNIOR TOD Ma papà, qui siamo soli!
TOD Perfino i muri possono avere delle orecchie indiscrete!…Ram-
menta che il “manuale del perfetto sterminatore”è un testo che
costituisce un documento segretissimo!
JUNIOR TOD E va bene, cercherò di non dimenticarlo. (siede)
Continua a leggere in silenzio per qualche minuto.
JUNIOR TOD (all’improvviso, con voce implorante) Papà, mi viene
difficile, non ce la faccio proprio ad impararlo!
TOD (sbattendo l’agenda per terra) Porca miseria, non riuscirò mai
ad avere delle soddisfazioni da te!…Quale è la legittimaaspirazione
di un genitore, quale può essere?! Sapere che il figlio è capace di
continuare la sua modesta ma dignitosa opera! Ebbene, per me que-
sto non è possibile, è un sogno, una chimera!…(all’impiedi, impre-
cando e coprendosi il volto con le mani) Forse è troppo quello che
chiedo alla vita?!…Qualcuno mi dia una risposta, dannazione!
Appare Vida. Più giovane di suo fratello Tod, ha capelli lunghi ed
abbigliamento sportivo. Dà l’impressione di un uomo vissuto.
TOD (sorpreso, a Vida) Tu qua?!
JUNIOR TOD (con entusiasmo) Ciao, Vida!
VIDA (va ad accarezzare il ragazzo, ma si rivolge all’altro) Tod, vecchio
mio, la risposta cercala in te stesso!…(ridendo) Però sii onesto, eh?!
TOD (eludendo il discorso) Come mai non sei partito?
VIDA Il torneo di bridge è stato rimandato di una settimana.
JUNIOR TOD Zio, mi ci porti qualche volta a vedere un torneo?
TOD (al figlio, gridando) Tu devi pensare a studiare, altrimenti ti
riduco a pane ed acqua!
JUNIOR TOD (abbassando la testa) Sì, papà.
VIDA Senti Junior ho terminato le sigarette, me le andresti a compra-
re? La marca la conosci, vero?
JUNIOR TOD Certo, zio!
VIDA (a Junior) Bene, eccoti i soldi.
Junior Tod posa con cura l’agenda su una sedia, prende i soldi e si
avvia verso l’uscita. Tod guarda l’orologio e sbuffa.
TOD (al figlio) Fai presto!
VIDA (dopo che il nipote se n’è andato) L’ho fatto apposta per parla-
re a quattr’occhi…(siede) Caro fratello, poco fa ho detto che la
risposta, quella giusta, è dentro di te ed ora aggiungo che la escludi
per partito preso…Secondo me tu non desideri né troppo né troppo
poco dalla vita, ma intendi alterare un certo ordine delle cose…
TOD Maledizione, piantala di esprimerti per enigmi e spiegati chiara-
mente!
VIDA Vuoi chiarezza? Ebbene dimmi allora perché pretendi che tuo
figlio debba seguire la strada che gli vuoi imporre?! Non ti accorgi che
molto probabilmente ha altre inclinazioni?! Sii sincero come se dovessi fare un’autocritica ragionevole, sensata!
TOD (accasciandosi sul letto, in tono dimesso) Tu non hai figli e
perciò non sai che significa essere padre…
VIDA (ride) Ecco, me lo aspettavo! All’occorrenza mi sbatti in fac-
cia l’emblema del sacro altare della famiglia, davanti al quale ti
inginocchi con devozione, mentre io continuo ad ignorarlo o, peggio
ancora, a deriderlo…Ricordi le parole della mamma? In questo senso
eri tu il modello ed il sottoscritto la pecora nera!…(va a sedere sul
letto accanto al fratello) In realtà, però, quelli come te, chiusi nella
gabbia dorata, non notano o non vogliono notare proprio delle evi-
denti incongruenze che ruotano nell’orbita del loro mondo…(gli batte
una mano sulla spalla) Io sto cercando soltanto di aprirti gli occhi…
TOD (alterato) Ci vedo benissimo, stai tranquillo!..(all’impiedi) La mia
prossima missione prevede l’uccisione di Gambler e quando l’avrò
compiuta riguadagnerò la stima di Haupt Tod e susciterò dell’entu-
siasmo in mio figlio! (passeggia su e giù per la camera)
VIDA (ridendo) Sei così sicuro dei fatti tuoi che quasi quasi ti invidio!..
Bene, dato che io non la penso come te e che non riesco a convincerti,
vuol dire che solamente il tempo e gli eventi daranno ragione ad uno
di noi due.
TOD (fermandosi dinanzi al fratello) Tu però promettimi di non distrar-
re Junior…
VIDA Certamente, ci mancherebbe altro! Sarebbe sleale perfino nei
confronti delle tue idee sbagliate! (si sdraia sul letto) Hai niente in
contrario se resto ancora un po’ dopo che il ragazzo sarà ritornato?
TOD (riprende la sua agenda e siede su una sedia) No, rimani pure.
Dopo alcuni minuti rientra Junior Tod. Mentre questi raggiunge lo zio,
Tod estrae furtivamente di tasca una boccetta, prende una pillola e la
ingoia.
JUNIOR TOD (consegnando sigarette e soldi a Vida) Qui c’è anche il
resto, zio.
VIDA (senza alzarsi) Tienilo per te, non andrò in fallimento!
JUNIOR TOD (con gioia) Grazie, zio!
TOD (con evidente impazienza) Junior, vieni qui a studiare!
Il ragazzino, in silenzio, prende l’agenda e si mette accanto al padre.
Vida accende una sigaretta.
ATTO SECONDO
Scena prima
Il giardino di una villa, addobbato con festoni e lampioncini multi-
colori. Due tavolini con delle sedie, a pochi metri di distanza l’uno dal-
l’altro, sono occupati rispettivamente da Liv e Valerio e da Gambler e
Leda. Gambler è un uomo di bell’aspetto, robusto e dai capelli biondi,
di età fra i trentacinque ed i quarant’anni; Leda è bruna, ha tratti somatici molto fini e può avere trentatre-trentaquattro anni. Ciascuna coppia, in abito di gala, parlerà a turno e non comunicherà con l’altra.
VALERIO Certo che qui si sta meglio!…Nel salone avevo la netta sen-
sazione di soffocare in mezzo a tutta quella gente…
LIV Sei sempre il solito! Quando qualcosa non ti convince cerchi di
cambiare discorso!
VALERIO Senti, Liv, te l’ho già detto: il biondo somiglia a Gambler
ma sicuramente non è lui!
LIV (con ostinazione) No, no! E’lui, dev’essere lui, non ho alcun dubbio!
GAMBLER (guardando l’orologio) Dannazione, sta ritardando!
LEDA (mettendogli una mano sul braccio) Vuoi che telefoni a mio zio?
GAMBLER No, lascia perdere!…Non voglio coinvolgere te e la tua
famiglia in questa sporca faccenda, aspettiamo.
LEDA (con voce triste) Perché continui a giocare e ti riduci in queste
condizioni? Non ti basta il mio amore?!
GAMBLER (accarezzandola) Tu mi dai più di quanto sappia dare una
donna semplicemente innamorata, ma ti prego, non chiedermi certe
cose….(sospirando) Ricordo che un giorno vinsi un avversario che nel
circolo del mio paese consideravano bravissimo. Ero soltanto un ragaz-
zino allora ed il mio entusiasmo fu indescrivibile, mi sentii pieno d’or-
goglio e mi sembrò di tenere il mondo in pugno. In quella circostanza
capii per la prima volta che sarebbe stato difficilissimo rinunciare alle
carte.
VALERIO Scommetto che se al posto di Gambler tu fossi convinta di
riconoscere Tod, l’aspirante assassino, non staresti tanto sulle spine!
LIV Valerio, sei impazzito?! Perché mai dovrei avere cosiderazione per
qualcuno intenzionato ad uccidere un suo simile?!
VALERIO O Cristo, ma perché la vita gli ha scelto un ruolo infame
vituperato! Non credi che molti delinquenti aspirerebbero a scambia-
re la loro identità con quella di altrettante vittime predestinate e non?!
LIV (mettendosi le mani nei capelli) Che assurdità, Dio mio, che
assurdità! Non è la vita che sceglie, ma l’uomo!…Il tuo modo di
pensare è quello di un fatalista passivo in attesa che gli altri agiscano al
tuo posto!
VALERIO (gridando) Tu, invece, sei la tipica fredda razionalista, tra-
vestita da bambola, capace di guidare alla carneficina la tua nazione
conquista del mondo!
Entra un cameriere che porta un carrello con bibite e liquori e si avvi-
cina al tavolo da Gambler e Leda.
PRIMO CAMERIERE I signori prendono qualcosa?
LEDA Un succo di pompelmo, grazie.
GAMBLER (ridendo) Io gradirei tantissimo un bel pacco di milioni!
PRIMO CAMERIERE (mentre serve la donna) Il signore ha degli ottimi
gusti ed a me spiace di non possedere i mezzi per accontentarlo! Posso
esserle utile in qualche altra cosa?
GAMBLER Vuole chiedere allora se è venuto il signor Saver e poi torna-
re a dirmelo? Lo dovrebbe fare, però, con discrezione, senza dare nel-
l’occhio: siamo persone che amano la riservatezza. Mi ha capito, vero?
VALERIO (a voce più bassa di prima) Per colpa di quel sedicente Sama-
ritano hai un chiodo fisso in testa e nella tua furia mentale da benefat-
trice non c’è posto per l’idea del pericolo che correremmo!…Liv,
bambina cara, perché non vuoi starmi a sentire? Nessuno ci aiuterebbe
se ci venissimo a trovare in una condizione del genere!
LIV (relativamente calma) Proprio tu mi dici queste cose?! Tu che affer-
mi di credere nell’umanità?!…(prendendogli un braccio) Valerio,
per essere in pace con la coscienza dobbiamo cercare di avvertire quel
Gambler!
Valerio si scosta e dà un pugno sul tavolo. Arriva un altro cameriere
con un vassoio carico di bicchieri pieni e si dirige al tavolo dei giovani.
SECONDO CAMERIERE I signori gradiscono un cocktail?
VALERIO Sì, sì, è meglio che ci bevo sopra!
LIV (sorridendo, al cameriere) Ne prendo uno anch’io. Vorrei carta e
penna, per favore.
SECONDO CAMERIERE (dopo aver servito) Vado a procurarli e
torno, signora. Con permesso. (va via)
VALERIO Che diavolo hai intenzione di fare, adesso?!
LIV Ora vedrai, sta calmo.
Ritorna il primo cameriere, senza carrello, e va al tavolo di Leda e
Gambler.
PRIMO CAMERIERE Signore, le faccio presente che quel tale Saver
non verrà alla festa…
GAMBLER (sconsolato) Questa non ci voleva!
LEDA (ansiosamente, al cameriere) Ha telefonato qualcuno, forse?
PRIMO CAMERIERE Sì, signora. Ha telefonato la moglie per dire che
lui non si sentiva bene e che domani, o dopodomani al massimo, avreb-
be portato lei stessa il prescritto certificato medico al barone…(con
trasporto) Signori, se mi è lecito parlare così, noto che la cosa non vi
lascia affatto indifferenti e che provando della simpatia per voi, sono
sinceramente dispiaciuto. Ed inoltre, se mi concedete di manifestare
pure la mia volontà, aggiungerei che resto comunque a vostra dispo-
sizione…
GAMBLER Signore…
PRIMO CAMERIERE (correggendolo) Mi chiami sempre cameriere,
la prego!…In questa villa esistono regole precise.
GAMBLER Che peccato doverla chiamare necessariamente così!…
Cameriere, in lei c’è molta umanità che la esalta spiritualmente,
ma io non ho altro da chiederle.
PRIMO CAMERIERE (a Leda) Questo vale anche per lei, signora?
LEDA (al cameriere) Attenda un attimo…(a Gambler) Senti, se ten-
tassi di parlare con la baronessa, dicendole che mi trovo in parti-
colari condizioni di bisogno?
GAMBLER (a Leda) A questo punto non so più che proporre, ho la
testa confusa, le idee annebbiate…Fai, fai quello che vuoi…
LEDA (alzandosi) Cameriere, la prego, riferisca alla baronessa che
c’è una sua intima e cara amica che desidererebbe conferire con lei.
Io aspetterò nel salone.
PRIMO CAMERIERE (inchinandosi) Sì, signora…(a Gambler) Signore,
con licenza parlando, lei ha una compagna davvero in gamba! (si al-
lontana)
Gambler, sorridendo, estrae di tasca delle carte da gioco e le dispone
sul tavolino. Leda gli fa una carezza e poi esce nella stessa direzione che
ha preso il cameriere.
LIV Guarda, Valerio, Gambler è rimasto solo!…Speriamo che mi por-
tino presto carta e penna, il momento è propizio.
VALERIO Ma si può sapere che cosa devi scrivere?!
LIV Voglio mandare un messaggio anonimo a quell’uomo tramite
il cameriere. Prima di consegnarlo, però, quest’ultimo dovrà aspet-
tare che noi due ce ne saremo andati…
VALERIO Hai la terrificante lucidità di una pazza maniaca! (si alza)
Io, intanto, alzo i tacchi e me ne vado subito, questa storia mi ha
stufato! (comincia ad allontanarsi) Ti lascio la macchina.
LIV (all’impiedi, cerca di trattenerlo) Aspetta, aspetta, come fai a ri-
tornare a casa?!
VALERIO Con un taxi, un autobus o qualcos’altro accidenti! (si libera
della compagna e scappa via)
LIV (parlando da sola mentre torna al tavolo) Lo sapevo che avrebbe
reagito così. E’un caro ragazzo, ma non ha certamente un cuore di
leone! Speriamo che crescendo e maturando acquisti del coraggio,
magari di seconda mano! (siede)
Il secondo cameriere rientra e le consegna carta e penna.
SECONDO CAMERIERE La signora è servita.
LIV Grazie, mi faccia ora un’altra cortesia…(scrive qualche riga, piega
il foglio in due e lo consegna al secondo cameriere) Ecco, lo porti a
quel signore che siede lì da solo.
SECONDO CAMERIERE (sorride) Non posso farlo per via diretta,
signora. Il regolamento interno di servitù prevede che soltanto il mio
collega, il primo cameriere, ha la facoltà di prendere contatto con gli
ospiti di quel tavolo…A me, naturalmente, è riservata la cura delle
persone che vengono ad occupare questo posto.
LIV Che strano regolamento!…Che stranezze!…Non avevo mai sentito
nulla di simile!
Frattanto ricompare il primo cameriere che va a parlare all’orecchio di
Gambler e poi va via di nuovo. Subito dopo si alza ed esce pure lui.
SECONDO CAMERIERE (strisciante) Gentile signora, immagino che lei
ed il suo compagno siano stati invitati dalla baronessa, con biglietto di
suo pugno, vero?
LIV (sorpresa) Sì, certo!…Ma perché mi fa questa domanda?
SECONDO CAMERIERE (con un sorriso melenso) Per avere la con-
ferma di quello che ho pensato. Se fosse stato il barone in persona a
prendere l’iniziativa, vi avrebbe messi al corrente di tutto. E’un uomo
molto preciso ed ha l’abitudine di dire pane al pane e vino al vino.
Sua moglie, per contro, è una creatura che definirei geniale, ma srego-
lata…Mi creda: si comportano come il diavolo e l’acqua santa,
eppure si vogliono un gran bene!…(insinuante) Per molti giovani,
al contrario, amarsi nel senso tradizionale è una noiosa incombenza…
LIV (alzandosi, con accento di stizza) Cameriere, che succede quando
gli invitati vanno a lamentarsi dai padroni di casa circa il comporta-
mento delle persone di servizio?!
SECONDO CAMERIERE (laconico) In tal caso viene fatto un rapido
processo a porte chiuse in questa villa. Il barone ascolta in separata
sede accusatori ed accusati ed infine emette una sentenza con la quale,
generalmente, condanna colui che ritiene colpevole al pagamento di
una penale in denaro.
LIV Bene! Allora, se lei vuole evitare che io esponga un reclamo per il
suo modo di fare che dà ai nervi, consegni al più presto il mio messaggio
al suo collega e gli dica di potarlo al signor Gambler!
SECONDO CAMERIERE Signora, forse io avrò un modo di fare che
arreca fastidio alle persone che si sentono troppo sicure di sé per la loro
giovane età…Comunque, non stia troppo in ansia, vado subito ad ese-
guire il suo ordine di partecipante alla festa. Con permesso. (si allon-
tana)
LIV (parlando al pubblico) E’inaudito, pazzesco! Al mio paese la vita
non si svolge in maniera così assurda. Lì tutto è logico, lineare, limpido,
gli alberi si mostrano come alberi, la neve è assolutamente bianca, le
persone sono coerenti e non indossano maschere da comportamento…
(si avvia verso l’uscita con le mani nei capelli) Che differenza, Dio
santo!…Qui tutto è alla rovescia!…Che differenza!
Scena seconda
La camera da letto dei padroni della villa. La baronessa Olga è seduta
dinanzi ad una specchiera e si sta pettinando. E’una donna di circa quarantacinque anni ed ha un aspetto piacente; indossa un abito molto elegante. Squilla il telefono.
OLGA Pronto…Ah, ciao Elisa…Cosa faccio di bello? Tra poco vado a
letto…Sì, già a quest’ora…La festa mi annoiava ed io ho inventato
l’emicrania per sottrarmi all massa dei partecipanti. Fabrizio e gli
altri se la sanno cavare benissimo senza di me…Lascia stare le scuse,
tra di noi sono inutili. Parla, parla…E quanto?…No, mi dispiace.
Attualmente ho già assunto troppi impegni di spesa e non posso sbi-
lanciarmi con un prestito del genere…Credimi, poco fa ho detto la stes-
sa cosa ad un’altra amica…Non sai come fare?…Ti sei rivolta a tuo
cugino il senatore?…Ah, ho capito: nichts, nada…Un consiglio? Io ti
direi di provare con Sigismonda De Bernardis…Sì, proprio lei…Non
ti preoccupare, vai pure a nome mio…Sì, sì, puoi, puoi…Ma figurati!…
Ciao e auguri, eh…Ciao, prego, ciao! (chiude e torna dinanzi allo spec-
chio)
Si apre una porta ed entra il barone Fabrizio, un uomo sulla cinquan-
tina, quasi completamente calvo. L’uomo siede sul letto si sbottona il
frack.
OLGA (senza voltarsi) Fabrizio, quante volte ti ho detto che non devi
sedere sul letto?! Lo sai bene che così affatichi il materasso e poi dormo
male!
FABRIZIO E’ da una settimana, dico una settimana, che stai dormendo
da sola nella prima camera degli ospiti illustri e adesso dici che ti inte-
ressa questo nostro letto matrimoniale!…Parli per il puro gusto di scoc-
ciarmi!
OLGA (ironica) A te dovrebbe far piacere che io sia ancora interessata a
questo letto, non credi?!
FABRIZIO Ma figurati che piacere! Non sto più nella pelle! (si sdraia per
terra)
OLGA Già, quella di un autentico coccodrillo! (alzandosi di scatto e gi-
randosi) Fabrizio, il nostro matrimonio si lamenta come un coyote
ferito a morte! Che intendi fare?!
FABRIZIO (con ironia) Adesso niente di speciale…Voglio rimanere
beatamente sdraiato a riposare, per una diecina di minuti solamente,
purtroppo, poi me ne tornerò nella sala del ricevimento e comunicherò
che mia moglie, con tutta l’emicrania, è capace di creare delle similitu-
dini zoologiche originali…
OLGA (continuando a imbellettarsi) E tu, invece, tu cosa sai creare?
Regolamenti e registri per schedare e classificare le persone e gli og-
getti! Per te ogni atto vitale è schematico e meccanicistico…Caro, avre-
sti proprio bisogno di iniezioni di fantasia!
FABRIZIO Se io mi fossi trastullato con i sogni e le stravaganze alla tua
maniera, a quest’ora patrimonio e posizione sociale sarebbero ridotti
a zero!…Olga, la vita riserva brutte sorprese a chi immagina di giocare
a palla con la luna!
OLGA Quello che tu non hai capito, o non hai mai voluto capire è che io,
nonostante le mie inclinazioni sono sempre rimasta con i piedi per ter-
ra! Sì, è vero, lo ammetto: ho sbagliato, sbaglio e continuerò a sbagliare
da essere umano, ma almeno non diventerò arida a tal punto da colle-
zionare i certificati medici dei miei conoscenti!
Bussano alla porta. Il barone si alza e si abbottona velocemente il frack.
La moglie si volta a guardarlo e ride.
FABRIZIO Tra qualche secondo non saremo più soli!…Avanti, avanti!
Entra il primo cameriere in stato di agitazione. Ha in mano un foglio di
carta.
PRIMO CAMERIERE Signora baronessa, signor barone, chiedo umil-
mente scusa se son venuto a importunarvi fin qui, ma il testo di questo
messaggio (lo mostra) che ho ricevuto da un’invitata tramite il mio
collega è allucinante! (lo consegna al barone)
FABRIZIO (al cameriere) Lo hai fatto protocollare in entrata?
OLGA (intervenendo prima che il cameriere risponda) O Dio, Fabrizio!…
(vorrebbe criticare la pignoleria del marito ma si frena per la presenza
dell’altro)
FABRIZIO (alla moglie) Che vuoi?
OLGA (evasiva) Niente, niente…E’stata l’emozione che mi ha fatto escla-
mare il tuo nome.
FABRIZIO (al cameriere) Allora?
PRIMO CAMERIERE Veramente no, signor barone…Dopo aver preso
visione del contenuto sono corso a cercarla senza badare a niente!
FABRIZIO (al cameriere) Male, molto male! Dovrei richiamarti per
iscritto ma, considerando che fino ad oggi ti sei comportato in maniera
esemplare, mi limiterò, per questa volta, ad un’ammonizione verbale…
La riceverai domani mattina alle nove e trenta nel salone dei processi.
OLGA (visibilmente spazientita) Fabrizio, non pensi che sia ora il caso
di leggere ad alta voce il messaggio?!
FABRIZIO Vedi, cara, io capisco e giustifico la tua curiosità e sono
disposto ad accontentarti, ma chi mi assicura che tu, in seguito alla co-
gnizione, non abbia qualche crisi di nervi?!
OLGA (con una punta di affettazione) Non preoccuparti, se sarà neces-
sario, ricorrerò con piacere al mio calmante preferito. Lo sai: il naufra-
gar m’è dolce in questo mare!
FABRIZIO Eh, brava, brava! Tu hai il taumaturgico rimedio pronto…
Bene, bene, allora posso procedere (prende gli occhiali di tasca, li mette
e legge) “Lei è in pericolo, vogliono ucciderla!”
OLGA Oh, cielo! (va a sedere dinanzi alla toilette e si copre il viso con
le mani)
FABRIZIO (con enfasi) Non perdiamo la calma, non perdiamo la calma!
Occorre risalire all’origine delle cose, fare una succinta ma acuta ana-
lisi della situazione ed infine prendere i provvedimenti necessari…
(al cameriere) Dunque, innanzitutto descrivimi l’autrice del testo.
PRIMO CAMERIERE Si tratta di una giovane bionda, straniera di
circa vent’anni, venuta in compagnia di un ragazzo più o meno della
della stessa età. L’ultima volta che li ho visti lei e lui erano seduti al
primo tavolo in giardino…
OLGA (interviene nervosa) Fabrizio, li ho invitati io per la prima volta
su segnalazione della famiglia Sensitivi…Si chiamano Liv e Valerio,
due giovani persone pure, incontaminate, da inserire a poco alla volta
nei giochi di società.
FABRIZIO (come se parlasse a sé stesso) Ah, ho capito…Dei ragazzi
così vanno plasmati adeguatamente ed uniformati al nostro modello
di cultura, anche se non ho ancora inteso il loro cognome. Nelle occa-
sioni venture bisognerà dedicarsi soprattutto a questa Liv: mi sembra
decisamente impulsiva ed umanitaria…(al cameriere) Bene, bene e
dimmi un po’adesso: il destinatario del messaggio è qualcuno che
rientra nella sfera di tua competenza?
PRIMO CAMERIERE Sì, signor barone. Io stesso avevo introdotto quel
signore nell’ingresso del corridoio che porta alla terza uscita, prima che
lo scritto mi venisse recapitato.
FABRIZIO (con meraviglia) Oh, ma guardate in che modo si sono andate
a combinare le cose! Si presenta prevedibile un probabile intreccio anco-
ra avviluppato!
OLGA (al cameriere) Forse allora l’invitato minacciato di morte non sa
niente di questa faccenda?
PRIMO CAMERIERE Da quanto ho potuto capire, credo proprio di no,
signora baronessa.
OLGA Fabrizio, ascolta, mentre tu decidi sul da farsi io metto una pietra
sull’emicrania e torno nel salone. Non è giusto che entrambi i padroni di
casa si assentino per troppo tempo dalla riunione mondana di cui sono
stati ideatori e promotori.
FABRIZIO Sì, mia cara, hai perfettamente ragione…(controlla l’orolo-
gio) La festa terminerà tra un’ora e venticinque minuti ed io non so
quando, come e se verrò a capo della questione…Tu, intanto, comporta-
ti con naturalezza nella veste di intrattenitrice e vedrai che non accadrà
niente di spiacevole.
OLGA Certo, certo, stai tranquillo. (esce)
Pochi istanti dopo Fabrizio si sbottona il frack, si sdraia sul letto e tira
un sospiro di sollievo.
PRIMO CAMERIERE (si va ad inginocchiare ai piedi de letto) Signor ba-
rone, la prego umilmente di perdonarmi se mi rivolgo a lei in tale ma-
niera, ma c’è qualcosa che mi rattrista ed opprime fortemente e vorrei
confidargliela.
FABRIZIO (sedendo sul letto ed usando un tono molto confidenziale) Ehi,
vecchio orso, che ti succede? Non t’avevo mai visto così abbacchiato,
quasi quasi sei più triste di Enea dopo l’approdo in Libia, Eneide libro
primo! (lo fa alzare) Dai, non avere delle reticenze, parla pure, sfogati:
questo è il migliore dei momenti perché le presenze femminili sono assen-
ti!
PRIMO CAMERIERE (in tono triste) Ebbene, mio signor barone, io ho
servito al tavolo l’uomo che è in pericolo e la sua compagna e le dirò che
tutti e due mi sono piaciuti tanto…Ora sono in pena particolare per lui
e mi sento avvilito ed impotente di fronte al corso che potrebbero avere
gli eventi.
FABRIZIO Credo di capire quello che provi. E’ un po’come quando uno
slancio emotivo viene bloccato sul nascere e sembra che la capacità di
reagire venga meno giusto nelle circostanze in cui se ne ha bisogno…
PRIMO CAMERIERE (con entusiasmo) Signor barone, lei ha tracciato
un ottimo profilo del mio stato d’animo attuale!
FABRIZIO (all’impiedi, batte una mano sulla spalla dell’altro) Beh, co-
munque non rimetterti a fare la Schopenauer in contemplazione passiva!
Vai al più presto dalla segretaria della terza uscita e fatti dare nome ed
indirizzo esatti della persona che ti interessa, così tenteremo di avvertir-
lo. Se sarà necessario, e lui lo vorrà, gli manderò perfino due dei miei più
abili gorilla a fargli da guardia del corpo…Per quei tali Liv e Valerio,
dato che la mia consorte m’ha detto poco, vedrò di chiedere infomazioni
ai Sensitivi in persona…(ridendo) Quanto a te, ricorda però che preten-
do la puntualità da parte tua per il rimprovero di domani mattina: non
torno sui miei passi!
PRIMO CAMERIERE (raggiante) Le sono infinitamente grato, signor
barone! Ora chiedo licenza…(fa un inchino, ma prima di varcare la
soglia, applaudendo) Sei grande, Fabrizio! (scappa fuori)
Il barone resta disorientato, poi si batte la fronte con le mani ed impreca tra i denti.
FABRIZIO (accomodandosi davanti alla specchiera) Che presa in giro
che è la vita! Porcaccia la miseria, non esistono remissioni, non ci sono
santi che tengano! Ecco che significa dare eccessiva confidenza!…Sì, sì,
questa vita è una colossale fregatura per ognuno! E non ne parliamo poi
per chi non riesce ad afferrarla per i capelli!…(prende un pettine e se lo
passa goffamente sulla testa) Già, i capelli, i capelli! Sono loro i primi
che hanno cominciato a tradirmi! (getta via il pettine ed esce sbattendo
la porta)
Scena terza
Lo stesso ambiente della prima scena; dei lampioncini sono spenti.
Un uomo anziano, in abito di gala, siede ad un tavolino e fuma la pipa.
Arriva Tod con un frack abbastanza dimesso e gli immancabili occhiali
neri. Si guarda intorno con aria circospetta e va a sedere al tavolo libero.
TOD (tra di sé) Se le notizie che mi hanno riportato sono fondate, dovrei
vederlo qui per studiarne i gesti, le mosse…Speriamo che sia la volta
buona.
INVITATO (a voce forte, guardando in su) E’ come pretendere di posse-
dere il pagliaio sempre più grande, più enorme, per godere della sicu-
rezza che l’ago diventi ancora più introvabile…Mah, queste feste sono
un campionario di futili ostentazioni, si sta meglio in compagnia di una
sacrosanta fumata di pipa…(senza voltarsi) Hai capito?
TOD Dice a me?..(l’uomo non risponde) Signore, stava parlando con
me?…Senta…(l’altro non si scompone)
Arriva un altro cameriere, molto più giovane dei colleghi che lo hanno
preceduto, con una guantiera e dei bicchieri e si dirige velocemente verso
il tavolino di Tod. L’invitato continua a fumare ed a guardare nel vuoto.
TERZO CAMERIERE (a Tod) Il signore ha chiamato? (si inchina) Io
son qua pronto a servire tutti i gentiluomini che si appartano al finale
del trattenimento. So tirare di scherma e di pistola, andare a cavallo
ed in motocicletta e mi supero, di tanto in tanto, se batto i miei record
personali di nuoto. Gli scacchi non hanno segreti per me e mi compiac-
cio di lavorare perfino a maglia: mia zia ama i pull-over e gli scialli che
le ho confezionato.
TOD (sorpreso ed incerto nel rispondere) Ma a dire la verità, io non stavo
chiamando lei…Avrei voluto, invece, un cenno d’intesa da qualcun altro.
INVITATO (come prima, senza girarsi) Vorrebbero dimostrare di tenere
il mondo nelle mani come una pallina da ping-pong, avvolgendo chi li
ascolta nelle spire delle loro apparenze mielate ed adamantinamente ipo-
crite e poi!…(sputa in terra) Annaspano nelle difficoltà dei bicchieri
d’acqua e chiedono una mano proprio a coloro i quali ne sopportano le
millanterie, puah!
TERZO CAMERIERE (a Tod) Non ci faccia caso…Quell’uomo contesta
tutto e tutti e brontola per un puro godimento disfattistico. Se, per ipote-
si, lui nota una strada danneggiata è capace di pretenderne la regolare
viabilità dopo un paio d’ore al massimo dall’accertamento dei danni,
speculando sadicamente mediante un tipo di critica distruttiva che gli
viene facile da esprimere, data l’assurdità di ante sue pretese. Ricordo
che ai tempi in cui era mio padre a servire qui, il padre di quell’invitato
frequentava l’ambiente ed adoperava identici parametri di valutazione.
Evidentemente la storia, o questa storia, si ripete, e poi buon sangue non
mente!
TOD (incerto, al cameriere) Io non credo di essere interessato a tutto que-
sto…Ed essendo venuto a questo party con uno scopo preciso, non vedo
come…
TERZO CAMERIERE (interrompendolo, con invadenza) Signor mio,
non si crei problemi e non abbia reticenze: sono io presente a sua com-
pleta disposizione e perciò deve, e sottolineo deve, prendere qualcosa:
un drink, un’aranciata, un succo di non so che!…La soddisferò, ho
l’obbligo morale e materiale di soddisfarla!…(poggiando a guantiera
sul tavolo) Prego, chieda, ordini!
TOD Mi dia…Mi dia un’aranciata…
TERZO CAMERIERE (togliendo la guantiera e mettendo un bicchiere
pieno di aranciata) Ecco, giusto! E’meglio di tutto un’aranciata amara:
disseta, rinfresca e corrobora a puntino!…(Tod ne beve quasi la metà
Le è piaciuta?! Sono sicuro di sì: la bibita è stata servita da me e bevuta
da lei, perciò ti lascio immaginare!…(ride sguaiatamente) Adesso, co-
munque, deve assolutamente scusarmi, perché mi tocca tornare di là,
nel centro del culmine terminale della festa…Ma non si preoccupi! Ri-
tornerò molto presto e spero che allora lei avrà bevuto tutto il suo li-
quido, di modo che io sarò in grado di servirla con mio pieno gusto e
gioia! (si inchina) Con permesso, signore! (esce)
Tod si alza. Ha un’aria incerta, smarrita. Prende una pillola dalla
boccetta di vetro che ha estratto da una tasca interna e la ingoia, ac-
compagnandola con un sorso d’aranciata. L’altro si soffia di nuovo
il naso rumorosamente.
INVITATO Ehi, amico, non stare in palpitazione, accomodati! Fac-
ciamo quattro chiacchiere in assenza di orecchie lingue ed occhi inop-
portuni…(prende posto al tavolo di Tod) Sei un novizio di questi trat-
tenimenti del cavolo, vero?
TOD (ansiosamente) Io…Non ho…Il piacere di conoscerla…
INVITATO Un nome, una parola di cinque, sei, sette, otto lettere, un
suono da pronunciare variamente: ma cosa vuoi che significhi o che
chiarisca?! A me non importa del tuo, perché devi chiedere il mio?!…
Pensaci: a che pro, a cosa gioverebbe?…(in tono confidenziale) Dammi
del tu, liberati togliendo di dosso un noioso abito convenzionale e par-
liamo!
TOD (subendo l’ascendente dell’uomo) Sì, infatti, è come dice lei…(l’in-
vitato gli dà un’occhiata terribile) Cioè come dici tu: i formalismi danno
fastidio, talvolta ostacolano le verità di un rapporto…
INVITATO Oh, alla buon’ora! Lo vedi che hai una testa per ragionare?!.
Ne percepisci la reale consapevolezza?!
Il terzo cameriere, frattanto, non visto dai presenti, si affaccia sulla scena con estrema circospezione, in punta di piedi, tende l’orecchio per
ascoltare e subito scompare di nuovo.
TOD (infervorandosi) Sì, sì, è bello, amico, è bello!…Mi sento meravi-
gliosamente leggero!
In sottofondo un lieve suono di piatti, tamburi e grancassa che va lenta-
mente in crescendo.
TOD (attento ad ascoltare) Ma cos’è questa musica in lontananza?…La
senti anche tu?
Il suono di prima cessa. Inizia un concerto di campane.
INVITATO Già, è un festoso scampanio…Sembra che annunci la gloria
del nostro momento e dia un augurio incisivo, alla pari di un brindisi
altisonante, alla nascita d’una relazione umana priva di fatiscenze e
sfaccettature ambigue.
I due suoni si alterneranno. Mentre i due parleranno, Tod udrà solo
piatti, tamburi e grancassa e l’invitato soltanto le campane.
TOD No, no, è altro!…Io ricordo qualcosa a proposito di quel che odo,
ma non riesco a definirlo bene…
INVITATO (prendendo un braccio dell’altro) Via, su, non vorrai farmi
credere che non gradisci le campane a festa! Non intendi perché non
vuoi intendere, vecchio mio, a chi vuoi darla a bere!
TOD (con affanno crescente) Lasciami, per favore, lasciami!…Ma che
dico?!…Che smarrimento!…Mi lasci, mi lasci!…Sono tanto confuso
perché…Perché non riesco a collegare bene il suono con un avvenimento,
ma nelle penombre della memoria intravedo una spiacevole coincidenza!
(si libera con uno strattone)
INVITATO Calmati, calmati, non rovinare tutto!
TOD (come sopra) No, non voglio, non voglio!! (si alza) Io…Io non sape-
vo quello che stavo facendo!…Per questo chiedo perdono…Perdono!…
Perdono!!…Aiuto, aiuto e perdono!
INVITATO (all’impiedi) Stai buono, stai buono! Ah, vita puttana! Per-
chè, perché?!
Le musiche finiscono. Entra precipitosamente il terzo cameriere. Tod
torna a sedere, più calmo; l’invitato, all’impiedi, ha un gesto di stizza.
TERZO CAMERIERE (sogghignando, a breve distanza dai due) Colti
in fallo, eh?! Anzi, più propriamente, colto in fallo (punta il dito contro
l’anziano) questa volta!
INVITATO (con gli occhi in terra, al cameriere, con voce rabbiosa ma
quasi soffocata) E che il diavolo porti anche te! (si allontana ed esce a
passi spediti)
TERZO CAMERIERE (sedendo accanto a Tod) Su, su, coraggio, signore!
E’passato, è passato!…Il suo specchio per le allodole non ha funzionato,
ne sono ben lieto! Che strano tipo, comunque, non trova? Un’autentica
reincarnazione di Mefistofele, travestito da umanitario!
TOD (completamente rinfrancato) Appunto!…Lo avevo pensato anch’io!
TERZO CAMERIERE Ora le vorrei offrire un’altra bibita o una bevan-
da, o ancor meglio una valeriana o una tisana…Abbia fiducia, sono deli-
cati infusi che hanno del portentoso, sia per cancellare un avvenimento
spiacevole, sia per rinvigorire una calma ritrovata…Va bene per una
valeriana, dunque?
TOD (accondiscendente) Sì, come dice lei…Sono d’accordo.
TERZO CAMERIERE (si alza) E allora venga con me! Gliela porgerò
nel salone adiacente a quello principale. Nel primo che ho citato le
sostanze alimentari hanno un gusto decisamente migliore!
Prende Tod sottobraccio. Escono insieme.
Scena quarta
La camera da letto del barone e della baronessa. Fabrizio, il barone, è
solo e sta facendo delle smorfie dinanzi allo specchio.
FABRIZIO Mah, questa ginastica facciale che m’ha prescritto il dot-
tor Scheisskopf mi convince poco…Tra l’altro non ha voluto dire nem-
meno perché debbo farla esattamente alla fine di ogni riunione e di ogni
festa…Forse sarà perché mi tocca riportare il volto ad una realtà meno
mistificata?…E chi lo sa?…Se qualche giorno non mi decido a torturarlo
lui, lo pseudo-psicanalista, non si pronuncerà mai!…(smette di prose-
guire l’operazione, siede su una sedia, si sbottona il frack ed accende una
sigaretta) Ora, prima di andare a letto, è opportuno che aspetti quell’ar-
pia travestita da donna: può darsi che questa notte ha intenzione di cori-
carsi con me…Spero tuttavia che ritardi un po’, è piacevole restare soli
dopo tanta mondanità: quasi quasi diventa necessario come un cardio-
tonico!…(sospira e si rilassa abbandonandosi sulla sedia) Aah, che bello!
Aveva ragione il Petrarca con la sua vita solitaria, ci si sente in pace col
mondo!…Se ci fosse della buona musica…(va ad accendere la radio. Lo
speaker annuncia il “Can can dall’opera Orfeo all’inferno di Offenbach”)
Oh, che fortunata combinazione! (torna a sedere ma, dopo alcuni secondi,
si rimette all’impiedi, toglie l’abito, getta la sigaretta e comincia a ballare
euforicamente a suon di musica. Entra la moglie)
OLGA (ridendo) Fabrizio, sei impazzito?!
FABRIZIO (continuando) Ma no, no!…Mi sono meravigliosamente imme-
desimato in questi attimi di esaltazione liberatoria…Dai, vieni a ballare
con me!
OLGA (fa un salto) Evviva, sfruttiamo il momento! (si affianca al marito
e lo imita)
Al termine del brano musicale, i due si accasciano al suolo e ridono di
cuore.
FABRIZIO (ancora col fiato grosso) Perché cose del genere accadono così
raramente?…Mi sembrava che il mondo, l’universo intero danzasse con
noi su un palcoscenico di ebbrezza…Olga, cosa hai provato tu?…Parlami
con sincerità!…
OLGA (accarezzandolo) Sì, Fabrizio caro, io pure ho volato sulle ali di un
dolce delirio…Poco fa ero nei panni di una ballerina di fila e vedevo te
in quelli del giovane conquistatore, nobile, ardente, deciso e passionale,
come ti mostravi in passato.
Si rimettono in posizione eretta e restano con le mani nelle mani, l’uno di fronte all’altra. La radio trasmette ancora musica classica.
FABRIZIO Mia cara e dolce baronessa, sai bene che ricostruire è più dif-
ficile del rassegnarsi all’avanzare del tempo. Ricorda, però, che qualsiasi
goccia d’aiuto e di buona volontà è utile ad irrigare il campo della vita
coniugale!
OLGA Mio caro e squisito barone, il silenzio sbagliato può essere compen-
sato dalle parole al momento giusto e viceversa, purchè la leva adatta ven-
ga manovrata da tutti e due!…(la trasmissione radiofonica è ora di comu-
nicati commerciali) Che peccato, la musica era un capolavoro!…Fanno
sempre così: è la legge dei profitti!
FABRIZIO (staccandosi dalla moglie) Senti, senti un po’!…(siede accanto
alla radio e vi avvicina l’orecchio) Ma come si fa ad impostare un simile
slogan pubblicitario! E’tremendamente banale, superficiale ed alquanto
impreciso!…Cose da pazzi! Che ne dici, Olga, ne convieni?
La baronessa, che nel frattempo è andata a sedersi davanti alla specchiera, tace e scuote la testa. Il suo viso appare sconsolato.
FABRIZIO (insistente) E’lapalissiano, è lampante! Non credi?!
OLGA (con un sospiro) Aah, benedetto uomo, ecco che sei ricaduto di nuo-
vo nel tuo sacrario utilitaristico! Me lo aspettavo: tutti ritorniamo ad una
gran madre antica!
FABRIZIO (sghignazzando) Ah, ah, che declamatrice dei miei stivali! Tu
saresti andata d’accordo con Pedro Calderon de La Barca sul fatto che la
vita è sogno!…Eh, eh, hai visto?! Ho vomitato anch’io una citazione lette-
raria!…Illusa! Illusa tu e tutti i tuoi pari!
OLGA (ironica) Ma certamente! La realtà dell’ingordigia monetaria e
della tecnica del millesimo di secondo sta dalla tua parte!…Eeh, che cosa
vuoi, al mondo c’è posto perfino per i poveri illusi, almeno finchè non ci
schiaccerete fino all’ultimo!
FABRIZIO (sostenendo l’ironia) Ora non metterti ad eseguire la “Pateti-
ca” di Beethoven, eh?!
Bussano. Il barone indossa l’abito, si alza e spegne la radio, mentre la
moglie si guarda un po’ allo specchio ed infine ritorna nella posizione pre-
cedente.
FABRIZIO Avanti!
SECONDO CAMERIERE (entrando ed inchinandosi) Signor barone, si-
gnora baronessa cara, (le sorride in una maniera che fa capire l’esisten-
za di un rapporto ambiguo) mi scuso se son venuto a disturbare, ma è
giunta una persona che chiede di voi.
FABRIZIO Di chi si tratta?
SECONDO CAMERIERE E’ il Samaritano titolare del nord-est. Ha det-
to che gli urge parlare con i padroni per una questione importante.
OLGA Fabrizio, io lo conosco di fama…Fa parte di una specie d’associa-
zione filantropica…
FABRIZIO Sì, sì, pure io ho sentito dire di questa congrega e dei suoi
rappresentanti…(al cameriere) Bene e dove si trova quest’uomo? Nella
prima sala d’attesa?
SECONDO CAMERIERE (in tono grave) No, signore, è qui vicino, nel
corridoio di sinistra. Ha insistito vivamente per venire con me.
FABRIZIO (alzando le braccia) Potenza delle fede in un ideale!..Beh, allo-
ra lascialo entrare subito.
SECONDO CAMERIERE Sì, signor barone…(uscendo) Signora barones-
sa, me lo consenta, lei ha un ottimo aspetto anche dopo che le feste sono
terminate! Me ne compiaccio veramente! (si inchina e le sorride)
OLGA (ricambiando il sorriso) La ringrazio del gentile apprezzamento!
FABRIZIO (dopo che il cameriere è uscito) Quella faccia di pietra lavica
non sa resistere alla tentazione di buttarti in faccia dei complimenti, è
vero?!…(tra i denti) E tu, per giunta, stai al gioco!
OLGA (con affettazione) Ma Fabrizio, non dire stupidaggini, per carità!
Sai bene tu stesso che ti vengono in testa idee assurde e le esponi ugual-
mente!…(si ode un rumore di passi che si avvicinano) Sst, silenzio, ades-
so, per favore! Speriamo di non ricevere notizie antipatiche.
Il secondo cameriere introduce il Samaritano e va via. Quest’ultimo è
vestito da monaco.
IL SAMARITANO Buona sera, signori. La persona di servizio vi avrà
già detto che qualifica rivesto. Vengo da voi a quest’ora abbastanza insoli-
ta ed importuna perché ho assolutamente bisogno di collaborazione.
OLGA S’accomodi, prego. Noi offriamo disponibilità a persone che me-
ritano.
FABRIZIO Si metta a suo agio, signor Samaritano.
Siedono. Il barone offre una sigaretta al nuovo arrivato che la rifiuta e si mette con le mani giunte. Seguono dei secondi di silenzio, interrotti da un
paio di colpi di tosse della donna.
OLGA Signor Samaritano, mi tolga una curiosità, è la divisa abituale che
sta indossando?
IL SAMARITANO No, signora baronessa, è quella che metto allorchè si
nota un aggravarsi di certune situazioni…(allargando le braccia) Signo-
ri miei, sono a conoscenza del fatto che alla riunione mondana, tenuta
qui, hanno partecipato due esseri umani che si trovano accomunati da
un destino infame e per i quali ho il sacrosanto impegno di far tutto af-
finchè l’uno, da vittima, sappia dell’altro, carnefice, e magari non s’in-
contrino mai…Lo so, sarei dovuto arrivare prima, ma i mezzi a dispo-
sizione della confraternita di cui sono un esponente non risultano più
potenti come una volta; purtroppo hanno perso di credibilità anch’essi!
FABRIZIO (in tono enfatico) Ooh, ma chi o che cosa non ha perso di credi-
bilità oggi! Persino un valente capitano d’industria, uno di quei pochi
rimasti in circolazione ed operanti con sagacia, non è in grado di sot-
trarsi allo scetticismo delle masse ed ha fortuna se non viene osteggiato
con metodi barbari!…Non la pensa così, signor Samaritano?
IL SAMARITANO Più o meno, pure se lei ha scelto per pietre di para-
gone degli elementi che non si integrano tanto nella mia visione del mon-
do quanto in quella sua…
OLGA (intervenendo, al Samaritano) Senta, il barone mio marito ha il pal-
lino e la mania per determinati stereotipi, a denominazione di origine
controllata, e s’impegna severamente nel tentativo di traslarli sugli al-
tri! Pretenderebbe che ognuno li assimilasse, come se lui avesse pratica-
to delle iniezioni a base di un potente estratto del suo modo di pensare…
(ridendo) Simpatica questa immagine, no?! Se lo figura lei a quali scom-
pensi porterebbe l’esistenza di una medicina di tal genere? Ci sarebbero
lotte tremende per ottenere il privilegio, l’esclusiva di fare i vaccinatori!
FABRIZIO (bruscamente) Olga, tralasciamo questi argomenti stupida-
mente fantasiosi o fantasiosamente stupidi! Il signore ci stava per parla-
re di una situazione scabrosa e noi lo abbiamo interrotto…Prego, conti-
nui la sua esposizione
IL SAMARITANO Signori, i nomi di Tod e Gambler sono familiari per
voi, o perlomeno ne avete sentito parlare, vi dicono qualcosa?
OLGA Gambler è il compagno di Leda, una mia amica. Se le interessa,
lei e lui sono stati alla festa ed hanno dei problemi di natura finanziaria.
Per quanto riguarda l’altro, invece, affermo che non l’ho mai sentito
nominare…
FABRIZIO Io posso dire lo stesso ed inoltre mi viene il dubbio che Rod,
cioè questo Tod sia realmente venuto al party…Chi lo avrebbe invitato?
Gertrud, forse?
OLGA Probabilmente sarà stata lei, Gertrud Steiner…E’ la nostra prima
segretaria principale aggiunta, l’unica ad avere la facoltà di diramare un
ristretto numero di inviti a suo piacimento.
IL SAMARITANO Sarebbe possibile parlarle?
FABRIZIO No, mi dispiace. La Steiner è partita tre giorni fa per Zurigo e
ritornerà tra un paio di settimane. Sta curando un affare per conto mio..
Ma perché vuole conferire proprio con lei? Ha tanta importanza?
IL SAMARITANO Certamente! Per la conferma che la sua segretaria co-
nosce Tod e che questi è stato qua!…La donna ha lasciato un recapito te-
lefonico?
FABRIZIO C’è il numero della zia di Gertrud, ma in questo momento non
servirebbe a niente…
IL SAMARITANO Perché non servirebbe a niente?
FABRIZIO Oggi e domani zia e nipote si trovano a Neuchatel…Che resta
da fare, allora?
OLGA Fabrizio, potremmo chiedere alle sei segretarie delle uscite per gli
invitati se hanno registrato qualcuno col nome di Tod.
FARIZIO (dandosi una manata sulla fronte) Perbacco, che idea! Come mai
non ci ho pensato prima?! Moglie mia, sei la geniale lampadina che illu-
mina a giorno le stanze dell’esistenza!
OLGA (ironica) E noo, marito carissimo, sei tu quello che ha i lampi di ge-
nio! La mia è una fioca luce che scompare di fronte al faro della tua in-
ventiva edonistica!
FABRIZIO (con malcelato risentimento) Che consorte lusingatrice che
possiedo! Ha sentito, signor Samaritano, ha sentito?!…(l’ospite congiun-
ge le mani e china la testa) La femmina è un’esaltazione diabolica! (al-
l’impiedi) Un fiore del male! Tornando a noi, signor mio, lei desidera
che interroghi le segretarie?
IL SAMARITANO Credo sia molto opportuno…(alzando le braccia al
cielo) E auguriamoci che Tod non si sia presentato sotto falso nome!…
(notando l’inquietudine della compagna di Fabrizio) Signora, non stia
in ansia, le spiegherò tutto tra un po’.
FABRIZIO E allora controlliamo…(si dirige verso un citofono interno e
preme un pulsante) Severina, mi ascolti?…Tu che sei alla prima uscita
hai annotato tra i partecipanti un certo Tond…cioè, mi correggo, Tod?
…Sì, attendo, guarda ma ai presto…(breve pausa) No? Nessuno che
risponde a tale nome…Senti, ora mettiti tu stessa in comunicazione con
le colleghe addette alle altre cinque uscite e fagli la medesima domanda
che t’ho rivolto io…Sì, Tod, Tod…Ti richiamerò fra non molto. (chiude)
Seguono momenti di silenzio. Il samaritano tiene le mani giunte ed i
coniugi si muovono nervosamente sulle sedie.
IL SAMARITANO (alzandosi) Signora baronessa, signor barone, purtrop-
po i dogmi dell’odio e ella cattiveria incontrano il favore di buona parte
dell’umanità…Le scene, gli intrecci, i soggetti attivi e passivi cambiano,
si diversificano gli uni dagli altri, ma i temi di fondo hanno matrici comu-
ni…(si mette le mani sul viso per un istante) Quel malvagio Tod sta cer-
cando Gambler pe ucciderlo e quest’ultimo è all’oscuro di tutto. Io ho il
dovere di fare in modo che ciò non avvenga, se mi riuscirà. (torna a se-
dere)
FABRIZIO Oh, parbleu, ma qui ci troviamo in pieno clima di thrilling!
Prima un cameriere ci ha già parlato di un messaggio minatorio…
OLGA Dio santo! Credo che fosse indirizzato proprio a Gambler da parte
di Liv e Valerio!
IL SAMARITANO Ah, conoscete i giovani Liv e Valerio?
FABRIZIO Io no e neanche la mia signora che li ha convocati alla riunio-
ne mondana su segnalazione di amici…E a proposito di ciò ho delle forti
riserve mentali!
IL SAMARITANO E per quale motivo, se è lecito?
FABRIZIO I giovani, e quindi pure i due suddetti signorini, sono imman-
cabilmente degli immaturi. Soprattutto lei si è dimostrata troppo preci-
pitosa ed impulsiva…Mandare ad un partecipante un avvertimento così
tremendo tramite un domestico e poi eclissarsi, giusto nel corso della
festa, non è affatto segno di compitezza e, aggiungerei, addirittura di
eqilibrio!
OLGA (con le mani giunte) Fabrizio, tu pensi ad esprimere giudizi negati-
vi senza conoscere le persone perfino quando c’è ben altro in gioco! Piut-
tosto, perché non ti rimetti in comunicazione con Severina?!
IL SAMARITANO Un momento, chiedo scusa, potrei sapere cosa diceva
quel messaggio?
FABRIZIO “Lei è in pericolo, la vogliono uccidere”, ecco il testo, lo ricor-
do a memoria, ed il primo cameriere, oltretutto, non ha fatto in tempo a
consegnarlo a Gambler, se questi rappresentava il destinatario.
IL SAMARITANO (a voce bassa) La mia opera è servita finora a risveglia-
re una coscienza…(a voce normale) Barone, richiami la sua segretaria,
per favore.
FABRIZIO (tornando a premere il pulsante del citofono) Severina, ti sei
Informata?…Ah, niente da fare?…Nessuno che s’è congedato con il
nome di Tod…Bene, ti ringrazio (chiude)…Avete udito?…Che trama,
però, che trama! Sarebbe ideale per un film giallo di cassetta!
OLGA (sconsolata) Fabrizio, Fabrizio! (coprendosi il viso con le mani)
Sei incorreggibile!
IL SAMARITANO Rimane l’incertezza, fatale…Se quel malintenzionato
è venuto nella vostra villa con un nome inventato, adesso non sarà lonta-
no; se, al contrario, ha preso strade diverse per compiere il misfatto, io
avrei perso del tempo prezioso…
FABRIZIO Si consoli: almeno abbiamo fatto una piacevole chiacchierata!
L’argomento è sicuramente scottante, ci ha rapito l’intelletto, tanto che
abbiamo dimenticato di offrirle un bicchierino…
IL SAMARITANO Lasci stare, grazie, non bevo neppure quando sono
fuori servizio.
OLGA Dio mio, che si può organizzare per sviare un attentato ad una
vita umana?! Che cosa terribile!
Bussano tre volte.
FABRIZIO Vieni avanti! E’il mio primo cameriere:
PRIMO CAMERIERE (nell’entrare) Signor barone, ho nome ed indirizzo
dell’uomo in pericolo. (scattano tutti all’impiedi)
OLGA (con apprensione) Chi è?!
PRIMO CAMERIERE Gambler.
FABRIZIO Come volevasi dimostrare.
OLGA Misericordia! Debbo assolutamente telefonare a Leda!
IL SAMARITANO Un attimo! Barone, mi faccia leggere quel recapito, la
prego!
FABRIZIO (al cameriere) Consegnalo al signore. Lui è fortemente inte-
ressato.
Il primo cameriere, dopo essersi inchinato al padrone, porge un foglio
all’ospite.
IL SAMARITANO (finita la lettura, con voce rotta dall’emozione) E’ dif-
ferente! E’differente! E’differente da quello che conosco io! (si inginoc-
chia per terra ed inizia a pregare silenziosamente)
OLGA Aah, mi sento mancare! (sviene cadendo sul pavimento)
PRIMO CAMERIERE (confuso) Signor barone, signor barone!
FABRIZIO (applaudendo) Oh, oh, ma dunque abbiamo a disposizione
del materiale stupendo, fantastico! Si snoda un fantasmagorico arco-
baleno di imprevisti!…Peccato che non ci sia Astolfo Sonago: lui è
così in gamba nello scrivere sceneggiature e con un soggetto del genere
si farebbero soldi a palate! (si batte la mano aperta sul petto)
PRIMO CAMERIERE (come prima) Che faccio?! Che faccio?!
Sempre all’impiedi, il barone, con un gesto della mano, indica al
domestico di soccorrere la padrona di casa. Il cameriere si mette vi-
cino alla donna e le fa annusare dei sali; intanto il Samaritano continua
a pregare.
FABRIZIO (al primo cameriere) E domani mattina non andare a battere
bandiera panamense, altrimenti sarà peggio per te!
ATTO TERZO
Scena prima
La stessa scena del primo atto, arredata con una combinazione di mobili
di pessimo gusto. Oltre alle sedie in stile antico, al centro, ci sono un tavolo
e due sedie moderni, affiancati da un grosso comò in noce; il letto, privo di
baldacchino, è ad una piazza e manca di lenzuola e coperte, mentre la fi-
nestra aperta non ha tende. Liv è seduta sul letto e Valerio accanto al tavolo. Il ragazzo sta leggendo il giornale.
VALERIO Le notizie di due giorni fa saranno pur sempre utili ma, evi-
dentemente, perdono di efficacia, di freschezza. Senti un po’qua, per
esempio: ‘Scomparsa di casa da una settimana. Finora le ricerche non
hanno dato alcun esito’…Chi te lo dice che ieri sera, oggi, magari un’ora
fa o tra cinque minuti le cose non siano cambiate? Lo stesso giornale di
oggi risulta superato perché riporta gli avvenimenti di ieri!
LIV Infatti, è proprio così…E forse sono anch’io una superata.
VALERIO (con un gesto d’impazienza, ma continuando a leggere) Se hai
deciso di mettere in tavola delle elucubrazioni, avvisami che taglio la
corda!
LIV (sospirando) Valerio, tu sei pronto ad eludere già la genesi di certi
discorsi a causa della tua indole, ma io non posso nascondere qualcosa
che è in me e prende nomi e forma di avvilimento, crisi!…
VALERIO (chiude il quotidiano) Che altalena la nostra, però!…Prima ero
io quello che attraversava un periodo di pessimismo e di depressioni e tu
mi sei stata vicina, mi hai incoraggiato. Al momento, suppongo che
tocchi a me tirare le redini.
LIV Ti assicuro che non verrà facile.
VALERIO (sorride provocatoriamente) E perché?! Stai progettando forse
di rendermi complicata la tua riabilitazione per vedere quanto valgo?!…
Cos’è una sfida?!
LIV (alzandosi) Ma che riabilitazione, ma quale sfida! Non sono né un po-
litico dell’est, né un eroe di Dumas!…Io lascio che delle altre, più fem-
mine che donne, ricorrano a certe specie di provocazioni ed a mezzi poco
leali!…(va a mettersi accanto alla finestra) Il mio stato d’animo è nudo
alla luce del sole…
VALERIO (sempre con sarcasmo) Nudo, se integrale e voluto con co-
scienza, è bello, è puro, è armonia!…(cambiando tono) Liv, non rifiu-
tarti di venire incontro al mio tentativo di avvicinarmi che si manifesta
nella domanda semplice e chiara: cos’hai realmente?
LIV (appoggiandosi al tavolo, di fronte al compagno) Ho male di vivere,
di questo vivere!…Capisci?! L’insoddisfazione mi sta divorando viva!
VALERIO Troppo vago, (agita le braccia) troppo generico!…(all’impiedi)
Spiegati meglio, dimmi le cause, i motivi, le origini!
LIV (sorridendo) Ah, non metterti nelle vesti di medico-inquisitore: questi
abiti ti vanno larghi!…(inizia a camminare per la stanza) Valerio, adesso
io rispondo con un’altra domanda: cosa faccio, cosa facciamo per il pros-
simo? Siamo utili?
VALERIO Mah, che gran quesito! Che dilemma!…Beh, nel momento
stesso in cui sorgono questi interrogativi, la risposta si ritrova nella con-
sapevolezza di avere un lavoro, un mestiere, una professione qualsiasi e
quindi, per me, cade ogni dubbio del genere di quelli che prospetti tu…
Soddisfatta? (accende una sigaretta)
LIV Non direi. Tu metti il punto a questo periodo e lo concludi, ma non ti
soffermi affatto sul tipo di lavoro che si svolge e come lo si svolge, resti
alla superficie del problema…Comprendi?
VALERIO (siede nuovamente) Ma che vuoi! Cosa intendi dire?! Impiegati,
contabili o magazzinieri come noi due, spazzini, operai, facchini, preti,
macellai e tutte le categorie di occupazione che riempiono i continenti
hanno validità e perciò, bene o male nel modo di operare, risultano uti-
li!
LIV (fermandosi) No, no! Stai facendo di tutt’un’erba un fascio e dimen-
tichi che nell’uomo esiste un’interiorità capace di gridare per la gioia
e per il dolore!…(con le palme delle mani aperte e rivolte all’insù)
Quando lo spirito ti invoglia, ti spinge verso qualcosa di diverso da
quel che fai e tu riconosci deleterio il tuo stato di immobilismo, allora
inizi a macerarti!…Benefattori dell’umanità, uomini che si impegnano
seriamente, ed attivamente, per una società moralmente più pulita, mis-
sionari autentici ed altri ancora danno al mondo più di quanto non rice-
vano, sentendosi loro stessi completamente realizzati…(siede sul letto e
guarda il pavimento) E nel momento in cui simili riflessioni e considera-
zioni s’impadroniscono prepotentemente del corso dei tuoi pensieri, cau-
sandoti dei tormenti, puoi dire di aver intuito che il tuo procedere vitale
è solo meccanismo e che l’anima sta chiedendo una netta rivalutazione…
VALERIO (getta via la sigaretta e dà una manata sul tavolo) Aah, ecco che
ci risiamo: il dente fa male e la lingua va immancabilmente a batterci so-
pra!…Vedi, cara, ciò che mi dà fastidio è che il tuo “dente”, le tue cadute
di tono si sono rivelate dopo l’impatto con l’opera persuasiva di un rom-
piscatole camuffato da anima pia! Io, perlomeno, allorchè ero giù, non
avevo subito influenze da estranei, mi veniva dettato tutto da Valerio in
persona! (riapre il giornale)
LIV E questo che importanza ha?! Cosa credi che cambi?! Probabilmente,
io avevo bisogno appunto della relativa influenza di un estraneo, come af-
fermi tu e te ne rodi, per riuscire ad aprire realmente gli occhi, a spalan-
care una finestra su me ed in me per la prima volta!…(Valerio tocca ner-
vosamente il quotidiano) Mi ascolti?
VALERIO (senza alzare troppo lo sguardo) Ma sì, ma sì, ti ho ascoltato
fin troppo bene!
LIV “Ti ho ascoltato”! Già ricorri al passato, dato che il presente e l’im-
mediato futuro del discorso si profilano più scomodi! E ora, dunque?!…
Hai risolto di tapparti le orecchie?!
VALERIO (incrociando le braccia, con aria di sfida) E se lo facessi?!Qual-
cosa mi dice che la scelta non sarebbe da buttar via!
LIV (sorride mestamente) Allora perderesti il meglio.
VALERIO (con finta indifferenza) Il meglio?…(osservando nuovamente il
giornale) Il merito non li interessa…Eh, sì, io non noto una buona
disposizione d’animo da parte tua e perciò oppongo il mio rifiuto al tuo
rifiuto!…E poi, com’è il detto? Al peggio non c’è mai fine. Di conseguen-
za questo meglio che ti proponi di gettarmi addosso, avrà rapido termine
breve gloria: una vita veramente effimera, alla stessa stregua di ogni
meglio!
LIV (all’impiedi) Basta con il trastullo delle parole e delle frasi! Valerio,
io sono decisa a partire da sola.
VALERIO (fermo nella sua posizione precedente, non vede più il giornale)
Ah, sì? E per dove, se non sono troppo curioso?
LIV Voglio ritornare al mio paese…(per un attimo con le mani sul volto)
Sono due giorni che ho maturato la decisione…
VALERIO (sempre seduto, a capo chino) Dopo il cesello è subentrato lo
scalpello: sei stata chiara e leale…Io, però, non posso adattarmi subito
all’idea di questa tua soluzione…(all’impiedi, scostando da sé con garbo
la ragazza e dandole poi le spalle) Il boccone è troppo amaro, come si
fa così senza colpo ferire, a sconfiggere l’assalto delle armate del distac-
co tra di noi ed a mettere sotto chiave il tempo passato insieme!
Scorrono momenti di silenzio. Liv è alzata, con gli occhi bassi, mentre
Valerio s’appoggia al tavolo e scuote la testa, dando le spalle alla compagna.
VALERIO Io, comunque, non cercherò di fermarti con nessun mezzo; co-
nosco bene la tua forza di carattere…Tra breve le nostre navi seguiran-
no rotte diverse e per questo motivo mi resta soltanto da augurare a te
tutta la fortuna che meriti…
LIV (emozionata) Sei tu che meriti la più grande fortuna!…Hai il dono
della semplicità nella misura giusta, il gusto anche per le piccole cose
quotidiane…Io, forse, sto andando a combattere contro dei mulini a
vento…
VALERIO No, no, tu possiedi del coraggio, più tenacia e coraggio di me!...
(si volta verso di lei) Ti ammiro, Liv, ora come più di prima!…Ricordo
che quando ci conoscemmo restai colpito da quel tuo vestito di seta e
dalla decisione che esprimeva il tuo sguardo. Lo intuii subito: eri una
donna nel vero senso della parola e i momenti vissuti con te ne sono stati
una continua conferma…Parti, non perdere altro tempo: la partita del-
l’avvenire te la saprai giocare bene!
LIV (andandogli incontro) Valerio, Valerio mio, non so come ringraziarti
per aver capito la mia esigenza!
Si abbracciano e dopo che si sono separati, la giovane va via di scena
velocemente. Il ragazzo rimane immobile per qualche secondo, con le spalle
e le braccia abbandonate, poi siede sul letto ed appoggia i gomiti sulle cosce
ed il mento sulle mani chiuse a pugno. Infine va a sedere al tavolo e ri-
prende a sfogliare il giornale. Ad un tratto vi mette un dito sopra ed avvici-
na la testa per leggere con più attenzione.
VALERIO (a voce forte) Guarda com’è finita! (dà un pugno sulla tavola)
Dio, Dio, è incredibile!…(si alza precipitosamente facendo cadere la
sedia) Vorrei almeno la soddisfazione di dirle che non valeva tanto la
pena di prendere a cuore la cosa! (esce di corsa portando il quotidiano)
Scena seconda
Lo studio di Haupt Tod. I mobili sono in stile antico; alle pareti sono
appesi quadri e fotografie raffiguranti scende di violenza. Il telefono sulla
scrivania sta squillando. Entra Haupt Tod, vestito in abiti civili, ma con il
solito berretto dalla grande visiera in testa. Ha un mitra in mano che si
affretta a posare su una poltrona per rispondere al telefono.
HAUPT TOD Sì?…No, no, che se la sbrighi da solo!…Come?…le difficoltà
sono nate con l’uomo perché l’uomo lo superi!…No, non è assolutamente
possibile: non gli affianco nessuno!…Gli uomini della riserva?…Anche
quelli sono da escludere, poiché i compiti da espletare non possono tra-
scurarli…Che dice?…No, no, nemmeno i secondari ed i terziari, niente
da fare!…Auguro buon lavoro a lei ed al suo protetto…Sì, sì, arrive-
derla. (chiude)
L’uomo siede alla scrivania, toglie il cappello e, dopo aver preso un pet-
tine di tasca ed essersi pettinato, si appoggia allo schienale della sedia e
chiude gli occhi. Entra, senza bussare, Misia, la segretaria particolare di
Haupt Tod. E’ una donna sui trent’anni, dal colorito bruno dei capelli e
dalla pelle molto fine, vestita di nero. Sul suo abito, in petto e sulla schiena,
spiccano due teschi umani con due ossa incrociate, ricamati.
MISIA Eccellenza Haupt, i rapporti di Scannagente, Tagliagole e Squar-
ciapetto sono pronti in anticipo. Li firma oggi, oppure vuole che siano
completati anche gli altri?
HAUPT TOD (galante) Ma no, mia cara, ma no, portali subito! Li esami-
niamo insieme e dopo firmo…(languido) Eh, Misia, Misia, che bel pro-
fumo usi!
MISIA (con un sorriso malizioso) E’ quello che preferisco: essenza di
Distruzione Silvestre!
HAUPT TOD E oltre a me c’è qualche altro rappresentante del sesso forte
che lo apprezza?
MISIA (simulando incertezza) No…No, direi proprio di no…(sorridendo
come in precedenza) Dopo tutto, a me non piacciono molto gli uomini
giovani, mi danno l’idea di immaturità e di scarsa conoscenza dell’io
femminile…
HAUPT TOD (battendo le mani) Vero, verissimo! Hai capito perfetta-
mente quello che spesso sfugge alle donne accecate da passioni giova-
nili o infatuate per degli individui lontani dalla muliebre interiorità
complessa! Sei in gamba, splendida Misia!
MISIA (quasi in tono dispettoso) Ad ogni buon fine, io resto fedele all’os-
servanza delle regole che il mio ruolo mi impone, quale quella che mi
impedisce di intraprendere relazioni con elementi di spicco nell’ambito
della categoria…(col consueto sorriso) Vado a prendere quei rapporti,
eccellenza Haupt?
HAUPT TOD (con un certo affanno) Aspetta!…Vorrei prima farti sentire
un brano musicale, un pezzo che perfino costringe a sognare ad occhi
aperti…Ci vediamo così poco, due volte nella lunga settimana…Diamo
una volta tanto libertà di precedenza al piacere sul dovere: il mondo
non tremerà, né cadrà sicuramente!
MISIA (socchiude gli occhi, con espressione sognante) Come vuole.
Haupt Tod si alza precipitosamente, apre un armadio, prende un ma-
gnetofono, lo posa sulla scrivania, guarda teneramente la segretaria;
questa un po’ tiene gli occhi bassi ed un po’ li alza per riprodurre il
consueto sorrisetto.
HAUPT TOD (vincendo l’incertezza) Balliamo?
MISIA (mostrandosi lusingata) Ma che dice mai, eccellenza?!…Io non
saprei proprio…
HAUPT TOD (visibilmente ansioso) Dai, su, siamo completamente e ma-
gnificamente soli!…Ti prego, appaga il mio desiderio!…Non preoccu-
parti, garantisco io, non saprà niente nessuno!
Le a incontro tendendole una mano. Misia dapprima si schermisce e
poi accetta l’invito. Ballano. Haupt Tod cerca di stringerla goffamente a sé
e di poggiare la guancia su quella della donna e quest’ultima si scosta, gio-
cando a fare la timida. La musica termina; vanno a sedere, l’uno alla scri-
vania e l’altra più a distanza.
HAUPT TOD (abbandonandosi) Aah, la infinita dolcezza degli istanti ap-
pena trascorsi! Ho attraversato un arcobaleno di meravigliose sensa-
zioni!…Tu, però, Misia cara, volevi staccarti dalle mie braccia!…(si
alza, spegne il magnetofono e si dirige verso la donna) Perché facevi
così, mia splendida Misia?! Perché, perché?! Forse son troppo vecchio?!
MISIA (risoluta, alzando una mano per bloccarlo) Basta, la prego, eccel-
lenza Haupt! Basta! (risoluta, alzando una mano per bloccarlo) Basta,
la prego, eccellenza Haupt! Basta! (rimettendosi all’impiedi ed allon-
tanandosi in direzione dell’uscita) Abbiamo uno statuto da rispettare,
lo conosce benissimo! Mi lasci in pace!
L’uomo rimane di sasso, chiaramente colpito dalla reazione della segre-
taria. Superato lo smarrimento, egli ritorna al proprio posto.
HAUPT TOD E va bene, va benissimo: più chiari di così!…(sospirando)
Dura legge, ma legge!…(come se parlasse da solo) Eppure ho in mente
già da un po’ di tempo di avanzare proposte di modifica. Lo statuto è
da ritoccare in alcuni punti, dovrò decidermi a discuterne…
MISIA (freddamente, lo interrompe) Dunque, porto le relazioni complete,
o si rimanda tutto?
HAUPT TOD No, no, firmerò oggi…Stai pur tranquilla, sull’onore del
mio grado ti prometto di attenermi alle disposizioni!…C’est la vie! Il
buon viso bisogna adattarlo ad un cattivo gioco!
MISIA (sorridendo di nuovo in maniera equivoca) Mi fa piacere che lei
richieda la mia personale collaborazione. Vado e torno al più presto, ec-
cellenza Haupt…Con permesso. (esce muovendo i fianchi)
Haupt Tod accende una sigaretta e chiude gli occhi. Li riapre per seguire
le evoluzioni del fumo.
HAUPT TOD Il suo comportamento è a dir poco sconcertante…All’ultimo
mi è sembrata velatamente invitante, quasi avesse voluto dichiararmi
in sottinteso: riprovaci ancora, ma con più convinzione e mezzi più per-
suasivi…(si mette a camminare) Sì, sì, dei mezzi molto efficaci!…Le lu-
singhe tangibili, realmente consistenti, fanno cedere qualsiasi donna, ne
prostituiscono la disponibilità anche per svariati maschi…Lei non co-
stituisce sicuramente un’eccezione: gioielli, ori e lussi vari debbono farle
gola come l’agnello al lupo. Altro che indurre a credere di esser ligi a re-
gole: il proibito piace maggiormente se ne è degnamente ricompensato
il correlativo rischio!…Ho sbagliato sistema: occorrerà prima allettarla
con promesse e subito dopo con regali…E verrà a me spogliata di reti-
cenze!…(riaccende il registratore e riascolta il pezzo dal principio, poi
ha un gesto di stizza) Bah, alla larga! Bando alle evanescenti romanti-
cherie!…(spegne) Le farò sentire il fruscio e l’odore della pecunia!
Rientra la segretaria a mani vuote. Haupt Tod si aggiusta i capelli con
un gesto rapido.
MISIA Eccellenza, non ho ritenuto opportuno prendere gli incartamenti
perché m’hanno avvisato che una persona vuol vederla.
HAUPT TOD Non avevo appuntamenti…Al posto di guardia sapevano
di chi si tratta? Ne hanno comunicato l’identità?
MISIA Sì, è il Samaritano. L’altra segretaria lo ha introdotto nella sala
d’attesa di classe media.
HAUPT TOD Ah, il seccatore! Erano un paio di mesi che non si faceva ve-
dere…Beh, conducilo qui. Di tanto in tanto è utile pure lo scambio di
idee tramite i contatti con degli elementi che vivono e lavorano con idea-
li e mansioni agli antipodi dei nostri…
MISIA D’accordo, provvedo. (va via nuovmente, chiudendo la porta
questa volta)
Haupt Tod prende delle carte dalla scrivania e si mette a scrivere.
Poi va a posare mitra e berretto dentro l’armadio e resta all’impiedi di
spalle alla porta d’ingresso, in atteggiamento pensieroso. Il telefono suona
di nuovo. L’uomo si tocca il mento, infine alza il ricevitore e lo posa subito,
senza rispondere. Bussano.
HAUPT TOD (non si volta) Entrate.
MISIA (entrando) Eminente eccellenza, il signor Samaritano! (lo introduce)
HAUPT TOD Bene, signorina, ci lasci soli, per favore.
MISIA Come desidera, eccellenza illustre. (se ne va chiudendo la porta)
Il Samaritano, che indossa un cappotto e sotto di esso un vestito con
camicia e cravatta e non ha barba, si sprofonda direttamente in una pol-
trona.
HAUPT TOD Che c’è, vecchio impostore?! Sei stanco di andare a caccia
di anime?!
IL SAMARITANO Non sono mica fatto di ferro!…Ho avuto una quindi-
cina di giorni massacranti. Ero impegnato per un unico soggetto, ma
ho sudato ugualmente sette camicie e per giunta, alla fine, la sfacchi-
nata non è valsa a niente!
HAUPT TOD (ironico) Oh, ma non mi dire!…(va a sedere alla scrivania)
Il Samaritano che fa un buco nell’acqua! Ergo, se Eros è abbattuto,
perché sconfitto, Thanatos ha tutte le ragioni plausibili per gioire!
(ride con soddisfazione)
IL SAMARITANO (non si scompone) Riguardo alla coerenza, il tuo com-
portamento è emblematico, non fa una grinza! E’una caratteristica
dominante in quelli come te godere degli altrui fallimenti!
HAUPT TOD (con orgoglio) Non potrebbe essere diversamente!
IL SAMARITANO Già quand’eri un ragazzino mio padre notò in te delle
tendenze distruttrici e lo disse ai tuoi genitori, ma loro non sembrarono
curarsene troppo. Io che avevo degli anni in meno rispetto a te, in-
vece, mi sentivo incapace di fare del male ad una mosca e oggi è
come allora…Ah, se i tuoi si fossero accorti in tempo!…
HAUPT TOD (alterato, lo interrompe) Finiscila! La nostra amicizia af-
fonda le sue radici nel passato abbastanza profondamente, ma io non
sopporto certi tipi di discorsi e di litanie e tu ne sei a conoscenza!…
(più calmo) Parliamo d’altro, raccontami piuttosto dell’ultima impresa
che, contrariamente al solito, non ha avuto esito positivo…Non ci ri-
derò sopra, non ti preoccupare…
IL SAMARITANO (con ironia) Ecco, bravo! Il riso non si addice al tuo
sistema di vita!…(in tono più serio) Le mie recenti fatiche, come già
ti ho accennato, mi hanno fatto sentire un novello Sisifo! Ho cercato
di proteggere un uomo minacciato di morte, non m’è consentito nomi-
narlo, cercandolo dappertutto, coinvolgendo diverse persone e lui…
Lui è ricorso ad una soluzione strettamente personale…
HAUPT TOD E’partito senza lasciare alcuna traccia?
IL SAMARITANO No, no!
HAUPT TOD (incuriosito) Ha adottato un ottimo travestimento, completo
di barba e baffi finti, finti se non li aveva, e si è fatto tingere i capelli?
IL SAMARITANO No, affatto!
HAUPT TOD Ha pagato profumatamente chi attentava alla sua vita?
IL SAMARITANO (con un gesto di rabbia) No, no! Tutt’altro! Tutt’altro!.
HAUPT TOD Ha pagato profumatamente chi attentava alla sua vita?
IL SAMARITANO (con un gesto di rabbia) No, no! Tutt’altro! Tutt’altro!.
Si è suicidato! Hai capito?! Suicidato!…E pensare che era nel fiore de-
gli anni!
HAUPT TOD (stupito) Non me lo sarei mai immaginato!…E forse avreb-
be dovuto ucciderlo un mio sottoposto…(accende un sigaro) L’anoni-
mato è di rigore pure per noi.
IL SAMARITANO (sprofondato nella poltrona) Sono cose inevitabili…Io,
tra parentesi, conosco l’identità del mancato assassino. Ci sarà rima-
sto male anche lui, non credi?
HAUPT TOD Un caso del genere distribuisce gli effetti negativi a tutti co-
loro i quali v’erano implicati. Vuoi fumare? (si alza)
IL SAMARITANO No, grazie: Bombe simili per i polmoni te le lascio!…
Mi basta l’amaro in bocca per quanto accaduto!…
HAUPT TOD (sorride) Sei delicato!…Comunque, se c’era di mezzo uno
dei miei uomini, e lo verrò a sapere senza meno, la sua sconfitta mi
colpisce di riflesso, è una vera pallottola di rimbalzo. Perciò non
cominciare a piangere troppo su te stesso, accampando la pretesa
di escludere gli interessati.
IL SAMARITANO Io non voglio escludere proprio nessuno, ma il para-
gone tra i fallimenti non regge affatto! Per me si trattava di salvare
a tutti i costi un essere umano, un elemento pulsante di vita nel me-
raviglioso creato, mentre per te, al contrario, è sempre valido il
fatto che una fiammella di luce vivente si è spenta! Tirando le somme
pertanto, non ci occorre molto per stabilire chi ha perso di più.
HAUPT TOD (siede) Se la poni su questo piano, non posso darti tutti i
torti. E’vero: abbiamo aggiunto un nuovo pezzo all’interminabile mo-
saico, ma sarebbe stato più esaltante se la morte fosse subentrata per
opera di u n ostro addetto ai lavori!…Diciamo, per concludere, che
a noi è toccato il trenta per cento dell’aspetto fallimentare ed a te ed
ai tuoi il settanta.
IL SAMARITANO Mah, sarà..Io non so cosa aggiungere. La realtà at-
testa che sono stanco, stanco perfino di calcolare rapporti e propor-
zioni. Ho chiesto una ventina di giorni di ferie, anche per favorire
il mio vicario che aspetta da tre anni di fare supplenze. (si alza)
HAUPT TOD Parti o ti trattieni nelle vicinanze?
IL SAMARITANO Parto, parto per un paese lontano e soprattutto at-
traente dal punto di vista dello svago, ho bisogno di distrarmi ri-
creando più fisico che spirito…Sono venuto a trovarti per questa
ragione. (gli siede di fronte)
HAUPT TOD Per questo motivo? Ed io in che cosa ti potrei favorire?
IL SAMARITANO Parti con me! Senza farci vedere insieme, prendiamo
aereo per Rio de Janeiro, dopodomani o fra tre giorni al massimo, e
lì andiamo a dimenticare noi ed il tran-tran quotidiano per una breve
eternità!
HAUPT TOD (scuote la testa) No, no, in questo periodo non intendo muo-
vermi…E poi chi ti dice che io desideri dimenticare me stesso?!
IL SAMARITANO (con un sorriso) Tutti lo chiediamo prima o poi! Non
riuscirai a farmi credere che per te è diverso…Si può sapere, piuttosto,
cos’è che per ora ti trattiene sul posto? So che non hai sicuramente il
problema della sostituzione: con la bellezza di tre vice-capi!
HAUPT TOD (toccandosi il mento con un dito) Una ragione esiste, però
non so se faccio bene a confidarmi con te…
IL SAMARITANO Vecchio stupido, sei tu che dichiari: la nostra amicizia
ha ragioni profonde, e successivamente mi regali delle controafferma-
zioni così benefiche! Pensi che mi metta a spettegolare alla maniera
di una servetta che legge fotoromanzi e ricama sui comportamenti dei
vicini?!
HAUPT TOD No, questo no, ma comprenderai pure che la mia situazione
è particolare, ora che te la descrivo…(spegne il sigaro e si rimette in
posizione verticale) Sono fortemente attratto da un’ipotesi di realtà
che per me costituisce un affare serio da mandare in porto…(dando
la schiena al Samaritano) Vorrei farmi assolutamente l’amante….
(come se parlasse tra di sé) Quella donna mi ha sconvolto l’esistenza…
IL SAMARITANO (con aria compiaciuta) Ah, ah, sgambetto di Eros e
punto a sfavore del suo contrario!…Ebbene, perché ti crucci? Con la
potenza della tua personalità la conquista diventa un gioco!
HAUPT TOD (girandosi di scatto) Ma si tratta di un gioco ufficialmente
proibito, maledizione! Misia rientra in un livello inferiore nella cate-
goria e ciò mi taglia le gambe, mi impedisce qualsiasi mossa allo sco-
perto!
IL SAMARITANO Avevo indovinato io, allora! Tu hai necessità di dimen-
ticare te stesso!…Ricordo dei versi che scandiscono un segnale d’al-
larme che pare adatto a te: “Corri, Mosè, corri e non lasciare che il
faraone ti raggiunga in qualche solitario cimitero!”…(gli si avvicina)
Leva le ancore, non esitare! Vedrai che laggiù troveremo delle stu-
pende mulatte!…(prendendolo per un braccio) Avremo campo libero,
vecchio satiro!
HAUPT TOD (si divincola) No, no, non voglio allontanarmi! Starei male
se non vedessi Misia!
IL SAARITANO (agita le braccia) Che bel guaio, sei cotto al punto ideale
per combinare dei pasticci! (mellifluo) Certo se tu risultavi iscritto
nella nostra associazione non ti capitava un incidente tale e quale.
Avresti potuto sposare tranquillamente una collega senza distinzione
alcuna di inferiorità o superiorità…(con un risolino insinuante) Il
che non ti vietava neanche di andar lontano a fare l’infedele ed il
vizioso…
HAUPT TOD (gridando) Taglia corto! Non accennare nemmeno alle tue
dannatissime prediche!
IL SAMARITANO Bene, bene, come ti garba. Il malato è grave ed in
questo momento rifiuta medico e rimedio…(torna accanto alla scri-
vania) Comunque ti do il mio recapito a Rio, nell’eventualità che ti
dovessi ricredere…(prende un foglio e scrive) Ecco te lo lascio in
evidenza: tra pochi giorni io starò a bearmi al sole! (allontanandosi
verso l’uscita) Me ne vado, sono impaziente di ultimare i preparativi
per il viaggio…E tu pensaci: il mondo è grande e alieno!
HAUPT TOD Vai, vai e portati via le tue sedicenti metafore! Lasciami
solo ed in pace!
IL SAMARITANO (puntando il dito) Solo sì, ma in pace lo saresti vera-
mente ballando la samba nudo! (vicino alla porta un attimo prima di
aprirla) E non dimenticare che tra noi c’è posto finanche per quelli
della tua specie, nel caso che si proclamino pentiti…Tu saresti un
pentito di lusso!
HAUPT TOD (urla) Vattene, rompiscatole paraumanitario!
Il Samaritano se ne esce. L’altro va a riprendere cappello e mitra e
li mette sulla scrivania. Poi cade a sedere su una poltrona.
HAUPT TOD (dando un pugno sul bracciolo) Ci riuscirò, ci riuscirò, anche
a costo di ricorrere alla droga!
Scena terza
Il soggiorno della casa di Vida. L’arredamento è decisamente originale;
appesi alle pareti, sui mobili e sul pavimento ci sono numerosi oggetti origi-
nari di tutto il mondo. Vida, in pull-over e pantaloni, è seduto su un divano
e legge un libro. Campanello di dentro. L’uomo esce. Ritorna dopo un po’
con suo fratello Tod, il cui abbigliamento è costituito, come sempre, da cap-
pello, occhiali scuri ed impermeabile.
VIDA Siedi e mettiti a tuo agio. Hai veramente l’aria stanca.
TOD (sedendo su una poltrona dinanzi al divano) Sì, sì, ho piedi che mi
fumano.
VIDA (ridendo) E la testa?…(getta per terra il libro che ha in mano) Ma
insomma, ti vuoi togliere o no la roba che hai addosso?! Vieni così poco
a trovarmi e ti debbo vedere anche qui, eternamente, con questa scialba
divisa di fatica?! Levati le scarpe, chi aspetti, Godot?! O hai bisogno di
un invito scritto?!
TOD Sai, è l’abitudine del servizio…(all’impiedi, toglie cappello ed imper-
meabile)
VIDA Posali dove vuoi, liberatene!
Tod mette i capi di vestiario sul divano, siede in poltrona e si sfila le scarpe dai piedi con un sospiro di sollievo.
VIDA (mettendosi sul divano) Sotto la poltrona ci sono delle pantofole,
usale, se vuoi!
TOD (dopo aver calzato le pantofole) Aah, che ristoro!…(indicando un
tappeto) Bello quel tappeto! L’altra volta non lo avevi.
VIDA Ho fatto un affare in Turchia, un mese e mezzo fa. E’lavorato inte-
ramente a mano, nel completo rispetto di una tradizione artigianale che
dura da scecoli…(alzandosi) Vieni a vederlo da vicino, è un piccolo ca-
polavoro. Pensa che il venditore ne voleva quasi il doppio di quanto l’ho
pagato, ma nel suo inglese approssimativo m’ha fatto capire pure, e peg-
gio per lui, che gli occorreva del liquido in contanti e allora!…(il fratel-
lo lo raggiunge) Osserva i disegni. Mi hanno spiegato che, secondo gli
usi locali, è chiamato “preghiera” e viene adibito, logicamente, per il
culto…Nella casa di un mezzo miscredente come il sottoscritto ci sta
come il cacio sui maccheroni, è vero?!…(ride) Non si conteranno facil-
mente le mie inginocchiate sul souvenir musulmano!
TOD E questa credo sia l’unica cosa che ci accomuna veramente, fratello
caro!
VIDA Già…Io ho un modo tutto mio di supporre che esiste un
Qualcuno o una Qualchecosa di superiore, un’Entità probabilmente in-
daffarata a mantenere le redini. Ma non mi curo di osservare regole,
cercare di definire o identificare il Qualcuno o a Qualchecosa, se tiri o
allenti le briglie e perché lo faccia o non lo faccia.
TOD Vivi nell’indifferenza…
VIDA Vivo semplicemente evitando i perché, in atteggiamento distaccato
e perciò mi accomuno senz’altro più agli agnostici che agli atei…(squilli
di telefono di dentro) Sarà la telefonata che aspettavo, scusa…(si
allontana fuori dalla stanza)
Tod tocca il tappeto, torna accanto alla poltrona e, prima di mettersi a
sedere, osserva la copertina del libro che Vida ha gettato a terra. Dopo aver
guardato verso l’uscita, con movimenti rapidi, si china, raccoglie il libro e
comincia a sfogliarlo. Un rumore all’interno lo fa trasalire. Posa il volume e
si mette a sedere.
VIDA (rientrando) Confermato, il torneo comincia dopodomani…Oggi e
domani faccio la valigia. Il treno delle quindici e trenta è comodo, arri-
verò in serata…(guarda il fratello con attenzione) Ma tu che hai? Sei
pallido.
TOD Niente, niente, dev’essere l’affaticamento degli ultimi giorni.
VIDA Ti do una bevanda che brucia le budella ma rinvigorisce….(prende
una bottiglia e versa un po’ del contenuto in un bicchiere) Si discuteva
di religione, no? Ebbene, questo scalda meglio della fede, tieni. (gli por-
ge il bicchiere e lui stesso beve dalla bottiglia)
TOD (dopo aver bevuto, tossendo) Dannazione, che roba è?! Estratto di
sangue del demonio?!…(alzato, si tiene le mani sullo stomaco) Mi
sembra di essere nelle fiamme dell’inferno!
VIDA (ridendo, siede e lascia cadere la bottiglia sul divano) Ti senti al-
l’inferno? Allora mi son sbagliato. Avevo immaginato che ti saresti tuf-
fato perlomeno nella parte di un Sant’Ignazio di Loyola, dato che era
impossibile pretendere da uno come te che si infuocasse di fervore oltre
ogni limite farenheit e celsius! Hai scolato tequila originale messicana,
quella che non si trova facilmente in commercio e che scombussola chi
non è abituato a bere…
TOD (con una smorfia) E me lo dici adesso, disgraziato?!
VIDA (ridendo) L’importante è confermarlo! Caro mio, non esistono sol-
tanto latte, caffè e cioccolata per ammorbidire le durezze quotidiane!
Dopotutto, le esperienze vanno vissute fino in fondo, ne convieni?
TOD (in poltrona) Capirai! (con un gesto che vuole minimizzare) Chiama-
la esperienza importante!
VIDA Anche le meno importanti hanno la loro consistenza, dipende dai
criteri di valutazione e dai caratteri…La donna che viene a farmi le
pulizie di casa, per esempio, ha ritenuto giusto, opportuno, adeguato
sposarsi per la terza volta. Tieni presente che il primo marito le è
morto ed il secondo l’ha abbandonata per andarsene con una ragazzina.
Dunque, questa disgraziata, secondo una logica abbastanza comune,
aveva tante ragioni plausibili per allontanarsi dagli uomini o almeno
per aborrire completamente il matrimonio. Eppure lei ha deciso di
affrontare ugualmente la nuova esperienza di coppia…
TOD (nervoso) E con ciò, che intendi dire?!…Che dovrei risposarmi pure
io?!
VIDA (sorridendo) No, questa deduzione la stai traendo tu, l’hai voluta
trarre tu…Lo scapolo impenitente non può dare certo consigli in me-
rito, non ha mai firmato contratti di tale tipo!…La storia di quella
donna attesta che è meglio non desistere mai, perché l’esistenza com-
prende una numerosa serie di partenze ed arrivi… La vera fermata
sarà unica e definitiva.
TOD (più calmo) Ah, se il significato è questo…A proposito di partenze,
lo sai che l’eccellenza Haupt Tod è fuori sede?
VIDA No, non lo sapevo, chi doveva dirmelo se non tu?! Guarda, guarda,
perfino i grandi capi corrono a divertirsi! E come si permette di lasciare
il posto un tizio che occupa quella posizione?!
TOD Che dici mai?! In primis, lui si è fatto sostituire degnamente da un
vice-capo e poi, sicuramente, si sta assentando per motivi che esulano
dallo svago!
VIDA (pungente) Che difesa appassionata! Guai a chi tocca il tuo supremo
idolo, vero?!
TOD (risentito) Non è vero, non è vero! Non è affatto il mio idolo! Io non
ho idoli!…Sua eccellenza rappresenta un mio alto superiore ed io, per
educazione ricevuta, nutro un grandissimo rispetto per chi comanda!
VIDA Dalla a bere a chi non ti conosce!…(campanello di dentro due
volte) Tu sei peggio di un fanatico tifoso di calcio! (dirigendosi all’usci-
ta) Ma vedrai che le delusioni ti aspetteranno ad ogni angolo di strada
per saltarti addosso!
TOD (mentre il fratello esce) Cambiamo argomenti, per favore! (indossa
di nuovo l’impermeabile e rimette il cappello in testa)
Vida rientra accompagnato da Junior Tod. Il ragazzino non veste come
il padre, ma ha un abbigliamento che va sull’elegante.
VIDA (al ragazzo) Accomodati, ragazzo, così unifichiamo la famiglia! (a
Tod, con ironia) Come?! Erano parole al vento?! Di nuovo in uni-
forme?!
TOD (alzando la mano, per non far continuare il fratello) Eh, si deve es-
sere in regola…Lascia stare, lascia stare…(al figlio) Bene, Junior, sei
stato abbastanza puntuale nel tuo secondo giorno di libertà.
JUNIOR TOD Sì, papà.
VIDA (a bassa voce) E che sta a mezzo servizio?!…(con voce normale,
a Junior) Ah, ecco perché hai quest’abito simpatico. (siede)
JUNIOR TOD (gaio) Ti piace, zio? Me lo sono scelto io!
VIDA (compiaciuto) Ah, bene! Indubbiamente hai della predisposizione
ai buoni gusti.
TOD (al fratello) Però non bisogna mai lodare troppo…(in tono paterna-
listico, accarezzando il figlio) Dopo il dovere c’è anche un po’ di pia-
cere, non dimenticando che in seguito ancora si ritorna al dovere. Ieri
sera ho detto di raggiungermi qui da te a quest’ora…
VIDA E lui ha eseguito a puntino, vedo, vedo.
JUNIOR TOD (guardandosi intorno) A me piace venire qua per quello
che c’è da vedere in questa stanza (comincia a girare e ad osservare)
Quante cose belle!
TOD (di fronte a Vida) Io sono passato di proposito da te…Tra l’altro,
te l’ho evidenziato, la stanchezza si faceva sentire, per il fatto che la
ricerca prosegue senza soste. Così ho unito l’utile al dilettevole: la
verifica del ragazzo, la visita al fratello e quindi il breve riposo…Non
che io mi senta vecchio, per carità, ma la verità è che quel Gambler
sembra introvabile…
VIDA (sobbalzando sul divano, stupefatto) Eeh?! Come hai detto?!
TOD (allargando le braccia) Che Gambler sembra introvabile: è peggio
dell’araba fenice! La mia volontà, comunque, non conosce cedimenti
e prima o poi lo scoverò…(incuriosito) Ma perché ti sei meravigliato
tanto?!
VIDA (gettando un’occhiata a Junior, che intanto s’è avvicinato) No, no…
Non si trattava di stupore. E’ che m’hai fatto venire in mente che pure
il sottoscritto, fino ad ora, non è riuscito a rintracciare una persona da
avvisare necessariamente prima del torneo…(accende una sigaretta)
E’meglio, anzi, che tra poco riprovi a telefonargli.
TOD Ah, ecco…Sei saltato in quel modo!
VIDA E’ una mia incombenza, capisci, non intendo fare una brutta fi-
gura.
JUNIOR TOD (intervenendo) Senti, zio Vida, io avrei un certo languo-
rino allo stomaco. Stamattina sentivo poca fame ed ho preso soltanto
mezzo bicchiere di latte…
TOD (in tono di richiamo) Junior!
VIDA (a Tod) No, lascialo libero, se ha appetito, non siamo tra estranei,
che diamine! Junior vai in cucina e mangia ciò che preferisci. Anzi,
fammi la cortesia, lavati prima le mani nel bagno e dopo fai il tuo spun-
tino. Sul nastro nel registratore, sopra il frigorifero, c’è incisa dell’otti-
ma musica.
JUNIOR TOD Sì, grazie, zio. (va via)
TOD (in posizione eretta) Quel ragazzo si disinibisce nelle azioni sponta-
nee, allorchè non gli toccano degli incarichi seri…(scuote la testa) Ma-
gari si comportasse così all’atto di imparare i nostri codici e regola-
menti!
VIDA (dando un pugno sul tavolo) Eeh, determinate teorie personali non
si lasciano scalfire neppure da colpi di piccone!…(spegne la sigaretta,
si avvia fuori, ma ritorna immediatamente, richiudendo la porta) M’era
parso che suonasse il telefono ma è stata un’illusione acustica…(si versa
del liquore) Ne vuoi?
TOD (alzando la mano) No, m’è bastato l’assaggio infernale di poco fa.
VIDA (sedendo dopo aver bevuto) Eppure ognuno di noi, forse, ha bisogno
di qualcosa di forte nei momenti della verità…(guardando in su) Anche
il torero, se potesse, si porterebbe dell’alcool durante la corrida…(pre-
venendo il fratello che sta per parlare) Aspetta, vieni qua e siedi. Da
quanto tempo non leggi i giornali?
TOD Oh, sarà più di un mese!…(in poltrona) Ho sempre da aggiornarmi
con le mie materie ed il poco tempo a mia disposizione, se cioè non sono
nemmeno in ricerca, lo impiego dormendo o in attività che non affaticano
la vista. Tra l’altro, le notizie si somigliano un po’ tutte: ho quest’impres-
sione più volte, se ho un giornale sottomano…
VIDA E tuo figlio, li sfoglia i quotidiani?
TOD No, no, gli piacciono i fumetti…(con curiosità) Ma dimmi un po’,
per quale motivo mi hai fatto questo genere di domanda?
VIDA (con un sorrisetto nervoso) Eh, eh, perché, perché!…(si dà un pu-
gno su una coscia) Parlare chiaro sovente è sinonimo di procurare fe-
rite…(serio) Vedi, caro fratello, poc’anzi tuo figlio era presente ed io
non ho detto nulla per evitarti una forte delusione davanti a lui…
TOD (interrompendolo, ansioso) Eh?! Che c’è?! Di che stai parlando?!
VIDA Rilassati, dammi ascolto, non esiste rimedio per degli avvenimenti
negativi che hanno già avuto il loro corso: la macchina del tempo non
l’hanno inventata ancora!…Tre o quattro giorni orsono c’era un trafi
letto sul giornale che motivava attendibilmente un suicidio. Si trattava
di un grosso debito di gioco insoluto e la persona del debitore, che s’era
tolto la vita, rispondeva al nome di Gambler…
TOD (saltando su) Eh?! Come, come?! Non è possibile, non è possibile!
(sconvolto, in piedi) No, noo!
VIDA (cercando di trattenerlo) E’ così, è andata così…Io pensavo che
tu già ne fossi a conoscenza…Ora cerca di calmarti!…
TOD (si divincola, urlando, ormai in preda ad una crisi isterica, mentre
il fratello tenta inutilmente di calmarlo) Non ce la faccio più, non ne
posso più! Sono troppo sfortunato, troppo, troppo!! Il disgraziato do-
veva essere la mia vittima, m’era stato assegnato, e non la vittima di
sé stesso!!!(dandosi pugni e schiaffi) Quest’occasione non potevo per-
derla!! Ora cosa penserà Haupt Tod, maledizione, maledizione!!!
(mette una mano nella tasca interna e la ritrae immediatamente) Le
pillole, le pillole!? Dove sono?! Le ho dimenticate, le ho dimenicate!
(scoppia in un pianto dirotto e, agitandosi, gli cadono cappello ed oc-
chiali) Gli occhiali, gli occhiali! Si sono rotti!! No, no! Povero me!
(si getta in lacrime sul pavimento) Che farò, che farò?! Sono rovinato,
rovinato!! E’ finita!! E’finita!!
VIDA (precipitandosi sul fratello per confortarlo) Fratello mio, non fare
così! Su, coraggio, non comportarti da sciocco! Non dire stupidaggini!
(riesce a sollevarlo e ad abbracciarlo) Ogni giorno è un nuovo giorno
per ricominciare, lottare, vivere! (siedono sul divano, l’uno nelle brac-
cia dell’altro. Tod continua a piangere sul petto di Vida) Non permette-
re che siano delle pillole a soccorrerti, tu hai bisogno di girarti intorno
per cambiare! Il mondo non a come dite voi! (i singhiozzi di Tod si van-
no spegnendo lentamente) Il mondo non è costruito sugli ideali in cui
tu credi, o ti sforzi di credere per far piacere a chi detiene posizioni di
privilegio!…E poi, non te ne accorgi? Più ci si intestardisce a combat-
tere contro dei fuochi fatui e più si resta con un pugno di mosche in
mano!
TOD (a mezza voce) Forse hai ragione…Questo genere di vita m’ha preso
in giro…
Intanto è entrato Junior Tod che è rimasto fermo vicino alla porta as-
sistendo all’ultima parte della scena.
JUNIOR TOD (avvicinandosi) Papà, zio, cosa è successo?! Papà, perché
hai pianto?!
VIDA (va ad accarezzare il nipote) Perché esistono delle cause e dei motivi
che, se volessimo spiegarteli oggi, non capiresti a fondo. Perciò di certe
cose è meglio discuterne in futuro, al tempo in cui sarà sopravvenuta
un’altra fase di maturità…Stai accanto a tuo padre, in questo momento
è ciò che conta di più.
JUNIOR TOD (al padre che gli tende le baccia) A me interessa solo che tu
e lo zio stiate bene!…(gli siede accanto) Io sarò lieto, se voi sarete con-
tenti…(appoggia la testa sulle ginocchia di Tod)
TOD Sì, figlio mio, sì!…(lo solleva e lo abbraccia) Vieni qua, vieni qua!
JUNIOR TOD (dopo che si è staccato dal genitore) Papà, che begli occhi
che hai! Il colore è meraviglioso!
VIDA (con aria soddisfatta) Bella scoperta! Finalmente per le pupille si
è verificato il miracolo di ritornare alla luce! Caro fratello, dovresti
abituarti a vedere ed a farti vedere senza occhiali color funerale, a
mente e sguardo sgombri!…Mi capisci?
TOD (in piedi, mentre il figlio resta seduto) Sarà difficile, specialmente
all’inizio…Ma credo di aver capito che finora mi son fatto coinvolgere
in trame senza senso, assurde…(con un mezzo sorriso) Se ci ripenso
mi viene perfino da ridere…(il ragazzino si alza e gli cinge la vita con
un braccio)
VIDA (si versa da bere) Gli errori sono utili, servono all’umanità intera:
il segreto sta nel comprenderli ed accettarli!…Sbagliamo di più se vo-
gliamo disconoscerne ad ogni costo la paternità.
TOD Eh, sì…(si toglie l’impermeabile e lo butta in terra) Cercherò nuove
strade…Forse il flipper dei miei quarant’anni ha una molla ancora ef-
ficiente…(poggiando una mano sulla spalla di suo figlio) Junior, doma-
mani o domani l’altro partiamo per raggiungere tuo zio al torneo.
Così cambiamo aria e ci gettiamo nelle braccia di un diversivo…
JUNIOR TOD (con giubilo) Evviva! Evviva!
VIDA (sorridendo) Molto bene per quest’iniziativa a scopo di disintossica-
zione! Tra parentesi, poi, nella cerchia degli organizzatori ci dovrebbe
essere una ricca e giovane vedova, di modo che…(strizza un occhio)
TOD (alzando un braccio) Alt, fratello mio, è d’uopo la verifica e lo stu-
dio comparato! Oramai avrò pur imparato a non comprare a scatola
chiusa e a non svendere la mia persona!…(mette la mano sul petto,
prende la pistola di tasca, la guarda e diventando serio, la punta con-
tro il fratello con la mano tremante)
JUNIOR TOD (impaurito) Papà, papà, che fai?!
VIDA (al fratello, imperiosamente) Elimina le ultime scorie, le recondite
resistenze dentro di te! Chi ti parla ti vuole bene!
Tod, dopo un attimo di esitazione, scaglia la pistola sull’impermeabile
e porta le mani al viso. Vida gli va incontro.
TOD Ah, spazzatura, tutta spazzatura! (tende le mani al fratello) L’in-
cubo è finito, è finito! (abbraccia con forza Vida) Grazie! Grazie!
Junior Tod, chiamandoli per nome, abbraccia padre e zio
VIDA (staccandosi, al fratello) Beh, che dici, siamo stati credibili?
TOD Sì…Sì, direi di sì:.
VIDA Certo che a combattere con le tue paranoie…
TOD Dai, che lo sai! La pistola era scarica.
JUNIOR TOD Io lo sapevo.
VIDA (al ragazzo) E tu ti sei divertito abbastanza?
JUNIOR TOD Preferisco i Simpson!
Ridono tutti.
S I PA R I O