Non la smettevano mai di cantare
di
Antonio Ianniello
© 2009. Tutti i diritti sono riservati
Personaggi:
Padre
Madre
Figlio
Piccolo Figlio
Suora
Buio.
My Babe di Little Walter.
Si alzano le luci.
Una stanza.
Sulla parete di fondo, e leggermente a sinistra, una piccola finestra con grate e tendine ricamate a mano. Sotto la finestra, un divano a fiori. Alla destra di questo, un piccolo tavolo: sopra ha un vaso di fiori, delle foto in bianco e nero e alcune bottigliette di vetro contenenti insetti sotto formalina. Appesa in alto, un’immagine di un volto di Cristo sanguinante.
Sulla parete laterale di sinistra, una porta e una vecchia cucina con pentole sul fuoco.
Sulla parete laterale di destra, una porta che conduce all’esterno.
Al centro della stanza, un tavolo circolare imbandito. Quattro sedie.
Ai piedi del tavolo, a destra, un ventilatore; a sinistra, appoggiato su uno sgabello, un televisore.
Madre è ai fornelli, prepara il pranzo; rimarrà lì per quasi tutto il tempo.
Padre è seduto sulla sedia a destra; ha una camicia aperta, pantaloncini corti, stivali da cowboy, beve vino.
Figlio è seduto sulla sedia centrale; indossa una giacca di pelle con le frange, suda.
Si abbassa la musica di My Babe.
Un cane abbaia forte.
FIGLIO: Perché non lo sciogliamo?
MADRE: Sì forse dovremmo
PADRE: (beve) È meglio che resta legato
Pausa
FIGLIO: Stanotte non ho dormito
MADRE: Neanche io ho dormito
È il caldo
FIGLIO: Per il cane
PADRE: Non ho sentito niente
FIGLIO: Abbaiava
È tre giorni che abbaia
Io non ho dormito
e se ho dormito
ho sognato tutto il tempo
PADRE: Io non ho sentito niente
MADRE: Tu russavi
PADRE: Io non russo
FIGLIO: Abbaiava
Pensavo che stava sul letto
accanto a me
ad abbaiare
Pausa
Mi sembrava
sentivo
il suo alito
il calore del suo alito
mi appannava gli occhi
Era vicino
Lui urlava
Come se
mi urlava dentro
insieme a tutti
Ogni cosa urlava dentro di me
e mi teneva sveglio
Ero talmente attento a quel suo urlo
che mi sembrava
che stavo per diventare
anche io quella cosa lì
Stavo diventando un urlo
come un urlo (piccola pausa)
Era accanto a me sul letto
vicino alla mia faccia
abbaiava
Ho pensato di ucciderlo
(piccola pausa)
C’era buio
con la luna
Un buio dove vedi
ma non sai cosa vedi
E lui era nella stanza con me
Era notte
ma fuori
c’era luce
era come giorno
ma con la luna al posto del sole ecco
E nella mia stanza c’era anche una donna
con un cappotto blu che piangeva
e io le chiedevo ma perché piangi
Sulla finestra i gerani rossi quelli ci sono anche di giorno
All’improvviso lui ha smesso di abbaiare
mi è venuto vicino
quasi mi bacia
e mi ha detto
il divertente spettacolo che sta per avere inizio
forse non sarà di vostro gradimento
anzi vi farà schifo e di sicuro vorreste non averlo mai visto
ma vi prego di non abbandonare i vostri posti
altrimenti saranno costretti ad ammazzarmi
(piccola pausa)
Questo lo ricordo bene
perché i cani di solito non parlano
Il suo sesso era rigido e rosso
e mi arrivava il suo alito sulla faccia
Una luce mi ha illuminato il corpo
ma da dentro
ero come una lampada accesa io
e allora lui ha spento la sigaretta
ed è andato via
Pausa
MADRE: Anche io non ho dormito
Lunga pausa
PADRE: (guarda fisso Figlio) Sei strano
Pausa
FIGLIO: Vi prego liberiamolo
Sale, piano piano e poi forte forte, ancora My Babe di Little Walter
MADRE: Sì forse dovremmo
PADRE: Poi scappa
e non riusciamo più a riprenderlo
Il guinzaglio è lungo
si può muovere qui nel cortile
Avevamo deciso così no?
MADRE: Sì tanto tempo fa
Ora è diverso
PADRE: Avevamo deciso così
FIGLIO: ma non senti come si lamenta
PADRE: lascialo lamentare tanto tra poco si stanca e la smette
MADRE: (rassegnata) Prima o poi l’orecchio ci si abitua
FIGLIO: È da tre giorni che abbaia
sta male
sta male
PADRE: Non ti preoccupare che non soffre
poi lo sciogliamo
lo lasciamo libero nel cortile
quando lo sciogli corre felice
qui nel cortile
intorno alle piante
corre
corre felice
FIGLIO: Corre in circolo con la lingua di fuori e poi sviene
PADRE: E vuol dire che è felice
è tanto felice che sviene per la felicità
(Pausa. Versa da bere a Figlio)
Bevi
(Pausa)
Dopo mangiato
piantiamo dei fiori
qui davanti
nel giardino
Delle piante
MADRE: Sì sì che bello
PADRE: Un giardino nuovo
Non resiste niente in quel terreno
C’è di tutto lì sotto
e quello che resiste nasce storto
scaviamo
togliamo un po’ di cose
Prendiamo lo spago
dei piccoli pezzi di legno
Un giardino nuovo
(piccola pausa, poi rivolto a Figlio)
Troviamo un posto migliore al cane
MADRE: Ci abbiamo provato tante volte
Vedevamo anche sui libri
che alberi piantare
ma niente
PADRE: C’è di tutto lì sotto
(al figlio) tiravi fuori
di tutto
ricordi?
Ma questa volta ci riusciamo
vedrai che bel giardino
un giardino nuovo
scaviamo
togliamo un po’ di cose
Seminiamo
fiori
alberi
piante
quelle che piacciono a tua madre
MADRE: Sì sì
Le magnolie
che ogni fiore è grande come una mano
Mi piacciono tanto
PADRE: Dopo mangiato
(guarda Figlio, come per testarlo)
che ne dici?
Padre e Madre guardano Figlio.
Figlio si asciuga il sudore.
Pausa. Si sente abbaiare
MADRE: È colpa del nome
non è un nome da cane
FIGLIO: I nomi da cane sono tristi
Posso portargli qualcosa da mangiare?
PADRE: Non ora
Dopo forse
prima mangiamo
Intanto bevi qualcosa
(lo carezza, quasi è uno schiaffo)
un giardino nuovo
che ne dici
(piccola pausa)
L’altro giorno ho dovuto raccogliere la sua merda in giro per tutto il cortile
è meglio che resta legato
puzza di piscio
piscio e merda in giro
per tutto il cortile
lo avevo lasciato libero per un po’
senza guinzaglio
è meglio che sta legato
ho aperto il cancello ed è scappato via
allora l’ho rincorso con la macchina
mi stavo per ammazzare
andavo in giro a urlare il suo nome
La gente pensava che ero pazzo
io urlavo urlavo
con la testa fuori dal finestrino
e lui non si voltava
io urlavo
Hai capito non si voltava
faceva finta di non conoscermi
invece quando gli porto da mangiare
mi lecca
(grida per farsi sentire dal cane)
mezzo cane e mezzo lupo
MADRE: Dobbiamo fare qualcosa povera bestia
FIGLIO: Stanotte io non ho dormito
MADRE: (a Padre) Hai russato forte stanotte lo sai?
Come una caffettiera
Come la nonna quando è morta
Sembrava una caffettiera
o una bacinella
una bacinella che si riempie d’acqua piano piano
(si soffia il naso)
Anche io non sono riuscita a dormire
Ero stesa sul letto
Ho chiuso gli occhi
e facevo finta
stavo così
aspettavo
aspettavo
quando non riesci a dormire
nessuno può aiutarti
FIGLIO: Non ho dormito per colpa del cane
PADRE: Io non russo
FIGLIO: Per il cane
MADRE: Sempre così
Una di queste notti prendo un registratore e ti registro
FIGLIO: Ma io dicevo non riuscivo a dormire per il cane
E poi (s’interrompe)
sentivo anche russare
ogni notte sento russare
ma io dicevo
il cane
e poi (s’interrompe)
PADRE: (ridacchia) Sì sì il cane
(serio) Io non russo
MADRE: (sempre ai fornelli) Fischiavo
fischiavo
ma tu niente
(si gira, ha le guance rosse e fischia)
Ti toccavo con la gamba ma niente
Quando fischio smetti di russare
di solito
Poi per un po’ non hai più respirato
e ho pensato che eri morto
tutte le notti lo penso
Devi farti controllare da un medico lo sai che è pericoloso
mannaggia mannaggia
(Pausa)
La prossima volta ti registro
PADRE: Ma non hai caldo con quella cosa addosso?
Figlio fa cenno di no
Sicuro?
Figlio fa cenno di sì
Toglila
(Pausa)
Mezzo lupo
è un cane lupo
un mezzo cane lupo
(si riferisce alla televisione, arrabbiato)
quando siamo a tavola questa deve essere spenta
MADRE: No ci fa compagnia
Pausa
PADRE: Abbiamo bisogno che qualcuno ci fa compagnia?
MADRE: No (s’interrompe)
PADRE: Siamo in tre
facciamoci compagnia a vicenda.
(Si alza e spegne la TV)
Nessuno parla.
Solo il cane abbaia.
Lunga lunga pausa.
Padre si rialza e va ad accendere la TV
MADRE: (subito) Intanto iniziate a mangiare
(Porta una pentola in tavola e dà un bacio sulla testa a Figlio, che ha lo sguardo basso)
Ho assaggiato
Manca un po’ di sale
Non so più cucinare
(rimane lì a guardarli)
Padre inizia a mangiare
Com’è?
PADRE: Buono
MADRE: (al figlio) non hai fame?
Figlio scuote la testa
Dovresti mangiare qualcosa
Ho assaggiato manca un po’ di sale
non so più cucinare
PADRE: È buono
è buono
MADRE: La nonna sapeva cucinare
(piccola pausa)
mangia qualcosa
non hai fame?
Figlio fa cenno di no.
Pausa
Non so più cucinare
PADRE: È buono
Pausa
MADRE: Ha bisogno di una femmina perciò abbaia
PADRE: Abbiamo deciso che deve restare legato
Ora mangiamo (riprende a mangiare)
Lo avevamo deciso, no?
è per il suo bene
Se esce sappiamo cosa gli può succedere
Io ho visto cosa gli può succedere
è meglio per lui
tra poco la smette
(si alza, va al piccolo tavolo, prende una bottiglietta di vetro contenente uno scarabeo sotto formalina, lo porta a tavola)
e se non la smette
lo chiudo qui dentro (ride con gusto)
guarda
Guarda qua
Guarda Roger
Non come quello
Roger
è un rinoceronte selvaggio
piccolo ma coraggioso
con quel corno
è diverso
da tutti gli altri
(scuote la bottiglietta di vetro e ci gioca)
Quando scappavamo dai cacciatori nel bosco
io te e Roger
a pescare con le mani al fiume (piccola pausa)
Il tuo primo giorno di scuola
nascosto nello zaino
Non come quello
(grida per farsi sentire dal cane) mezzo cane e mezzo lupo
(canticchia) Roger il Piccolo Scarabeo Rinoceronte
non fugge resta chiuso nella botte (s’interrompe)
Guarda com’è bello (torna a mangiare)
FIGLIO: (tra sé) Non è bello è morto
PADRE: (lo guarda smarrito) Che dici?
Con chi stai parlando?
(piccola pausa)
Che vuol dire non è bello?
Figlio si asciuga il sudore
MADRE: Per favore non portare questa roba a tavola mentre mangiamo
mannaggia mannaggia
PADRE: Lo sto mostrando a lui
Che vuol dire?
Al fiume io te e Roger
con le mani
FIGLIO: È da tanto che non andiamo al fiume
Piccola pausa
PADRE: Ci torneremo presto
al fiume (piccola pausa)
A pescare con le mani
A raccogliere le pietre lisce lisce
A tagliare la testa ai rospi con la falce
Io te e Roger
Ci torneremo ci torneremo
(Pausa. Sussurra la filastrocca)
Roger il Piccolo Scarabeo Rinoceronte
Non fugge
Resta chiuso nella botte
Figlio si asciuga il sudore.
Padre lo guarda con diffidenza.
Pausa
Sei strano
sei sempre più stano in questi giorni
Vestito in questo modo
che devi fare
Non hai caldo?
Figlio fa cenno di no
Sicuro?
Figlio fa cenno di sì
Toglila
(Pausa)
Dopo mangiato andiamo al fiume
(piccola pausa)
andiamo?
Andiamo tutti insieme
raccogliamo le pietre quelle piatte
e le facciamo saltare sull’acqua
i vetri di bottiglia
Prendiamo i pesci gatto
Andiamo?
Pausa.
Madre e Padre guardano Figlio
FIGLIO: Io ho deciso
Pausa
PADRE: (lo guarda fisso) Hai deciso?
Cosa hai deciso?
Pausa
FIGLIO: Suonerò in una band
Lunga pausa.
Il cane abbaia forte, sembra strozzarsi.
Di nuovo My babe di Little Walter
PADRE: Tu?
Figlio guarda a lungo Madre, poi guarda Padre e fa cenno di sì.
Padre lo guarda a lungo diffidente
Una rock band
FIGLIO: Sì
PADRE: Non sai suonare
Non sai cantare
(Pausa)
Sei strano
da un po’ di giorni sei strano
(continua a guardarlo. Cambia umore) Bevi
bevi un po’ di vino allora
Brindiamo
FIGLIO: A cosa vuoi brindare
PADRE: Alla nostra band (alza il calice da solo)
Alla nostra band
(ancora My babe, fortissima)
FIGLIO: No non mi va di bere
PADRE: Ma devi
Dobbiamo brindare (lo carezza, quasi è uno schiaffo)
dobbiamo brindare alla nostra band
Ti insegnerò io
ti insegnerò a cantare e a ballare
MADRE: Mannaggia mannaggia
Non la posso sentire più quella povera bestia che abbaia
Lo vogliamo liberare per un po’?
PADRE: Fra poco si stanca e la smette
Tante cose posso insegnarti
e se non la smette l’orecchio ci si abitua prima o poi
non dategli retta
La nostra band
(beve. Pausa)
Una volta è riuscito a fuggire
ed è tornato dopo più di due settimane
magro e sporco
con un taglio sotto il collo
aveva combattuto
ed era quasi morto quando è tornato qui
forse era stato investito
zoppicava
sanguinava
aveva i capelli pieni di sangue
era ricoperto di sangue
e piangeva
si trascinava con i piedi
mi chiamava
era qui davanti e chiedeva di entrare
io niente
l’ho lasciato lì a lamentarsi e a piangere
per un paio di giorni
e poi l’ho fatto entrare
Ora lascialo abbaiare
tra poco si stanca e smette
e se non smette l’orecchio ci si abitua
(My babe ancora più forte)
FIGLIO: Non smette
è da tre giorni che fa così
stanotte non ho dormito
PADRE: (ridacchia) Sì sì
Tanto tra poco si stanca
Il cane abbaia forte, sembra strozzarsi e poi smette.
Pausa.
Figlio fa per alzarsi. Padre lo trattiene
Non preoccuparti
(va verso la finestra, guarda fuori, ritorna a sedersi)
è svenuto
respira ancora
ha le costole che si alzano ed abbassano quindi è vivo
respira
Niente di grave non preoccuparti
Forse il caldo
Forse la fune forse
(piccola pausa, poi veloce)
Si è quasi impiccato con la fune
(Pausa)
Ma forse è il caldo
FIGLIO: (si alza dal tavolo) Vado a liberarlo
PADRE: (si alza, lo ostacola) Non preoccuparti sta bene
Ora mangiamo che si fredda tutto
Dobbiamo parlare
dobbiamo parlare della nostra band
FIGLIO: Fammi andare
PADRE: Resta qui
FIGLIO: (più forte) Fammi andare
Lottano in silenzio
MADRE: (sempre di spalle, non si accorge della lotta) Il nonno aveva una voce bellissima e sapeva leggere la musica
mi sarebbe piaciuto saper leggere il pentagramma
Suonava anche qualche strumento il nonno
la nonna me lo raccontava sempre
il pianoforte
suonava il pianoforte
che bello
deve esserci qualche foto di lui che suona
no (piccola pausa)
non suonava il pianoforte
La lotta continua silenziosa alle sue spalle. Dopo un po’ Padre costringe Figlio a sedersi
PADRE: Io prima di sposare tua madre avevo una voce
chiedi a lei
sapevo anche ballare
Ecco cosa faremo io e te
Ti insegnerò a ballare e a cantare
posso insegnarti io sono bravo lo sai
Chiedi a tua madre
Avrei potuto farlo io il cantante ma
Ci mettiamo qui
io e te
una bottiglia di vino
e cantiamo e balliamo
Io ne sono capace
non puoi immaginare nemmeno un po’ quanto sono bravo
non ci credi?
Figlio fa cenno di sì
Non ci credi
(beve un bel sorso. Si alza, inizia a cantare La tremarella di Edoardo Vianello, fa un paio di mosse, si ferma un attimo. Beve ancora, un altro paio di mosse ben eseguite poi si siede e beve, guarda Figlio e sorride)
Posso insegnarti
Ero un gran ballerino
Visto
Potevo diventare un ballerino professionista
Poi sei nato tu
Madre si soffia il naso.
Il cane ricomincia ad abbaiare
FIGLIO: Vado a portargli qualcosa da mangiare
PADRE: (lo prede per un braccio, e sottovoce) così si raffredda
con tutto la grazia di Dio che ti ha cucinato
falla felice mangia qualcosa
vai via e fai raffreddare tutto
vedi quanta roba
Non mangi
vuoi che si butta
Ma che sei diventato
bevi un po’
bevi
la vita è breve e insopportabile è meglio godersela
bevi
e mangia che si raffredda
MADRE: Mangia mangia
FIGLIO: non ho fame
MADRE (le cade un piatto dalle mani) Oh
Mi è caduto un piatto
che peccato
No proprio questo
Quanto mi dispiace
Mannaggia mannaggia
che peccato
che peccato
proprio questo
(raccoglie i cocci)
Lunga pausa.
Figlio si asciuga il sudore.
Ancora pausa
PADRE: Ma sei sicuro che non hai caldo?
Toglila
Dai toglila
(gli afferra la manica e Figlio con uno strattone si libera dalla presa. Padre lo fissa a lungo)
quanto sei strano
(Pausa)
Bevi un po’ almeno
FIGLIO: Vado a portare da mangiare al cane così la smette di abbaiare
PADRE: Lascialo abbaiare
Adesso la smette
è un cane è normale che abbaia
I cani abbaiano
bevi bevi un po’ santiddio che mi sembri sempre tanto strano
FIGLIO: Non sono strano
(più forte) Sembra che si sta strozzando
PADRE: Lascialo abbaiare
Pausa
MADRE: non mangi nulla?
FIGLIO: Non ho fame
(più forte) Non ho fame
PADRE: Vedi che non stai bene
lo sapevo
Non mangi non bevi
MADRE: Non ti piace?
Non sono più capace
Non so più cucinare
Rompo i piatti
La nonna era tanto brava a cucinare
forse è il caldo
il cane
il cane che abbaia mi mette paura
Quando ci fu il terremoto il cane abbaiava
Perché loro lo sentono prima
Sentono tutto prima
Fatelo smettere vi prego
Anche quando è morta la nonna abbaiava
E lei mi guardava
perché sapeva
Si teneva aggrappata a me
ogni respiro lei si stringeva più forte
Mi guardava come da in fondo a un pozzo
E gridava di non lasciarla andare
E piano piano affogava
Nessuno poteva sentirla ma io sì
(piccola pausa)
Il cane abbaiava
(piccola pausa)
Ed è morta
Pausa.
Si sentono arrivare dei passi.
Silenzio.
Suona il campanello.
Si guardano.
Pausa.
Suona ancora.
Pausa.
Suona ancora.
Madre va verso la porta a destra ad aprire.
Apre, fa due passi indietro e resta rivolta verso la porta.
Appare una suora, tutta vestita di nero.
Resta all’ingresso.
Pausa
SUORA: Non è successo niente
Non è niente di grave
vostro figlio in pausa stava correndo e ha battuto la testa
Correva all’indietro
Glielo dico sempre che è pericoloso correre all’indietro
Ma a lui piace
chissà cosa ci trova di divertente
Entra Piccolo Figlio, vestito con un grembiulino bianco e grosse scarpe nere.
Tiene una mano premuta sulla testa per tamponarsi la ferita.
Suora scosta la mano, alza la benda e mostra la ferita alla famiglia riunitasi intorno a lui.
Non è nulla di grave
ma piangeva così forte e allora l’ho riportato a casa
È un graffio
non si è fatto nulla
Buon appetito
(esce)
Si sentono i suoi passi che si allontanano.
I tre restano immobili attorno a Piccolo Figlio, che ha sempre la mano premuta sulla testa.
Lunga pausa
MADRE: (va lentamente verso la cucina, prende qualcosa e di spalle lo annusa un po’. Infine, sottovoce) Mannaggia mannaggia
PADRE: (urla) Ma chi ti ha insegnato a correre all’indietro?
Hai visto mai qualcuno correre all’indietro?
I gamberi corrono all’indietro
Sei un gambero tu?
Sei un gambero?
In avanti si corre
vedi cosa ti sei fatto
meno male che non è nulla di grave
FIGLIO: Nulla di grave (s’interrompe)
Ci ha riportato mio fratello rotto
e pensa che noi non ce ne siamo accorti
È una ferita profonda
Avete visto?
E non le abbiamo detto nulla
Avremmo dovuto dirle qualcosa
Pensa di poterci ingannare così
Voi forse ma
io no io no
me ne sono accorto io
Lo sa che mio fratello si è rotto
ma ha fatto finta che non è nulla di grave
Fate qualcosa
facciamo qualcosa
dovremmo fare qualcosa
qualcosa
PADRE: Non è nulla di grave
FIGLIO: Ma avete visto?
PADRE: Lui non piange
La ferita è piccola guarisce in poco tempo
e lui non piange
vuol dire che non gli fa male
prima piangeva adesso non piange
se non piange vuol dire che non gli fa male
Ora mangiamo in pace
FIGLIO: Ma come faccio?
MADRE: (a Figlio) Mangia qualcosa
(prende un bicchiere d’acqua e lo porta a Piccolo Figlio, lo aiuta a bere. D’ora in avanti lo terrà continuamente per una mano e, di tanto in tanto, gli porterà del cibo alla bocca)
Non è nulla di grave non preoccuparti mannaggia mannaggia
Il nonno la conosceva la musica e la sapeva leggere la musica
Il pentagramma
ogni sabato partiva col treno e andava in città a vedere l’opera
A lui sì che piaceva la musica
(si soffia il naso)
PADRE: (a Madre) Ma lui dice così tanto per dire
Non ti preoccupare (carezza Figlio, quasi è uno schiaffo)
Vero
La band
Vero che dici così tanto per dire
FIGLIO: ora vado
vado e lo libero
Oppure gli porto qualcosa da mangiare così la smette
gli allento la fune
PADRE: È meglio che rimane legato
Vedi cosa succede?
vedi? (indica Piccolo Figlio)
Poi va in giro
Merda e piscio dappertutto
e le zecche
ne ho uccisa una davanti alla porta
l’ho schiacciata
È uscito tanto di quel sangue
Come fa a esserci tanto sangue
In una cosa così piccola tanto sangue?
(piccola pausa)
mangia che dopo andiamo al fiume
Pausa. Si sente abbaiare forte
FIGLIO: In città
suonare in una band
con un gruppo mio (piccola pausa)
in città
perché solo lì
in città (piccola pausa)
E lì inizierò a suonare
MADRE: Ma non la conosci
la musica
FIGLIO: Imparerò
MADRE: È difficile.
PADRE: In città?
FIGLIO: (guarda a lungo la madre poi a Padre) In città
(Pausa. Si asciuga il sudore)
in città
PADRE: La città
(Pausa)
sono stato in città una volta
ti ci posso portare io
(piccola pausa)
tanto non ti piacerà
FIGLIO: Perché?
PADRE: Io ti conosco bene
non ti piacerà
Quella volta che ci sono stato pioveva forte
e un auto stava per ammazzarmi
correva
stava per ammazzarci a me e a te
a me e a te
ti tenevo per la mano ed eri piccolo piccolo
mi ricordo
avevi detto che brutto questo posto e piangevi
piangevi e tremavi
eri spaventato
ti ho preso e ti ho stretto
eri caldo
sudato
sembrava che qualche animale
sembrava
che una specie di uccello
come un uccello
batteva le ali dentro al tuo petto
come delle ali sembrava
di un uccello piccolo però
e i capelli erano umidi sulla fronte
appiccicati
e mi guardavi come se
mi chiedevi se era normale
avere paura
me lo chiedevi con gli occhi
se era normale avere paura
non lo capivi
volevi essere stretto
e mi dicevi che odoravo di cuscino
di cuscino
(sorride, poi beve. Pausa)
Non sai quante volte sono stato in città
Tantissime volte
e ho degli amici lì
se vuoi te li presento ma non credo ti piaceranno
(Lunga pausa)
Dopo mangiato ti porto al bosco
Io te e Roger (scuote la bottiglietta di vetro)
Andiamo tutti insieme
Andiamo a costruire le case di legno
A rompere le tane delle volpi
A schiacciare la testa alle vipere con i bastoni di legno
Possiamo
Che ne dici?
(canticchia) Roger il Piccolo Scarabeo Rinoceronte
non fugge resta chiuso nella botte
(assieme a Madre, guarda fisso Figlio)
Potrei insegnarti io
La città
Lo so non ti piacerà
lo so
Sono sicuro che non ti piacerà
Ha deciso
Mio figlio ha deciso
In città in città
Io avrei potuto fare il cantante
ma poi sei nato tu
e allora niente più canti e niente più balli
Ero bello ero tanto bello
Chiedi a tua madre
Qui intorno tutte
Tutte
Non ne ho lasciata una
Io potrei insegnarti a cantare e a ballare come nessun altro
Ha deciso
(Pausa)
Perché vuoi andare in città?
Pausa
FIGLIO: (tra sé) È bella la città
Di sicuro è bella
Potrei diventare qualcuno lì
PADRE: Ma con chi stai parlando?
FIGLIO: È bella la città
Potrei diventare qualcuno
PADRE: (ridacchia) Sì
FIGLIO: Qualcuno che
Qualcuno
Potrei fare
PADRE: Cosa?
FIGLIO: Diventerò
PADRE: Cosa vuoi fare?
FIGLIO: Potrei diventare
PADRE: Cosa?
FIGLIO: Diventare qualcuno
Qualcuno (piccola pausa, poi veloce)
suonare
Comprare giacche di pelle
imparare a ballare
mettere dei pantaloni colorati e delle scarpe con la punta di ferro
Pausa.
Tutti guardano Figlio
Camminare
Camminare per strada
Seguendo un ritmo
Per strada
Con un ritmo
Capite?
Pausa
PADRE: Cosa vuoi fare?
FIGLIO: (si asciuga il sudore) In città
Camminare per strada con un ritmo
Con i pugni stretti
Ballare (piccola pausa)
suonare cantare tutte le cose insieme
cantare
indossare occhiali da sole
anche se il sole non c’è
camminare per la strada e guardare le ragazze
camminare
PADRE: Cosa vuoi fare?
FIGLIO: Camminare per strada
Salutare gli amici
(piccola pausa)
cantare
PADRE: Canta e balla per me
FIGLIO: No
PADRE: Canta e balla per tuo padre e tua madre
FIGLIO: No no
PADRE: Per tuo padre e tua madre
Facci vedere
Facci vedere
MADRE: Sarebbe bello
(piccola pausa)
sarebbe bello
FIGLIO: No
Lunga pausa.
Tutti restano a guardarlo.
Figlio si alza, inizia a cantare Il ragazzo col ciuffo di Little Tony.
Prima piano e in seguito forte, inizia a ballare e fa le mosse giuste.
Ora anche Padre si alza e canta con lui: canta più forte, quasi copre la voce di Figlio e balla; dà il ritmo con gli stivali e agita Roger come una maraca.
Madre batte il ritmo con le mani. Piccolo Figlio è ancora immobile accanto a lei, con una mano premuta sulla testa.
Sembra una festa ma nessuno si diverte.
Figlio sembra esibirsi per un’enorme platea, balla con rabbia; finché, stremato, fa un gran sospiro, si ferma e si siede. Si aggiusta la giacca; beve un bicchiere di vino.
Padre continua a cantare ancora per un po’, finché si ferma.
Madre continua a battere le mani a tempo, da sola. Batte il tempo: tutto è finito, ma lei continua a farlo; dopo un po’ rallenta, si accorge che è rimasta da sola e inizia ad applaudire
PADRE: (alza un bicchiere) Brindiamo
FIGLIO: A cosa vuoi brindare?
PADRE: Alla nostra band
FIGLIO: No non mi va
MADRE: (continuando ad applaudire) Che bello
Che bello
Non ti è piaciuto?
Avrei dovuto registrarvi
Che peccato
Avrei dovuto registrarvi
Mannaggia mannaggia
Quanto mi dispiace
avrei dovuto
Visto che bello
Che bello
È stato bellissimo
Che bravi
Che bravi
PADRE: Io posso insegnarti
Visto
(piccola pausa)
Posso insegnarti a ballare e a cantare
Allora?
(Piccola pausa)
Ti insegno io
(fissa Figlio. Si versa del vino e beve. Continua a fissarlo)
Allora?
Ti posso insegnare io
(tiene lo sguardo fisso su di lui)
Pausa
FIGLIO: (beve per nascondere i suoi occhi) Posso andare a scioglierlo?
Padre abbassa nervoso lo sguardo sul piatto e mangia; fa rumore.
Madre si soffia il naso.
Padre mangia.
Madre è ai fornelli.
Padre inizia a strozzarsi, diventa rosso rosso, sputa.
Figlio, Madre e Piccolo Figlio sono attorno a lui immobili
MADRE: (monotona) È un attacco di cuore
È un attacco di cuore
Si sta strozzando
Si sta strozzando
Guarda su guarda su
Mannaggia mannaggia
Guarda su guarda su
Muore così
davanti agli occhi del figlio
proprio davanti agli occhi del figlio
Muore così
muore così
muore muore
Dio mio
muore muore
PADRE: (mette una mano in gola e inizia a tirare. Tira fuori una spina, la impugna e la punta verso Figlio come una spada) Non ci vuole niente e arriva e ti porta via
Stavo per morire
Ero lì lì
Visto quanto ci è mancato poco
Non ci vuole niente e arriva e ti porta via
Così
Ti porta via
Finito
finito tutto
Stavi per vedere tuo padre morire
Pausa
FIGLIO: Vado
Madre ritorna ai fornelli.
Padre ricomincia a strozzarsi. È rosso rosso.
Figlio, Madre e Piccolo Figlio lo circondano
MADRE: No questa volta non si sta strozzando
bestemmia
È nervoso
Vedi gli tremano le mani
come quando passa il tosaerba
È nervoso
mannaggia mannaggia
PADRE: (prende Figlio per la giacca e lo scuote violentemente) Ci sono stato tante volte
in città
Si finisce sempre per essere ammazzati in città
l’ho visto alla televisione
Tutti i miei amici che abitano lì vogliono venire da queste parti
Non c’è nessuna band per te in città
Ma che vuoi fare?
Così
Un giorno mio figlio arriva e vuole fare (s’interrompe, lascia la presa)
Figlio si riaggiusta la giacca
Mette le giacche
fa caldo
e suda
è strano
fa caldo
e suda
Le scarpe con la punta di ferro
dice cose
La punta di ferro
È strano
(piccola pausa)
ho visto sai
non sai cantare
no no mi dispiace
non lo sai fare
no
non lo sai fare
no
no
no
Io
io ti insegnerò a cantare e a ballare
potevo fare il cantante
Ho una gran voce io
Ed ero anche bello
Chiedi a tua madre
Qui intorno tutte
Tutte
Neanche una ne ho lasciata
Un ballerino professionista
potevo diventare
Ero bello tanto bello
Hai sentito che voce
(sussurra)
Io lo so
So cosa pensi
Credimi
Io e te insieme
Qui
Io posso insegnarti delle cose
Io e te insieme
MADRE: (continua a imboccare Piccolo Figlio) Ma non andrà da nessuna parte
vero che non te ne andrai da nessuna parte
lui resterà qui mannaggia mannaggia
PADRE: Ora l’orecchio ci si abitua
Togliti questa giacca
che devi fare con questa giacca
FIGLIO: Mi piace mi sta bene
Non posso più sentirlo quel cane urlare
È da troppo tempo che urla
Mi piace la giacca
Mi piace
PADRE: Come sei strano figlio mio
Come sei diventato strano
FIGLIO: Che c’è di strano?
Mi piace
Mi piace (alza la voce)
Mi sta bene
Mi piace
MADRE: Liberiamo il cane per un paio di ore
Mi fa male la testa
anche a me
se non la smette (s’interrompe)
Vi prego fate qualcosa oppure vado io
lasciamolo libero per un po’
sciogliamolo
forse dovremmo fargli incontrare una cagna
e lasciarli soli
lui e la cagna
lì
da soli
oppure libero nel cortile
girerà su se stesso
poi sviene e lo leghiamo di nuovo
almeno staremo in pace per un po’ di tempo
forse dovremmo fare come faceva la nonna
prendeva i gatti
e li chiudeva nel forno a legna acceso
e per essere sicura che non scappavano gli metteva le fascine davanti
e così ne ha uccisi di gatti randagi che stavano dappertutto
urlavano piangevano
uno però una volta riuscì ad arrampicarsi per il comignolo e scappò via
con la coda che bruciava come un cerino
che strano che era
che animali strani che sono mi fanno paura
(prende Figlio per un braccio e sussurra)
Ha detto che ti insegnerà lui a cantare a ballare
Hai visto che bello prima?
Avrei dovuto registrarvi
Ti accompagna lui in città
e poi tornate
e vi preparo qualcosa di buono
non sei contento?
(Pausa. Gli dà un bacio in testa, prende il fazzoletto arrotolato nella manica della maglia e si soffia il naso per una, per due, per tre volte, si gira e va ai fornelli dove prepara il caffè)
sciogliamolo vi prego
PADRE: Stai tranquilla
Ora la smette
e se non la smette l’orecchio ci si abitua
fra poco sembrerà di non sentirlo più vedrai
MADRE: Mangia qualcosa che ne hai bisogno
(sussurra) mangia
non ti piace
Mangia ti prego
Che ne hai bisogno
(Pausa)
Mannaggia (scuote la testa)
PADRE: Bevi un po’
(più forte) bevi un po’
(più forte ancora) bevi un po’
(gli spinge forte il bicchiere, pieno di vino, sul petto. Restano così e si guardano)
Pausa
FIGLIO: Vado a portargli qualcosa da mangiare
(si alza, sembra volere uscire. Sviene, piccola pausa. Rimane steso a terra, piccola pausa)
Vedo bianco
Mi sembra
mi sembra che le cose mi cadono addosso
tutte le cose sono pesanti e mi vengono addosso
tutte
sto morendo
Così si muore
(mette una mano sul petto e – sempre da terra – sente il battito)
Si muore cosi
Che strano morire
proprio strano
pensavo fosse diverso
Non mi guardate
Ho sempre pregato di morire prima di voi
ed eccoci qui
ho fatto prima io (resta a terra a guardare il soffitto)
Non mi guardate
ho sempre pregato di morire da solo
perché non voglio essere guardato mentre muoio
Voltatevi
Andate via
Lasciatemi solo
Non mi guardate
È una cosa mia
Sto morendo?
Dio mio sto morendo
sto morendo
Così giovane
Mi dispiace
Cosa bisogna fare in questi momenti
la nonna che ha fatto
Devo pregare
Se prego e piango insieme fa più effetto
andate via e lasciatemi morire da solo
Le vostre facce mi fanno paura
sono le vostre facce che mi fanno paura
(perde i sensi. Piccola pausa. Tutti gli sono attorno. Ancora da terra, mette le mani sulla faccia fa lunghi respiri e, lentamente)
è il cane
non mi lascia dormire quel cane
sono tre giorni che non la smette
in città cantare ballare suonare tutto insieme
(piccola pausa. Respira forte)
forse
non muoio più
(grande respiro)
non muoio più
giuro che non muoio
(si alza, resta in piedi con una mano sul petto per controllare i battiti)
Pausa
PADRE: Mi lasci bere da solo
Non andiamo più al fiume
Allora vattene
vattene via
Non ci andremo
vattene
Sto diventando vecchio e tu mi lasci qui da solo
(beve un altro bel sorso e poi, lentamente)
bevi un po’ di vino che ti dà la felicità
(scosta con violenza la bottiglietta di vetro contenente Roger, poggia la testa sul tavolo, inizia a canticchiare)
Roger il Piccolo Scarabeo Rinoceronte
Non fugge resta chiuso nella botte
(dopo poco russa)
Pausa.
Madre si soffia il naso
FIGLIO: Vado
MADRE: Stai bene?
Figlio fa cenno di sì
MADRE: (lo guarda a lungo) Sì vai
(piccola pausa)
vuoi un po’ di caffè?
FIGLIO: Sì
Madre prende il caffè, lo versa in una tazzina aggiunge un cucchiaino di zucchero che lentamente gira, gira, gira.
Porge a Figlio la tazzina di caffè.
Figlio beve.
Lentamente.
Silenzio.
Madre si avvicina. Gli porge un grosso pacco e un sacchetto contenente gran parte di ciò che ha cucinato. Gli dà un bacio sulla testa. Restano fermi per un po’.
Padre russa.
Il cane abbaia forte forte.
Figlio si aggiusta la giacca, si inumidisce la punta delle dita con la lingua, pulisce la punta delle scarpe, si alza, passa accanto a Piccolo Figlio, gli sussurra qualcosa all’orecchio e gli dà un bacio in testa.
Esce.
Si sentono i suoi passi che si allontanano.
Pausa.
Il cane non abbaia più.
Un cancelletto si apre e si richiude.
Madre si avvicina alla finestra e guarda fuori.
Pausa.
Madre si soffia il naso e poi attorciglia il fazzoletto e lo rimette nella manica.
Resta alla finestra a guardare.
Mentre la stanza piano piano va in buio, si percepisce appena che Piccolo Figlio si alza in volo, vola in alto.
Sale una musica: Viva Las Vegas di Elvis Presley.
Buio