L'isola

di

Carlo Giarletta

Scena unica
Un open space. Sulla parete in fondo, una gigantografia di spiaggia tropicale con mare e vegetazione; in prospettiva, un tabellone bianco con su scritte a stampatello maiuscolo le parole “cirrus, stratus, nimbus, cumulus, fluxus”. A sinistra, vicino al proscenio, un grosso copertone di camion colorato di bianco con un oblò di nave incorporato nel mezzo e due piccoli remi agganciati. Al centro, un carrello per la spesa ed una specie di tenda mongola che ha pareti di tela ed all’interno un tappeto ed una stuoia. A destra, un portaoggetti in bambù sul quale è posato un televisore.
Entra Vito Acconci. E’ alto e magro, sui quarant’anni. Ha capelli lunghi,
castani ed occhi scuri. Indossa una t-shirt bianca a maniche lunghe, dei pan-
taloncini corti chiari tipo bermuda e delle scarpe da trekking con dei cal-
zettoni dello stesso colore dei pantaloni. La sua andatura è lenta, studiata.
Prende i remi, siede a terra e mima l’azione di un vogatore.
VITO Dopo l’approdo sull’isola raccogliamo le idee di sostentamento…
(entra nel carrello e siede all’interno dello stesso) Un mercato di spesa
comodo, senza scossoni, trend negativi e bolle speculative.
Arriva Lucy Ortia, un’americana di trentaquattro anni, capelli biondi
a caschetto, di statura media. Ha i lineamenti molto fini ed i suoi occhi chiari, molto vivi, esaltano uno sguardo che, a seconda delle circostanze, sa essere dolce e penetrante. Veste con un abito lungo, scollato, a fiori, molto primaverile ed è scalza.
LUCY (briosa) Vito, dietro la parete di palmizi ho visto il tuo arrivo.
Ti sei appallottolato come un bradipo al calore del sole. Non è stupendo
tutto questo?! Cool dick!
VITO (mette una mano sul viso) Mi aspettavi con le strisce, in questo mera-
viglioso e rumoroso mondo.
LUCY La vegetazione ci filtra memorie ed immagini attraverso tante dolci e
care spie.
L’uomo si agita e cade a terra col carrello. Striscia ai piedi della donna.
VITO Quelle spie sono preziose e abili, io no…Non riesco a disincagliare
l’imbarcazione della mente dalle secche della deraison! (abbraccia le
gambe della compagna) Perché?! Perché?!
LUCY (accarezzandolo) Non crucciarti, sono soltanto transitorie defaillances
delle sinapsi…Il tuo brain stream riprende dopo il passaggio.
VITO Guardami, sembro catatonico.
LUCY No, Vito, no! Disperdi la cortina di nebbia, da te emana un lucore più
intenso! Entra in me e succhia la mia linfa!
VITO (più calmo) Sei la salvezza delle mie prospettive.
La donna improvvisa un passo di danza, si spoglia e fa roteare il vestito.
LUCY (getta via l’abito) Lancia il tuo genio con dei pugnali volanti!
Vito annusa la veste di lei con voluttà. Poi accosta il viso a quello di Lucy.
VITO Vedo l’ammirazione dei miei occhi nei tuoi occhi. Sono grato alla prima-
vera che indossi due volte.
Lei ride di gioia, prende l’abito che le porge l’altro, si riveste e accende il
televisore. Va in onda un video di una performer giapponese che indossa un ki-
mono bianco e cammina in un bosco.
LUCY Mi ha ispirato Mariko. Mostra gli stimoli cerebrali trasformati in imma-
gini fluttuanti nell’aria.
VITO Valido l’happening!
LUCY (a mani giunte) Lei non tornerà presto a prendere il thè.
VITO Assenza che accresce l’attesa della sua presenza.
LUCY (spegne il televisore) Non è andata via, la sento sfiorare la sabbia.
VITO E’ diafana tra templi e pagode, fa zampillare orgasmi nella mente.
LUCY Adesso occorre pensare agli ospiti.
Rumore del mare in crescendo. Una voce fuori campo ripeterà fino alla con-
clusione della rappresentazione, a intervalli di tempo variabili e in maniera che diventerà ossessiva le parole “cirro, strato, nembo, ammasso di nubi, flusso e riflusso ruggente”.
VITO Ordiniamo al capanno di Takashi tempura, sushi e sake. Per dolce,
budino di sangue d’anatra crudo. (scherzoso) E al mondo non c’è niente
come il suo sugo di serpente!
LUCY Sì, è un’ottima soluzione. Ci portano tutto su nuvole di rondine.
VITO L’ultima volta lo Zittel e il Rakowitz hanno gradito molto.
LUCY Anche la Papadimitriou, non ricordi?
VITO (evasivo) Ah, sì?...Non ci pensavo.
LUCY E’ global food coming soon. Piace…(la voce le trema) Certo che piace.
VITO Dovrei ricordare la strada, vado io a tracciare i segni sul notebook?
LUCY (si agita e urla) Vai, caro, vai, vaai! Attento! Aah, l’angoscia del mare!
VITO (le prende le mani) Cara, datti una calmata! Sembri una banshee!
LUCY (guarda in alto e intorno a sé) L’inquietudine mi prende in ostaggio…
Divento vulnerabile quando entro in questo stato…Ascolta, ascolta l’acqua!
Il mugghiare sbocca sangue dall’anima!
VITO Il tuo analista ti ha fatto raccontare nascita e vita…Non ha mai consi-
gliato di prestare orecchio a cupe veterosirene schizzate dal mare.
LUCY (triste) Una volta gli ho balbettato che ti vedevo morire.
VITO (con dolcezza) Era soltanto un sogno. Rilassati.
LUCY La tua fine era preceduta dal rombo del Pacifico infuriato.
VITO (c.s.) L’oceano ci culla troppe volte per essere crudele. Ascoltami, sono
artigiano di un canto, lanciato come un ponte verso il tuo mistero femminino.
Pausa.
LUCY (più serena) Sì, è il quinto asso da giocare. Vedo più chiaro se riesco ad
aprire la porta chiusa in fondo a me.
VITO Quando hai creato le giacche a vento proiettate in sacchi a pelo, sei
venuta fuori al meglio.
LUCY (emozionata) Amo quelle estensioni di rifugi da bivacco! Così ho spa-
lancato l’uscio finale!
VITO (le mette le mani sul seno) Il flusso della tua energia è sballo paradisiaco.
LUCY (ansima di piacere) Ah, ah, sì, sì! Dai lo stretching al top orgasmico!
VITO E il mio piacere supera la cresta delle onde.
Si abbracciano. L’uomo poi si allontana per uscire.
LUCY Senza di te, I’m blue. Sono un guscio di frutto di mare vuoto.
VITO (uscendo) Il corpo è un container-feticcio. Mi palpita l’anima, accoccolata
nel tuo grembo.
Voci di gabbiani. La donna entra nella tenda, ne verifica l’interno poi ritorna
sul palcoscenico. Mette le mani sulla ruota, la accarezza, prende un remo, lo
stringe al petto se lo mette in mezzo alle gambe e infine lo getta via.
LUCY (al pubblico) Gli oggetti parlano. Il linguaggio è la proiezione dei pen-
sieri di chi li incontra e sa di possederli. Un giorno camminavo da sola
su questo fazzoletto di terraferma, curiosavo, esploravo me stessa nel
percorso. Ad un certo punto vidi in un anfratto tra le rocce dell’acqua
che scorreva. Limpida e perentoria nella discesa…Entrai…entrai in una
condizione di rapimento, la mia lingua fu attratta da un risucchio irresisti-
bile, leccò avida il flusso…La voce del liquido era il riflesso della mia mente…
(guarda in alto) Oggi il sole è schivo, sembra che cerchi di ritirarsi fino al
profondo blu delle caverne del cielo. Prenota spazio alle nuvole precedenti
la tempesta, shadows, get out from my head! (sul proscenio, a braccia larghe)
Sono una tossica che si fa di lui! Ricorro a dei nuovi pretesti, ritocco costanti
ragioni, rispolvero vecchie storie. Tutto ed oltre, per tenerlo avvinto in una
travolgente sensazione di libertà…(mani tese al pubblico) Adesso vogliamo
giocare ad un gioco something stupid? Intervista per la Ortia, eh, ci state
dentro a cogliere battute ribattute? (ridendo) Oh, dear, non chiedo al
giornalista sé è embedded o free lance. Me ne sbatto. Gli dichiaro il mio
credo, più forte di quello di un Rastafari…(si sposta da una parte all’altra
per interpretare due ruoli)
LUCY-INTERVISTATRICE Le sue idee nascono dalla solitudine o vengono
fuori se lei fa parte di un’equipe?
LUCY-INTERVISTATA Le idee vengono portate per mano dai sogni e dal-
l’amore che sembra irreale.
INTERVISTATRICE Dunque la realtà non le smuove niente?
INTERVISTATA L’unica che conosce lei no.
INTERVISTATRICE E quale sarebbe?
INTERVISTATA La realtà prosaica. Non è un modo per andare lontano…
Mi sento un tulipano e il mio uomo è la goccia di pioggia che mi schiocca
dentro nella stagione secca.
INTERVISTATRICE Non si rimpicciolisca dietro una dichiarazione d’amore.
Lei rappresenta ben altro, è molto quotata.
INTERVISTATA (ride) Ah, ah, ah, stai a vedere che adesso qualche
decerebrato mi crea un account per farmi diventare la calcomania di
una golden share!
INTERVISTATRICE Lei ha il dono dell’ironia. Io intendevo dire che le sue
opere non sono adatte al consumo di massa.
INTERVISTATA Vedo che è in sovreccitazione e mette in tiro degli slogan.
Passa dall’espresso al crack?....(Pausa.)
LUCY L’intervista si chiuderebbe così, per manifesta inferiorità dialettica
del cercascoop. Ho vinto e con me ha vinto nel narcisismo anche il mio
avatar, il mio invisibile angelo custode. This is the end, la sottoscritta
continua a rappresentare l’individuo ed il legame sociale che ne segna la
condizione.
Rumore che dà l’idea di un galoppo di animali e musica balcanica. Entra
a passo di marcia Marina Asanovic. Sui trentacinque anni, bruna con i
capelli lunghi, occhi color cuore di papavero, è alta e formosa. Indossa una
sottoveste nera di chiffon, molto fine, e degli stivaletti da gaucho. Porta con
le mani tese una spada; assume delle pose e fa dei movimenti da antico guer-
riero dell’estremo Oriente, poi improvvisa un breve galoppo da ferma.
MARINA (lancia l’arma sul televisore) Chicca degli USA, mantieni sempre
lo sfintere aperto!
LUCY Ooh, Marina, up your ass! Quando hai raggiunto l’approdo?
MARINA Meno di un’ora fa, sbarcata da una capace nave del Montenegro.
LUCY (le getta le braccia al collo) In forma ed in figura! (si stacca e la
guarda compiaciuta) Cool Balkan erotic woman! Oh, suck my lips!
MARINA Rallenta, frena, inchioda! Porto ancora sangue nei timpani.
E’ l’eco dell’inferno delle macchine belliche nel mio paese…Recupero
toni e mi ricostruisco di continuo in espressioni cinetiche d’arte.
LUCY (le bacia una mano) Di certo amo il tuo splendore nei capelli, nel
seno e nei fianchi…(sensuale) Io…I‘d like being fucked!
MARINA (brusca) Mi togli l’aria! Sei invadente e invasore come i fottuti
yankee!
LUCY (con voce stridula) Perché la tua lingua lancia dardi contro il
mio trasporto?! Perché, perché?! Brucio, brucio!
MARINA (riprende la spada, con aria spavalda) Quando i top gun di
merda ci volevano colpire con l’aereo invisibile, lo abbiamo abbat-
tuto! (sghignazza) Ah, ah, ah! Ma non dicevano che era invisibile?!
I nostri bravi miliziani l’hanno centrato quel bluff volante del cazzo!
Rumore forte del mare.
LUCY (mani avanti e sul viso) No, no! Io…io detesto la guerra! Detesto
tutte le guerre! Ancora questa furia della tempesta, noo! Basta, basta!
MARINA (mima l’azione che descrive) Poi la caccia al pilota, fantoccio e
burattino del Poligono del buco del culo. I cani sono diventati padroni
ed hanno sguinzagliato i padroni mutati in cani sulle colline…
LUCY Belve, nient’altro che belve negli spasimi del conflitto armato!
MARINA Sì, caramellina, sì! Ebbri, frementi, pazzi in pazze risate pre-
gustavano la cattura. E al superstite gli avrebbero pisciato e defecato
addosso, lo avrebbero ricoperto di pece e di penne…(mugolando)
Brandelli d’uomo ridotto a straccio strappato morto tirato e stecchito.
LUCY (dà calci al carrello) Via turpi immagini dai nostri schermi visivi!...
(sensuale) Gioia dell’Est, non m’hai detto nemmeno se ho un taglio di
capelli decente,eh? Sai, lo sai, sì, lo sai che adoro la tua lingua.
MARINA (chiude gli occhi) A me non piace e mi stanca…Aspettare alle
fermate, negli aeroporti, per i passaporti, imbarchi e sbarchi ed in
altri posti dello stesso genere di sterco. Ne ho piene le ovaie delle fot-
tute liste di attesa…(stringe i pugni e grida) E mi vergogno, non lo
nascondo, anche della trascorsa guerra nel mio paese! E di momenti
diluiti in slavate stasi!
Si mettono di fronte, danno pugni e sciabolate nell’aria.
LUCY Non lasciare che cada la conversazione…No, non farla morire.
MARINA Ti aggrappi disperata. Cerchi in affanno salvezza negli altri, tu?!
Tu che volevi offrire asilo ai rifugiati con i tuoi Refuge Wear?!
LUCY Le mie creazioni sono per l’aiuto ai derelitti, mi spingono a
braccia tese, non colmano i miei vuoti.
MARINA (fa fare un giro di danza all’altra) Un’artista che si avvolge
nell’evanescenza delle parole? Sei nelle spire del serpente del linguaggio!
LUCY (corre al proscenio) Ma il calore dell’uno può riscaldare anche l’altro.
E il legame fisico tesse la tela di quello sociale.
MARINA Quando ero con Ulay le voragini non sembravano profonde.
Dieci anni insieme riducono l’angoscia degli spazi. Avanti senza neanche soffermarsi ad accorgersene, poi giù, la caduta e la fine(getta la spada).
LUCY Ten years after?! Ooh, passati dieci lunghi anni,why,why the cut?!
MARINA Necessario, inevitabile, irreversibile, sia per lui che per me…(in
ginocchio) Due figure, le guardi in uno specchio e ne vedi una, dimessa.
L’altra viene spazzata via come le ceneri di un defunto nella tempesta…
(a cosce aperte, con la fronte e le mani appoggiate al suolo) Due entità
separate da una forza che non ammette sconti, palliativi, rimedi…La
voce più potente invade l’udito, impone il nuovo, il diverso, oltre il
precedente già estromesso…(batte i pugni a terra) Ti rimetti su, risorgi…
Rigeneri la vita, la spalmi su altri incontri.
LUCY (entra nella tenda) Ho bisogno di un riparo dal mio incognito…(si
sdraia e si agita) Si celano interrogativi privi di veli eppur irriconoscibili!
A volte li guardo con sospetto, li temo! Sagome di feroci guerrieri mongoli
generati da questa tela! Lo sgomento e la paura!!
MARINA Smettila! Scrollati di dosso stupide fantasie alimentate dal vento
della bambinaggine!
LUCY (uscendo lentamente) Dammi un segno. Come fai a resistere alle
ombre che calano profonde, a tremendi sibili sconosciuti, allo strisciare
di invisibili presenze malefiche?!
MARINA Dacci un fermo, cocca! (si alza la sottoveste) Devo sbatterti nelle
pupille il mio stendardo genitale?!
LUCY (apre le braccia) Tua mielata gemma umida, Marinaa!
MARINA No, merda secca, no! Fin dai tempi antichi, nella cultura
della mia terra l’organo veniva esibito in battaglia dalle donne
contro il nemico per distrarne l’attenzione!…(calma) Non ti consi-
dero un’avversaria ma cerco di farti sputare la saliva delle paranoie.
LUCY Amo di te la saggezza. Ma certi uragani continuano a squassarmi.
MARINA Sappiamo come ci penetra quell’invasione…Anche se dopo Ulay
vedo tutto dietro lenti deformanti e mi appare soltanto merce rara…
Ma ora lasciamo andare in dissolvenza questa storia ed il cumulo di
ciarpame psicoesistenziale che ha catalizzato i nostri discorsi. Sono
stata brutale, stronza ed assolutista con la tua sensibilità, i tuoi ane-
liti, i tuoi bisogni comunicativi…Gettiamo le mie sparate nevrotiche
alle onde, io voglio lavarmi coi saponi della ragionevolezza e dell’equi-
librio.
LUCY Allora chiudiamo il capitolo dei temi similspirituali che ci deviano
verso le incomprensioni ed i conflitti e vai con il concertato ridotto
rendez vous!...(ride) Ah, ah! Stai pur certa che ci toccherà aspettare
il perentorio immarcescibile ritardo di Ugo.
MARINA (batte le mani sulle cosce) Weppinar, non smentisci la consuetu-
dine di prendertela comoda! E’ una sagoma che non si scompensa!
LUCY Saremo un quartetto.
MARINA (stupita) Come? E gli altri? Gli inviti terminano con lui?
LUCY So good.
MARINA Sapevo dello Zittel, del Rakowitz e della Papadimitriou.
LUCY Hanno mandato dei messaggi di impossibilità. Un bimotore ha
già paracadutato i loro booking di motivazioni e scuse.
MARINA (insinuante) Quindi anche la Papadimitriou?
LUCY Ecco proprio lei, Maria, ha comunicato che avrebbe fatto di tutto
per venire domani. Studia ed elabora sui resti del party.
Effetto di luce-rappresentazione di un lampo, segue un rombo di tuono.
MARINA Il tuo compagno è al sicuro.
LUCY (tremando) Spero, spero di sì…Oh, it’s terrific! L’avvento
del maltempo mi inquieta, mi fa perdere il controllo!..Temo di
non reggere! E’ la paura di quel che io stessa potrei provare!
MARINA La mia è un’affermazione. Vito sta in sicurezza e piacere.
LUCY Ooh, well! Ora ci sono dentro alla tua dichiarazione! Sì, il ca-
panno ha il crisma ed il significato di luogo garantito.
MARINA (sorridendo) Ed è un’alcova per il godimento.
LUCY Scorre il piacere di essere là che dà ai partecipanti, credo.
MARINA Raccogli la spada, Lucy. Non me la dare.
LUCY Perché? Mi sento a disagio con un’arma.
MARINA Non considerarla tale. Osservala nelle tue mani, è un
mezzo di conoscenza.
LUCY (prende la spada) Ho seguito la tua direttiva. Non provo alcu-
na sensazione…Anzi no, non è vero…Avverto un leggero fastidio.
MARINA Con la tua energia ha cambiato riflessi e colore. Il responso
della mutazione indica che conosci poco e male chi credi di amare.
LUCY (dissimula inquietudine) Cerco di capire qualcosa che mi viene
strana ed estranea. E’ una credenza popolare?
MARINA L’oggetto è magico e rivelatore. Lo hanno forgiato discen-
denti dei popoli coinvolti nella guerra serbo-turca della seconda
metà del milleseicento.
LUCY Io non ho conoscenze allargate verso quel campo. Tu possiedi
una chiave di lettura…Parlami.
MARINA (tocca le mani dell’altra) Pronta di orecchie e di animo?
LUCY (chiude gli occhi) Sì, ci sono tutta.
MARINA Quando Vito ti stende su un comodo tappeto, il tuo corpo
si sente pieno di appagamento…Eppure è inconsapevole, non
percepisce verità intrinseca.
LUCY (l’accarezza) Ok, ma ti prego, speak easy. Dammi chiarezza.
MARINA Sarò più netta della lama…Andate con uomini e donne?
LUCY Non escludiamo incontri molto brevi e occasionali.
MARINA Tante cose sono un riflettore di altre.
LUCY Solo con estranei o semisconosciuti. I sapori abbandonano
subito il gusto.
MARINA Devo smentire, bella mia. La condizione è venuta meno.
LUCY Eeh?! Che significa?!
MARINA La relazione corre, e non è un’estranea semisconosciuta.
LUCY (inquieta) Ma che stai dicendo?!
MARINA Nessuno li ha costretti, non hanno subito torture dalla Cia
o dal Kgb. Vito e Maria si sciolgono e riplasmano negli abbracci.
LUCY (le cade la spada dalle mani) Che?! Come?! Ma…Maria chi?!
MARINA Papadimitriou.
LUCY No, no! Son of an asshole! Non è possibile, non è possibile!...Tu…
sapevi?! Come l’hai saputo?!
MARINA Sospetti che hanno indossato l’abito della certezza.
LUCY Io e Vito tentavamo di nascondere soltanto gli incontri fugaci…
MARINA Forse certe restrizioni impediscono di farsi del male.
LUCY No, così! C’è tanto più di male che di bene nel non parlare!
MARINA Credi di saperlo adesso che lo stai vivendo. (pausa)
LUCY Lui, il performer della masturbazione in pubblico, che predicava
di progettare la libertà! E la sacerdotessa ellenica del piffero che si
muove nel rispetto delle specificità culturali, shit! Cacca ribollente
di liquorosi effetti speciali sul prato dell’arte! Mi ha avvolta nelle
spire di un’amicizia sporca travestita da disinteresse!
MARINA E’ come aprire il vaso di Pandora dell’imprevedibile.
LUCY Stanno crollando delle barricate dentro di me. Un aiuto…
MARINA Il mio non varrebbe niente rispetto a quello che tu potresti darti.
LUCY Non mi hai avvisata!...Niente, nemmeno un accenno!
MARINA Perché farlo?! Se tu m’avessi detto che non avevo il diritto di
scardinare i contrafforti che proteggono la tua intimità, io sarei pre-
cipitata in uno stato di passività ed avrei assunto un ruolo di
squallida ed inopportuna Cassandra.
LUCY (le punta la spada contro) Ne sei veramente convinta?!
MARINA Altrimenti avrei agito diversamente. (breve pausa)
LUCY Qual è il mio orizzonte? Fare, non fare, ingoiare, reagire?
Che responso vomiterà l’aborto, frutto dell’antica copula tra
Oriente ed Occidente?
MARINA Lascia stare, che tu ci creda o no.
LUCY (come se vaneggiasse) Seguire la mia amica Francesca Woodman,
le geometrie interiori disordinate…Iniziare le foto fantasma…Non
ti ascolto più, non voglio ascoltare niente.
Arriva Ugo Weppinar. E’alto, biondo-rossiccio con un viso nordico.
Indossa una felpa arancione, dei pantaloncini bianchi, calzettoni aran-
cione e bianchi e scarpe da calcio. Ha in mano una bottiglia e barcolla.
UGO Hello, hello, Lucy! Saluto, Marina, le tue chiappe abbrunate!
MARINA Olandese delirante, la tua sagoma s’inzuppa nell’alcolismo!
LUCY My dear friend , Ugo, il party nascente è già cadavere.
UGO Sei criptica, direi irriconoscibile con la spada in mano.
MARINA Esperienze vecchie camuffate da nuove, miei cari soffici e
ruvidi designers.
LUCY Uhm, come non accettare che sono alle prese con una sconfitta?
UGO Americana, non sei la sola! La mia Nazionale non la disdegna.
Addio ai tempi di platino per i Tulipani, quando le gambe ad arco
di Cruijff trascinavano il team alle vittorie.
MARINA Comica vittima del football!
UGO Sei tu la causa, cavallona dell’Est?
MARINA Di che causa blateri?
UGO Del decesso dell’happening.
LUCY No, lei mi ha messo al corrente di una situazione invalidante.
UGO (beve) Gott mit uns! Scoliamo le news! Il mio cargo ha un ottimo
tonnellaggio, è proprio una bella bestia corazzata contro le prepo-
tenze dei mari. Quando siamo salpati da Rotterdam, abbiamo lasciato
un vuoto.
MARINA Come nel tuo amato container di vetro, dannato bevitore.
UGO Quelli del porto non si svuotano presto, cara libidinosa nave-scuo-
la della grande Serbia…Le carene delle navi oneste lacrimano.
LUCY Il tempo contribuisce ad uccidermi…E Accorci ritarda…Non
gli sarà successo qualcosa?
UGO L’aria dietro il mio sbarco non lasciava presagire niente di buono.
Già prima dell’attracco il cargo aveva sofferto.
MARINA Imperversano uragani nelle isole non distanti.
LUCY No, non deve succedere! No, questo no!
UGO Calma, calma, eh?! Poiché aspiro alla salvezza del vetro che mi
dà salvezza, prima di essere devastati vorrei sapere di più.
LUCY Di quale sapere chiede la tua sete?
UGO Il mio lungo percorso merita chiarimenti e soddisfazione. Ho
sofferto in duplo col mio paziente e dignitoso battellone. An-
naspava, lottava, si riprendeva, ripadroneggiava l’acqua per
gettare, infine, l’ancora qui al largo. Adesso scatta la trappola
per topi, perché si prevede la cancellazione della convention?
MARINA Spugna, ti senti sorcio nella barca di un pescatore sbronzo?
UGO Tutti potremmo fare la stessa fine. Io mi adopero a cercare ap-
pigli. (indica la tenda) Lo faccio pure creando tende più raffinate.
LUCY Li conosco. Sono oggetti vicini al design industriale.
MARINA Ho visto l’ultima in foto, Weppinar.
UGO La mia tenda a forma di goccia, molto originale. E’fatta per essere
appesa ai tronchi degli alberi…(alza la bottiglia) All’alto, al cielo, al
divino, all’universo…Con la goccia rendo possibile l’aspirazione ad
una vita a contatto con la natura…Meraviglioso, no!...Ma, tornando
al tema, splendide donne, non ho ancora ascoltato una risposta.
LUCY Ho perso la fiducia, ecco la risposta.
UGO (beve) Ortia, questo magnifico liquido ti farebbe rinascere. Vuoi?
Tracanni, spacchi il culo al down, ti rigeneri e rinverdisci!
LUCY (porge la spada) Ammazzatemi, voglio chiudere l’incidente.
L’altra cerca di toglierle l’arma. Hanno una piccola colluttazione.
UGO (da parte, con voce stridula) Buone, buone! Pazze pazze le donne!
MARINA Lucy, non saremo complici con un’assurda idea autoeliminante!
LUCY (grida) Non sareste complici, lo voglio ioo!!
MARINA (urla) Apri la testa, slavata yankee! Parlagli vis a vis!
UGO (ride) Ah, ah, è lei la professoressa! Vis a vis è l’ultimo termine che
la chiappe scure lancia dalla sua “Casa con vista sull’oceano”?
MARINA Ingoia piscia, Olandese volante nel cielo dell’inutile!
UGO Ah, ah, ah, Asanovic, non le avrai mica propinato una delle tue
storiacce, infarcite di puttanate come un fast food di Mc Donald’s?!
MARINA (ride) Oh, oh, Weppinar, il cervello ti si è sciolto nello schnaps!
LUCY Basta sghignazzare!..Non vi sopporto! (breve pausa).
UGO Allora la storia?
LUCY Fa parte della mia intimità, ma mi apro anche a te. Ugo, Vito mi
tradisce…(porge di nuovo l’arma) Colpitemi, aiutatemi.
UGO (a Lucy) Ehi, guy, l’hai visto con i tuoi occhi?
LUCY Lo so, non l’ho visto.
UGO Wow, è l’immagine ottica che riesce a ritrarre il mondo in tempo
reale! Non l’hai visto e lo sai?! Come esprimere la bellezza di questa
stronzata sotto forma di immagine che proietta la camera oscura della
tua mente?!
LUCY (lo minaccia) Non prenderti gioco del mio stato d’animo! Ti dico
che lo soo! E’ cosìì! Ti taglio in due! (punta la spada contro di sé)
UGO (si accuccia nella tenda) La signora della nobody art ne saprà qual-
cosa. Scommetto che è stata lei a lanciare lo scoop su Accorci.
MARINA Esci, figlio interrotto dei Paesi Bassi! Non coprirti di patetico!
LUCY E’ quello l’oggetto testimonianza della sua insaziabilità…
La tenda, la tenda!
UGO (esce, in piedi) Che ha questa tenda?!
MARINA E’ un suo allestimento…
LUCY L’ha creata quella vacca travestita da progettista! Ho una
voglia pazza di tagliarla! (dà l’arma all’altra) Tienila, è meglio.
UGO Che?! La Papadimitriou?! Sarebbe lei la femme fatale?! (pausa).
MARINA (guarda in alto, attorno e in lontananza) Non dovremmo
perdere altro tempo e pensare a salvarci…(tiene la spada in braccio
come se fosse un bimbo) I riflessi della spada sono sinistri.
UGO Preferisco i luccichii delle mie bottiglie di cristallo di rocca affumi-
cato. Ho una collezione mirabile, alto pregio e normale take-away.
LUCY (riesce a sorridere) Sono più vere delle tue donne, Weppinar?
UGO Sono incinte di whisky, cognac, gin, vodka…Quando si rompono
le loro grandi acque, mi lascio inondare fino dentro al midollo…
My dearest Lucy, ora prestami i lobi auricolari ed ascolta: non è
credibile! Maria stappa le donne e le beve come un gourmet gusta
il vino, ha repulsione per i calici maschili. Io la ammiro, c’è gente
che davanti alle lesbiche si caca addosso.
LUCY Eeh?! Cosa?! Cosa?!
UGO Ha delle splendide amanti. La Papadimitriou è un inno a Saffo.
LUCY Oh my God! Ma…Non capisco!…Sto entrando in confusione…
UGO (indica l’altra) Ecco chi ci ha provato. Dopo la sua algida per-
formance con Fabre, si è liberata dal metallo della corazza ed
ha sbattuto la sua nudità in faccia a Vito…
MARINA Ma che dici, checca ubriaca?! Stai farneticando?!
UGO Perché scuoti tanto il culo, Balkan witch?! Ti senti svelata nel
nel tremore della carne?!
LUCY (agitata) Chi…Chi ho davanti?! Chi siete veramente voi due?!
MARINA Non credergli, Lucy, non credergli! Ugo, sei un rettile!
UGO Accorci respinge Asanovic…Me l’ha confidato ed io lo conosco
bene per credergli. Lei è gelosa, ha le sopracciglia che si toccano.
MARINA No, bella, noo! Quest’individuo venderebbe la madre per
comprare critici compiacenti e dirottare l’attenzione del pubblico
sui suoi squallidi allestimenti!
LUCY (si copre le orecchie) Smettetela, basta! Volete farmi impazzire?!
UGO (a Lucy) Lasciati avvincere dall’amore di Vito. I tuoi promontori
a punta di capezzolo sono le rigogliose sorgenti per dissetarlo.
MARINA (si getta ai piedi dell’altra) Siamo noi, io e la mia spada tre-
pidante che ti adoriamo, dolcissima American Beauty! Perdonami,
ho mentito, ho inventato tutto per allontanarti dal tuo compagno!
(cerca di abbracciarla) Ti volevo solo per me! Solo per me!
La Ortia si divincola e scappa gridando. Mentre esce, incontra Vito
che sta sopraggiungendo. Si abbracciano.
LUCY Perché ci hai messo tanto?! Ho visto aprirsi una voragine davanti
al cammino della mia attesa!
VITO (respira con affanno) Prima che io lo avessi raggiunto il capanno
di Takashi era già diventato uno dei centri di raccolta per i derelitti
delle isole vicine flagellate dalle intemperie…(si stacca dall’abbraccio)
La nave che stava portando qui la Papadimitriou e la sua amica
Yannatou è affondata…Non ci sono superstiti.
LUCY Oh, Maria Maria! God save her soul!
MARINA (cupa) Forse sono stata io quella che l’ha uccisa di più.
UGO Porca puttana astemia che bevve, mille anni diavolo nella coppa!
Le previsioni dicevano che le perturbazioni sarebbero arrivate come
cavalli alati e non come razzi Kassam!
VITO Avevano preparato anche temaki e gunmaki, ma l’organizzazione
per i party è stata azzerata e trasformata. Ci siamo dati una mossa ed
abbiamo creato dei team per gli aiuti, assistenza medica, spirituale ed
alimentare…Sono venuto a chiamarvi…(a Ugo e Marina) Ci avevano
avvisato con Messenger che eravate arrivati.
LUCY (a Vito) Mi sento una caccola per quello che ho pensato di te.
VITO Non voglio sapere, non mi interessa niente che non sia la nostra
prossima spedizione…Metteremo un segno di lutto nella tenda.
MARINA (in ginocchio, rivolge la spada contro di sé) Io vi amo nel
corpo laido e nell’anima lacerata. Sprofondo negli angoli più oscuri
e cerco di venirne fuori. Accettate i miei tormenti prima della fine.
UGO (sbandiera la bottiglia) Io sono forte dei miei amori liquidi! (ride)
Ah, ah, ah, non posso esistere senza l’ossigeno della risata!
Rumori del vento e del mare in tempesta in crescendo.
LUCY Oh, look at me! Il mio io diviso si sta ricomponendo nella propria
immagine, eppure la primavera sta scivolando via dalle mie stagioni…
MARINA (c.s.) Da un po’ di tempo faccio un sogno ricorrente. E’angoscio-
so…Mi trovo in un immenso parco cosparso di uomini e donne nudi
dipinti di bianco, obbligati a restare immobili per recitare la parte di
statue. Anch’io sto recitando la stessa parte e so che se mi muovo arri-
vano delle gravissime punizioni, perché il nostro proprietario e signore
ci osserva. Il freddo mi sale dai piedi che poggiano sul marmo gelido
del piedistallo, le foglie autunnali si posano sul mio braccio sollevato
dal corpo, eppure sto ferma. Quando, ormai sfinita, sono sul punto
di cedere, mi sveglio. Sono uno straccio madido di sudore e pieno di
paura, perché capisco che non si tratta di un sogno ma della mia realtà…
Weppinar prende un foglio di carta bianca ed un pennarello da una
tasca dei pantaloncini, disegna una croce e la mette davanti alla tenda.
VITO (accarezzandola) Alzati, Marina, non c’è perdono, non esiste la con-
danna. L’ultima risorsa è il sacrificio per i disastrati. Scolpiranno
testimonianze ma noi ci annulleremo presto.
MARINA (in piedi) Aspettate, aspettate! Perché presto?! Forse avremo
ancora qualcosa da dare!
UGO Sembra tutto disconnesso, il sangue scorre all’incontrario.
LUCY Sento che perderò il sorriso dell’ombra di Mariko…(tende le brac-
cia) La vedo e il suo allontanarsi non lascia presagire un ritorno.
VITO Non siamo altro che isole alla deriva in una debole corrente artistica.
Subiremo l’oblio del tempo. Ma sappiamo che ora ci tocca la
possibilità di un riscatto umanitario. Ci attendono! Coraggio,
andiamo subito!
LUCY Sì, sì! Hurry up, facciamo presto!
MARINA (getta via la spada) E’meraviglioso! Sto provando il senso
della catarsi, la sento che si sviluppa e cresce in me! (alza le braccia)
Il cavallo della mia anima diventa bianco e rompe le briglie!...Ma una
voce cresce, mi sta assordando!
Si mettono tutti in posa come se stessero per iniziare una corsa, ma
restano sul posto, bloccati nei movimenti. Rumori di vento e mare in
tempesta, ululati di sirene di navi e voci umane che gridano.
UGO (lancia in aria la sua bottiglia) Brindiamo alla nostra fine nei
bicchieri di un rinnovamento!
MARINA(si stacca dagli altri, sempre più agitata) Non la udite, non potete,
non potete! E’ la prerogativa per le mie orecchie....Sono stanca, sono
sfinita, sto morendo, me lo ripeto e me lo ripete!
LUCY (cercando di raggiungerla) Marina! Marina!
MARINA (prende la spada) Stai lì, American Beauty, al tuo posto!
Gli uomini si avvicinano alla Asanovic, ma lei li blocca con un
gesto imperioso. Vito, Ugo e Lucy restano nella posizione di prima.
MARINA (in ginocchio) Il proprietario e signore ritorna, mi osserva,
sono uno straccio madido di sudore…(ansimando) E’ la mia realtà…
La mia unica realtà…Le gravissime punizioni sono…Sono la mia
liberazione…(si punta l’arma nel petto e si ferisce).
Gli uomini prendono in braccio la Asanovic. Rumori, suoni e voci
diventano assordanti come l’urlo di disperazione di Lucy e cessano subito
di colpo. Al calare delle luci in scena, Acconci e Weppinar, seguiti a breve
distanza dalla Ortia, portano velocemente fuori Marina.