LILY

Atto unico in diciassette quadri di

Gianluca Arena


Verità è inesattezza.

Personaggi:

Claudio
Lucia
Beatrice

Un salottino spartano. Sedie e tavolo.


Quadro 1
Beatrice e Lucia. Calici e bottiglia di vino sul tavolo.

Lucia: Altro da bere?

Beatrice: No, grazie.

Lucia: Dimmi di Parigi. Com’è?

Beatrice: Immensa.

Lucia: Immensa come?

Beatrice: Non si può descrivere a parole.

Lucia: Sono tre anni adesso.

Beatrice: Tre anni che mi sono trasferita.

Lucia: E Marcel?

Beatrice: Marcel è a Londra.

Lucia: Sempre in viaggio. Non è un po' difficile? Uno che viaggia sempre fra Londra e Parigi.

Beatrice: L’ho conosciuto che già era così. Debuttano tra due settimane. Un Pinter. Ma dimmi di te. Che è successo qui nel frattempo?

Lucia: Non granché. Lavoro part-time per racimolare qualcosa. Diciamo che più che questo non ho molto altro da raccontare.

Beatrice: Il tuo compagno.

Lucia: Claudio? No, io e Claudio siamo amici. Non stiamo insieme.

Beatrice: No?

Lucia: No.

Beatrice: E lui non ha un’altra?

Lucia: No.

Beatrice: Credevo che un giorno vi sareste messi insieme.

Lucia: Solo amicizia.

Beatrice: Nient’altro?

Lucia: Ma no. Io e lui siamo ottimi amici.

Beatrice: E convivete qui?

Lucia: Siamo coinquilini, sì.

Beatrice: Non ti dà fastidio? Nel senso: ti fidi?

Lucia: Di lui? Certo.

Beatrice: Scusa, non volevo metterti in discussione.

Lucia: Tra me e Claudio non c’è alcun interesse. E poi lui è sempre fissato con quello che scrive, il lavoro…

Beatrice: Cosa scrive?

Lucia: Non so, roba varia…

Beatrice: Romanzi, racconti…

Lucia: Sì, roba così. E poi c’è la sua attività di insegnante, una scuola privata. (Versando del vino) Hai detto che lunedì torni a Parigi. Perché non festeggiamo? Io, te e Claudio? So che inaugurano un nuovo locale.

Beatrice: Vedo che il vino ti è piaciuto.

Lucia: Piccoli vizi del sabato. Povero Claudio.

Beatrice: Perché?

Lucia: Alle volte è lui a riportarmi. Mi lascia sotto le coperte e spenge la luce. E’ talmente onesto, poverino. Sai che a volte mi vede in intimo in giro per casa, ma lui manco se ne accorgesse? E’ così, ormai siamo amici, in tutto.

Beatrice: Scusami, ma non gli viene duro?

Lucia: (Ride) Bea, può sembrare strano, ma non c’è niente.

Beatrice: E se domani tornasse con una?

Lucia: Lo lascerei fare.

Beatrice: E tu qui?

Lucia: Potrei fare anche io la stessa cosa se è per questo. Allora, per stasera?

Beatrice: Io e Marcel ci siamo lasciati.

Lucia: Ah, davvero?

Beatrice: Era finita da un po'.

Lucia: Scusami, non avevo capito.

Beatrice: Non l’avevo detto.

Lucia: Mi dispiace. E lui ora è a Londra?

Beatrice: Dici se c’era un’altra? Sì, è così. Una delle attrici.

Lucia: Te l’ha detto lui?

Beatrice: No, ma non c’era bisogno. Si percepiva. Ma è stato un bene. Ormai non funzionava più.

Lucia: Quindi non tornerai a Parigi?

Beatrice: Devo sistemare le ultime cose. Parigi non è economica, e io sono stanca. Ho bisogno di una pausa.

Lucia: Decidere con calma. Lo capisco.

Beatrice: Niente, tutto qui.

Lucia: Allora andiamo stasera?

Beatrice: Passo da casa.

Lucia: Ti veniamo a prendere noi. Claudio ha la macchina.

Beatrice: Ti scrivo quando sono pronta?

Lucia: Perfetto.

Beatrice: Scusami.

Lucia: Di cosa?

Beatrice: Non volevo farti dispiacere. Mi sembrava giusto dirlo.

Lucia: Perché non avresti dovuto? E poi almeno avremo più tempo per vederci.

Beatrice: A dopo allora.

Lucia: A dopo.

Beatrice esce. Entra Claudio.

Claudio: Non ricordo dove l’ho già vista.

Lucia: Forse una serata qualche anno fa.

Claudio: Il suo compagno lavora a Londra, vero? Teatro.

Lucia: Si è lasciata.

Claudio: Ah, sì?

Lucia: Stavi scrivendo?

Claudio: Ero un attimo preso. (Afferrando il vino) Questa è finita.

Lucia: Non preoccuparti, stasera non bevo.

Claudio: Ti presto la macchina.

Lucia: Perché?

Claudio: Volevo scrivere.

Lucia: Puoi scrivere domani.

Claudio: Ma se mi viene da fare stasera non posso aspettare domani.

Lucia: Lo sai che non guido volentieri.

Claudio: Lo so, lo so.

Lucia: Vado a prepararmi. E poi, dai, Claudio, è sabato anche per te. (Esce)

Quadro 2
Notte. Claudio entra aiutando Lucia. Beatrice subito dopo.

Lucia: Oh, per favore in bagno, in bagno…

Claudio: (Beatrice ride) Di qua, di qua, forza. Fermati qui. Tu che stai a ridere? Dai una mano, no?

Lucia: Lasciatemi, vado da sola.

Claudio: Ti accompagno…?

Lucia: No, faccio… Faccio da sola.

Beatrice: (Ridendo) Non ti reggi neanche in piedi!

Lucia: Sta’ zitta! Io non ho niente, sono solo… (Ride con Beatrice) Lasciami perdere.

Beatrice: (A Claudio) Finisce sempre così?

Lucia: Non ho esagerato stavolta. E poi anche tu mica ci sei andata leggera, è solo che… (Si precipita in bagno) Scusate. (Sbatte contro qualcosa)

Claudio: Attenta!

Lucia: (Da fuori) Tutto a posto, tutto a posto…!

Beatrice: (Si sdraia) Oddio, oddio. (Si sfila il foulard, lasciandolo sul tavolo. Claudio si siede, stanco) Sei stanco?

Claudio: No.

Beatrice: Mi ci voleva una serata così. Hai qualcosa da bere?

Claudio: Vuoi qualcosa?

Beatrice: Cos’hai?

Claudio: Ho delle birre in frigo.

Beatrice: No, ora non mi vanno.

Claudio: E allora cosa chiedi a fare?

Beatrice: Così, tanto per.

Claudio: Io me ne prendo una. (Si alza e fa per uscire)

Beatrice: Quindi Lucia ti lascia tutte le sere così?

Claudio: Non tutte.

Beatrice: Mi gira la testa.

Claudio: (Verso fuori) Tutto a posto di là?

Lucia: (Da fuori) Tutto ok…!

Claudio: Vado a controllare.

Beatrice: Lasciala stare.

Claudio: E se sta male?

Beatrice: Se sta male se la caverà da sola.

Claudio: Ho capito, e come?

Beatrice: Fai come ti pare. Ti pare che risponderebbe così?

Claudio: Va bene, non ci vado.

Beatrice: Dove vai?

Claudio: Prendo una birra. (Esce e rientra sorseggiando una bottiglietta di birra)

Beatrice: Lucia è sempre stata un po' così.

Claudio: Così come?

Beatrice: Egoista. Egocentrica.

Claudio: La trovi egocentrica?

Beatrice: Ma veramente non avete mai fatto sesso?

Claudio: Che domanda…

Beatrice: Veramente o no?

Claudio: Siamo amici.

Beatrice: Sì, siete amici…!

Claudio: Sì, siamo amici.

Beatrice: “Io e Luci siamo amici”! Ma smettila! Davvero non c’è niente?

Claudio: Per Lucia? No.

Beatrice: Sì…

Claudio: No, davvero.

Beatrice: Secondo me sei solo un vigliacco bugiardo.

Claudio: Un vigliacco?

Beatrice: Dammi un sorso, ho sete. (Gli toglie la birra di mano, beve un sorso, poi ripassa la birra) Secondo me hai paura.

Claudio: Secondo me hai bevuto troppo pure tu.

Beatrice: Non c’è niente di male ad aver paura.

Claudio: E di cosa dovrei aver paura?

Beatrice: Che se ne vada. Che dicendole la verità lei se ne andrà per sempre. Ti dirò, non hai torto: Lucia è sempre stata un po' opportunista.

Claudio: Io e Lucia siamo in ottimi rapporti. Ti chiamo un taxi.

Beatrice: Va bene, va bene. Non volevo offendere… Lo scrittore. (Ride) Scrivimi qualcosa. Qualcosa di forte.

Claudio: Esci di qui.

Beatrice: D’accordo, come vuoi.

Claudio: Sarà meglio che non torni più.

Beatrice: Sì, va bene. Ciao Lucia! Non risponde. Salutamela tu quando la vedi.

Claudio: Non ho ancora chiamato il taxi.

Beatrice: Me lo chiamo da sola. ‘Notte. (Esce, dimenticandosi il foulard)

Claudio: Buonanotte.

Lucia: (Entrando) Bea?

Claudio: E’ andata. Era stanca. Ti saluta.

Lucia: La saluterò domani prima che parta. Io vado a letto. ‘Notte. (Esce)

Claudio: ‘Notte. (Beve)

Quadro 3
Lucia entra, appena sveglia, stanca, abbagliata. Si siede. Il foulard di Beatrice è sulla sedia. Entra Claudio, con una bustina bianca in mano contenente delle paste.

Claudio: (Indicando il foulard) Beatrice lo ha scordato ieri sera.

Lucia: Ah, eri fuori allora?

Claudio: Ti ho portato la colazione.

Lucia: Ma oggi è domenica, potevi dormire.

Claudio: Ho dormito.

Lucia: Che ore sono? Posso chiederti di farmi un latte? (Lentamente prende una pasta dalla bustina)

Claudio: Volevo farmi una doccia.

Lucia: Va bene, basta che lo scaldi un attimo. A che ore sei uscito?

Claudio: Eh?

Lucia: Stamani a che ore sei uscito?

Claudio: Non ricordo. Le dieci?

Lucia: Ma perché sei uscito?

Claudio: Pensavo a cosa voglio scrivere.

Lucia: Oggi resti qui?

Claudio: Devo correggere le verifiche. Tu sei di pomeriggio?

Lucia: Pranzo con Beatrice. Stasera torna a Parigi.

Claudio: Non domani?

 Lucia: Ha un aereo alle sette.

Claudio: Pranzate qui?

Lucia: Ci troviamo alla stazione.

Claudio: Io tanto mi chiudo di là.

Lucia: Così io sono vicina al lavoro. Ah, ricordami di portarle questo. (Indica il foulard)

Claudio: Va bene. Ti scaldo il latte?

Lucia: No, lascia stare. Sennò mi passa la fame. (Addenta una pasta)

Quadro 4
Claudio e Beatrice. Il foulard è ancora sulla sedia.

Claudio: Tra quanto devi partire?

Beatrice: Il taxi arriva tra poco.

Claudio: (Le passa il foulard) Era questo che cercavi, no?

Beatrice: Lucia mi ha detto che pensava di averlo messo in borsa.

Claudio: Si scorda sempre qualcosa. Avete pranzato insieme?

Beatrice: Sì.

Claudio: Di cosa avete parlato?

Beatrice: Niente. Del più e del meno. Che facevi?

Claudio: Correggevo le verifiche. Vuoi un caffè?

Beatrice: Grazie, l’ho già preso. Adesso devo andare. Il taxi mi sta aspettando.

Claudio: Certo, alla prossima.

Beatrice: Tornerò tra un mese. (Fa per uscire, poi) Ah, non dire a Lucia che sono stata qui.

Claudio: Non lo dico?

Beatrice: Lascia stare.

Claudio: Va bene.

Beatrice: Ci vediamo.

Claudio: Vuoi una mano?

Beatrice: No, grazie, è leggero.

Claudio: Comunque non avevo intenzione di dirle niente.

Beatrice: Ah, va bene. Allora perfetto.

Claudio: Ciao.

Beatrice: Ciao.

Claudio: Cosa dovrei fare?

Beatrice: Eh?

Claudio: Cosa dovrei fare? Secondo te?

Beatrice: Con Lucia?

Claudio: Quello che hai detto ieri sera.

Beatrice: Che ho detto ieri sera?

Claudio: Mi prendi in giro?

Beatrice: Ah, dici… Sì… Beh, ma che ci stai a pensare?

Claudio: Voglio solo sentire dove volevi arrivare.

Beatrice: Mi hai mandato via e ora te lo vuoi sentir dire?

Claudio: Che dovrei fare?

Beatrice: Il taxi mi aspetta.

Claudio: Te ne chiamo un altro.

Beatrice: Claudio, non ho tempo…!

Claudio: Dimmelo, e poi vai.

Beatrice: Dirle la verità.

Claudio: Solo questo?

Beatrice: Se fosse così, sì.

Claudio: Così cosa?

Beatrice: Che vorresti andare oltre.

Claudio: Ma come ti è saltata in mente questa convinzione?

Beatrice: Potrei sbagliarmi.

Claudio: Direi.

Beatrice: Va bene.

Claudio: Mi aspettavo di più.

Beatrice: Tipo?

Claudio: Lascia stare. Film che mi faccio.

Beatrice: Ci si aspetta sempre troppo.

Claudio: Davvero.

Beatrice: (Guarda l’ora) Adesso vado. (Fa per uscire, poi) Ah, avrò molto da fare: non credo che mi farò sentire. Niente telefonate, ok? Lucia lo sa già. (Esce)

Claudio: Va bene.

Quadro 5
Una borsa della spesa ancora piena sul tavolo. Claudio sta leggendo il retro di una confezione.

Lucia: (Entrando, pronta per uscire) Tu che guardi la tv? Saranno mesi che non ti ci vedo.

Claudio: Eh?

Lucia: La tv di là è accesa.

Claudio: Non riesco a pensare a cosa scrivere.

Lucia: E’ giovedì. Potresti uscire con noi. Vado a un aperitivo.

Claudio: Non mi va. Sono stanco.

Lucia: Ti sei fissato su quella confezione.

Claudio: Adesso metto a posto.

Lucia: Il salmone era in offerta. Ne ho preso uno solo, che tu poi alla fine non lo finisci mai e a me l’odore di salmone in frigo fa schifo.

Claudio: Tanto lo mangio stasera.

Lucia: Va bene. Che vi siete detti?

Claudio: Chi?

Lucia: La riunione coi docenti, no? Era oggi pomeriggio.

Claudio: Quel che si può dire di una classe di tredicenni.

Lucia: Non so come tu faccia a fare il tuo lavoro.

Claudio: Nemmeno io.

Lucia: Ti sei messo a guardare le serie tv? Non credevo ti piacessero.

Claudio: Come? Che serie?

Lucia: (Le squilla il cellulare) Queste sono le bimbe. (Rispondendo) Siete giù? Sì, scendo subito! (Afferra borsa e cappotto. Claudio spegne il televisore, si alza e fa per portare fuori la spesa) D’accordo, io vado. Non credo che farò tardi: domattina ho il lavoro.

Claudio: Posso farti una domanda?

Lucia: Dimmi.

Claudio: Se me ne dovessi andare per un po' di tempo…?

Lucia: Non ho capito.

Claudio: Se me ne dovessi andare per un po' di tempo?

Lucia: Eh.

Claudio: Basta, finita la domanda.

Lucia: Perché me lo chiedi?

Claudio: Forse mi inseriranno in cartellone.

Lucia: Cioè?

Claudio: Un teatro.

Lucia: E’ quello che volevi finora, no?

Claudio: Non è confermato.

Lucia: Ma non scrivevi romanzi?

Claudio: No.

Lucia: (Le squilla il cellulare, controlla) Beh, sono contenta. Sono contenta per te.

Claudio: Se dovesse andarmi bene…

Lucia: Devo scappare. Ciao!

Claudio: … insceneranno un mio testo!

Lucia: Sì, ma… Tu non cambiare, ok? (Lo bacia sulla guancia) Ciao. (Esce)

Quadro 6
Claudio e Lucia.

Lucia: Hai mangiato?

Claudio: Sì, ho mangiato.

Lucia: Domani cosa fai?

Claudio: Non lo so.

Lucia: Non sai cosa farai domani?

Claudio: Credo che scriverò, e poi ho altri compiti da correggere.

Lucia: Stai tartassando di compiti quei ragazzi.

Claudio: In realtà faccio brevi passi. Preferisco fare poco per volta.

Lucia: Io devo entrare prima.

Claudio: Come mai?

Lucia: C’è il cambio-stagione.

Claudio: D’accordo.

Lucia: Vado a letto.

Claudio: Non mi rispondi?

Lucia: Ti ho già risposto.

Claudio: Una finta risposta.

Lucia: Ti ho detto di lasciar perdere.

Claudio: Secondo me dovresti valutare quel che ti ho detto.

Lucia: Ma perché?

Claudio: Se tornassi con una tu cosa faresti?

Lucia: L’accetterei. Mi pare giusto. Tu sei mio amico.

Claudio: Non saresti…?

Lucia: Gelosa?

Claudio: Non so.

Lucia: Gelosa o non so? Perché mi fai questa domanda?

Claudio: Senti, Lucia, io te lo volevo dire…

Lucia: Cosa?

Claudio: Hai presente quando ti dimentichi di provare qualcosa per qualcuno? Quando sopisci in te il desiderio?

Lucia: Che vuoi dire?

Claudio: Io credo di provare qualcosa per te.

Lucia: Ce lo eravamo già detti…

Claudio: E non potrà mai cambiare niente?

Lucia: Perché dovrebbe?

Claudio: Senti, conviviamo qua dentro, ci vediamo tutti i giorni…

Lucia: Claudio!

Claudio: Dovremmo, no? Non lo senti un po' come un obbligo, una necessità?

Lucia: No!

Claudio: Io ti voglio, perché non posso averti?

Lucia: Lasciami stare!

Claudio: Lucia, ascolta…!

Lucia: Non ci provare mai più, siamo intesi?

Claudio: Io non volevo…

Lucia: Io sono sempre stata chiara con te: solo amicizia! Non di più! Vuoi che me ne vada? Adesso vado a dormire, domani avrò una lunga giornata. Buonanotte! (Esce)

Claudio: ‘Notte.

Quadro 7
Lucia riprende col cellulare. Claudio sta apparecchiando.

Claudio: Non mi mettere su Instagram.

Lucia: E perché? Mi piaceva far vedere che amici così non se ne trovano. Uno che ti apparecchia, che ti fa da mangiare.

Claudio: Un amicone.

Lucia: Che mi hai preparato?

Claudio: Carbonara.

Lucia: Ah, la carbonara. Con la pancetta.

Claudio: Guanciale. La carbonara è col guanciale.

Lucia: Scusi professore.

Claudio: Un piatto è un piatto. Metti via quell’aggeggio.

Lucia: Aspetta un momento. Stavo scherzando. Ma che hai?

Claudio: Non mi piace, ok? (Esce)

Lucia: (Verso fuori) A te non piace niente di questa roba. Capisco che non ti piaccia Instagram, però dovresti imparare a sfruttarlo. Ci fai un sacco di pubblicità, sai?

Claudio: (Rientrando senza farsi sentire, guardando Lucia) Troppe immagini.

Lucia: Ah, sei qui?

Claudio: Troppe immagini e poca sostanza. E’ uno specchio per il sorriso e per il falso. Ma capisco che il mondo di oggi navighi nel falso.

Lucia: Se è per questo niente è vero.

Claudio: I soldi che guadagna chi fa queste cose sono veri.

Lucia: E’ impossibile allora.

Claudio: Sì, è impossibile. E’ tutta una merda.

Lucia: (Pausa) Allora?

Claudio: Sta cuocendo.

Lucia: Vuoi che ti dia una mano?

Claudio: No, resta seduta.

Lucia: Va bene. (Controlla il cellulare)

Claudio: Senti, Lucia…

Lucia: Sì?

Claudio: Senti, stavo pensando… Non so quanto sia bene separarci un po' tra me e te.

Lucia: In che senso?

Claudio: Non passa col tempo, Lucia.

Lucia: Senti, ne abbiamo già parlato la scorsa settimana. Passerà. Ci eravamo già passati sopra.

Claudio: Sì, ma stavolta è diverso: non sto più bene, Lucia.

Lucia: No?

Claudio: Non riesco più a scrivere. Oggi, in classe, non sono neanche riuscito a spiegare niente, ero… Niente, sono stanco. Non riesco più a fare quello che mi stai chiedendo.

Lucia: E cosa ti chiedo io? Cos’è cambiato improvvisamente?

Claudio: E’ cambiato che ho capito che avevo solo paura.

Lucia: Paura?

Claudio: Che te ne saresti andata, sì. Sapevo che volevi solo amicizia.

Lucia: E non era questo finora?

Claudio: Non lo so.

Lucia: No?

Claudia: Cioè da parte tua, sì.

Lucia: E da parte tua?

Claudio: No, non era questo. L’ho capito ora.

Lucia: E hai paura?

Claudio: Credo di no.

Lucia: Mi stai dicendo che potrei anche andarmene.

Claudio: No, non sto dicendo questo…

Lucia: E’ quanto hai detto finora.

Claudio: Se necessario, sì.

Lucia: Tu vuoi che me ne vada.

Claudio: No, ma non poterne neanche parlare… Vedi? Anche questa discussione non è da amici. Tu la vedi così, ma io no.

Lucia: Ah, no?

Claudio: Ascolta, facendo finta di niente farei solo del male sia a me che a te. Che senso avrebbe?

Lucia: Il senso di questa amicizia.

Claudio: Questa amicizia stava solamente aspettando di essere messa in discussione.

Lucia: Quindi per andare avanti deve essere qualcosa di diverso?

Claudio: Come lo sono stato io finora.

Lucia: Diverso?

Claudio: Non sincero.

Lucia: Con chi?

Claudio: Con me stesso, per la paura.

Lucia: Io non percepivo la paura.

Claudio: Finché fingerò di non guardare quello che ho dentro vedremo sempre due cose diverse.

Lucia: Ma io non ho fatto niente.

Claudio: Non hai capito.

Lucia: No, io ho capito invece.

Claudio: Guarda questo tavolo: tu ci vedi un favore da amico. Io no, io ci vedo una cena con la donna alla quale mi dedicherò per tutta la serata. No? Non è lecito?

Lucia: Sì, è lecito.

Claudio: Bisogna aspettare di ritrovare un equilibrio, poi tutto tornerà come prima.

Lucia: Va bene. Quindi dimmi che me ne devo andare.

Claudio: Tu non vuoi di più con me?

Lucia: No. Me ne devo andare?

Claudio: (Pausa) Sì.

Lucia: Va bene.

Claudio: Aspetta un attimo.

Lucia: Io me ne vado.

Claudio: No, senti...! Aspetta un…! (Tenta di baciarla)

Lucia: (Distaccandosi) Lasciami! (Si guardano) Ti credevo diverso.

Claudio: Mi dispiace.

Lucia: Cosa ti è successo?

Claudio: Niente.

Lucia: Preparo le mie cose. Torno dai miei.

Claudio: Mi dispiace. 

Lucia: Quindi finora era tutto falso?

Claudio: Parzialmente vero, come la maggior parte delle cose.

Lucia: (Uscendo, guarda verso fuori, poi) Sta bruciando tutto. (Esce)

Quadro 8
Claudio e Beatrice.

Beatrice: Quindi è andata così.

Claudio: Sì.

Beatrice: Mi dispiace.

Claudio: Grazie per essere venuta.

Beatrice: Dovresti riprenderti.

Claudio: Lo so.

Beatrice: Lei sta già pensando ad altro.

Claudio: Lo so. E’ brava in questo.

Beatrice: A cosa?

Claudio: A distaccarsi da tutto.

Beatrice: Era questo che ti faceva paura?

Claudio: Forse sì.

Beatrice: Te l’ho detto. Lucia è opportunista.

Claudio: Non è opportunista, fa solo finta.

Beatrice: Come vuoi.

Claudio: La conosco.

Beatrice: Se ti manca tanto richiamala.

Claudio: Stavo per farlo.

Beatrice: E allora?

Claudio: Ho chiamato te.

Beatrice: E perché?

Claudio: Non so. Per dirti quel che era successo.

Beatrice: Io lo sapevo già.

Claudio: Lo immaginavo. Vi siete viste?

Beatrice: (Prendendo degli scontrini dal tavolo) Questi sono delle ultime spese?

Claudio: Vi siete viste?

Beatrice: Le ha fatte lei?

Claudio: Sì, lei faceva la spesa, io pagavo l’affitto.

Beatrice: Davvero? Pagavi l’affitto?

Claudio: Dividevamo i compiti.

Beatrice: Questa è la spesa di…?

Claudio: Questo mese.

Beatrice: Scommetto che non è neanche un quarto di quel che paghi tu d’affitto.

Claudio: Non lo so. Non c’ho mai fatto attenzione.

Beatrice: Sicuramente.

Claudio: All’inizio facevamo a metà, poi la sua paga è diminuita, ha perso il lavoro, poi lo ha ritrovato. E alla fine ho pagato sempre io.

Beatrice: E lei?

Claudio: Lei cosa?

Beatrice: Diceva niente?

Claudio: Diceva che non voleva.

Beatrice: E ripagava con la spesa.

Claudio: Sì.

Beatrice: Ho capito.

Claudio: Capisco quello che pensi, ma le cose andrebbero vissute in prima persona a volte.

Beatrice: Ma io mica ti biasimo.

Claudio: Perché quella sera mi hai detto così allora?

Beatrice: Quando?

Claudio: Un mese fa o più, non ricordo. Io, te e Lucia.

Beatrice: Ah, sì.

Claudio: Perché?

Beatrice: Perché lo pensavo.

Claudio: Quindi mi biasimavi.

Beatrice: Poteva sembrare.

Claudio: Poteva sembrare o era così?

Beatrice: Non so. Non credo.

Claudio: Non c’era altro?

Beatrice: No.

Claudio: Niente, niente?

Beatrice: Cosa doveva esserci?

Claudio: Sono passate due settimane. I giorni scorrono lenti…

Beatrice: Scrivi ancora?

Claudio: Aspetto una conferma per una commedia. Forse la metteranno in cartellone.

Beatrice: Ah, sì? E quando te lo diranno?

Claudio: Sono attese lunghe. Com’è andata a Parigi?

Beatrice: Come doveva andare?

Claudio: Hai rivisto Marcel?

Beatrice: E’ passato un pomeriggio per riprendere alcune cose ed è tornato subito a Londra.

Claudio: Niente di speciale insomma.

Beatrice: No, niente di speciale.

Claudio: E se fosse che io e te…? (Le si avvicina)

Beatrice: No! No, non pensarci nemmeno!

Claudio: E perché no?

Beatrice: Se pensi che dietro ci sia una intenzione ti sbagli di brutto! Non sono così, io!

Claudio: Ma cosa ci perdiamo alla fine?

Beatrice: Non pensarci nemmeno.

Claudio: Ascolta, Lucia è andata, tu sei sola, io pure. Siamo qui.

Beatrice: No, mi spiace.

Claudio: E allora che sei venuta a fare?

Beatrice: Me lo hai chiesto tu.

Claudio: Sì, ma…

Beatrice: No.

Claudio: E va bene.

Beatrice: Perché voi uomini dovete sempre pensare male?

Claudio: Io di male non ci vedevo niente.

Beatrice: Adesso vado. (Fa per andare, poi si ferma) Voglio esser chiara che di questo a Lucia non dirò niente.

Claudio: Vi siete viste?

Beatrice: Sì, ci siamo viste.

Claudio: Come sta?

Beatrice: Sbadata più del solito, ma sta bene.

Claudio: Che vi siete dette?

Beatrice: Non è più affar tuo.

Claudio: Hai ragione.

Quadro 9
Claudio fa per indossare una camicia, pronto a uscire. Squilla il cellulare. Esce e rientra. Continua a sistemarsi.

Lucia: (Entrando) Posso?

Claudio: E’ aperto, entra.

Lucia: Non è cambiato niente.

Claudio: No, non credo.

Lucia: Grazie per aver accettato.

Claudio: Sono contento di vederti. Scusami se mi sto preparando.

Lucia: Dove vai?

Claudio: Una cena. Sai, alla fine hanno accettato il mio testo. Lo porteranno in giro.

Lucia: Non ne sapevo niente.

Claudio: L’ho saputo da poco. Tra un mese c’è il debutto. Ti dispiace se finisco di sistemarmi?

Lucia: Fai pure.

Claudio: Vuoi niente?

Lucia: No, grazie.

Claudio: Dimmi tutto.

Lucia: Indossi la camicia.

Claudio: Sì, perché?

Lucia: Non ti ci avevo mai visto.

Claudio: Non ne avevo.

Lucia: Qualcuna sì.

Claudio: Erano vecchie e non mi stavano più. Le ho buttate via.

Lucia: (Lo guarda, poi) Vedo che te la passi bene.

Claudio: Diciamo che me la cavo.

Lucia: Qui non è cambiato niente.

Claudio: Cosa vuoi che sia cambiato?

Lucia: Il tuo modo di porti.

Claudio: Dici?

Lucia: Sì.

Claudio: In meglio o in peggio?

Lucia: In meglio.

Claudio: Bene, no? Tu invece?

Lucia: Niente di particolare. Sono stata in ospedale.

Claudio: Perché?

Lucia: Niente di grave.

Claudio: Che hai fatto?

Lucia: Niente. Un incidente con l’auto.

Claudio: Tu o l’altro?

Lucia: Cinquanta e cinquanta.

Claudio: E cosa ti sei fatta?

Lucia: Niente. Mi hanno ricoverato, ma sono uscita qualche ora dopo. Non sapevi niente?

Claudio: No.

Lucia: Non ti sei più sentito con Beatrice?

Claudio: No, non ci siamo più sentiti.

Lucia: Non è stato niente di grave. Siamo rimasti illesi tutti e due.

Claudio: Potevate dirmelo.

Lucia: Era già un po' che non ci vedevamo. Com’è che tu sei cambiato in questi mesi, e io no?

Claudio: Cambiato o migliorato?

Lucia: Migliorato.

Claudio: Tu no?

Lucia: Non so.

Claudio: Io credo di sapere il perché.

Lucia: Perché?

Claudio: Perché tu, e tutti quelli come te, sottovalutate le potenzialità della solitudine.

Lucia: Può essere. Io non sono migliorata per niente, anzi…

Claudio: Ma smettila.

Lucia: Sono tornata in quella stanza, dai miei genitori. Ho rivisto le mie cose di quando ero bambina. Mi sono sentita sola. Senti, so che forse non dovrei dirtelo così, e adesso, ma… Se volessi tornare, mi rivorresti?

Claudio: Se ti rivorrei?

Lucia: Non intendo come prima. Se volessi stare con te, se ti volessi, ma non come finora è stato, di più. Se provassimo a fare di più.

Claudio: Stai dicendo che vuoi provare a stare insieme?

Lucia: Sì. A meno che tu non abbia altro a cui pensare...

Claudio: No, non ce l’ho.

Lucia: Sei così solo?

Claudio: Solo, sì.

Lucia: Non darmi la risposta ora. Puoi anche darmela più in là.

Claudio: Tu vuoi provare?

Lucia: Sì, voglio provare.

Claudio: Adesso devo andare.

Lucia: Vado.

Claudio: No, resta, vai via quando vuoi. (Lascia le chiavi sul tavolo)

Lucia: Io me ne vado tra poco.

Claudio: (Uscendo) Lasciale nella cassetta fuori.

Lucia: Ciao. (Sorride, controlla l’ora, poi fa per prendere le chiavi. Claudio rientra improvvisamente. Si baciano)

Quadro 10
Beatrice e Claudio.

Beatrice: Beh?

Claudio: Come va?

Beatrice: Sto lavorando.

Claudio: Ah, dove?

Beatrice: Una tv locale. Faccio la spalla del presentatore.

Claudio: La valletta.

Beatrice: No.

Claudio: Più o meno.

Beatrice: Neanche più o meno.

Claudio: Allora a che servi?

Beatrice: A fare la spalla del presentatore.

Claudio: La fica.

Beatrice: Serve anche quello.

Claudio: Sono contento.

Beatrice: Il giovedì sera alle venti.

Claudio: Non guardo mai la tv.

Beatrice: Domani allora metti il sedici.

Claudio: Domani avrò le prove.

Beatrice: Come va la commedia?

Claudio: Va.

Beatrice: E’ bella?

Claudio: Fa schifo.

Beatrice: Davvero?

Claudio: Fa sempre schifo.

Beatrice: Secondo me esageri.

Claudio: E’ normale.

Beatrice: Ah, sì?

Claudio: Non mi innamoro di quel che scrivo.

Beatrice: Lily, vero? Chi è? La protagonista?

Claudio: Intuibile.

Beatrice: Di che parla?

Claudio: Una prostituta incontra un poeta in un bordello, e parte una storia d’amore.

Beatrice: La fica.

Claudio: Serve anche quella.

Beatrice: Amore e morte. Romanticone decadente.

Claudio: Ma che stai a dire?

Beatrice: Non ti interessano queste discussioni?

Claudio: Un lavoro scritto bene è scritto bene. Il resto ai posteri.

Beatrice: Vorrei leggerlo.

Claudio: Perché non vieni a vederlo?

Beatrice: Volevo l’esclusiva.

Claudio: Ti riserverò un biglietto omaggio.

Beatrice: Un omaggio.

Claudio: Bea, è noioso.

Beatrice: Ma te l’ho chiesto io.

Claudio: Era da un po' che non ci vedevamo.

Beatrice: Ti sono mancata?

Claudio: Ho avuto anch’io i miei impegni. Lucia mi ha detto che è stata in ospedale.

Beatrice: Lo sapevi.

Claudio: Non lo ricordavo.

Beatrice: Forse perché non mi hai ascoltato quel giorno.

Claudio: Chi aveva voglia di ascoltare?

Beatrice: Vi siete più visti?

Claudio: Stiamo insieme.

Beatrice: Come?

Claudio: Stiamo uscendo insieme.

Beatrice: Quindi ci state provando.

Claudio: Sei stupita?

Beatrice: No, lo sapevo.

Claudio: Ah.

Beatrice: Ci siamo viste. M’ha chiamato lei. Ha detto che state uscendo, che vuole vedere come andrà.

Claudio: E allora perché hai finto?

Beatrice: Così. Mi piaceva. Era per questo che mi hai chiamata?

Claudio: Sì, era per questo.

Beatrice: Dov’è Lucia? Dai suoi?

Claudio: Per il momento dorme ancora lì.

Beatrice: Lucia ha letto Lily?

Claudio: No.

Beatrice: Tutto quel tempo in casa insieme e non ha letto il tuo lavoro più importante?

Claudio: Non si è mai interessata di queste cose.

Beatrice: Capisco. Adesso vorrei andare.

Claudio: Tu sapevi che ti avrei detto questo, vero?

Beatrice: Sì, lo sapevo.

Claudio: Sai sempre tutto tu.

Beatrice: Troppo.

Claudio: Perché sei venuta allora?

Beatrice: Come?

Claudio: Perché sei venuta?

Beatrice: Così. Per sapere.

Claudio: Ti piaceva?

Beatrice: Sì, può darsi.

Claudio: Smetti di fare la misteriosa.

Beatrice: Che ti devo dire?

Claudio: Perché sei venuta.

Beatrice: Ma te l’ho detto. Non lo so, siamo amici.

Claudio: Ah, sì?

Beatrice: Amici.

Claudio: Ma tu lo sapevi.

Beatrice: Il fatto che lo sapessi non deve significare nulla.

Claudio: Ah, no?

Beatrice: No.

Claudio: Allora amici?

Beatrice: Amici.

Claudio: Confidenti, diciamo.

Beatrice: Non credo.

Claudio: Troviamo una definizione allora. Magari in francese.

Beatrice: Magari un altro giorno. (Si baciano)

Quadro 11
Claudio corregge dei compiti. Lucia entra mentre sorseggia una bottiglietta di birra.

Lucia: Correggi i compiti?

Claudio: Ho solo un’ora. Poi scappo. Che fai?

Lucia: Preparavo una torta. Da mangiare dopo cena.

Claudio: A cena non ci sarò.

Lucia: Infatti ho detto dopo cena.

Claudio: Tornerò tardi.

Lucia: Debutti tra meno di due settimane e pensi ai compiti in classe?

Claudio: Di che sei preoccupata?

Lucia: No, mi sembrava che ci tenessi.

Claudio: Non ci tengo?

Lucia: Stai pensando ad un'altra cosa.

Claudio: Ho anche questo lavoro da portare avanti.

Lucia: Ma il tuo lavoro non è scrivere?

Claudio: Mi fa staccare un po'.

Lucia: Quindi di insegnare non ti interessa.

Claudio: Ho detto questo?

Lucia: No, non hai detto questo.

Claudio: Scrivere è un lavoro come altri. Lavoreresti senza fare altro tutto il giorno?

Lucia: Quindi insegni per distrarti.

Claudio: Più o meno.

Lucia: Cioè?

Claudio: Cioè penso.

Lucia: Anche quando fai altro?

Claudio: Anche quando non so di farlo.

Lucia: Quindi non smetti mai di lavorare.

Claudio: Diciamo.

Lucia: Non è un lavoro come un altro.

Claudio: Non capiresti.

Lucia: E’ la tua vita.

Claudio: Se vuoi spiegarla così…

Lucia: Come devo spiegarla?

Claudio: E’ un gioco, Lucia.

Lucia: Un gioco.

Claudio: Un gioco.

Lucia: Quindi per te la vita è un gioco?

Claudio: Lascia stare, non mi va. Ho da finire.

Lucia: Chi è Lily?

Claudio: Eh?

Lucia: Chi è Lily?

Claudio: Hai letto Lily?

Lucia: No, ma so di cosa parla.

Claudio: Lily è la protagonista.

Lucia: E’ qualcuna che conosci?

Claudio: Una domanda idiota.

Lucia: E’ idiota?

Claudio: Cosa credi? Tramite i miei lavori di leggere la mia vita?

Lucia: Hai detto che è la vita.

Claudio: Ho detto che è gioco.

Lucia: E che differenza c’è?

Claudio: Non lo capiresti.

Lucia: Chi è Lily?

Claudio: Fai storie per un personaggio? E’ finto. Non esiste.

Lucia: Chi è Lily?

Claudio: Lily è una puttana.

Lucia: E poi?

Claudio: Si innamora di un poeta che le viene a far visita in un bordello.

Lucia: E mi vuoi dire che un personaggio così non lo conosci?

Claudio: Tu non ne sai niente.

Lucia: So che è la miglior cosa che hai scritto, e che piace, e che piacerà.

Claudio: Quindi? Di che hai paura?

Lucia: Perché hai scritto Lily?

Claudio: Ma fai sul serio?

Lucia: Perché non me lo dici?

Claudio: Perché sei così egocentrica?

Lucia: Che c’entra?

Claudio: Non capisci che tu e il mondo siete due cose diverse? La realtà non gira attorno a noi, non è quel che tu pensi.

Lucia: Sono discorsi che non mi interessano.

Claudio: Non ti è mai interessato niente.

Lucia: No, infatti.

Claudio: Infatti, sei solo un’egocentrica del cazzo.

Lucia: Ben venga che lo sia.

Claudio: Brava. Tornatene a fare la commessa nel tuo negozietto allora.

Lucia: Vaffanculo.

Claudio: (Pausa) Io e Beatrice abbiamo una relazione.

Lucia: Come?

Claudio: Io e Beatrice ci vediamo.

Lucia: Lo sapevo. L’avevo capito.

Claudio: Quando?

Lucia: L’ultima volta che l’ho vista. Qualche giorno fa.

Claudio: E come?

Lucia: Non lo so.

Claudio: Te l’ha detto lei?

Lucia: Sesto senso.

Claudio: Sesto senso?

Lucia: Fate sesso?

Claudio: Puro sesto senso?

Lucia: Fate sesso?

Claudio: Devo proprio dirlo?

Lucia: Fate sesso?

Claudio: Sì, facciamo sesso.

Lucia: Da quanto?

Claudio: Due settimane.

Lucia: E basta?

Claudio: Sì, e basta.

Lucia: Non prima?

Claudio: No.

Lucia: E’ lei Lily?

Claudio: Quando ho scritto Lily lei non era neanche tornata da Parigi.

Lucia: Eppure l’hai scritto in quel periodo.

Claudio: Coincidenza.

Lucia: Quindi non è lei Lily?

Claudio: Lily non esiste.

Lucia: Perché l’hai scritto proprio in quel periodo?

Claudio: Sesto senso.

Lucia: Sesto senso?

Claudio: Ognuno ha il suo.

Lucia: E qual è il tuo?

Claudio: Intuisco le cose che stanno morendo.

Lucia: E cos’è che stava morendo?

Claudio: Il nostro rapporto.

Lucia: Lo sapevi?

Claudio: No, ai tempi non lo sapevo.

Lucia: Ed hai scritto Lily.

Claudio: Ho avuto questa forza.

Lucia: La forza delle cose che finiscono?

Claudio: Sì, è così. E’ dalla morte che traggo ispirazione.

Lucia: E Lily non esiste.

Claudio: Chissà cos’è che esiste.

Lucia: E’ un gioco.

Claudio: E’ la vita. (Escono, silenziosi, a lati opposti)

Quadro 12
Beatrice e Claudio, che entra con una bottiglia di vino stappata. Versano e sorseggiano.

Claudio: Com’è andata al lavoro?

Beatrice: Bene. Perché?

Claudio: Per parlare.

Beatrice: Ho fatto domanda in una compagnia.

Claudio: Una compagnia?

Beatrice: Niente di ché. Forse mi prendono a recitare.

Claudio: Tu reciti?

Beatrice: Non l’ho detto?

Claudio: Non ricordo.

Beatrice: In realtà te l’ho detto.

Claudio: Hai mangiato?

Beatrice: Prima della diretta.

Claudio: Vuoi qualcosa? Non che abbia granché.

Beatrice: Mangerò qualcosa a casa.

Claudio: Puoi rimanere qui.

Beatrice: Ti ringrazio, ma preferisco di no.

Claudio: Hai da andare da qualche parte?

Beatrice: No.

Claudio: E allora perché non rimani? A quest’ora per la città?

Beatrice: Adesso decido.

Claudio: Non capisco.

Beatrice: Non c’è da capire: ho detto che adesso decido.

Claudio: Va bene.

Beatrice: E così ci siamo alla settimana del grande debutto?

Claudio: Esattamente tra nove giorni e venti ore.

Beatrice: Al tuo debutto allora.

Claudio: A Lily.

Beatrice: A Lily. (Bevono)

Claudio: L’hai letto?

Beatrice: Sì.

Claudio: Non mi dici niente?

Beatrice: Mi pare tu abbia già avuto le risposte.

Claudio: E la tua?

Beatrice: E’ così importante?

Claudio: Perché ti tiri indietro?

Beatrice: Quella Lily farebbe invidia a qualunque donna.

Claudio: Dici?

Beatrice: Ma è bello vedere che oltre la verità c’è altro.

Claudio: Cosa?

Beatrice: Non lo so. Cose che non capisci ma che ti viene voglia di esplorare.

Claudio: E basta?

Beatrice: E la tua risposta?

Claudio: E’ un personaggio. E’ teatro.

Beatrice: E basta?

Claudio: E’ una puttana.

Beatrice: Decadente?

Claudio: No.

Beatrice: Dai, arrabbiati.

Claudio: Che mi arrabbio?

Beatrice: Allora fingi di arrabbiarti.

Claudio: Non fingo neanche.

Beatrice: La scène est une pute.

Claudio: Come?

Beatrice: Ho detto che il teatro è puttana.

Claudio: Lily.

Beatrice: In realtà una domanda mi verrebbe da fartela.

Claudio: Sentiamo.

Beatrice: Chi è Lily? (Facendo per sedersi sulle sue gambe)

Claudio: Perché questa domanda?

Beatrice: Se fossi io?

Claudio: Vuoi essere Lily?

Beatrice: Chissà, magari potrei interpretarla.

Claudio: Magari con qualche battuta in francese.

Beatrice: Pourquoi pas?

Claudio: Dimmi qualcos’altro.

Beatrice: Vines ici, ma belle, je suis ta Lily.

Claudio: E’ la prima battuta.

Beatrice: Suona bene, no?

Claudio: Allora resti?

Beatrice: Adesso decido.

Claudio: Dillo in francese.

Beatrice: Maintenant… je… décide... (Si baciano)

Quadro 13
Beatrice al tavolo, col cellulare. Claudio entra.

Claudio: Come va?

Beatrice: Non male.

Claudio: “Non male” che vuol dire?

Beatrice: Bene.

Claudio: Sei contenta?

Beatrice: Di cosa?

Claudio: Il debutto.

Beatrice: Molto.

Claudio: Oggi cos’hai fatto?

Beatrice: Ho sistemato alcune cose di lavoro. Hai letto le riviste online?

Claudio: Che dicono?

Beatrice: (Leggendo al cellulare) “Spettacolo ispirato e incisivo, dai passaggi cadenzati, ma che forse si lascia un po' troppo prendere la mano”.

Claudio: “Ispirato e incisivo”?

Beatrice: La critica è divisa.

Claudio: Davanti a una cosa semplice e ben fatta tutti abbiamo paura della fregatura.

Beatrice: La tua è una cosa semplice e ben fatta?

Claudio: Non lo è?

Beatrice: Sì, lo è. Troppo.

Claudio: Che vuol dire “troppo”?

Beatrice: Voglio dire che Lily è…

Claudio: E’…?

Beatrice: Non lo so.

Claudio: Non eri tu Lily?

Beatrice: Lily non esiste.

Claudio: Lo so, non intendevo quello.

Beatrice: E’ un personaggio.

Claudio: Non ti piace più?

Beatrice: No, è bellissimo. Anche lo spettacolo. Tutto.

Claudio: E allora che vuol dire “troppo”?

Beatrice: Vuol dire che frega.

Claudio: Che vuol dire “che frega”?

Beatrice: Che sembra talmente vero che ci credi, lo cerchi, ma ti devi accontentare che è falso.

Claudio: Credevo potesse funzionare.

Beatrice: Non possiamo dipendere dal tuo personaggio.

Claudio: Io non dipendo dal mio personaggio.

Beatrice: Tu no, ma noi sì.

Claudio: Noi chi?

Beatrice: Noi, tu incluso.

Claudio: Io non dipendo dal mio personaggio.

Beatrice: Quindi questo è funzionare? Così semplice e ben fatto?

Claudio: Troppo.

Beatrice: Infatti, troppo.

Claudio: (Pausa) Chi è incluso nel “noi”?

Beatrice: Io e Lucia ci siamo riviste.

Claudio: Come sta?

Beatrice: Dice che non vuole mai più rivederti.

Claudio: E ha rivisto te?

Beatrice: Ci siamo salutate.

Claudio: Non vi vedrete mai più?

Beatrice: No.

Claudio: Vi siete viste per dirvi che non ci vedremo mai più?

Beatrice: Ci tiene ancora.

Claudio: Allora che vi siete dette?

Beatrice. Non ce lo siamo dette.

Claudio: Come, allora?

Beatrice: Sesto senso.

Claudio: Vi siete parlate a son di sesti sensi?

Beatrice: Come le feci capire che io e te eravamo amanti.

Claudio: Lo hai fatto apposta?

Beatrice: Sì.

Claudio: Noi non uscivamo soltanto.

Beatrice: Era sesso. Solo ed esclusivamente sesso. (Pausa) Ci siamo un po' troppo confusi, Claudio.

Claudio: Lo so.

Beatrice: Devi tornare con Lucia.

Claudio: E’ impossibile.

Beatrice: Contattala.

Claudio: E’ impossibile, Beatrice.

Beatrice: Tu fallo lo stesso. Vado a casa.

Claudio: “Ispirato e incisivo”. “Semplice e ben fatto”. Quanto ci piace parlare a caso.

Beatrice: Troppo.

Quadro 14
Lucia prepara la borsa. Un copione e del caffè sono sul tavolo.

Claudio: (Entrando) Vai al lavoro?

Lucia: Sì.

Claudio: Vuoi che ti accompagni?

Lucia: Non hai da fare?

Claudio: Ho tutto il pomeriggio.

Lucia: No, non importa.

Claudio: Ti accompagno.

Lucia: Che? Non ti fidi?

Claudio: Non era per quello. E’ che quando hai fretta…

Lucia: Non ho fretta.

Claudio: D’accordo.

Lucia: Sei preoccupato?

Claudio: No.

Lucia: E allora?

Claudio: Non lo vuoi venire a vedere?

Lucia: Perché me lo chiedi?

Claudio: Mi sembra di capire che non lo vuoi vedere.

Lucia: Ti dispiace?

Claudio: Ho detto “va bene”.

Lucia: E’ che non la sopporto.

Claudio: Chi?

Lucia: Lily, non la sopporto.

Claudio: Non la sopporti?

Lucia: No.

Claudio: (Alzando il copione) L’hai letto?

Lucia: Non ne ho bisogno. (Pausa) Finisci queste repliche, poi vedremo. E’ un tentativo, Claudio.

Claudio: Non mi pare di averlo messo in discussione.

Lucia: Allora non mi chiedere di venirlo a vedere. Sai bene perché non vengo. Non che non voglia.

Claudio: Secondo me avrebbe fatto bene.

Lucia: Avrebbe fatto bene a te.

Claudio: Mi dai dell’egoista?

Lucia: Non capisci. Oppure non vuoi capire.

Claudio: Sono io a non capire...

Lucia: Perché sono qui?

Claudio: Ci avrebbe fatto bene. Io ci metto il cuore in quel che faccio, l’anima, ma tu non lo consideri.

Lucia: E tu non consideri cos’è questo cazzo di capitolo che si chiama Lily.

Claudio: (Pausa) Ti sei più sentita con Beatrice?

Lucia: No.

Claudio: Va bene.

Lucia: Adesso vado, o farò tardi.

Claudio: Senti, finiamo con queste repliche e decidiamo. Questo spettacolo non deve stare in mezzo. E poi, vuoi saperla tutta?

Lucia: Cosa?

Claudio: Anch’io non vedo l’ora che finisca.

Lucia: Aspettiamo. (Si baciano sulla guancia, poi fa per uscire)

Claudio: Che devo fare? Ti aspetto per cena? Ci risentiamo domani?

Lucia: Ti chiamo io.

Claudio: Chiamami.

Lucia: Non ti agitare. Ti chiamo. Va bene? (Esce)

Claudio: Va bene.

Claudio si siede, prende il copione, segna alcune battute, scrive. Il cellulare squilla, si alza, esce, poi rientra. Ricontrolla il copione. Entra Beatrice.

Beatrice: E’ sul bus.

Claudio: Agitata?

Beatrice: Non mi pare.

Claudio: Vuoi un caffè?

Beatrice: Sì. Giusto il caffè, poi devo andare.

Claudio: Questo è di ora. Ti prendo la tazzina.

Beatrice: (Afferrando la tazzina sul tavolo) Era la tua?

Claudio: Sì.

Beatrice: Va bene questa. (Si versa il caffè, poi, sfogliando il copione) Il copione?

Claudio: Stavo dando una rilettura.

Beatrice: Ancora non soddisfatto?

Claudio: Non si è mai soddisfatti.

Beatrice: Ci metti qualcosa in francese?

Claudio: Francese, russo, spagnolo, tutto.

Beatrice: Lascia stare. Ogni tanto le cose vanno lasciate andare per come vengono.

Claudio: Come vengono?

Beatrice: Contorte e tremendamente imperfette.

Claudio: E’ soddisfacente?

Beatrice: Lo sarebbe il contrario?

Claudio: Quindi niente francese?

Beatrice: Ti lasci suggerire?

Claudio: Siamo compagni di bevute.

Beatrice: Di caffè. (Ride, si alza)

Claudio: Niente francese.

Beatrice: No, niente francese. (Lo bacia sulla guancia)

Quadro 15
Lucia in attesa. Entra Claudio.

Claudio: Ti avevo detto di non aspettarmi.

Lucia: Non ho molto sonno.

Claudio: C’è molta gente fuori. Non sei uscita con nessuno?

Lucia: No.

Claudio: Ho capito.

Lucia: Com’è andata?

Claudio: Come?

Lucia: Com’è andata?

Claudio: Bene.

Lucia: Domani l’ultima replica.

Claudio: Sì, domani finisce tutto.

Lucia: E’ stata lunga.

Claudio: Abbastanza.

Lucia: Ti dispiace?

Claudio: Non lo so. Ci devo pensare.

Lucia: A cosa?

Claudio: Sono stanco. Tu perché non dormi?

Lucia: E’ così importante?

Claudio: Chiedevo.

Lucia: Oggi volevo chiamare Beatrice.

Claudio: L’hai chiamata?

Lucia: No.

Claudio: Perché volevi chiamarla?

Lucia: Così, per parlare.

Claudio: Di cosa?

Lucia: (Pausa) Cosa stiamo facendo, Claudio?

Claudio: Cosa stiamo facendo?

Lucia: Niente.

Claudio: Abbiamo detto che avremmo aspettato di finire Lily.

Lucia: “Abbiamo detto” chi?

Claudio: Ce lo siamo detti, no?

Lucia: Sì, ma chi?

Claudio: Chi? Noi.

Lucia: E poi?

Claudio: E poi basta.

Lucia: Cosa intendi per “noi”?

Claudio: Per “noi” intendo noi.

Lucia: Ti sei più visto con Beatrice?

Claudio: No.

Lucia: Ti sei più visto con Beatrice?

Claudio: (Pausa) Non abbiamo fatto niente.

Lucia: No?

Claudio: No.

Lucia: Non avete più fatto sesso?

Claudio: Stiamo aspettando che finisca Lily.

Lucia: Quindi nel “noi” c’è anche lei.

Claudio: Sì, c’è anche lei.

Lucia: Perché non riesco più ad arrabbiarmi con te? Sei così stupidamente schietto!

Claudio: Non c’è niente di cui arrabbiarsi!

Lucia: Io sono qui! Lei dov’è? Dov’è? Quand’è venuta?

Claudio: Non ha importanza!

Lucia: No? E cos’è importante?

Claudio: Cerca di capire anche me!

Lucia: Ah, dovrei capire te?

Claudio: Non ci hai mai provato! Sei sempre stata nel tuo piccolo mondo!

Lucia: Io ci stavo bene nel mio piccolo mondo!

Claudio: Ma c’ero io! C’ero io nel tuo piccolo mondo! La prossima volta stacci da sola!

Lucia: Come siamo arrivati a tutto questo?

Claudio: Non capisci, non vuoi capire.

Lucia: Nessuno qui vuole capire.

Claudio: Appunto, allora perché sei qui?

Lucia: Non lo so.

Claudio: Perché ti servo ancora, ecco perché. Perché dai tuoi genitori non vuoi tornare. Tutto questo è piaciuto anche a te! Ti è sempre piaciuto! Ne hai fatto parte! (Lucia lo zittisce con un ceffone)

Lucia: (Pausa) Vaffanculo. Vaffanculo a te, a Beatrice! Vaffanculo a tutti!

Claudio: Vaffanculo, brava, vaffanculo! Non si risolve un cazzo con te!

Lucia: Allora non voglio risolvere!

Claudio: Dove vai?

Lucia: Lasciami stare!

Claudio: Non tornare dai tuoi ora!

Lucia: Non vado dai miei!

Claudio: E dove vai?

Lucia: Esco dove cazzo mi pare a me! Lasciami stare!

Claudio: Non andare!

Lucia: Lasciami! E vaffanculo! (Esce)

Claudio: Vaffanculo, va bene, sì, vai! Vai pure! Cavatela da sola! Da sola, capito? Disgraziata! Non tornare mai più, capito? (Frastuono da fuori di sgommata con incidente d’auto) Lucia! Lucia! (Esce correndo)

Quadro 16
Claudio e Beatrice.

Beatrice: Come sta?

Claudio: Qualche piccola contusione.

Beatrice: Non si è fatto male nessuno?

Claudio: Per fortuna no. Ma è andata bene.

Beatrice: Dormirà qui?

Claudio: Non vuole che i suoi sappiano dell’incidente. Ma non credo rimarrà oltre domattina.

Beatrice: Tu come stai?

Claudio: Stanco. Non ho dormito.

Beatrice: Stasera hai l’ultima replica.

Claudio: Sì, se Dio vuole.

Beatrice: Dovresti staccare.

Claudio: Funziona così: o niente o tutto insieme.

Beatrice: E’ vero, è così.

Claudio: Tu come stai? Pranziamo fuori?

Beatrice: No, ho un impegno.

Claudio: Che impegno?

Beatrice: Un impegno. Ti pare il caso di insistere?

Claudio: Perché?

Beatrice: Ti pare che io e Lucia ci si possa vedere?

Claudio: Non devi vederti con Lucia.

Beatrice: Con te sì.

Claudio: Che stai dicendo?

Beatrice: Claudio, dobbiamo chiuderla qui.

Claudio: Avevamo detto che avremmo aspettato.

Beatrice: E nel frattempo?

Claudio: Nel frattempo?

Beatrice: Ci stiamo distruggendo.

Claudio: Non vi siete date un attimo di tregua.

Beatrice: Dov’è la tregua in una situazione del genere?

Claudio: Quindi te ne vuoi andare?

Beatrice: Dobbiamo salutarci.

Claudio: Dobbiamo salutarci o vuoi salutarci?

Beatrice: Dobbiamo, Claudio. E non dirmi che credevi potesse funzionare.

Claudio: Senti, adesso sono stanco. Stasera c’è l’ultima replica. Domani ci penserò.

Beatrice: Volevo parlare con Lucia.

Claudio: Vuoi parlare con Lucia?

Beatrice: Forse tornerò a Parigi.

Claudio: Perché torni a Parigi?

Beatrice: Io e Marcel ci stiamo risentendo.

Claudio: Ah, sì?

Beatrice: Ci stiamo riavvicinando.

Claudio: Da quanto?

Beatrice: Circa un mese.

Claudio: Ho capito.

Beatrice: Posso passare allora?

Claudio: Non lo devi chiedere a me.

Beatrice: Passerò in serata, quando tu non ci sarai.

Claudio: Forse meglio domattina. Per lei, intendo.

Beatrice: Deciderò in giornata.

Claudio: E così ti stai risentendo con Marcel?

Beatrice: Sì.

Claudio: Va bene.

Beatrice: A cosa pensi?

Claudio: A niente.

Beatrice: Pensi a Lily, vero?

Claudio: E’ assurdo. (Si alza)

Beatrice: Dove vai?

Claudio: Passo a prendere Lucia, poi non lo so. Stasera farò sicuramente tardi. Voi fate cosa volete. Naturalmente non mi aspettate.

Beatrice: Pensavo pure io a Lily. 

Claudio: Cosa pensavi?

Beatrice: A quanto ci abbiamo creduto.

Claudio: Volevi essere Lily?

Beatrice: E’ possibile?

Claudio: Non sei tu Lily.

Beatrice: Lo so. Lily non esiste.

Claudio: No, non esiste.

Quadro 17
Beatrice e Lucia.

Beatrice: (Entrando) Posso? (Pausa) Senti, io lo so che tu non mi vorrai parlare. Sono venuta per salutarti. Credo che anche tu sia d’accordo che dobbiamo finirla. Non penso si possa fare altrimenti. Tu come stai? So che non ti sei fatta niente. E’ colpa dell’automobile, o forse attraversavi a caso, senza guardare?

Silenzio. Lucia si volta. Si guardano. Lucia inizia a ridere. Beatrice pure. Ridono. Poi si fermano. 

Lucia: Tu come stai?

Beatrice: Sto bene.

Lucia: Sei venuta a salutarmi?

Beatrice: Torno a Parigi.

Lucia: Sì, lo sapevo.

Beatrice: Te lo ha detto Claudio?

Lucia: Sì.

Beatrice: Dov’è?

Lucia: E’ ancora a letto. Credo che tra poco si sveglierà.

Beatrice: Tu che farai?

Lucia: Non lo so.

Beatrice: Tornerai dai tuoi?

Lucia: E’ un passaggio obbligatorio.

Beatrice: E poi?

Lucia: Dipende come va. Tu quindi torni a Parigi?

Beatrice: La vita qui non mi piace. E neppure il mio lavoro.

Lucia: Questa Lily ci ha parecchio prese, eh?

Beatrice: Hai visto lo spettacolo?

Lucia: No.

Beatrice: Allora lo hai letto?

Lucia: Nemmeno. Ne ho una vaga idea, ma mi va bene così.

Beatrice: Idea o no, non è questo che conta.

Lucia: Sembra assurdo preoccuparsi per qualcosa che non esiste.

Beatrice: Si finisce per dubitare dell’esistenza stessa.

Lucia: Non eravamo noi, Bea.

Beatrice: No, né tu né io. Cercavamo qualcosa che non era.

Lucia: Forse l’unica persona adatta…

Beatrice: Era proprio Lily.

Lucia: Sì, Lily.

Beatrice abbraccia Lucia. Lucia ricambia. Entra Claudio, con dei compiti da correggere e il cellulare. Silenzio.

Claudio: (Sedendosi, ancora stanco. Pausa, si guardano, poi) Buongiorno.

Beatrice: Buongiorno. Dormito bene?

Claudio: Sfinito.

Beatrice: Ti prepariamo qualcosa?

Claudio: No, faccio da me. (A Lucia) Tu come stai?

Lucia: Sto bene.

Beatrice: Correggi i compiti?

Claudio: Sono indietro col lavoro.

Beatrice: Non scrivi più?

Claudio: Pure con quello sono indietro.

Beatrice: Hai in mente di scrivere qualcosa?

Claudio: Credo che butterò giù un soggetto in giornata. Ieri ho parlato con un collega. (A Lucia) Tu che guardi?

Lucia: Niente, ascoltavo. Perché?

Claudio: Immagino che ora andrete via.

Lucia: Sì.

Claudio: Ci salutiamo qui?

Lucia: Sì, ci salutiamo qui.

Claudio: Va bene. Allora non fate cazzate, mi raccomando, e buona fortuna.

Lucia: Lo dici alla classe ad ogni fine anno.

Claudio: Più o meno ci siamo a fine anno, no?

Lucia: Sì, più o meno… (Si alza) 

Beatrice: Devo aiutarti a portare qualcosa?

Lucia: Non ho niente da portare.

Beatrice: D’accordo, allora andiamo.

Lucia: Buona fortuna a tutti e due.

Beatrice: Buona fortuna.

Claudio: Buona fortuna.

Escono. Silenzio. Claudio sulla sedia, fermo, poi afferra il cellulare e compone un numero.

Claudio: (Attende risposta, poi) Ho pensato al finale. Il soggetto, sì, ieri sera. Pensavo: potrebbero tornare. No, una delle due. Una delle due. Magari lasciare il finale aperto, non far capire chi. Infatti. Sì, lo so. Ci pensiamo, intanto butto giù qualcosa. Te la mando in settimana. Certo. Eh, chissà, chissà… Però potrebbe. Potrebbe succedere. Chissà…

Sipario