La Magaria

Atto unico corto di

Antonio Sapienza


Personaggi: 
Autore 
La psichiatra

Sintesi:
I due personaggi discorrono di Fantasia, Talento, Arte e della ...“Magaria” -  cioè la conseguente e famosa passionaccia che avvince gli artisti. Quindi l’Autore con un ampio giro di argomenti vuole difendere l’Arte del visionario fantasioso, mentre la psichiatra lo incalza, spesso ironicamente, per gli argomenti esposti, secondo lei, affini alla pazzia. 

Scena nuda, palco sgombro, luce e musica adatte, quindi entrano in scena i due interpreti, che si dirigono verso il proscenio, battibeccando tra di loro.

Autore-  ...Ma come? Allora, non sai cos’è la Magaria? 
Psichiatra- Non lo so, dimmelo tu.
Autore – Ignorante: La Magaria è la stregoneria ovvero la passionaccia  - cioè quel miscuglio di Fantasia, Talento e Arte- che, se t’afferra gli Artisti, li possiede. 
Psichiatra – Bravo, e poi?
Autore – Come poi? E che mi prendi per i fondelli? Ahò, stiamo parlando del mistero che avvolge il fantasioso talentuoso, cioè l’Artista.   
Psichiatra – Va là... Mistero, ma tu, ora, mi vorresti parlare di metafisica? Orbene, non ci sto, io sono positivista.
Autore – E tieniti la tua positività, perchè con la Fantasia, cara amica, si va dove nessuno pensa mai d’andare. E  col Talento del fantasioso che arriva a captare ed elaborare i messaggi e riportarli, sotto forma di opere d’Arte- con l’A maiuscola- per intenderci – a beneficio dei comuni mortali.
Psichiatra- Tu sei un visionario e pure vanitoso e presunziosetto . Comunque, sappi, che la troppa Fantasia può essere una forma di patologia. Poi il talentuoso...( fa cenno con la mano per dire “non ne parliamo proprio).
Autore- Aho! che fai sfotti? Visionario... o fantasioso... talentuoso, pressappoco (poi deciso)  e quindi, supponenza! Allora, se ho capito bene, per te la Fantasia è una patologia... (ironico quasi tra se) perbacco, (si guarda attorno)  ma questa si che è bella: non sapevo che la Fantasia fosse una malattia...
Psichiatra - ... per me e per la scienza, essa può essere, come nel caso specifico, una patologia logico-cognitiva compulsiva, che sfocia nel fantasticare tra il possibile e l’impossibile, tra il reale e l’irreale -parlando seriamente.
Autore - Della Fantasia? Parlarne con serietà? ma per Giove Pluvio protettore degli scienziati incazzati...Tutto qui? Solo questo? E basta? (riflettendo)  Accidenti! Ne informerò il Padre Eterno.
Psichiatra – Non essere blasfemo, ti prego. 
Autore - Ma certo che non lo sono, e te lo spiego: Lassù, diciamo così, me l’hanno donata, e tu la contesti? Ma lo sai ora che sei tu che stai bestemmiando? ( gesto come dire: e va’ bene) Allora sono costretto a spiegartelo:  

Tu hai mai saputo, diciamo per caso, che esistono uomini con talenti diversi? (lo psichiatra annuisce) Certamente! Ecco a me è capitato di avere il Talento della Fantasia. (concentrandosi) Ecco: Tu sicuramenti rammenti chi fu Tullio De Mauro, vero? 

Psichiatra- Certamente, uno studioso, un intellettuale di spicco. Fu anche ministro.

Autore – Benissimo. Allora Tullio una volta scrisse- cito a memoria: “... Leggere, potere leggere, avere il gusto di leggere, è un privilegio della fantasia, che attraverso le parole scritte nei secoli si apre il varco verso l’esplorazione fantastica dell’immaginario... ed è un privilegio della nostra vita pratica...” Allora, puoi contestare Tullio?

Psichiatra – No, certamente.

Autore-  Benissimo. E contesti me? Ma tu ne ha idea, o almeno, lo puoi immaginare, solo per caso, cosa veramente significa per me la mia Fantasia? (lo psichiatra fa un gesto di noia) Non mi rispondi? E allora sono costretto a spiegartelo: Significa che io sono parente stretto dei sogni, delle visioni, delle rappresentazioni logiche e illogiche, che sono oggetto di emozioni, languori, esaltazione, dell’animo umano, il quale si bea, si gode il Sublime che sgorga dall’Arte. Arte che è generata dalla Fantasia la quale mostra ciò che non esisteva, ma che dopo esiste, sbalordendo l’Uomo, che vede l’inesistente, generato dalle frasi di un Narratore, delle  battute di un Drammaturgo, dal genio di un Regista, dal pennello di un Pittore, dal verso di un Poeta, della melodia di un Musicista. 

Psichiatra - Orribile! Sei passato dalla concretezza ad affermazioni puerili. Mavvia, sii serio.

Autore – (sobbalzando) Ah, ora mi tacci di superficialità? (disperandosi) Oddio, cosa odono le mie vecchie orecchie e vedono i miei occhi stracchi. Orbene, io sono serissimo e documentatissimo. Sentiamo: Tu Psichiatra ha studiato Medicina per diventare Psichiatria, nevvero? Alla buonora. Io invece ho studiato Lettere per coltivarmi ed essere all’altezza della Comprensione - e attuarla, non devo far altro. Nulla di più. Per tua informazione, ascoltami bene ( gesto maestoso) Ecco la magia: Quando arriva l’ispirazione, e ci avvolge e travolge con la Fantasia- come ondate di calore, di colore, di musica, di visioni - essa si lascia leggere, capire, interpretare, io l’accolgo e la coccolo, poi la annuso, la interiorizzo per saperla usare- che brutto termine, vero? meglio incanalare, avvincere, in me. ( con tono suadente) Vedi, psichiatra miscredente, posseduto da quella “mavaria”, l’Autore si trasferisce in un Mondo magico, in una dimensione quasi onirica, in taluni casi allucinante, e la sua Arte prende il volo, s’innalza al di sopra dell’Uomo, in alto, in un Mondo misterioso che solo Lui conosce e, da lì guarda le stelle, le esplora, le saggia e attinge genialità, e con la Fantasia, la sparge a manciate sulla Terra, sotto forma d’Opere Poetiche, che toccano i sentimenti più profondi del cuore umano. E lo arricchiscono, ma facendolo prima patire in situazione drammatiche, grottesche, per poi portarlo verso l’Umorismo, l’ironia e poi la Poesia, e infine, ecco emergere la Disillusione dell’Amore, e il cerchio man mano si chiude: Quindi la stanchezza e la morte. 

Psichiatra – Benissimo, bella esposizione da trenta e lode. Ma ora, se concludi... 

Autore – Alla buon’ora. Concludo, concludo  (calmandosi, poi con aria professorale ) Carissima Psichiatra, ti spiego: La Fantasia è contigua all’Immaginazione che è la madre dell’Alternativa, che, alcune volte, sfocia nella ...nella visione...insomma qualcosa di simile.

Psichiatra – Benissimo! Chiarissimo.(ironico) 
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Autore - .(gesto di fastidio) ... ma spessissimo  nell’Intelligenza pura... oppure... nel nulla: Ecco (cerca di trovare le parole adatte, poi apre le braccia e con il tremolio delle mani evoca l’arrivo della visione) la visone, la magica, mitica e stupenda visione. Essa viene emanata da un’immagine della Fantasia. E’ la Fantasia è il Dono dell’Eterno, o di chi per Lui, come effetto, e quindi viene elargita copiosamente a chi ne ha le capacità ricettive. Ecco, ad esempio, se tu non avessi quel telefonino non potresti ascoltare la parole di tuo marito che ti chiede se ti ricordi del vostro anniversario – naturalmente è un esempio, magari banale, per dire che ci vuole il mezzo, nel tuo caso il telefono, per ascoltare la voce. Quindi è quella voce, che irrompe dagli abissi ancestrali, che il cervello dell’Artista decodifica. Ecco cos’è il mio Talento, è il ricettore del nascosto che si palesa - che poi può essere presentato sotto forme diverse, a seconda le facoltà di chi è predisposto. Mi spiego?

Psichiatra - Ti spieghi, ma stai filosofando, e malamente. Parli a casaccio, dici e neghi. Questa non è coerenza, che è un valore aggiunto nel dialogare.
Autore- (dopo una piccola pausa) No, mia cara ti sbagli. Il valore aggiunto per antonomasia è Dignità - nel vivere! Ma non voglio impelagarmi in battibecchi sterili. Invece, passiamo ad un’altra sfera. Senti, signora sintomo patologico, ti faccio una domanda semplice semplice: Sulle ordinate dell’Eternità e sulla ascisse dell’Infinito, mi sapresti indicare il tuo punto?  
Psichiatra - Ma che assurdità. (gesto come per dire: ci siamo, e basta!) 
Autore – (esultando) Ecco l’hai detto assurdità- per te. Ma per il talento dell’Artista, quel punto, è un gesto, un segno, un verso, un tratto, una nota e si pone quel punto che è stato desiderato...con la Fantasia. Ed ecco allora, che Essa, trasferisce l’Autore in un Mondo Magico, in una Dimensione quasi onirica, in taluni casi allucinante, (il psichiatra annuisce) e con la sua Arte prende il volo, s’innalza al di sopra (gesto appropriato) dell’Uomo, in alto, in un Mondo misterioso che solo Lui conosce e, da lì guarda le stelle, le esplora, le saggia e attinge genialità, la prende e la sparge a manciate sulla Terra, sotto forma d’Opere poetiche, che toccano i sentimenti più profondi del cuore umano. (poi, come in confusione)  Che casino! Ed ecco arrivati al punto focale:

Psichiatra –(disorientato)  Come Punto focale? A cosa ti riferisce?
Autore- A questo: Dimmi, chi è capace di concupire la Fantasia? Ci crederai o no, ma è  il Filosofo! che si esprime con l’idea, l’intuizione, cercando di capirle nelle loro proprie spigolature e traendone conseguenze, possibili sentenze, carpire opinioni, dettami, composizioni, strutture, regole, leggi e proprietà di quelle elucubrazioni filosofiche, che con un afflato dell’Agapè, gli porge proprio la Fantasia- attraverso anche alla Parola dell’Arte. E senza questi passaggi astratti chiamandoli fantastici- per comodità- il Pensiero del Filosofo, non sarebbe pervenuto a noi, poveri sonnacchiosi mortali. Ecco: In atto si potrebbe pure affermare che la Fantasia è madre della Filosofia...
Psichiatra - ... ne hai già parlato.
Autore- ... Repetita iuvant.
Psichiatra - ... ed io “repetita” mi ridispero ascoltandoti! (gesto di insofferenza) Oddio, ma quante figlie ha la tua Fantasia: Il Talento poi (canterellando) contigua all’immaginazione, e dell’alternativa, poi mettiamoci, ora, anche della Filosofia e, e, infine nonna di sua nipote la Pazzia – che aggiungo io. Mavvia! Pensaci seriamente... per favore.. 
Autore- Evvai! (poi sempre con la stessa aria di cui sopra) Esimia prof, senza accorgetene stai usando, in questo preciso momento, proprio la Fantasia per descrivere il mio approccio fantasioso alla Filosofia. (pausa)  Sai? Mi si è accesa una scintilla creativa. 
Psichiatra – Pure questa! ((cenno con la mano per dire: ci mancava) Attento a quella scintilla, potresti bruciarti il cervello... se ancora ce n’hai. ( esce borbottando, poi, girandosi sollecita il collega a seguirla). Avanti, sù,  andiamo a prenderci il caffè.
Ancora disputando, escono.