Io mi ci specchio
Scena teatrale di
Alberto Patelli
Refettorio di una casa di riposo per artisti.
Nel locale immaginiamo cinque o sei tavoli che ospitano simpatici vecchietti. Al
tavolo su cui va la nostra attenzione sono seduti Michele (su una sedia a
rotelle, è romano - ma lo si capisce più dalla cadenza che dal dialetto - ed è
duro d’orecchie….) e Giacomo ( ma il nome in questo caso è dato solo per
comodità di scrittura perché, come vedremo, non verrà mai citato; è campano e
qui, invece, il dialetto è piuttosto evidente; alla sedia su cui è seduto è
poggiato un bastone per camminare…) Questa sala refettorio è adiacente alle
cucine ed è da lì che arriveranno le pietanze.
Attenzione: “Giacomo” potrebbe chiamarsi anche “Giacomina” nel senso che questo
personaggio, con piccoli accorgimenti, potrebbe anche essere una vecchietta)
I tavoli sono apparecchiati ma si è in attesa del pasto…
Michele
(chiama a voce alta quasi gridando…) Suora !...Suoraaaaa!
Giacomo:
Ma comm te ll’agg ricer: chella nonn’è una suora !
Michele
E’ vestita di bianco come le suore, ….quelle crocerossine…
Giacomo
..e che vuol dire ? E’ bianca perché qua all’ospizio, i lavoranti, la divisa è
bianca…
Michele
Che me frega ! Per me è suora e la chiamo suora. Il nome è suora.
Giacomo
E che capa tosta!
Michele
Suora, ma sto’ semolino arriva o no ?
Voce di donna fuori campo
..buono Michele, ancora non è ora,… tra poco…
Michele
Ma che ore sò?
Giacomo
…meno dieci…
Michele
(mano a coppa dietro all’orecchio) chee?
Giacomo
(alzando la voce)…meno dieci !
Michele
Meno dieci a che?
Giacomo
..meno dieci al semolino…
Michele
(adirato) tutte le sere la stessa storia….meno dieci al semolino !..Tu sto’
semolino lo giustifichi troppo. Tu stai dalla parte del semolino…e de quella
troia di suora !
Giacomo
…(stupito) io stò col semolinoo ?...ma puozza schiattà. Ma se ci sta una cosa
che non funziona int’a sta casa e’ riposo è tutte e’ sere semolino ! Sei tu che
non vedi l’ora che arriva…
Michele
A me il semolino me piace…mi ci specchio…
Giacomo
Lo so, lo so, ti ci specchi, che nonn’u sacch…tanto mò ricominci la stessa pizza
pure stasera…….(ripensandoci su..) ”Tu stai col semolino…” …ma l’avete sentito ?
Proprio io che volevo fare un’associazione contro il semolino, uno sciopero...e
invece …m’avete lasciato solo. Io ll’agg sempre ditt che gli artisti non ch ann’
e ppall !...figuriamoci poi gli artisti pensionati…
Michele
Suoraaa…mi cambia posto che non ci voglio stare vicino a questo ?!
Giacomo
No, song’ io che non voglio stare vicino a te! Suoraaaa!.... Mannaggia a’ morte
m’e fatt sbaglià pure a mme ! L’agg chiamata suora…
Michele
Suoraaa…
Arriva l’inserviente col camice bianco (è giovane e niente male…) e porta i due
piatti di semolino.
Inserviente
Buoni, che si mangia….
Giacomo
(guardando ironico, prima, il piatto ora posato avanti a sé e poi la donna)
...si mangia ?!?
Inserviente
(a Michele) t’hanno fatto l’analisi per il diabete a te ? (Michele non sente e
lei ripete a voce più alta…) T’hanno fatto l’analisi per il diabete ?
Michele
Non me ricordo
Inserviente
..dammi il dito (Michele porge l’indice e l’assistente tira fuori da una tasca
lo stick per l’analisi e procede pungendogli il dito rivolgendosi intanto a
Giacomo…) domani viene il medico, l’hai presa la pasticca stasera ? ..Ti sei
pesato ?
Giacomo
Che tieni paura che divento chiatto co’ tutto stu semolino ?
Inserviente
(ha messo la “lancetta” nella macchinetta e legge il valore…a Michele…) 150,
stai meglio di ieri. Buon appetito (si volta e va verso la cucina ma riceve una
pacca sul sedere da Michele; si volta di scatto…) Ahò ! (e se ne va)
Michele
(fa l’occhietto a Giacomo) la suora è bòna !
Giacomo
Michè, stai meglio, si vede…
(i due cominciano con la prima cucchiaiata…Giacomo fa la faccia schifata,
Michele dopo aver buttato giù il boccone, posa lentamente il cucchiaio e si
specchia nel piatto…ha una espressione sognante; sembra davvero che nel semolino
scorrano immagini che hanno fatto parte della sua vita…)
Michele
(è contento di vederli) …i lustrini, le paillettes, le ballerine, il
fachiro….si, c’era pure il fachiro…
Giacomo
(girandosi attorno, come parlando agli altri vecchietti seduti ai tavoli
vicini…) ah, ho capito…stasera si ricorda degli inizi...più o meno la fine degli
anni trenta…(prende una boccata di semolino)
Michele
…Ecco il capocomico…quel figlio di buona donna non ce pagava mai, toccava
aspettà che il pubblico ce tirava gli ortaggi pe’ mangià….(ora eccitato…)
vedi,vedi, vedi….!
Giacomo
Che c’è Michele…chi passa ?
Michele
(continuando a guardare nel piatto e indicandone un punto) … lo vedi quel
nanetto che parla così: “aiallamarizza nannà taipzallà..” …che non se capisce
niente ?...quello è l’attrazione internazionale…al pubblico glie dicevamo che
era un cinese che veniva da lontano e invece era molisano de Capracotta…eppure a
quei tempi la gente restava a bocca aperta solo a sentì parlà straniero…bei
tempi !..bastava poco pe’ farli stupì !...... (imita una musichetta che, magari
possiamo sentir venire anche dalla fonica…) papaparapparappappà…zitti, zitti,
questa è la musica del contorsionista, la senti ?
Giacomo
…e tu che facevi, Michè ?
Michele
(non sente….) Cheee?
Giacomo
…e tu che facevi nel varietà ?
Michele
Io ? Io facevo de tutto…ero un ragazzetto appena assunto, quello che me dicevano
da fa dovevo fa. Cantavo, ballavo…male, ma ballavo, dicevo le barzellette,
facevo le capriole…una volta dovetti pure sostituì sto’ contorsionista…
Giacomo
..racconta, dài…
Voce inserviente fuori campo
Michele, mangia che si fredda, racconti dopo…
Michele
C’ha detto ?
Giacomo
Niente, …racconta…
Michele
Sto’ contorsionista stava ormai a fine carriera, era vecchio e s’era irrigidito
de giunture.. durante uno spettacolo se contorce e, nonostante tutte le artrosi
che ch’aveva, riesce a raggiungere una posizione de incredibile intreccio de
membra ma…non riuscì più a uscirne da sta’ posizione e me dissero che rimanette
così pe’tutta la vita…
Giacomo
…e tu l’hai sostituito..
Michele
Si, ma me so fatto male subito…capirai, e chi era capace de intorcinasse….!
Giacomo
…e le sciantose ? Chissà quante storie hai avuto co’ e’ sciantose (accompagna la
frase con un gesto della mano come per dire “birichino!”)
Michele
…si, ce provavo, ma quelle non me se filavano, quelle andavano coi ricchi che
l’aspettavano fòri ai camerini mica coi morti de fame come me…dice: “le
sciantose erano formose”…e te credo, erano l’uniche che mangiavano !
Giacomo
…certo, che mestiere era il nostro!...mò questi attori moderni che ne pozzono
sapè di che vita avimmo fatto…facevamo la fame per portare in giro la cultura !
Io aggio fatto pe’ quarant’anni o’ teatro classico. Portavamo tutti i grandi
autori latini e greci per paesi e paesetti…specie i greci…cu’ chillu fetente di
Finocchiaro, l’amministratore e direttore unico della compagnia, avimm fatto
tutte le tragedie di Euripide e io agg rischiato pur’a vita po’ teatr e la
cultura !
Michele
(non ha capito…) Chee?
Giacomo
(alza la voce) Stavo dicendo che ho rischiato pure la vita…
Michele
... si, Rita,Rita, ( poi guardando di nuovo, sognante, dentro al piatto…) si
chiamava Rita come Santa Rita….(adesso continua a guardare nel piatto ma prende
anche diverse cucchiaiate…)
Giacomo
Ora pro nobis! ( indicando durante la battuta seguente il piatto di Michele)
Salutame a soreta! (…ora, raccontando, si gira ogni tanto a destra e sinistra
per farsi sentire dagli altri …) Nei primi anni sessanta, in un paesetto
sperduto all’interno della Sardegna dove, secondo me, erano usciti da poco
dall’età della pietra, chillu scèmo e’ Finocchiaro ce facette fa “Ifigenia in
Tauride”, una tragedia difficilissima d’o solito Euripide. Mò, st’Euripide era
fissato con il deus ex machina e chella sera o’ dovetti fa io. Alla fine d’a
tragedia stu die ex machina arriva da o’ ciel e risolve a’ situazione. Chella
sera a’ situazione era chesta: chioveva e stavamo all’aperto in mezzo a una
piazza, con una decina di uomini primitivi, i spettatori, incazzati neri pecchè
nunn’avevano capito niente e’ stu cazz d’Ifigenia in Tauride…io vestito da dea
Artemide ma -a’ verità- sembravo più una puttana di Secondigliano- io, dicevo,
ngopp a una gru di legno mezzo fracico che Finocchiaro non aveva voluto cambiare
per risparmiare sulle scene…mo’ bello bello, proprio sul finale, quando Artemide
doveva scendere dal cielo st’accidenti di gru all’improvvivo non si spezza in
doi parti e io precipito da una decina di metri accoppando la metà dei
spettatori ??!...Solo per miracolo fui salvo ma i primitivi ci inseguirono fino
all’interno della macchia mediterranea sardegnola dove l’intera compagnia si
nascose per due settimane riuscendo a sopravvivere cibandosi solo di bacche e
radici…la schifezza della schifezza !...Provavamo Medea e io pensavo ai paccheri
al sugo, ripassavo Elettra e mi sognavo la pastiera e’ Pasqua ed Ecuba me facev
venire la voglia della parmigiana e’ melanzane! ….(sospira) …eehh, io e te
Michè, una cosa ch’avimm in comune: la fame c’avimm fatt!!
Michele
(contento, sempre “preso” dall’interno del piatto)…arrivano gli animali
ammaestrati, il cagnolino, il pappagallo, la foca che tenevamo dietro alle
quinte dentro na’ bagnarola….ma adesso ci dovrebbe stà la proiezione, sò sicuro
, la facevamo,…non la vedo…le comiche in bianco e nero.. (preoccupatissimo)
…bisogna farla senò la gente va al cinema e non viene al varietà…
Giacomo
..e già, c’erano i filmi …che se li chiamavi film la polizia ti multava,
bisognava italianizzare tutto , nazionalizzare....ih che fessaria politica e
polizia …!
Michele
( sembra disperato) Non la vedo, ma la facevamo la proiezione !…non la vedo …
Giacomo
...e non la vedi perché hai finito o’ semolino…maronna mia, comm sì rimbambito!
(Michele continua a cercare con gli occhi nel piatto)…(Giacomo prende l’ultima
cucchiaiata di semolino, poi si passa il tovagliolo sulla bocca e,
sopirando…)..e anche stasera abbiamo fatto omaggio al passato…(si alza con un
po’ di fatica, prende il bastone…) la pera cotta stavolta me la risparmio (poi,
alzando la voce per farsi sentire dal locale cucina…) mi dovesse appesantire o’
stommaco...la pera cotta !... (uscendo lentamente dal refettorio) buonanotte a
tutti ,…( a sé) mò me ne vac su’ o balcone , me piglie nu’ poco d’aria e me
guard’o panorama…ma se può fà un’ospizio che affaccia su o’ cimitero ?...e che
allegria !....
Michele
(guarda ancora nel piatto per un paio di secondi poi…)… la proiezione la voglio
vedere! (urla) Suoraaa!... Altro semolino !
BUIO