INTESTINI
Atto unico di
Enzo Ferrara
Registrato SIAE
I personaggi: Stefano, archeologo
Monica, moglie di Stefano, archeologa
Aldo, Archeo-Psicologo
Ospite, ferito.
Ambiente: interno di una casa. Due divani, un tavolo, delle sedie, ecc...
Stefano e Monica rientrano da un’assenza di due anni a casa loro. Non si sono
tenuti informati su quello che è successo nella loro patria.
ATTO UNICO
(Buio in scena. Rumore di porta che si apre. Entra Stefano che accende la luce.
Entra anche Monica. Hanno dei bagagli.)
Ste: Finalmente a casa.
Mo: Non vedevo l’ora. A casa nostra.
Ste: Ne sentivi la mancanza eh?
Mo: Perché tu no?
Ste: Beh, dopo due anni era ora...
Mo: Due anni, e tredici giorni, per l’esattezza.
Ste: Bisognerà togliere un po’ di polvere, guarda.
Mon.: Ma non doveva venire ogni mese la donna delle pulizie?
Ste.: Doveva. Gli telefoneremo domani mattina.Vediamo il telefono? Staccato.
Mo: Dopo due anni che non paghiamo il canone è il minimo. Che ti aspettavi?
Ste: Questa è una cosa cui provvederemo al più presto. Ma abbiamo il cellulare.
...senza campo.
Mo: Meglio così, nessuno ci disturberà. Casa mia, casa mia.
Ste: Ma pensavo ad Aldo. Quando ci raggiungerà?
Mo: Anche lui rientrava stasera. Eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo visti
qui a casa nostra.
Ste: Ma non vorrei che gli fosse successo qualcosa.
Mo: Ma cosa vuoi che succeda, qui è tutto così tranquillo.
Ste: Certo dopo i disagi, le disavventure che abbiamo vissuto nei più remoti
angoli del mondo, non riesco ancora ad abituarmi all’idea di essere a casa
nostra, nella nostra civilissima città.
Mo: Se penso che noi andiamo a scoprire civiltà antiche ormai scomparse; sai mi
chiedo spesso come sia potuto accadere che grandi civiltà si siano potute
estinguere; qual’é il mistero che sta dietro la loro decadenza; come sia potuto
accadere che secoli di cultura e di conoscenze si siano dissolte, polverizzando:
sapere, storia, civiltà.
Ste.: Ma noi non corriamo questo rischio. La nostra è una civiltà solida che ha
creato anche gli anticorpi per evitare qualsiasi tipo di corruzione e di
disfacimento.
Mon.: Come mai non arriva Aldo.
Ste.: Ma non preoccuparti, lo conosci. Stai certo che sarà puntuale al nostro
appuntamento. Ah, casa mia, casa mia...
Ste: Ti è mancata?
Mo: Tu sai che io amo il mio lavoro, ma ... ecco solo a casa io mi sento in
pace.. come posso spiegarti... sento che solo qui io sono me stessa.
Ste: Ma tu sei sempre te stessa. La scienziata e la donna di casa: due facce
della stessa medaglia.
Mo.: Ti confesso che mi dispiace un po’ che Aldo debba rimanere con noi per
qualche giorno. Mi sarebbe piaciuto restare da sola con te... dopo tanto tempo
in alberghi e tende... un po’ di intimità nella nostra casa...
Ste.: Piacerebbe anche a me ... ma glielo abbiamo promesso...
Mo: Lo so. Pazienza. Ma da stasera sarò una moglie perfetta. Non una scienziata
ma solo una donna di casa. E, per dimostrartelo stasera ti cucinerò qualcosa di
speciale. Cosa vorresti mangiare?
Ste: Il problema è: cosa c’è da mangiare. Tutte le tue ambizioni di cuoca
s’infrangeranno davanti ad un frigorifero vuoto...
Mo: Ma non davanti ad una dispensa... vediamo ...spaghetti, sottaceti...
scaduti; scatolette di tonno, salsa d’acciughe... qualcosa m’inventerò.
Ste: Inventa qualcosa di veloce, ho una fame da lupo...
(Suona il citofono insistentemente)
Ste: Deve essere Aldo. Ma perché suona così ...
Mo: Deve essere ansioso di entrare...
(Di nuovo il citofono)
Ste: Vengo, vengo, Aldo aspetta...
(Apre la porta e resta attonito. Un uomo visibilmente ferito gli è davanti)
Ste: Monica, Monica, vieni presto...
Mo: Cos'è... Mio Dio... Chi è?
Ste: Non lo so, presto dammi una mano sta per svenire.
(Gli mettono le braccia intorno al collo e lo accompagnano sul divano. L'uomo è
in apparente stato di confusione mentale)
Mo: Ma chi è? Lo conosci?
Ste: Mai visto. Non so chi sia, ma è ferito... guarda ...
Fer: No! No! Aiuto, aiutatemi... fermi, fermi... mi fate male...
Ste: Sta delirando... che facciamo... ci vuole un medico... chiama un
ambulanza...
Mo: Come? Lo sai che non abbiamo telefono e i cellulari non prendono la linea.
Ste: Signore... signore.. che cosa si sente...
Mo: Ma come che si sente? Non lo vedi che è tutto ferito... dobbiamo
disinfettargli le ferite, prendi dell'alcool, qualcosa... presto.
Ste: Ho trovato dell'acqua ossigenata...
Mo: Per adesso può bastare... ma bisogna portarlo all'ospedale più vicino... c'è
il policlinico...
Fer: No! Al policlinico no!
Mo: Perché no? E' il più vicino.
Fer: No, il policlinico è in mano agli Olistici.
Ste: Gli...?
Fer: Gli Olistici. L'hanno occupato tre mesi fa. Dovete trovare un ospedale che
sia in mano agli Alternativi.
Mo: Hai capito cosa ha detto?
Ste: Francamente no! Scusi signore, ma non mi sembra il caso di discutere in
questo momento che tipo di ospedale lei voglia. Qualsiasi ospedale le presterà
le cure del caso...
Fer: Voi non capite. Se mi portate dagli Olistici, mi uccideranno...
(I due si guardano e si appartano)
Ste: E' in pieno stato confusionale...
Mo: Deve aver subito un grosso trauma. Sta delirando.
Ste: Senta ci può dire che cosa le è successo?
Fer: Sono stato attaccato dai Procrastinatori. Non ero al corrente della loro
alleanza con i Ribaditori.
Mo: (facendo finta di dargli ragione) ... si certo lei non poteva saperlo...
Fer: Capisce... io nell'ultimo comunicato della Loggia dei regionalisti avevo
letto che solo chi aveva aderito alla Grande Disputa poteva essere incriminato
di solipendio alla Vera Pace. Ma io avevo già partecipato al Grande Raduno dei
Rifondamentalisti...
Ste: Ci vuole un tranquillante...
Mo: Per lui?
Ste: Si, ma anche per me. Tu riesci a capirci qualcosa?
Mo: Assolutamente niente!
Ste.: Scusi, ma che cos’è il... Solipendio?
Fer.: Ma come non lo sapete? E’ uno dei 12 nuovi crimini stabiliti dal CSGP.
Mo.: CSGP?
Fer.: CSGP! Conoscerete il CSGP?
(I due si guardano e fanno no con la testa)
Fer.: CSGP: Consiglio Superiore Giudici Pragmatici.
Mon.: Giudici pragmatici?
Ste: Scusi signore, ma vede io e mia moglie siamo stati fuori due anni e non
sappiamo niente di quello che succede qui.
Mo: Ma adesso quello che è più importante è la sua salute. Lei è ferito ed ha
bisogno di cure; quindi ci dica dove vuole essere portato che noi faremo il
possibile. Intanto le disinfetto le ferite.
(Suonano il citofono)
Fer: Sono loro. Non dite che sono qui. Vi prego... mi arresteranno
Ste: Loro, chi?
Fer: Gli altri.
Ste: Gli altri, chi?
Fer: Gli altri, gli Articolati.
Mo: Gli Articolati? E chi sarebbero?
Fer: Un’ala degli Eterogenei.
Ste: Gli Eterogenei, gli Articolati, ma cos’è un gioco di società?
Mo: Il signore è ancora scosso. Beva un bicchiere d’acqua, su...
Fer: Stia attento loro... sono molto pericolosi.
Ste: Vado ad aprire. (al citofono) Chi é?
Ald: (con voce cupa) Sono Tutankamon...
Ste: Tu...tu...tutankamon. Non sono gli articoli...
Ald: Chi vuoi che sia? Sono io Aldo..
(Stefano sollevato apre la porta.)
Ald: Stefano ma che fai? Hai paura ad aprire la porta? Ma.. sei pallido. Che ti
succede?
Ste. Avevo paura che fossero gli altri...
Ald: Gli altri chi?
Ste: Gli Articolisti.
Fer: Gli Articolati:
Ste: Scusate. Gli Articolati.
Ald: E chi sarebbero gli articolati? I camionisti con l'articolato... (ride)
Fer: No signore. I camionisti hanno stretto un patto di non belligeranza con i
Testoni.
Ald: I testoni chi sono quelli con una grande testa? (ride)
Fer: C'è poco da ridere. I Testoni sono i più cattivi. Loro ti fermano per
strada e ti sottopongono ai loro orribili test. Ho visto io stesso una povera
donna che aveva totalizzato solo 48 punti ed è stata selvaggiamente picchiata.
Ald: Cos'è un gioco?
Mo: Già sicuro dev'essere un gioco.
Fer: Altro che gioco. Questa è la realtà
Ste.: Aldo, ma tu venendo qui hai visto qualcosa di insolito, di strano?
Ald.: Cosa avrei dovuto vedere? C’era poca gente per strada, ma data l’ora mi è
sembrato normale. Ho visto i soliti cartelloni pubblicitari...
Ste.: Li ho visti anch’io con strani slogan...
Mo.: Ma era solo pubblicità.
Fer.: Non era pubblicità. Si chiama Campagna visiva per una democrazia
silenziosa. Sono stati proibiti i comizi, le assemblee e tutto ciò che produce
rumore, suoni, parole.
Ald.: Mi pare una buona idea. Oggigiorno si parla troppo e si dice poco.
Ste.: Ma come puoi dire queste cose. La parola è il mezzo più nobile di
comunicazione; la storia della civiltà è fatta di parole. Senza parole non c’è
cultura, non c’è democrazia.
Ald.: Forse, ma oggi si parla troppo.
Ste.: Parlare non è mai inutile.
Mo.: Ma forse in questo momento è inutile. Lei piuttosto come si sente?
Fer.: Sto già meglio. (Si alza dal divano) Posso avere un po’ d’acqua?
Mo.: Gliela vado a prendere.
Ste: Mi perdoni signore, ma vede noi: io, mia moglie e quest’amico, siamo stati
fuori due anni e non sappiamo niente di ciò che è successo, perciò capirà quanto
sia difficile comprendere tutto quello che lei ci racconta.
Ald.: Si, ci dica che cosa è successo in questa città?
(Monica ritorna con l’acqua)
Mo: Vede per noi è assurdo tutto ciò: i Testoni, i regionalisti, i
sindacalisti...
Fer: No, i sindacalisti si sono estinti. Ne erano rimasti solo due, non se ne
hanno più notizie.
Mo: Come si sono estinti?
Fer: Vede quando di una categoria rimangono solo pochi rappresentanti essi
vengono eliminati.
Ald: Come sarebbe eliminati? Uccisi?
Fer: Non si sa. Scompaiono.
Ald: Ma via! Non crederete a queste sciocchezze? In una società civile come la
nostra queste cose non succedono.
Ste: Ma certo. Sicuramente il signore ha subito un trauma e allora...
Ald: Mi scusi... ma... la categoria degli scienziati che posto occupa in questa
assurda situazione?
Mo: La scienza caro Aldo è al di sopra delle parti. Uno scienziato non può
mettersi alla stregua di camionisti e ... quant'altro.
Fer: Gli scienziati hanno resistito fino a sei mesi fa. Poi... sono scesi in
piazza e...
Ald: E... cosa?
Fer: Hanno preso posizione.
Ste: Posizione... neutrale, al di sopra delle parti.
Fer: No. Si sono schierati con i ...
Ald: Con i...?
Fer: I Distillatori di Sapienza.
Mo: I... Distillatori?
Ste: di sapienza?!
Ald: E certo. La sapienza! Mi pare giusto.
Ste: Ma cosa dici? La scienza è ....la scienza.
Fer: In effetti al loro interno c'erano dei dissidenti che si staccarono dopo
due mesi e formarono una corrente autonoma. I Certisti. Fu allora che
scoppiarono i tumulti.
Ste: Che tumulti?
Fer: Quelli che portarono alla Grande Ramificazione.
Ald: Qualcuno mi dia qualcosa da bere.
Ste: Ma si può sapere che cosa è successo in questi due anni?
Mo: Hai visto? E io che ti dicevo sempre di tornare e tu che hai sempre
rimandato.
Ste: A questo punto forse non dovevamo tornare.
Ald: Calmi, calmi. Noi siamo persone civili e intelligenti. Quindi cerchiamo di
razionalizzare la situazione: Primo: Non sappiamo se tutto ciò che dice questo
signore sia vero. E' possibile che questo sia solo frutto della sua
immaginazione. Secondo: Se anche fosse così, cosa che io non credo, noi ci
dobbiamo tirare fuori. Non dobbiamo assolutamente accettare di schierarci con
nessuno. Giusto!
Fer: Capisco che è difficile da accettare tutto questo ma è la verità. Tutto
ebbe inizio due anni fa. Con la famosa Ordinanza Primaria.
Ste: Che cos'è questa Ordinanza Primaria?
Fer: Il comitato per la salute pubblica fece un'ordinanza nella quale si
proibiva a tutti coloro che avevano le caviglie con una circonferenza maggiore
di 25 cm. di andare in bicicletta.
(Tutti si guardano le caviglie)
Ste: Ma... ma è assurdo!
Fer: L'hanno motivata dicendo che la visione di quelle caviglie poteva offendere
il senso estetico della gente. Ma le persone cominciarono a protestare. Si formò
una corrente politica: i caviglieri...
Ald: E le donne cos'erano "Le cavigliere"?
Fer: Potete anche scherzarci sopra. Qualcuno lo fece. Un comico fece uno
spettacolo presentandosi in scena con un enorme paio di caviglie. Il teatro
venne assaltato e il comico impiccato sul palcoscenico.
Mo: Orribile! Ma chi ha potuto commettere un simile crimine?
Fer: La fazione più oltranzista dei Caviglieri. I Caviglioni. Si formarono
subito delle squadre che andavano in giro con un decimetro a misurare le
caviglie di tutti. Gli squadristi delle caviglie. E' terribile quello che
facevano a chi aveva le caviglie al di sopra della misura stabilita.
Ald: E qual era la misura stabilita?
Fer: Si fece un congresso ed eletto un comitato per stabilire quanto doveva
essere una misura standard per le caviglie.
Mo: E quanto doveva essere?
Fer: Si ottiene dalla equazione fra il peso corporeo e il diametro della coscia
diviso il numero di scarpa.
Ste: Ma io non riesco a capire... che male possono fare le persone con le
caviglie un po' più grandi del normale?
Ald: No scusa, secondo te quando deve essere una caviglia?
Mo: Bisogna vedere, una donna al massimo diciamo 18, 20 cm. un uomo... 30, 40
cm.
Ald: Punti di vista. Io per quello che mi riguarda anche una caviglia di uomo
deve essere al massimo 30 cm.
Ste: Ma siamo diventati pazzi? Stiamo giudicando una persona solo guardando le
sue caviglie... ma vi rendete conto?
Fer: E' quello che dicevano anche i Rimandisti.
Ste: Oddio! Chi sono i Rimandisti?
Fer: Una corrente spontanea. Loro affermavano che non potendo giudicare un uomo
solo dalle sue caviglie "rimandavano" il giudizio a tutto il corpo. Perché,
dicevano, oltre alle caviglie non mettiamo in giudizio anche il resto del corpo?
Mo: Mi pare giusto.
Ste: Ma come giusto! E lo spirito? L'intelligenza? L'anima?
Fer: Esatto. Per questo nacquero altre fazioni. Si formarono: Gli Spiritualisti,
gli animisti e gli Intellettuali.
Ste.: E meno male. Ridurre l'uomo solo alle caviglie mi sembra una cosa oscena.
Mo: Vinsero gli intellettuali di sicuro.
Fer: Erano sicuramente i più forti e i più preparati politicamente ma commisero
un grosso errore. Elessero come segretario un Ambivalente, che cambiò la
strategia del partito aggiungendo nello statuto che potevano essere considerati
intellettuali anche i cerebrali. Questo determinò una svolta. Al congresso
successivo il partito si scisse in due. Da una parte gli Intelletualprogressisti
e dall’altra i Cerebromoderati.
Ald: Ragazzi incomincio ad avere un forte mal di testa.
Ste: Comunque un fatto è sicuro. Io non mi schiero con nessuno.
Mo: Ma certo caro. Noi non cadremo nella trappola degli schieramenti, delle
partigianerie. Noi siamo la scienza.
Ald: E poi abbiamo le caviglie regolamentari.
Ste: Caviglie regolamentari o no, noi siamo ... siamo ...distillatori di
sapienza.
Fer: Della prima o della seconda ora?
Ste: Non lo so. Siamo arrivati adesso, saremo della seconda ora.
Ald: Ma che ora era la prima ora?
Fer: Quelli della prima ora hanno uno statuto che proibisce l'ingresso nel
partito a tutti i Distillatori senza spirito. Intendendo per spirito la capacità
di accettare gli altri. Difatti lo slogan della loro campagna elettorale era: "A
morte gli intolleranti".
Ste: Allora io sono sicuramente della prima ora. Basta vedere come sono
tollerante.
Ald: Ma scusa verso chi sei tollerante? Verso tua moglie.
Mo: No, qui se ce una che è tollerante, quella sono io.
Ste: Ragazzi, cerchiamo di essere tolleranti... E poi, scusa ma cosa vorresti
dire con "qui se ce una che è tollerante sono io". Tu sei sempre stata
intollerantissima...
Mo: Intollerantissima non si può dire, tanto per cominciare; poi il fatto che io
sono tollerante è evidente dato che sopporto te da otto anni...
Ald: Calma ragazzi, calma. Stiamo cadendo nella trappola. Anche perché non
sappiamo che cosa dicono i Distillatori della seconda ora.
Fer: I distillatori della seconda ora sono più democratici e più aperti. Ma
hanno i numeri chiusi.
Ste: Cioè?
Fer: Accettano solo scienziati che abbiano un ruolo pratico nella società. Voi
in che ramo della scienza operate?
Ste: Io sono un Archeologo, ma sono specializzato in scavi superficiali. Non
posso andare al di sotto di ottanta centimetri.
Fer: Perché?
Ste: Soffro di claustrofobia.
Ald: Io sono un archeo-psicologo specialista in psicologia Mummiaria. La mia è
una specialità utilissima nella società odierna.
Fer: Ci sono molte mummie in giro?
Ald: Parecchie... insomma qualcuna... ma quelle che ci sono hanno parecchi
problemi. Lei capisce stare più di duemila anni sottoterra influisce nel loro
equilibrio psicosomatico.
Mo: La mia specialità è di sicuro la più utile alla società.
Fer: Qual è la sua specialità?
Mo: Sono una Archeologa-psico-Ittiologa. Mi occupo della psicologia ittica, ho,
poi, conseguito la specializzazione in: Psicologia delle murene. Una specie
molto diffusa e con parecchi problemi di ambientamento.
Fer: Ma che problemi hanno le murene?
Mo: Eh, lei non ci crederà ma le murene hanno grossi problemi di personalità.
Sono molto chiuse, vivono in anfratti, non socializzano fra di loro, è un vero
dramma.
Fer: Io non sono molto introdotto nell'ambiente dei Distillatori ma ho paura che
non verrete accettati né in quelli della prima ora né in quelli della seconda.
Ste: Ma... ma è uno scandalo. Noi protesteremo all'accademia delle scienze.
Fer: Non esiste più. E' stata distrutta.
Ald: Distrutta? E da chi?
Fer: Dai sensibilisti.
Ald: E chi cazzo sono questi sensibilisti?
Fer: Sono nate da una costola dei Poetisti. Loro affermavano che anche se non si
scrivono poesie si può essere anime pure, anime candide, ed è per questo che
hanno distrutto e saccheggiato tutte le accademie scientifiche e gli ordini dei
medici.
Ste: Ragazzi. In questo clima di anarchia e di confusione politica bisogna fare
con molta attenzione le proprie scelte. Perciò propongo di fare un momento di
riflessione alla luce degli ultimi eventi.
Ald: Ma a quali eventi ti riferisci? Io non ho ancora capito chi comanda, chi
sono le autorità? In qualsiasi società moderna la democrazia non deve essere
disgiunta da una forte rappresentatività politica; invece io qui sento di una
società nel caos e nel disordine.
Ste: Giusto. Allora diventa prioritaria la conoscenza, dobbiamo conoscere per
fare la scelta giusta.
Mo: Che modo abbiamo per conoscere; siamo stati fuori due anni non sappiamo
niente di quello che è successo.
Ste: Ci possiamo procurare dei libri, dei giornali...
Mo: Si ma dove?
Ste: Già. Uscire è pericoloso. Si possono fare degli incontri sgraditi.
Ald: Ma stiamo impazzendo. Ragazzi! Io mi rifiuto di adeguarmi a questa assurda
situazione.
Mo: Allora esci. Se poi incontri i ...Testoni, sono affari tuoi.
Ald: Ma che cosa faranno questi testoni, i test? Bene facciano pure. Io ho un
altissimo quoziente di intelligenza, me ne sbatto dei loro test.
Ste: Ma non credo che siano test di intelligenza.
Ald: No? E che genere di test sono?
Mo: Chiediamolo. Scusi signore che genere di test fanno i testoni?
Fer: Sono i più svariati. Quelli più terribili sono i test sulla personalità.
Uno in particolar modo ha fatto più vittime. Era il test dell’anguilla.
Ste: Dell’anguilla? E in cosa consiste?
Fer: Devi essere bravo a sgusciare fra le domande. Loro ti chiedono, per
esempio: “Ti trovi solo di notte in un sottopassaggio della metropolitana e
vieni circondato da sei teppisti che ti vogliono massacrare di botte, violentare
e impadronirsi dei tuoi soldi. Che fai? A: Ti difendi fino alla morte. B: Fai
finta di niente e cerchi di scappare. C: Ti arrendi, consegni tutti i soldi e ti
dici le preghiere. D: Cerchi di fare amicizia con loro, raccontando storielle e
offrendo spinelli, cocaina e indirizzi Web segretissimi?
Ald: E qual è la risposta giusta: A B C o D
Fer: La E.
Ste : Ma... loro non te la dicono?
Fer. La devi inventare tu. E se a loro non piace... sei rovinato.
Ald: Ma perché dovrei essere così scalognato da incontrare questi ...testoni.
Intanto le mie caviglie sono regolamentari... Avete un decimetro?
Mo: Si ce ne deve essere qualcuno in questi cassetti.... non c’è, ma sono sicura
che c’è...
Ald: Ti aiuto a cercare...
Ste: Ragazzi calma, calma... allora si trova questo maledetto decimetro...
Mo: Qui! L’ho trovato, l’ho trovato...
Ald: Dammelo, dammelo...
Ste: Uno per volta, dammelo a me, io sono il padrone di casa...
Ald: E’ così che rispetti l’ospite... allora avete finito?
(In un’atmosfera d’ansia e di paura si misurano le caviglie)
Mo: ...19 centimetri e mezzo; sono regolari, sono regolari?
Ste: Dai passamelo.... 24 e 9 millimetri ma teniamo conto che sono stato in
piedi tutto il giorno lo capiranno... no?
Ald: Bisogna misurare con i calzini o senza...
Ste: ...io soffro d’insufficienza venosa, quando sto troppo in piedi le mie
caviglie s’ingrossano...
Ald: ...i calzini sono importanti. Io credo che sia più giusto misurare senza i
calzini...
Ste: ...è un fatto di circolazione, sai il sistema periferico, specie se hai le
vene deboli...
Mo: Bastaaaa! Volete smetterla di essere così apprensivi. E che sarà mai? Non
siamo mica nell’Unione Sovietica di Stalin e nella Germania di Hitler.
Ste: Hai ragione. Hai proprio ragione. Io sono mortificato e mi vergogno di aver
espresso simili paure. Io... Noi. Signori, siamo: Scienziati.
Ald: Ma certo. Non dobbiamo temere nulla. Anzi, io propongo di fondare noi un
movimento.
Mo: Che movimento?
Ald: Il movimento della Scienza.
Ste: Ma non rischiamo di essere un doppione?
Mo: No se troviamo la sintesi, la sorgente prima della scienza.
Ste: Giusto. La sintesi. Che ne dite se ci chiamiamo: i sintetici.
Ald: Sintesi come estratto fondamentale della scienza. Si mi piace: i sintetici.
Ste: Bene. Allora come prima cosa bisogna stilare uno statuto.
Ald: Mi sembra fondamentale. Uno statuto chiaro e circostanziato. Mettiamoci
subito al lavoro.
Ste: Monica. Tu scrivi. Statuto dei Sintetici. A capo. Allorché venimmo a
conoscenza della situazione storico politica così come si manifesta
attraverso...
Ald: Scusa, Stefano, ma se siamo i Sintetici, cerchiamo di esserlo...
Ste: Esserlo cosa, scusa?
Ald: Ma sintetici. Se cominciamo a fare la storia della società dalla preistoria
ad oggi, non facciamo uno statuto, facciamo un trattato.
Ste: Ma mi sembra doveroso fare le giuste premesse. Solo da una disanima
generale puoi trarre le giuste conclusioni.
Ald: Scusa ma io sono un sintetico e come tale voglio esserlo. Io direi di
scrivere uno statuto che comprenda pochi ma essenziali punti. Al massimo dieci.
I dieci principi fondanti.
Ste: I dieci comandamenti. Li scolpiamo sulle tavole di marmo o vuoi ascendere
al monte Sinai?
Mo: E quali sarebbero?
Ald: Primo: scienziati si nasce.
Ste: Ma che razza di affermazione è mai questa?
Ald: Vorresti dire che si può essere scienziati anche se non si nasce?
Ste: Ma nascere è la condizione primaria, se non si nasce non si può essere né
scienziati né niente.
Ald: E allora? Io che cosa dico? Scienziati si nasce! Perché se non si nasce,
non si può essere scienziati. Vorresti confutare la mia affermazione?
Ste: No, no nella sua formulazione, ma bensì...
Ald: Cerchiamo di essere sintetici. Passiamo al secondo punto. Chi non ama la
scienza deve spiegare scientificamente perché.
Ste: Altra affermazione contraddittoria. Se uno non ama la scienza non possiede
certamente gli strumenti per spiegarlo scientificamente.
Ald: Ma scusa tu accetteresti delle motivazioni banali?
Ste: No, ma motivazioni plausibili.
Ald: Plausibili ma spiegati scientificamente. Articolo tre: La scienza è
superiore a tutte le altre discipline perché è alla base del progresso.
Mo: Su questo punto sono d’accordissimo.
Ste: Ma stiamo esagerando, ragazzi. Non si può affermare una cosa del genere.
Ogni disciplina ha una propria funzione etica e pratica... e poi io ho il
diritto di proporre una mozione.
Ald: Vorresti fondare una tua corrente?
Ste: Ma come una corrente, non abbiamo ancora uno statuto e già facciamo le
correnti?
Fer: Scusate. Ma io vorrei aderire al movimento.
Ste: Ma scusi lei è uno scienziato?
Ald: Ma non abbiamo ancora stabilito che bisogna essere scienziati per aderire
al nostro movimento...
Ste: Ma un movimento di scienziati non può essere formato da chiunque.
Ald: Vogliamo allora chiuderci all’esterno? Rinunciare alle istanze che
provengono dal basso della società? E poi... abbiamo già un iscritto per
cominciare.
Ste: Ma almeno lei è favorevole alla scienza, ne condivide gli scopi, ne approva
i principi?
Fer: Ma certamente. E poi anche se non sono uno scienziato, io ho sempre avuto
passione per la scienza. A scuola ero bravissimo nelle materie scientifiche e
poi a casa ho un’Enciclopedia della scienza e della tecnica di 36 volumi, ancora
nuovissima... cioè tenuta bene anche se io ...la consulto spessissimo.
Ald: Bene. Il nostro movimento sta nascendo sotto i migliori auspici. Sento che
avremo un ruolo nella società.
Mo: Intanto cosa ne dite di mangiare qualcosa? Vado a preparare.
Fer: L’aiuto signora.
Ste: Aldo, non vorrei sembrarti pignolo, ma dovremmo preparare una strategia,
una carta dei diritti e dei doveri.
Ald: Si, si. Ma più importante è un piano per manifestare la nostra presenza.
Dobbiamo presentarci come un movimento innovatore, rivoluzionario. Dobbiamo
trovare un sistema, oppure creare un evento che già per la sua manifestazione
sia dirompente, un chiaro segno della nostra presenza...
Ste: Non vorrai fare qualcosa di illegale, spero?
Ald: Mi chiedo dove finisce la legalità e dove inizia l’illegalità.
(Entrano Monica e il Ferito con in mano due piatti ciascuno.)
(Suona il citofono)
(Rimangono tutti bloccati e si guardano con terrore fra di loro. Poi Stefano si
propone, in silenzio di andare lui a sentire. Tutti lo accompagnano con timore)
Ste: Pronto.
Voce: (Suadente) Buona sera signore come sta?
Ste: Sto... come sto.
Voce: Signore io mi auguro che lei stia bene, perché stasera è una bella serata.
Ste: Si... anch’io sono ...moderatamente d’accordo, pur se con qualche riserva.
Voce: Mi scusi signore se la disturbiamo, ma vorremmo fare qualche domanda.
Ste: Cosa... un test?
Voce: Se così lo possiamo definire... è il test più importante della nostra
vita.
(Momento di grande tensione fra gli astanti)
Voce: Lei signore, si ritiene una persona felice?
Ste: Felice? (suggerimenti mimici da tutti) ...e quali sono le risposte?
Voce: Ma la risposta la deve dare lei.
Ste: Si... ma... dove sta la felicità, chi lo sa...
Voce: Lei lo sa che si può essere felici già su questa terra?
Ste: La felicità non è di questo mondo... perché ...volere è potere.
Voce: Se invece del potere regnasse la pace e la giustizia il mondo sarebbe il
giardino dell’eden.
Ste: Ma ...chi di spada perisce, di spada ferisce...
(Suggerimento: Al contrario, al contrario)
Ste: Chi non perisce di spada non ferisce la spada, ma spedisce la pera... di
pesce ferito...
Voce: Ma uccide più la lingua che la spada.
Ste: ...la lingua batte dove il dente duole.
Voce: La calma è la virtù dei forti.
Ste: ... tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino...
Voce: Ma si sa, nella vita si può “essere o non essere” questo è il problema
Ste: ...sempre caro mi fu quest’ermo colle...
Voce: Fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e conoscenza
Ste: ...ambaraba cicci coco tre civette sul como.
Voce: Le sue idee sono così piene di religiosità che mi piacerebbe prendere un
tè e discutere con lei sul senso della vita come due amici che moooolto hanno da
dirsi.
Ste: Adesso basta con giochi di parole ditemi subito chi siete?
Voce: Siamo mandati da Dio a diffondere il suo verbo.
Ste: Si ma oltre al verbo che cosa diffondete, anche il suo sostantivo, e
l’aggettivo e il soggetto e il predicato verbale...
Voce: (Spaventata) ... ma noi siamo Testimoni di Geova.
Ste: Bugiardi, mentitori, imbroglioni. Voi siete mandati dai Procrastinatori, e
dagli articolatori ma siete dei testoni di cazzo, anche se mostrate le caviglie,
noi non cederemo. Perché noi siamo distillatori di ...conoscenza e difenderemo i
nostri diritti e faremo prevalere le nostre ragioni... il dado è tratto, alia
acta est; scenderemo in piazza e demoliremo i vostri simulacri, feticci
d’ignoranza e lussuria... pronto! Pronto! Non ci sono più!
Ald: Bravo! Glielo hai detto chiaro e tondo!
Mo: E se erano dei veri Testimoni di Geova?
Ste: Lei signore, che n’è stato dei testimoni di Geova?
Fer: Le ultime notizie che ho, parlano di deportazioni in luoghi molto
sorvegliati. Ma si dice che alcuni riescono a fuggire.
Ald: Bravo Stefano hai saputo importi. Veri o no, dobbiamo essere sempre
diffidenti. Il nemico può essere ovunque. Ora continuiamo a scrivere il nostro
statuto. Dove eravamo rimasti?
Mo.: Quarto punto.
Ald.: Quarto punto: Chi non è con noi è contro di noi.
Ste: Ma scusa... questo non è uno statuto. Questa è una dichiarazione di guerra.
Ald: Caro Stefano, noi dobbiamo dimostrare d’avere grinta e capacità
decisionale, non possiamo presentarci come degli inetti e incapaci.
Mo: Aldo ha ragione. La nostra deve essere una presenza, non solo simbolica, ma
reale e realistica.
Ste: Ti ci metti anche tu? Io mi rifiuto di far parte di un movimento che ...da
ultimatum, invece di elaborare idee per una convivenza pacifica e costruttiva.
Ald: Allora, come prevedevo, tu vuoi staccarti e formare un tuo movimento.
Ste: Io voglio solo dare a questo movimento una connotazione di civiltà, di
cultura.
Ald: La tua mozione d’ordine sarà discussa al nostro congresso.
Ste: Quale congresso?
Ald: Quello che faremo al più presto.
Ste: Quando?
Ald: Anche adesso. Anzi, senza indugi, proprio in questo momento e in questa
sede, io Aldo Santoni apro i lavori del 1° Congresso Nazionale dei Sintetici
presentandomi candidato alla presidenza. Ci sono altre candidature?
Mo: Io mi candido come segretario.
Fer: Io mi posso candidare come tesoriere?
Ste: Ma tutto ciò è ridicolo.
Mo: Prima di dare giudizi preconcetti ascoltiamo la relazione del futuro
presidente.
Ald: (sale su una sedia) Amici sintetici. In questo storico momento io sento
fortemente l’emozione di aprire una pagina importante nella storia della nostra
città, ma cosa dico città, regione, anzi stato e - perché no - una pagina
storica per il mondo intero. Il mio pensiero commosso va a mio padre. Mio padre,
uomo di modeste condizioni, volle fortemente che io seguissi gli studi
scientifici perché, mi ripeteva sempre: “ricordati figliolo che solo studiando
potrai avere un futuro nella società e non stare sempre negli ultimi gradini,
solo studiando potrai aspirare a salire via via sempre più in alto nella scala
sociale.” Adesso che la storia mi assegna questo compito gravido d’incognite, ma
anche di futuri successi, io dico: Grazie papà.
(Applauso di Monica e del ferito)
Ald: Grosse nubi si addensano sull’orizzonte della nostra società. I disordini
morali stanno minando le basi stesse della nostra vita. Gli interessi politici
di parte stanno prevaricando i principi democratici. La faziosità prevale sulla
giustizia, la forza prevale sul diritto. A tutto questo io dico: basta! E ora di
finirla con il caos, il sopruso, la paura. Io qui, da questo congresso, lancio
un invito a tutte le forze sane della società per un incontro. Un incontro per
un patto di solidarietà, di mutuo sostegno fra noi scienziati, fra noi SINTETICI
e tutti gli altri. Un invito che non ripeteremo una seconda volta e che farete
bene ad accettare, poiché il nostro spirito di fratellanza è forte ma non fateci
perdere la pazienza; dopodiché sarà il destino a decidere per noi.
(Applauso di Monica e del ferito)
Mo: Bene, bravo. Bel discorso. Chiaro, pregnante ma soprattutto: sintetico.
Procediamo alla votazione per l’elezione del presidente. Chi è d’accordo per
l’elezione del dottor Aldo Santoni a presidente del movimento democratico I
Sintetici, alzi la mano.
Mo: Ma... Stefano tu non voti?
Ste: No. Mi astengo.
Mo: Bene. Tre su quattro. La presidenza è assegnata al dottor Aldo Santoni.
(Applauso di Monica e del ferito)
Fer: Forse per spirito democratico bisognerebbe fare parlare anche i
dissidenti...
Ald: Mi pare di aver testé detto che sono pronto ad incontrare anche tutti.
Quindi se Stefano ha qualcosa da dire, la se... il podio è aperto.
Ste: (sale su un’altra sedia) Colleghi, amici... congressisti. Ho ascoltato
attentamente il discorso che il mio esimio collega ha testé pronunciato. Devo
dire che mai nella mia vita avevo avvertito quello che molti scrittori chiamano
“un brivido lungo la schiena.” Un brivido che mi ha percorso come un fulmine. Se
la situazione è quella che è, lo si deve a personaggi come il collega Aldo
Santoni. Personaggi che fanno della politica solo un trampolino di lancio per la
loro smodata ambizione, per i loro meschini interessi personali, per la loro
inestinguibile sete di potere. Ebbene, colleghi, io mi dissocio e grido con
tutta la forza che ho in corpo: Basta! Basta con i settarismi, le divisioni, le
frammentazioni, Guardatevi dai predicatori di violenza, dagli imbonitori di
nequizia. Solo attraverso una saggia e democratica spartizione dei diritti e dei
doveri si può attuare una società più giusta. Per questo io ho deciso di fondare
un nuovo movimento che solo può dare un ordine morale, civile ed umano. Questo
movimento, che ho lungamente ponderato per quasi cinque minuti, si chiamerà: I
Saggi. Un movimento che ha un solo articolo nel suo statuto ed è: Tutti per uno
e uno per tutti. Chi vuole giustizia e verità si potrà iscrivere al nostro
simbolo: una pistola ed una rosa.
Fer: Io, io mi propongo come tesoriere del movimento.
Ste: Benvenuto fratello fra le mie schiere.
Mo: Stefano tu hai tradito il nostro movimento, vergognati e non mi rivolgere
più la parola.
Ald: E io che ti credevo un amico. Fra noi è tutto finito.
Ste: Siete voi che avete tradito la missione per cui avete studiato...
Fer: Io sono con lei.
Ste: Serriamo i ranghi, dobbiamo vendere cara la pelle.
Fer: Presidente, le casse del movimento sono vuote e già s’impongono le prime
spese.
Ste: Dopo. Adesso dobbiamo appropriarci del territorio. Io chiedo la parte
sinistra della casa. E’ un mio diritto.
Mo: La sinistra ci... mi appartiene per diritto politico e catastale.
Ste: Tu Messalina, sai benissimo che questa casa e di tutti e due e la parte che
spetta a me... al mio movimento, è la sinistra.
Ald: Segretario Monica, t’invito ad una riunione per decidere la linea di
condotta.
Ste: Tesoriere, anche noi dobbiamo fare una riunione.
(I personaggi si appartano formando due gruppi di due persone. Confabulano fra
di loro molto animatamente)
Mo.: Come portavoce dei Sintetici chiedo che la spartizione avvenga
democraticamente attraverso un sorteggio.
Ste.: (si apparta con il suo tesoriere) Come rappresentante dei Saggi rifiutiamo
la proposta e ne avanziamo un’altra: proponiamo di fare testa o croce.
Mo.: Esamineremo la vostra proposta. (si apparta con Aldo e discutono)
Mo.: Accettiamo ad una condizione, che la moneta da due Euro sia vostra.
Ste.: (si apparta con il suo tesoriere si frugano le tasche) Noi proponiamo una
moneta da un Euro.
Mo.: Accettiamo.
Ste.: Proponiamo il nostro tesoriere come lanciatore di moneta.
Ald.: E’ irregolare. Il lanciatore deve essere persona al di sopra delle parti.
Ste.: Chi proponete?
Ald.: (Si guarda attorno) Non essendoci persone al di sopra delle parti propongo
che la moneta venga lanciata da entrambi le parti in causa.
(Stefano e Monica si avvicinano)
Ste.: La mia parte politica sceglie: Testa.
Mo.: Mai. Non accetteremo mai di metterci in coda. Testa è un diritto ed un
principio da cui non derogheremo mai.
Ste.: (si apparta con il suo tesoriere) Quale segno della nostra volontà
conciliatrice vi accordiamo la testa.
Ald.: Voi non ci accordate la testa perché essa è nostra di diritto.
Ste.: Un diritto che noi vi accordiamo.
Ald.: Un diritto che ci spetta.
Fer.: Va bene, va bene. La vogliamo tirare questa moneta, si o no?
(Stefano e Monica si mettono la moneta sui loro indici)
Ste.: Contiamo fino a tre e al tre lanciamo.
(I due contano e lanciano la moneta che cade per terra. Si chinano a guardarla,
poi Stefano esulta.)
Ste.: Croce, croce, croce, croce, vittoria, vittoria, vittoria... (i due
vincitori si mettono a ballare ed esultare come tifosi di calcio, cantando e
gridando: alee oo)
Mo.: Aldo, mi dispiace.
Ald.: Non temere, abbiamo perso una battaglia ma non abbiamo perso la guerra.
Come primo atto della mia presidenza propongo una manifestazione, un corteo
pacifico e dimostrativo. Cosa ne dici?
Mo.: Mi sembra una mossa politica molto astuta.
Ald.: Bene il corteo si muoverà dalla cucina, attraverserà il ripostiglio,
percorrerà tutta la parete nord della casa fino ad arrivare nella parte ovest
della casa.
Ste.: Tesoriere, sarà bene tracciare i confini del nostro territorio perché non
tollereremo invasioni (facendosi sentire dagli avversari)
Ald.: Sei pronta segretario?
Mo.: Sono pronta.
Ald.: Bene, andiamo!
(I due percorrono lentamente il tragitto fra la parte destra e sinistra del
palco)
Ald./Mon.: (Gridando a mo’ di slogan) Siamo la scienza, ma non abbiamo molta
pazienza; siamo la scienza ma non abbiamo molta pazienza,
(Il ferito e Stefano fischiano e gridano: Abbasso, abbasso, abbasso. Aldo
passando davanti ad un mobile prende un oggetto e lo lancia contro. La stessa
cosa fa Stefano e il ferito. Aldo e Monica si rifugiano nella loro parte e si
trincerano dietro un divano. Anche Stefano e il ferito si riparano dietro delle
poltrone. Inizia così un lancio di oggetti da entrambi le parti.)
(Si spengono le luci)
(Aldo e Monica parlano fra loro)
Ald. Cosa succede?
Mo. Non lo so. Sarà senza dubbio un atto di sabotaggio.
Ald. Non ci dobbiamo fare intimorire. Se vogliono la guerra sarà guerra.
Mo. Non vorrei esagerare...
Ald. La difesa ad oltranza delle proprie idee richiede sacrifici e, se il caso,
anche... vittime.
Mo. Forse hai ragione tu. Ma io non vado in bagno da tre giorni e poi avrei
voluto farmi un bagno prima di cominciare questa guerra.
Ald. Resisti Monica, resisti. Anch’io ho un attacco di colite ma non mi piego.
Mo. Potremmo chiedere una tregua?
Ald. Forse. Proviamo.
Mo. (Rivolgendosi ai due contendenti) Ehi voi! I Sintetici chiedono una tregua.
Ste. Per quale motivo?
Mo. Colite spastica.
Ste. La colite non è contemplata dalla Convenzione di Ginevra.
Ald. Non fare il cretino! Vuoi avere sulla coscienza la mia diarrea?
Mo. Stefano adesso stai esagerando. Tu sai che anch’io ho problemi di
stitichezza.
(Stefano e il ferito parlano fra loro)
Ste. Che ne dici?
Fe. Può essere un trucco.
Ste. No, conosco mia moglie, quando gli viene se non va in bagno muore...
Fe. Può essere conveniente avere un nemico in meno.
Ste. Eppoi devo andare in bagno anch’io. Va bene. Accettiamo la tregua.
Mo. Chiediamo una tregua e di tre ore.
Ste. Mi pare esagerato solo per andare in bagno. Ve ne accordiamo due.
Mo. Ma tesoro lo sai che io ho bisogno di tempo...
Ste. Facciamo due ore e mezzo... e non chiamarmi tesoro.
Ald. Va bene, accettiamo
(i 4 si alzano dai loro nascondigli)
Ald. Adesso potete accendere le luci.
Ste. Noi? Siete voi che li avete spente.
Mo. No! Siete stati voi.
Ald. Ma allora... chi le ha spente?
Fe. Vedete, ogni sera a quest’ora vengono spente tutte le luci per un’ora, si
chiama PREV.
Ald. Un’altra stronzata. Che cosa vuol dire PREV?
Fe. Piano Risparmio Energetico Volontario.
Mo. Volontario?
Fe. Si, volontario e libero, chi vuole aderire può farlo, chi non vuole aderire
è libero di non aderire ma resta lo stesso al buio.
Ald. Ma che razza di democrazia è questa!
Ste. Comunque abbiamo un lume a batteria... lo prendo.
(Cerca in un mobile e lo accende)
Ald. Se siete d’accordo vorrei essere il primo ad andare in bagno se permettete.
Mo. Veramente vorrei essere io la prima... in fondo sono una donna...
Ald. Si ma io ho una colite in corso...
Mo. Si ma io sono tre giorni che non vado in bagno...
Ald. Allora potrai aspettare ancora un po’...
(Aldo scappa in bagno)
Ste. Vogliamo disfare le valigie, ho bisogno di cambiarmi...
Mo. questa è la tua valigia (gliela butta davanti)
Ste. Non vedo per quale motivo tu debba essere cosi incivile... abbiamo idee
diverse ma siamo sempre marito e moglie...
Mo. Ancora per poco.
Ste. Ma... ma perché?
Mo. Perché tu mi hai tradito.
Ste. Ma che c’entrano le mie idee politiche con il tradimento.
(Rientra Aldo in preda a spasmi)
Ald. La chiave presto...
Ste. Che chiave?
Ald. Il bagno... su avanti...
Mo. Ma non c’è chiave... non lo chiudiamo mai...
Ald. Beh, adesso è chiuso e se per favore mi date la chiave...
Ste. Io non ce l’ho!
Mo. Io nemmeno!
(i due guardano il ferito)
Fe. La chiave ce l’ho io... ma non posso darvela.
Ald. Come sarebbe!
Fe. La norma parla chiaro: chiunque si chiude in un luogo da solo e senza
possibilità di essere visto viola la regola prima della “priva privacy”.
Ald. Che diavolo vuol dire “priva privacy”
Fe. Vuol dire privare la privacy.
Ste. Cioè?
Fe. La storia della privacy era diventata la scusa dietro la quale commettevano
crimini, per cui è stata abolita.
Ald. E allora?
Fe. e allora nessuno può restare da solo in nessun luogo.
Ald. Nemmeno al cesso!?
Fe. No! all’interno di ogni gruppo o di famiglia è stato istituito il: tutore
igienico, colui che ha il compito di fare da tutore a chi va in bagno.
Ald. Ma cos’è questa? un’altra legge di merda?
Fe. No, questo è un articolo dello statuto morale di ogni famiglia.
Mo. Statuto morale?
Fe. Tutte le famiglie hanno uno statuto morale, è un obbligo sancito dalla
costituzione.
Ste. Ma questa è una sciocchezza, non c’è niente del genere nella costituzione!
Fe. No, non c’è nella prima costituzione, ma nella seconda.
Ald. Me ne sbatto della prima e della seconda costituzione... io devo
andare al cesso SUBITO! Dammi la chiave!
Fe. Ma non posso trasgredirei la costituzione.
Ald. Me ne frego della costituzione io devo andare al cesso!
Mo. Aldo un po’ di contegno... (al ferito) Se non gli dai subito la chiave giuro
che vengo li e ti ammazzo!
Ste. Suvvia Aldo.
Ald. (al colmo della disperazione) Vi prego... vi scongiuro... io devo farla
subito (quasi piange)
Fe. Non faccia cosi... perché non nomina subito un tutore igienico, cosi potrà
andare in bagno.
(il ferito si sposta al centro tenendo con le mani al petto la chiave)
Ste. Su avanti gli dia la chiave.
Fe. No! Non posso trasgredire la legge.
Mo. Me ne sbatto della legge. qui ci sono due persone che devono andare al
cesso!
Ste. Tre! Anch’io devo andarci.
Fe. Ma io sono disposto a farvi da tutore igienico. Lo stato non lascia solo chi
ha bisogno, nel momento del bisogno.
(i tre avanzano minacciosi verso il ferito che resiste)
Ste. Tutto questo è follia. Io non accetterò mai di fare i miei bisogni
controllato da chiunque... Tu... Chi sei? Ti sei introdotto in casa nostra, hai
raccontato un sacco di storie... ma tu chi sei?
Fe. Io?
Mo. Si tu!
Fe. Io sono un rappresentante dei “Giustizieri”.
Ald. Giustizieri! E chi cazzo sono?
Fe. Noi crediamo negli alti valori della giustizia, lottiamo contro la
corruzione, il malaffare contro questa società dissoluta, putrefatta, ci
battiamo per una società dalle mani pulite, dalla moralità assoluta, senza
peccati, senza colpe. Non accettiamo il benché minimo sbaglio. Per noi bisogna
punire, castigare, colpire senza pietà. Non commetteremo l’errore degli altri
che tollerano, accettano, colpevolmente le debolezze, noi siamo impietosi,
inesorabili. Noi siamo i GIUSTI!
Ste. Pazzo, paranoico, esaltato, fanatico, imbecille...
Mo. Ma come abbiamo potuto credere a questo... questo stronzo cretino...
Ald. Tu adesso ci dai la chiave del cesso o noi ti faremo un culo cosi...
maledetto idiota...
Fe. Voi... voi... corrotti e corruttori, voi dovete sottostare alla giustizia,
dovete accettare le vostre colpe ed espiarle... faremo un proclama per
condannarvi, un referendum, un processo pubblico... voi... voi...
(i tre si lanciano addosso al ferito colpendolo con calci e pugni)
(I tre si alzano dal corpo disteso a terra del ferito. Monica ha la chiave
Mo: Questa è democrazia!
(corre verso il bagno inseguita dagli altri.)
Buio.
FINE