Ignoranza e malocchi partoriscono pidocchi
Commedia brillante in due atti di
Rocco Chinnici
PERSONAGGI
Pietro capo famiglia
Crocifissa moglie
Vincenzino figlio
Teresa commare
Nedda vicina
Padre Liborio parroco
Dottore
L’ignoranza è il male più grande delle malattie dell’uomo. Spesso si riesce
persino a credere d’avere avuto fatto il mal’occhio, tanto che in quella
famiglia ne succederanno di tutti i colori, persino…
PIETRO V.F.S.
(Crucifissa, intenta a fare pulizie in casa: lavare il pavimento… poi sistemerà
i cuscini sulle sedie e li metterà in maniera impeccabile con una livella).
Aspetta che prendo il livello. (Poi li guarderà da lontano e ne risistemerà
qualcuno con metro e livella). Si, si, così mi sembra che può andare. (Poi col
metro andrà sistemando l’oggettistica della stanza: il quadro, s’è a livello… in
modo che non possa sbagliare nemmeno di un centimetro, li osserverà anche da
angolazioni diverse volta per volta, sempre da lontano. Segni questi di un forte
esaurimento a causa del marito che si è convinto d’avere avuto fatto il
malocchio di una nuova vicina arrivata da poco).
PIETRO
(Pietro dietro la porta, chiama perché lei la aprisse) Crocifissa, Oh,
Crocifissa!
CROCIFISSA
Ah, lui qua è! Certo che il nome giusto me l’hanno messo la buonanima di mia
madre e mio padre… (facendo il segno della croce e rivolta verso l’alto) pace
all’anima loro. Crocifissa! E certo, più crocifissa di così! Più croce di questa
il Signore mi poteva dare da portare? di badare a questo pulcinella! E che
pulcinella! Scanza fatiche, dormiglione… dorme più dei materassi…
PIETRO V.F.S.
Crocifissa! Apri, apri questa porta!
CROCIFISSA
Non puoi romperti le gambe e apri tu? Qua ci vuole una che fa il portiere, con
te!
PIETRO V.F.S.
Apri ti ho detto, che io non posso! CROCIFISSA
E perchè, sentiamo: ti cadono le brache, o ti escono le morroidi? Non sei manco
in grado di aprire la porta! (Bussa ancora). E aspetta, aspetta che sto venendo!
sembra che batta con un martello su questa porta. (Riprende a battere) E
continua, oh! L’ho capito, ho capito! “lentiamo con le mani alla pasta e andiamo
a toccare il sedere alla gallina!” (Rassegnata) apriamo questa porta, prima che
la butta a terra! (Entra Pietro, sudato e stanco e che spinge una carriola piena
di sacchetti di sale. Lo guarderà stupita).
PIETRO
Ancora guardi? Che c’è non mi conosci più?
CROCIFISSA
(Ironica) Oh, gioia, e come si fa a dimenticarsi di uno come te! Bello sei! Dove
stai andando con questa carriola? Non vedi che sto lavando per terra? (Silenzio.
Meravigliata) Non mi dire che hai portato ancora sale!
PIETRO
E che fa, non vedi? Certo, che ho portato il sale! E questa volta ho portato
magari altre cose che servono per aiutarmi a cacciare via il malocchio da questa
casa. (esce da un sacchetto: alcuni corni rossi, trecce d’aglio, ferri di
cavallo…) un paio di corna rosse, una bella testa d’aglio, ferri di cavallo… e
questo, lo vedi questo (mostrando un sacchetto di juta) lo appendo dietro la
porta…
CROCIFISSA
Che appendi dietro la porta! Cos’è questa cosa?
PIETRO
Questo è un po’ di sale a chicchi…
CROCIFISSA
E che dobbiamo fare,dobbiamo salare le sarde?
PIETRO
Le sarde si! Questo serve che, se la signora entra di notte mentre noi dormiamo…
anzi ci dobbiamo mettere dietro la porta pure una scopa, si pensa che le megere,
davanti a queste cose, si fermano per contare quanti sono i chicchi di sale e i
filamenti della scopa, e così, siccome ci vuole tempo per contarli tutti,
finisce che si fa giorno e deve andarsene di corsa per non essere vista; capito
ora?
CROCIFISSA
(Sbalordita) Eh no! Tu non ragioni più! Tu hai bisogno di un bravo psicoccolo!
(errori voluti) No, non può essere; ma tu pensi che io posso andare avanti così
con te. (Implorando Dio) Signore, oh Signore, ascoltami, fammi questo miracolo,
o lui, o me ti dovete chiamare li sopra; ora però, subito, basta che esco da
questo intreccio..
PIETRO
Ehi, ehi, che dici!!! (Rivolto in alto anch’egli verso Dio) Signore, non le dare
ascolto, poi se proprio ci tieni… visto che ti ha scomodato, chiamati lei; io ho
da sconfiggereil malocchio della mia vicina di casa, quale chiamare e chiamare!
E io ancora che ascolto e aspetto per vedere di che miracolo si trattasse!
Senti, queste cose le metto qui di lato, che appena finisco con il sale li
appendo tutti; nel mentre tu prepara la scopa. (Si siede stanco sulla carriola)
Ahi, che mi sento stanco! Oh, gli occhi di fuori mi stavano uscendo in
(indicando fuori) questa salita!
CROCIFISSA
(Ironica) E tu perché non glieli mettevi un altro po’ di sacchetti! Certo che se
il sale fosse costato quanto la benzina, o avesse ancora avuto il monopolio lo
Stato, ne avremmo avuto da fare prestiti! Ma si può sapere quando la finisci di
entrare e uscire con questa carriola piena di sale? Mi sembra la favola di
Re..Mida: tutto ciò che tocco, diventa salato, ho sempre le mani fatte di sale,
pure Vincenzino, innocente, dice che mangia salato; è sempre che beve, sempre
con la bottiglia dell’acqua in bocca è. L’altro giorno mancava l’acqua… non
stava bevendo anche nella bottiglia del vino bianco!
PIETRO
Io, se la vicina non trasloca da un’altra parte, ti ho detto che di sale ne ho
ancora tanto da portare in questa casa!
CROCIFISSA
E dove, dove deve traslocare, se è da poco che sta qui!
PIETRO
Ma poi, dico io, con quante città, con quanti paesi, vicoli e quante altre
strade che c’erano, giusto qua doveva venire ad abitare questa gatta ubriaca!
Aspetta, aspetta che inizio a gettare un po’ di sale dietro la porta, chissà
dovremmo sentire bussare è lei (prende un po’ di quel sale e lo butta dietro la
porta dicendo scongiuri con molta enfasi). Due occhi mi hanno guardato, /
quattro mi hanno salvato. / fuori malocchio, / dentro buonocchio, / fuori gli
impicci, / e dentro i capricci. / esci malocchio da casa mia / e prendi di corsa
per un’altra via. / vattene nel profondo del mare, / e dentro la mia casa non ci
tornare. (Alla fine fa un gestaccio alla vicina) Tiè, tiè, tiè!
CROCIFISSA
No, no, tu pazzo sei! Tu posseduto dal demonio già sei! Ma come, pure il sale
grosso gli hai buttato! E non rischiamo di romperci la noce del collo se ci
mettiamo i piedi di sopra! Dico io la vuoi finire una volta per tutte con tutti
questi scongiuri e magie! Senti, ormai è inutile che continui a farti le budella
fradici, ti conviene che la prendi con calma, altrimenti il fegato gli lasci.
PIETRO
Ah, senti, senti! Non hanno detto che in paese è arrivato il parroco nuovo?
CROCIFISSA
Si, padre Liborio, dicono che si chiama; e che c’entra il prete nuovo con il
discorso della magia?
PIETRO
C’entra, c’entra, e come se c’entra! Senti che fai, prendi un po’ di questo sale
grosso e avvicini in chiesa dove il prete… e si, perché il sale, per fare
effetto, deve essere benedetto dal prete nuovo; poi prendi un po’ di pezza
rossa, e fai un sacchettino piccolo, gli metti il sale benedetto dal prete
nuovo… torno a ripeterti, se dovessi dimenticarlo, di non farlo benedire
dall’altro prete che è ancora qua, perché altrimenti non fa effetto! Lo metti
dentro il sacchettino e io me lo attacco al collo.
CROCIFISSA
E non è meglio che al collo ti attacchi una bella pietra e ti butti in fondo al
mare? Certi momenti mi domando se sono sveglia, vedi Signore! Se ti fossi
convinto a lavorare per quanto stai lavorando per questa del vicinato, molti
soldi avremmo avuto! Saremmo diventati i più ricchi del paese.
PIETRO
E zitta, che questa non è una femmina, un diavolo è! Altro che! E’ da poi ch’è
arrivata qui che me ne capita una al giorno. Ieri, quando sono salito in
macchina e giro la chiave per mettere in moto, si è accesa la spia dell’olio! E
che dovevo fare, vado e la porto dall’elettrauto neanche faccio venti metri e mi
ritrovo con tre ruote bucate! Venti metri, nemmeno se avessi camminato in una
strada piena di chiodi e bottiglie rotte! Ma che ne sai, pure la notte…
CROCIFISSA
Senti, se è per la notte, è da prima che arrivava lei che capita anche a me di
dimenticare…quel discorso.
PIETRO
Ma quale discorso e discorso! Sempre la hai la testa!
CROCIFISSA
E certo, ha da quando siamo arrivati dal viaggio di nozze (allusiva) che…
diciamo viaggio di nozze! Ti ricordi dove mi hai portata per la luna di miele?
PIETRO
Un’altra volta con la luna di miele iniziamo!
CROCIFISSA
La luna di miele a mungere le mucche! Che settimana di lavoro!
PIETRO
E dai, ancora ci pensi?
CROCIFISSA
Come, ancora ci pensi! Ma lo capisci che ricordo mi è rimasto della luna di
miele! Carricare fieno e paglia e mungere pecore e mucche! questa luna di miele
è? E che era contento che doveva portarmi nella casetta in campagna a contatto
con la natura, nella tranquillità, in mezzo agli odori dei fiori di prato… e
invece pure la puzza del concime della stalla, come si dice: dalle stelle alle
stalle.
PIETRO
Ih, e dai, come stai facendo! Sapessi tu quanta gente c’è che pagherebbe
montagne di soldi per respirare quela puzza che dici tu; lo sai che fa passare
la tosse canina hai bambini e fa aprire i polmoni! E poi, che cosa ne sapevo io
che dovevo andare a trovare mio padre a letto e non poteva badare agli animali;
che facevi al mio posto, li facevi morire di fame gli animali…, non li mungevi?
CROCIFISSA
E tu, la luna di miele in campagna da tuo padre me la dovevi fare fare! Dove sai
che c’e da lavorare! Che poi dico io, mi avresti dato almeno un aiutino, no?
Sempre seduto a guardarmi! Quel sedere, com’è che non ti diventa quanto una
giostra ancora non l’ho capito. Scanza fatiche che non sei altro! Speriamo che
questa del vicinato, te lo faccia advvero questo malocchio e ti sveglia i sensi,
servirebbe a farti rompere le gambe e andare a lavorare!
PIETRO
Vedi, Signore, che scioglilingua che le prende quando si parla di lavoro! Che
c’entra dico io, ora tutto questo discorso! Io dicevo che da quando c’è questa
del vicinato, che la notte,vmentre dormo, non capisco perché salto dal letto
come se prendessi un colpo di corrente d’alta tensione!
CROCIFISSA
E io, io che c’entro che ogni volta che salti dal letto devo prendere tutti quei
qran colpi durante la notte? Certe bracciate che mi dai in faccia! L’altra
mattina mi sono svegliata con il muso gonfio come un tamburino, con quel ceffone
che mi hai dato; un colpo di pala mi era sembrato! E mi sono fatta tutta la
notte in bianco da come mi faceva male! Ah, se avessi saputo di fare questa gran
fine con te, pezzo di imbroglia popolo, e ora che avrei risposto “si” al prete!
Ne aveva d’aspettare! Ma tu guarda che legnate pure mentre dormo!
PIETRO
Ma non sono io, credimi!
CROCIFISSA
Ah, no, non sei tu; allora è segno che dormo con un altro a fianco la notte?
PIETRO
Ma quando! Dico non sono io perchè alcune volte mi sento di essere un’altra
persona, e certi momenti mi manca il filo della ragione!
CROCIFISSA
Certi momenti dici che ti manca il filo della ragione? E quali sono invece i
momenti che discuti con i sensi?
PIETRO
Oh, nemmeno nel cervello ho più ordine! Mi credi?
CROCIFISSA
E vedi che sono contenta, io, quando parli del tuo cervello… diciamo cervello!
Lui che non ti funzionava bene prima, ora non ci ha più ordine! Tu, stai
diventando cosa di manicomio; si, perché solo un pazzo come te può portare tutto
questo sale a casa, sale e pidocchi, e si perché sicuramente si vanno svuotando
gli angoli delle stanze dei negozi e da li escono anche pidocchi, e io che
sbatto vestiti dalla mattina alla sera e butto DDT. Ma poi dico, perché non ti
affittavi un camion, e andavi a caricare direttamente nelle saline di Trapani!
Almeno ci sarebbe costato di meno ed era sicuro che non c’erano pidocchi, e no
che stanno impuzzando una casa! Ma in quale negozio lo compri tutto questo
sale,si può sapere?
PIETRO
In tutti i negozi del paese.
CROCIFISSA
Pure da donna Angelina?
PIETRO
Si ti ho detto in tutti i negozi!
CROCIFISSA
E non sai che quella ha avuto sempre i pidocchi! Suo figlio li ha mischiati
anche a Vincenzino quando andavano a scuola insieme; hai dimenticato? E senti
un’altra cosa, quando ti domandano che fai con tutto questo sale… perchè
qualcuno che ti domanda ci sarà! Cosa gli rispondi?
PIETRO
Gli dico che sto per fare un nuovo esperimento, e, siccome è un segreto, di non
dire a nessuno di tutto questo largo consumo che ne faccio!
CROCIFISSA
(Meravigliata) Ah, quindi sanno che tu sei uno… scienziato, e devi fare un
esperimento… con il sale? Ah, ora capisco! E siccome è una cosa segreta, nessuno
apre bocca, e cosi nessuno saprà mai che tu... ma…, ti sei guardato allo
specchio? Che sei trasandato, sembri uno scaricatore di porto!
PIETRO
Hai finito di fare comizio? Ah, senti, quando mescoli la pasta nella pentola,
come la mescoli?
CROCIFISSA
Con il cucchiaio di legno, come vuoi che la mescoli, con le mani!
PIETRO
Io non intendevo dire questo, volevo dire mescoli nel senso di girare il
cucchiaio? La giri come gira l’orologio?
CROCIFISSA
E certo, non si è fatto sempre così! Pure mia nonna la girava in quella maniera.
PIETRO
Eh no! Da ora in poi, la devi girare al contrario, antiorario per sciogliere il
malocchio! Tu vedi questa come girava la pasta! E come doveva uscire il
malocchio da questa casa! (Attimo di silenzio) E allora, da dove comincio?
CROCIFISSA
Da dove cominci cosa?
PIETRO
A gettare il sale. Inizio da dentro l’armadio, o dal frigorifero?
CROCIFISSA
Da dove? Non ti permettere sai! L’armadio… il frigorifero… ma da dove ti vengono
certe trovate?
PIETRO
Vuoi capire, o no, che devo fare uscire il malocchio che mi ha fatto la vicina!
CROCIFISSA
Con tutto questo sale, ci puoi salare tutte le olive delle contrade del paese e
magari quelle dei paesi vicini, altro che cacciare il malocchio! Che poi dico io
qual è il motivo di buttare tutto questo sale in tutte le stanze? Perchè, perché
dici che la notte salti dal letto e non puoi dormire più? E allora, vuol dire
che d’ora in avanti, è segno che di caffè non devi sentirne nemmeno più l’odore!
PIETRO
Caffè? Ma quale caffè e caffè! E’ da poi che è arrivata la vicina, che a momenti
nemmeno l’acqua bevo per paura che possa avvelenarmi. Lo vuoi capire che con
questa nuova vicina non sono più quello di prima!
CROCIFISSA
Ti ho detto, che se per quello di prima, ti riferisci magari a quel discorso
(allusiva all’amoregiamento), ti ricordo che è da molto prima che arrivasse lei
che..non so più nemmeno da dove si comincia!
PIETRO
Ancora! Ti ho detto che è la vicina che non mi permette più di essere quello che
ero.
CROCIFISSA
Ma perchè, che credi d’essere stato prima, un supermeno?.
PIETRO
Supermeno, si! L’ora dei numeri è! Supermen volevi dire! Supermen! Certo,
proprio Supermen…
CROCIFISSA
E insiste, oh! Tu nemmeno sottermen sei stato, grandissimo scanza fatiche che
non sei altro! Nemmeno in questo hai saputo mettere impegno! E quando dovevi
farlo, se stavi sempre a dormire. Non sei stato capace nemmeno di fare bene il
bambino... figliolo di mamma.
PIETRO
(Interrompendola) Che cosa? Non sono stato bravo dici? Abbiamo un figlio che
sembra un’atleta! Ha un cervello che sembra uno scienziato...
CROCIFISSA
Ma di chi stai parlando, sempre di Vincenzino?
PIETRO
E certo! Di chi allora? Di nostro figlio si! perchè, perché ha quel piccolo
difetto di… fabbrica?
CROCIFISSA
Piccolo difetto di fabbrica dici! Ah ma allora, è segno che la vicina, vero ti
ha scombussolato il cervello! Vuoi che chiamo Vincenzino e lo guardi bene, per
ricordarti com’è?
PIETRO
Per ora non chiamare nessuno, che ho cose più importanti da sbrigare; anzi sai
che faccio?
CROCIFISSA
Non mi dire che devi andare a fare un altro viaggio di sale, che solo nella
stanza da letto c’e ne sono impostate 4 carriole! Quattro carriole di sale nella
stanza da letto! Due volte, due volte mi stavo rompendo le gambe l’altra notte
per andare al gabinetto.
PIETRO
E calma, calma! Hai finito con questa messa cantata? Se quando cammini sembri
una morta a spasso, non vedi dove metti i piedi.
CROCIFISSA
Pure! Sembro pure una morta… a spasso! Come, sei tu che mi vai facendo le
trappole casa casa.
PIETRO
E basta, ancora! Io ti volevo dire che ora… giacché sono tutto sudato, mi faccio
un bel bagno!
CROCIFISSA
Ecco, bravo! Sai che fai: raccogli quattro radici di valeriana, un po’ di foglie
d’alloro, un po’ di fiori di camomilla, due pizzichi di rosmarino e li butti
nella vasca.
PIETRO
E facciamo una bella pizza!
CROCIFISSA
La pizza si, se continui così, io, finisco che faccio la pazza, altro che pizza
e pizza! Queste cose servono che ti rilassano, testa di broccolone che non sei
altro.
PIETRO
Mi rilasso dici? E come, con le radici di valeriana? Con le foglie d’alloro?
Qua, (indicando il sale) vedi? Con questo devo cercare di aiutarmi, le radici,
si! Guarda che fai, apri la porta del bagno che entro con tutta la carriola
CROCIFISSA
E così infestiamo anche il bagno di pidocchi. Ma che hai scambiato il bagno per
il garage? In questa casa, sembra che stia per scoppiare la guerra per quante
trincee stai facendo.
PIETRO
Ma quale trinceee, questo ora lo butto tutto nella vasca da bagno…
CRUCIFISSA
Una carriola di sale tutta dentro la vasca da bagno?
PIETRO
Certo, poi apro l’acqua, lo sciolgo tutto e mi infilo dentro. Io sono sicuro
che, con un po’ di questi bagni, sono apposto.
CROCIFISSA
E certo, messo così, dentro tutta questa salamoia, pure mille anni puoi vivere!
PIETRO
A me non interessa di vivere assai, ma di vivere poco e bene, e no con tutte
queste magie che sta facendo la vicina. Sono arrivato al punto che ho anche
paura di mangiare perché penso che persino il pane mi potrebbe andare di
traverso.
CROCIFISSA
Io pensavo che fosse solo il lavoro ad andarti di traverso.
PIETRO
Che c’è, ricominciamo con un’altra messa cantata? Ma non potevo, dico io,
rimanere piccolo, nelle braccia di mia mamma… buonanima, anche se… povera donna,
diceva di stancarsi a tenermi in braccio per quanto ero grosso; pensa che pesavo
otto chili e mezzo quando sono nato!
CROCIFISSA
Nemmeno un porco! E com’è contento che pesava otto chili e mezzo! Tua madre ti
teneva in braccio, poverina, perché era convinta che tu, con tutto questo gran
peso, dovevi venire un artista, un genio, non sapeva invece che il tuo peso, era
tutto culo e niente cervello; perché se l’avesse saputo, e ora che ti dondolava!
Io dico che dal balcone ti avrebbe fatto volare. Senti, scienziato, non dire a
nessuno del discorso del sale, sai; perché allora subito al manicomio ti
chiudono!
PIETRO
Tu dovevi fare il prete, sei solo buona a fare vespri e messe cantate. Ho
capito, vuol dire che me la apro io la porta del bagno (esce con tutta la
carriola mentre la moglie lo guarda stupita).
CROCIFISSA
E no! Se questo continua così… lui che cervello non è ha di suo, va a finire che
i sensi li finisce di perdere del tutto, e le prossime carriole chissà in quale
casa le porta (bussano). E chi è ora! Chi è?
TERESA V.F.S.
Io sono, commare Teresa!
CROCIFISSA
Questa arriva sempre al momento giusto! E che ha, sempre l’orecchio appoggiato
al muro! Sembra che abbia le antenne appiccicate in testa! Sentiamo che vuole
quest’altra curiosa! Entri, entri pure!
TERESA
(Ha il tempo di mettere i piedi dentro, e, siccome c’era il sale grosso per
terra, cade, scivolando, come un sacco di patate). Oh Madonna! Ahi, che botta!
(Accorre aiutandola ad alzarsi) la schiena, la schiena mi sono rotta comare, mi
aiuti!
CROCIFISSA
Madre che botta! Aspetti, aspetti che l’aiuto.
TERESA
Ahi! Non mi posso muovere commare. Che sorta di caduta che ho fatto! Comare le
devo confidare un segreto: è da quando c’è questa nuova del vicinato, che già è
la terza caduta in due giorni, va a finire che mi attacco un cuscino di dietro,
almeno serve a parare le botte
CROCIFISSA
A quello gli dovrebbe venire una volta buona! (Pensa a quanto ha detto la
commare) che cosa comare? La nuova vicina? Perché lei…
TERESA
Questa è una femmina che porta sfiga; ma non vede che faccia? Uno sguardo che
sembra pietra! Dio c’è ne liberi!
CROCIFISSA
A dire la verità, ancora non la conosco. Aspetti che l’aiuto, vediamo che cosa
s’è fatta.
TERESA
Ahi, che botta! Le stelle ho visto, comare! Ma… le sono cadute le perline della
collana? (La guarda meravigliata) Sa sa che la trovo strana! Che ha?
CROCIFISSA
Ecco qua, poteva essere! Come, ha rischiato di rompersi il collo, e ha il
pensiero a scoprire che ho! Ma per lei devo averne sempre una?
TERESA
Questo è il ringraio, che mi prendo cura di lei? Scommetto che le perline glile
ha messe apposta, così mi rompevo il collo!
CROCIFISSA
Magari Dio! (Cerca di correggersi) No, niente, volevo dire magari Dio.. .nel
senso che mi sarebbe piaciuto avere una collana con le perline come dite lei! E
poi, scusi, come facevo a sapere che doveva venire lei?
TERESA
E certo, io scherzavo comare, non credo che lei abbia desiderato questo.
CROCIFISSA
Questo, meglio! (Si ricorregge) dicevo meglio nel senso, che invece di perline,
la collana, l’avrei preferita di diamanti!
TERESA
Lo sa che è veramente strana. Che c’è, è cosi perché il compare non ha ancora
trovato lavoro, vero?
CROCIFISSA
Lavoro si! Il compare, dice che è cosi stanco di cercare…. Il lavoro, che ora ha
bisogno di riposarsi
TERESA
Ah si?
CROCIFISSA
Ah, no!
TERESA
E ora, ora che fa, visto che gli viene cosi difficile trovarlo? Sta facendo
lavori, dentro, di muratura?
CROCIFISSA
Di mura…cosa?
TERESA
Siccome ho visto che fa spesso entra ed esci, con la carriola…
CROCIFISSA
Ah, ma vedo che a lei non sfugge proprio niente! Sembra una telecamera di video
sorveglianza messa nella finestra! Ma… che fa, registra tutto ciò che succede?
TERESA
Nel nastro proprio no.. e poi non penso che l’abbia visto solo io il compare,
fare dei viaggi avanti e indietro con la carriola.
CROCIFISSA
Ah, si la carriola, vero è! Niente, sa cos’è, si è fissato che deve… cambiare
le… mattonelle del bagno, perché dice che non gli piacciono più, e fa viaggi di
carriole di sabbia.
TERESA
Alla faccia della crisi!
CROCIFISSA
(Risentita) Comare! Ma allora non ha proprio nient’altro da fare che prendersi i
pensieri del vicinato? E poi, lei sa com’è il compare, quando si fissa di una
cosa…
TERESA
Aspetti che guardo, (si avvia ad andare in bagno) posso vedere che tipo di
mattonelle state mettendo nel bagno?
CROCIFISSA
Pure! Ma dove? Quando? Dove va, che mio marito è nudo la dentro!
TERESA
(Stupita) Nudo? Lavora… nudo?
CROCIFISSA
Nudo si! Perché uno non può lavorare nudo dentro casa propria?
TERESA
Lo dicevo, che quando sono entrata, mi sembrava strana.
CROCIFISSA
Senta, comare, dica pure perché è venuta; di tutto abbiamo parlato, tranne che
delvero motivo della sua visita.
TERESA
Che c’è, si siete offesa comare? Ero venuta… che, siccome nei negozi non si
riesce a trovare più sale…
CROCIFISSA
E in certuni, nemmeno pidocchi!
TERESA
Ehm? Ma vi si è fatta controllare da un buon medico, comare?
CROCIFISSA
Niente, lasci perdere. Mi stava dicendo che non trova sale...
TERESA
E sì, e non si capisce come… pensi, in paese dicono che c’è uno scienziato pazzo
che vuole fare esperimenti strani; poi ci sono altri che dicono che il sale
manca perché il parroco nuovo si sta facendo la scorta per i battesimi… in
quanto asserisce che la gente ne ha poco in testa e nei battesimi vuole
abbondare la mano.
CROCIFISSA
E ha torto il parroco a mettere un po’ di sale in più in testa a tutti questi
broccoloni? Scusi, se vanno dicendo anche questo!
TERESA
Ma lei pensa, non trovare più sale neanche per condire un’insalata! Mi sembra di
tornare ai tempi di quando si vendeva nei tabaccai e si pagava la tassa…
(Stupita) Comare, non facciamo che lo Stato.. non sapendo più che tasse mettere,
ora vuole ripristinare quella del sale per com’era una volta, e già iniziò a
mancare per questa ragione?
CROCIFISSA
E che ne so commare. Dallo Stato c’è d’aspettarsi di tutto, anche quello di
vedersi mettere una sopra tassa.. cioè di pagare un’altra tassa sopra la tassa
che già paghiamo; in poche parole: se uno paga una tassa di cento euro, vuole
dire che pagherà un’altra tassa sopra i cento euro di tassa che già paga… ha
capito ora?
TERESA
No, veramente no, ho capito solo tasse e tasse.
CROCIFISSA
Glielo lo spiego meglio: lei che tassa paga?
TERESA
Eh, molte ne pago! C’è quella della spazzatura, quella dell’acqua, della casa,
quella..
CROCIFISSA
Basta, basta comare! Mettiamo solo quella della casa…, per fare l’esempio
intendo, e mentiamo anche che come tassa paga duecento euro; vuol dire che dovrà
pagare un’altra tassa sopra i duecento euro della casa, così, ognuno, più tasse
paga e più gliene arriveranno da pagare; ha capito adesso?
TERESA
Ah, si?
CROCIFISSA
Ah, no! Ha sentito cosa hanno detto al telegiornale dell’altra sera?
TERESA
Comare, è già da un po’ che non sento telegiornale, dicono sempre le stesse
cose: aumenti e tasse, tasse e aumenti, tanto, quelli che sono al governo che
pensieri hanno; ogni mese prendono montagne di soldi! E… mi racconti, che hanno
detto di nuovo?
CROCIFISSA
Dicono che a breve metteranno pure una tassa sopra la salute; cioè si pagherà in
base a come uno sta di salute; meglio sta di salute, e più gli arriva da pagare.
TERESA
Allora, lei… con suo figlio… è esente, non dovreste pagare nemmeno una lira? Sa
ch’è fortunata?
CROCIFISSA
E certo, vedi tu, che fortuna m’è toccata! Ora va a finire che uno, per stare
meglio, deve stare male!
TERESA
E certo! Così, si è esenti di tasse! Ecco, perché lei dicevo di suo figlio. Vuol
dire che essere malati è segno di buona fortuna!
CROCIFISSA
E torna con la fortuna! Comare, io le auguro di pagare sempre più tasse, che
avere la fortuna che ho avuto io con mio figlio Vincenzino
TERESA
Comare, io… non volevo essere…
CROCIFISSA
Niente, lasci perdere, i guai sono di chi li ha. Ora aspetti che vado a prendere
il sale (esce. Si sente che parla con Vincenzino). Vieni qua, dove stai andando?
VINCENZINO VFS
To andando a patteggiare (passeggiare).
CROCIFISSA VFS
Dove, a patteggiare? E con chi?
VINCENZINO VFS
Ton me!
CRUCIFISSA VFS
Ah, a passeggiare! Tu hai detto patteggiare.
VINCENZINO VFS
No patteggiare! Pa-tte-ggia-re. Tapito? (Entra Vincenzino vestito alla sanfrasò
e con un paio di occhialoni scuri. Si va grattando come se avesse pidocchi.
Tiene in mano una bottiglia di due litri d’acqua. Parlerà pronunciando la C e la
S per T… insomma, come di solito usano fare quelli che hanno questi hendicap).
Oh, tignora Tereta! Appetta la mamma?
TERESA
Ciao, Vincenzino. Mi stai facendo venire la confusione per come ti gratti,
neanche se avessi i pidocchi! Si, si. Aspetto tua madre, che mi da un po’ di
sale, mi è finito.
VINCENZINO
Lo tai, tei fottunata te ti è finito il tale; io invete devo pottare ton me
tempe la bottiglia.
TERESA
E perchè? Hai fatto un voto alla Madonna?
VINCENZINO
Ma quale voto e voto! In quetta cata, tempe tale, tempe tale! (Entra
Crocifissa).
TERESA
Comare, che dice suo figlio, gli fa fare sempre scale? Ah, ora capisco! E certo,
facendo sempre salite, finisce che suda e deve bere nella bottiglia! Non ha
torto il ragazzo!
VINCENZINO
Ma te dite quetta, ma? (A Teresa, cercando di farle capire) No le ttale ton due
TT, ma ton una: tale.
CROCIFISSA
Comare, lasci perdere; mio figlio voleva dire tale.. che vorrebbe dire un tale,
cioè un tizio, non si dice con due T ma con una: tale, capito? (Teresa fa segno
di no) Non ha capito; lo sapevo. Tenga il sale, e… cerchi risparmiarlo, perché
la carestia è lunga! (Teresa continua a non capire) Non ha capito un’altra
volta! E va bene, niente ci fa.
VINCENZINO
Quetta la vedi, te tot’è? Una…
TERESA
Bottiglia.
VINCENZINO
Oh, finammente! E allora te vuol dire? Più tale (sale) più bevi, hai tapito?
TERESA
(Alla comare) Cosa dice, comare, che ho il tappeto?
CROCIFISSA
Vincenzino, figlio mio, non stavi uscendo?
VINCENZINO
Ti, ti, fotte fotte, è meglio te vado. Tiao, tiao (esce grattandosi pure il di
dietro).
TERESA
E gratta, gratta, sembra che suoni la chitarra. E la bottiglia se la porta
sempre dietro?
CROCIFISSA
Si comare!
TERESA
E perché se la porta addosso? Non è che sia…un voto?
CROCIFISSA
Un voto si, neanche se fossimo a scuola! Non ha sentito che ripeteva sempre
sale! Vuol dire che secondo dove va, può trovare tante salite, e siccome salendo
si suda, ogni tanto si ferma e beve. (Teresa non capisce) Nemmeno questa volta
ha capito? Comare ma lei non ne indovina una!
TERESA
Le devo confessare (Guarda un po’ in giro per non far sentire) che é da poi ch’è
arrivata la vicina…
CROCIFISSA
Qui un’altra c’è ne!
TERESA
Che cosa ha detto? Ne è arrivata un’altra? Ma dove, qua? E io non e so niente!
CROCIFISSA
E certo, perché qua, le cose, se non le sa lei, non le deve sapere nessuno.
TERESA
Ma quando! Io non volevo dire questo!
CROCIFISSA
Le volevo dire qua un’altra c’è ne, nel senso che pure suo compare..
TERESA
Lo dicevo io! Allora non ero la sola a pensare che questa… Ma l’ha guardata
negli occhi?
CROCIFISSA
Le ho detto che non la conosco.
TERESA
Madre, impressione che fa! Sembra una morta in vacanza! (Bussano. Le due hanno
un sussulto). Oh Madonna Santa, un colpo mi ha fatto prendere!
CROCIFISSA
E chi è ora? (Rivolta verso la porta) Chi è?
NEDDA VFS
(Parlera scandendo i tempi e in tono spettrale) io sono donna Nedda, la nuova
vicina.
TERESA
(Le due cominciano a tremare dalla paura) Lei, Lei è comare! E dove mi nascondo,
dove? Corro da suo marito!
CROCIFISSA
(Sta per avviarsi e Crucifissa la trattiene per i capelli adirata) E dice di
nuovo mio marito! Non ha capito che è nudo?
TERESA
E niente ci fa, comare! (Bussano ancora).
CROCIFISSA
Non si muova da qui che le gambe le rompo. (Rivolta verso la porta) prego,
entri!
TERESA
(Teresa si mette dietro Crucifissa). Comare, e ora, come entra, non si rompe il
collo con tutte queste perline a terra?
CROCIFISSA
Meglio, così, a casa mia non vi metterà più piede questo uccello di malaugurio!
TERESA
Allora per questo le avete messe, per…
NEDDA
(Vestita di nero con strani ninnoli addosso. Ha lo sguardo cereo e parla come se
sentenziasse brutti presentimenti. La guarderanno entrare aspettando che cada,
ma lei cammina come se niente fosse, le due si guarderanno meravigliate). Buon
giorno signora Crocifissa, così dicono che si chiama. Ha il nome che è già un
programma e volendo dirle di più, ho l’impressione che farà la fine di Gesù.
Sono venuta per conoscere i miei vicini, (Guarda Teresa nascosta dietro la
spalla di Crocifissa) e pure a lei dico dietro le spalle. Vi annuncio che per
me, oggi, non è un bel giorno.
CROCIFISSA
(Impaurita) Che-che intendete di-dire?
NEDDA
Intendo avvisarvi che prima che si fa buio succederanno strani eventi.
TERESA
(A Crucifissa) Che ha detto? Arrivano i venti? Venti forti? E da dove, da
maestrale, da ponente?
CROCIFISSA
Eventi, comare, eventi! Ih, ma è dura! (Impaurita, a Nedda) Di, qua-quali
eve-venti si riferisce? E dove, dove arriveranno? In quale casa se è lecito?
NEDDA
Ha paura? E di cosa, se non ho ancora aperto bocca? Sono venuta, se mi prestiate
un po’ di sale, mi serve per curare un grosso male!
CROCIFISSA
Mi dispiace do-donna Nedda, ne avevo un po’ e l’ho dato alla comare Teresa; sa
al paese è difficile trovare sale.
NEDDA
Dicono che lo ha comprato uno scienziato pazzo, che deve fare un esperimento, io
invece non ci credo tanto. Però vi dico che, per l’esperimento essere ben
riuscito, chi ha il sale dentro ha la vita in pericolo.
TERESA
(Temendo una disgrazia, glielo da di corsa) Tenga, tenga donna Nedda, lo do a
lei questo sale, a me non serve proprio! Vuol dire che mangerò dissapito, mi
servirà a tenere a bada il colesterolo. (Glielo da).
NEDDA
Grazie donna Teresa, per questo le regalo; lo ricorderò finché avrò vita.
(Sentenziosa, a Crucifissa) Mentre a lei, che di sale avete detto di non e
averne, se vero non sarebbe, avete cose da vedere.Vi saluto e… ci vediamo quanto
prima. (Esce, mentre le due si guardano colme di paura).
CROCIFISSA
E allora… mio marito che ha tutto quel sale e gli fa male il cuore… è segno che…
(fa segni con le dita indicando morte).
TERESA
Suo marito! Suo marito… cosa? (Crucifissa, dalla paura si è defecata un po’ di
sopra; Teresa sente brutto odore e si tappa il naso guardando la comare) Comare,
non facciamo che… (Crocifissa si guarda mortificata il di dietro e poi riguarda
la comare dispiaciuta. Si mette la mano sul sedere ed esce per andare in bagno.
La comare stava seguendola e lei, fermandola, le fa segno d’andare via, e
usciranno entrambe, Teresa uscirà di casa, e l’altra in bagno, sempre con la
mano dietro a tappo).
FINE PRIMO ATTO
SECONDO ATTO
(Scena, come la precedente, Pietro seduto, mentre la moglie inveisce su di lui
per averla costretta ad andare da padre Liborio a benedire il sale che sarebbe
servito per gli scongiuri di Nedda)
CROCIFISSA
Mi auguro che tu lo abbia capito quello che mi hai fatto fare!
PIETRO
Ma io…
CROCIFISSA
(Adirata) Stai zitto! Vado da padre Liborio a benedire il sale per mandare via
il malocchio, e dopo vai tu a confessarti e gli dici che sia stata io a
consigliarti di fare questo.
PIETRO
Si, però…
CROCIFISSA
Ancora parli! Ti ho detto di stare zitto! Hai capito che hai fatto due peccati
in una volta sola! Il primo è quello che hai dichiarato il falso nel
confessionale, e il secondo, che è più grave, è quello di avere incolpato me che
non c’entravo niente, e non solo, mi sono dovuta prendere i rimproveri di padre
Liborio durante la messa cantata della domenica e davanti a tutti i
parrocchiani! che figura!
PIETRO
Senti, ma non possiamo cambiare discorso?
CROCIFISSA
Cambiare discorso, dici! E come? Prima metti le castagne sul fuoco e poi vuoi
che siano gli altri a prenderle! Che poi, quello che vorrei capire io è, ma
qual’ è questo malocchio che ti ha fatto donna Nedda?
PIETRO
Qual’è dici! Per prima cosa non posso trovare lavoro! Questo niente ti sembra?
CROCIFISSA
E che c’entra donna Nedda con il lavoro; tu è da quando sei venuto a rovinare
me.. maledetto quel giorno, che non lavori, altro che donna Nedda e donna Nedda!
Non pensi invece che anziché perderti in questa fissazione del malocchio,
caricando sale e appendendo oggetti ai muri e dietro le porte, ti saresti andato
a cercare un lavoro serio a quest’ora l’avresti trovato già da un bel po’? Tu,
il lavoro non è che non lo puoi trovare, non lo vuoi trovare! che è diverso.
PIETRO
Secondo, ti sembra niente che la notte non posso chiudere un occhio…
CROCIFISSA
E non sarebbe meglio se li chiudessi tutti e due, almeno mi conforterei dicendo
che dormi, e no che aspetto che tu…
PIETRO
E terzo ancora, il petto, è da quando c’è questa, che ogni tanto mi trema così
forte che sembra che il cuore debba uscire di fuori.
CROCIFISSA
Ancora con questo petto! Scusa, il dottore non ti ha controllato e ha detto che
il cuore c’è l’hai d’acciaio?
PIETRO
E allora perchè ogni tanto mi vengono queste forti palpitazioni? Questo
tremolio? Queste fibrillazioni? Sai che faccio, ora vado a chiamare a donna
Nzula la maga e il malocchio lo faccio mandare via da lei! (si alza per andare).
CROCIFISSA
Da donna ‘Nzula! Come, dici di avere a che fare con tante sregonerie e non ti
sta bene e ne vai cercando un’altra! Tu non vai da nessuna parte, se prima non
viene padre Liborio. È con te che deve parlare. (Entra Vincenzino sempre con la
bottiglia in mano e che si gratta).
VINCENZINO
Mà (mamma) tto venendo.
PIETRO
Dimmi una cosa pure tu, come mai dentro la macchina trovo spesso cose tue: una
volta gli occhiali, un’altra volta il fazzoletto… come fai ad aprire? non è che
tu abbia un altro paio di chiavi?
VINCENZINO
Lo vedi mà, ora vole intoppare me delle tue cote.
PIETRO
No, no, quelle cose di tua madre!
VINCENZINO
Io ditevo delle tue, no delle tue.
CROCIFISSA
Giusto dici, gioia mia, lascialo parlare.
VINCENZINO
Hai vitto?
PIETRO
E alloggio, si. Rispondi ti ho detto: com’è che trovo cose tue dentro la mia
macchina?
VINCENZINO
E intitte (insiste)! Ti pare te la finitte. Non lo to tome è te tono nella tua
macchina le mi tote, fotte fotte, tte li metti tu e poi diti te tono io,
buggiaddo tei!
CROCIFISSA
Parla con me, vieni: dove stai andando di prima mattina?
VINCENZINO
A ppatto.
CROCIFISSA
A patto… di cosa?
VINCENZINO
No a patto a patto! (Sillabato e facendo come se passeggiasse) A ppa-tto. Hai
tapito?
CROCIFISSA
Ah, già l’avevo dimenticato che tu… giochi con le parole! Volevi dire a spasso.
VINCENZINO
Ti ti, popio cotì! A patto. (spasso). Tiao tiao! (esce grattandosi).
CROCIFISSA
Questo, da come si gratta, va a finire che la pelle si toglie. E poi sempre con
quella bottiglia d’acqua dietro.., ma intanto io non lo preparo cosi salato il
mangiare, com’è che lui dice d’avere sempre sete. Un giorno di questo mi ci
metto dietro, voglio vedere a che gli serve tutta quest’acqua… che poi dentro
non è che beva cosi tanto.
PIETRO
Il meglio è lui, che si mette con quella faccia da fesso…
CROCIFISSA
Invece tu mi vorresti fare credere che è scaltro, vero?. Dico io lo potevi fare
uno sforzo in pi, almeno per una volta.
PIETRO
(Toccandosi forte il petto) Il cuore, il cuore! Corri, vai a chiamare il medico!
Oh, madre che tremolio! Come batte forte! Cos’è stato, cos’è successo?
CROCIFISSA
(Preoccupata) Aspetta, aspetta, fammi vedere.
PIETRO
No, no, non mi toccare che è peggio; corri, vai a chiamare il medico.
CROCIFISSA
(Preoccupatissima) Aspetta che mi metto una cosa di sopra (esce nell’altra
stanza per prendere qualcosa e quando rientra ritorna tutto normale). Non ti
muovere, che a momenti vengo.
PIETRO
(Sempre toccandosi il petto ma rasserenato) Aspetta, aspetta non andare più da
nessuna parte che ha finito di battere, e come batte quando gli prende!
(Bussano).
CROCIFISSA
(Soprassalta) Madonna Santissima! E ora chi è? Qualche giorno di questo, mi
verrà un infarto! Chi è?
PADRE LIBORIO
Io sono, padre Liborio. Si può, si può signora Crocifissa?
CROCIFISSA
Prego, si accomodi padre (entra padre Liborio con un fazzoletto rosso in mano;
fazzoletto che sembra una bandana).
PADRE LIBORIO
Buon giorno a voi. Certo che questa strada così in salita, devo proprio dire che
fa uscire gli occhi dalle orbite.
PIETRO
(Alludendo ai viaggi con la carriola) E siamo due! A me lo dice, padre! C’è da
fare molta fatica in questa salita.
CROCIFISSA
Lo preferisce un po’ di caffè, padre Liborio?
PADRE LIBORIO
No, grazie Crocifissa, preferisco, prima d’ogni cosa, parlare con tuo marito,
devo tornare subito in chiesa.
CROCIFISSA
Allora vuole che vi lascio soli?
PADRE LIBORIO
No, no! Per quello che devo dirgli, è bene che ascolti pure tu. Allora, Pietro,
intanto, per quello che hai combinato… (a Crucifissa) e lo sai pure tu, (a
Pietro) sarebbe quasi da scomunicarti. Come ti permetti a confessare una cosa
falsa? Ah, ma vedrai che per questo c’è già chi sta aspettando per accoglierti
come si deve. (Adiratissimo) All’inferno, all’inferno andrai a finire!!! (Pietro
ha un grandissimo sussulto di paura. Anche Crocifissa, non si aspettava simile
reazione). Secondo, hai fatto apparire tua moglie complice di una cosa che lei
non c’entrava niente. (Adiratissimo) Vergognati!!! (Ancora sussulti). Per
ultimo, e non certo meno grave, è quello di vederti tranquillo dopo averla
combinata così grossa. Morirai dannato!!!
PIETRO
(Si alza fuori di se e inveisce di tutto punto contro il prete) Oooh!!! così i
vermi mi fa prendere!!! Ma non gli sembra che sta esaggerando! Neanche mio padre
mi dava tutti questi rimproveri. L’inferno, il purgatorio! Morire dannato! E che
ho fatto! Lo confesserei io, a lei, per vedere cosa ha combinato! O si è
veramente convinto d’essere il sostituto del Padreterno, sopra questa terra!
Come, anziché farmi capire lo sbaglio con le buone e possa pentirmi, mi fa
scoppiare il cuore! Lui che già salta per i fatti suoi…
PADRE LIBORIO
(Additandolo) Tu, tu non sei in te, sei stato posseduto dal demonio! Come osi
parlare così a un vicario di Cristo?
CROCIFISSA
Lo lasci perdere padre Liborio, che lui di rispetto non è ha nemmeno per se
stesso.
PIETRO
Sentite, non è che vi siate messi d’accordo per farmi uscire pazzo! Questi modi
sono! Questa maniera è, di venire a casa mia e farmi queste polemiche? Non ho
fatto mica una strage!
PADRE LIBORIO
(Molto cattedratico) Dici questo perché non sai il valore che abbia la
confessione, essa è la parte essenziale e primordiale del sacramento della
penitenza.
CROCIFISSA
Padre Liborio, e lei pensa, che dicendo questi grossi paroloni, potrà capire
meglio?
PIETRO
E allora spiegamelo tu, quello che ha detto il prete, visto che pensi di essere
esperta e sapere di tutto.
PADRE LIBORIO
(A Crucifissa) Su, spiegaglielo tu quello che ho detto.
CROCIFISSA
Io ho capito solo: senza sale e partenza.
PADRE LIBORIO
Senza sale si! In questo paese, il sale, è diventato linguaggio comune. Almeno
ne avrste un po’ nella zucca. Dicevo essenziale della penitenza.
CROCIFISSA
Padre, la chiesa ha bisogno di un linguaggio più semplice; il popolo non ha
studiato come lei. Hanno levato il latino per capire meglio, e ora iniziamo con
tutte queste parole difficili; la gente gli abbassa la testa anche se non
capisce niente. Ora lo sa che faccio, preparo un po’ di caffè, e… con calma,
riprendiamo il discorso di prima.
PADRE LIBORIO
In chiesa, in chiesa devo andare. (A Pitrinu) E tu, lasciati almeno dire una
cosa: la signora… la tua nuova vicina, che ritieni sia una megera, è solo una
donna umile, che ama venire le domeniche a messa; è timorata da Dio, e ama la
poesia, e, quasi sempre, quando parla si esprime in versi: sia in dialetto che
in italiano. Si, è vero, sembra alquanto strana, ma è solo sua natura a farla
apparire così, niente di più; quindi, scordatelo questo maledetto malocchio e
leggi quando puoi. E’ l’ignoranza lunico vero male che affligge l’uomo. Dalla
signora, cerca invece di prenderne esempio, venendo in chiesa; è da poi che ti
sei sposato che non entri nella casa del Signore. Hai mai pensato invece se
qualcuno stesse combinando degli scherzi a tuo sfavore? Non t’è mai venuto il
dubbio? Pensa, pensa bene prima di agire. Ora vado, i parrocchiani mi aspettano,
mi farò sentire. E… ricordati, la casa di nostro Signore è sempre aperta.
PIETRO
(Dispiaciuto) Mi benedica padre, e mi perdoni per quello che ho detto un momento
fa.
PADRE LIBORIO
Non sono io che debba perdonarti, sta molto più in alto colui che può farlo. (Si
avvia, poi si gira) … se lo farà!
PIETRO
(Gli fa un gestaccio. Il prete era già uscito e non se ne accorge) Tiè! Tiè!
Uccello di malaugurio! (Si avvicina alla porta da dove è uscito il prete e fa
dei scongiuri). Vento dietro, acqua davanti e bastoni in mezzo hai piedi. Se n’è
andato finalmente! Tu vedi che lavata di faccia dentro casa mia, come osa fare
questo|.
CROCIFISSA
Tu, tu ti lamenti, che ti ha lavato la faccia dentro casa tua! E io, io che
dovrei dire che l’ha fatto fuori da casa mia e con la chiesa piena di persone!
PIETRO
E va bene, non ci pensare più, ormai è passato. Senti invece, ma tu hai capito
bene cosa voleva dire il prete con il discorso dello scherzo che qualcuno mi
vuole fare?
CROCIFISSA
E perché guardi me?
PIETRO
E allora che faccio, lo chiedo a una sedia invece di chiederlo a te?
(Sospettoso) oppure hai il carbone bagnato e…
CROCIFISSA
O Madonna, un’altra gliene sta prendendo! E tu pensi che io abbia tutto questo
tempo da farti scherzetti?
PIETRO
(Pensieroso) Allora… puo’ essere… la comare! Dato che viene spesso e con una
scusa e un’altra… vuoi vedere…!
CROCIFISSA
Hai sentito padre Liborio! Lo dicevo io che la vicina non era come credevi tu!
PIETRO
Si, ma a me lo stesso non piace. Sarà perchè scrive romanzi, sarà perché scrive
poesie… e poi, non ti sembra che quelli che scrivono poesie sono anche un po’
fuori di testa! Certe parole che scrivono, solo Dio sa da dove li prendono!
CROCIFISSA
Artisti, sono artisti, bestia! Tu sai che vuol dire artista? (Pietro la guarda
senza capire). , vedi! Leggi, leggi, asino, che l’ignorana ti sta mangiando vivo
.
PIETRO
Ah, ma oggi, a quanto vedo, sono il bersaglio di tutti!
CROCIFISSA
Non sei tu a essere il bersaglio, ma la tua ignoranza cieca. Non vedi che credi
a tutto ciò che dicono. E questo perché? Perché?
PIETRO
Un’altra! Iniziamo con i quiz ora! Sentiamo, perché?
CROCIFISSA
Ma perché sei (allussivo al sapere) nudo!
PIETRO
(Si guarda i vestiti) Uhm!
CROCIFISSA
Si, si, guardati i vestiti. Sei nudo e crudo!
PIETRO
E certo, col crudo, ora si che ho finito di capire!
CRUCIFISSA
Nudo, non mi riferivo a nudo fuori, ma a nudo dentro… vuoto, nemmeno? Tu non sei
carico di malocchio, sei carico di ignoranza, ecco perchè pensi che la signora…
(bussano). Che giornata movimentata di prima mattina! E chi è ora? Chi è?
TERESA
Io sono, comare Teresa.
PIETRO
Ah, lei è! Ora zitta che devo cercare di capire anche lei…
CROCIFISSA
Invece di continuare a capire a questo e a quello perché per prima cosa non
inizi col capire te stesso? Perdiamo sempre tempo a capire gli altri, e poi, chi
siamo veramente non lo sappiamo neanche noi, però dobbiamo impicciarci e sapere
tutto degli altri! Questo è il non aver niente da fare.
PIETRO
Io, se non capisco tutto quello che mi sta succedendo, ne hai da parlare! Un
giorno non parte la macchina; un’altra volta rimane la spia dell’olio accesa;
un’ altra ancora trovo tre ruote bucate, e cosi via, e, come se non bastasse,
questo dolore al cuore. Ti sembra niente tutto questo?
CROCIFISSA
Perché non cerchi di dare una giustificazione a ogni cosa che ti capita: si è
accesa la spia dell’olio, e allora è segno che devi cambiare l’olio nella
macchina!
PIETRO
Ma dove, quando, se l’ho cambiato una settimana fa! (Bussano ancora) Ora, lascia
che entri la comare, così vedo come parla, come si muove… e capisco se è lei
che… (torna a bussare).
CROCIFISSA
Zitto, zitto ora! e cerca di non farle capire niente. Entri comare, la porta è
aperta. (Entra Teresa).
TERESA
Ah, vedo che c’è pure il compare!
PIETRO
Scusate, dove voleva che fossi?
CROCIFISSA
Al manicomio! La comare sicuramente pensava che, siccome in una famiglia di
gente normale, si usa che l’uomo vada a lavorare, lei pensava che tu…
PIETRO
Troppe cose pensate tu e la comare. Più tosto, mi dica il motivo della sua
visita, perché noi avremmo un po’ di cose da fare.
TERESA
Il motivo è, siccome ho visto uscire il prete da casa vostra, allora ho pensato
e mi sono chiesta: chissà che gli sarà capitato al compare.
PIETRO
(Facendo scongiuri) La lingua dovrebbe cascarle! Queste maniere sono! Cosa crede
mi sia capitato? Ma vedete a quest’altra sgualdrinella… ma Signore mio!
TERESA
(Offesissima) Ih! A me queste cose! Non lai facevo cosi maleducato!
CROCIFISSA
(Teresa è risentita) Lo perdoni comare, sa cos’è, che per ora… non c’è; non
gliel’ho detto?
TERESA
(Riflettendo) Ah, per ora… non c’è? (Pietro fraintende).
PIETRO
(Pensando che le due abbiano un accordo) No, no, ci sono! E sapete che vi dico,
che non mi muovo da qui per nessuna ragione al mondo, se non mi dice cosa voleva
combinarmi?
TERESA
(Non capisce) Ho capito, allora è segno che me ne devo andare, visto che…
(ironica) non c’è.
CROCIFISSA
Cosa vuole che le dica comare. Però pure lei, che è venuta solo perché ha visto
il prete uscire da casa nostra… e che c’è! Non siamo nemmeno privi di ricevere
dentro chi vogliamo!
PIETRO
Comare mi dica un pò, lei… (si tocca il petto e comincia gridare dalla paura)
aiuto, aiuto! Il cuore, il cuore! Chiamate un dottore che sto morendo!
TERESA
(Le due, preoccupatissime cercano di soccorrere Pietro. Teresa gli avvicna la
mano al petto e l’allontana di corsa impaurita). Bih comare! Il cuore sembra che
mi stesse rimanendo in mano da come batteva forte! Che faccio corro a chiamare
il dottore oppure prendo acqua e zucchero?
CROCIFISSA
(Più confuse che persuase) Aspetti, mi aiuti a sederlo nella poltrona, può
essere che stia più comodo.
PIETRO
Il cuore, il cuore di fuori mi sta uscendo! (Entra Vincenzino con la faccia e le
mani sporche di unto nero, come se avesse fatto il meccanico. la bottiglia vuota
e il telefonino in mano. Guarda i tre e ride).
VINCENZINO
Pecchè tiete metti cotì?
CROCIFISSA
A tuo padre gli batte forte forte il cuore.
VINCENZINO
Ma te lui non ha niente! (Indicando suo padre).
PIETRO
(Si rasserena) Ah, mi è passato! Signore vi ringrazio! Che palpitazioni!
VINCENZINO
Hai vitto te non aveva niente! Te ti ditevo.
TERESA
Comare, adesso me ne vado e passo a trovare mio cugino Angelo che è cardiologo.
Non si preoccupi, io mi ci trovo bene con lui, e gli faccio fare una bella
visita al compare, così visto che glielo dico io non si prende nemmeno soldi.
Ora appena esco, vado subito.
CROCIFISSA
Grazie, grazie, comare, il Signore gliene renderà merito. (Dubbiosa, a
Vincenzino) E tu come facevi a sapere che tuo padre non aveva niente? (Cerca di
nascondersi il telefonino) E da dove vieni conciato cosi? Che sei sporco! E che
hai fatto il meccanico? E il telefonino, con queste mani sporche! Dammi, dammi
che vado a pulirlo.(Guarda la bottiglia) Già tutta l’hai bevuta l’acqua? Così va
a finire che, con tutta quest’acqua che bevi, ti canteranno le rane dentro la
pancia.
TERESA
Può essere che va da Pasqualino il meccanico, per iimparare il mestiere e quello
gli fa toccare tutte cose?
CROCIFISSA
Chi, lui? Il mestiere si! Il vero mestiere suo padre glielo sta insegnando, e
come apprende bene! , (Bussano). E chi è ancora? (A Vincenzino) Vincenzino vai
tu a vedere chi e.
VINCENZINO
Mih! A me mi tecca! Tempe io ti devo andare ad apire in quetta cata!
CROCIFISSA
Vede, che le dicevo! Gli secca anche andare ad aprire la porta! Vai ad aprire e
vedi chi è. Sempre io ti faccio dire! (Va ad aprire e perde tempo a guardare
fuori) Chi è?
VINCENZINO
(Girandosi) E’ quella tignora ttana.
TERESA
Comare ma ttana che vuole dire? Perché da come parla suo figlio… non facciamo
che si è mangiato mezza parola?
CROCIFISSA
Forse vuole dire strana, insomma curiosa.
VINCENZINO
Te (che) diti, la fattio entare o ppetta fuori? (Quasi sottovoce per non fare
sentire alla signora fuori) Minta t’è butta mà!
CROCIFISSA
Ah, niente di meno! Sicuramente è la vicina, lei la conosce già.
TERESA
Ah, quella che parla in poesia?
CROCIFISSA
Si, proprio lei.
VINCENZINO
Allora, te diti? Enta (entra), o no?
CROCIFISSA
E falla entrare, la vuoi lasciare fuori?
VINCENZINO
Ti, ti! Fotte, fotte (forse) è meglio lattialla fuori, pecchè quetta ti (ci) fa
la magie a papà!
NEDDA
Entro, signora, o torno un'altra volta?
CROCIFISSA
No, no, entrasse (errori voluti) pure! Comare questa è una femmina istruita, la
sentivo parlare l’altra volta, e si, ci deve parlare in italiano! altrimenti
facciamo brutta figura.(Entra).
VINCENZINO
(Impaurito) Mà, io ccappo a naccondemmi; ccappa, ccappa pure tu, te no ti fa i
malottio (malocchio) (I due scappano per l’altra stanza).
NEDDA
Buon giorno a voi; le dirò prima di poi: suo figlio sembra scemo, ed è furbo;
vuol che rimanga o tolgo il disturbo?
CROCIFISSA
Ma quando mai! Per noi è un piacere vederla! E’ vero comare che è un piacere?
TERESA
Eh, molto!
CROCIFISSA
Allora, mi dica; a cosa dobbiamo l’onore che noi l’avrebbimo qua?
TERESA
(Meravigliata) Ehilà! Comare, da quello che vedo siete ben istruita! Però
cercate di parlare più facile, altrimenti mi verrà difficile capirla.
CROCIFISSA
E niente ci fa, dopo le spiego. (Poi a Nedda) gliela posso fare una domanda? (Fa
l’occhialino alla commare, convinta di essere veramente colta).
NEDDA
Prego, domandi. Si esponga e dica; mi chieda e parli senza far fatica.
CROCIFISSA
Le volevo chiedere: come qualmente lei non ci ha fatto caso del nome che le
hanno messo. (Quasi a mo di sfottò) Nedda! A lei le sarebbe piaciuto Nedda?
NEDDA
Non è il nome che rende l’uomo buono e scaltro; per quello ci vuol ben altro!
CROCIFISSA
E va bene, va bene, non ci faccia caso. Se per lei ha andato bene quello nome,
per me non ci fa niente, non si preoccupi. Ora mi dica perché è venuta.
NEDDA
Da poi che ho messo piede in questa casa; son più confusa che persuasa. Chiedere
le volevo ancora un po’ di sale; ho della conserva che rischia d’andar male. In
paese, trovar non posso nemmeno una zollina; mi son detto: corri, va dalla
vicina!
TERESA
Comare, a lei tocca parlare, le faccia capire di non essere di meno.
CROCIFISSA
Aspetti qua che glielo porto a picco; perchè in paese non ci n’è hanno manco un
chicco.
NEDDA
Ah, anche lei poeta! Brava!
CROCIFISSA
Mi arrangio un pò.
NEDDA
Scrive versi in dialetto?
CROCIFISSA
Proprio nel letto no; alzata, e quando si puo’. Ora, non se la prenda a male,
aspetti che le vado a prendere un po’ di sale (esce per l’altra stanza).
NEDDA
E lei, signora, pure lei si esprime in versi?
TERESA
Io, a dire la verità, preferisco stendere i vestiti; i versi li faccio con le
mani, così (comincia a mimare dei versi con le mani. I pollici rivolti verso
l’alto per indicare ok) Per esempio, questo volesse dire ok; (poi i pollici
verso il basso) mentre quest’altro volesse dire… come quarmente, tanto tempo fa,
quando ai tempi di Cristo c’erano i gradioli nell’arena e combattevano tra di
essi…
NEDDA
Ah, i gladiatori nelle arene!
TERESA
Si, si, proprio queste! (Entra Crucifissa con un po’ di sale in una tazzina).
CROCIFISSA
Tenete, ciò trovato solo questo.
NEDDA
Grazie, grazie assai; mi ha tolto dai guai. La tazzina gliela dò dopo; non verrò
certo per altro scopo. Vi saluto e grazie ancora, ci vedremo domani a buon’ora.
(Esce).
CROCIFISSA
Speriamo che nel sale che gli ho dato, anche questa volta non ci siano pidocchi.
TERESA
A discorso di pidocchi! Sa, comare, è da un po’ che mi prude la testa..
CROCIFISSA
Eh, la testa è una cosa importante, conviene farsela controllare bene! Le stavo
dicendo che ho una strana impressione, questa nuova vicina la supera di tanto!
Iniziò con una scusa, e… dobbiamo vedere dove andremo a parare!
TERESA
Vuole dire che sono impiccicosa?
CROCIFISSA
(Irnonica) Chi, lei? più che appiccicosa, scroccosa! L’ha presente il film di
“Venti mila leggi sotto il mare”, con una priova e i tentacoli se li portò in
fondo al mare, un battello che non finiva mai? Lei è peggio!
TERESA
Allora è tempo perso che ledico perché ero venuta.
CROCIFISSA
Ma quando mai! Lo sa come si dice? “Trenta e due vent’otto!” Cos’è ? Non dica
che ha capito!
TERESA
(Cercando di capire) Trenta e… due… ven… t’otto? No Veramente… no. Forse voleva
dire meno due!
CROCIFISSA
Ecco qua! Lo sapevo! E’ un modo di dire, comare; come per esempio: “sul male un
altro male”. E’ come dire che il difficile cammina col complicato.
TERESA
Tutte le stranezze li trovo in questa casa: suo marito di lavoro non e vuole
sentire nemmeno l’odore; di suo figlio, non capisco una virgola di quello che
dice; lei parla l’italiano stretto! Ci mancava anche la vicina con la poesia;
ora è fatta. Sa che faccio, comare? Visto che suo marito non ha niente…cioè non
è quello che si pensava, me ne vado a casa! Se ha bisogno chiami pure che corro.
CROCIFISSA
A lei il bisogno non manca mai! E poi, non sa prima di me quello che le può
succedere!
TERESA
Eh, comare, neanche se fossi davvero una maga, da come dice!
TERESA
Ah, senta, a proposito di magie, lei quando cucina la pasta come la mescola
nella pentola cosi, (facendo il verso giusto, in senso orario), o così?
(all’incontrario).
CROCIFISSA
Come si è sempre fatto; così. (facendo il versoi giusto). E che c’entra la magia
con il mescolare la pasta nella pentola?
TERESA
E come se c’entra! Bisogna mescolare all’incontrario per schiacaire il
malocchio.
CROCIFISSA
Ah si?
TERESA
E certo, e se vuole scoprire se già è invasa di malocchio, bisogna che la si
lasci cuocere senza toccarla; se appiccica significa che a casa vostra c’è il
malocchio. Se non appiccica malocchio non c’è.
CROCIFISSA
(Sorpresa) Allora non si mescola… proprio?
TERESA
Non si infila per niente il cucchiaio nella pentola, altrimenti come fa a
scoprire che nella sua casa c’è il malocchio! Ora la saluto comare, ci vediamo
al più presto (si avvia dimenticandosi uno scialle che aveva addosso).
CROCIFISSA
Se lo dice lei! (Teresa esce, ed entra guardingo Pietro).
PIETRO
Non c’è? Se ne andata?
CROCIFISSA
Chi delle due: la comare o la vicina?
PIETRO
Non è che la comare sia meglio della vicina! Si puo’ sapere che intendevate
tutte due, quando dicevate che io c’ero… non c’ero… (Entra Vincenzino. Bottiglia
in mano).
VINCENZINO
Ttiao a tutti, tto andando a ppatto.
CROCIFISSA
Eh, no! Tu, questa volta non hai dove andare!
VINCENZINO
Mih, mà, devo andare in un potto!
PIETRO
Dove devi andare al porto?
VINCENZINO
No al potto! In un potto.
PIETRO
Ora si che ho capito!
CROCIFISSA
Senti una cosa, dov’è il telefonino? Che l’ho lavato ora ora. (Bussano) E chi è
ancora? chi è?
TERESA
Io sono comare.
CROCIFISSA
La comare! Come se ne andata ora ora!
PIETRO
Forse si è dimenticata a domandarti qualcosa che le serviva.
CROCIFISSA
Entri, è aperto (entra Teresa).
TERESA
Spuntano come funghi! Tutti e due qua sono!
PIETRO
Che c’è, iniziamo di nuovo con il discorso di prima? Si è dimenticata che questa
è casa nostra? Dove voleva che fossimo?
TERESA
Comare, per evitare di riaprire il registro, io sono tornata per dirle che mi
ero dimenticata la sciarpa (la prende), e visto che ci sono le domando un po’
di…
CROCIFISSA
Sale!
TERESA
E poi dice che sono io la maga; si un poco, se ne ha ancora.
VINCENZINO
Mà, io ecco.
CROCIFISSA
Dov’è, ti ho chiesto, il telefonino? Ancora sicuramente è bagnato e appena piggi
i tasti può andare in corto circuito.
VINCENZINO
E’ attiutto (asciutto), e te l’ho in tacca.
CROCIFISSA
Lascialo dentro, tanto a cosa ti serve?
VINCENZINO
Mi tevve, mi tevve! (Serve). Ttao, ttao. (ciao). (esce).
CROCIFISSA
Gli serve, ma a cosa gli serve, che non telefona mai e non riceve nemmeno
telefonate! Questo sembra che vada diventando sempre più misterioso. Ma un
giorno di questi lo pedinerò e scoprirò.
PIETRO
Comare sa che fa, la dia lei un occhiata a mio figlio. Lei dà meno all’occhio,
nel frattempo mia moglie le prende il sale. (Bussano).
CROCIFISSA
E chi è ora? Qui ci vuole uno seduto dietro la porta, neanche se fosse la casa
del sindaco, ora ci vuole! (Va ad aprire) Prego si accomodi. (Entra il dottore
con la borsetta in mano).
DOTTORE
Oh, Teresa, tu qui!
PIETRO
Manca metterla solo nel nostro stato di famiglia, dottore.
DOTTORE
Eh, si, Teresa è una bravissima donna! Si prende sempre i pensieri di tutti!
CROCIFISSA
Non gliene ne sfugge una, Dio benedica!.
DOTTORE
Allora (a Crucifissa), cosa c’è che non va nel cuore di suo marito?
CROCIFISSA
Che vuole che le dica, dottore, ogni tanto gli prende questo forte tremolio al
cuore… dice lui, e poi, dopo un po’ gli passa. Non abbiamo capito il motivo. (A
Pietro riprende a battere il cuore).
PIETRO
Aiuto, aiuto dottore! (Il dottore si appresta a soccorrerlo) mi aiuti che sto
morendo, il cuore!
DOTTORE
(Va per toccargli il petto ed esce dalla tasca interna della giacca un
piccolissimo cellulare e lo guarda stupito). Ma…
PIETRO
Dottore, che ha fatto? Mi è uscito il cuore dal petto, non lo sento più battere!
DOTTORE
Sente, sente come vibra? Qualcuno starà sicuramente chiamandola.
CROCIFISSA
E questo non è il telefono di Vincenzino? Che ha fatto, lo ha dato a te?
PIETRO
Mio, mio è questo! Allora… era lui che tremava? E io…
DOTTORE
Questo è segno che lei non lo utilizza mai il cellulare! Però neanche deve
tenerlo vicino al cuore; sa che le onde fanno male, specie al cuore.
TERESA
(Sbalordita) Cose da pazzi, questo era? E noi con la comare correvamo a destra e
a sinistra cercando persino acqua e zucchero! E chi è compare che la chiama?
PIETRO
Ed io, come faccio a sapere chi è a chiamarmi. Una settimana fa lo comprato e lo
messo qua.
DOTTORE
Ma qualcuno saprà del suo numero! Aspetti un po’, me lo dia che gli do una
controllata… se lei permette. (Guarda la chiamata) Qui c’è scritto che ha
chiamato un certo Vincenzino; sapete chi è?
CROCIFISSA
Chi è, quel cretino di mio figlio! Ecco chi era il mago! Volete vedere che…
(Entra Vincenzino, sempre sporco e la bottiglia vuota).
VINCENZINO
Ti è mà, te ti tente male papà!
CROCIFISSA
Intanto il telefonino ora te lo sequestro, e scommetto pure da dove vieni? Che
sei andato a mettere nella macchina di tuo padre? scemo che non sei altro. (Al
marito) Vuoi vedere che questa volta non funzionano le frecce? Scommetto che so
a cosa ti e servita l’acqua?
TERESA
E certo, comare, a lavarsi le mani dopo essersele sporcate toccando fili e parti
del motore!
CROCIFISSA
La iettatura, il malocchio, il sale… che dentro ne abbiamo una montagna!
TERESA
Allora… suo marito, non era sabbia quella che portava dentro! Era sale! E in
paese si parlava di uno scienziato… del prete che…
DOTTORE
Allora… in paese… il sale…
PIETRO
(A Vincenzino) E tu, tu non parli? Non rispondi?
VINCENZINO
Voi vedere te ora la toppa è mia!
CROCIFISSA
La toppa? Il catenaccio ora gli metto in questo telefonino! Anzi, dov’è?
VICINZINU
(Scappa tenendosi la tasca col telefonino) No, non te lo do, non te lo do il
telefonino.
PIETRO
Da lì, dottore, lo prenda da lì! Vieni qua, fermati! (Continueranno ad entrare e
uscire dalle scene inseguendo Vincenzino; poi si abbasseranno le luci e
rimarranno tutti bloccati assumendo una posizione che tenevano in scena prima,
e, sotto l’occhio di bue, entrerà Nedda che dirà la morale davanti al prosenio).
NEDDA
Quando l’ignoranza prende comando, / tutto il resto è tristezza e malanno. /
Crediamo persino a malocchi e iettatura, / maledetto chi entra in questa brutta
avventura. / L’uomo puo’ avere tutto l’oro del mondo; / ma se ha ignoranza che
non conosce fondo, / a niente serve quella gran ricchezza, / vivrà una vita di
imbrogli e amarezza. / Non sono i soldi a renderci grandi, / neanche le sue
vesti di fini panni; / e’ il sapere che dona alla vita finezze, / piena di
gioie, amori, dolcezze. / Ascoltatemi, e dal mio dire prendete consiglio, / come
il padre lo dona a suo figlio: / cercate di apprendere, fin che potete, / e
amatevi tutti, fin che ci siete.
FINE