Il garante erotico

di

Maria Mattea Maggiano

 

Personaggi

MADAME ZANETOS
ARLETTE SOLIDOR
TAMARA DE VALMY (alter ego di Tamara De Lempicka), moglie di Baron Kuffner
MARCHESE AFFLITTO
NANA’ DE HERRERA, danzatrice andalusa
PIERRE SOMMO, poeta
DOTTOR SOLIDOR, scienziato famoso scopritore di un antidoto
MARJORIE FERRY
BARON KUFFNER
SUZY SOMMO, figlia quindicenne di Pierre Sommo e di una famosa attrice
 


PRIMA SCENA
Una saletta riservata sul Piroscafo greco Ulpol.
A sinistra, una porta si affaccia sulla sala da gioco, che è in piena attività. Quando la porta è aperta si sentono voci, musica e risate. Da una finestra, in fondo, le case digradanti hanno le finestre illuminate.
Madame Zanetos accompagna Arlètte alla porta. Rimasta sola, Arlètte scoppia in singhiozzi.
M. Zanetos rientra e richiude la porta alle sue spalle.

M. ZANETOS Chi vi ha consigliato?... Qualche demonio? Puntare proprio quella cosa...

ARLETTE Quel signore lo ha preteso. Non ho potuto rifiutarmi.

M. ZANETOS II marchese Afflitto... Non lo credevo tanto corto d'immaginazione. Dovete avergli ispirato qualcosa di particolare perché arrivi a volervi compromettere, non credete?... Perché avete rifiutato la mia mediazione, quando ve l'ho offerta? Così, ora io non posso aiutarvi.

ARLETTE Mi avevano consigliato di servirmi dei mezzi che la casa mette a disposizione, ma di rifiutare i suoi mediatori.

M. ZANETOS Ora ne subite le conseguenze. Vi hanno mal consigliato. E’ stata forse la donna bionda che vi accompagnava stasera?

ARLETTE Lei, Marjorie Ferry. E’ una fotografa di nome.

M. ZANETOS Non la conosco. Ma le si vede in faccia che serve qualche principe sotterraneo. Vi ha già fatto il ritratto?

ARLETTE Non ancora, ma me l’ha proposto.

M. ZANETOS E’ evidente. Suppongo che voi siate il modello ideale da ritrarre per un fotografo. Tipo ultraterreno, pelle cementata d’impalpabile, tessuti più leggeri della seta perché connessi col vento. Fotografarvi deve essere un’esperienza straordinaria per chiunque (si è andata via via entusiasmando).

ARLETTE Ma voi non potete aiutarmi. Dite!... Non potete proprio far niente per me? Mi avevano detto che voi, Madame, qui sopra avevate un regno. “Il Piroscafo Ulpol è territorio di Madame Zanetos. Le uniche leggi che contano le detta lei stessa”... Dunque?

M. ZANETOS II Piroscafo Ulpol è al centro di un sistema di forze che lo attraversano. Io sorveglio che quelle forze piuttosto che alimentarne la potenza non lo prendano a loro bersaglio. Il marchese Afflitto è potente nel suo paese. Ha molte relazioni segrete che presto lo faranno ancora più potente. Il Piroscafo Ulpol e tutto ciò che esso veicola deve poter navigare il Mediterraneo da un estremo all’altro, deve poter attraccare in ogni porto. Io non posso inimicarmi l’Italia, cosa che avverrebbe se mi facessi nemico Afflitto. C’è bisogno di molta diplomazia, nel mio mestiere più che in altri, signorina Solidor. Una francese ben educata come voi lo capisce, vero?

ARLETTE Non volete proprio nemmeno tentare di indurlo a ridurre le sue pretese?

M. ZANETOS Indurlo... ridurre le sue pretese... Vi esprimete in un modo! Potrei proporgli uno scambio... Potrei proporgli di cedermi il vostro debito con lui in cambio di qualcosa ch’egli mi aveva richiesto inutilmente, giorni fa. Voglio tentare, ma non vi garantisco di riuscire.

ARLETTE Ho fiducia in voi, Madame Zanetos. Sento che riuscirete.

M. ZANETOS Come pensate di sdebitarvi con me nel caso riesca a convincere il marchese Afflitto?

ARLETTE Dovete sapere che fra un mese io compio gli anni. Quel giorno divento l'erede di una grossa fortuna legatami da una mia zia. Potrò pagarvi e vi farò anche un dono che voi stessa sceglierete.

M. ZANETOS Povera Arlètte, credete che da voi si possa pretendere del denaro? Ma il denaro si trova in qualunque banca! Se rilevo il vostro debito non lo faccio per essere rimborsata, ma per sollevarvi da un peso tanto grave per voi. In breve, perché vi voglio bene e mi piace di potervelo dimostrare. Soffrireste, forse, di essermi obbligata? Vi dà repulsione questa possibilità?

ARLETTE Io non immaginavo di avervi ispirato un simile sentimento. Vi ringrazio per il vostro disinteresse.

M. ZANETOS Avrei desiderato un po’ più di calore nelle vostre parole, ma non importa. Può darsi che cambiate idea. Vado a parlare al marchese Afflitto come sapete. A più tardi, Arlètte.


SECONDA SCENA
Entra Tamara De Valmy.

TAMARA Oh, scusate. Vi disturbo?
ARLETTE No, restate. Stavo per uscire sul ponte.

TAMARA Rimanete, ve ne prego. Preferisco andarci io sul ponte. Sto sfuggendo al caldo soffocante e al fumo della sala da gioco, e anche qua non è molto più fresco... Siete la giocatrice che ha avuto per avversario il marchese Afflitto?

ARLETTE Purtroppo sono io, signora.

TAMARA Avete perso?... Molto?

ARLETTE Più di quanto potessi permettermi.

TAMARA Permettete che mi presenti.

ARLETTE Non importa, signora, io so chi siete. Tamara De Valmy, l'eccellente pittrice. Mi siete stata indicata dalla persona che mi accompagnava, la signorina Marjorie Ferry.

TAMARA Ah, la fotografa di fanciulle.

ARLETTE Vi stima molto, sapete? Aspirerebbe di tradurre in fotografia la vostra tecnica del ritratto.

TAMARA La mia non è tecnica, ma arte. La signorina Ferry forse confonde fotografia con radiografia.

ARLETTE Voglio proporla a mio padre, il Dottor Solidor, per il suo laboratorio radiologico.

TAMARA Siete la figlia del Dottor Solidor, l’illustre scienziato?

ARLETTE Proprio lui. Capite perché non dovrei trovarmi qui? La mia povera mamma ne morirebbe.

TAMARA So, infatti, che è molto devota.

ARLETTE Conduce una di quelle vite che si definiscono esemplari. E’ devota, soprattutto a mio padre e alla scienza che lui serve. Vegliando sul Dottor Solidor lei s’immagina di tenere acceso il fuoco della scienza che arde in lui. Fa anche della beneficenza di un genere particolare. La sgomenterebbe conoscere questa mia irregolarità.

TAMARA Infine, quanto dovete al marchese?

ARLETTE La mia verginità.

TAMARA Contro quale somma?
ARLETTE Che importanza può avere ormai? Egli non accetterebbe più il denaro. Non si riterrà soddisfatto che del pegno stabilito.

TAMARA Perché ve ne disperate tanto. C’è chi considererebbe un ser-vigio quello che il marchese vuole rendervi.

ARLETTE Se mi trovo a Nizza in questi giorni è perché devo essere presentata al marchese Sommi, che mi ha chiesta in moglie. Il patto di nozze prevede che io debba essergli consegnata integra. Né io ho avuto motivo di dolermene finora. Il marchese non mi dispiace come marito, e così mi sono promessa a lui di mia volontà. Vedete ora che perderei molto più che la sola verginità.

TAMARA Sentite, signorina Solidor...

ARLETTE Chiamatemi pure Arlètte, signora.

TAMARA Allora, Arlètte, vi prego di tornare nella sala da gioco e di far avvertire il marchese Afflitto che una signora desidera parlargli in questa saletta. Voglio vedere se c’è modo di fargli cambiare idea.

ARLETTE Già Madame Zanetos si è offerta di intercedere per me presso il marchese.

TAMARA In quali mani avete messo voi stessa! Comunque, io conosco il marchese da molto più tempo che la vostra Madame Zanetos. Andate.
(Arlètte esce).


TERZA SCENA

Tamara osserva da varie distanze il paesaggio inquadrato dalla cornice della finestra, fino, da ultimo, ad avvicinarvisi. Apre e chiude la veneziana alcune volte, come per procurarsi diverse apparizioni del paesaggio. Nel momento in cui la veneziana è chiusa entra il marchese Afflitto, che non vede in viso Tamara, perché lei è girata di spalle.

MARCHESE Chi è...? Suzy Sommo? (Tamara si gira) Tamara De Valmy! Siete stata voi a chiedermi di parlarmi?

TAMARA Se avessi saputo di stare usurpando il diritto di un'altra, mi sarei fatta da parte.

MARCHESE Mi avete frainteso. Sono felice di rivedervi... Vi rivedo sempre volentieri.

TAMARA II vostro cuore continua a incendiarsi... Voi siete incapace di una lunga fedeltà.

MARCHESE Se solo aveste voluto, allora. Avrebbe potuto essere per sempre. Una parola delle vostre labbra e ancora potrebbe esserlo.

TAMARA Non ho perso il mio potere su di voi? E’ questo che cercate di dirmi? Dopo tanti anni?

MARCHESE A qualsiasi vostra richiesta dico di sì prima di conoscerla.

TAMARA Chi è Suzy Sommo?

MARCHESE Una dolce colombella di quindici anni che Madame Zanetos e le sue due orribili amiche tengono in ostaggio contro i debiti di giuoco della madre della ragazza, la famosa attrice Ira P.

TAMARA Come vi è permesso d'incontrarla?

MARCHESE Mi è stato proposto uno scambio di persona: ho ceduto a Madame Zanetos i miei diritti vinti alle carte su una certa persona e in cambio mi verrà consegnata quest'altra ragazza.

TAMARA Quest’altra? E' una ragazza anche l’altra?

MARCHESE Inutile nascondervelo... E’ la figlia di Solidor, il noto scienziato.

TAMARA Lo conosco di fama. E’ lo scopritore dell'Anti-Lactèol.

MARCHESE Una speranza per tutta l'umanità, già.

TAMARA Torniamo alla piccola Suzy. Come mai vi sta tanto a cuore la sua liberazione? Siete forse l’amante di Ira P.? O sperate di diventarlo?

MARCHESE Ho qualche speranza - ve lo confesso, di riprendere la mia relazione con lei, interrotta diversi anni fa.

TAMARA E il padre di Suzy?

MARCHESE Pièrre Sommo, già. Il fondatore di "Outrance", la rivista letteraria su cui pubblica anche tutte le poesie dedicate a Madame M., la spirituale bellezza da salotto letterario. Avrei paura a trovarmi da solo con quella donna.

TAMARA Marchese, intendo proporvi un'azione degna del vostro coraggio: riprendere a Madame Zanetos i vostri diritti su Arlètte Solidor.

MARCHESE Come?!

TAMARA Lo scambio prevede che Arlètte prenda il posto di Suzy Sommo?

MARCHESE Non so. Madame Zanetos non me l’ha confidato, né la cosa mi riguardava.

TAMARA Vi dico che sarebbe così. Ebbene io vi propongo di portare via le ragazze, tutt’e due...

MARCHESE In che modo? Ci salterebbero addosso. Non avete visto le due graziose signore all’ingresso? Non le avete riconosciute? Sono due famose lottatrici di Katch.

TAMARA Spicciatevi marchese. Sì o no?

MARCHESE Sì.



QUARTA SCENA
Nanà De Herrera rivela la sua presenza. Ha ascoltato i vari colloqui che si sono svolti nella saletta da dietro la veneziana della finestra.

NANA’ No. Permettetemi di contraddirvi, signore. E voi, signora, siete troppo impulsiva. Sono Nanà De Herrera, danzatrice andalusa. Fra poco mi esibirò nella saletta riservata, qui accanto, per alcuni miei encan-tados ammiratori. Sto cercando il velo che indosserò nel mio prossimo numero. Permettete che entri a cercarlo. (Nanà entra dalla porta).

TAMARA Così ci avete spiato. Ormai vi siete rivelata, andate in fondo, diteci che intenzioni avete. Chi è veramente Madame Zanetos? Per chi lavora?

NANA’ (cercando il velo) Chi è Madame Zanetos? L'avete vista, no? Innanzitutto è una donna brutta che sa di esserlo, per di più incalzata dall'età. La sua occupazione preferita è mettere in qualche modo le mani su giovani bellezze in sviluppo. E’ continuamente tentata di... interferire nella loro crescita.

MARCHESE Ma allora la piccola Suzy è in pericolo!

NANA’ No. La Zanetos è solo tentata di sfregiarne qualcuna. Ma l’attuale carico è troppo prezioso perché ella possa prendersi la più piccola libertà. E’ merce non rimpiazzabile.

TAMARA Quante ragazze sono “ospiti” di Ulpol in questo momento?

NANA’ Nove in tutto, presto dodici, il numero perfetto. Ah, eccolo! (Ha trovato il velo sotto un cuscino.) E’ in corso un’importante trattativa per l’acquisizione di Kizétte Kuffner, una bellezza mozzafiato di dodici anni, così si dice.

TAMARA La figlia di mio marito, Baron Kuffner! (Ad Afflitto) Io non ne sapevo niente. (A Nanà De Herrera) Voi avete una qualche parte in questa operazione? Che scopo si persegue in tutto ciò?

NANA’ Io sono la loro maestra di canto e movimento. Lo scopo è addestrare un manipolo di giovani donne a diventare “perfetti oggetti” del desiderio tirannico, un disegno di portata mondiale. Divertente, no?

MARCHESE Vi diverte anche l’attuale situazione? Dunque, voi non condividete le nostre preoccupazioni sulla sorte delle fanciulle prigioniere su questa nave?

NANA’ Prigioniere?! Non direi. Non sono trattenute contro la loro volontà, né con la forza, né senza il consenso dei loro parenti. La bella Rafaela, per esempio, è felicissima, perché ha trovato qui il suo letto più anatomico. Così Fiammetta, la trasognata suonatrice di sax o la graziosa modella, e la contadinotta bretone che è sfuggita a un destino di servitù di una dispotica Duchessa de la Salle, nel suo lugubre maniero normanno. Tutte trascorrono il loro tempo all’insegna di “Lusso, calma e voluttà”. Quale altro destino è più desiderabile di questo per una donna?... Comunque, io vi accordo il mio appoggio incondizionato per amore delle novità. Sconsiglio l’uso della forza, l’unica chance è agire d’astuzia, possibilmente dall’interno. (A Tamara) So che Madame Zanetos intende offrirvi d’ insegnare alle ragazze. Quale migliore occasione?

TAMARA Mai, non mi presterò neanche per una simulazione.

NANA’ Riflettete, avreste la possibilità di interferire nel progetto. Eccola che si dirige da questa parte (vede Madame Zanetos dalla porta della sala da gioco). Io mi defilo, e consiglio che anche voi facciate lo stesso, marchese. (Nanà e il marchese escono).


QUINTA SCENA

M. ZANETOS Finalmente ho l’onore di avervi mia ospite, Tamara De Valmy. Posso sperare di avervi presto anche come maestra di plastica delle mie giovani allieve?

TAMARA Allieve di cosa? Mi chiedo, infatti, cosa potete insegnargli su un piroscafo che è una casa da gioco mobile.

M. ZANETOS Se mi sono state affidate è per realizzare una piccola parte di un vasto progetto destinato a coinvolgere il teatro mondiale. A noi non è dato conoscerne scopi e conseguenze, ma solo la piccola parte che ci è stata affidata, commisurata alla nostra forza e alla nostra intelligenza.

TAMARA E a voi basta per aderire a qualcosa di ignoto e di vago una conoscenza così insufficiente?

M. ZANETOS Anche voi - se non sbaglio - come molti altri del resto, aderite senza troppi scrupoli a qualcosa di altrettanto, se non più vago e ignoto, la vita. E’ la vita, signora, che ci coinvolge tutti. Alcuni, lo riconosco, più di altri.

TAMARA Non è una ragione sufficiente a giustificare la mancanza di ogni senso morale, Zanetos.

M. ZANETOS Lo riconosco. Ma non intendo rendere conto a nessuno della cosa.

TAMARA Né io intendo assumermi nessun obbligo nei vostri confronti, perché non voglio dovervi alcun riguardo.

M. ZANETOS Mentre l’Europa e l’intero pianeta in ogni sua nazione sono affascinati dall’immagine di un dittatore, la morale privata deve cedere il posto all’azione politica. Io possiedo la volontà necessaria a dirigere e coordinare un'azione pedagogica, ma non ho particolari saperi da insegnare alle giovani affidate alla mia custodia. Voi possedete perfettamente una branca della seduzione, quella dello “stare immobili”...
Si deduce dai vostri nudi, che figurano incalzati fino alla capitolazione del ritegno, veri e propri oggetti di commedie inedite del pudore. Mi riferisco al vostro serraglio di “adorabili imbecilli”.

TAMARA Se sperate di offendermi! Sappiate che il risultato che io mi propongo è sempre e soltanto formale. Voi, invece, mirate a fare delle vostre allieve un serraglio di imbecilli e basta, senza aggettivi.

M. ZANETOS Eppure, se guardate di là, nella sala da gioco, vedrete diverse persone che la pensano come me. Una, poi, voi credete di conoscerla bene in quello che pensa.

TAMARA (guarda dallo spiraglio della porta) Raoul?!

M. ZANETOS Già, Baron Kuffner è il più partecipe dei miei sostenitori. Non lo sapevate?

TAMARA Vi giuro di no. Mi ha dato appuntamento qui per stasera, ma non ne conosco ancora il motivo.

M. ZANETOS II principale finanziatore. Stasera mi ha portato un pegno tangibile della sua adesione sviscerata al progetto. La figlia natagli da un precedente matrimonio, Kizétte. Ne sono estasiata.

TAMARA Quanto io ne sono disgustata… .Deve essere diventato pazzo, non lo vedo da stamattina. Ma dopo che gli avrò parlato, non contate più di mettere le vostre sporche mani sulla mia figliastra. Anzi, mettetevi fin d’ora l’animo in pace e cominciate a fare i bagagli. Presto dovrete chiudere bottega, se non con le buone ci penserà la polizia francese.

M. ZANETOS Di cosa sono accusata? Per ognuna di queste ragazze ho una lettera dei genitori che me le affidano per un periodo, perché me ne prenda cura. E’ un reato ospitare delle ragazze di buona famiglia dietro richiesta delle medesime?

TAMARA Quando si è mai visto che delle ragazze di buona famiglia vadano ospiti in una bisca, affidate alle cure della biscazziera della medesima? Sono tutte qui per imparare la stimata professione di croupières?

M. ZANETOS State trascendendo! E’ meglio che ne parliate con vostro marito. Vi riduca lui alla ragione! (Esce).


SESTA SCENA
Tamara corre alla porta opposta. Non fa in tempo ad arrivarci che entrano da quella parte Nanà De Herrera, che ha appena terminato il suo numero, e Pièrre Sommo.

NANA’ (ridendo) Pièrre, voi mi lusingate! Io sono solo una danzatrice, non una delle donne intellettuali che frequentate di solito.

PIERRE (si è come "ricomposto" vedendo Tamara) Voi risplendete, Nanà, perché nella vostra danza bruciano le ragioni delle tenebre. Voi dovreste sempre danzare solo per me, magari.

NANA’ Ma ora soli non siamo (giravolta e inchino) e una baronessa vi voglio presentare. La moglie di un vostro amico: la baronessa Tamara Kuffner.

PIERRE Signora, perdonatemi, conosco la vostra fama d'artista ma la vostra persona mi era ignota fino a questo momento, magico e inatteso.

TAMARA Grazie. Con chi ho l’onore?

NANA’ E' il marito della famosa attrice, Ira P. Il poeta Pièrre Sommo.

PIERRE (a Tamara) La vostra bellezza siderale insidia il primato della Garbo.

NANA’ Già conteso da una vostra conoscente non estemporanea, Pièrre. Ve la ricordate? La contessa Greffulhe.

PIERRE Quella deve tutto al suo couturier, Paquin, e al suo Figaro personale, che non so chi è.

NANA’ Lo tiene gelosamente segreto, top secret.

TAMARA Non lo nascondo, anch'io adoro l'aroma di ogni numero dei profumi Chanel.

NANA’ Un'elisione non fa per forza una mezza cocotte. Madame Cocò, per esempio, è una gran signora.

PIERRE Io non sono snob, ma trovo che certe cose dovrebbero essere come le nevi di St. Moritz, esclusive. Lei non crede, baronessa?

TAMARA Io sono esclusiva solo al volante della mia torpedo. Per il resto mi piace “confondermi”. Basterebbe vedere quello che dipingo. L’antropomorfismo è una mania per me, più che un vero tormento.

NANA’ Membra espanse. Pose statuarie.

PIERRE Immobilità e amplificazione corporea. Affinità e identificazione. L'artista e il modello si confondono.

Entra Arlètte, dando le spalle agli altri personaggi, da destra.
ARLETTE Mi hanno dimenticata... Ma la mia giovinezza è un amo a cui tutti abboccheranno. (Scorge il marchese fuori scena) Voi!... Non mi avrete mai! (Gli va incontro, quasi addosso sulla porta) Voi esigete proprio quella cosa? E’ abominevole! A quest’ora dovrebbero avervi convinto che la vostra pretesa è assurda e ridicola. Io devo, io voglio sposare il marchese Sommi.

MARCHESE Un caro amico. Complimenti e auguri. Spero che mi inviterete alle nozze. (Rivolgendosi a Tamara) Signora, rassicurate la vostra protetta.

TAMARA Rassicuratevi, Arlètte. Da lui non avete niente da temere.

MARCHESE Grazie della stima.

PIERRE (frapponendosi fra Tamara e Arlètte) Chi è, lei?

Ha inizio una “scena a parte”, contrappuntata da battute “a parte”.
PIERRE Bene. Bene. Costei mi dà la frenesia.

ARLETTE Costui è odioso. Un altro che si fa delle idee.

PIERRE Non lo nego, questa donna mi fa sentire dei muscoli così... e le spalle mi si squadrano (gonfia i muscoli).

ARLETTE Vediamo di tenerlo un po’ sulla corda e poi di mortificarlo - tanto per tenersi in esercizio.

PIERRE E’ vero, quella forza, quando tutto sembra possibile, viene dall'amore. (Ad alta voce, rivolgendosi ad Arlètte, ma anche gli altri sono “ammessi”). Il compimento dell'uomo colto, raffinato, e tuttavia torrenziale e gioioso, quale io sono, quali noi siamo... Bisogna fare della propria vita un incanto.

ARLETTE Senti! Dovrebbe accadermi qualcosa di eccezionale, di definitivo. Una vita che non è illuminata a un certo punto da qualcosa di estremo rimane una vita monca, mancante per sempre: un errore.

PIERRE Bisogna essere insolenti, sfidare il mondo, dirgli di sì... Ora - dico io - che cosa impedisce a chiunque e a te, in questo caso, di eseguire gli ordini che dò loro? Niente. Neppure il libero arbitrio o la cosiddetta libertà personale.

ARLETTE Neppure il gusto, che qualcuno ha definito sacro!?...

PIERRE Niente, ti dico. Arrendersi è così facile, e anche così vantaggioso. Ci si guadagna sempre, ed è praticamente impossibile che l’altro - che ha ordinato - possa trovare qualcosa da ridire sulla tua obbedienza. Insomma, il conflitto è poi così interessante? Il servaggio felice...

ARLETTE Ordina e obbedirò.

NANA’ (si avvicina ai due, interrompendo il “dialogo d'amore”) E’ una così bella notte!

Entra il Dottor Solidor.
D. SOLIDOR Signori, Madame Zanetos, mi ha incaricato di comunicarvi che per una disattenzione dell’equi-paggio abbiamo rotto gli ormeggi e da più di un’ora stiamo navigando in alto mare. Inoltre, c’è un'ulteriore complicazione: la radio ha annunciato che presto si scatenerà uno di quei nubifragi estivi che può crearci dei seri problemi. Ma non è il caso di farsi prendere dal panico. (Scorge Arlètte, e non credendo ai propri occhi rimane muto).

L'annuncio del Dottor Solidor è accolto con muta costernazione dai presenti. Il silenzio, che comincia a farsi pesante è interrotto da un’esclamazione di Nanà De Herrera.
NANA’ E’ il naufragio! (Ride come ubriaca) Come farò?... Sono appena uscita da un abbordaggio di pirati. Sono tutto ciò che resta della nave e dell’equipaggio.

Si scatena il temporale.
D. SOLIDOR (urla ad Arlètte) Cosa ci fai qui?
A
RLETTE (tossisce fino a schiantarsi) Ah!... Che male al petto!... Tutta quest’acqua non mi fa bene!... Mi farà ammalare!... E poi, tutta la carne mi si cuoce a forza di stare a bagno... Giusto Dio!... L'acqua sale? (Gorgoglia) Ma, che forse volete vedermi con gli occhioni spalancati in una bolla d'acqua, con le gote gonfie come un palloncino? (Barcolla e taglia l'aria con le braccia. Sviene).

NANA’ Zitti! Silenzio!... Ascoltate!... Sentite anche voi questo profumo? Viene dalle finestre aperte, dalla vastità del mare. Dolce, sottile, e mette fame!...

Il temporale scema.
ARLETTE (messa a sedere da Pièrre e Solidor, con un gioco scenico di intralcio e vicendevoli tentativi di esclusione) Si mangia? Si mangia? Si mangia?

PIERRE (in ginocchio, ma sorretto da uno slancio fortissimo, irrisolto verso l’alto) Dimmi che m’ami!... Dimmi che non ci sono che io nel tuo masticare i nomi delle cose!... Ascoltami. Ti voglio al di là di me stesso, fino a non essermi più comprensibile... Ora, nella supplica, piegato come un cane di fucile... Alle tue ginocchia, come un innamorato, io che non ho amato mai.

ARLETTE Parlami, dimmi che m’ami... Io amo, amo, amo... (come un verso).

SOLIDOR Questa, mia figlia?!... Un’altra... non è la stessa... Non la riconosco. (A Pièrre) Voi, Pièrre Sommo, mi dovete una spiegazione a quattr’occhi.

PIERRE Non rifiuto di darvi soddisfazione. Dottor Solidor. (Escono).


SETTIMA SCENA
Nanà si avvicina agli altri con fare cospiratore. I quattro personaggi fanno capannello.

NANA’ Vi garantisco che non è un caso se la nave ha rotto gli ormeggi. (A Tamara) La vostra minaccia di consegnarla nelle mani della polizia francese deve aver spaventato a morte Madame Zanetos, che ha pensato bene di allontanare il pericolo frapponendogli quanta più acqua in mezzo.

MARCHESE Avete scoperto le intenzioni del “Triumvirato segreto”?


NANA’ Come avevo previsto, Pièrre Sommo era il lato più fragile della coalizione dei padri.

TAMARA Madame Zanetos crede a un intrigo di alta politica. Pensa di stare allevando le piccole tiranne dei grandi tiranni.

NANA’ Mentre, in realtà, il progetto è il frutto di una scommessa tra un intellettuale, Pièrre Sommo appunto, uno scienziato, il Dottor Solidor (Arlètte esclama “Mio padre!”), e un aristocratico, che è il finanziatore dell'impresa...

TAMARA Mio marito, lo so già.

NANA’ Mi dispiace per lei, Arlètte, ma l’idea che su indicazione di suo padre questi tre signori vogliono attuare è, più precisamente, la riduzione alla carnalità delle ragazze, non escluse le proprie figlie e quelle dei loro amici che si sono lasciati convincere. La soppressione, ma forse solo l’occultamento, delle facoltà intellettuali delle ragazze e la loro conseguente vacuità spirituale dovrà essere compensata da una salute fisica in sviluppo, prorompente.

MARCHESE Un’idea simile poteva nascere solo nella mente perversa di uno scienziato.

TAMARA O di un porco. Perché, temo che la verità sia ancora più povera di significato. Sospetto che ci troviamo di fronte al progetto più bassamente libidinoso di uno di questi signori che sta gabbando la buona-fede degli altri due. Propenderei per Solidor, Arlètte, non ve lo nascondo. Ma escludo che si tratti di mio marito, e non mi è parso che Pièrre Sommo, così poetico...

ARLETTE Lo escluderei anch’io, Pièrre.

MARCHESE Quindi, tradotta in concreto, l’Idea ha portato alla creazione di un Internato per ragazze, garantite sotto il profilo erotico dai rispettivi padri. Il padre che si fa il garante erotico della propria figlia e la mette a disposizione dei propri amici, socialmente equipollenti, in cambio di analoghe garanzie. Divertente!

NANA’ E, per meglio dissimulare il pasticcio, si trova la copertura di un’altra attività equivoca, come è una casa da gioco. Questa stratificazione di attività sospette giova in vista di un’indagine.

TAMARA E’ previsto che un’investigazione si accontenterebbe dell’illecito di superficie e non lancerebbe lo scandaglio più a fondo.



SCENA OTTAVA
Entra Marjorie Ferry.

M. FERRY Sto cercando il Dottor Solidor. Qualcuno l’ha visto? (Vede Arlètte) Oh, Arlètte! Spero che tuo padre non ti abbia ancora visto. Lo sto cercando proprio per spiegargli la tua presenza qui stasera, con me.

ARLETTE Mi ha già visto, Marjorie. E dovrà essere lui a spiegare a me e a questi signori le ragioni della sua presenza in questo posto. Permetti che ti presenti i miei amici, Marjorie Ferry, il marchese Afflitto, Nanà De Herrera, l’allegoria più elettrizzante della licenziosità spagnola, e Tamara De Valmy,

M. FERRY Desideravo conoscerla di persona da molto tempo.

TAMARA Ebbene, il verdetto? Assoluzione o... condanna?

M. FERRY Io ammiro senza riserve i vostri dipinti eseguiti col coltello.

TAMARA La vostra predilezione è rivolta in special modo allo strumento dell'esecuzione, piuttosto che alla tecnica in se stessa?

M. FERRY Non capisco...

TAMARA Ostilità d'artista non si spiega... Istinto!

M. FERRY Di sicuro il carattere vi si è corrotto per la vicinanza con Baron Kuffner, un uomo dai gusti semplici - mi è parso. Ho assistito senza volere alla consegna della figlia a Madame Zanetos. Si preoccupava soprattutto di pattuire ogni singola prestazione futura della giovane bellezza, contro analoghe prestazioni delle altre garantite. Vostro marito è un erotomane, signora, non capisco come lo sopportiate al vostro fianco.

TAMARA Avrei giurato che non lo capireste.

M. FERRY Non capisco come una donna spirituale - degna di un culto! - possa sopportare di essere accomunata anche solo nello spazio di un pettegolezzo verbale o fotografico a un uomo che fa parlare di sé solo perché ha catturato un alce nel Wyoming, e i giornali lo degnano di attenzione, per aver ucciso un numero non precisato di cervi e orsi nell’East Coast. E’ la vostra parentesi mondana? Non è necessario che rispondiate. Non ve ne rimprovero. (A tutti) Ma continuate pure la vostra mormorazione, volevo dire conversazione. Io continuo la mia ricerca. Tu, Arlètte, vieni con me?

ARLETTE No, resto.

Marjorie Ferry esce .
MARCHESE Che femmina impossibile! Una liquida voluptas congelata.

NANA’ Già, proprio una “figa di ghiaccio”, avete ragione, marchese.

TAMARA Vorrebbe incarnare il distacco olimpico, ma non le riesce.

ARLETTE Oh, Marjorie è malata di “eterno femminino”.

NANA’ Una nuova malattia tropicale? Non l’avevo mai sentita prima. Ma le cola da tutti i buchi, si vede. Di recente ho sentito parlare anche della “prosopopea”.

TAMARA Anche quella l’avvolge in una nuvoletta.

NANA’ Maleodorante come borotalco. Purché non sia contagiosa!

MARCHESE Ma no. Ci si nasce con quel genere di malattie. (A Nanà) Tieni, bevi. Beviamo, ragazze! A furia di pensare mi si è asciugato il cervello. Bevi, mia licenziosa allegoria!

NANA’ (bevendo) Che ne dice, signor mio? Non è una farsaccia quella che ci danno le tenebre estive? Dopo la tempesta, la quiete più deprimente. Mi piacevano i movimenti ventrali del cielo, mi rassicuravano sulla bonarietà del firmamento. Ma questa bonaccia sento che cova. Nella bonaccia merdaccia ci cova. Cococococcodè!

Entra Madame Zanetos.
M. ZANETOS Una saltimbanca dovrebbe sapersi trattenere... L’uovo si dovrebbe fare sempre fuori scena.

NANA’ (a denti stretti) Fetida poubelle!

TAMARA Ragazze, salutate Madame Zanetos, la maitresse del Bordello Ulpol. Oddio!, sta per prendermi un incontenibile attacco d’ilarità. Costei crede ancora di essere l'artefice del destino dell’intera umanità, non sa di essere la prima burattina su un palcoscenico-piroscafo… Forse, neanche lei conosce chi è il vero, l’unico burattinaio.

Entra Baron Kuffner.
TAMARA Raoul! Tu mi devi spiegare! Questa donna, cosa…?

B. KUFFNER Sì, sì... so che tu sai... Vieni, parliamone...
Essi si appartano, tutti gli altri personaggi escono, per ultima Madame Zanetos.


NONA SCENA

TAMARA Raoul!

B. KUFFNER E’ un fatto gravissimo. Si tratta della vita di Kizétte e della nostra. E’ il solo modo che abbiamo per rimanere in vita.

TAMARA Un ricatto!

B. KUFFNER Peggio. Una calamità... L’epidemia di Lactèol tanto temuta. Si è già scatenata. L'unica salvezza, il vaccino dell’Anti-Lactèol del Dottor Solidor, non è possibile, come si era creduto finora, ottenerne grandi quantità mediante la sintesi chimica, che si è rivelata impossibile. Esiste solo il prototipo, quello estratto dalla ghiandola ipofisaria dell’ultimo dinosauro misteriosamente sopravvissuto fino ai giorni nostri. Esiste, ma in quantità minime. Puoi immaginare che non abbia prezzo. Per assicurarmene le dosi necessarie ho dovuto sottostare alle loro condizioni, oltre a sborsare una somma considerevole.

TAMARA (insinuante) C’è una donna, una certa Marjorie Ferry, che asserisce di averti sentito pattuire le prestazioni future di Kizétte e garantirtene di corrispettive.

B. KUFFNER Quella è una donna ambigua e spavalda, non si può prestarle fede. E’ vero che mi sono informato su quello che hai detto, non potevo disinteressarmene per ovvie ragioni di prudenza.

TAMARA Mi pareva che non potevi esserti trasformato in volgare satiro dall’ultima volta che ci siamo visti, appena stamattina. Ancora a colazione mi sembravi il Raoul di sempre, il mio Raoul adorato!

B. KUFFNER Per la mano che hai omesso di dipingere nel ritratto del tuo precedente marito! Ti giuro che sono sempre io, il Raoul di stamattina, il Raoul che ti adora!... Ma gli avvenimenti sono precipitati. Quando ti ho telefonato nel pomeriggio, dandoti appuntamento per stasera su Ulpol, mi avevano appena comunicato che ci sarebbe stata una tempesta magnetica al primo temporale, che avrebbe trasmesso il virus del Lactèol universalmente... Il virus ora è nell’aria e tutte le donne lo respirano, trasformandosi in trappole mortali per gli uomini che avranno rapporti con esse. La riunione per l’assunzione dell’Anti-Lactèol è fissata fra un’ora. Prima verranno sbarcati gli ospiti che si trovano su Ulpol per caso. Il tuo conoscente, il marchese - per esempio, non avendo una figlia giovane e graziosa non ha il diritto di rimanere qui. E’ e rimarrà fuori del giro e dai benefici dell’Anti-Lactèol. Su Ulpol si può rimanere solo per diritto di paternità di una figlia unica. Non tutte le madri delle ragazze sono state condotte con sé dai loro mariti. Tu sei fortunata, mia cara, perché sei una moglie amata, adorata, ma la povera madame Solidor è rimasta fuori. Credo di sapere a chi deve questa cortesia. Una signora così dolce e devota al marito, spiazzata da una donna implacabile e impassibile.

TAMARA Povera Arlètte! Ma, allora, il marchese verrà sbarcato, ributtato fuori, fra le donne contaminate... Lui che delle donne non ha mai potuto fare a meno!

B. KUFFNER II lunare marchese dovrà cercare le sue donne altrove, magari sul nostro unico satellite. A meno che una donna pietosa di Ulpol non s’innamori di lui. Ma dipenderebbe totalmente da questa donna, che - quando se ne stancasse - potrebbe decidere di farlo allontanare. Per un uomo solo è troppo! E’ una condizione che accetterebbe a stento una donna.

TAMARA Chi hanno condotto con sé Pièrre Sommo e il Dottor Solidor?

B. KUFFNER Madame M. il primo e Marjorie Ferry il secondo.

TAMARA Eccola, la burattinaia! E il povero marchese, ancora innamorato di Ira P., non avrà neppure la consolazione di sapere viva la donna che ama.

B. KUFFNER Una ben magra consolazione. Le donne che entrassero a far parte di Ulpol senza essere protette dall’amore esclusivo dell’uomo che ve le ha condotte, sarebbero donne pubbliche. E’ il destino di Nanà De Herrera, della Bella Rafaela, Fiammetta e tante altre.

TAMARA Chi ha selezionato tutte queste ragazze?

B. KUFFNER Apparentemente Madame Zanetos su incarico del Dottor Solidor. In realtà se ne è occupata personalmente Marjorie Ferry, e io non conosco i criteri delle sue scelte.

TAMARA I suoi gusti! E’ fotografa, ma chissà cos’altro. Avrà creduto di scegliere le modelle per una serie di ritratti.

B. KUFFNER Ti sconcerterà, ma ha ritrovato le modelle della tua serie di ritratti eseguiti col coltello. Le ha riunite come in una galleria vivente. Anche le stanze che le ospitano sono state ricreate sulla base degli sfondi dei ritratti. Qualche eccezione, come la suonatrice di sax. So che teneva molto a fare la tua conoscenza.

TAMARA Già servita, e credo che le sia passata la voglia. Ma, dimmi, questa società separata, dovrà accontentarsi di se stessa?

B. KUFFNER Gli uomini dovranno limitarsi alle donne di Ulpol, per le quali sono complementarmente vaccinati, per lo stesso principio della pila, dei poli positivo e negativo. Nella pila il risultato è l’energia, fra uomo e donna di Ulpol il risultato è o il piacere o la procreazione. Le donne di Ulpol, viceversa, sono immunizzate assolutamente, per cui possono senza correre rischi andare con gli uomini che soprav-viveranno, cioè con quelli che si asterranno dall'andare con le donne contaminate. Saranno pochi: i non innamorati, i non viziosi, i politici potenti, i managers e pochi altri. Ma anche costoro, qualora si congiungessero con le donne di Ulpol senza il loro complemento di vaccino, morirebbero in poco tempo. Il diritto al vaccino lo deciderà di volta in volta il Triumvirato. Fra questi signori c’è anche il futuro marito di Kizétte, che potrà contrarre matrimonio dopo aver prestato il suo corpo, come ogni altra ragazza, per il piacere fino al ventesimo anno di età.

TAMARA Sono notizie che annientano ogni capacità di commento. Preferisco tacere. Mi rendo conto della mostruosità della situazione, e se devo essere sincera, trovo che non è tutto chiaro. Si era creduto fino all’ultimo - e il Dottor Solidor aveva alimentato questa speranza, che fosse possibile la sintesi chimica del vaccino. Questa ritrattazione dell’ultimo momento non mi convince. Non vorrei che si trattasse di una truffa o che il Dottor Solidor fosse vittima di un ricatto. Ha rischiato di mettere anche sua figlia in pericolo di un’eterna infelicità. Arlètte si è innamorata di Pierre Sommo a prima vista ed è corrisposta. Se si fosse innamorata del marchese?

B. KUFFNER Avrebbe dovuto separarsi da lui, immagino.

TAMARA Ha corso un bel rischio. E dire che avrebbe sposato volentieri il marchese Sommi. Ma suo padre non ha pensato di invitarlo. Strano. Mi dispiace solo per il marchese. Non potremmo aiutarlo?

B. KUFFNER L’unico modo sarebbe che tu lo dichiarassi pubblicamente tuo amante, e io consentissi che vi frequentaste, ma mi metteresti in una posizione insolita.

TAMARA Se per te non avesse conseguenze vitali, ti chiederei di permettermelo. Vorrei salvare un amico. Voglio informarlo. (Escono).


DECIMA SCENA
Nella cornice della finestra si svolge la scena di classicità palladiana da cartolina o spot pubblicitario fra i due innamorati, Pierre e Arlètte.

ARLETTE Mi sembra tutto così sciatto, Pierre...

PIERRE II fatto è che non coincide mai niente. Il sogno, e la vita...(Arlètte sbadiglia) Arlètte, mi sembri un peso morto. Non te ne accorgi?

ARLETTE Pièrre, perché è tutto così sciatto?

PIERRE Siamo ridotti all’osso... La nostra unica forza è che noi non saremo mai ironici.

ARLETTE Questa è una grande verità... C’è fresco qui. Mi farà ammalare.

PIERRE Già, ti farai ammalare!... Arlètte, visione ma non visionaria, è notte, c’è la luna, siamo soli e il romanticismo scola dai muri...

ARLETTE No, no... dalle paratie. E poi questa roba è troppo palladiana... Come si fa?

PIERRE Bisogna sentirsi “in tema”. Tu pensi: ci sono io, i libri, gli oggetti, i volti dipinti dai miei maestri, le parole per dirlo e una scenografia adatta... Dunque? Eccomi del tutto dentro allo spirito dell’immagine!

ARLETTE Parli come un santo, carino. Ma guardami bene: vuoi che con una faccia così, io...?

PIERRE Tu sei perfetta. Hai la faccia che io attribuisco alle donne signorili del mio mondo...

ARLETTE Io sono un animale domestico. Forse hai sbagliato genere letterario?

PIERRE Mah!... Potrebbe essere la commedia sofisticata?
Nella saletta entrano Marjorie Ferry e il Dottor Solidor. Pièrre e Arlètte si nascondono.


UNDICESIMA SCENA

M. FERRY Sei felice? Io sì, e lo devo a te. Tu hai dato un senso superiore alla mia vita. In confronto la devozione della tua pallida moglie si affloscia come una camera d’aria sgonfia, come il manierismo della devozione. Con me tu scopri la dimensione dell’insolito.

D. SOLIDOR Ti sono grato e - lo dico piangendo - soggiogato per la vita. E’ tragico perché era inevitabile che io finissi il fantoccio di una donna. Fin dai primi anni dell’adolescenza mostravo i segni di una pericolosa tendenza a essere succube delle serve più false di casa. Le cose e gli esseri più perniciosi mi hanno sempre attirato misteriosamente. L’errore è stato che io decidessi di occuparmi di scienza pur conoscendomi. Tu sei solo l’incarnazione più potente di questa mia debolezza.

M. FERRY Sei felice per questo, no?

D. SOLIDOR Sì, soprattutto perché so che non mi ami, perché...

M. FERRY Perché...?

D. SOLIDOR Oh, Marjorie, non farmi bestemmiare, non farmi aggiungere bestemmia a bestemmia, vergogna a vergogna. Io conosco le tue tendenze...

M. FERRY Tu, se mi darai ascolto, farai dimenticare che sia mai esistito Dio. Tu, il nuovo creatore di una nuova umanità. Noi distruggeremo perfino il ricordo dell’antica. Pièrre Sommo ci è necessario, perché sarà lui l’estensore della tua creazione dalla vita alla letteratura. Il cantore di questa nuova creazione. Metteremo in giro la voce che è diventato cieco e lo convinceremo a portare gli occhiali scuri. E’ più archetipico. L'archetipo va usato, come insegnano i pubblicitari.

D. SOLIDOR Tu farnetichi. Pièrre non è ancora informato, ma sarà il primo a essere sbarcato. Ha perso il requisito che lo rendeva dei nostri. Ormai tutte le ragazze sanno che non è il vero padre di Suzy. Il diritto passa automaticamente al marchese Afflitto. L’unica legge non può essere contraddetta, a costo dell’ordine e della credibilità. Ho già dato disposizione che Pierre e Madame M. vengano sbarcati. E, poiché il marchese ne è ancora innamorato, ho fatto prelevare Ira P. dal teatro nel bel mezzo dell’invocazione di Lady MacBeth agli spiriti della morte.

M. FERRY (cita) “Venite, o voi spiriti che vegliate sui pensieri di morte, in quest’istante medesimo snaturate in me il sesso, e colmatemi tutta, da capo a piedi, della più atroce crudeltà. Ispessite il mio sangue, occludete ogni accesso ed ogni via alla pietà, affinché nessuna contrita visita dei sentimenti naturali scuota il mio feroce disegno o stabilisca una tregua fra lui e l'esecuzione.” E ora, dimmi, vuoi che lo faccia io, o vuoi farlo tu?

D. SOLIDOR (come in trance) Io, lo faccio io. (Estrae un fascio di fogli e li fa a pezzi. Li lancia dalla finestra). Addio, scienza di vita, ultima possibilità di un’esistenza consueta. Benvenuta ignoranza più che colpevole... Mortale! Resta solo la nostalgia.

M. FERRY Re del mondo! Inizia il tempo del nostro regno comune. Noi conosciamo quello che è stato e quello che sarà. Il nostro potere è immenso se commisurato alla nostra conoscenza.

D. SOLIDOR Che nessuno lo sappia, a rischio della vita!

Entra Madame Zanetos.
M. ZANETOS Io! Io mando avanti la baracca. L’economia che regge questo posto l’ho inventata io, no?

D. SOLIDOR (sorride trasfigurato). L’economia… l’economia! Ma se si regge sull’imponderabile!

M. ZANETOS Le ragazze, però, non sono tranquille. Si agitano... Vogliono uscire dalle cabine.

D. SOLIDOR Gli parlerò io.

M. ZANETOS Ho disposto di riunirle nella sala qui fuori, pronte per entrare all’appello della cerimonia.

D. SOLIDOR Bene. Ormai manca poco. Disponete gli strumenti che occorrono. (Esce)

M. FERRY Allora, avete istruito le vostre amiche?

M. ZANETOS Siete decisa?

M. FERRY Voi no? E’ un uomo pericoloso. Se gli lasciamo il margine per un cedimento, la nostra vita non varrà un centesimo. La distruzione della formula del vaccino non ci garantisce che non possa ricostruirla.

M. ZANETOS Ci vorrebbe troppo tempo e gli effetti del Lactèol sono fulminanti. La radio ha trasmesso che si stanno verificando decessi in ogni parte del mondo.

M. FERRY Collegato con un cervello elettronico, Solidor potrebbe ricostruirla in poche ore,

M. ZANETOS Ma occorrerebbero molti giorni per metterlo in produzione.

M. FERRY Basterebbe la speranza a mantenerli in vita. E allora addio alla nostra supremazia. Voi non avreste più niente da amministrare, nessuno verrebbe più a implorarvi di farlo accedere al tesoro che custodite. Non potreste più vantarvi di avere inventato l'economia incarnata dai fiori rari di questa serra. Dirò di più: i padri a cosa ci servono? Voi sapete che farvene? Gli uomini su Ulpol sono superflui. Io sono forse un uomo? Come sono felice di non esserlo! Voi no? (Ride) Ah, ah! E chi muore più, adesso?

M. ZANETOS Sacrifichereste anche Pierre?

M. FERRY Mi ha deluso. E’ caduto miseramente ai piedi di quella pupattola di Arlètte. Per questo ho rivelato alle ragazze che non è lui, ma il marchese Afflitto, il vero padre di Suzy. Io l’ho sempre saputo. Sono la confi-dente di Ira P.

M. ZANETOS E l’irriducibile Tamara De Valmy? Vi siete sbagliata anche sul suo conto.

M. FERRY E’ stato inutile ritrovare le modelle dei suoi dipinti più ispirati. Non l’ha apprezzato, mostrando così di non avere nessuna particolare sensibilità, non solo una simile alla mia. Per lei, la perdita dei suoi amici uomini sarà la punizione meritata, per avere sdegnosamente rifiutato la mia offerta di amicizia.

M. ZANETOS Mi sembra assai ben pensato. Venite a parlare voi stessa alle mie amiche. (Escono).


DODICESIMA SCENA
Nella cornice della finestra riappaiono Arlette e Pierre.

ARLETTE Padre disgustoso. Ti sei rivelato alla fine!

PIERRE Ma ora è in pericolo. Dobbiamo metterlo in guardia.

ARLETTE Non devono trovarti, ma nel peggiore dei casi io ti seguirò. Il nostro è diventato all’improvviso un amore impossibile. E’ eccitante! Soprattutto perché sarà a lieto fine, vero?

PIERRE Abbiamo l’asso nella manica perché lo diventi.

ARLETTE E’ troppo tardi per cercare di avvertire mio padre, prima dell’inizio della cerimonia. Eccoli che arrivano! Stanno per entrare nella sala accanto a questa. Davanti a tutti c’è la piccola Suzy Sommo, che regge un vaso.

PIERRE Contiene il vaccino dell’Anti-Lactèol.

ARLETTE Stanno aprendo la porta. Abbassiamoci!

La porta è tenuta aperta da Madame Zanetos. Entra Suzy Sommo col vaso, seguita da Nanà De Herrera danzante. Mentre Suzy fa un cerimoniale giro della scena, entrano nell’ordine: Baron Kuffner e Tamara De Valmy, il marchese, il Dottor Solidor e Marjorie Ferry.

M. ZANETOS (sussurra al Dottor Solidor) Arlètte e Pierre non si trovano.

D. SOLIDOR (a denti stretti) Trovateli!

M. ZANETOS (bisbiglia a Marjorie Ferry) Il segnale convenuto è “Maledetta peste!”

M. FERRY (assentisce).

SUZY SOMMO (si ferma davanti al Dottor Solidor e s’inchina)

D. SOLIDOR Sei stata prescelta fra tutte le altre ragazze per questo compito delicato. Sei cosciente dell’onore che ti è toccato?

SUZY Signore, vorrei che fosse mio padre, il marchese Afflitto, a ringraziarvi per me.

D. SOLIDOR Vale a dire al tuo posto. Devo ritenere che sotto un’espressione di apparente rispetto filiale tu tenti di celare maliziosamente un’insolenza?

SUZY Ritenete quello che vi pare, signore.

D. SOLIDOR II vostro pensiero, signorina?

SUZY II mio destino, signore?

D. SOLIDOR Lo stesso di tutte le altre, compresa mia figlia.

SUZY Affermazione che non dimostra che vogliate il nostro bene non più che quello di vostra figlia. Si sono visti troppi casi di padri che hanno sacrificato le loro figlie sui più diversi altari.

D. SOLIDOR Signori, siete tutti testimoni dell’insolenza di questa ragazza.

SUZY E io, signori, vi chiamo a testimoni, presente il mio padre carnale, di un giuramento. Dichiaro di preferire la condizione di vergine a vita e la dolce amicizia delle mie compagne di sventura alle attenzioni di vecchi partners bavosi, quali sarebbero quelli che mi offrireste.

M. FERRY Per te sceglieremo i più giovani, carina, se la vecchiaia ti fa schifo.

SUZY Non la vecchiaia - i vecchi mi fanno paura. A cominciare da TE! Io morirò giovane. Subito sarebbe anche meglio. (Solleva il vaso e lo tiene sospeso, come per lasciarlo cadere).
Tutti trattengono il respiro.

NANA’ (ridendo e danzando intorno a Suzy) A me basta avere le stesse possibilità di tutti! (S’infila sotto il vaso e lo prende sulla testa. Gira, gira, gira... Il vaso cade e si rompe).

M. FERRY (si slancia su Nanà) Lurida baccante! Maledetta peste!

Nella cornice della finestra appare non vista una mano che impugna una pistola. Un’altra mano la blocca. Segue un tramestio sul ponte, come di un corpo a corpo.
MARCHESE (s’affaccia) Serve aiuto?

ARLETTE (compare nel quadro della finestra) No, grazie, marchese. Come vede è tutto risolto. (Rimane affacciata mentre Pièrre entra dalla porta, spingendo davanti a sé Madame Zanetos, che impugna ancora la pistola).

PIERRE Questa signora, insigne Dottor Solidor, stava per spararvi da quella finestra, spalleggiata dalle due lottatrici sue amiche. Immaginate da solo su ispirazione di chi?

D. SOLIDOR (a Marjorie Ferry) Ho distrutto il frutto di anni di studio e rinunciato alla riconoscenza eterna dell’umanità, ho condannato la mia dolce compagna, ma non posso vendicarmi di te. Ti risparmierei le orribili sofferenze che attendono tutti noi.

PIERRE Vi sbagliate. Arlètte, rendigli le sue carte. Le abbiamo raccolte quando le scagliaste dalla finestra. Ma, la strettezza del ponte ci ha impedito di salvare un foglio.

D. SOLIDOR (precipitandosi) Dammi, fammi vedere. Mi potrai mai perdonare? (Guarda i fogli) E’ una pagina di calcoli intermedi, non essenziali e facilmente ricostruibili. Siamo ancora in tempo! (Esce).

PIERRE (bacia Arlètte alla finestra) Salve, aurora!

Suzy e Nanà sono accanto al marchese.
MARCHESE Nanà, spero che vorrai essere ospite mia e di Suzy.

NANA’ Conoscerò con piacere la vostra bella Italia. Ma, Ira P. non è gelosa?

SUZY La mamma non è gelosa delle mie amiche, cara Nanà.

Baron Kuffner e Tamara controllano Marjorie Ferry e Madame Zanetos.
TAMARA Signore, le donne come voi sono un fallimento all’origine, non possono che conseguirne anche in seguito - ed è una fortuna per le altre donne. Perché, le donne come voi danno ragione a quanti pensano che la donna è un essere umano che si approfitta di esserlo. (A Marjorie Ferry) Tu, volendo costruire la tua mitologia personale, dovevi cadere necessariamente. Io registro con piacere la tua caduta, donna luciferina, ma forse potrai ancora conseguire la tua piccola vittoria personale ispirando a uno scrittore la protagonista di un incubo o di una commedia dell’orrore. Non c’è forse uno scrittore in mezzo a noi? (A Pierre Sommo) Anche tu sarai d’accordo, Pierre Sommo, che la fine più adeguata per lei è la reclusione a vita in un carcere moderno. (Pierre annuisce. A Marjorie Ferry e Madame Zanetos) Vi farete compagnia. Il mondo che volevate distruggere continuerà ad esistere e vi condanna a sparire dai suoi occhi.