FERROCIANURO E CUSCUS
Atto Unico Giallo brillante di
Salvino Lorefice
Personaggi: Salvatore Tranchina, ispettore di polizia
Carmela, sua moglie
Gianni, il loro giovane figlio.
SCENA: Appartamento dell'ispettore di polizia Salvatore Tranchina. La scena si svolge tra il salotto e la cucina. Ambiente unico.
SCENA PRIMA
L'ispettore rientra a casa dal lavoro. Si toglie la giacca e posa la valigetta ventiquattr'ore. Gli si fa incontro la moglie, Carmela.
ISPETTORE Carmela, sono arrivato.
CARMELA Ciao, tesoro. Come è andata oggi?
ISPETTORE Come al solito.
CARMELA Ti preparo un aperitivo?
ISPETTORE No.
CARMELA Vuoi restare solo, seduto in poltrona a rilassarti guardando il tuo quadro preferito?
ISPETTORE Sì.
CARMELA Allora ti lascio tranquillo. Se hai bisogno di me, mi trovi tra i fornelli: oggi è venerdì.
ISPETTORE Venerdì! Non mi dire che hai preparato il…
CARMELA Proprio così.
(L'ispettore si lascia sprofondare in poltrona. Entra Gianni, il figlio diciottenne.)
GIANNI Ciao, papà. E allora? Come è andata oggi?
ISPETTORE Come al solito.
CARMELA Tra cinque minuti il cuscus è pronto. Non fatevi richiamare mille volte, come al solito.
GIANNI Allora, papà, qualche novità al commissariato?
ISPETTORE No. Solo delle liti tra divorziati… una tentata rapina, un furto con scasso ad opera di ignoti…
GIANNI …E nessun serial killer?
ISPETTORE (Con divertita ironia) No, mi dispiace, tesoro, anche per oggi nessun serial killer.
(Padre e figlio ridono di cuore poi, quasi di colpo, l'ispettore smette di ridere e assume un'espressione pensierosa.)
GIANNI Qualcosa che non va?
ISPETTORE Stiamo seguendo un caso insolito. Ordinaria amministrazione, ma non riesco a non pensarci. Scusami.
GIANNI Un caso insolito? Dai, raccontami i particolari, papà.
CARMELA Ma perché non pensi a studiare, invece di interessarti delle indagini di tuo padre? Quest'anno hai gli esami di diploma.
GIANNI Lo sai, Mamma, che ho ottimi voti. Gli studi in Chimica industriale mi divertono.
ISPETTORE Devono piacerti, e devi prendere buoni giudizi, se vuoi entrare nella Sezione Scientifica della Polizia di Stato.
GIANNI Diventerò tuo collega, papà. Stanne certo. Hai visto come ti ho aiutato a risolvere i casi più complicati?
ISPETTORE Sei sempre stato un bambino attentissimo, Gianni, e con una intelligenza vivace e, a volte, creativa.
GIANNI E dai, parlami delle tue attuali indagini. Raccontami di che si tratta. Furto? Rapina?
ISPETTORE Non è un caso di malavita ordinaria, però è molto complicato. Forse c'è un assassino o forse no. Non so cosa darei per poterlo smascherare.
GIANNI (Con molta eccitazione) Avete già una persona sospetta? Chi è la vittima? Da chi è stato scoperto il cadavere? Quando ….?
ISPETTORE Calma, calma, calma, giovanotto. (Lunga pausa.) Non sono un computer. (Un'altra pausa. Vuole fare stare sulle spine il figlio.) La calma è la virtù principe degli uomini. Sai cosa scrisse Kipling in una sua poesia intitolata "IF" cioè "SE"? scrisse: se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te la perdono, … allora sarai un uomo figlio mio." (L'ispettore resta a riflettere su quelle parole.)
GIANNI Lo so papà, quella poesia ce l'ho sul muro, in camera mia, incorniciata. Me la leggevi tutti i giorni. Tutti i giorni: da quando avevo due anni sino ai quattro anni…
ISPETTORE Poi hai imparato a leggere…
GIANNI Dai, papà. Il caso, il caso che ti fa impensierire, qual è?
ISPETTORE Ah, quello. Sì. Farei a testa e croce per incriminare l'assassino.
GIANNI Come sarebbe a dire?
ISPETTORE Sarebbe a dire che abbiamo due sospettati. Entrambi con forti indizi di colpevolezza, ma non possiamo incriminarli.
CARMELA È quasi pronto.
GIANNI Chi è la vittima? E chi sono i due sospettati?
ISPETTORE La vittima è l'ingegner Felsini. I sospettati sono i suoi due nipoti. Siamo sicuri che uno dei due è l'assassino, ma non riusciamo a capire chi. C'è qualcosa che ci sfugge. L'intera squadra ci sta lavorando su. Ogni particolare viene studiato, ma è come se ci sfuggisse un elemento, l'elemento risolutore.
GIANNI L'ingegnere Felsini? Vuoi dire il titolare dell'industria di materie plastiche?
ISPETTORE Proprio lui. Ne hai sentito parlare?
GIANNI Siamo stati invitati a visitare quell'industria proprio tre mesi fa. La nostra scuola ha accettato l'invito. A farci da guida è stato proprio l'ingegnere.
ISPETTORE Dicono che fosse un uomo affabile. Buono e comprensivo con le maestranze. La ditta era la sua famiglia, diceva. Non aveva figli e riversava il suo affetto sui suoi due nipoti, dipendenti della ditta. Entrambi, un giorno, avrebbero ereditato tutto.
GIANNI Avrebbero?
ISPETTORE Se lo zio fosse morto per cause naturali avrebbero ereditato l'intero patrimonio. Ma siccome è morto per cause violente, l'esecuzione testamentaria è stata sospesa e i beni congelati.
GIANNI Perché?
ISPETTORE Prima dobbiamo essere sicuri dell'innocenza dei due cugini. Ma non possiamo lasciare in sospeso a lungo.
GIANNI Dimmi del lavoro compiuto della Scientifica. Cosa è emerso?
ISPETTORE (Sorridendo) Sei proprio convinto della possibilità di risolvere un caso, qualsiasi caso, con i rapporti della squadra scientifica. E delle altre forme di indagini che ne dici? E degli interrogatori? Soprattutto gli interrogatori.
GIANNI Certo, hanno la loro importanza. Ma ormai i tempi sono cambiati. La Tecnologia mette a disposizione molti strumenti capaci di cogliere l'impercettibile. Allora, cos'è? Omicidio?
ISPETTORE (Cedendo alle insistenze del figlio) Proprio così. L'omicidio è avvenuto un paio di settimane fa e ha destato un forte clamore nell'ambiente degli industriali, della cui Associazione la vittima era presidente.
GIANNI Un paio di settimane fa? Allora le relazioni della Scientifica dovrebbero già essere pronte.
ISPETTORE Ti ho portato le copie dei referti medici e dei rapporti della Scientifica.
GIANNI E dove sono?
ISPETTORE Nella mia ventiquattr'ore.
(Gianni corre a prenderla, accanto all'ingresso.)
CARMELA (La moglie dell'ispettore urla con voce spazientita e sempre più imperiosa) Ultimissima chiamata… È pronto… A tavola!
ISPETTORE (Risponde con lo stesso tono) Eccoci…
GIANNI (idem) ...Arriviamo…
ISPETTORE (idem) …Siamo lì!
(Gianni richiude la ventiquattr'ore e posa il fascicolo, con l'intenzione di studiarlo dopo cena.)
(Subito dopo, padre e figlio prendono posto a tavola. I tre iniziano a cenare, dapprima in silenzio.)
CARMELA (un po' risentita.) Non dite nemmeno com'è questo cuscus?
ISPETTORE Buonissimo. Si sente che il pesce è freschissimo.
GIANNI (sorpreso, ironico) Pesce? Perchè, c'è del pesce in questo cuscus?
ISPETTORE Smettila, Gianni e passami ancora un po' di brodo.
(Guarda la moglie e sorride, cercando di giustificare il figlio.)
ISPETTORE Non farci caso, tesoro. È il suo modo di scherzare, il suo modo di fare i complimenti.
CARMELA Figuriamoci quando vuole offendere.
ISPETTORE (cambia discorso) Buono, questo vino, è il mio preferito.
CARMELA (Premurosa) È Racalbuto bianco. Come piace a te: ben ghiacciato. (Poi al figlio:) Mangia con calma, Giannuccio. Lo so che hai fretta di riprendere le indagini di tuo padre. Ma tanto gli assassini non scappano. Papà è un esperto ispettore e da quando ci sei tu la polizia (con ironia) “non brancola più nel buio".
ISPETTORE (Sorseggiando) Anche questo Cuscus non scappa. Tra un po' ne prendo ancora.
CARMELA Ce n'è ancora mezzo chilo.
ISPETTORE Nel frattempo voglio fare un riassunto del caso, così, una volta tanto, anche la mamma sa di cosa parliamo.
CARMELA Vuoi vedere che sarò io la Miss Marple del momento?
GIANNI Mamma! Pensa a cucinare! A questo cuscus manca il peperoncino.
CARMELA Hai sentito?
ISPETTORE Ho sentito, e allora?
CARMELA E non dici nulla? Ha detto che questo cuscus è senza peperoncino…
ISPETTORE Un po' di peperoncino c'è e si sente. Anzi, mi brucia la lingua. (E per rafforzare il discorso beve una lunga sorsata di vino.) Semmai, manca il pesce. Ma è buono anche così, tesoro, non ti allarmare.
CARMELA Non mi devo allarmare, eh? Uno di questi giorni mi metto in sciopero e…
GIANNI Oh, mamma, non inter-rompere. Abbiamo un caso di omicidio da risolvere. Vai avanti, papà.
CARMELA Oh, che cordialità! ringrazia il cielo che a scuola vai bene e che i tuoi unici svaghi sono il computer e i gialli: sia quelli veri, quelli che ti sottopone tuo padre, sia quelli virtuali, che ritrovi in Internet, in quel sito specializzato.
GIANNI Mamma, ti metti a spiare anche i miei siti, adesso?
CARMELA Fatti la ragazza, invece. Alla tua età, tuo padre l'aveva già. Aveva me, e da allora non mi ha più lasciata.
ISPETTORE E come potevo lasciarti, tesoro? Sei siciliana, hai cinque fratelli… e anche se vivevamo qui al Nord d'Italia…
CARMELA Dovresti essere riconoscente ai miei fratelli. A quest'ora saresti sposato con quella "ballerina".
ISPETTORE Ha fatto carriera. E se proprio lo vuoi sapere…
GIANNI Non divaghiamo. Papà, dammi qualche informazione.
ISPETTORE L'ingegner Felsini è stato trovato morto…
GIANNI Dove?
ISPETTORE Nel suo ufficio.
GIANNI Quando?
ISPETTORE Dodici giorni fa.
GIANNI A che ora?
ISPETTORE Non ricordo… Gianni, non sono una macchinetta, fammi esporre con ordine.
CARMELA E fallo finire di parlare! Se no si confonde, poverino.
ISPETTORE La mamma si sta vendicando così delle nostre precedenti battute riguardo il suo piccante o non piccante cuscus. Poverina!
GIANNI Vedo che la cordialità regna sovrana nell'accogliente cucina della famiglia Tranchina: l’habitat naturale per risolvere i più complicati casi di omicidio.
CARMELA Come faresti, ispettore Salvatore Tranchina, se non ci fossimo noi a renderti accettabile la vita?
ISPETTORE Bravi, siete bravi. Bravissimi. Ma io continuo. Sia a mangiare, sia a riassumere gli eventi del misterioso caso.
GIANNI Ottimo, papà.
ISPETTORE L'autopsia parla di avvelenamento.
GIANNI Che tipo di veleno è stato usato?
ISPETTORE Cianuro. Almeno mezzo milligrammo di cianuro di potassio versato nella bottiglia di acqua minerale. Passami il vino cara.
CARMELA (Prende la bottiglia di vino e riflette ad alta voce) Cianuro nella bottiglia! Me ne ricorderò, nel caso in cui… (E porge la bottiglia al marito, con evidente allusione. I tre ridono.)
ISPETTORE L'ingegnere usava bere acqua minerale direttamente dalla bottiglia, per mezzo di grosse cannucce da bar, quelle che la ditta stessa produce.
GIANNI Ma produce anche tanti altri oggetti, tutti in plastica.
ISPETTORE È vero. Ha fatto fortuna lavorando la plastica. La dose di veleno usata avrebbe ucciso persino un bue.
GIANNI Sì, ma se quella dose è stata disciolta, diciamo, in un litro d'acqua, la quantità di veleno assunto dalla vittima è stata minima. A meno che non abbia bevuto l'intero contenuto della bottiglia.
ISPETTORE Un litro di acqua minerale? In dieci minuti? Cosa pressoché impossibile. È stato appurato che il giorno della sua morte l'ingegnere è entrato nel suo ufficio insieme al nipote Dario Felsini. Questi ha dichiarato che lo zio, appena entrato nel suo ufficio, lo ha pregato di stappare una delle tante bottiglie di minerale che usava tenere nel frigo bar. Mentre lo zio avviava il PC e preparava la sua scrivania con i documenti del giorno, il nipote Dario gli ha servito la bottiglia con la cannuccia. Dopo avere ricevuto varie disposizioni di lavoro, il nipote è uscito dall'ufficio.
GIANNI Pensi che queste dichiarazioni siano attendibili?
ISPETTORE Fino a prova contraria, sì. Tu ci trovi qualcosa di strano?
GIANNI Il nipote Dario avrebbe potuto facilmente versare nella bottiglia il veleno, approfittando di qualche attimo di distrazione dello zio.
ISPETTORE È quello che abbiamo pensato tutti, alla Centrale. Ma Dario Felsini ha anche dichiarato che, uscendo dallo studio dello zio, ha incrociato il cugino, Carlo Felsini, figlio di un altro fratello della vittima. Dopo un cenno di saluto tra i due, Carlo è entrato nell'ufficio dello zio, come sempre, per il piano di lavoro della giornata.
CARMELA (Con un tono che non ammette repliche) Vi è piaciuto il cuscus? Se la risposta è sì, dite Sì. Se la risposta è no, dite Sì lo stesso.
GIANNI Altrimenti?
ISPETTORE Già, altrimenti?
CARMELA Altrimenti, niente dolce.
GIANNI Che dolce?
CARMELA Una bella cassata siciliana.
GIANNI (Mostrando disinteresse per il dolce) Continua, papà.
CARMELA Dico sul serio. Niente dolce. Ho lavorato tutto il giorno per voi, e voi ve ne fregate. (Comincia a sparecchiare la tavola; la sua espressione cupa non lascia presagire nulla di buono.)
ISPETTORE Carmeluccia, lo sai che mi piacciono le tue cassate. Fammi terminare con questo moccioso e volo a darti soddisfazione a colpi di cucchiaiate alla cassata. E da bere, cosa mi dai?
CARMELA (Il volto di Carmela si illumina in un sorriso.) Limoncello, naturalmente. Fatto da me, con i limoni senza conservanti, quelli che mia cugina Rosaria Maria mi ha fatto arrivare dalla Sicilia.
GIANNI (con sguardo scettico e canzonatorio.) Senza conservanti? Continua, papà, per favore. Senza conservanti!
ISPETTORE Dove eravamo?
CARMELA Al limoncello.
GIANNI Ma no. Al nipote che entrava nello studio dello zio. (Gianni fulmina la madre con lo sguardo.)
ISPETTORE Ah, sì. Carlo è entrato nello studio dello zio. Dopo un paio di minuti ne è uscito ansimante, chiedendo aiuto e dicendo che lo zio si sentiva male. Sono accorsi altri impiegati degli uffici vicini, ma hanno trovato il principale già morto.
GIANNI Quali sono state le dichiarazioni di Carlo Felsini? (Gianni si alza dal tavolo e inizia a passeggiare riflessivo.)
ISPETTORE Il nipote Carlo ha dichiarato di aver trovato lo zio pallido e tremante. Non ha fatto in tempo a domandargli cosa si sentisse che subito lo ha visto riversarsi sul piano della scrivania. Lo ha scosso un po' per cercare di rianimarlo ed è subito uscito per chiedere aiuto. Stando alle dichiarazioni della segretaria personale dell'ingegnere, che ha la scrivania davanti all'ufficio in questione, i tempi sono compatibili.
GIANNI Se i fatti sono davvero questi, mi sembra chiaro che ad assassinare l'ingegnere sia stato Dario. Dopo aver stappato la bottiglia, vi ha versato dentro il veleno…
ISPETTORE Però Dario lo ha negato. Ha detto che quando è uscito dall'ufficio dello zio, questi stava benissimo. E senza esitazioni ha accusato a sua volta il cugino Carlo.
CARMELA Quali mansioni svolgono i due cugini nella ditta dello zio?
GIANNI Domanda intelligente, mamma. Interessante, davvero interessante. Rispondi pure, papà.
ISPETTORE (Scherzando) Grazie, Vostro Onore. Risponderò di certo, ma non prima di aver dato l'assalto a quella famosa cassata.
CARMELA Volo a tagliarne una fetta. Anzi due. (E prende a sfaccendare con piattini, cassata, forchette e coltelli.)
GIANNI Grazie, io non ne voglio.
CARMELA Io dicevo per me, bambino mio. Tu pensa ai tuoi veleni.
ISPETTORE Carlo Felsini è biologo. Si occupa della Ricerca ed è il Responsabile Della Qualità Dei Prodotti. Dario è laureato in Economia e Commercio e dirige il Settore Contabile e Amministrativo della ditta.
GIANNI Tu e i tuoi colleghi avete fatto qualche considerazione?
ISPETTORE Considerazioni?
GIANNI A volte anche i particolari più insignificanti possono portare alla risoluzione dei problemi.
ISPETTORE Un bel po' di considerazioni, direi. Punto primo: entrambi i cugini aspirano alla presidenza del Consiglio d'Amministrazione della Società. Ora più che mai, visto che lo zio è morto. L'unico ostacolo, infatti, era lo zio, azionista unico. Aveva dato l'incarico ad un suo vecchio amico, di indiscutibile abilità manageriale. I due cugini, benché pagati profumatamente, avevano un ruolo di subalterni. Punto secondo: esiste un movente non trascurabile, ossia il consistente patrimonio dello zio, vedovo e senza figli. Punto terzo: è da escludere il suicidio. Infatti non è stato trovato nessun biglietto di addio. E comunque, l'ingegnere non aveva dato segni di voler compiere l'insano gesto. Senza contare che l'ingegnere non aveva nessun motivo per togliersi la vita. Quarto: i due cugini si accusano a vicenda. Per farlo, hanno entrambi degli elementi, benché insignificanti. Quinto: Dario Felsini può aver versato il veleno nella bottiglia che lui stesso aveva aperto. Sesto: d'altra parte, anche Carlo Felsini ha avuto il tempo e l'occasione per farlo. Settimo….
CARMELA (Interrompendo il marito) Stai lavorando a un caso o ai Dieci Comandamenti?
GIANNI (Scocciato) Mamma! … Dai papà: settimo?
CARMELA Non rubare!
(Gianni e l'ispettore ridono con sforzo, per far capire alla donna che hanno tollerato a stento quella battuta.)
ISPETTORE Settimo: Tra i due cugini, Carlo Felsini è maggiormente indiziato. (L'ispettore fa una pausa ed osserva il piattino con la fetta di cassata siciliana, ricca di ricotta, che la moglie gli ha messo sotto i naso.)
CARMELA Se smetti di parlare puoi usare la bocca per gustarla.
GIANNI Perché hai detto che il nipote Carlo potrebbe essere maggiormente sospettato?
ISPETTORE (Non fa caso alla domanda) Passami il cucchiaino.
(L'ispettore da l'assalto al dolce. Al primo boccone ne commenta la bontà. Chiude gli occhi e agita in aria il cucchiaino come fa un direttore d'orchestra con la sua bacchetta. Poi deglutsce con sforzo visibile.)
(Carmela osserva soddisfatta, aspettando il quasi scontato giudizio finale.)
CARMELA (Dopo primo boccone del marito) Com'è?
ISPETTORE (Appoggia alle labbra il secondo boccone) Buonissima, tesoro. Ma dimmi: hai messo zucchero o sale?
GIANNI Ho capito: Il cianuro di potassio!
(L'ispettore sputa il boccone, si pulisce le labbra col dorso della mano. È spaventato.) Cianuro?
CARMELA (Al figlio) Hai visto? L'hai fatto spaventare.
GIANNI Ma no, papà. Volevo dire che il cianuro di potassio è un composto che viene comunemente usato nell'industria della plastica.
CARMELA E che c'entra con la mia cassata di ricotta?
GIANNI (Spazientito) Con la cassata, nulla, mamma. Ma c'entra col nostro caso. Carlo Felsini, il biologo, essendo il responsabile della Ricerca, aveva libero accesso ai laboratori chimici della ditta. Non ha avuto problemi a prelevare il veleno.
ISPETTORE Se è per questo, anche Dario aveva libero accesso ai laboratori. Lavoravano nella ditta dello zio, non in una Base Militare Segreta.
GIANNI (Riflettendo ad alta voce.) Entrambi frequentavano lo studio dello zio…
ISPETTORE Entrambi hanno potuto procurarsi il veleno...
GIANNI Entrambi hanno avuto l'occasione di versarlo nella bottiglia…
CARMELA Entrambi avete rotto le palle.
GIANNI (Contento) Magnifico rompicapo. Davvero un magnifico rebus.
ISPETTORE Te l'avevo detto che era un caso complicato. Forse quei due la faranno franca. Posso avere un altro po' di cassata? (Porge il piattino alla moglie.) E portami anche un bicchierino di limoncello, tesoro.
(Carmela si alza premurosa e sorridente per prendere il limoncello dal freezer.)
CARMELA E se i due cugini si fossero messi d'accordo? Forse si sono divisi i compiti: uno ha preso il veleno…
(Nel dire ciò, Carmela fa una pausa e alza la bottiglia di limoncello.)
…e l'altro lo ha versato nella bottiglia.
(Con esibizione e con fare misterioso, Carmela versa un po' di liquore nel bicchierino e lo porge al marito, aspettando con ansia che lo beva..)
CARMELA Si imparano tante cose, dalle vostre indagini. (Premurosa.) Bevi, tesoro, bevi.
(L'ispettore, tentenna un po', poi beve tutto d'un fiato.)
CARMELA Se muori avvelenato, posso sempre dire che ho sbagliato le dosi.
GIANNI È arrivato il momento di dare un'occhiata alle carte. (Gianni va in salotto a prendere il rapporto della Scientifica e si immerge nella lettura.)
CARMELA Ispettore Tranchina, sei ancora vivo?
ISPETTORE Sì, grazie. A sentire tuo figlio, sembra che tutti i casi possano essere risolti leggendo i rapporti della scientifica.
GIANNI Tutti, no. Molti, sì. Ti ricordi il Caso Del Cuscus Avvelenato?
CARMELA Non parliamo di corda a casa dell'impiccato, per favore.
ISPETTORE Stai tranquilla, tesoro. È stato grazie a quel caso che ti è venuta la mania di farmi tutte le settimane il cuscus.
GIANNI Prima di allora la mamma non sapeva nemmeno che esistesse il cuscus. (Pausa.) Da quanto tempo è che fa il cuscus tutti i venerdì sera? Tre anni?
ISPETTORE No, quattro. (Pausa.) Tre anni è il Caso Della Cassata Avvelenata.
CARMELA (Con aria vendicativa.) Proprio così… E dalla prossima settimana niente vino. Niente Racalbuto Bianco.
ISPETTORE Davvero, tesoro? E cosa berrò col tuo cuscus?
CARMELA Acqua minerale. (Pausa.) Con la cannuccia.
ISPETTORE Hai visto? Per colpa tua, tua madre ha preso ispirazione anche da questo caso.
CARMELA Il Caso dell'Acqua Minerale Avvelenata. Buono per voi che finora non avete avuto il Caso del Coltello Appuntito.
GIANNI (Urlando) ci sono, ho risolto il caso.
(L'ispettore, che sta bevendo altro limoncello, tossisce per lo spavento. Carmela sobbalza urlando.
ISPETTORE Accidentaccio. Per poco non hai creato il Caso dell'Affogato al Limoncello.
CARMELA Affogato o avvelenato al limoncello? Specifichiamo, per favore.
GIANNI Senti cosa c'è scritto nel rapporto. La morte è dovuta ad avvelenamento.
CARMELA Questo si sapeva già. (E guarda il bicchierino ormai vuoto.)
ISPETTORE Questo lo sapeva persino la mamma.
GIANNI C'è scritto, inoltre, che il veleno che ha causato la morte è il cianuro di potassio. (Prende a leggere un passo della relazione:) "Presenza di questo potente veleno è stata trovata nell'acqua minerale e tracce ne sono state rilevate sulla superficie esterna della cannuccia. Nell'acqua minerale sono inoltre presenti ioni Ferrocianuro." (Gianni guarda il padre che a sua volta l'osserva imperturbabile.) Capisci, papà?
ISPETTORE No.
CARMELA E quando mai ha capito qualcosa?
ISPETTORE Fammi capire tu, allora. Tesoro!"
CARMELA Non hai sentito? Tesoro! Hanno trovato presenza di Ferrocianuro. È tutto così chiaro. Ma come fai a non capire?
ISPETTORE Ferrocianuro! E che cos'è?
CARMELA E che ne so. Qualcosa sarà. Se lo dice mio figlio…
GIANNI Calma voi due. Ora vi spiego. Ma non interrompetemi. Prima di dirvi come si sono svolti i fatti, devo spiegarvi che cosa sono gli ioni Ferrocianuro.
CARMELA Ah, allora glielo spieghi tu? Fai pure, Giannuccio.
GIANNI Gli ioni Ferrocianuro sono delle particelle che, in Chimica, vengono chiamati complessi. Ebbene, gli ioni Ferrocianuro non sono velenosi, o almeno non tanto da provocare la morte di una persona. Sono mortali, invece, gli ioni cianuro. (Pausa.) Fin qui è tutto chiaro?
CARMELA Per me, sì. Per lui non so.
ISPETTORE Vai avanti, figliolo.
GIANNI Ed ecco i fatti. Dario Felsini, il contabile, vuole uccidere lo zio. Pensa ad un modo semplice di farlo e decide di avvelenarlo. Dai laboratori della ditta ruba una sostanza chimica, il Ferrocianuro di potassio, per usarlo come veleno. L'occasione gli si presenta il giorno in cui lo zio gli chiede di stappare una bottiglia di acqua minerale. Il nipote Dario stappa la bottiglia e, mentre volta le spalle allo zio, vi versa la sostanza che crede essere un mortale veleno: il ferrocianuro di potassio appunto.
ISPETTORE Fermati un attimo. Anche Carlo ha avuto l'occasione di versare il veleno nella bottiglia dello zio.
GIANNI Già, però Carlo è un biologo. Lui avrebbe usato il Cianuro di potassio, non il Ferrocianuro di potassio.
ISPETTORE Capisco.
CARMELA Capisci?
GIANNI Però anche Carlo vuole uccidere lo zio. E quel giorno mette in atto il suo progetto, senza sapere del tentativo fatto dal cugino pochi minuti prima. Approfitta di una breve disattenzione dello zio e versa il veleno nella bottiglia. Nel farlo, sporca la superficie esterna della cannuccia che si trovava già nel collo della bottiglia. Ecco perché sulla superficie esterna della cannuccia sono state rilevate tracce di ioni Cianuro. Questa volta, la sostanza versata da Carlo Felsini è Cianuro di potassio. Gli occorrono tre secondi per fare questo. Appena Carlo vede lo zio sorseggiare l'acqua, aspetta pochi altri secondi ed esce trafelato dall'ufficio per chiedere aiuto.
(L'ispettore rimane in silenzio, pensieroso. Ciò che ha appena sentito non è assurdo. C'è un fondamento. Anche Carmela tace ed osserva il figlio.)
CARMELA (Imitando il marito:) Continua figliolo.
GIANNI Dario Felsini è un economista e non sapeva che il ferrocianuro di potassio non è un veleno mortale.
CARMELA Credeva che quella sostanza fosse mortale perché c'era di mezzo la parola Cianuro, vero?
GIANNI Proprio così. Il ferrocianuro non può uccidere.
ISPETTORE I due cugini, seppur all'insaputa l'uno dell'altro, hanno agito lo stesso giorno. Un caso.
GIANNI L'imprevisto è proprio un grande aiutante degli investigatori.
ISPETTORE Fammi riassumere. Il ferrocianuro è stato versato quando non c'era ancora la cannuccia. E solo Dario, il contabile, può averlo fatto, perché è stato lui a stappare la bottiglia. Invece, il cianuro di potassio, che è un mortale veleno, è stato versato dopo. E solo Carlo, il biologo, può averlo fatto. Infatti, la cannuccia era già nella bottiglia. E quando Carlo ha versato la bustina di veleno, alcuni granelli di cianuro sono rimasti appiccicati sulla superficie esterna della cannuccia. Giusto?
GIANNI Giusto. Se i due cugini non avessero agito lo stesso giorno, l'assassino l'avrebbe fatta franca.
ISPETTORE E molto probabilmente non lo avremmo mai scoperto!
CARMELA Avremmo scoperto? Gianni ha scoperto l'assassino.
ISPETTORE Be', se io non avessi portato i rapporti della scientifica…
(Carmela e il figlio guardano l'ispettore, silenziosi ma minacciosi.)
ISPETTORE Okay, scusate tanto. Sei un buon osservatore, Gianni, ma non credere di essere Sherlok Holmes.
CARMELA D'altra parte un po' assassino lo è anche Dario Felsini, il contabile, non credete?
ISPETTORE Già, ma è condannabile solo moralmente. Ma io proporrò al giudice istruttore di farli arrestare entrambi. Dario Felsini sarà accusato per lesioni gravi e avvelenamento. Carlo Felsini dovrà rispondere di omicidio premeditato. Dario non può cavarsela a buon mercato.
(L'ispettore prende il telefonino e si accinge a comporre il numero di un suo collega, di servizio in centrale.)
ISPETTORE A proposito, Gianni: non ti offendi se nel mio rapporto non farò menzione di come siamo arrivati a scoprire l'assassino, vero? Dovrei parlare di mio figlio… dire che gli ho fatto leggere i referti… Sai, il commissario… il questore… Non capirebbero.
GIANNI (Invece di rispondere, Gianni si rivolge a sua madre) Mamma, vieni anche tu in salotto? In tivù danno un bel film.
CARNELA Che film?
GIANNI Un giallo.
CARMELA Non pensi che dovresti venire ad imparare anche tu, tesoro?
L’ispettore cade a terra: svenuto? Morto?
Gianni e Carmela si guardano soddisfatti e si stringono la mano.
BUIO