L’EFFETTO DELL’IMPATTO
Commedia in due atti e dieci quadri
di
Vittorio Amandola
Personaggi in ordine di entrata
La signora Visco............................ (appassionata di programmi radio)
La signora Mendolia..................... (contadina taciturna)
Il signor Visco........................... (esperto di Tè aromatici)
La signora Leoni.......................... (enigmista e tessitrice)
Il comm.Fosso................................ (ospite anziano – laconico)
Il prof. Benincasa........................... (pettegolo e cinico)
Il signor Del Persico...................... (collezionista di francobolli)
N.B. Gli attori devono essere tutti tra i sessanta e gli ottant'anni
PREFAZIONE
(La sala da soggiorno di una casa per anziani.
E’, la nostra, una casa “modello”, di quelle pensate e realizzate alla perfezione, su misura dei gusti medi di ogni buona e quieta vecchiaia. L’arredamento è sobrio, essenziale, preferibilmente chiaro, senza fronzoli, un po’ freddo. Tuttavia, nonostante una certa atmosfera “ospedaliera”, non manca davvero nulla. In proscenio, sulla sinistra di chi guarda, un moderno apparecchio televisivo, il posto preferito del Commendator Fosso, l’ospite più anziano della casa. Poco discosto, sempre a sinistra, un modernissimo “compact” e dietro a questo una libreria “svedese”, sulla quale ci sono libri, anche voluminosi, pacchi di giornali, dischi, CD, DVD, CASSETTE riviste. Un angolo di uno scaffale della libreria è riservato ai giochi da tavolo; ce n’è per tutti i gusti: Scacchi, Dama, carte e fiches, grossa scatola dello “Scarabeo”, Monopoli e, via via altre variopinte scatole messe in ordine.
Sulla parte opposta, appoggiato alla parete, attaccato allo stipite della porta di ingresso, posta quasi in proscenio a destra, c’è un tavolo con sopra una quantità spropositata di scatole e scatolette da tè. Sì, proprio Tè. Scatole di tutti i colori, forme e materiali. Ce n’è di latta, di cartone, bustine aperte e riaccartocciate, c’è anche un fornellino ad alcool, vari filtri e colini, e un servizio da tè, ammucchiato anche lui tanto da parere un groviglio di tazze, piattini, cucchiaini e zuccheriere. Accanto al fornelletto un bilancino di precisione e un paio di bolli-latte. Questo è il “tavolo da lavoro” di Visco, un altro ospite della casa, appassionato di tè e delle misture che ne può fare. Al centro della scena un tavolo grande, sgombro, quattro sedie e di fianco sulla sinistra, quasi accostato al “compact” , un panchetto con ferri da calza e gomitoli appoggiati sopra, sporgenti da una busta. L’idea che se ne riceve è di un lavoro a maglia eterno, mai finito, sempre a metà, come la tela di Penelope. Questo è il posto della Signora Leoni, altra ospite.
Sul fondo della scena, la stanza si apre in una magnifica vetrata a tutta parete, dalla quale si gode lo splendido panorama di colline lontane. Ma quel che domina è un cielo immenso, di un azzurro compatto, un cielo, che cambierà colore, via via che passeranno le ore della giornata: dal tenue, quasi bianco della mattina presto, all’azzurro intenso della tarda mattina, al grigio del tardo pomeriggio, al rosso del tramonto, al blu della notte.
La giornata in cui la commedia si svolge è una fredda giornata di fine Febbraio, lo intuiamo dai gerani secchi in alcuni sparuti vasi da fiori appoggiati al davanzale, in contrasto con i rami di un mandorlo in fiore, che spuntano dal giardino di sotto. La vetrata è il posto preferito della Signora Mendolìa, vecchia donna di paese sempre vestita di nero, la quale passa le giornate seduta alla finestra, in silenzio, a guardare fuori, verso l’orizzonte, come se da laggiù dovesse prima o poi sbucare qualcuno, sulle creste dei colli.
Accanto alla vetrata, dalla parte opposta, però, a quella della Signora Mendolìa, c’è una sedia di paglia, di quelle semplici che costringono a stare ben eretti quando ci si siede. Questo posto è l’angolo preferito dal Professor Benincasa, filosofo ciarliero, inopportuno e spesso importuno, che da quella posizione legge a tutti a voce alta il giornale.
Un po’ dovunque, preferibilmente vicino alla Signora Leoni, la Signora Visco, moglie dell’appassionato alchimista di tè, si siede ed ascolta una radiolina gracchiante con la quale si tiene in contatto con le mille trasmissioni nazionali e non, che dialogano con gli ascoltatori in diretta. La Signora Visco non soffre nulla e mai ha avuto il dubbio in vita sua di avere torto.
Manca il posto del Signor Del Persico, ma è ancora da stabilire quale sarà, essendo questo per lui il primo giorno di permanenza nella casa.
Nel secondo atto la scena è completata da uno straccio e spazzolone in proscenio, oltre il sipario chiuso, da alcuni scatoloni e bottiglie vuote sotto il palco al centro, vari altri oggetti tipici di una cantina appoggiati qua e là sempre sotto il palco e da un interruttore immaginario posto in questa cantina).
ATTO PRIMO
QUADRO 1
(All’apertura del sipario è mattino, in scena c’è solamente la Signora Mendolìa, che seduta contro la vetrata guarda lontano. Dalla TV accesa una classica musichetta del mattino identifica l’ora intorno alle otto, otto e mezza. Il cielo è azzurro, terso. Entra in scena la Signora Visco).
SIGNORA VISCO
Buongiorno.
SIGNORA MENDOLIA
‘Giorno.
SIGNORA VISCO
Lei non viene mai a fare colazione?
SIGNORA MENDOLIA
(Seccata)
Alla mattina non ho mai fame.
SIGNORA VISCO
Ah, ecco!
(Prende una radiolina, abbassa la televisione e si mette all’ascolto della prima. Dalla radio un presentatore parla, manda saluti, abbracci e baci, risponde agli ascoltatori.
Entra in scena fischiettando il Signor Visco, marito della suddetta Signora, indossa un cappottone e uno sciarpone, nonché un cappello. Tutte cose che indosso a lui sembrano grandi il doppio. Tanto la Signora Visco è corpulenta e imponente, altrettanto il Signor Visco è traccagnotto. Ovviamente Visco è già uscito. Appoggia sul banchetto della Signora Leoni una rivista di enigmistica e sulla sedia di Benincasa un giornale, poi si leva cappotto, sciarpone e cappello, che appende da qualche parte. Tutte le operazioni vengono compiute con meticolosità, col contrappunto del fischiettìo e dello sguardo pieno di disprezzo di sua moglie. Visco va a sedersi al suo tavolino, poi si rialza per tornare a prendere qualcosa nella tasca del cappotto. Passando incrocia lo sguardo della moglie).
VISCO
Mbè?
SIGNORA VISCO
Con i miei complimenti!
VISCO
(Tirando per la sua strada)
Eeeeh...
SIGNORA VISCO
Gli hai ricomprato il giornale?
VISCO
Sì.
SIGNORA VISCO
Ti ha ridato i soldi di quello di ieri?
VISCO
No.
SIGNORA VISCO
Tu sei stupido.
VISCO
Ma no.
SIGNORA VISCO
Uno stupido, che vuole passare da stupido!
VISCO
(Tornando imperterrito al suo posto con una bustina tra le mani)
Vabbè.
SIGNORA VISCO
Fatti ridare i soldi!
VISCO
Per novanta centesimi!
SIGNORA VISCO
Novanta di qua, novanta di là
(Indica la rivista di enigmistica)
(Entra in scena la Signora Leoni, spingendo avanti a sé il Comm. Fosso semiaddormentato sulla sedia a rotelle, e lo piazza davanti alla TV. Poi va al suo banchetto)
SIGNORA LEONI
Si è ricordato? Grazie.
VISCO E SIGNORA
(In coro)
Prego.
SIGNORA VISCO
(Alla Signora Leoni)
Questo stupido.
SIGNORA LEONI
Chi?
SIGNORA VISCO
Questo stupido qui.
(Indica il marito che non si volta, preso dalle sue scatole di Tè)
SIGNORA LEONI
Perché, che ha fatto?
SIGNORA VISCO
Gli ha ricomprato il giornale!
SIGNORA LEONI
Un’altra volta!
SIGNORA VISCO
E’ troppo buono, questo stupido qui.
VISCO
Ho fatto l’abitudine a comprarglielo e ormai è così.
SIGNORA VISCO
Ma quando uno fa una commissione per un altro, poi, quell’altro gli deve ridare almeno i soldi che ha speso! (Alla Signora Leoni) Dico bene, no?
SIGNORA LEONI
(Senza alzare gli occhi dalla rivista)
Certo che dice bene!
(La Signora Leoni emette una prima volta il suo verso di massima soddisfazione, ovvero una serie di pernacchiette labiali. Le vengono fuori di continuo, come un riflesso incondizionato)
SIGNORA VISCO
(Un attimo in silenzio, si sarebbe aspettata qualcosa di più. Poi al marito) Allora, intesi?
VISCO
Eh. Vediamo.
SIGNORA VISCO
Hai comprato altro Té?
VISCO
(Mostrando una bustina)
Questo è alla liquirizia.
SIGNORA VISCO
Sai che puzza!
(Il Commendator Fosso, giocherellando col telecomando ha messo un programma a tutto volume. Tutti, escluso la Signora Mendolìa, saltano sulle sedie)
SIGNORA LEONI
Commendatore? Commendator Fosso, abbassi il volume!
SIGNORA VISCO
Da bravo, Commendatore!
SIGNORA LEONI
Vuole la cuffia, le metto la cuffia?
(La Signora Leoni mette una cuffia sulle orecchie di Fosso, che non molla lo schermo).
(Entra in scena Del Persico, secco, pelato, vagamente più giovane dei presenti, ma anche lui oltre la settantina, si mantiene comunque ben dritto sulla schiena e fa davvero una bella impressione. Indossa un “gilerino” da casa e sotto il braccio ha album e cataloghi per la sua collezione di francobolli. Quasi darebbe l’impressione di uno studente al primo giorno di scuola).
DEL PERSICO
Buongiorno!
SIGNORA LEONI
Ah! Buongiorno!
SIGNORA VISCO
Buongiorno!
(Visco alza appena gli occhi dal tavolo e accenna un mezzo saluto romano).
DEL PERSICO
(Dopo un attimo di interdizione)
Se mi appoggio qui?
(Indica il tavolo al centro)
SIGNORA LEONI
Prego!
SIGNORA VISCO
Liberissimo!
DEL PERSICO
I miei francobolli hanno bisogno di spazio. Permettano.
(Si sistema al centro del tavolo)
SIGNORA LEONI
Dormito bene?
DEL PERSICO
Molto bene, grazie.
SIGNORA LEONI
Nessun problema?
DEL PERSICO
No, e perché?
SIGNORA LEONI
Quando si cambia letto, in genere la prima notte è un po’ faticosa.
DEL PERSICO
Non per me. Viaggio molto, Napoli, Fiuggi, qualche volta anche all’estero...
SIGNORA LEONI
Davvero?
DEL PERSICO
Quando si può... E quindi mi abituo con facilità. E poi, tanti anni nell’arma, servizi ovunque; dormo anche sui sassi.
SIGNORA VISCO
(Indicando il marito)
Ma che ha fatto questo, che quando dorme è più smanioso della principessa sul pisello?
DEL PERSICO
Col vostro permesso
(Torna ai suoi francobolli).
(Anche del Persico fischietta e anche per lui la cosa è come un riflesso incondizionato, per cui nel silenzio, si spandono nell’aria i fischiettii dei due uomini, contrastanti dapprima e poi, via via sempre più a botta e risposta, contrappuntati qua e là da due o tre pernacchiette della Signora Leoni).
SIGNORA VISCO
(Accostandosi alla Leoni)
Stamattina non si vede.
SIGNORA LEONI
Antologia della sfinge... Chi?
SIGNORA VISCO
L’Orco!
SIGNORA LEONI
Bozzoli... Bartezzaghi... Ah!
SIGNORA VISCO
Stamattina non scende, Capitan Fracassa!
SIGNORA LEONI
E’ sceso prima, e non ha fatto colazione... Ghilardi, sì, cominciamo con Ghilardi (Pernacchiette di soddisfazione)
SIGNORA VISCO
E dov’è andato?
SIGNORA LEONI
Non lo so. Non è un tipo con abitudini fisse. Sarà andato a comprare il giornale.
SIGNORA VISCO
Che ha fatto? Ma se glielo ha preso Peppe mio!
SIGNORA LEONI
Dunque. Uno ha “lilloinqua”
(Pernacchiette)
SIGNORA VISCO
E ora che se ne fa di due giornali? Che persona indisponente! Che indisponente! Indisponente! (Al marito) Hai visto? Hai visto che avevo ragione?
VISCO
Eh?
SIGNORA VISCO
(Alla Signora Leoni) E’ almeno una settimana che si fa comprare il giornale a sbafo, gratis et amore Dei. E ora cosa ci ridà? Se si è comprato il suo, potrà dire che quest’altro qui, glielo abbiamo imprestato e chi s’è visto s’è visto; se lo legge, se lo ciancica tutto e ce lo ridà tra due giorni. (Al marito) Hai capito come fa? E tu, stupido di uno...
SIGNORA LEONI
Ma non si sono incrociati dal giornalaio?
SIGNORA VISCO
Ma pure se si sono incrociati. Quello è mezzo cieco, questo è sordo...
SIGNORA LEONI
La prima di Ghilardi non mi viene mai! 2 a Lilloinqua (Pernacchiette)
SIGNORA VISCO
E cosa crede? Lei crede che ora arriva e ci rifonde? Neanche per idea, neanche! Vedrà se non ho ragione io. (Al marito) Ché tanto poi ho sempre ragione io. Beh! Soldi buttati pure per lui, che se ne fa ora di due giornali?
SIGNORA LEONI
Ce li legge tutti e due.
SIGNORA VISCO
Che bella mattinata!
VISCO
E’ vero, è una gran bella giornata, fa freddo, ma c’è un gran bel sole. A proposito! (Si gira verso Del Persico frugandosi nelle tasche della giacca) Ecco... Dove l’ho messo? Eccolo! (Estrae un francobollo e lo dà a Del Persico) Questo è per lei.
DEL PERSICO
Per me?
VISCO
Passavo davanti alla posta. Già ce l’ha?
DEL PERSICO
(Guardando stupito il francobollo)
Ce l’ho? Sì... No, perché? Non ce l’ho. Cioè ce l’avrei se fosse... però è sempre gradito... grazie.
VISCO
Vale?
DEL PERSICO
Ma sì che vale. Vale quanto l’ha pagato, è corrente. Vale settantacinque centesimi.
VISCO
Quello che l’ho pagato io!
DEL PERSICO
Che le dicevo?
VISCO
Non ci ho guadagnato, ma nemmeno rimesso...
DEL PERSICO
No...
VISCO
Per ora vale così...
DEL PERSICO
Però, chissà che un domani...
VISCO
Non si sa mai!
DEL PERSICO
Eh già, chissà!
VISCO
Uno se lo ritrova sempre.
DEL PERSICO
Lo ripongo?
VISCO
Prego, prego, glielo regalo!
(Se ne torna al suo tavolo tutto soddisfatto)
SIGNORA VISCO
Aumentano le spese giornaliere!
SIGNORA LEONI
10 a lilloinqua! (Pernacchiette)
SIGNORA VISCO
E che vuoi che sia? Che vuoi che sia? Settantacinque centesimi più, settantacinque centesimi meno... E ingoiamo, ingoiamo! Ma quell’altro appena mi capita a tiro... Fai che mi capiti tra le mani... Certa gente non la dovrebbero nemmeno accettare!
(Si rimette la radiolina all’orecchio)
DEL PERSICO
(Alla Signora Leoni)
Ma con chi ce l’ha?
SIGNORA LEONI
Col Professor Benincasa, non lo ha conosciuto?
DEL PERSICO
Ancora no.
(Sulla soglia si affaccia la figura eretta del Professor Benincasa, vecchio austero, più giovane degli altri, almeno nell’aspetto. Porta un cappello, una sciarpa e non indossa cappotto. Sul naso ha un paio di occhiali dalle spessissime lenti, le quali gli fanno gli occhi grandi e roteanti come palle da bigliardo. Dalla tasca della giacca sporge ben visibile un giornale di colore rosa. Al suono della sua voce grave e profonda, Del Persico si volta spaventato)
BENINCASA
Buongiorno!
TUTTI
Buongiorno.
BENINCASA
(A Del Persico)
Salve, non abbiamo ancora avuto il piacere di conoscerci.
DEL PERSICO
(poco propenso)
Piacere, Del Persico.
BENINCASA
(roboante)
Benincasa, il piacere è tutto mio! A nome di tutti noi, le auguro il benvenuto!
SIGNORA VISCO
L’ambasciatore!
(SIPARIO)
QUADRO 2
(All’apertura del sipario la situazione è la medesima. Tutti i personaggi sono in scena, intenti alle stesse occupazioni di prima. Benincasa si è seduto sulla sedia in fondo alla vetrata e il giornale aperto lo nasconde completamente, fatte salve due gambe aperte e ben piazzate. Il cielo è più azzurro, siamo a mezza mattinata. Nel silenzio risuonano due tre leggere pernacchiettedella signora Leoni).
BENINCASA
Ho qualcosa da ridire su quel film che ci hanno fatto vedere ieri in videocvassetta! Quel “A spasso con Daisy”. Ma come hanno fatto a premiare con un Oscar un film tanto retorico e banale? Ma proprio retorico! Una serie di luoghi comuni sulla terza età in raffazzonato ordine. E noi che dell’argomento c’intendiamo possiamo ben criticare, no?
(abbassa il giornale, per verificare se qualcuno risponde alla sua provocazione, ma nessuno reagisce)
Un messaggio antirazzista sì, ma vago e gratuito. Una logica scontata! Un film dove tutto è perfetto: la vecchia padrona tanto ricca, ma tanto buona, anche se scorbutica; comunque tollerante e democratica, sensibile e danarosa. Lo “chaffeur” nero un po’ “grossier”, ma tanto intelligente, pur se povero, ma dignitoso, rispettoso, anche se nero. Il figlio che è tanto buono, ma tanto ricco, ma tanto bravo coi dipendenti, persona onesta ed integerrima, eppure tanto bravo negli affari. Potevano anche intitolarlo “Una botta al cerchio, una alla botte”. Che tortura, che inutili sdolcinatezze!
(abbassa di nuovo il giornale, ma nessuno abbocca)
Mi sono sentito come se mi avessero costretto a stare tre giorni rinchiuso in un magazzino di profumi! Uno di quei posti di dove esci supplicando per un po’ di odor di stallatico! Mamma mia! Un film dove tutto fila liscio, anche le disgrazie! Eppure, premi, riconoscimenti! L’avesse scritta Omero, quella storia, avrebbe inventato mille “coupe de theatre”! La vecchia padrona che vive sola su un’isola sperduta. Il figlio fuggiasco ritorna dopo la morte del crudele usurpatore, presentandosi alla madre sotto mentite spoglie, ricono-sciuto solo dal fido “chaffeur” nero! (pausa) Ragazzi, mi ascoltate?
DEL PERSICO
(Girandosi offeso)
Ragazzi a chi?
SIGNORA VISCO
(Sottovoce)
Non gli dia retta, sennò attacca briga!
BENINCASA
Prego?...
SIGNORA VISCO
Che le avevo detto?
DEL PERSICO
(a Benincasa)
Io... dicevo che la stavo ascoltando...
BENINCASA
Ed è d’accordo?
SIGNORA VISCO
(Sottovoce)
Gli dica di sì, gli dica di sì!
DEL PERSICO
(Sottovoce alla Signora Visco)
Ma quel film io non l’ho visto!
BENINCASA
E’ d’accordo, vero?
SIGNORA VISCO
(Sottovoce)
Sì! Sì! Sì! Sì!
DEL PERSICO
(A Benincasa)
Sì!
(scarica di pernacchiette della signora Leoni)
BENINCASA
Bravo!
SIGNORA VISCO
E’ andata bene...
BENINCASA
(Sbuffa e si rinasconde dietro il giornale. Sfoglia una pagina)
Pirandello! E ti pareva? Ancora discutono, indagano, discettano sull’opera del nostro premio Nobel 1934! Tenaci, resistenti, pervicaci, tosti come le cucuzze! Ancora c’è da mettere e da rimettere in discussione. Marta Abba lo difende, Croce lo attacca, Praga lo sviscera, Gentile lo elogia, D’Annunzio lo detesta! Invertite i nomi e tanto il prodotto non cambia, le “maschere nude” restano nude, neanche una mutanda! Qualcuno grida che è troppo cerebrale, qualcun altro che anche lui risente di Freud “Nooo!” Grida terrorizzate di qualcun altro “Lo nega invece!”...Settant’anni che tiriamo avanti così! La nostra cultura batte con un “peace maker” in cuore, lenta, regolare, mai un sussulto, un extrasistole... Ventuno, dieci, diciotto, sei, undici. Tanto va la gatta sotto la panca, che ci lascia trentatré trentini...
(Abbassa il giornale, nessuno ha reagito)
SIGNORA LEONI
Quindici a lilloinlà!
(Pernacchiette)
BENINCASA
Pesce fritto e baccalà!
(Si rinasconde stizzito dietro il giornale. Poi lo riabbassa)
Se do fastidio ditemelo, che ci vuole? Voi me lo dite e io taccio!
DEL PERSICO
Ma no, prego...
(La Signora Visco si alza di corsa ed esce con la radiolina all’orecchio)
BENINCASA
Tranquilla, signora, le quotazioni di borsa me le leggo da solo in camera!
VISCO
Ma no, è andata di là a telefonare, qui il campo va e viene!
BENINCASA
Ah, ecco!
(Torna dietro il giornale. Sfoglia ancora una pagina)
I Giapponesi! Senti, senti! Continuano a comprare i grandi capolavori d’arte a suon di miliardi! Che esterofili! Ingrassano i battitori d’aste, neanche fossero oche da foigràs. Che copioni! No! No, non è possibile, qui c’è sotto qualcosa. Quei musi gialli non la contano tutta! Sono tipi strani i Giapponesi, una ne pensano e cento ne fanno! E chè si fa così? Arrivano, comprano, investono, pigliano, pesano, incartano e portano a casa? No! C’è sotto la magagna... La faccenda è troppo... Io, comunque ci sono mezzo arrivato...
(Del Persico cerca di contattare Visco con la mano, mentre Benincasa è dietro il giornale In quella Benincasa abbassa il giornale e Del Persico ritrae rapido la mano)
BENINCASA
No, statemi a sentire, perché poi mi darete ragione. I Giapponesi hanno perso la Seconda Guerra mondiale con l’Occidente in modo ignominioso, giusto? Con tanto di bomba atomica! Non l’hanno ancora mandata giù: probabile, no? (pausa per dar peso alle sue parole) E se acquistassero tutte queste opere d’arte per farci dispetto? Se le comprassero per dispregio alla nostra cultura? Per... sfregiarcele? Magari in diretta TV? Che ve ne pare?
Una vendetta lenta... Prima fanno anni di razzie a suon di milioni, poi, un bel giorno, in mondovisione, ce le fanno a pezzettini sotto gli occhi! Li vedo già che organizzano cicli a puntate! “La quinzanne des impressionistes”: traaa, traaa, traaa! A colpi di rasoio in prima serata! Poi i post impressionistes! “Gilasoli di Van Gogh vellanno distlutti pel mano diletta dell’Impelatole”. Un sabato sera un Tiziano, l’altro un Picasso... Tra le previsioni del tempo e il telegiornale un Tiepolo. A Natale una Natività, a Pasqua una resurrezione! Alé, taglia tele, sfregia affreschi, colpi di karatè sulle tavole del Seicento! “Vedete questo Laffaello? Tlaaa! Ola diventato blandello!” Tu vedrai se non va così. Che ne dite? Visco! Viscooo!
VISCO
Che ci posso fare? Non bolle!
BENINCASA
Gode buona salute il Tè?
VISCO
(affermativo)
Oh!
BENINCASA
Blavo!
SIGNORA LEONI
24 a lilloingiù
(Pernacchiette)
BENINCASA
Volevo ben dire!
SIGNORA LEONI
Il “Bano” della musica leggera. Di due lettere.
(Benincasa gli fa lui le pernacchiette)
BENINCASA
Al! Questa la so anch’io!
SIGNORA LEONI
Giusto, Al!
BENINCASA
Nel senso di Bano!
(pernacchiette della signora Leoni)
(Rientra la Signora Visco)
SIGNORA VISCO
Ho provato e riprovato, ma non si prende la linea!
DEL PERSICO
Perché, che è successo?
SIGNORA VISCO
Il dibattito della droga! Io glielo devo dire, perché ancora non lo ha detto nessuno, che la droga è pericolosa per tutti, mica solo per i giovani.
BENINCASA
Già, metti che ce la spacciano qui? Ci portano al vizio mettendocela nella minestrina, e chi esce più dal tunnel?
SIGNORA VISCO
E che dicevo io?
VISCO
O magari... nel tè!
BENINCASA
Depravato!
(L’imbarazzo di Del Persico si è tramutato in angoscia. Ma dov’è capitato? Si guarda intorno e non sa come reagire. Chiude di scatto l’album, come se volesse rimettere a posto tutto ed andarsene, ma alle sue spalle Benincasa si è alzato e lo blocca).
BENINCASA
Benedetta la mia pazienza, caro Del Persico! Quanta ce ne vuole di pazienza per sopportare sulle proprie spalle il peso morale di tutto un gerontocomio! Solo qualche anno fa tutti questi mi sarebbero stati fratelli maggiori, zii, qualcuno addirittura genitore. Fino a qualche anno fa mi avrebbero comprato il gelato, mi avrebbero dato la mancia la domenica. E guardali ora. Condividiamo la stessa pena! E che ci vuoi fare? Più l’età avanza, più le differenze si assottigliano. All’asilo basta essere più vecchi di un mese e già si gode dell’autorità di un presidente. Se poi si è più grandi di più di due mesi, allora ci sono permesse tutte le angherie! Si può frugare nelle cartelle di tutti, piluccare in tutti i sacchetti della merenda, fare pipì al bagno delle femmine.
(Del Persico cerca di svicolare, ma Benincasa non molla)
E invece che amarezza! Più l’età va avanti, più si è tutti uguali! Uno di sessant’anni ed uno di settanta, è come se fossero nati lo stesso giorno dello stesso anno. E invece noi, che siamo oltre, sappiamo benissimo che uno a sessant’anni è ancora un ragazzino.
DEL PERSICO
(Accondiscendente)
Come no?
BENINCASA
E che ne sa della vita?
DEL PERSICO
Fosse solo quello...
BENINCASA
Un pupo.
DEL PERSICO
Fosse solo quello...
BENINCASA
Una creatura!
DEL PERSICO
Fosse solo quello...
BENINCASA
Un imberbe!
DEL PERSICO
Fosse solo quello!
BENINCASA
Del Persico, ma che stiamo facendo un numero di avanspettacolo?
DEL PERSICO
Ma io, veramente...
BENINCASA
E andiamo!
SIGNORA LEONI
Trentotto a lilloingiù (Pernacchiette) Il centro di “OTTO”, di due lettere.
BENINCASA
Questa è facile, la sa pure Visco!
VISCO
(balbettando)
T..T.. Tè?
(Benincasa torna a sedersi al suo posto e si rinasconde dietro il giornale. Del Persico riapre timidamente il suo album e con la pinzetta afferra delicatamente un francobollo, quando un inconfondibile rumore lo fa saltare sulla sedia: è un peto. Benincasa abbassa di scatto il giornale ed alza un indice come per dire “Chi è stato?” Nessuno pare avere sentito, solo Del Persico è atterrito, ma anche lui non si volta.)
VISCO
Ecco fatto, è pronto! Chi ne vuole?
DEL PERSICO
Cosa?
VISCO
Tè!
BENINCASA
Aromatico!
DEL PERSICO
Alle undici di mattina?
SIGNORA VISCO
(Risentita)
Perché, alle undici fa male?
VISCO
(Porge la prima tazza a Del Persico)
Ecco, annusi e poi assaggi.
(Del Persico fa per assaggiare)
VISCO
(minaccioso)
No! Annusi prima!
DEL PERSICO
(Annusa, poi sconsolato)
Ma di che odora?
VISCO
Eh, indovini...
(Va a servire gli altri)
BENINCASA
Ah! Grazie. Mmm! Che profumino, i miei complimenti!
VISCO
Sempre cortese, Lei.
BENINCASA
Me lo sistemo fuori del davanzale a freddare...
VISCO
(A Del Persico)
Allora?
DEL PERSICO
Ma questo non è Tè.
SIGNORA VISCO
(Urtata)
Ah no? E chissà che è!
BENINCASA
(sussurra a Del Persico)
Hashish...
(Fosso fa gli occhiacci a Visco che gli si presenta con una tazza)
DEL PERSICO
Ma odora di... liquirizia... aromatica?
VISCO
Fuochino... Assaggi!
DEL PERSICO
Devo...?
BENINCASA
(affermativo)
Minchia!
( e butta il suo tè in un va so di gerani, poi torna a leggere il giornale)
(Del Persico assaggia riluttante)
DEL PERSICO
Ma non sa di liquirizia!
VISCO
E qui sta la bravura! Aroma di liquirizia retrogusto di origano! Si sente, vero? Beva beva...
DEL PERSICO
Bevo?
VISCO
Beva, beva...
(Titubante, ma non sapendo che altro fare lo beve pur se controvoglia.)
BENINCASA
(Di dietro il giornale)
Annunci mortuari!
(Del Persico sputa il tè)
(Benincasa abbassa di colpo il giornale fin sotto gli occhi e controlla la reazione provocata).
BENINCASA
Anche per oggi non ci sono... Voglio vedere, quando ci sarò scritto sopra io, chi qui dentro si chiederà “Come mai ... non si vede?” (Si alza, ripiega il giornale e se ne va. Sulla soglia) Vecchia, ma sempre attuale... Come la morte! (Esce)
SIGNORA VISCO
(facendogli le corna)
Tè!
(Attimo di silenzio, solo qualche pernacchietta della signora Leoni. Del Persico è stremato dall’angoscia)
SIGNORA MENDOLIA
Però ha ragione lui, quel film della vecchia e l’autista negro è proprio una fesseria!
(SIPARIO)
QUADRO 3
(Il sipario si apre sulla stanza vuota. Siamo al primissimo pomeriggio, subito dopo pranzo. La TV rimasta accesa trasmette la sigla finale del telegiornale e la presentatrice che annuncia la cinquecentesima e rotte puntate della telenovela di turno.
Entra in scena Visco, lo sguardo già sulla soglia della porta diretto allo schermo. Rumina uno stuzzicadenti. Visco si dirige alla televisione, afferra una sedia e ci si piazza davanti. Un primo attimo con lo sguardo attento, poi l’occhio si appanna, le palpebre gli diventano pesanti e in capo a un attimo, Visco dorme.
Entrano la Signora Visco e la Signora Leoni, che spingono la sedia a rotelle con Fosso, che già dorme. Accortesi che anche Visco dorme, cercano di fare piano per non svegliarlo, sistemano Fosso e poi si sistemano anch’esse davanti alla TV. Anche loro due in pochi attimi cominciano a ciondolare le teste.
Ecco che entra la Signora Mendolìa, già con l’occhio fisso sullo schermo dall’entrata, si siede e segue la sorte degli altri.
Entra Del Persico, vede che tutti dormono, aggiusta i suoi album buttando un occhio al televisore. Si siede e anche lui crolla come una pera cotta.
Entra Benincasa, dà un’occhiata in giro, prende il telecomando sul televisore e cambia canale. Tutti hanno un soprassalto).
VOCI VARIE
Che è?
Che è successo?
Perché?
Com’è finito?
(Benincasa, indulgente, riprogramma la telenovela. Tutti si riaddormentano. Benincasa si siede, apre un libro e si mette a leggere)
(SIPARIO)
QUADRO 4
(Il pomeriggio più tardi. Il cielo è diventato di un azzurro più intenso, vicino al grigio. La Signora Mendolìa è tornata a guardare fuori. Anche il Commendator Fosso è accanto alla finestra e guarda fuori. In proscenio è seduto Benincasa col suo libro.
La Signora Leoni fa la calza davanti alla televisione. Del Persico è alle prese coi francobolli. Visco è seduto accanto ai suoi Tè, col cappottone e lo sciarpone e con il cappello in testa, guarda avanti nel vuoto).
DEL PERSICO
Fa freddo.
SIGNORA LEONI
Eh, già!
DEL PERSICO
Ma si sente nell’aria quel vago odore non so bene di che, che mi fa sentire il senso della primavera che torna.
SIGNORA LEONI
Lo sento anch’io.
DEL PERSICO
(Con una vaga, inconfondibile allusività)
L’avrei giurato.
(Benincasa alza gli occhi dal libro, ha percepito questa lieve sfumatura)
SIGNORA LEONI
Davvero?
DEL PERSICO
Davvero.
SIGNORA LEONI
Mi fa piacere che si noti, perché fin da quando ero giovane questa è stata la mia stagione.
DEL PERSICO
Intende la Primavera?
SIGNORA LEONI
Eh, sì! Sentivo tutto il fascino del primo tepore. Ancora due a lilloinlà, poi uno a lilloinqua ... (Pernacchiette).
(Benincasa accavalla le gambe e si gira leggermente dando le spalle ai due)
DEL PERSICO
Perché anche lei è un animo sensibile come il mio. Ci ho fatto caso, sa?
SIGNORA LEONI
A cosa?
DEL PERSICO
Che anche lei prova emozioni simili alle mie.
VISCO
(Sbuffa seccato)
Ma quanto ci mette?
DEL PERSICO
Prego?
VISCO
Dica?
SIGNORA LEONI
Domani tiro fuori la roba di mezza stagione.
DEL PERSICO
Ah! Già me la immagino. Tutti toni sul rosa, il bianco velato...
SIGNORA LEONI
Prego?
VISCO
Dica?
DEL PERSICO
(alla signora Leoni)
No... mi riferivo ai vestitini che indosserà in Primavera.
SIGNORA LEONI
Tutti toni rosa.
DEL PERSICO
L’avrei giurato.
BENINCASA
(tra sé)
Anch’io...
VISCO
(Guarda l’orologio)
Ma guarda tu!
DEL PERSICO
Qualcosa non va?
VISCO
Dica?
DEL PERSICO
Prego?
BENINCASA
Ce l’ha con la moglie che fa tardi.
DEL PERSICO
Ah...
(Ma il tono di Benincasa lo convince poco, un’occhiataccia anche a lui e torna alla sua conversazione con maggior vigore)
E quindi, come le dicevo... Questa Primavera, se, magari...
SIGNORA LEONI
Tre a lilloinlà... (pernacchiette) Se magari?
DEL PERSICO
(A mezza bocca)
Se magari ci incontrassimo...
BENINCASA
(tra sè)
Brucia proprio le tappe!
SIGNORA LEONI
Non capisco.
DEL PERSICO
Incontrarci, volendo...
SIGNORA LEONI
(Alzando il tono)
Incontrarci, volendo? Non capisco, sa?
DEL PERSICO
(Imbarazzato da quell’alzamento di tono)
No!
(Parla guardandosi intorno e non si avvede che Visco si è avvicinato alla televisione frapponendosi così tra lui e la Signora Leoni) E perché incontrarci se già ci siamo incontrati? Però qualche volta, ci sono situazioni nella vita... (Si volta e si trova davanti la faccia attonita di Visco)
VISCO
Beh? Che c’è?
(Entra la Signora Visco tutta ripulita. Orecchini, cappello e cappotto col collo d’Astrakan. Vede il marito davanti alla televisione e passa all’attacco).
SIGNORA VISCO
E tu stai davanti alla televisione?
VISCO
Come sarebbe, “davanti alla televisione”? Io sono... Ma sai quanto è che...
SIGNORA VISCO
Tu, basta che chiacchieri, sei sempre contento!
VISCO
Come sarebbe a dire “Basta che chiacchiero”? Qua è almeno un’ora che aspetto, sei tu che...
SIGNORA VISCO
Chi, io? Ma chi ci sta davanti alla televisione?
VISCO
(Alzandosi)
Ah, perché ora sarei io? Ma guarda tu!
SIGNORA VISCO
Sì, guarda tu!
(Escono tutti e due)
(Pausa)
BENINCASA
(A Del Persico)
Comunque complimenti!
DEL PERSICO
(Urtato)
E perché, scusi?
BENINCASA
Perché fa sempre piacere accorgersi che c’è ancora qualcuno col gusto della vita.
DEL PERSICO
E bravo il nostro filosofo!
BENINCASA
Vagamente disturbato?
DEL PERSICO
Ma che dice? Ma quale disturbato!
BENINCASA
Eh, no. Un filo di disappunto lo si percepisce...
DEL PERSICO
Ma cosa dice? Ma quale disappunto?
BENINCASA
Che del resto è molto meglio così...
DEL PERSICO
Meglio cosa?
BENINCASA
(Accennando alla Signora Leoni)
La... Lei è troppo nuovo per sapere certe cose... Ma la... Ci siamo capiti? Con quell’aria che non capisce mai e invece capisce tutto...
DEL PERSICO
Abbassi la voce!
BENINCASA
E’ sorda dall’orecchio che la guarda... ma fa anche finta di non sentire, con quell’aria da svagata... e invece la sa lunga!
DEL PERSICO
Perché, che è successo?
BENINCASA
Il Professor Ravà. (Abbassando il tono) Le è letteralmente morto appresso.
DEL PERSICO
Appresso?
BENINCASA
Qualcuno insinua “addosso”.
DEL PERSICO
Addosso?
BENINCASA
La guardi. Dev’essere quell’aria ingenua. Un qualche cosa di indefinito che rende affascinanti le donne deficienti. Qualcosa che lei ha, senza saperlo. Qualcosa che noi uomini troviamo così desiderabile...
DEL PERSICO
Va’ beh, non esageriamo! Io sono un galantuomo e quindi...
BENINCASA
No, non si giustifichi.
DEL PERSICO
Ma chi si giustifica?
BENINCASA
E non si schermisca.
DEL PERSICO
Ma io non mi schermisco!
BENINCASA
Una ex bella donna, in fondo...
DEL PERSICO
Ma chi ci ha fatto caso?!
BENINCASA
Insomma, la faccia finita e lo dica che le va a sangue!
DEL PERSICO
Ma che termini sono? Ma come si permette? La faccia finita lei!
BENINCASA
Non si alteri, guardi che è sulla strada giusta! Le da retta! Se l’avesse approcciata cinquant’anni fa, a uno come lei , gli avrebbe fatto la radiografia, l’avrebbe liquidato con uno sguardo gelido da principessa asburgica, l’avrebbe infilato in un pedalino! Invece, la vede oggi? Giochicchia, dice si, dice no, si sente lusingata, fa la “Colombina...”
DEL PERSICO
Lei assolutamente inopportuno!
BENINCASA
Guardi che lei si sta prendendo una delle più grandi soddisfazioni di un uomo di settantanni: accorgersi che una di quelle stronzette che tanto l’ha fatto soffrire in gioventù , si è ridotta anche come un tartaruga! Cosa si può chiedere di meglio alla vita? E’ la nemesi dei suoi sentimenti!
DEL PERSICO
Non mi costringa ad essere scortese!
BENINCASA
Ma io la capisco! La tartaruga merita! Ha un suo fascino, un suo ... mistero! Cosa c’è oltre le pernacchiette? Quale dramma, esse celano? Gliel’ho detto, poi, che non è il primo a subire questo fascino, ad esserne irretito...
DEL PERSICO
Se crede di prendersi gioco di me...
BENINCASA
Ci sono dei precedenti, gliel’ho detto... e anche recenti, come precedenti. Per cui, come si dice? “Mal comune mezzo gaudio”... Cambiamo discorso.
DEL PERSICO
Ecco, cambiamo discorso! (Pausa)Ma davvero quello che diceva prima lei, le è morto...
BENINCASA
Come no! Lei che appartamento ha?
DEL PERSICO
Io? Il 32.
BENINCASA
Lo stesso di Ravà!
DEL PERSICO
(Sbiancando)
E che significa?
BENINCASA
Non mi dirà che crede alle cabale...
DEL PERSICO
Io?
BENINICASA
E’ una pura coincidenza. Una casualità, quindi non significa niente.
DEL PERSICO
Speriamo che nel mio caso...
BENINCASA
Lo vede che ci aveva fatto un pensierino?
DEL PERSICO
Ma quale pensierino, smetta di prendersi confidenza!
BENINCASA
E lei non si faccia suggestionare!
(pausa)
DEL PERSICO
Potrei chiedere il cambio di appartamento.
BENINCASA
Se le fa piacere. Ma a che serve allontanarsi?
DEL PERSICO
In che senso scusi?
BENINCASA
Eros e Tanatos non hanno confini!
DEL PERSICO
Ma che discorsi stiamo facendo?!
BENINCASA
Ecco, appunto come la penso io. Che discorsi stiamo facendo? Cambiamo discorso!
DEL PERSICO
No, sospendiamolo proprio!
(Pausa)
BENINCASA
Eh, lei mi deve perdonare, ma io, sarà l’età, il cervello che se ne va, ma ho il brutto difetto di fare pettegolezzi inutili.
DEL PERSICO
(Rincuorato)
Allora non è vero!
BENINCASA
Cosa?
DEL PERSICO
Tutta la storia di prima...
BENINCASA
Che Ravà corteggiava la... (Indica la Signora Leoni) E’ vero.
DEL PERSICO
E che ci è morto sopra?
BENINCASA
E’ vero che è morto...
DEL PERSICO
Nel mio appartamento...
BENINCASA
Vogliamo cambiarlo questo discorso?
DEL PERSICO
Addosso...
BENINCASA
Quando uno muore, muore, che differenza fa?
DEL PERSICO
E’ vero o no?
BENINCASA
Vero, non vero. La verità è come Dio: una e trina! (pausa) Lui stava al 32, il suo appartamento...
DEL PERSICO
(affermativo)
Eh!
BENINCASA
La... (Indica la Signora Leoni) Sta alla 33.
DEL PERSICO
Sì, lo so.
BENINCASA
Ce l’aveva proprio fatto un pensierino, eh?
DEL PERSICO
(Urtatissimo)
La smetta!!
BENINCASA
Ma perché se ne vergogna?
DEL PERSICO
Ma chi si vergogna?!
BENINCASA
Anche nella terza età, la sessualità è un diritto!
DEL PERSICO
Ma quale diritto!
BENINCASA
(triste) Già... (Sguardo significativo e breve pausa, poi tutto d’un fiato) L’hanno trovato stecchito sulla soglia della porta che collega i due appartamenti, mezzo di qua e mezzo di là!
(In quella la Signora Leoni solleva il lavoro a maglia per vederlo meglio. Pernacchiette. Del Persico prende una pillola per la pressione)
(SIPARIO)
QUADRO 5
(Il sipario si apre su un rosso, grande tramonto, che invade tutto il grande cielo. La televisione perennemente in funzione, trasmette la musichetta di una di quelle trasmissioni che caratterizzano il prima di cena.
La Signora Mendolìa, sola, guarda lontano e parla chissà con chi. Il cielo si iscurirà piano piano, fino alla notte).
SIGNORA MENDOLIA
E allora? E se la minestra si fredda? Mangio se ho fame e quando mi va. Ma perché insisti? Ma perché? Non ci vado, no! Se ho detto che non ceno, non ceno. Perché, quella lì è cena? Ma fammi il piacere, stai zitto, va’! La minestra che facevo io, quella era cena! Dopo, sai che faccio? Vado di sopra e mi cucino da me. Vedrai se non ceno come dico io.
Avete fame? Con quella roba nei piatti vi viene fame? E allora andate, andate a cena. Giusto? Quei semetti che fanno la pappa nel piatto. Quell’odore di bucce di mela dappertutto. A me così la fame mi passa, non mi viene.
A casa la sera, quando c’era la minestra, l’odore era di minestra. Con l’estratto di carne, oppure con brodo di pollo, a Natale col cappone. La mangiavi calda calda, con tanto formaggio dentro, che restava tutto pastoso, attaccato al fondo del piatto. Buono, eh?
E perché, la pasta e patate? Mi veniva bella densa. Tu aspettavi un po’ e la facevi freddare, perché calda com’era non si poteva mangiare. Allora si formava sopra il piatto una pelle leggera leggera. E tu scansavi tutti i pezzi di pomodoro, perché ti facevano schifo. E non ho mai capito perché. Ti facevano schifo i pezzi di pomodoro dentro la pasta e patate e poi, invece, ti piaceva la zuppa di pomodoro. Ah, ma perché lì erano passati. Ci stavo tutto il pomeriggio a passare i pomodori freschi, perché a te e a tuo padre, sennò non piacevano. Però, poi quando ci mettevi dentro il pane abbrustolito in quella zuppa di pomodoro, ti rifacevi lo stomaco.
Ma come mangi ora, come mangi?
E la pasta e fagioli? E la pasta e fagioli fredda? Col pane dentro? E la polenta? Mamma, quanta ne mangiava tuo padre! Sempre esagerato, quello. sprocedato, senza limite! Se non c’ero io che lo fermavo quello scoppiava di polenta.
E ora come mangi la pasta e fagioli? Eh? Come la mangi? E che quella è pasta e fagioli? Ma stai zit... Ma stai...! Quella lì pasta e fagioli? No. Non si fa così. Se viene di quel colore lì, vuol dire che non è venuta bene. E che ci posso fare io? E che l’ho fatta io? No è venuta bene, no! Ma neanche per idea! Troppo chiara. Si vede a occhio. Troppo. Più tirata deve venire, così sembra acqua sporca.
E quando a casa c’era pasta e fagioli, l’odore era di fagioli. E quando c’era pasta e ceci, l’odore era di rosmarino dappertutto. E quando facevo la pasta coi broccoli, lo sentivi fino dalle scale che a casa c’erano i broccoli e arrivavi alla porta di casa con la lingua di fuori e un appetito che sembravi un lupo famelico.
E poi il secondo! Ma come mi veniva lo spezzatino con i piselli? E come mi venivano i nervetti al sugo? E quelle frittate? Le facevo con tutto, le frittate! E sai perché lo spezzatino coi piselli mi veniva bello tirato? La conserva di pomodoro, ora te lo posso dire...
L’unica cosa che non mi veniva mai era la fettina. Sempre stoppacciosa, dura come la suola di una scarpa. Ma perché la fettina non mi piace. Cos’è quel pezzo di carne fino come un’ostia, che lo metti nel piatto ed è diventato la metà?
E a casa tua? Com’è ora a casa tua? Se non c’è come qui odore di buccia di mela, poco ci manca. Perché non è così? Lo sai...
No, lo sai benissimo che è così... Non insistere. A me fa venire le forze di stomaco l’odore di buccia di mela!
E a forza dello stesso odore ti sarai dimenticato del baccalà, dei maccheroni con le sarde, dello sformato, del bollito... i peperoni ripieni... Tè, s’è fatta un’altra volta notte.
(SIPARIO)
FINE PRIMO ATTO
ATTO SECONDO
QUADRO 6
(E’ sera, dopo cena. Tutti sono seduti a grappolo davanti alla TV. Direttamente sotto lo schermo, Visco e Fosso, dietro tutti gli altri, manca solo Benincasa. La TV trasmette un vecchio film americano. Dopo breve pausa, il Commendator Fosso, che stringe il telecomando come se fosse uno scettro, cambia proditoriamente canale).
TUTTI IN CORO
Noooo!
VOCI SPARSE
Ma insomma!
Rimmettete il film!
Avanti!
Ogni sera la stessa storia!
DEL PERSICO
Commendatore! Che sia chiaro, le serate le voglio passare in santa pace.
FOSSO
Sssshhh!
DEL PERSICO
Ma quale silenzio! Mi dia quell’aggeggio!
(Prova a prendere il telecomando dalle mani di Fosso, che lo trattiene con forza).
SIGNORA VISCO
Lasci perdere.
SIGNORA LEONI
Poverello, lo vede com’è ridotto?
SIGNORA VISCO
Lasci perdere.
(Fosso riprogramma il film)
TUTTI IN CORO
Oooooh!
SIGNORA VISCO
Visto?
SIGNORA LEONI
Non lo fa apposta.
SIGNORA VISCO
(Indicando lo schermo)
Chi è quella?
VISCO
Mirna Loy!
(Fosso, senza pietà ricambia programma)
TUTTI
Noooo!
DEL PERSICO
Ancora?
SIGNORA LEONI
Commendatore!
SIGNORA VISCO
E faccia il bravo!
DEL PERSICO
Ma siamo ai limiti dell’affronto!
SIGNORA LEONI
Ci vuole pazienza.
DEL PERSICO
Pazienza? Ma quale pazienza? (A Fosso) Rimetta immediatamente il film!
SIGNORA LEONI
Tanto non dà retta.
DEL PERSICO
Non dà retta? Qua!
(Strappa il telecomando dalle mani di fosso).
FOSSO
(Quasi facendo il labbruccio)
Oh!
DEL PERSICO
Zitto e mosca!
(Comincia a premere tasti, uno dietro l’altro. Il televisore fa di tutto. Più alto il volume, più basso, più forte la luce, meno contrasto, altri diecimila canali)
SIGNORA VISCO
No! Così ci assorda!
SIGNORA LEONI
Abbassi!
DEL PERSICO
Fosse facile. Ecco!
SIGNORA VISCO
Così abbassa la luce, ecco, ecco che se ne va...
SIGNORA LEONI
Sparita.
DEL PERSICO
Quindi se lo premo al contrario...
SIGNORA VISCO
Così fa le righe.
DEL PERSICO
(Scuotendo il telecomando)
E razza di...
SIGNORA LEONI
Ecco, così, prema ancora due tre di quei tasti sopra. Uno due...
VISCO
Mirna Loy!
DEL PERSICO
(Ridà il telecomando a Fosso)
E guai a lei se lo tocca, capito?
SIGNORA LEONI
Che modi, però. Perché alza la voce?
(Il film scorre tranquillamente)
SIGNORA VISCO
Questo quale è?
SIGNORA LEONI
Quello che loro due si devono sposare, ma lui deve risolvere un caso urgente.
SIGNORA VISCO
Che lui trova una scusa.
SIGNORA LEONI
E lei fa finta di crederci.
SIGNORA VISCO
E invece è gelosa fradicia.
SIGNORA LEONI
E il cagnolino trova il cadavere.
SIGNORA VISCO
(Al marito)
Ti ricordi? L’abbiamo visto a casa di Vitalina.
VISCO
Ma quando? A casa di Antonio!
FOSSO
Ssssssh!
DEL PERSICO
Bella donna!
SIGNORA LEONI
Prego?
DEL PERSICO
La Loy. Che donna! Nel senso: che attrice.
SIGNORA LEONI
Eh, sì...
(Fosso ricambia canale)
DEL PERSICO
(Coi capelli ritti in testa)
Lo ha rifatto!
SIGNORA VISCO
(A Del Persico)
E via, stia calmo!
DEL PERSICO
Lo ha rifatto! Lo ha rifatto!
SIGNORA VISCO
Non si agiti così!
DEL PERSICO
Lo fa apposta! Ci fa i dispetti!
SIGNORA LEONI
Gliel’ho detto, non lo fa apposta, è come un bambino.
DEL PERSICO
E allora come un bambino va trattato!
SIGNORA VISCO
Però stiamo calmi!
SIGNORA LEONI
Calmi...
DEL PERSICO
Ma questo qui a forza di cambiare canale ci fa venire le convulsioni! Io sono qui per riposarmi, non per farmi venire il delirium tremens! (A Fosso) Avanti, rimetta subito Mirna Loy, obbedisca, non mi faccia perdere la pazienza! Lei non lo sa cosa divento quando mi arrabbio!
BENINCASA
(Entrando in scena)
Cosa cela l’animo di un pacifico collezionista di francobolli.
DEL PERSICO
Non s’impicci!
BENINCASA
Io ho risolto il problema rinunciando alla TV. Se ne può fare a meno, mi creda.
DEL PERSICO
Mi lasci in pace, Professore! Non sopporto che mi si cambi canale sotto il naso!
SIGNORA LEONI
Commendatore, da bravo, rimetta il programma di prima.
DEL PERSICO
Ma quale bravo! Lo rimetta e basta, senza storie!
BENINCASA
E’ inutile...
DEL PERSICO
Inutile un corno!
SIGNORA LEONI
E’ davvero inutile!
SIGNORA VISCO
In che lingua dobbiamo dirglielo?
SIGNORA MENDOLIA
(Si alza e se ne va a letto)
Ma vaffangulo...
(Esce. Del Persico resta di sasso)
BENINCASA
Ha capito, adesso?
DEL PERSICO
E’ una cosa che mi fa uscire di senno!
SIGNORA VISCO
Commendatore!?
BENINCASA
L’impatto. E’ l’impatto che la fa uscire di senno...
DEL PERSICO
Di cosa parla?
BENINCASA
L’effetto dell’impatto! Qualsiasi animale, spostato da un habitat ad un altro habitat, per prima reazione alla sua paura, s’infuria e passa all’attacco. Pensi ad un leone portato dalla savana in uno zoo. Dopo una prima reazione di smarrimento, quando si accorge dei limiti che gli sono imposti, nonostante la sua gabbia sia confortevole, addirittura senza sbarre, nonostante mangi tre volte al giorno e carne di prima scelta, si lancia inferocito su tutto ciò che gli si muove davanti. Poi, passato l’effetto dell’impatto, si avvilisce constatando la sua impotenza... e alla fine si adatta e trova anche dentro la sua giungla finta degli attimi veri: buon sonno, cibo, tranquillità, forse anche momenti pienamente felici. E come i leoni, le gazzelle, i rettili, le farfalle, i topolini bianchi, così succede a tutti gli esseri viventi. Noi uomini non siamo un’eccezione.
DEL PERSICO
Tutto questo pistolotto per volermi dire che?
BENINCASA
Ancora stordito e impaurito per l’effetto provocato dal’impatto del primo giorno, lei reagisce attaccando. L’effetto dell’impatto.
DEL PERSICO
Ma lasci perdere! Io non sono né impaurito, né stordito. Non conosco la paura...
(Gesto di sufficienza di Benincasa)
DEL PERSICO
Sette anni di guerra, due campagne, un anno di prigionia...
(Altro gesto di sufficienza di Benincasa)
DEL PERSICO
(Alzando la voce stizzito)
E non ho mai attaccato nessuno!
BENINCASA
E allora che guerra ha fatto?
SIGNORA VISCO
Vedrete che a me dà retta. Commendatore? Mi dà un momento il telecomando? (Fa a Fosso il sorriso più sdolcinato e seduttore di cui sia mai stata capace)(Fosso cede subito e le dà il telecomando)Ecco,bravo, così.
BENINCASA
Circe!
SIGNORA VISCO
Ci vuole pazienza.
(La Signora Visco cerca il canale giusto)
SIGNORA LEONI
Domani gli procuriamo un telecomando rotto, così lui si sfoga tranquillo e noi ci guardiamo in pace...
(La Signora Visco piazza di nuovo il film americano)
VISCO
...Mirna Loy!
DEL PERSICO
Oooh! (A Visco) Ottimo suggerimento signor...
VISCO
Visco!
DEL PERSICO
Già, Visco.
VISCO
(Senza mollare gli occhi dallo schermo)
Piacere.
DEL PERSICO
Ho già capito che qui bisogna farsi rispettare, bisogna.
BENINCASA
Io ho un nipotino.
DEL PERSICO
Non ci si crederà che perché sono l’ultimo arrivato... Domenica torno a casa e prendo il 12 pollici e... (A Benincasa) Che c’entra suo nipote?
BENINCASA
Insomma, ora, come nipotino è un po’ cresciuto, ventiquattro anni... Ma quando a tre mesi di vita lo vidi per la prima volta davanti alla televisione accesa, capii tutto. Le reazioni erano quelle di una scimmia davanti a uno specchio deformante in un luna park.
DEL PERSICO
Perché lei ha visto una scimmia davanti a uno specchio deformante in un luna park?
BENINCASA
No. (Breve pausa) Però ho visto la faccia del mio nipotino davanti alla televisione: pari pari. Ragazzi, nessuno gioca a carte?
SIGNORA VISCO
Io sto in coppia con lei!
SIGNORA LEONI
Se giochiamo a briscola ci sto anch’io!
(SIPARIO)
QUADRO 7
(Il sipario si apre, ma la scena rimane al buio. Solo il chiarore leggero delle stelle illumina in controluce le sagome dei personaggi. Visco e Fosso sono ancora davanti alla televisione. Seduti al tavolo al centro sono Benincasa e la Signora Visco uno di fronte all’altra e Del Persico e la Signora Leoni, anch’essi seduti l’uno di fronte all’altra).
SIGNORA VISCO
Che è successo?
VISCO
Che è?
DEL PERSICO
Fermi tutti!
SIGNORA LEONI
Perché siamo al buio?
BENINCASA
E’ andata via la luce.
DEL PERSICO
Chiamiamo l’inserviente.
VISCO
Vado io!
(Si alza troppo precipitosamente e urta in pieno il tavolo dove i quattro stanno giocando a carte).
SIGNORA VISCO
Attento!
DEL PERSICO
Le carte!
BENINCASA
E’ solo andata via la luce!
SIGNORA LEONI
Ora si saranno tutte mischiate!
DEL PERSICO
Dov’è l’interruttore?
BENINCASA
In cantina.
DEL PERSICO
Molto bene! Finché non la riattivano restiamo tutti seduti ai nostri posti. Siamo realisti e cerchiamo di ricordare che guaio potrebbe essere per noi uno scivolone.
VISCO
Femore rotto!
DEL PERSICO
Ecco, per l’appunto, (A Visco). Quindi lei se ne torni al suo posto.
VISCO
(Fermo dritto in piedi)
E’ una parola!
DEL PERSICO
Inserviente!
SIGNORA VISCO
(Al marito)
Avanti, girati!
VISCO
Eh?
DEL PERSICO
(In tono quasi militare)
Deve semplicemente girarsi sui tacchi e percorrere la stessa traiettoria che ha percorso poco fa.
VISCO
Capirai...
BENINCASA
E’ andata via la luce!
DEL PERSICO
(A Benincasa) Inserviente! Non si preoccupi, so quel che faccio. (A Visco) Si è girato?
VISCO
Ancora no.
DEL PERSICO
Cosa aspetta?
VISCO
Così?
(Si gira su se stesso)
DEL PERSICO
Ora si allontani, curando di tenere un passo dietro l’altro...
(Visco fa cadere ancora tutto quello che incontra sul suo percorso)
SIGNORA LEONI
Attento al giradischi!
SIGNORA VISCO
Che tonto!
VISCO
Ma quale tonto, io voglio vedere a voi!
BENINCASA
Perché vi scaldate tanto?
DEL PERSICO
Le ho già detto che...
BENINCASA
Lei, soprattutto!
DEL PERSICO
Ce l’ha con me?
BENINCASA
Si ricordi dell’effetto dell’impatto.
DEL PERSICO
Ma la faccia finita di dare consigli!
VISCO
A me mi scappa, c’ho la prostata!
BENINCASA
Visco!
VISCO
Presente!
BENINCASA
Buono lì, tra poco tutto passa.
VISCO
E chi si muove?
BENINCASA
Fermo e sull’attenti.
DEL PERSICO
Lei mi fa venire i nervi!
BENINCASA
Io?
DEL PERSICO
Sì, lei. Sembra non rendersi conto del problema. Per lei un inconveniente come questo è cosa da nulla? Capirei se fossimo ragazzini, se potessimo muoverci agevolmente, se potessimo ancora saltare o correre...
BENINCASA
Sì. Andare in bicicletta, giocare a “Chiapparella”...
DEL PERSICO
Non faccia lo spiritoso! Stiamo parlando di gente anziana, che così al buio potrebbe anche rompersi un femore!
BENINCASA
E allora, se se ne rende conto, perché si agita tanto?
DEL PERSICO
Sto solo pensando a risolvere la cosa in modo logico.
BENINCASA
La logica del femore rotto!
DEL PERSICO
Quella è la sua logica, che se ne sta lì inerte!
BENINCASA
Non sono inerte. Sono rilassato e non provo paura.
DEL PERSICO
Perché, io ho paura?
BENINCASA
Si! Perdio!
DEL PERSICO
E di cosa? Perlamadonna?!
BENINCASA
Del buio!!
(pausa un silenzio agghiacciante)
DEL PERSICO
Non si permetta di darmi del pauroso!
BENINCASA
E lei come la chiama questa agitazione?!
DEL PERSICO
Previdenza! E spirito organizzativo!
BENINCASA
E allora vuol dire che li ha uno spirito organizzativo pauroso!
SIGNORA VISCO
(Bisbiglia all’orecchio della Signora Leoni)
BENINCASA
Prego?
SIGNORA VISCO
Dice a me?
BENINCASA
Era diretto a me il bisbiglio?
SIGNORA VISCO
Ma che dice?
BENINCASA
Signora Visco, mi spiega una cosa? Approfittiamo del buio per dirci la verità.
SIGNORA VISCO
Che ho fatto, ora?
BENINCASA
Perché, se le sono tanto antipatico...
SIGNORA VISCO
Chi? Lei a me?
BENINCASA
Sì. Io a lei.
SIGNORA VISCO
Ma nemmeno per sogno!
BENINCASA
Io le sono antipatico! Le sono antipatico, perché chiacchiero? No! Perché sono invadente? No! Perché sono pettegolo? Nemmeno! Le sono antipatico perché ci contendiamo gli stessi spazi. Prima di incontrare me, lei credeva di essere l’unica ad essere chiacchierona, invadente e pettegola! Io la offusco!
SIGNORA VISCO
Ma di che parla?
BENINCASA
Questa è la verità, cara la mia Signora Visco! Io la sovrasto con la mia mole dialettica da vecchio rincoglionito! E non creda, se fossimo stati giovani, sarebbe stata la stessa cosa! Non avrebbe sopportato il fatto che la mia lingua sarebbe stata più grande della sua!
SIGNORA VISCO
Perché, io sono chiacchierona?
BENINCASA
E come fa, con me presente? Ubi maior mimor cessat! Tuttavia, c’è un qualcosa di cui proprio non mi capacito, e lei sola può sciogliere il mistero.
SIGNORA VISCO
Io?
BENINCASA
Perché, vorrei sapere, se le sono tanto antipatico, desidera sempre fare coppia con me a briscola?
SIGNORA VISCO
Che c’entra?
BENINCASA
E’ una sorta di contorsione psichica la sua! Mi strozzerebbe, se potesse, ma come mi fa preciso l’occhietto quando ha un carico, è sorprendente. Rapida, zac! Al momento giusto! Altrettanto quanto sono preciso io a farle spalluccia quando mi entra il gobbo. E’ a segni che ci intendiamo noi due! A pelle i nostri istinti sono un sol corpo. Tutto questo mi fa venire un sospetto. Mi dica la verità, io le piaccio?
SIGNORA VISCO
Eh?
BENINCASA
Mi dica, le piaccio?
SIGNORA VISCO
Ma che dice? Se la sente mio marito!
VISCO
La prostata!
BENINCASA
Buono Visco!
VISCO
Mi scappa!
BENINCASA
Niente paura...
DEL PERSICO
Le ho già detto che non ho paura!!
(SIPARIO)
QUADRO 8
(Il sipario rimane chiuso nel buio totale ed in proscenio si accende un fiammifero alla luce del quale appare la faccia impaurita di Del Persico. Sta scendendo in cantina per riaccendere l’interruttore. Cammina piano, avanzando lentamente. Poi, scende effettivamente dal palco, qualora in teatro questo sia rialzato e vi siano ovviamente le scalette. In caso contrario potrà eseguire la scena seguente sempre al buio appoggiandosi alle pareti.)
DEL PERSICO
Piano, fare piano. Anzi, strusciare i piedi (Si spegne il primo fiammifero) Quanti me ne resteranno? (Scuote la scatoletta dei fiammiferi ed il rumore che ne esce non lo conforta) Oh! Speriamo che bastino. Di dove si passa? Ah, ecco. Quella in fondo dovrebbe essere la scala, vediamo, si... (Si avvia. Neanche un passo e calpesta qualcosa che fa un rumore secco) Alt! Chi è? Fermi! Ma cos’era? Un fendente che mi ha sfiorato, un... (Sente ancora qualcosa col piede) Oh, no! Cos’è? Un morbidiccio sotto i piedi, un umido schifoso come di un topo morto... Ah, che schifo... (Con un fiammifero illumina i propri piedi). Straccio e spazzolone! Ah! Mi è andata anche bene. Potevo darmelo in testa, potevo fare uno scivolone. Ma che si lascia la roba in giro così? Si ripongono al loro posto, le cose!! E domani mi sentono! (E’ arrivato alla scala) Vediamo... Oh... E’ a chiocciola. Chiocciola chiocciola, basta un piede in fallo e addio Del Persico Achille. Povero Achille mio... (Si avvia lungo la scala) Un passo dietro l’altro e... (Si ferma. Il gioco dei fiammiferi sarà a discrezione dell’attore). Ma dove sono capitato? Ma cosa ho da spartire io con questi quattro vecchi rimbecilliti? Cadaveri ambulanti! E io... Io sarei... Sarei come loro? Io sarei?... Ma fammi il piacere! Ma non mi sento come loro! Io sento ancora lo “spirto guerrier ch’entro mi rugge!” No. Io domani... Via, a casa. A casa! Ho sbagliato momento, è troppo presto. Una scelta fuori luogo, bisogna riconoscerlo. Capita, succede.
(Il sipario si è lentamente riaperto. Restando sempre al buio. Gli altri personaggi sono tutti rimasti al loro posto, in attesa che la luce ritorni).
BENINCASA
(Gridando a Del Persico)
Allora?
DEL PERSICO
Sto procedendo!
BENINCASA
Ecco, proceda più in fretta!
DEL PERSICO
Calma! (Tra sé) Protestano! Quel professore è proprio irritante! Ma chi crede di essere? Per chi mi ha preso? E io lo dovrei sopportare finché campa? Lasciamo perdere, lasciamo perdere! Lui, le sue chiacchiere e l’effetto dell’impatto!Forse siamo alla fine, mi sembra l’ultimo. Oh... Ooooh! (Inciampa e quasi cade). Il penultimo era, maledizione! Ma perché così complicate le fanno, le case? Comunque siamo al fondo... Al fondo... Dunque, dicevano a destra in fondo alla scala, no, a sinistra, in fondo... (Gridando a quelli di sopra) Ooooh! Mi sentite?
BENINCASA
Cosa c’è? Non gridi, non sono sordo!
DEL PERSICO
A destra o a sinistra?
SIGNORA LEONI
In fondo alla scala a sinistra!!
DEL PERSICO
Non gridi, non sono sordo! (Tra sé) Domani mi sentono!
BENINCASA
Ricevuto?
DEL PERSICO
Forte e chiaro!
BENINCASA
Passo e chiudo!
DEL PERSICO
Quanti metri all’incirca?
BENINCASA
E chi lo sa? Sempre dritto!
DEL PERSICO
Calmo, Benincasa, molto calmo! Io già sono nervoso per conto mio! (Urta contro qualcosa con grande fragore) Ma lasciano sempre tutto in mezzo, qui? Io domani me ne vado. Così come sono venuto, io mi defilo.Angela, mi dispiace, capirà. Vuol dire che con la stanza del pupo ci arrangeremo, che del resto, piccino com’è, ancora ha tanto bisogno della mamma che... E anche Enzo, adesso mi dimostrerà che quell’aria da genero modello, non era solo apparenza. Sì va bene, me ne sono andato “mea sponte”... E altrettanto “mea sponte” ritorno... E guai a chi mi ferma!Ma cosa mi è saltato in mente di fare? Per lasciare liberi loro, mi incateno io? Mi segrego? Che principio è? Oltretutto, loro, direttamente non mi hanno mai detto niente.Qualcuno mi ha mai detto “scansati” o “vai via”? Nessuno. Sono io, che viste le esigenze create da quel meraviglioso fagottello... ho detto “Largo ai giovani! La vita è tutta davanti a loro!”... E ho scelto la strada dell’esilio volontario. (Pausa di riflessione) Già, ho fatto tutto da solo. Mi sono sentito d’ingombro, mi sono autoeliminato tutto da solo. Ma che mi è preso. Una specie di masturbazione mentale!...No, no. Anche Enzo una volta mi ha dato un’occhiata che... E Angela un’altra volta, mentre dava la poppata a quel mezzo mostriciattolo urlante, quella quintessenza della prepotenza umana, lei sembrava con gli occhi volermi dire, comunicarmi, trasmettermi, come un disagio... Basta! Basta! Poche fantasie. Come al solito voglio sempre vedere il male anche dove il male non c’è. Domattina di buon’ora le valigie, una telefonata e via, sulle ali della prima corriera! Al diavolo l’aria salubre della collina, gli aromi del tè, le chiacchiere inutili e tutte quelle pernacchiette! “Cari ragazzi, sapete quanto vi amo e vi apprezzo. Quanto io sia nel vostro cuore, ma ora voi entrate nel mio e ridatemi la mia camera. Tanto non ci sono mai. Tra Napoli, Fiuggi, qualche viaggetto sparso, è più il tempo che sono in giro di quello che sono a casa. E quando ci sono, io e i miei francobolli a chi diamo fastidio?” No. Non ci sarà bisogno. Una telefonata e Angela...Ma dove li cacciano gli interruttori quegli intruglioni degli elettricisti?... Ma dove lo hanno messo? Una cosa che serve al buio, perché uno, un interruttore generale non lo cerca quando la luce funziona, lo cerca ovviamente quando la luce non funziona e quindi lo si dovrebbe trovare collocato in luogo ben raggiungibile anche al buio ed accessibile senza sforzi, tutto pieno di freccette fosforescenti!... E invece, nei reconditi anfratti lo mettono! Dietro angoli impossibili! nelle cripte!
BENINCASA
Ehi, laggiù!
DEL PERSICO
Che c’è?
BENINCASA
Perché ci mette tanto?
DEL PERSICO
Perché mi mette fretta?!
BENINCASA
Perché è buio!
DEL PERSICO
Ah! E poi ero io ad avere paura del buio!
BENINCASA
Veloce!
DEL PERSICO
Benincasa! Non sto ai suoi ordini!
BENINCASA
Pensi alla prostata di Visco !
VISCO
Nun la nominà! Stronzo!
DEL PERSICO
Ci sono quasi! Pochi passi!... (tra sé) E alla peggio, se mi dicono no, io li metto davanti al fatto compiuto. Voglio vedere, se mi trovano davanti alla porta di casa e mi rispediscono qui. E se tentano di rispedirmi qui, faccio una tragedia, una piazzata! Non ho mai gridato in vita mia, questa volta grido. L’uomo tutto d’un pezzo è vecchio. Vecchio! Vecchio, non morto, che c’è una bella differenza. E’ vecchio e ha una montagna di francobolli da mettere a posto.Io... io mi butto per terra. Mi dispero, piango! Al diavolo il mito del reduce dal fronte, l’eroe!Supplicherò, perderò ogni ritegno, mi rotolerò per terra!Un vecchio?... Già sono vecchio.Voglio vedere se un vecchio che piange... disperatamente non commuove. Altrimenti, bastonate sul groppone a tutti, io di casa mia non mi muoverò! Via, via... Via! Ma non ce ne sarà bisogno. Domani una telefonata ed Angela si precipiterà qui. Oh! Ecco, ecco l’interruttore. E ora facciamo attenzione, perché quegli intruglioni di quegli elettricisti, li inguattano così bene al coperto, ma poi ti lasciano i fili scoperti e...
BENINCASA
E’ ancora vivo?
DEL PERSICO
Zitto!... Un dito, solo la punta di un dito...
(Tremante, con la punta del dito fa scattare l’interruttore. Si sente un “clik” e la luce sul palcoscenico ritorna)
TUTTI DI SOPRA
Oooooh!
(Visco esce di corsa a gambe larghe)
BENINCASA
Bravo, torni su!
(In cantina Del Persico è rimasto al buio)
DEL PERSICO
Non ho bisogno dei suoi complimenti!
BENINCASA
Come non detto!
DEL PERSICO
Arrivo! Dove accendo la luce, qui?
BENINCASA
Quale luce? Nella cantina non c’è luce!
DEL PERSICO
Come? Ci mettono l’interruttore e non ci mettono la luce?!
BENINCASA
Attento piuttosto, perché laggiù lasciano sempre tutto in giro!
DEL PERSICO
Me ne sono accorto da solo!
BENINCASA
Scattare!
(Il tono di Benincasa irrita Del Persico, che tra sé mugugna)
DEL PERSICO
No lo sopporto, non lo sopporto!
BENINCASA
Avanti, che facciamo un giro a carte e ce ne andiamo a letto! E risalendo stia attento al secondo scalino, è rotto!
DEL PERSICO
Il secondo? Vuole dire il penultimo a scendere?
BENINCASA
Bravo, proprio quello!
DEL PERSICO
No! Questo è troppo! Per venire quaggiù sono inciampato dappertutto! Mi trattate come un cretino! Ma con chi credete di...
BENINCASA
Si sbrighi, sennò viene il “Babau”!
DEL PERSICO
(Ripercorrendo tutto il tragitto per tornare di sopra, inciampando ancora nel buio dappertutto, ma con una determinazione violenta ad uscirne, come una fuga).
La verità è che tu, spocchioso quattrocchi vuoi farmi saltare i nervi! Stai facendo di tutto! Ce la stai mettendo tutta per divertirti alle mie spalle!
BENINCASA
Come?
DEL PERSICO
Vuoi mettermi paura? Vuoi vedermi tremare? Vuoi giocare con la burbetta appena arrivata, come sotto le armi?
BENINCASA
Avanti, si sbrighi, non faccia le bizze!
DEL PERSICO
Ti sei inacidito a forza di startene qui, ti sei incattivito, brutto vecchiaccio! Schifoso! Pettegolo! Occhi di rospo! Tanta è l’invidia che chi viene fresco fresco dal mondo dei vivi va punito, torturato! Chissà con quanti altri avrai giocato così! Ecco perché è morto Ravà!
SIGNORA LEONI
Che dice?
BENINCASA
No, nulla...
SIGNORA VISCO
Ma cosa fanno, litigano?
BENINCASA
(A Del Persico)
L’effetto dell’impatto!
SIGNORA LEONI
No, litigare, no! Litigare no! Litigare no! Litigare no!
DEL PERSICO
Falla finitaaaa! Falla finitaaa!
BENINCASA
(Fa un cenno come per dire “E’ impazzito”)
SIGNORA VISCO
Che gente!
SIGNORA LEONI
Basta! Basta! Basta!
DEL PERSICO
Me ne vado! Domattina me ne vado! Faccio le valigie e sparisco!
BENINCASA
Calmo!
DEL PERSICO
Me ne torno a casa, io che posso! Perché io posso! Possoooo!
BENINCASA
Dov’è arrivato Del Persico?
SIGNORA LEONI
(Spaventata si tappa le orecchie con le mani)
Perché grida? Non gridate!
DEL PERSICO
Sono fuori, sono vivo! Vivo! E vi seppellirò tutti, maledetti vecchi! Non resterò qui a lambiccarmi il cervello per sapere come sarà, quando avverrà, supplicando il buon Dio che sia nel sonno, senza dolore. Vado via! Via!
Capiranno, mi capiranno! E gettandomi le braccia al collo mi baceranno e diranno: “Nonno è tornato, finalmente!”
( è tornato nel soggiorno)
BENINCASA
(scattandogli sotto il naso come una belva)
E basta con questa retorica maledetta! Quale nonno! Chi si crede di essere? Lei è più nonno di noi? Più padre, madre, più compreso di noi?! Lei non se ne andrà! Mai!! E si sbrighi ad adeguarsi! Perché queste è la sua nuova vita! Qui, è rinato!
SIGNORA LEONI
Aspetti come facciamo noi, che non c’è niente da vergognarsi.
(Del Persico resta raggelato da queste parole. Un attimo di silenzio)
BENINCASA
Sentito che c’è dietro le pernacchiette?
(SIPARIO)
QUADRO 9
(Il sipario si riapre, la scena è vuota ed è sempre notte. Il buio è rotto solo dalla luce della televisione ancora accesa, davanti al quale Visco e Fosso sono ancora con gli occhi sbarrati. Entra la Signora Leoni in vestaglia e con la retina in testa. Afferra la sedia a rotelle e porta Fosso a letto).
VISCO
Mirna Loy....
FOSSO
(Mentre esce)
Grande fica!
(SIPARIO)
QUADRO 10
(Sul sipario ancora chiuso si sente di nuovo la musichetta della trasmissione del mattino. Il sipario si apre ed è di nuovo giorno. La Signora Mendolia è ancora al suo posto. Entra anche la Signora Visco. Ciò che è accaduto la sera prima ha sconvolto tutto e anche i rapporti sono cambiati, per cui niente parole e saluti. Come se restassero nelle gole. La Signora Mendolia, che non era presente, dà però un’occhiata significativa alla Signora Visco, che va a sedersi al suo posto.
Entra Visco, che esegue anche stamattina la sua rituale distribuzione di doni. La moglie lo guarda, ma non osa fiatare. Visco posa il solito giornale per Benincasa, la rivista per la Signora Leoni, si siede e si rialza andando a prendere nella tasca del cappotto la solita bustina di tè. Entra la Signora Leoni, lascia rapidamente Fosso davanti alla TV e va accanto alla Signora Visco).
SIGNORA LEONI
Mantiene la promessa, se ne va.
SIGNORA VISCO
Il collezionista?
SIGNORA LEONI
Stamattina presto l’ho sentito che si dava un gran da fare in camera sua. Armadi che si aprivano e si chiudevano, rumori di serrature di valigie.
SIGNORA VISCO
Non scherzava.
SIGNORA LEONI
Non ha nemmeno fatto colazione.
SIGNORA VISCO
Bravo! Alla faccia di quello spocchioso rompiscatole, che un giorno o l’altro...
(Entra Benincasa)
BENINCASA
Buongiorno.
(Si siede al suo posto e apre il giornale)
SIGNORA LEONI
(a Benincasa)
Ha fatto le valigie.
BENINCASA
Come? (Poi ricordandosi) Ah! Il neofita...(Pausa) E dove va?
SIGNORA LEONI
E chi lo sa? Non ha nemmeno fatto colazione.
BENINCASA
(Avvedendosi che tutti lo guardano)
Beh? Che c’è? Non vorrete dire che è colpa mia!
SIGNORA VISCO
E chi ha parlato?
(Con una smorfia Benincasa passa a leggere il giornale)
SIGNORA LEONI
Forse un po’ di esagerazione...
BENINCASA
Io?
SIGNORA LEONI
Una persona così sensibile...
BENINCASA
Ma perché, che ho fatto?
SIGNORA LEONI
Si sarà sentito aggredito...
BENINCASA
Addirittura? Io cercavo solo un po’ di confidenza.
SIGNORA LEONI
Ma forse con una persona così riservata...
SIGNORA VISCO
Che non guasta mai...
BENINCASA
Oh, insomma, facciamola finita! Se si può permettere di andarsene a casa buon per lui. Tutti noi lo faremmo se potessimo! Anche a noi farebbe piacere essere a casa con nipoti, generi e nuore, grandi famiglie di cui potremmo essere patriarchi. Chiacchiere. Anche per lui qualcosa non ha più funzionato, altrimenti non sarebbe nemmeno venuto qui. Se ne va? Tanto meglio!
(Si rinasconde dietro il giornale, poi di scatto lo riabbassa, come se un ultimo pensiero gli stesse per raggiungere furioso alle labbra)
BENINCASA
Spero solo che sia tanto stupido da non sentire il peso della sufficienza con la quale d’ora in poi verrà trattato! Quando non si tratterà di pura, semplice, elementare compassione per la sua follia innocente di vecchio. Il guaio è che quel poveretto è intelligente e capirà tutto al volo! Peccato. Sotto sotto deve anche essere un giocherellone, ci saremmo divertiti insieme. Peccato. Capirà tutto in fretta, si sentirà inutile e gli verrà voglia di morire! Mo-ri-re! Chè per vivere bisogna prima di tutto voler vivere! Vi – ve- re! E qui, con tanti matti come noi, la voglia di vivere ritorna! Guardate me? Mi buttarono fuori di casa, sapete perché? Perché stavo sempre zitto! Fronteggiarci , confrontarsi farebbe bene anche a lui! Cosa avrebbe dovuto sopportare? Il mio cinismo? L’atarassia di Fosso ? Il tè aromatico? Le pernacchiette?
SIGNORA LEONI
Quali pernacchiette?
BENINCASA
Anzi, dato che io sono marxista...
(la signora Mendolia si fa il segno della croce)
BENINCASA
... già speravo che lui fosse un nicciano! Io per il proletariato, lui per il superuomo! Ci saremmo odiati? Meglio così! Avremmo fatto il nostro onesto mestiere di vegliardi a riposo!
SIGNORA VISCO
Lei parli per sé.
BENINCASA
Zitta, suocera dalla nascita!
SIGNORA VISCO
Mio marito e io non siamo affatto inutili!
BENINCASA
Certo.
SIGNORA VISCO
Noi siamo qui per nostra volontà.
BENINCASA
Come no?!
SIGNORA VISCO
E se avessimo voluto, ora staremmo con nostro figlio, che fa l’architetto e che non vede l’ora...
BENINCASA
Me lo figuro!
SIGNORA LEONI
Non ci roviniamo un’altra giornata! Non litigate! Non litigate!
VISCO
Che succede, chi se ne va?
SIGNORA LEONI
Il collezionista di francobolli.
VISCO
Ma no!
BENINCASA
Tornerà, lo convinceranno alla svelta. “Vedrai che ti troverai bene... Riprovaci. Ti farai degli amici, ti verremo a trovare... Abbiamo già spostato i mobili...” Sia ben chiaro, gente. Io faccio il tifo per lui, speriamo che tenga duro, che la spunti! Ho proprio voglia di invidiarlo!
SIGNORA LEONI
Sempre meglio a casa sua che qui... Ma non ci credo, ho troppa esperienza...
SIGNORA VISCO
Parlate per voi! Noi qui ci siamo venuti contro il parere di tutti. A casa nessuno ha toccato la nostra camera! Quando vogliamo torniamo...
SIGNORA MENDOLIA
Ma nun dì stronzate, cretina!
SIGNORA VISCO
Mio figlio, sua moglie, i nipoti, tutti vogliono che noi...
SIGNORA MENDOLIA
Statti zitta!
(Silenzio, la Signora Visco, teneramente si scioglie e piange. Gli altri restano muti e rispettosi)
VISCO
(Che non si è accorto di nulla)
Ma siete proprio sicuri che se ne va?
SIGNORA LEONI
Perché?
VISCO
Stamattina, quando l’ho incontrato io, non mi ha detto nulla. Non mi ha salutato come quando uno parte. Quando uno parte dice “Qua la mano”, oppure “Se non ci vediamo tante buone cose” E saluti fatti così. Mi ha detto solo “Buongiorno”. Un buongiorno di quelli di tutti i giorni.
SIGNORA VISCO
E tu dove l’hai visto?
VISCO
Stava alla cabina del telefono all’angolo.
SIGNORA VISCO
E che faceva?
SIGNORA LEONI
Telefonava?
VISCO
No, aspettava.
BENINCASA
C’era la fila alla cabina all’angolo?
VISCO
No, era solo. Andava, veniva. Io un po’ mi sono incuriosito, e da dietro un albero, vicino all’edicola, sono rimasto a sbirciare! Entrava nella cabina... tirava su la cornetta... la rimetteva posto... E poi fuori... due passi in su e in giù ... e ritornava dentro la cabina... alzava la cornetta ... e la rimetteva a posto...
(Sulla soglia appare Del Persico, vestito come il giorno prima e coi suoi album sotto il braccio. Un’espressione cupa e un po’ pentita sul suo volto)
DEL PERSICO
Buongiorno.
TUTTI
(Sorridenti ed accoglienti dopo un attimo di sorpresa)
Buongiorno!
DEL PERSICO
E’ pronto il Tè?
(SIPARIO)