DECLINAZIONI D’AMORE
(Dimensioni parallele)
di
Franca De Angelis
PERSONAGGI
LILI / DOMENICA
MARCO / DOMENICO / IL LOGICO
SANDRA / L’ANIMA GEMELLA / GINA
LUCA / PRIMO UOMO / GINO / LA CONOSCENZA
ADA / DONNA / LA MATURA
PIETRO / SECONDO UOMO
Questo testo è stato scritto per una messinscena itinerante. Sono previsti tre locali.
Il primo rappresenta un bar. Il secondo è la zona circostante al bancone del bar. Il terzo rappresenta il salotto di un appartamento.
Nulla vieta, però, che possa essere adattato per una messinscena tradizionale.
La distribuzione dei personaggi, come anche le didascalie, le indicazioni di “luce” e “buio”, eccetera, sono puramente indicative e servono più che altro ad accompagnare il lettore.
È puramente indicativa anche la definizione di genere dei personaggi. Poiché l’amore è universale, nulla vieta che, con pochissimi accorgimenti, un personaggio maschile possa diventare femminile o viceversa, e che le coppie possano essere dello stesso sesso.
La distribuzione reale, come la messinscena, sono ovviamente a totale discrezione della regia.
Un bar. Ai tavolini, ciascuno per i fatti propri, sono seduti cinque avventori, tre uomini e due donne.
Hanno tutti uno smartphone o un tablet e sono apparentemente impegnati a condividere, sfogliare, leggiucchiare immagini di un mondo virtuale.
Una terza donna, LILI, lavora come cameriera nel bar. Porta bicchieri, incassa conti, prende ordinazioni.
REGISTRATI, IN SOTTOFONDO: suoni del mondo di Internet (montaggio veloce di spezzoni, che evochi lo zapping veloce che si fa sulla rete). Fra lo spezzone di una canzone, quello di un notiziario e la frase di uno you tuber, in evidenza:
VOCE SPEAKER …Dopo più di un secolo dalla loro teorizzazione, l’esistenza delle onde gravitazionali è oggi una realtà. Ad uscire rafforzata, è la teoria stessa della relatività generale, che spiega il comportamento della gravità descrivendola come una sorta di deformazione dello spazio tempo. Oltre agli scienziati, a gioire della scoperta sono gli appassionati di fantascienza e i cultori delle più svariate teorie di stampo new age, che vi intravedono una conferma alla affascinante ipotesi della coesistenza di altre dimensioni…
A turno, prevalendo sull’impasto di suoni internettiani, i cinque avventori ci rendono partecipi dei loro pensieri.
DONNA Sono così stanca. Di stare da sola. Di uscire la sera, quando esco… tutte coppie, e io. Sono stanca delle amiche che mi dicono che è perché sono troppo seria. E anche di quelle che mi dicono… “L’anima gemella s’incontra sempre quando meno te l’aspetti.” E se la mia anima gemella si è stancata di aspettarmi e si è accontentata di qualcun altro?
PRIMO UOMO È possibile continuare a provare le stesse emozioni per una stessa persona, per tutta la vita?
SECONDO UOMO Ho ancora tutto il tempo del mondo, no? Quando incontrerò quella che, come si dice, è l’anima gemella… mi fermerò. Ma se mi fermo ora, me lo dite come la trovo?
DONNA E se quando poi la incontri, l’anima gemella, non la riconosci?
SECONDO UOMO Se già l’hai incontrata, e l’hai lasciata andare?
Gli avventori si arrestano come in un fermo immagine. La barista, unica a potersi muovere, si rivolge al pubblico.
LILI Tutti quelli che conosco… e col lavoro che faccio, sono tanti, da qua passa chiunque, si lavora come schiavi!... Beh, tutti vogliono l’amore. Lo desiderano, lo cercano, lo sognano. Ne hanno bisogno. E fin qua… niente di strano, vi pare? L’amore muove il mondo. L’amore è l’essenza della vita. È la molla del marketing, anche. Se non avessimo bisogno d’amore, pensate che spenderemmo tanto in vestiti, palestra, creme di bellezza, macchine di lusso? Ma, attenzione. Molti ne hanno paura. E questo è un po’ più strano. Capisco aver paura, che so, dell’insuccesso. Della malattia. Della morte. Dei ragni. Io per esempio ho paura dei granchi. Quelli con le… (fa un gesto a mimare le chele, rabbrividisce). Ecco, basta che ci penso e rischio di sentirmi male. La sola idea che quelle… non riesco neppure a dirlo… mi tocchino… Infatti al mare faccio il bagno con le scarpette di gomma. Una bomba del sesso! Ad essere sincera, le metto anche per farmi la doccia. Non si sa mai. Un granchio potrebbe finire dal mare a una fogna e dalla fogna al tubo di scarico del mio bagno. Questo per dire che io le paure le rispetto. Ma l’amore che c’entra? Eppure molti ne sono terrorizzati. Ah, io no. Non ho mai avuto paura dell’amore. Mi sono innamorata moltissime volte. Sempre, direi. Sì, mi innamoro tutte le volte. Ci casco dentro con tutte le scarpe. E so che sono amori destinati a finire, eh. E allora? Che dovrei fare? Comportarmi come quelle persone, ne conosco diverse… che siccome hanno avuto un cane, e quello a un certo punto è morto, non prendono più animali, perché poi muoiono? Bella scoperta. È vero, gli amori finiscono. A un certo punto, uno dei due se ne va. Sempre. E l’altro soffre. Quando non soffrono tutti e due. Io sono stata sempre lasciata. E ho sempre sofferto. E poi mi sono innamorata di nuovo. Beh, vi assicuro che mi diverto molto più io, di quelli che non si lasciano mai andare. Fra l’altro, un amore può durare molto più di un cane. Certo, anche molto meno.
Lili volta le spalle al pubblico e riprende a fare il suo lavoro. Gli avventori si rianimano. Uno di loro, MARCO, raggiunge una donna - SANDRA - presso il tavolino di lei.
MARCO Mi perdoni, sto cercando una persona… Lei è…
SANDRA Credo di essere quella che cerca, sì. Sandra.
MARCO Marco.
SANDRA Prego.
MARCO Dobbiamo fare attenzione a non farci notare, come sa.
SANDRA Certo. È stato gentile ad evitarmi il viaggio.
MARCO Di nulla. Per metà settimana sono in città.
SANDRA Si è già fatto un’idea?
MARCO Ho studiato tutto il suo incartamento, certo.
SANDRA E allora?
MARCO Ecco…
SANDRA Non avete ancora preso una decisione?
MARCO Non prendiamo mai una decisione prima di incontrare il soggetto.
SANDRA Ora sono qui.
MARCO Nel suo caso, poi, è particolarmente complicato.
SANDRA Perché non sembra che abbia problemi?
MARCO Sì, naturalmente.
SANDRA Ho studiato la casistica sul vostro sito. Non sono il primo caso di persona priva di problemi… fisici, intendo… a chiedere il vostro aiuto.
MARCO Ma lei è molto giovane.
SANDRA Non mi sento così.
MARCO La percezione di se stessi può cambiare, dipende dal momento.
SANDRA Lo sa che fra cento anni questo dialogo non avrà alcun senso?
MARCO Fra cento anni?
SANDRA Forse anche molto prima. Dipende dai fondi destinati alla ricerca, sa.
MARCO Sta cercando di farmi pensare che è matta?
SANDRA Ovviamente no, non mi converrebbe. Sul vostro sito è molto chiaro, accettate solo soggetti perfettamente capaci di intendere e di volere. È che vede, dipende tutto dalla ricerca scientifica. Prima o poi si dimostrerà che il tempo è relativo. Allora, lei non potrebbe dirmi che sono molto giovane. Io potrei avere centoquattro anni.
MARCO Centoquattro?
SANDRA Sono quelli che mi sento. Compiuti.
MARCO È anche passato troppo poco tempo.
SANDRA Un anno.
MARCO Non è molto.
SANDRA Fra cento anni…
MARCO … lei potrebbe dirmi che sono venti, d’accordo. Ma ora no. È solo un anno.
SANDRA Trentadue.
MARCO Cosa?
SANDRA Non venti anni. Trentadue. E otto mesi. Questo è il tempo che è realmente passato, nella mia dimensione. Credo di avere il diritto di decidere.
MARCO Non le ho detto di no.
SANDRA Allora è sì? Mi aiuterete?
MARCO Nei casi come il suo, chiediamo al soggetto di aspettare. Lo osserviamo nel tempo.
SANDRA Quanto?
MARCO Diciamo sei mesi.
SANDRA Potrebbero essere un secolo.
MARCO O pochi secondi.
SANDRA E fra sei mesi?
MARCO Potrebbe essere lei ad aver cambiato idea.
SANDRA Non credo.
Si alzano, si stringono la mano.
SANDRA Arrivederci, allora.
MARCO Lo sa che ha degli occhi bellissimi?
SANDRA Cosa?
MARCO Sembrano dei laghi. Un uomo potrebbe caderci dentro e non raggiungere mai più la riva.
Buio su di loro.
LILI Desiderio. E paura. Due cari conoscenti con cui facciamo i conti in ogni momento della vita. In genere quando si è piccoli non si ha molto chiaro chi sia l’uno e chi sia l’altro. Pietro, no. Per il piccolo Pietro era chiarissimo da sempre. Desiderio e paura erano i suoi più assidui compagni di gioco, tanto che gli aveva dato un nome. Il desiderio si chiamava Gino, come uno zio giovane che gli permetteva di fare tutte quelle cose che i genitori gli proibivano. E poi c’era Domenico. Che non era il nome di nessuno che conoscesse. Ma, per qualche ragione, la paura l’aveva chiamata così.
Pietro bambino. È seduto in terra e gioca con una palla. La lancia. Fa per gattonare in modo da andarla a riprendere.
DOMENICO Dove vai?
Pietro si blocca intimorito.
GINO Dài, riprendila! Forza, riprendiamo la palla!
Pietro riprende a gattonare contento.
DOMENICO Ma non lo vedi dove siamo? In un giardino pubblico! In terra potrebbe essere pieno di cacche di cane! Chiodi! Cocci di vetro!
Pietro si paralizza spaventato.
GINO È vero! Guarda come brillano!
Pietro si entusiasma.
DOMENICO Cocci infetti di virus tetanico che non vedono l’ora di conficcarsi nelle nostre ginocchia paffute.
Pietro lo guarda timoroso.
GINO Ci possiamo fare una bellissima collana! Sì!
Pietro fa cenno di sì con la testa.
DOMENICO La mamma detesta lasciare le sue amiche per portarti al pronto soccorso a fare l’antitetanica…
Pietro lo guarda spaventato.
GINO La mamma ama le collane!
Pietro concorda.
DOMENICO E non è detto che si arrivi in tempo. Potresti morire prima, di setticemia.
Pietro comincia a frignare.
GINO Quel bambino ha preso la nostra palla!
DOMENICO Ma è un orango!
Pietro guarda frignando più forte.
GINO Che aspetti, ti vuoi muovere?
DOMENICO Sei pazzo? Vuoi finire su una sedia a rotelle ancora prima di aver imparato a camminare?
Ormai Pietro piange disperato.
GINO Se ne sta andando con la tua palla!
DOMENICO Non ce ne compreranno mai un’altra…
GINO (a Domenico) E sarà colpa tua!
Anche Domenico scoppia a piangere. Comincia a frignare anche Gino ma dopo pochi istanti si illumina.
GINO Per quanto…
DOMENICO Non avremo mai più una palla!
GINO Possono comprarcene una più bella!
DOMENICO Lo sai che non succede mai!
GINO Un vero pallone da calcio! Da maschi! Non come quella che avevamo che in fondo, parliamoci chiaro, era un po’ da femminuccia…
DOMENICO Vuoi dire che… (si guarda intorno) sembravamo gay?
GINO (divertito a Pietro) Non era male l’orango, eh…
Domenico copre le orecchie di Pietro e comincia a cantare per non farlo sentire.
DOMENICO Lallallallallallallallallallallallallalla…
GINO Shhhh!... Dobbiamo concentrarci… pensiero positivo… la mamma ci comprerà un vero pallone da calcio…
Pietro frastornato si limita a guardarli alternativamente.
DOMENICO Ma sei proprio stupido, eh!
GINO Ti vuoi concentrare?
DOMENICO Non hai ancora capito che il pensiero positivo non funziona?
GINO La mamma ci comprerà un vero pallone da calcio… La mamma ci…
DOMENICO Non ce lo comprerà mai… non ce lo comprerà mai…
GINO Certo, se fai così!
DOMENICO Shhhh!! È così che si fa! Devi pensare che tutto andrà male, e allora… forse… qualcosina andrà bene!
GINO Se pensi che tutto andrà male farai in modo che le cose vadano male!
DOMENICO Se pensi che tutto andrà male avranno pietà di noi!
GINO Scusa, chi sarebbero questi che devono aver pietà di noi?
DOMENICO (spaventato) Shhhhh!... (sussurra) Lei!
GINO Non c’è nessuna lei. Ci siamo solo noi. E noi dobbiamo avere una palla!
DOMENICO Ecco! Adesso che hai detto così andrà tutto male!
GINO Se ci diamo da fare per avere una palla, andrà tutto bene!
Gino e Domenico cominciano a pestarsi continuando a gridare: “Male” e “Bene”.
PIETRO (grida) Io lo so!
I due lo guardano perplessi.
GINO Sai, cosa?
DOMENICO Se non sei neppure capace di riprenderti una palla!
PIETRO Il modo per fare andare bene le cose…
DOMENICO È pensare che vadano male!
GINO È pensare che vadano bene!
PIETRO È… è… è fare tutto sia con la destra che con la sinistra!
GINO Non ho capito.
DOMENICO Nemmeno io.
PIETRO Se mi gratto la testa con la mano destra…
DOMENICO Oddìo ci siamo presi i pidocchi!
GINO Lo fai finire?
PIETRO … andrà tutto male! Ma se subito dopo mi gratto anche con la mano sinistra…
GINO Hai preso i pidocchi!
PIETRO Andrà tutto a posto!
DOMENICO Non può essere così facile…
GINO (improvvisamente convinto) Ma sì che lo è!
Pietro annuisce speranzoso. Domenico intanto sperimenta… compie un gesto con la mano destra e poi con la sinistra… fa un passo col piede sinistro e poi col destro…
DOMENICO Però in effetti… anch’io mi sento meglio…
Buio su di loro.
Luce su:
ANIMA GEMELLA Che palle. Tutti sempre a lamentarsi. Il mondo è pieno di gente che si lamenta! La troverò mai, l’anima gemella?... Pensavo che fosse la mia anima gemella… Aspetto l’anima gemella!... E fai male, fai! Accontentatevi, no? Che credete, che posso stare con tutti? Sì, sì… io, sì. Io sono l’Anima Gemella. Ce l’ho scritto pure sul citofono. Anima Gemella. Via delle Azalee quindici. Centocelle, sì, perché? L’anima gemella deve averci per forza casa in centro storico? Secondo piano interno sei. Oh, io sono gemella monovulare, eh! Tanto come esempio… sei un fascio di merda? Io mi faccio trovare con una svastica tatuata. Sotto l’ombelico. Ti faccio morire, ti faccio. Tifi il Cagliari? Io so l’inno. (canta l’inno del Cagliari) Che poi il bello è che siamo tutti e due di Roma. Sei animalista? Guarda, io quelli che vanno a fare i volontari a Lampedusa per i profughi, e mai una parola per i gatti, li ho già bannati tutti. No, perché il profugo, il gatto, l’abbandona. Poi hai voglia a piagnistei. Stai annegando? È la vendetta del gatto. Lo sanno pure i bambini che era un dio, ci potevi pensare prima, no? Che non lo sai che il gatto è vendicativo? È tutta una questione, come si dice, di empatia, no?… Fermi. Lo so che state pensando. Facile. Lo posso fare pure io. Eh no!... Perché ci stanno pure quelli che l’anima gemella la vogliono diversa. Dici, allora che gemella è? E siccome che fate ‘ste domande stupide, che l’anima gemella non la trovate, eh. Seguitemi. Succede pure fra i gemelli veri. Cioè, due in apparenza sono uguali ma dentro sono diversi. Come si dice, sono complementari. Mbè, ci stanno quelli che l’anima gemella la cercano così, complementare, opposta. Perché ci stanno quelli che dicono che gli opposti si attraggono. Allora io… la vuoi così? Non c’è problema. Ce l’ho. All’occorrenza sono una perfetta anima gemella opposta complementare. Tanto per fare un esempio… sei introverso? Il tipo che cammina spiaccicandosi contro i muri per paura di essere notato? Non c’è problema. Io, sono socievole. Per tutti e due. Mi faccio gli amici e poi te li passo. Mi ricordo tutti i compleanni dei tuoi parenti fino ai cugini di sesto grado. Gli telefono, dico che stai senza voce e gli faccio gli auguri. Sei il tipo che gli piace parlare solo a lui? Io, muta. Apro la bocca solo per ammazzarmi dalle risate quando racconti una barzelletta. Sei di sinistra? Io vado a destra. Così, chi ci sta ci sta, noi ci siamo parati. Invidia, eh? Ragazzi, capiamoci, io sono un tipo generoso. Se potessi ve lo insegnerei. Magari a pagamento, certo, farei dei corsi. La gente, così… la fila. Però non posso, mi dispiace, non si insegna. Anima gemella, ci si nasce. Oh, non vi credete che sono tutte rose e fiori, eh. Pure io c’ho i miei momenti di sconforto. Pochi, perché da sola ci sto poco. Però certo, ogni tanto quei cinque minuti che ti guardi allo specchio, magari stai in bagno, e ti deprimi… cioè magari ti deprimi no. Più che altro, non ti ritrovi. Stamattina, una paura. Mi guardo allo specchio… e vedo solo lo specchio. Cioè, io non c’ero. Aiuto!... Dove sono finita? Dove sono?... Chi sono?... Ma è stato un attimo. Poi lui ha bussato, e tutto è andato a posto. Che c’è amore? Parte l’aereo? Sì amore arrivo… (si aggiusta un foulard sul capo, in stile arabo) Allah è grande, amore… Eccomi , amore, arrivo. Sono la tua anima gemella.
Buio su di lei. Luce su…
… una donna. Ada. È visibilmente tesa. Marco le arriva da dietro le spalle, le copre gli occhi.
MARCO Sorpresa!
ADA Che sorpresa è, avevamo appuntamento.
MARCO Hai ragione. Per questo ti adoro. Perché mi freghi sempre.
ADA Mi adori.
MARCO Sì. Perché io faccio il coglione e tu non ci caschi.
Ada fa un sorrisetto stirato.
MARCO Che hai? Giornata difficile?
Ada non risponde.
MARCO Non sono io in ritardo, vero? (controlla l’orologio) No, sei tu in anticipo.
ADA Mi sono liberata prima. E ti ho chiamato per dirtelo.
MARCO Mi hai chiamato? Non ho sentito nulla… (si cerca in tasca) Ma dove ho messo… dove ho lasciato…
ADA Questo? (gli mostra un cellulare)
MARCO Che testa! Niente, lavoro troppo. Dov’era?
ADA In bagno.
MARCO In bagno! Chissà poi perché me l’ero portato in bagno…
ADA Forse per chiamare un’altra donna.
MARCO Spiritosa. Guarda, anche volendo, non ne avrei il tempo. Ma lo sai che è fantastico passare quasi un’intera giornata senza cellulare? Mi domandavo come mai non rompesse nessuno…
ADA O nessuna…
MARCO Sai che c’è? Neppure guardo le chiamate perse. A questo punto aspettano domattina…
ADA Oppure che vai in bagno… dove nessuno ti vede…
MARCO Eh?
ADA Io le ho guardate.
MARCO Cosa?
ADA Le tue chiamate perse.
Marco resta in silenzio.
ADA Luisa. Due volte.
MARCO Luisa… è la segretaria dell’associazione. Anzi, solo due volte… un miracolo.
ADA Veronica. Quattro. Chi è Veronica?
MARCO Veronica…?
ADA Poi, quattro volte di seguito. Ti voleva parlare, proprio.
MARCO Ma sai chi dev’essere… la sorella di Giovanni… sì, un mio compagno di università… Mi aveva chiesto se le poteva dare il mio cellulare perché sta cercando un appoggio a Zurigo per un giorno a settimana…
ADA Deve essere tanto importante per lei, questo appoggio a Zurigo… perché ti scrive… (tira fuori un quadernino dalla borsa, legge) “Amore ti prego chiamami se non ti sento mi ammazzo”…
MARCO Mi scrive…? Non so che dirti… Avrà sbagliato numero…
ADA Cinquantadue volte?
MARCO Cosa?
ADA Perché ti sono arrivati anche qualcosa come… (legge) …cinquantadue messaggini. Anche la segretaria dell’associazione… Luisa, vero?… ti ha scritto, eh, due volte. (legge) “Sono due giorni che mi sveglio con un vuoto che solo tu puoi riempire”… e …
MARCO Tu hai letto i miei messaggi?
ADA Tutti e cinquantadue. Non mi sono liberata prima, dal lavoro. Non ci sono proprio andata al lavoro. Ho passato tutto il giorno a leggere messaggini di donne con cui sei chiaramente andato a letto!... Perché poi c’è … Helsa… svizzera, immagino… poi c’è (legge) …Natascia… che come nome, scusami se te lo dico, sta giusto un filino sopra a Deborah con l’acca… Chi cazzo sono tutte queste donne, eh?... E tu chi cazzo sei?...
MARCO Amore… amore amore amore… guarda che stai facendo un casino per niente…
ADA È tuo, quel cazzo di telefono!
MARCO Ma i messaggi non li ho scritti io, scusa! Se le donne sono pazze io che ci posso fare?
ADA Le donne sono pazze?
MARCO E certo!
ADA Tutte le donne che conosci, tutte, ti scrivono messaggini d’amore perché sono pazze.
MARCO Ti dico di sì! E non sai quanto è pesante averci a che fare! Guarda, io poi nemmeno te le dico le cose perché non ti voglio angosciare… ma a me mi tocca lavorare con una segretaria pazza, in ufficio, tutto il giorno. E quell’altra, come si chiama… la sorella di…
ADA Veronica.
MARCO Eh. Veronica. Quando eravamo ragazzini, ma proprio ini, lei aveva tipo quindici anni, aveva una cotta per me. Adesso si è lasciata col marito e chissà che si è messa in testa… Senti amore… andiamo a casa… ci facciamo un bel bagno caldo, eh? Insieme io e te, stretti stretti nella vasca… e poi ti racconto tutto di queste matte, va bene? E vedrai che capisci che ti sei arrabbiata per niente e ci facciamo insieme due risate…
ADA Un bagno…
MARCO Caldo, bollente… coi sali… con la schiuma… ci mettiamo pure le paperelle se vuoi…
ADA Perché una certa… (legge) Annamaria… ti scrive che per dopodomani, che è il vostro secondo anniversario, ha prenotato le terme?
MARCO Perché sono tutte matte, come te lo devo dire? Quale anniversario… quali terme…
ADA Però tu domani riparti.
MARCO Perché … c’è un’urgenza. Sul lavoro. Fra l’altro, un caso molto triste…
ADA Non riparti mai prima di venerdì.
MARCO Ada, ho detto che è un’urgenza. Un’urgenza è una cosa diversa dal solito…
ADA È tutto vero… È tutto vero!...Non ci posso credere…
MARCO Ti prego, per favore, possiamo andare a casa? Ci rilassiamo…
ADA …sì, ci facciamo un bagno!…
MARCO Ecco…
ADA Io le ho chiamate, testa di cazzo!... Tutte!... Le ho chiamate tutte!... E non sono pazze!...
MARCO Che hai fatto?
ADA Sei tu il pazzo… oppure sei un mostro…
MARCO Tu le hai chiamate? Ma come cazzo ti sei permessa di chiamare delle mie amiche, eh?
ADA Ma che ti gridi? Adesso la colpa è mia?
MARCO E di chi è? Chi te lo ha detto di guardare sul mio telefono?... Io di te, mi fidavo!
ADA Ma che dici?
MARCO La verità, dico! E poi, se sei il tipo che guarda i messaggini sui telefoni degli altri… se sei il tipo che pretende… la fedeltà!... ti potevi svegliare prima, no?... Buongiorno! Ben svegliata! La vita non è una favola! La vita, amore mio, puzza!... Per questo ci dobbiamo fare un bagno!
ADA Sei pazzo…
MARCO Scusa, noi stiamo insieme una, al massimo due notti a settimana, per il resto del tempo dove stavo secondo te?
ADA Ma io il resto del tempo al massimo esco con le amiche…
MARCO Non te l’ho chiesto io.
ADA Sei uno stronzo!
MARCO Guarda che i cuori delle persone non sono fatti tutti allo stesso modo. Se il tuo è un monolocale, è il tuo che è fatto così…
ADA Ma che c’entra ora il monolocale?
MARCO Tu puoi amare solo una persona? In tutto il mondo? Hai un monolocale al posto del cuore. Il mio invece è un condominio, va bene? Ciascuno è fatto come è fatto.
ADA Mi hai detto che mi amavi!
MARCO Ma è vero!
ADA E tutte queste altre donne?
MARCO Sono altre donne. Sono… diverse…
ADA Diverse da me?
MARCO Siete tutte diverse. Tu hai… la pelle più morbida che io abbia mai accarezzato, per esempio. E… Veronica… lei ha gli occhi grigi. Helsa… è svizzera, è vero. Ha quasi sessant’anni. Va a correre, va in palestra… ma il suo seno non è più alto… duro, come il tuo, la pelle sulla sua pancia fa delle pieghe quando si siede… e io la amo. E ti amo. Vi amo tutte.
ADA Ci ami tutte?... Tu non ami nessuna!... Tu non sai cos’è, l’amore!...
MARCO E tu lo sai? Dimmelo, avanti, insegnami! Cos’è l’amore?... Eh?... Poter dire “l’ho trovato, non sono più sola!”… È questo l’amore? Io non ho paura della solitudine. Oppure… è un progetto? L’amore è un progetto? Mi dispiace, non mi piacciono i progetti. Sai perché?... So che sono inutili. Non siamo noi a decidere, non decidiamo nulla. Oppure… è possesso. Eh? Poter dire: quella persona è solo mia… Ma le persone non sono di nessuno… Aspetta, aspetta… l’amore è sacrificio!... È questo? Sacrificio?...
ADA Perché mi tratti così?... Mi stai facendo male… come fai a non capirlo?...
MARCO Brava, dimenticavo… la comprensione! L’amore è comprensione!... Ma tu non mi comprendi, non fai nessuno sforzo per comprendermi… e nemmeno io. È finita.
ADA Mi stai uccidendo…
MARCO È il mio lavoro… io aiuto la gente a morire. Forse… è la sola cosa che so fare…
ADA Io… ti amavo…
MARCO Qualche giorno fa era la volta di un uomo. Non era giovane ma neppure troppo anziano. Tumore. Uno di quelli per cui la morfina non basta. C’era sua moglie con lui. Ha bevuto dal bicchiere che gli avevamo preparato e poi le ha sorriso. Non è tanto amara, le ha detto. E lei gli ha sorriso a sua volta e gli ha chiesto: meno dell’amaro che faccio io con le erbe? E lui… sì, un po’ meno. E hanno continuato a sorridersi, e a guardarsi… finché lui non ha poggiato il capo sulla spalliera del divano e le ha detto: è come quando ti addormenti… e ha chiuso gli occhi. Lei è rimasta là, ad accarezzarlo, finché il respiro non si è fermato. Poi lo ha baciato a lungo sulle labbra. Si è alzata, ci ha ringraziato. Ci ha detto che sentiva il bisogno di un po’ di aria. È scesa in strada. E ha gridato. Gridato, gridato, gridato, gridato, gridato… Aaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhh… Ecco, forse… quella donna potrebbe parlarmi di amore…
S’illumina un altro angolo del bar. Un uomo molto bello, dall’aspetto emaciato. La testa coperta da un berretto. È seduto ad un tavolino e si guarda intorno come se volesse riempirsi gli occhi di immagini. Si chiama Luca. Sandra, accanto a lui, è al cellulare. Mentre parla lo accarezza, gli sorride, non lo perde d’occhio.
SANDRA Quindi oggi salta?... Sì, ho capito… Ma non c’è il rischio di vanificare tutta la cura?... No no, certo, se lo dice il dottore… È che su Google, proprio stamattina abbiamo letto un articolo, diceva che con il vostro trattamento bisogna fare controlli continui per riassestare la terapia… Sì, lo so, ci dite tutti così, di non cercare su Google, però se non lo avessimo fatto non saremmo venuti nemmeno da voi… Guardi, noi siamo convinti che solo con la chemioterapia non saremmo arrivati a questo risultato… Sì, va bene, a giovedì prossimo… ah senta!... Invece con le altre cose continuiamo, no?... Le vitamine, l’aloe… poi c’è la cristalloterapia, lo yoga, stiamo facendo due volte a settimana, e il reichi… Possiamo andare avanti, bene. Sì sì certo, appena ci richiamano in ospedale sospendiamo tutte le terapie alternative, sì, lo sappiamo. Grazie, a giovedì. Ah, dottore…
Ma dall’altra parte la comunicazione è già stata interrotta. Sandra chiude il telefono, si rivolge a Luca.
SANDRA Allora, dicono che…
LUCA (sorride) Ho sentito.
SANDRA Quindi a yoga ci andiamo…
Luca annuisce. Come per farla contenta.
SANDRA Però abbiamo due ore. Vuoi che passiamo da casa?
LUCA Si sta bene, qui.
SANDRA Vuoi la sciarpa?
LUCA Non ho freddo. Sai cosa vorrei?
SANDRA Cosa?
LUCA Una coca cola. Vera, con lo zucchero.
SANDRA Magari possiamo prendere una centrifuga… qui ho visto che le fanno, hanno tanti tipi… anche quella con il melograno che ci piace tanto…
LUCA Non mi va nulla, scherzavo.
SANDRA Ma ti va di andare a yoga?
Luca annuisce.
SANDRA Dopo ti senti meglio, no?
LUCA Sì, un po’.
SANDRA Ma ora come ti senti?
LUCA Bene.
SANDRA Hanno detto che con loro ci rivediamo giovedì prossimo.
LUCA Se non dobbiamo rientrare prima in ospedale.
SANDRA Ma no, vedrai. Finché sei in remissione, ti ricordi quello che ha detto il primario?... non c’è motivo per farti un altro ciclo di chemio. Lo faranno solo a ridosso del trapianto, appena trovano il donatore. Intanto noi continuiamo anche con questa…
LUCA Ce la farò, vero?
SANDRA Certo che ce la facciamo… Ce l’abbiamo già quasi fatta, il peggio è finito!
Luca annuisce.
LUCA Ogni momento come questo, che siamo all’aperto, senza fare niente, senza questa seduta o quell’altra seduta…
SANDRA Ma servono tutte…
LUCA Sì, lo so. Ma ogni momento come questo mi sembra un regalo. E penso che potrebbe essere l’ultimo.
SANDRA Non lo devi dire…
LUCA E vorrei che non finisse.
SANDRA Non lo devi dire nemmeno per scherzo. Devi solo pensare che guarisci. Tu guarisci.
LUCA Sì, lo so.
SANDRA Sei in remissione. Appena trovano il donatore facciamo il trapianto. E tutta questa storia sarà finita.
LUCA Sì.
SANDRA Da quando siamo usciti dall’ospedale, ogni giorno migliori. Si vede. Oggi sei bellissimo.
LUCA Tu sei bellissima.
SANDRA Io sono carina. Tu sei l’uomo più bello del mondo.
LUCA Lo sono ancora?
SANDRA Sempre.
Un silenzio.
SANDRA Ti ricordi l’ultima volta che siamo stati a Buenos Aires?
LUCA Ecco, anche questo, non sai cosa pagherei per farlo… ballare con te, di nuovo. Il nostro tango.
SANDRA Lo faremo presto! È la prima cosa che faremo quando usciremo dopo il trapianto.
LUCA Sì. Non vedo l’ora.
SANDRA Anch’io…
LUCA Scusa, ti ho interrotto.
SANDRA Non importa, dicevo… Ti ricordi quella domenica che col gruppo di tango abbiamo fatto…
LUCA …Quella gita assurda con quella specie di stregone?
SANDRA E tu ed io abbiamo provato quella roba amarissima.
LUCA La droga degli sciamani…
Sandra annuisce.
LUCA Che dovevamo avere chissà quali visioni e invece abbiamo vomitato tutto il giorno. Chi se la dimentica…
SANDRA C’è una cosa che non ti ho detto. Io… una visione l’ho avuta.
LUCA Mi avevi detto… che non avevi visto niente.
SANDRA Perché tu non avevi visto niente e mi dispiaceva… aver visto qualcosa solo io.
LUCA Sei stupidina, lo sai?… E cos’è che hai visto?
SANDRA Noi due. Ma non eravamo solo lì, in quel momento. Eravamo in tanti luoghi diversi, in momenti diversi. Ma allo stesso tempo. Come se ci fossero tante dimensioni parallele. In una eravamo giovanissimi, come quando ci siamo conosciuti. In un’altra eravamo già vecchi. In altre eravamo diversi. Non so dirti come, ma diversi. Però eravamo sempre noi.
LUCA Sembra bello…
SANDRA Non era come un sogno qualsiasi. Era proprio come se vedessi finalmente la realtà come è davvero. Come una rivelazione.
LUCA Io… ci credo.
SANDRA Allora, devi pensare che in una di queste dimensioni questa malattia non è mai esistita. E in un’altra, è esistita ma sei già guarito. E noi siamo già lì, anche se non lo sappiamo…
Luca sorride, la accarezza.
LUCA Cosa sarà di noi?
SANDRA Tutto il bene possibile.
Buio su di loro. Luce su Lili.
LILI Se davvero vivessimo tante vite, in altrettante dimensioni parallele, come pensa Sandra… allora, in una di esse, Ada potrebbe non aver mai conosciuto Marco.
Ada, sola al tavolino, si cambia pettinatura, inforca un paio di occhiali. Comincia ad esaminare la piantina di un appartamento, segnando qualcosa a matita.
LILI Potrebbe starsene nello stesso luogo, ma essere un po’ miope. Avere un’altra pettinatura. E potrebbe essere in attesa di qualcuno. Per esempio di Pietro. Dopo trentacinque anni, due mesi e quattordici giorni da quella volta ai giardinetti, Pietro, Gino e Domenico erano ancora compagni inseparabili. Il doversi barcamenare continuamente fra i suggerimenti dei suoi due amici non consentiva a Pietro di essere particolarmente agile nelle decisioni. Anche dover fare tutto prima con la destra e poi con la sinistra non aiutava. Forse per questo si era deciso a mettere su casa con qualche anno di ritardo rispetto ai suoi coetanei. Forse per questo, a parte qualche storiella senza importanza, era ancora solo. Forse per questo, nonostante non nutrisse alcuna propensione per la medicina, aveva finito per fare il medico, come suo padre. La scelta della specializzazione fu tutt’altro che facile. Ma alla fine Pietro era diventato un buon anestesista. Immaginava che i suoi pazienti avessero, quando occorreva il suo intervento, un gran frastuono nella testa, fra il desiderio e la paura. Ed era contento di aiutarli a dormire.
Buio su Lili.
Pietro raggiunge Ada affannato, seguito da Gino e Domenico. A discrezione della regia, in questa e nelle scene successive Pietro metterà in atto, cercando di non farsi notare, il suo rituale scaramantico “destra-sinistra”.
PIETRO Mi scusi, sono in ritardo, lo so. È molto che aspetta?
DOMENICO Certo che è molto, si vede che è un tipo puntuale. Già ti odia. Ci farà pagare il doppio.
ADA No, no, non si preoccupi. Anch’io sono arrivata da poco…
Entra Il Desiderio Di Ada. Che, per comodità, chiameremo Gina.
GINA Scusa perché non gli dici che stai qui da un’ora? E che il tempo si paga?
ADA Sì, insomma, non da tanto…
Le raggiunge La Paura Di Ada. Che per comodità chiameremo Domenica.
DOMENICA Non glielo dice perché non siamo architetti affermati. Abbiamo appena aperto lo studio. Dobbiamo essere simpatiche e disponibili.
ADA Però così ho avuto il tempo di studiarmi meglio la piantina della sua nuova casa… e ho avuto un sacco di idee!
GINO Mi piace! È una creativa!
DOMENICA Così sembra che finora ti eri girata i pollici!
PIETRO Ha già disegnato una proposta…
DOMENICO Beh, la paghiamo…
GINA Una? Tiragli fuori le altre!
ADA Sì, veramente, più di una. Anche per capire un po’ i suoi gusti… (gli mostra i progetti)
GINO È sensibile…!
DOMENICO La finisci? Non la dobbiamo rimorchiare.
PIETRO (esamina i progetti) Dunque, mi aiuti…
GINO Sì, ci aiuti!
ADA Ecco, nella prima ipotesi buttiamo giù praticamente tutto…
DOMENICO È pazza! Quello è un muro portante!
GINO È temeraria…!
DOMENICA Proprio da questo dovevi iniziare? Non lo vedi che è un tipo un po’ borghese?
GINA Appunto, svegliamolo!
DOMENICO Non ci serve un architetto temerario! Lo avevo detto che era meglio un geometra…
PIETRO Ma questo non è un…
GINA Ha un certo fascino… antico…
DOMENICA Sembra tuo nonno.
ADA Un muro portante, sì, ma vede ho lasciato due colonne. Sono assolutamente in grado di sopportare il peso del soffitto.
GINO Ha lasciato le colonne!
ADA Non si preoccupi, so quello che faccio.
GINO È sicura di sé!
DOMENICO La smetti?
GINO Di fare che?
ADA Comunque… questa è solo la prima proposta…
DOMENICA Ecco, passa alla due…
DOMENICO Smettila di pensare a lei come donna! È un architetto!
GINO È una archi-tetta. A.
DOMENICO L’avevo detto che era meglio un uomo…
GINO A proposito…
DOMENICO Ti ricordo che ci stiamo ancora leccando le ferite.
GINO Che sarà, una quarta?
GINA Ci sta guardando il seno…
DOMENICA Copriti!
Ada si copre un po’.
GINA Che carino, è arrossito!
PIETRO Cioè, in questo modo… sarebbe un open space…
GINO Un meraviglioso luogo da scortico!
ADA Esatto. Per sfruttare tutta la luce!
DOMENICO Noi non siamo tipi da scortico! Ci innamoriamo!
DOMENICA Passa alla due!
ADA Ma in questa… la seconda proposta, vede… sono previste delle pareti scorrevoli.
DOMENICO Meglio. A noi non piacciono i luoghi troppo aperti.
PIETRO Interessante…
GINA L’hai colpito!
DOMENICA Interessante si dice quando una cosa ti fai schifo e vuoi essere carino…
ADA E poi c’è la terza. Qui resta tutto com’è, vede, stanza da letto…
GINO Ha pensato subito al letto…
DOMENICO No, tu hai pensato subito al letto!
DOMENICA Scusa, perché hai iniziato dalla stanza da letto?
GINA È importante la stanza da letto…
ADA Qui resta il salone... però un po’ più piccolo, perché qui ho ricavato un’altra stanza e un secondo bagno.
DOMENICO Che ci facciamo con un secondo bagno?
PIETRO Un secondo bagno…
ADA E incredibile quanto i bagni non bastino mai!
GINA Ha dei bellissimi occhi…
PIETRO E la seconda stanza, cioè, sarebbe tipo studio?
ADA Ecco, l’idea era di uno studio che potesse anche servire da stanza degli ospiti…
GINO Sarà sposata?
DOMENICA Non lo fissare! Lo stai fissando!
DOMENICO Perché ci guarda così?
GINO Le piacciamo… falle lo sguardo da cagnolino…
GINA Ha degli occhi da cucciolo…
DOMENICA Ve lo devo ricordare io che ci stiamo ancora leccando le ferite?
DOMENICO Sarà sposatissima! O comunque impegnata! Una così non resta libera…
GINO Niente fede…
GINA Cerca di capire se è impegnato…
ADA … o anche… in un futuro, potrebbe diventare la stanza dei bambini.
DOMENICA Mezze misure mai, eh!
PIETRO Beh, io non ho bambini…
GINA Ti ricordi quel cagnolino nel negozio di animali, quello con gli occhioni dolci? Ci guarda come lui… Vuole che lo compriamo…
ADA No, certo, nemmeno io.
DOMENICA Non credo che gliene freghi qualcosa.
PIETRO Al momento non sono nemmeno fidanzato…
GINA Sì che gliene frega qualcosa!
DOMENICO Mi sta salendo l’ansia…
ADA Nemmeno io…
GINO Le piacciamo una cifra…
DOMENICO E perché una così sarebbe libera, eh? È chiaro che ha qualcosa che non va…
GINO Sono sei mesi che non facciamo sesso!
Pietro sorride estasiato.
DOMENICA Mi sta salendo l’ansia…
GINA Trattieniti… vuoi che ci prenda per una pazza?
DOMENICA Lo devo fare…
GINA Anch’io!
Ada, Gina e Domenica compiono insieme un buffo rito scaramantico: tre passi e un saltino.
PIETRO Deve andare?
Ada si risiede immediatamente.
ADA No… no, no.
GINA Vai con la balla… ballona… scusona…
ADA Mi si stava addormentando… un piede. Mi succede, col caldo…
GINO È un rito…
DOMENICO È pazza…
GINO È come il nostro destra-sinistra…
DOMENICO Appunto, è pazza. E ci sta rifacendo casa…
GINO È l’altra metà della mela…
PIETRO Ma… perché non ci diamo del tu?
GINA Sììììì!!!!
DOMENICA C’ha creduto…
ADA Volentieri…
GINO È fatta…
PIETRO Non so… sono tre belle proposte, io…
DOMENICO Ci dobbiamo pensare.
ADA Ci deve pensare, certo…
GINA Ci diamo del tu.
ADA Tu ci devi pensare… Ti ho portate delle copie, ecco, puoi pensarci con calma…
PIETRO Grazie… pensi proprio a tutto…
GINO Stiamo sul pezzo.
PIETRO E magari ci rivediamo…
GINA Sul pezzo!
ADA … domani.
DOMENICA Così pensa che non abbiamo niente da fare!
ADA No, domani… scusa, domani ho una serie di riunioni…
GINO Stiamo sul pezzo…
PIETRO Dopodomani?
DOMENICA Facciamo passare una settimana, almeno…
ADA Dopodomani è perfetto!
PIETRO Allora, a dopodomani…
GINO Non vedo l’ora!
GINA Non vedo l’ora…
DOMENICA Niente, se non sbrachiamo non siamo contenti.
Ada, con Gina e Domenica, si avviano ad uscire.
DOMENICA Ci guarda…
GINA Vai col fianco!
Ada ancheggia sensuale.
DOMENICA Meno!
Ada smorza… Prima di uscire le tre fanno il loro rito scaramantico.
DOMENICO Ho bisogno di qualcosa da bere…un’aranciata…
GINO Una wodka…
PIETRO (come a un cameriere) Scusi…
DOMENICO Già stiamo mettendo su casa…
GINO Casa nuova, vita nuova!
DOMENICO Che bisogno c’è di una... di una… storia!
GINO Chi ha parlato di una storia! Magari ci facciamo qualche sana scopata e ciao!
DOMENICO Quella, ciao, ce lo dice lei. Ciaone.
PIETRO (fa un gesto di richiamo al cameriere con la mano destra) Una camomilla, per favore!
Ripetono tutti e tre il gesto con la sinistra.
La Donna scatta in piedi:
DONNA Cosa succede? Aiuto!... Che sta succedendo, si può sapere?
TUTTI Cosa? Che c’è? Si sente male? Un attentato?
LA DONNA Non ho campoooo!!!!
TUTTI Non c’è campo?... Ma come, sto chattando… Ha ragione… Non c’è più campo!
Continuando a gridare a battute a soggetto tutti gli attori cercano un luogo in cui ci sia campo. Una volta trovato, si schierano inavvertitamente in una fila.
Ciascuno per proprio conto, ma simultaneamente, “sfogliano” un qualche social network. Ogni tanto mettono un “like”.
Nel corso dell’intera scena, gli attori faranno seguire alle battute le rappresentazioni degli emoticons più popolari. Solo a titolo di esempio, alle prime battute seguono delle indicazioni. I successivi emoticons (che possono essere rafforzativi, addolcenti, a contrasto…) sono a discrezione della regia.
RAGAZZO 1 Ciao. Occhiolino.
RAGAZZA 1 Ciao. Sorrisino.
RAGAZZO 1 Sbaglio o non è la prima volta che ti piace un mio post? Sorrisone.
RAGAZZA 1 Ah sì? Sorrisino.
RAGAZZO 1 Anch’io ho messo mi piace a diverse foto tue. Cagnolino scodinzolante.
RAGAZZA 1 Grazie. Occhiolino.
RAGAZZO 2 Ciao.
RAGAZZA 2 Scusa sono entrata per un attimo ma ho molto da fare…
RAGAZZO 2 Sì infatti è da un po’ che non ti vedevo.
RAGAZZA 2 (fra sé) Fatti una domanda, no?
RAGAZZO 2 Ci sei ancora?
RAGAZZO 3 Ciao!
RAGAZZA 3 Ehi, ciao.
RAGAZZO 3 Davvero hai capito chi sono?
RAGAZZA 3 Ma certo! (fra sé) Oddìo chi è?
RAGAZZO 3 Non sei il tipo che mette tante foto, eh?
RAGAZZA 3 No infatti…
RAGAZZO 3 Mi piace…
RAGAZZO 1 Ciao.
RAGAZZA 1 Che fine avevi fatto?
RAGAZZO 1 Niente, un po’ di casini.
RAGAZZA 1 Allora bentornato.
RAGAZZO 1 Grazie.
RAGAZZA 1 Scusa… ho un seccatore…
RAGAZZO 1 Mmmm… uno che gli piaci?
RAGAZZA1 Tipo.
RAGAZZO 2 Ci sei?
RAGAZZA 2 Sì sì.
RAGAZZO 2 Che ne dici se una volta di queste ci vediamo?
RAGAZZA 2 In che senso scusa?
RAGAZZO 2 Dài, lo hai capito.
RAGAZZA 3 Ciao.
RAGAZZA 1 Ciao.
RAGAZZO 3 Ciao.
RAGAZZO 2 Forte, ti sei messa su Facebook!
RAGAZZA 1 Già.
RAGAZZO 2 Così diventiamo amici!
RAGAZZA 1 Ma non lo siamo già?
RAGAZZO 2 Ma così parliamo.
RAGAZZA 1 Perché prima no?
RAGAZZO 2 Quanto sei snob…
RAGAZZA 1 Se lo dici tu.
RAGAZZO 2 Sì, vedrai, così stiamo in contatto…
RAGAZZA 1 Ma viviamo insieme!
RAGAZZO 2 Guarda che se parti così tanto vale che esci…
RAGAZZA 3 ma sei l’amico di Giorgio che stava alla festa
RAGAZZO 3 Sì!
RAGAZZA 3 Posso dirti una cosa?
RAGAZZO 3 Certo!
RAGAZZA 2 Ho la sensazione…
RAGAZZA 2 Ci sei?
RAGAZZO 1 Sì sì.
RAGAZZA 3 Mi sa che non te lo dico.
RAGAZZO 1 E dài!
RAGAZZA 3 E va bene.
RAGAZZO 1 Sto aspettando…
RAGAZZA 3 A volte penso che mi capisci solo tu.
RAGAZZO 2 Anch’io!
RAGAZZA 1 Cioè che come parlo con te non riesco a parlare con nessuno…
RAGAZZO 2 Per me è la stessa cosa!
RAGAZZA 1 Senti…
RAGAZZO 1 Dimmi.
RAGAZZA 2 E se ci vedessimo?
RAGAZZA 3 Ciao.
RAGAZZO 2 Ciao.
RAGAZZA 1 Ci sei?
RAGAZZA 3 Bello quel post che hai messo…
RAGAZZO 2 Sei l’unica che lo ha notato!
RAGAZZA 3 Per me i valori sono importanti…
RAGAZZO 2 Sei proprio tu quella della foto?
RAGAZZA 1 Ci sei ancora?
RAGAZZO 2 Sì sì scusa…
RAGAZZA 1 Allora che ne dici?
RAGAZZO 2 Di cosa?
RAGAZZA1 Se ci vediamo…
RAGAZZO 3 Ciao.
RAGAZZA 2 Ciao. Scusa sto parlando con uno…
RAGAZZO 3 Ti va se ci vediamo stasera?
RAGAZZA 2 Senti… te lo posso dire fra un po’?
RAGAZZA 3 Questo è il mio ultimo messaggio. Ho deciso di fare un po’ di pulizia.
RAGAZZO 3 Fa’ un po’ come ti pare.
RAGAZZA 1 Ma che cazzo perché non mi rispondi?
RAGAZZO 1 Ciao.
RAGAZZO 2 Ciao.
RAGAZZA 1 Guarda che lo so che ci stai e mi hai bloccato!!!
RAGAZZO 2 Ti ho sognato stanotte.
RAGAZZO 3 Mmmm…
RAGAZZO 2 Vuoi sapere che facevi?
RAGAZZA 2 Sì sì…
RAGAZZO 3 Certo!
RAGAZZA 1 Ma che cazzo, mi hai bloccato?!?
RAGAZZO 2 Mi è piaciuto ieri sera.
RAGAZZA 1 Che cazzo, sei uno stronzo.
RAGAZZA 2 Ciao.
RAGAZZO 1 Ciao.
RAGAZZO 3 Ti va di venire a una festa?
RAGAZZA 3 Ma chi sei?
RAGAZZA 1 Indovina…
RAGAZZO 3 L’amica di Anna?
RAGAZZA 2 Può darsi…
RAGAZZO 2 Quella rossa?
RAGAZZO 1 Mi va di rivederti…
RAGAZZO 3 La bionda?
RAGAZZA 1 Mi hai sentito?
RAGAZZO 2 Però questi giorni ho un sacco di cose da fare.
RAGAZZA 3 Indovina…
RAGAZZO 3 Vabbé, tanto sono tutte carine le amiche di Anna…
RAGAZZA 2 Sono quella con i pantaloncini.
RAGAZZO 1 Ah!
RAGAZZA 3 Già…
RAGAZZO 2 io sto ai Caraibi.
RAGAZZA 1 Ciao.
RAGAZZA 2 Ciao.
RAGAZZA 3 Ci sei?
RAGAZZO 2 Ciao!!!
RAGAZZA 1 Ma che fine hai fatto?
RAGAZZO 3 Ciao.
RAGAZZO 2 Sei proprio una stronza!
RAGAZZA 3 Ciao.
RAGAZZA 2 Parliamo un po’?
RAGAZZA 3 Ciao.
RAGAZZA 1 Devo andare.
RAGAZZO 1 Ciao…
RAGAZZA 2 Allora?
RAGAZZO 3 Ciao!
RAGAZZA 2 Ma vaffanculo!
RAGAZZO 1 Ciao ciao…
RAGAZZO 2 Scusa. Ma a me mi piace così.
RAGAZZA 1 Ciao.
RAGAZZO 1 Ciao.
RAGAZZA 2 Ciao.
RAGAZZO 2 Ciao.
RAGAZZA 3 Ciao.
RAGAZZO 3 Ciao.
Finite le battute, gli attori continuano a interpretare solo gli emoticons, a soggetto, sempre più convulsamente. Raggiunto un apice, cinque di loro si bloccano.
RAGAZZA 1 Ehi?.. Sorrisino. Non rispondi?... Sorrisone.
RAGAZZA 2 Oggi sarebbe stato il tuo compleanno. Tanti auguri, ovunque sei.
RAGAZZA 3 Manchi.
RAGAZZO 2 Non ti conoscevo molto, ma mi sei sempre sembrato un tipo carino.
RAGAZZO 3 A volte ti penso e mi va di scriverti. Magari puoi leggere, lì dove sei ora.
RAGAZZA 1 Oh scusa. Faccina imbarazzata. Non avevo capito che eri morto. Cuoricino.
Il pubblico è invitato a seguire gli attori presso…
…il bancone del bar. Marco è già lì. Lili gli versa da bere.
MARCO Ci sono persone che si accontentano di cose finite, ma le vogliono perfette. Poi ci sono quelle che si accontentano di cose finite e imperfette. E poi…
LILI Ci sei tu.
MARCO Ci sono quelli che inseguono l’infinito.
LILI L’infinito perfetto.
MARCO Vuoi sapere cos’è per me l’infinito?
LILI Dimmelo.
MARCO Un profumo, che non ricordo più dove ho sentito. L’unica cosa di cui sono certo è che appartenesse ad una donna.
LILI E di cosa sa questo profumo?
MARCO Terra bagnata di pioggia. Limone. E rosmarino. È quello che cerco, in tutte.
LILI Bella scusa per scoparsi chiunque.
MARCO È un profumo segreto. Lo si può sentire solo nell’intimità.
LILI Certo.
MARCO Ho conosciuto una donna.
LILI Sì, che numero è? La mille e tre? La mille e quattro?
MARCO Sei gelosa anche tu?
LILI No, lo sai. Né gelosa né fedele.
MARCO Lo so. Per questo non mi perderai mai.
LILI Ma sentiti, che presuntuoso.
MARCO Il tuo profumo si avvicina a quello che cerco. Ma non è esattamente quello.
LILI Non è esattamente quello perché io non voglio che lo sia.
MARCO Forse dovrei sentirlo di nuovo.
LILI Non è il caso. Con me non ci sei riuscito, te lo sei dimenticato?
MARCO Forse avevo bevuto troppo.
LILI Forse non ti conviene trovare il tuo profumo.
MARCO Ho detto che era quasi, il mio profumo.
LILI Ah ah.
MARCO Magari potresti farmelo sentire di nuovo, potrei essermi sbagliato.
LILI Prima o poi.
MARCO Facciamo ora.
LILI Non ti conviene.
MARCO Potrei averla trovata.
LILI La donna della tua vita?
MARCO Non faccio altro che pensarci.
LILI E se fosse? Diventeresti fedele?
MARCO Può darsi.
LILI Rischierò.
MARCO Se fosse, non te ne pentirai?
LILI Ci sono solo due scopate importanti. La prima e l’ultima. A me piace essere l’ultima.
Lili s’incammina verso la sala attigua. Buio.
Nella sala attigua, luce e le note di un tango richiamano gli spettatori.
La scena rappresenta un salotto. Sandra sta parlando al cellulare.
SANDRA Dopo la terza, dottore… Sì, alla terza pasticca è cominciato il bruciore… immediatamente, proprio, appena presa… Su tutti gli arti, però sulle gambe è comparso anche l’eczema. Non se la sente di proseguire!... Pensavamo… magari aspettiamo che l’eczema si attenua, e ritentiamo… Lo so che non andrebbe sospesa, ma non ce la fa, sta troppo male. Dottore, è inutile che me lo ripeta, so tutto, mi è chiarissimo, il trapianto non ha funzionato, questa cura sperimentale è l’unica speranza, è un miracolo che ci siamo rientrati, ma Luca… non la regge… La devo lasciare, la richiamo.
Sandra si ricompone appena in tempo. Luca entra. Cammina appoggiandosi a un bastone. Sandra si precipita a sostenerlo.
SANDRA Mi potevi chiamare, ti aiutavo…
LUCA Ce la faccio… cosa dice?
SANDRA Chi?
LUCA Non parlavi col primario?
SANDRA Che… possiamo sospendere e appena stai un po’ meglio riprovare…
LUCA Sì?
SANDRA Ecco… Se te la sentissi di andare avanti, sopportando queste reazioni… sarebbe meglio…
LUCA No.
SANDRA Va bene lo stesso. Ci riproviamo appena il bruciore… va già un po’ meglio, no?
LUCA In quanti casi ha funzionato? Questa cura?
SANDRA Esiste da così poco…
LUCA Già. Le cavie siamo noi.
Sandra lo aiuta a sedersi, a stendere le gambe.
LUCA Forse dobbiamo cominciare a pensare a un piano B…
SANDRA Ma il primario ha molta fiducia in …
LUCA (la interrompe) Sai cosa dobbiamo fare?
Sandra non risponde, non capisce.
LUCA Esercitarci… a leggere i nostri pensieri.
SANDRA Cosa?
LUCA Per essere sicuri di riuscire a parlarci, in ogni caso.
Sandra non risponde, turbata. Luca cerca di sdrammatizzare.
LUCA Se per esempio vengo ricoverato di nuovo, e non ti fanno dormire nel reparto… è già successo, no?
SANDRA Sì, è già successo…
LUCA Cominciamo, dài.
SANDRA Ora?
LUCA Non mi guardare… Ora io penso una cosa… una frase. E tu liberi la tua testa… e ascolti…
Un silenzio.
SANDRA Va bene.
Luca si concentra, ad occhi chiusi. Sandra esita. Poi anche lei chiude gli occhi.
LUCA Hai sentito qualcosa?
SANDRA Non lo so… Ho delle parole nella testa ma…
LUCA Prova ancora… lo penso di nuovo… la stessa cosa…
Di nuovo Luca si concentra. Sandra fa lo stesso.
LUCA Allora?
SANDRA Non so, hai detto… qualcosa sul ballo…
LUCA Brava, quasi… Ho detto: balleremo ancora. Ora tu.
SANDRA Io?
LUCA Tu pensi e io ti ascolto.
Si concentrano.
LUCA (sorride) Hai detto: tutto il bene possibile…
SANDRA Sì!... L’hai sentito davvero?
LUCA Certo!
SANDRA Non ci stiamo davvero parlando… il ballo… tutto il bene possibile… sono le prime cose che ci vengono in mente… sono le cose più ovvie…
LUCA Sono le prime cose che ci vengono in mente, sì… ma tu hai pensato e io ho sentito, e io ho pensato e tu mi hai sentito…
SANDRA Davvero?
LUCA Possiamo farcela. Potremo parlarci sempre.
SANDRA Facciamolo ancora…
LUCA Ascolta…
Si concentra. Sandra fa lo stesso.
SANDRA Hai pensato?
LUCA Sì…
SANDRA Lo vedi, non funziona… non ho sentito niente…
LUCA Forse perché ho detto una cosa che non vuoi sentire.
SANDRA Non sento niente… non ci possiamo parlare così…
LUCA Ti ho chiesto…
SANDRA Cosa?
LUCA Ti deludo… se…
SANDRA Tu non mi deludi mai…
LUCA Se smetto di combattere?... Ti deludo?
SANDRA Che vuoi dire?
LUCA Sono così stanco.
Sandra lo abbraccia.
SANDRA È solo un momento. Ne abbiamo passati altri… anche peggiori. Ora è che… hai avuto questa reazione, ma già domani starai meglio, e riprenderemo questa cura sperimentale e vedrai che…
LUCA Sandra…
SANDRA Sì.
LUCA Io ho bisogno di sapere che se proprio non ce la faccio, tu mi capisci.
SANDRA Io ti capisco sempre…
LUCA Che non ti deludo.
SANDRA Tu non mi hai mai deluso.
LUCA Che ce la farai anche senza di me.
Sandra non risponde, piange silenziosa.
LUCA Mi aiuti a tornare a letto?
Sandra annuisce. Lo aiuta ad alzarsi, lo stringe forte. Poi lo sostiene fino ad uscire.
Da fuori:
ADA Pietro…?
Entra Ada con Domenica. Ora, la scena rappresenta la casa che Pietro deve ristrutturare.
ADA Pietro…? Ci sei?
DOMENICA Ovviamente no, quando mai è puntuale!
Ada sorride intenerita. Poggia borsa e soprabito.
DOMENICA Si può sapere che intenzioni hai?
ADA Ecco, in ogni caso pensavo a una cosa minimale ma con qualche pezzo di design un po’ importante…
DOMENICA Con lui!
ADA Ma figurati!…
DOMENICA Ti sei fatta la ceretta all’inguine.
GINA (entrando) Per fortuna, sembravamo un gatto!
DOMENICA Sei arrossita…
ADA Ma no!
GINA Che male c’è, è un ragazzo così carino…
DOMENICA Appunto: è un ragazzo!
GINA Ha solo cinque anni meno di noi! Le donne vivono di più, è perfetto.
Arriva Pietro trafelato.
PIETRO Scusa, scusa, scusa… sei qua da tanto?...
DOMENICA Nooo, che dici…
DOMENICO Stai schiacciatina tu.
PIETRO Ho fatto una corsa… mi dispiace ti faccio sempre aspettare…
ADA Ma figurati… sai una cosa, più vedo questa casa e più penso… no, non te lo voglio dire, non ti voglio influenzare. Devi essere tu a decidere.
GINA Brava! Morbida, accogliente…
GINO Lei vuole la tre. Quella con la stanza dei bambini.
DOMENICO Noi no.
PIETRO Ormai mi ci sveglio di notte. Mi alzo e mi riguardo le tue proposte… è che sono tutte belle…
ADA Grazie!...
GINA È pazzo di noi…
PIETRO È vero, sei bravissima.
DOMENICA Leccaculo. Come Valerio, te lo ricordi? Tanti complimenti, e poi si sbatteva quella zoccola di Annamaria.
GINO Mai fatte queste porcate!
ADA Sai, più che altro, devi pensare a che vita vuoi fare nei prossimi anni…
DOMENICO L’hai sentita? Questa vuole una cosa seria!
PIETRO Non è che così sia più facile…
GINA L’hai terrorizzato! Guardalo, suda…
ADA Figurati, dillo a me!
Ada esegue il suo rito, insieme a Domenica e Gina.
GINO La adoro quando fa quel suo saltino!
DOMENICO Sì, però se ci mettiamo con lei, la facciamo vedere da uno bravo…
GINO Stiamo sul pezzo!
ADA Però, per esempio… la seconda stanza da letto…
DOMENICO Eccola là!
GINO Pensa a una cosa seria con noi!
PIETRO Infatti, il dubbio più grosso è su quella.
ADA Perché un secondo bagno serve sempre… così il tuo lo puoi lasciare in disordine quanto ti pare, un amico lo fai andare nell’altro…
DOMENICA L’amico va nel suo, noi ci prendiamo l’altro.
PIETRO Sì, infatti, guarda io per il bagno ormai è come se avessi deciso…
GINA L’idromassaggio lo mettiamo nel secondo bagno.
ADA Siamo sempre là. È la stanza…
PIETRO Perché con il mio lavoro, non è che proprio mi serva uno studio in casa…
DOMENICA Sì, anestesie a domicilio la vedo difficile.
ADA Parliamoci chiaro, secondo me ti devi fare una domanda…
PIETRO Sì, infatti, la domanda è una…
GINA E fattela, ‘sta domanda!
ADA Se pensi che prima o poi…
PIETRO Posso fare una domanda io a te?
DOMENICA/GINA A noi?
Domenico, Gino, Domenica e Ada si fanno attentissimi.
PIETRO No, perché mi hai detto… di avere avuto una storia lunga…
ADA Sette anni…
PIETRO E non avevate mai pensato di avere un figlio?
ADA Beh, sì… figurati in sette anni. A dir la verità più all’inizio che poi… I primi tempi addirittura avevamo deciso i nomi… perché ne volevamo due…
PIETRO Un maschio e una femmina…
ADA Veramente no, due femmine. Ero io più che altro a volere due femmine…
PIETRO No!
ADA Cosa?
PIETRO Anch’io, quando penso… insomma che potrei avere dei figli… beh, mi piacerebbero due femmine.
DOMENICO Ma che dice…
GINO È vero!... Non te lo abbiamo mai detto…
ADA No!
PIETRO Sì!... Non è la prima cosa che abbiamo in comune, eh…
GINO Non te la fare scappare!
ADA Vabbè, poi però abbiamo fatto passare il momento…
DOMENICO In che senso? Non sarà già in menopausa?
GINO Che t’importa? Tu non vuoi figli…
DOMENICO Possiamo anche cambiare idea, no?
PIETRO Nel senso…?
ADA No, nel senso che litigavamo solo e non era il caso di pensarci.
PIETRO Ah, ok… pensavo…
DOMENICA Ma senti che cretino…
ADA Che fossi in menopausa?
GINO Ecco, l’abbiamo offesa!
DOMENICO Senti, certe cose, meglio saperle.
GINO Mettici una pezza!
PIETRO Che ne so… non sai in ospedale quante donne vedi che vanno in menopausa presto…
GINO Prestissimo, proprio!
PIETRO Menopausa precoce. Ma roba… ventotto, ventinove anni…
DOMENICO Sì, quindici!
GINA Fa sul serio…! È interessato alle nostre ovaie…
ADA Beh, io no, decisamente. Ho ancora un bel po’ di tempo.
GINA Tanto tempo!
DOMENICA Due, tre anni al massimo… non ci rilassiamo…
PIETRO Sì, perché una volta che ci sono…
ADA La vita cambia.
PIETRO Noi oggi come oggi siamo giovanissimi.
ADA Si, infatti, possiamo fare ancora tante cose.
PIETRO Ma sì… goderci la vita, viaggiare…
GINA Oh si! Un bel viaggio!
ADA Mi piace viaggiare!
GINO Ti vuoi muovere?... Di’ qualcosa di romantico…
DOMENICO Sì, non possiamo perderla…
PIETRO Insomma… per la seconda stanza, tu mi consigli di farla.
GINA Si è lanciato!
DOMENICA Non ci vede come un passatempo…
ADA Sai io penso che… se, tipo, una famiglia… tu non la escludi…
GINO Non mollare lo sguardo… passetto verso di lei…
GINA Ci sta per baciare…!
DOMENICO E se la baci e lei ti dice “Che ti sei messo in testa?”…
GINO Non lo fa… vai sicuro…
DOMENICA Cosa abbiamo mangiato…? C’era l’aglio su quella bruschettina?
PIETRO Se non la escludo, meglio avere una casa già pronta…
DOMENICA Speriamo che non sia di quelli che ti fanno il bagno con la saliva…
DOMENICO Speriamo che non sia di quelle con la lingua rattrappita …
GINA Grazie al cielo abbiamo fatto la ceretta…
Si baciano.
GINO/GINA Sìììì!!!
La cosa si fa più passionale. La luce si abbassa.
DOMENICO Ce l’abbiamo il preservativo, sì?
DOMENICA Siamo state precise con la pillola?
GINA Niente male…
GINO Ci voleva… accidenti se ci voleva…
GINA Non facciamo quelle che non chiedono per timidezza… facciamogli subito capire cosa ci piace…
GINO Pensa che sei un tipo sensibile… vacci lungo con i preliminari…
DOMENICO Sì, ma non troppo che poi duriamo pochissimo…
GINA Diglielo che non vai pazza per i preliminari…
DOMENICA Poi pensa che sei una porca e cambiai idea sulla seconda stanza!
DOMENICO Oddìo! Ha fatto un’espressione… l’hai vista?
GINO (mugula) No… avevo gli occhi chiusi…
DOMENICO Somiglia alla mamma!
Pietro si blocca.
GINO Beh, a me è sempre piaciuta, la mamma!
Pietro riprende con più slancio. Si va al buio. Mentre Ada e Pietro mugulano:
GINA Non ti senti… come dire…
GINO A casa…
GINA Eh… mi hai tolto le parole di bocca…
GINO Dici che è la volta buona?
GINA Lo spero…
I gemiti di Gino e Gina si uniscono a quelli di Pietro e Ada.
IL LOGICO Lo sapevo. Ci risiamo. Tu non mi ami più come prima! Ma che dici, certo che ti amo!... Allora perché non hai più voglia di fare l’amore? Tutte le storie che ho avuto sono andate a finire così. Nessuna che abbia capito una cosa così semplice… Ma è proprio perché ti amo, che non ho più voglia di fare l’amore!... Con te. Perché con le altre, in effetti, no. Cioè, con quelle che non amo, la voglia ce l’ho. Infatti l’amore lo faccio con loro. Vecchie amiche… conoscenti… amiche della donna che amo… Sì, qualche volta è successo. Me ne vergogno, eh. Ma è successo. Dov’è finita la passione dei primi tempi?... Ma come te lo devo dire? I primi tempi, io, non ti amavo! Non dico che non provavo nulla per te… mi piacevi. Mi eri simpatica. Ci facevamo un sacco di risate… Dìo, se ci divertivamo. A letto, fuochi d’artificio! Giochini… Ma non lo capisci che adesso non è possibile? Adesso che ti amo?... Scusa, rifletti. Ti ricordi quanto mi piaceva prenderti da dietro, all’improvviso, senza preliminari… e scoparti fino a lasciarti senza fiato?... E tu a volte mi dicevi di fermarmi… mi fai male… e io continuavo, di più, più forte… anzi mi eccitava, che mi dicessi così, di fermarmi… Beh. Ti pare che potrei farlo adesso che ti amo? No, dico… credi che, adesso che tu sei la donna che amo, potrei fare con te tutti quei giochini… pesanti, eh… che facevamo? Sì, sì, lo so… potresti dirmi… almeno facciamolo come quelle coppie che stanno insieme da vent’anni, senza pretese, una volta a settimana, missionario e via… Ma io ti amo troppo per farlo così! Tu sei speciale! Dov’è finita la passione… Se n’è andata con l’indifferenza, ecco dove. Nel momento stesso in cui ti ho detto: “ti amo”, la prima volta, ha cominciato a svanire. Guarda che io per te, mi butterei nel fuoco. Non scherzo. Da te vorrei dei figli. Se riuscissi a scoparti, li vorrei. Solo da te, credimi! E vorrei che ti assomigliassero!... Con i denti grandi come i tuoi, un po’ da coniglietto… e con le orecchie… quanto amo le tue orecchie!... con i lobi un po’ più piccoli del normale… La verità è che, questa storia che si desidera chi si ama… a me non mi è mai tornata. Sì, insomma, questo legame fra amore e sesso… Scusa: per fare sesso, non c’è bisogno di amare, giusto? Allora spiegami perché quando si ama bisogna fare sesso. Ma chi l’ha deciso? Quando? Chi lo dice? Chi lo dice che si può scopare una donna che si ama? E se è vero, avanti, dimmelo: perché non mi sono scopato mia madre? Eh? Dai, forza! Lo vedi che non sai rispondere?
Luce su Lili:
LILI Il problema, con gli esseri umani, è che di loro ci si innamora. Gli si vuole bene. Anche quando sono stupidi. Soprattutto, quando sono stupidi. Quando credono in cose tipo: l’amore eterno. Oppure: l’amore trionfa sulla morte. Che può anche essere, non dico di no. Dipende da che significato si dà alle parole… Sandra, ad esempio, credeva che il suo amore per Luca sarebbe bastato a non farlo morire.
Luce su Sandra. Si sta masturbando. Luca la sta guardando. Lei arriva all’orgasmo. Tende la braccia a Luca. Lui l’abbraccia. Si baciano.
Entra Lili.
LILI Dovresti cominciare a mettere via le sue cose.
Luca si scioglie dall’abbraccio.
LUCA Ci ha provato.
LILI Dovresti cercare di fare come fanno tutti. Uscire. Distrarti.
SANDRA Mi fai la predica? Tu?
LILI Non è quello che ti dicono tutti?
LUCA Lasciala stare…
LILI Potresti fare un viaggio. Non avevate comprato una casa? Dov’era?
LUCA In Costarica…
LILI Che c’è in Costarica?
SANDRA È il luogo più sicuro del mondo.
LILI Cosa?
LUCA È vero. Ci eravamo informati.
SANDRA Politicamente stabile. Non sismico. Praticamente inattacabile da catastrofi metereologiche. Deliquenza pressocché inesistente.
LUCA Un paradiso.
SANDRA Non posso andarci. Non voglio essere al sicuro senza di lui.
LUCA Non eri al sicuro comunque.
Lili nota un tablet. Lo prende.
LILI Cos’è questo?
SANDRA Non lo so, niente…
LILI Un’associazione per il suicidio assistito… è niente?
SANDRA Non so di cosa stai parlando, ci sarò finita per sbaglio.
LILI Devi sempre controllare tutto?
LUCA Dille di non farlo…
SANDRA Cos’è, ti dà fastidio? Ti toglie l’esclusiva?
LILI No. Lo capisco. Mi sono sempre chiesta come facciate a vivere così. Senza sapere. Vi amo, per questo. Siete degli eroi.
LUCA Ti prego.
SANDRA Shhh!...
LILI Forse mi sta parlando… non riesco a sentirlo se c’è gente. Devi andare via….
LUCA Ti prego.
LILI Vorrà dirti quello che ti dicono tutti. Quello che non vuoi sentire.
LUCA Ora ti sembra che non ci possa più essere niente di bello. Ma non è così.
LILI Che hai passato l’inferno, ma ne uscirai.
SANDRA Shhh!...
LILI Hai passato un anno e mezzo terribile. Sei morta con lui. Ma poco a poco riuscirai a non pensare a questi ultimi mesi.
LUCA Ritroverai i nostri ricordi belli, quelli di prima…
LILI Lo rivedrai com’era, prima della malattia.
SANDRA Che stai dicendo?
LILI Quello che ti dicono tutti. La verità.
SANDRA Non ho bisogno di rivederlo come’era. Luca era l’uomo più bello del mondo. Sempre. Per favore, vai via.
Lili non si muove.
SANDRA Vai via. Forse mi sta parlando. Se ci sei tu non riesco a sentirlo. Devi andare via!
LUCA Sandra…
SANDRA Tu non capisci… non puoi capire!... Questo anno e mezzo non è stato un inferno. Hai sentito?... Non è stato un inferno!... È stato l’anno e mezzo più bello di tutta la mia vita!... Di tutta la mia vita!...
LILI Ma per lui, no.
SANDRA Mi sta parlando e non riesco a sentirlo… non riesco a sentirlo…
LUCA Per me, no, amore mio.
Buio. Luce su…
LA MATURA Basta!... Basta, parlare d’amore! O me le scelgo tutte io, le amiche cretine… no, perché se tutte le donne sono così, ci credo che poi hanno bisogno delle quote rosa. Si lamentano che non fanno carriera, grazie, passate tutto il tempo a lamentarvi, a piagnucolare… non mi ama più, ha un’altra, mi ha lasciato… Lasciateli voi, no? Prima. No, è tutto un fatto di maturità. La stragrande maggioranza delle donne, sono immature. Mi dispiace dirlo, eh, io coltiverei volentieri una solidarietà di genere, ma… Io sono sempre stata matura. Anche troppo. Fin da bambina. In che senso?... Beh, sto coi fatti. I fatti sono che gli uomini sono degli stronzi? Siamo tutte d’accordo?... E li devi prevenire! I fatti sono che quasi sempre gli uomini, a un certo punto, ti tradiscono? E tu lascialo prima. Ma prima… prima. Prima che gli venga voglia. Scusate, non si dice: prevenire è meglio che curare? Io sono matura, e i proverbi li seguo. È saggezza popolare, no? Dice… cioè, tu lasci uno anche se lo ami e lui ti ama? Sì. Perché tanto prima o poi, uno dei due si stanca. Se mi stanco prima io, tanto poi lui soffre lo stesso. E se si stanca prima lui? Soffro io? Eh no! Ve lo scordate! Non sapete quante donne vedo che si rovinano la vita così. Per aspettare. Per vedere come va… Ma come deve andare? Prima fra tutte, mia madre. Notti ha passato, a piangere. Perché mio padre l’aveva lasciata, dopo anni che litigavano. Io ero piccola. La sentivo dalla mia stanza… smettila, mamma!... Ti prego, smettila, mamma… non piangere, mamma!... La sentivo piangere, e pensavo… che cretina! Immatura, poveretta. Dice, scusa, ma come fai a capire quand’è il momento di lasciare qualcuno, se non aspetti che finisce l’amore?... Ancora?... Ma allora oltre che l’immaturità, ci sta pure l’ignoranza! Scusate, ci sono degli studi, no? La fase dell’innamoramento dura fra l’anno e mezzo e i due anni e mezzo. Io, dopo due anni, lascio. No, non glielo dico prima, ovvio. Non sono mature le donne, sono maturi gli uomini, secondo voi? No, no. Prima, non gli dico niente. Quando arriva il giorno del secondo anniversario, gli mando un messaggino. Sì, un messaggino. Perché altrimenti… figurati, domande su domande… ma come, ci amiamo, ma perché… Non è gratis, eh. La maturità. Perché quanto meno, dopo, devi cambiare cellulare. Ma come si dice, chi bello vuole apparire, un poco deve soffrire. Più o meno il senso è quello, no? E domani… domani tocca a Franco. Quanto è carino… La settimana scorsa siamo andati a Parigi. Mi ha portato sulla torre Eiffel, si è inginocchiato… pareva un film! Quando l’ho raccontato alle mie amiche, un’invidia!... Si è messo la mano in tasca e ha tirato fuori questo… (mostra un anello). Bello eh? E mi ha chiesto di sposarlo. Io? Gli ho detto di sì… Oh, io lo amo, Franco! Ci sto da due anni… e sono stati due anni meravigliosi. È quello, sulla torre Eiffel… è stato il momento più bello della mia vita… una felicità così, non pensavo neppure che si potesse provare… Come, e allora?... Certo che domani lo lascio. Sono passati due anni. Poi scusa, una cosa così bella, ti pare che la rovino?... Ma sì, certo… che un po’ mi mancherà… Ma che vi credete, che sia facile, essere maturi?
Buio. Luce in salotto. Gino e Domenico giocano a carte in un angolo. Gina si sta limando le unghie. Domenica legge un libro di psicologia. Pietro se ne sta seduto, come guardando la televisione (che è il pubblico). Ada lo raggiunge. Gli si siede vicino, si abbracciano. L’atteggiamento è quello di chi sta insieme da un po’. Pietro sbadiglia.
ADA Sei stanco, amore?
PIETRO Dodici ore di sala operatoria… e domattina nemmeno posso dormire.
ADA Ma non sei di turno, domani!…
PIETRO No, ma è che ho promesso a mamma di aiutarla con certe pratiche…
DOMENICA (lascia il libro) Siamo sicure che sia la mamma?
ADA Ah…
PIETRO Che c’è, amore?
ADA No, è che… pensavo che potevamo dormire, così mi ero portata tutto qui…
GINA Brava, fallo sentire in colpa!
PIETRO Se vuoi dormire qui non c’è problema, eh…
GINO Sì, che magari ci scappa anche la buonanotte…
PIETRO Guarda, quando mi sveglio mi vado a preparare nell’altra stanza, così non mi senti. Tu ti svegli quando vuoi…
DOMENICA Non ci vuole proprio con lui…
ADA Che pratiche sono?
PIETRO Cosa?
ADA Quelle di tua madre.
PIETRO Guarda, una cosa di cui ci capisco meno di lei… un garage da riaccatastare, sai…
ADA Beh, ma vi posso aiutare io!
GINA Bravissima! Ci presentiamo in famiglia!
DOMENICO Lo sai com’è la mamma…
PIETRO No, no, non voglio proprio che ti disturbi.
DOMENICA Gatta ci cova!
ADA Ma nessun disturbo! Scusa, ci svegliamo insieme, andiamo da tua madre, risolviamo questa storia e poi pranziamo insieme… magari andiamo al mare, se è una giornata come oggi…
DOMENICA È una giornata come oggi. Abbiamo visto le previsioni.
GINO Una fritturina di pesce…
DOMENICO È troppo presto, ok? Troppo presto…
PIETRO Semmai facciamo che vado da mia madre, poi ti ripasso a prendere…
ADA Ma guarda che non è un disturbo, che fai, i complimenti?
PIETRO Ma no, è che…
GINO Forza, portiamocela!
DOMENICO Vai con la scusona! Non dirle la verità!
PIETRO Potresti venire, ma non ti conosce…
ADA Appunto, così ci conosciamo!
PIETRO È che mia madre … è un tipo un po’ particolare, gli estranei la mattina…
GINO Sei cretino?
ADA/GINA/DOM. Gli etranei?...
DOMENICO Facciamola sentire in torto!
PIETRO Ora non mi mettere in bocca cose che non ho detto…
GINO Così!
PIETRO È chiaro che per me tu non sei un’estranea…
DOMENICO Puoi fare di meglio…
PIETRO Però per lei sì, perché non ti conosce!
GINO Nooo…
ADA Ma anche lei sarà curiosa di vedermi, no?
PIETRO Beh…
ADA Lo saprà che stiamo insieme, sono sei mesi che stiamo insieme!
PIETRO Ada, te l’ho detto, è un tipo particolare…
GINA Non lo sa.
ADA Mi stai dicendo…
DOMENICO Ho sonno, ho sonno, non voglio litigare…
ADA …che tua madre non sa che io esisto?
GINO Possiamo ancora recuperare…
ADA E io, pensa… io che oggi mi sono svegliata con il pensiero di proporti… insomma di chiederti… perché non andavamo a vivere insieme!
DOMENICA Quando lo avete pensato?
DOMENICO Non possiamo recuperare…
GINO Dille di sì!
DOMENICO Ma che, hai fumato?
ADA Pensa che cretina!
GINA Andiamo, che è la volta buona! Si sente in colpa per la mamma! Se te la giochi bene lasciamo il monolocale!
DOMENICA Mi piace quel monolocale…
ADA No, perché sinceramente, dormiamo una notte tu da me, una io da te… anche a livello economico non è una grande trovata… e mi ero immaginata, sai cosa? Pensa che cretina!
GINA Vai col sentimentale… abbassa la voce…
ADA Che tu mi avresti baciato contento!
GINA Così… lacrimuccia…
ADA Mi avresti detto… te lo stavo per proporre io!
PIETRO Amore… ti prego non fare così…
GINO Quando piange è irresistibile…
GINA Pensa a quando è scappato il nostro gattino…
PIETRO Amore… non litighiamo per così poco…
DOMENICO Non possiamo andare a vivere insieme.
GINO Sì che possiamo…
DOMENICO Siamo appena andati via da casa di mamma…
GINA Fatti incontrovertibili!
ADA Guarda che è un fatto…sembriamo proprio anime gemelle, eh! Me lo hanno detto anche le mie amiche…
DOMENICA Veramente ci hanno detto che era noioso…
DOMENICO Le sue amiche… quelle ritardate.
GINO Lo avrà pensato anche quella bionda carina? Come si chiamava…
GINA Stringilo!
ADA Allora?
PIETRO Allora…
DOMENICO Se la porti da mamma senza preavviso non ce lo perdona!
GINO Beh, io non l’ho mai perdonata quando non ci ha comprato il costume da Batman!
PIETRO Allora… abbiamo un sacco di tempo per conoscere la mamma… non è che proprio domattina…
GINA Chi se ne frega della mamma!
ADA Sto parlando di andare a vivere insieme!
DOMENICO Cazzo l’ha detto.
GINO Quando è così decisa mi fa impazzire…
DOMENICA Non era il caso… non sono proposte da farsi quando si sta litigando… Potrebbe dire di no sull’onda emotiva…
GINO Senti… buttiamoci!
GINA Sull’onda emotiva può dire di sì!
PIETRO Ma certo che voglio vivere con te…
DOMENICO Nooo… no no no no noooo…
GINA Ha detto di sì!
ADA Davvero?
PIETRO Ma sì…
Si baciano.
DOMENICO Una volta che ci vivi insieme è fatta. Poi ci sono i figli. E a quel punto è finita. Non si torna indietro.
GINO E che sarà mai
PIETRO Ti amo!
ADA Anche io ti amo!
GINA Sposiamoci! Al mare!
DOMENICA Non sarà di quelli che si vogliono sposare in chiesa?
DOMENICO Sei pronto a diventare padre?
DOMENICA Quanti parenti avrà?
DOMENICO Di un bambino che piange in continuazione?
GINO Gli compreremo un costume da Batman!
GINA Per quanto, noi in bianco…
DOMENICO Pensa a quel bambino che è arrivato al pronto soccorso, che era caduto dal balcone.
GINO Mettiamo le grate, che ci vuole!
DOMENICO Quanti ne hai visti morire, di bambini? E quei genitori distrutti?
GINO Questo… è un colpo molto basso…
DOMENICO Vuoi ritrovarti tu al loro posto?
PIETRO Però… non c’è nessuna fretta, no?
DOMENICA Voleva solo tenerci buone…
GINA Ma quanta cipolla c’era nel sugo?
ADA Non c’è nessuna fretta…?
PIETRO Anche per te… non sarà facile lasciare una casa dove hai vissuto per anni…
GINA Evviva gli scatoloni!!
DOMENICO Così, bravo… lo fai anche per lei…
ADA Io veramente… su di noi ho le idee molto chiare.
GINO Non ci casca…
PIETRO Ma anch’io!
GINO E allora buttati, no?... Rischiamo, una volta nella vita!
DOMENICA Senti, non insistiamo…. facciamola cadere.
GINA Ah, no! Non facciamo cadere proprio niente!
ADA Però non abbastanza per rischiare di andare a vivere… con una donna con cui stai già da sei mesi.
PIETRO Sei mesi… non sono tantissimi, eh…
ADA Ma se non ce l’avevi mai avuta una storia così lunga!
PIETRO Proprio per questo… Tu hai già convissuto…
DOMENICO Noi, mai!
ADA È chiaro che la stronzata l’ho fatta io...
PIETRO Ma no!... Ti prego non dire così…
ADA Ho sottavalutato che hai cinque anni meno di me.
DOMENICA Io lo avevo detto…
ADA Figuriamoci… ti sentirai come uno che ha tutta la vita davanti…
PIETRO Ma tutti e due abbiamo la vita davanti…
ADA Ma certo, perché andare a vivere con una tardona… ci sto finché dura…
DOMENICA Meglio così. Ci avrebbe lasciato fra qualche anno. Distrutte. Per una più giovane.
PIETRO Ada… non sai più quello che dici…
ADA Dico che non ne posso più di storie inconcludenti! Pensavo che con te fosse diverso…
GINA Ce lo hai fatto credere!
DOMENICO Ci credo che sono tutte finite! Se si deve fare sempre come vuole lei…
GINO È che ora è arrabbiata… si sta sforzando di non piangere, guarda il broncetto…
ADA Vuoi sapere che penso? Che sei un ragazzino! Un ragazzino mammone che non vuole prendersi impegni!
DOMENICA È come tutti gli altri.
GINO Mi piace da morire.
DOMENICO È peggio di tua madre.
PIETRO Io sono un ragazzino? Sai cosa sei tu? Una fascista!
ADA Cosa?
PIETRO Sì, proprio così. Ti svegli una mattina, decidi che vuoi venire a vivere con me, e io devo essere là pronto a fare quello che vuoi tu! Beh, già dato, grazie!
ADA Già dato?
PIETRO Proprio così!
ADA Già dato!... E a chi avresti già dato, eh?
Ada comincia a raccogliere le sue cose.
DOMENICO Ma che fa? Ci lascia?
PIETRO Dove vai?
GINA Ce ne andiamo?
DOMENICA Meglio. Comincio a sentirmi male qui… Ho voglia d’aria…
Le tre si riuniscono per un saltino di rito.
ADA Mi riprendo il mio pigiama… e lo spazzolino… e se dovessi trovare qualche mio indumento sparso… sai, li riconosci dalla svastica stampata… per favore me li fai avere!
GINA Vabbè, però, un attimo… ‘St’ascendente ariete…
DOMENICO E va bene, te li faremo avere! Anzi, sai cosa? Li bruciamo!
GINO E se non troviamo più un’altra che ci piace così?
PIETRO Ma aspetta…!
DOMENICO Se non ci sai capire è meglio che te ne vai!
GINO Ti prego non ci lasciare!
PIETRO Ada!
ADA Sì?
DOMENICA Forse ha solo bisogno di tempo…
GINA E diamoglielo, ‘sto tempo!
DOMENICO Se la richiami adesso è per sempre!
GINO Che c’è di male ad amarsi per sempre?
PIETRO Stai dimenticando…
Le porge un cellulare.
DOMENICA Se non è pronto ora non lo sarà mai.
Ada lo guarda incredula. Afferra il cellulare e gli volta le spalle, seguita da Domenica. Pietro e Domenico si rannicchiano sul divano.
Gina si avvia a malincuore. Gino la segue fino all’uscita. Gina si volta. Si sfiorano le mani, tristi.
Gina esce.
LA CONOSCENZA Quanto si può conoscere una persona, da uno a cinque? Uno: conoscenza generale. Di dove sei, di che colore hai gli occhi, che lavoro fai, sei sposato oppure no, hai figli oppure no. Due: so chi sono i tuoi genitori, come si chiamano i tuoi bambini, so che sei sposato ma che sei stanco di tua moglie, si capisce da come ne parli e si vede quando state insieme, so che partito voti e se credi in Dio, so più o meno quello che vuoi che si sappia di ciò che pensi della vita. Tre: so che hai una preferenza per il tuo figlio maggiore e ti senti in colpa. Che hai avuto un’amante e tua moglie l’ha scoperto. Che sei stufo del tuo lavoro, il tuo sogno era un altro e ti chiedi se è troppo tardi. So che eri credente, da giovane, ma poi una tua compagna di scuola è morta, aveva sedici anni, un incidente in motorino, e hai pensato che Dio non potesse esistere, anzi lo hai sperato, perché se fosse esistito sarebbe stato un mostro. Quattro: conosco le tue paure. Le tue debolezze. So cosa ti fa svegliare sudato in piena notte. Conosco la tua invidia, la tua gelosia, la tua ignavia. Però so che sei capace di sacrificio. Che hai assistito tuo padre in ospedale fino all’ultimo. Che daresti la vita per quella di un bambino sconosciuto. Cinque: conosco ogni tuo rapido pensiero, l’alternarsi dei tuoi sentimenti, la battaglia che si compie nella tua testa in ogni momento della tua vita. So che in ogni istante ti trovi a fare una scelta fra quello che pensi sia il bene e quello che pensi sia il male. So che allo stesso tempo ti domandi se davvero quello è il male e quello è il bene, e per chi quello sarebbe il male e per chi quello sarebbe il bene, ma invece di darti una risposta o almeno provarci eccolo là, un altro pensiero fulmineo ti trascina da un’altra parte, magari piccolo, stupido, del tipo: che ne faccio di questa caccola che ho nella narice destra, se me la tolgo qualcuno mi guarda? Ce l’ho un fazzoletto? No, accidenti, non lo porto mai, perché non portiamo mai un fazzoletto, magari di stoffa, come quello che portava mio nonno? E intanto inizi a scaccolarti e te ne freghi di chi ti guarda perché ormai stai pensando a tuo nonno…So che hai desiderato che tua moglie morisse, che hai rimpianto il momento in cui sono nati i tuoi figli quando ti eri innamorato di quell’altra, e subito dopo hai pregato Dio di perdonarti per quel pensiero così orrendo, ma subito dopo hai pensato che un simile pensiero è imperdonabile e che per un simile pensiero meritavi di morire tu, proprio stanotte, con un infarto. E ti convinci che quella notte avrai un infarto e appena lo pensi avverti un certo dolore ad un braccio, ma poi ti ricordi che il braccio dell’infarto è il sinistro e a te fa male il destro e allora pensi che forse non avrai un infarto ma ti verrà il cancro, di sicuro, però in quel momento arrivi al semaforo. Rosso. E ti attraversa la strada una ragazza con i capelli biondo cenere. E quella ragazza c’ha forse vent’anni e tu ora ne hai quaranta e sei quasi del tutto calvo, hai anche le maniglie dell’amore, ma ugualmente pensi che forse tutto quello che vorresti è scendere dalla tua bella macchina che non hai ancora finito di pagare e seguirla a piedi. E invitarla a prendere un caffè. E ricominciare tutto da capo, questi sono i pensieri che possono avvicendarsi nel cervello in pochi secondi. Allora, per conoscere davvero qualcuno, dovremmo conoscere tutti questi pensieri? Non riusciamo a conoscere nemmeno noi stessi così. La verità è che tutti questi pensieri ci passano per la testa, ma molto di rado hanno un qualche peso sui nostri comportamenti. Infatti, la ragazza bionda attraversa, il semaforo torna verde, e tu riparti. Ma, una volta su cento, forse su mille… quel pensiero fugace di un attimo, di mollare la macchina al semaforo e seguire a piedi la ragazza bionda, diventa un’eventualità reale. E puoi cambiare in un attimo tutta la tua vita.
Luce su…
Sandra entra in salotto da fuori.
SANDRA Venga, venga, prego.
Entra Marco. Si guarda intorno.
SANDRA È stato gentile a venire da me.
MARCO Lo sa?... Non mi sembra la casa di qualcuno che vuole morire.
SANDRA Così, non è stata una gentilezza… È l’ultimo esame?
MARCO No, niente del genere.
SANDRA I sei mesi scadono domani.
MARCO Lo so. Ma io non seguo più la sua pratica.
SANDRA Quindi cosa dovrei fare? Ricominciare tutto da capo con la sua collega?
MARCO No. Ho già comunicato il mio parere.
SANDRA E…?
MARCO L’associazione per cui lavoro crede fermamente nel diritto dell’individuo di decidere quando è arrivato il suo momento. Il mio compito si limita a verificare che l’individuo in questione sia nel pieno possesso delle sue facoltà mentali. Lei lo è.
SANDRA Quindi…
MARCO Da domani può firmare il suo contratto. A partire da quel momento, con un preavviso di soli due giorni, può raggiungere la sede dell’associazione a Zurigo.
SANDRA E sottopormi al trattamento.
MARCO E sottoporsi al trattamento. Naturalmente, in qualsiasi momento, può cambiare idea.
Pausa.
MARCO Lei profuma di terra bagnata di pioggia. E di limoni, e di rosmarino.
Pausa.
MARCO Credo di amarla come non ho mai amato.
SANDRA Com’è la casa di una persona pronta a morire?
MARCO A volte è senza nulla fuori posto. Asettica. Alcune persone vogliono morire lasciando tutto in ordine, come se non avessero lasciato tracce. Altre volte, è caotica. Altre volte chi vuole morire, da quando comincia ad avere questo pensiero, smette di occuparsi delle cose terrene. Lascia tutto dove capita.
SANDRA E la mia casa… com’è?
MARCO Come la vita. Un po’ ordinata e un po’ disordinata. Un po’ pulita e un po’ sporca. Con qualcosa di sensato e con qualcosa di incomprensibile.
Si baciano. Si stringono, si baciano con più foga. Finiscono sul divano. Buio. Luce su:
Lili precede gli spettatori nel bar. Anche gli attori prendono posto ai tavolini, nell’ordine indicato. Luce su Marco, seduto da solo. Arriva Sandra e si ferma, in un punto equidistante fra Marco e Lili.
LILI Cosa farà Sandra?... Marco, che poco più di un’ora fa era la morte, per lei ora è l’amore. Le ha detto…
MARCO Ricordi dove ci siamo incontrati la prima volta? Io domani sarò là.
LILI E qui, davanti a me, c’è il contratto che Sandra dovrebbe firmare per farsi aiutare a morire.
Sandra esita. Non si muove.
LILI Beh, non è una decisione facile. È giusto prendersi qualche momento per riflettere, no?
Luce su Ada, seduta ad un tavolino con un uomo di cui non vediamo il volto.
LILI Se ha ragione Sandra, se esistono tante dimensioni parallele, in una di queste Ada è forse già anziana. Se potesse vedersi, in quella dimensione, ora si sentirebbe molto più tranquilla. Saprebbe che, poco tempo dopo la rottura con Pietro, ha incontrato un altro. Ci è uscita qualche volta, senza grandi aspettative. Poi ci è finita a letto. Senza grandi aspettative. E dopo qualche mese, alla proposta di lui di andare a vivere insieme, ha detto di sì. Senza grandi aspettative. Si è trasferita da lui ma ha mantenuto casa sua. Pronta a ritrasferirsi qualora le cose non funzionassero. Ma non ci è mai più tornata, e alla fine l’ha venduta.
ADA E poi c’è un amore che è stare, o meglio starsi. Starsi accanto, starsi vicino, fare insieme cose banali. È un amore che non dà brividi, che non fa sentire immortali. Al massimo, sai che quando morirai, l’altro sentirà la tua mancanza. E ti dispiace per lui. È un amore per cui non si cercano definizioni, così riservato da non farsi notare, è un amore lacustre. Ci si accorge di averlo, chi ce l’ha, in un momento qualunque, di quiete, mentre si compie una qualche azione quotidiana come lavare i piatti o fare la fila alle poste, o guardare un programma stupido alla televisione. Ci se ne accorge da vecchi, al momento dei bilanci. Magari sono anni che non glielo dici. Forse non glielo hai detto mai. Ma quella è la persona che ami.
LILI Vi sembra che manchi qualcuno?... Ah sì, Pietro... È solo un po’ in ritardo. Come sempre. Il fatto è che la paura dell’amore può impedirci di amare, ma quella della morte… no, non ci impedisce di morire.
Pietro entra nel bar, si guarda intorno un po’ sperduto. Lili gli fa segno di raggiungerlo.
LILI Fu così che una mattina, nella stanza da bagno progettata per lui da Ada, Pietro era intento a massaggiarsi il piede sinistro con la crema per i duroni, stando in equilibrio sul destro. Quando riappoggiò in terra il piede sinistro, quello destro compì un piccolo movimento in avanti, così… (lo mostra) Immediatamente Pietro lo riprodusse con il sinistro, così… (idem) Ma il suo piede sinistro, reso viscido dalla crema, scivolò in avanti facendogli l’equilibrio. Pietro battè la testa contro il pregiato marmo grigio scelto da Ada e non riprese mai conoscenza. E con lui, Gino e Domenico.
Pietro siede al suo tavolino. Lili gli porge un bicchiere e brinda con lui. Pietro fa un sorso, ancora smarrito.
LILI Cosa farà, Sandra?... Che decisione difficile da prendere in pochi istanti, non è vero? Se lei ha ragione, però, se davvero esistono tante dimensioni parallele, forse, in un’altra di queste dimensioni, pochi istanti sono un secolo. Un secolo intero da trascorrere ballando.
Cominciano a sentirsi le note di un tango. L’uomo che è seduto accanto ad Ada, di cui non potevamo vedere il volto, si alza. È Luca. Lui e Sandra si guardano, si vanno incontro. Iniziano a ballare.
Dopo qualche passo, si formano altre due coppie. Ada e Pietro. Marco e Lili. Anche loro ballano.
Buio