CREDENZE E DISPENSE
Monologo per un'attrice
Di
Enzo Ferrara
(L’attrice con un cartellone bianco in mano arriva correndo)
Arrivo, arrivo, arrivo... Sto qua. Quanti siamo? Per il corteo... che poi sui giornali non si dica... ”erano quattro gatti”. Come quale corteo? Quello per la manifestazione... “la marcia per la ...” per la ... per cosa dobbiamo marciare oggi?
Non mi ricordo. Ma io ci ho tutto scritto. Allora... vediamo... questo mese ci ho da fare: la marcia per la pace, marcia contro la guerra, marcia di solidarietà ai controllori di volo, solidarietà ai viaggiatori incazzati, marcia per le donne del terzo mondo, la marcia per l’introduzione delle letterine di “Passaparola” nei licei,
la marcia per: la Palestina ai palestinesi, l’Afganistan agli afgani, la Juventus agli juventini, la fiorentina... per tutti; nel senso della bistecca. Poi ci ho il raduno degli ambientalisti, quello degli animalisti, dei commercialisti e degli elettricisti. E non abbiamo ancora finito. C’è il corteo dei disoccupati, quello dei precari, dei sottoccupati, dei referendari e dei sottosegretari. Mi restano le giornate del GiOtto, del Cimabue e del Pinturicchio. E per questo mese abbiamo finito. Ma posso andare a lavorare con tutti questi impegni civili? Non ci ho il tempo manco per manifestare il mio affetto ad Alberto il mio ragazzo. Ma quando una si sente che deve partecipare, deve partecipare. Non è solo un fatto di partecipazione fisica, è anche un fatto di partecipazione emotiva. Quando io partecipo non ci metto solo i cartelloni, i cappellini, gli striscioni, i fischietti. Io ci metto l’anima. Ci metto tutta me stessa. Io non mi sento una partecipante come tante, io mi sento come... Giovanna d’Arco. Sento le voci. “Giovanna, Giovanna, aiutaci... siamo i carovanieri del Sahara, qui non piove da un’eternità abbiamo bisogno di te, fai qualcosa. E io faccio la marcia contro la siccità nel Sahara. Giovanna siamo gli aborigeni della Nuova Zelanda, con la scusa dell’estinzione ci proibiscono di ammazzare i canguri, loro non sanno com’è buono il canguro in agrodolce, fai qualcosa. Giovanna siamo i canguri della Nuova Zelanda gli aborigeni se ne fregano dell’estinzione e ci massacrano e ci fanno pure con le patate, fai qualcosa. Giovanna, sono Alberto ma che cazzo devo fare per parlare con te.”
E ci ha pure ragione. Lo devo trovare un buco pure per Alberto. Lo posso inserire fra un Sit-in contro la caccia e un raduno di antivivisezionisti. Che uno se ci ha l’impegno civile, lo deve manifestare, se no che impegno è?
Capita anche che succede qualcosa di spiacevole come durante una manifestazione di protesta di bulimici che è transitata davanti ad un sit-in dove da alcuni giorni un gruppo d’operai facevano lo sciopero della fame. Alcuni scioperanti si sono infiltrati nel corteo e se ne sono mangiati due.
Oppure quando un corteo di disoccupati si è scontrato con un corteo di bancari in sciopero per l’aumento di stipendio. Dopo il parapiglia molti bancari hanno denunciato la scomparsa di chiavi di casa, portafogli e di un slogan che diceva:
“Siamo in molti, siamo in tanti, basta promesse, vogliamo contanti”.
Ma a parte questi episodi quello che è importante è partecipare.
Per esempio, il debito dei paesi del terzo mondo, lo vogliamo eliminare o non lo vogliamo eliminare? Perché tanto questi i soldi, ma quando ce li ridanno? Noi che siamo fra i paesi più ricchi del mondo... si! Noi siamo uno dei paesi più ricchi del mondo! Non lo sapeva signora? Lei ci ha il mutuo della casa, che fa sacrifici e privazioni da dieci anni? Che per comprare le scarpe ai ragazzini deve aspettare i saldi? Signora cosa vuole che le dica... faremo pure una manifestazione per eliminare il mutuo della casa della signora. Lei ci ha le rate della macchina? 36 rate? Ma quando ne ha pagate? Nessuna! Organizzeremo un sit-in pure per lei. Davanti alla Findomestic. Lei deve dare tre milioni a suo cognato che glieli ha prestati? Faremo una marcia per l’eliminazione dei debiti ai cognati. Ah, solo per suo cognato, per gli altri non gliene frega niente? Perché questo è il bello della nostra società: non siamo mai soli. Una fiaccolata, una manifestazione, una marcia, non si nega a nessuno. Per tutti c’è un Telethon, una 48 ore per la vita, un concerto per la solidarietà. Prendete Pavarotti. Questo cantante... ma che dico cantante, quest’artista... questo benefattore... quest’angelo, ...140 chili... 140 chili di bontà, 140 chili d’altruismo, con un cuore di trenta chili, almeno, 30 chili d’amore per il prossimo, tutto vestito di nero, con la giacca nera, i capelli neri, la barba nera, il mantello nero, il cavallo nero. Come il cavaliere dei deboli e degli oppressi: Zorro. La dove c’è un’ingiustizia, lui lascia un acuto e scompare. E quando non ce la fa da solo, chiama: Porthos e Aramis. Domingo e Carrera. I tre moschettieri.
Perché non è vero che il mondo è cattivo, che gli uomini sono egoisti. Se tu ci hai un problema, la gente ti si stringe attorno, ti circonda, ti riempie d’attenzioni, ti toglie il fiato. Non si muove da li, perché vuole vedere fino a che punto tu resisti, vuole vederti esalare l’ultimo respiro. E quando tu non dai più segni di vita: Ahhh! Finalmente ce lo siamo tolto dalle palle.
Nel senso di: pace all’anima sua. La solidarietà è una componente genetica dell’uomo. L’hanno scoperto adesso con il genoma. Noi tutti abbiamo un gene che si chiama “il gene buono”. Quando un nostro simile ha bisogno d’aiuto subito scatta la reazione del gene, che attiva tutti i meccanismi di protezione e d’aiuto; e quando non hai bisogno d’aiuto, non hai problemi, che sei tranquillo, soddisfatto; te li creiamo noi i problemi, te ne creiamo tanti, ma tanti tanti. Cosi possiamo essere solidali con i tuoi problemi.
Adesso poi sono state regolamentate le manifestazioni di protesta. Per esempio sono vietate le parole violente e offensive. Si consigliano frasi del tipo: “Se cortesemente ci volete dare una pensione adeguata.” “Quando avete tempo se per favore ci rinnovate il contratto.” “Ci farebbe piacere avere un aumento di stipendio.” Ecc. E mi pare giusto che anche gli organi preposti al controllo si adeguino. Ora un’unità speciale è stata approntata dalla polizia pronta ad intervenire nelle manifestazioni con sciopero della fame.
I poliziotti si travestono da cuochi e cominciano a cucinare a 4 metri dagli scioperanti. Porchetta, salsicce, abbacchio, bucatini all’amatriciana. Così assediati sono pochi gli scioperanti che resistono. Dopo 10 minuti se magnano pure i poliziotti.
Ma quello che ho imparato partecipando a queste manifestazioni e la prospettiva, nel senso che tu non vedi il problema dall’esterno, no, tu ci sei dentro: sei nel problema. Fai una marcia contro la globalizzazione. E ti senti globalizzato. Ti senti globalizzato nelle cosce, nei fianchi, nello stomaco. Ti senti tutto un globo. Tu non cammini: rotoli. Fai un corteo contro i cibi transgenici. Ti senti un cetriolo che sa di melanzana, un cocomero che sa di fragola, un pollo che sa di pollo. Che ti devono subito ricoverare per grave intossicazione alimentare.
E siccome prevenire è meglio che curare, se ne dovrebbero fare di più di questi cortei. Per esempio ho proposto un corteo di protesta per le rughe di Marta Marzotto: sono troppe per una faccia sola, li dividesse con Ornella Vanoni che poverina non ce ne ha nemmeno una. Una fiaccolata si dovrebbe fare per Piersilvio Berlusconi che non può più recitare il Padre Nostro, lui recita il “Papà Mio che sei a Palazzo Chigi, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, cosi in cielo come in terra.” Una marcia su Roma per Storace. Una marcia in più per la Fiat, una marcia per un marciapiede senza prostitute, una marcia ....
(voce fuori campo come da un megafono)
- Attenzione. Tutti i partecipanti alla marcia per “un mondo più unito” si portino a sinistra della piazza. I partecipanti al corteo per “un mondo migliore” si portino a destra della piazza. Invece i manifestanti per “un mondo nuovo” restino al centro.
E adesso... io dove mi metto? Ma ragazzi, ma così non si fa. Almeno decidiamo prima come lo vogliamo questo porco mondo, se no io... io non so che scrivere sul mio cartello.
Buona sera,
buona sera a tutti.
Senza distinzioni di sesso, età, religione, colore, gruppo sanguigno, colesterolo, colore dell'urina; agli artritici, ipertesi, ipoglicemici, anabolizzati, teledipendenti, no global, si global, forse global, ai progressisti e ai moderati, a chi guarda avanti e chi guarda indietro e a chi guarda in aria. I soliti sognatori con la testa fra le nuvole. I romantici in contemplazione di un tramonto che fra i riflessi del sole tra le nuvole cercano un segno della bellezza dell'universo e invece vedono strisce bianche che si muovono in una traiettoria retta... uno stormo di B52. Tante strisce bianche che rompono la magia del paesaggio e non solo quella, anche a costoro io dico: buona sera!
Un “buona sera” multietnico, perché lo abbiamo capito: le persone non sono tutte uguali. Avevamo dei sospetti, qualcosa non ci convinceva; ma adesso lo sappiamo con certezza. Ci sono i bianchi, i neri, i gialli, i mulatti. Si, lo avevamo studiato, ma una cosa è vederlo sui libri di geografia, un’altra è vederlo alla posta, al supermercato, per strada. Hai voglia a dire “an vedi com’è nero quello” “an vedi com’è giallo quello”; ma perché se vedete uno con la divisa delle Ferrovie che dite: “an vedi com’è ferroviere quello” “an vedi com’è ragioniere quello” “an vedi com’è carabiniere quello”.
Ci dobbiamo rassegnare, fra non molto, a vedere nei ristoranti napoletani posteggiatori filippini che cantano "Comme facette mammeta" a clienti marocchini, pizzaioli pakistani che fanno pizze margherite per nigeriani, parrucchiere iugoslave che fanno la permanente a cinesi; è il mondo che cambia, ci dobbiamo abituare. Ci dobbiamo abituare a vedere cartelloni del tipo: da Zilinoski i veri tortellini emiliani; Mohamed il trippaio fiorentino, I migliori cannoli siciliani da Boghussu. Possiamo fare tutti gli scongiuri che vogliamo, ma loro arrivano con il loro carico di disperazione, di fame di vita, di voglia di riscatto, si adatteranno e si faranno posto nelle nostre città. C'è poco da fare. Un modo per integrarli e conservare la nostra italianità potrebbe essere: quando arrivano alle frontiere gli chiediamo, "Come si chiama?" "Butchovich Karol", dove si vuole stabilire? "A Napoli? Bene lei da ora in poi si chiamerà Cacace Pasquale". "Lei si chiama? Yahiaqui Mustapha? Dove si stabilisce? A Palermo? Da ora si chiamerà Squillaci Turiddu" " Lei? Yan Yuo Liu? Dove va a Milano? Cazzaniga Luigi!" Un Cazzaniga con gli occhi a mandorla, e chi lo può scordare.
Oppure lasciargli stare il proprio nome ed imparare a pronunciarlo. Capisco che non è facile, specie con certi nomi polacchi che ci hanno otto consonanti fra una vocale e l'altra, che è già un problema metterli in ordine alfabetico quando a scuola chiamano l'appello: Abatangelo, Agazzi, Aglietti, ... Kopczynski, krzanowsky... che dopo tre volte la maestra si ritrova con abrasioni nella gola, la lingua intorcinata e tutta la prima fila dei banchi pieni di sputi. Difatti gli insegnati più coscienziosi frequentano palestre linguistiche proprio per irrobustire le corde vocali. Perché la lingua italiana, diciamolo, è dolce, morbida. Perché è stata concepita architettonicamente: una consonante, una vocale, al massimo due; anzi a volte dove c'è una consonante ci sono addirittura due vocali. Per cui pronunciare "pczst" come una sola consonante sono cazzi. "pczst" "pczst" “pczst". Ragazzi io non dico di cambiare il vostro nome ma adeguatelo, metteteci qualche vocale in più, dai che vi costa.
Scusate avevo dimenticato ma prima di iniziare lo spettacolo mi hanno chiesto di leggere questo biglietto; deve essere la solita macchina in doppia fila. E’ un grosso problema questo del parcheggio, ma dico io invece di mandare la nostra portaerei in giro per il mondo, perché non ne facciamo un bel parcheggio, quante macchine ci andranno? Duemila? Di più?
Leggiamo questo biglietto, dunque: "Ornella da quando... mi hai lasciato... la mia vita... non ha più senso. Ti amo perdutamente. Alberto."
Ma... ragazzi, ma che mi fate leggere? Ma è mai possibile che questo Alberto per dire ad Ornella che la ama perdutamente mi deve fare leggere a me i suoi biglietti? Alberto, ovunque tu sia, se tu l'ami perdutamente, datti da fare, se no, perdutamente, la perdi. Io non capisco, ma ch'è, non ce la facciamo più a dichiarare i nostri sentimenti se non lo facciamo in pubblico? No perché, se è così, siamo messi male. Ma perché se devi dire a tuo marito che hai dei dubbi sulla sua mascolinità, perché hai notato che il tuo fondo tinta ti dura solo una settimana, nelle calze di seta trovi tracce di peli maschili, e soprattutto hai notato che non fate sesso da almeno due anni; perché se non c'hai almeno tre milioni di spettatori non lo fai. Ma come, facciamo la legge sulla privacy e poi facciamo l'amore sotto le telecamere? Almeno sei, collegate con una sala regia in cucina e in onda su "TeleEros 2000" e in Internet sul sito WWW.fattiifattimiei. com. Vogliamo l'anonimato nell'elenco telefonico e poi andiamo da Maria De Filippi a raccontargli tutte le nostre cose personali. Entriamo perfino nei dettagli.
"Giovanni e Luisa si sono conosciuti al liceo Carducci, frequentavano entrambi la 2°B, lei era nel terzo banco a sinistra vicino alla finestra, lui era in quello dietro. Durante il compito di fisica Giovanni suggeriva la formula della relatività a Luisa, che per contraccambiare durante l'ora di astronomia gli mostrava com'era secondo lei, la via lattea. I due cominciarono a frequentarsi anche fuori della scuola. I loro rapporti si facevano sempre più intimi fino a che nel dicembre del 94 ebbero il loro primo rapporto completo.
Si fidanzarono e dopo un anno si sposarono. Durante la loro prima notte di nozze ebbero due o cinque, le loro versioni su questo punto divergono, due o cinque diciamo incontri. Ora a distanza di tre anni Luisa ha avuto qualche relazione extraconiugale con altri uomini... diciamo trenta? Circa. Giovanni se né accorto e, insomma, se un po' seccato ed è tornato dalla mamma. Ora Luisa si è pentita e vorrebbe rifare pace con Giovanni."
Luisa, lei ora è qui pentita, ha riconosciuto i suoi errori cosa vorrebbe dire a Giovanni.
"Giovanni tu lo sai che io ti ho sempre amato. La nostra è stata una storia importante, perché solo tu hai contato per me"
Ha sentito Giovanni cosa dice Luisa? Dice che solo lei ha contato.
"E difatti io ho contato fino a trenta, ma con lei ci voleva un commercialista. Ma lo sa nel palazzo mio, in via dei prati secchi, come mi chiamano: Monte..... Con le antenne che ci ho in testa io non c'è bisogno manco del satellite. La CNN la prendo al volo.
"Luisa cosa risponde a Giovanni. Lei è stata un po' leggerina, lo deve ammettere."
"Forse sono stata un po' leggera, ma non l'ho fatto per cattiveria, l'ho fatto per troppo amore, perché lui mi trascurava, pensava solo al lavoro, io non mi sentivo realizzata, mi sentivo che mi mancava qualcosa."
"Giovanni, che cosa mancava a Luisa, secondo lei?"
"E che ne so; la lavatrice ce l'ha, la televisione pure, il forno a microonde, la lavastoviglie, il frullatore, ha voluto il computer e glielo comprato, ma che gli dovevo dare di più?"
"Forse Luisa si riferiva a qualcosa di diverso; ha provato con un materasso, il materasso del rinoceronte. Un'occasione unica pensi con 120 mila lire lei si porta a casa questo splendido materasso double face, del valore commerciale di 750 mila lire e in più le regaliamo "paperotta" questa meravigliosa coperta di penne di papera; ma non è tutto. In più lei avrà questa splendida rete in acciaio temperato ottenuto con la fusione dei resti dei carri armati della guerra del Kosovo, (per quelli della guerra in Afganistan bisogna aspettare qualche mese,) ma non abbiamo ancora finito; ai primi duemila che telefoneranno sarà dato in omaggio una bellissima parure in finta ciniglia, guardate che suggestivi disegni di paesaggi post bombardamenti. Il modo migliore per dare al vostro arredamento un'impronta di impegno politico. Ma non è ancora finito; io lo chiamerei il tocco di classe: sempre compreso nel prezzo questo favoloso Burqua coordinato con la parure. Un capo che non può mancare nel vostro guardaroba. Ma non è ancora finito. sempre ai primi duemila acquirenti sarà dato in omaggio "Il Corano" il Best seller del 2001 in edizione di lusso ed un viaggio alla Mecca che verrà sorteggiato fra i primi 100 che si saranno convertiti all'Islam, gli altri parteciperanno ad un tour organizzato fra i campi di addestramento di terroristi fondamentalisti. Pensate tutto questo il cui valore commerciale è di oltre quattro milioni, per sole centoventimila lire che potete pagare in comode rate da 1200 al mese.
Ma approfittatene subito perché tutto questo non dura per sempre, appena 16 anni. Allora Giovanni se la sente di incontrare Luisa?
- Ma io non so, se lei mi promette che fa la brava ragazza...
- Luisa, gli promette che farà la brava?
- Ma certo che glielo prometto.
- No, perché lei me lo aveva promesso anche nella trasmissione "Al posto tuo" e nell'altra "scherzi d'amore" e pure nella trasmissione "Da parte mia" "Uomini e Donne" "Cornetti all'Alba Parietti" "Non solo corna"...
- Ma che è colpa mia se sono richiesta, se ci ho SHARE; è un dono naturale: il 65 percento di ascolto pubblico e il 98 percento di ascolto privato; perché io, caro mio, faccio audience.
Ma vi rendete conto.
Perché siamo tutti alla ricerca di notorietà? Secondo me siamo tutti alla ricerca di noi stessi. Ci riconosciamo solo se molti ci conoscono.
Non è un fatto di esibizionismo, è sentirci parte di qualcosa. Come fare un corteo, una manifestazione, E' questo un modo per dimostrare la solidarietà verso un'idea, una persona.
(Ragazza sarda)
Chiara ha 20 anni ed è venuta perché vuole salvare la sua amica.
"Loredana stai commettendo un grosso errore"
Allora Chiara raccontaci la storia.
"Allora, per prima cosa io voglio dire che se sono venuta qui è perché voglio molto bene a Loredana; io sono la sua migliore amica e mi sento in dovere, in dovere di salvarla da questo grosso errore, grossissimo errore che sta commettendo. Perché per me l'amicizia è molto importante. La storia è questa. Loredana si era fidanzata con Salvo, questa storia è durata tre anni dopo di che Lei e Salvo si sono lasciati. Perché? E perché lei non mi ha detto niente? A me che sono la sua migliore amica non mi ha detto niente. E quando glielo chiedevo lei non mi rispondeva. ...che cosa mi diceva? Fatti i... puntini tuoi. Gli telefonavo 10 volte al giorno e gli dicevo: ma perché ti sei lasciata con Salvo? E lei mi rispondeva sempre allo stesso modo. E perché? Perché non mi diceva niente a me che sono la sua migliore amica? Poi una volta mentre la seguivo di nascosto ho visto che lei si è incontrata con un'altro ragazzo. Perché la seguivo di nascosto? Perché io sono la sua migliore amica e per me l'amicizia è molto importante. Ora io mi preoccupo per il suo bene, perché Salvo è un bravo ragazzo e non è giusto che lei lo lasci. Si, io sono andato a parlare con Salvo perché io a Loredana gli voglio molto bene e mi preoccupavo per lei. Salvo con me è stato molto sincero, si è confidato e mi ha detto tutto. E quando dico tutto, intendo tutto. E ci sono delle cose che io non voglio dire perché io sono molto amica di Loredana e gli voglio molto bene.
Con Salvo ci siamo visti abbiamo parlato, abbiamo discusso siamo stati una settimana a discutere... certo non sempre, di giorno discutevamo poi la sera ci riposavamo...certo nella stessa casa, proprio perché volevo capire, perché io e Loredana siamo amiche e io ci tengo troppo all'amicizia. Allora io mi sono detta ma perché si sono lasciati? Volevo capire e allora mi sono messa al posto suo, proprio sotto tutti i punti di vista. E allora ho capito. Ho capito che non era giusto che loro si lasciavano. Ora io vorrei dire a Loredana: Loredana e la tua migliore amica che ti parla, ma perché vuoi lasciare Salvo? Pensaci! Stai commettendo il più grosso errore della tua vita. Si lo so che stai pensando che mi dovrei fare i cazzi miei, ma per me l'amicizia è troppo importante, e io ti voglio molto bene... Loredana ma perché mi guardi con quegli occhi, come se fossi un'estranea, io sono Chiara la tua migliore amica, che ti vuole molto bene, perché per me l'amicizia e molto importante... Loredana, ma perché mi stai stringendo il collo... sempre più forte... Loredana, tu lo sai che io... Loredana io lo so che tu mi vuoi bene... è vero che mi vuoi...be...neee.
I luoghi che erano tradizionalmente adibiti al pubblico, stanno diventando confessionali. Allora dobbiamo accettare di esporre in pubblico le nostre emozioni.
Si perché le nostre emozioni: hanno bisogno di un ambiente adatto, di un habitat, perché è difficile essere, che so, innamorati durante un incidente stradale o mentre ti stanno facendo un'operazione alla Cistifellea. Mentre voi siete in piena anestesia non lo sapete che succede attorno a voi. Non lasciatevi ingannare dai film della tivvu: tipo E.R. "Medici in prima linea" o General Hospital "Medici precari in trincea"; non è vero che stanno tutti li a preoccuparsi della vostra vita, tutti in ansia per la vostra salute. Perché se voi vi cacate sotto dalla paura i "medici in prima linea" hanno i cazzi loro: gli scade il mutuo, devono portare i ragazzi dalla dentista, si devono portare la dentista a letto, devono farsi cambiare il turno per portarsi la dentista a letto, devono stare attenti che la moglie non si accorga che da tre mesi si porta la dentista a letto; e insomma con tutti questi problemi cosa volete che sia la vostra cistifellea?
- Colecistectomia. La terza in due giorni. Ma dove eri ieri sera. Ti avrò telefonato otto volte, niente. Stamattina ti ho dovuto richiedere d'urgenza; ma che l'hai con me? Bisturi. Facciamo una laparatomia xifombelicale, così...
- Tampone. No, perché dovrei avercela con te? Divaricatore.
- Adesso seziono le aderenze del colon con il fegato. E che ne so. Tu mica sei normale. Divaricatore, controllare pressione sanguigna.
- Pressione nella norma. Ah, l'anormale sarei io? .......
- Ma dove ce l'ha questo la cistifellea? Perché sarei io? Stiamo insieme da due mesi e tu mi eviti come se fossi un appestato. Divaricatore.
- Perché ho capito che tu ti stai prendendo gioco di me. Sei sicuro che quella è la cistifellea?
- Porca... Mi fai distrarre. Stavo incidendo il pancreas. Ma poi cosa vuol dire "ti stai prendendo gioco di me". Ma come parli, mi sembri Greta Garbo? Tampone.
- Sto tamponando. Volevo dire che mi stai prendendo per il culo. Hai visto che schifo di reni che ci ha questo?
- Ma che dici?
- Ho detto che schifo di reni che ci ha questo...
- Ho capito. Ma cosa intendi con: ti sto prendendo per il culo... intubare... Roba da pazzi: io la sto prendendo per il culo. Ma dove lo stai mettendo il tubo? Non parlavo del culo del paziente ma del condotto cistico...
- Bisogna fare il drenaggio. Quando ci siamo messi insieme che cosa mi hai detto? Tu sei la donna che aspettavo da sempre!
- Ma è la verità. Ecco l’ho trovata.
- La verità?
- No, l'arteria epatica. Tu conosci i miei sentimenti ma come te devo dire con il cuore in mano.
- Guarda che quello non è il cuore, è il rene. Ma come mi ami? Mi hai fatto fare solo tre appendicectomie questa settimana, è così che mi dimostri il tuo amore?
- Ma che devo fare secondo te: portare in sala operatoria anche i malati di nervi? Rimetti a posto lo stomaco.
- Lo stomaco te lo rimetti a posto da te, perché io non sono la tua schiavetta...
- Ma che discorsi: schiavetta! Devi fare la tua esperienza gradatamente. Me lo dai quel pancreas o no?
- No! Se lo vuoi te lo vieni a prendere. Vediamo se hai fegato.
- Ma a proposito dove lo hai messo?
- Dove ho messo cosa?
- Il fegato! Stava qua!
- Se tu sei il solito disordinato che è colpa mia? Ora lo cerchiamo... di che colore è questo fegato?
- Come di che colore è? Come tutti i fegati.
- Stai sempre a generalizzare, se uno vuole avere il fegato... giallo ocra...
- Giallo ocra me lo fai diventare tu il fegato a me. Guarda sotto l'intestino... non sotto il colon.
- E questo forse?
- Ma non distingui una milza da un fegato; rimettila a posto...
- Ma chi ti credi di essere? Il grande chirurgo? Io questa ... cosa qui la metto dove mi pare, hai capito caro il mio dottor Veronesi, anzi sai che faccio prendo questo insaccato e ce lo porto a mia madre che mi fa un bel sanguinaccio...
- Lascia stare quell'intestino grasso che è di un mio paziente perciò io, e io solo ne sono il proprietario... e siccome il sanguinaccio mia madre lo fa meglio della tua l'intestino me lo prendo io. E sai che ti dico Carmela visto che come chirurgo non vali niente vediamo se sei una brava sarta. Cuci tutto che io me ne vado.
Dire che la vita è difficile non è retorica: è chiamare le cose col proprio nome. Vivere è un verbo transitivo nel senso che uno transita dalla nascita alla morte senza fermarsi mai abbastanza ai posti di ristoro. Ammazza che argomento profondo che sto toccando. Ma perché ci spaventano gli argomenti seri? Cos'è la nostra, una società di superficiali, di gente che non si pone domande fondamentali, del tipo "chi siamo, dove andiamo, che ce stasera in tivvu?" La verità è che abbiamo paura delle parole. Lo vediamo dappertutto: nelle notizie dei giornali, nei titoli dei libri, nei titoli dei film, dappertutto. Prendiamo i film. Oggi vuoi andare al cinema? Quali sono i titoli? Die hard! Grinche! Fawless! Star Wars! Shrek! Tre uomini e una gamba! Ma stiamo scherzando? Ma volete mettere i titoli di una volta. Che so... "Lo specchio della vita", "La vita è una cosa meravigliosa", "la Magnifica ossessione", "Come le foglie al vento". Ma vi rendete conto? "La fonte meravigliosa" con Gary Cooper. Tu andavi al cinema ed era come andare a scuola, imparavi cos'è la vita.
Prendiamo il film "Lassù qualcuno mi ama", ma ragazzi, ma voi già nel titolo avete un'emozione, un sussulto... "Lassù qualcuno mi ama"! La storia di un ragazzo che nasce in una nave in balia della tempesta, la madre muore dopo averlo partorito, la nave affonda, il piccolo in mare viene salvato da una coppia di delfini; lui cresce facendo zompi felice come loro. Si nutre di molluschi, polipetti, gamberetti in salsa rosa, calamari in guazzetto, e insomma vive felice. Poi un giorno, la Delfina madre gli rivela la sconvolgente verità: tu non sei nostro figlio! Il piccolo, ormai cresciuto, vuole conoscere la sua vera identità. Scappa e comincia a girare i mari in cerca dei suoi genitori naturali: va nel Mar Tirreno, nel Mar dei Sargassi, nel mar Caspio, nel Mar Rosso, nel mar morto, nel mar tello, nel mar supio. Alla fine esausto decide di togliersi la vita, ma mentre è sul punto di farlo, uno scorfano lo vede e riconoscendolo lo abbraccia e gli racconta la verità. Lui è figlio di un tonno. Il padre e la madre erano stati pescati al largo di Mazara del vallo da una barca e subito tagliati e messi sottolio. Secondo una leggenda marinara loro adesso sono in uno scaffale di un supermercato a Baranzate. Il ragazzo piange e pensando ai suoi genitori li, su quello scaffale dice la famosa frase: "Lassù, sullo scaffale, qualcuno mi ama". Oppure quell'altro film "La gatta sul tetto che scotta", che c'è tutta questa vicenda di gatti che vogliono Wiskas, ma solo una riesce a prenderlo e fugge e si rifugia sul tetto ma quelli gli danno a fuoco e lei, questa povera gatta che sul tetto, appunto che scotta, non vuole scendere e muore. Un finale drammatico. Oppure "Alba tragica" la storia di quest'uomo che ogni mattina deve portare a spasso il cane mentre fuori una bufera di vento e pioggia sconvolge la città. Lo stesso che poi avrà un "Mezzogiorno di fuoco", "Un pomeriggio di un giorno da cani", e la sera stanco e avvilito torna a casa e trova la moglie che gli fa: "Indovina chi viene a cena?". I quattro del Texas? La sporca dozzina? ... No! "I seicento di Balaklava" e "tutti gli uomini del presidente" e da mangiare abbiamo solo "Pomodori verdi fritti" e un po’ di "Miglio verde".
Ora se proprio vogliamo dire le cose come stanno, diciamo che le parole ci spaventano. Se invece di dire: "Che macchina mi compro?" o "Che mi metto per la settimana bianca". Ci facessimo domande del tipo: "Che vita di merda sto facendo?" Ci potremmo anche angosciare, allora preferiamo farci domande cretine. Ma è umano farsi domande più soft, proprio per fare diventare più leggera la nostra esistenza. Che già la parola "esistenza" è pesante. Preferiamo parole più sopportabili come: tran tran, routine, ... Chi invece ha capito l'importanza delle parole, quelle piene di significato, quelle che fanno muovere le lancette, sapete come i tester che misurano la potenza delle batterie, che uno li poggia sui poli e... ZAC, scattano; sono i pubblicitari, questi pirati della parola, della lusinga, dell'alloppio, che fanno: prendono le parole che dormono nel nostro inconscio e ...paff... te li sbattono su una scatoletta di pelati, una bottiglia di vino, un pacco d’assorbenti, un detersivo. Loro lo sanno, i maledetti, e difatti che ti dicono di un amaro? Che ha: IL GUSTO PIENO DELLA VITA. Non ti dicono: quest’amaro non è niente male, o che so... bevi un bicchierino che poi ti sentirai benino; se l'amaro tu tracanni, ti van via tutti gli affanni... No! Loro entrano nella tua vita, nelle tue scelte esistenziali, nel tormento delle tue insicurezze, ti sconvolgono gli equilibri psicologici, pur di farti bere un bicchiere d’amaro.
Gente tremenda i pubblicitari.
Per loro un assorbente non è un oggetto che ti toglie il fastidio delle mestruazioni, no. Un assorbente "ti può cambiare la vita". Tu che volevi fare nella vita? L’ambasciatrice dell’UNICEF? Che fai invece? Il vigile urbano? Perché non hai provato gli assorbenti con le ali!
Tu che volevi fare il Ministro per le pari opportunità? Che fai adesso, la cubista? Perché non hai usato questo miracoloso assorbente doppio strato!
Questi meravigliosi assorbenti dalla perfetta forma anatomica disegnati dal grande stilista minimalista coreano "Cio Sang da per tutt", sono qualcosa di più di semplici assorbenti, sono la risposta alle tue istanze esistenziali; sono la tua consapevolezza interiore; Questo assorbente non si mette: s’indossa, si assimila. E da quel momento la tua vita assume un altro significato. Con gli assorbenti "Eternity", il tuo flusso non è sangue, è energia vitale, è fluido mistico. Voi vedrete nuovi orizzonti spirituali, entrerete in una dimensione ultraterrena, in una parola vi sentirete ...TRASFIGURATE
Ma dove li vendono questi assorbenti, a Lourdes?
Vibrazioni. Ecco cosa abbiamo bisogno. Oggi le sole vibrazioni che sentiamo sono quelle della fascia vibratoria nelle palestre. Che ci strapazza le cosce, il sedere, la pancia. Oppure quelle delle macchine Body... Ti attacchi quelle ventose alla pancia, alle cosce alle tette e stai la ad aspettare quelle scossette.
"Per me il corpo è il santuario dell'anima. Lo diceva anche Sai Sai Babà, il maestro. Ho seguito tutti i suoi meeting di meditazione trascendentale; la contemplazione del corpo come corpo sia dall'interno e dall'esterno. La prima cosa che dovete imparare è la respirazione. Ci sono diverse tecniche di respirazione; c'è quella tipo "Gonfiaggio del canotto per la creatura a mare". Inspirate, ispirate. Quando avete gonfiato il canotto fate esercizi di estraniazione, uscite dal vostro corpo, piano piano, senza farvene accorgere, lentamente. Adesso guardatevi dentro. Ci siete? No! Allora se non vi trovate vuol dire che siete fuori. Vi siete estraniati. Niente vi disturba, siete assenti, cosi, bravi. Non pensate a niente. Vi hanno notificato l'avviso di sfratto e non sapete dove andare a dormire? Non pensateci. Un po' di cartone per farvi un letto lo troverete di sicuro. Ora guardate il vostro corpo, osservatelo dall'esterno. Guardate il vostro viso. Da quando tempo usate quella crema antirughe? Tre anni! A 120 mila lire a botta quanti soldi avete buttato? Adesso guardate le vostre braccia, sono flaccide, la pelle penzola che sembra il gozzo di un pellicano quando è vuoto. Scendete, scendete, scendete... no, salite, salite un altro po'... stop. Guardatevi. Ma vi state guardando? E quello lo chiamate seno? Quello è un palloncino dopo una settimana al sole, l'ingrandimento di un chicco d’uva passa; quando ci andate dal chirurgo estetico? Approfittate dei saldi di stagione: con lo stesso prezzo del seno vi fanno pure il naso. Continuate a guardare il vostro corpo... scendete, scendete... superate la pancia, scendete ancora, ancora... stop. Ora fate una panoramica attorno... piano, piano... i fianchi si... le chiappe... sinistra... destra... primo piano di entrambe... stop. Quello che state osservando è quello che viene comunemente chiamato: sedere, posteriore, deretano, fondoschiena, didietro, natiche; ma il cui nome originale e: culo, dal latino: culus. Come definireste il vostro culo? Una zucca o un'anguria? Toccatelo. Ognuno si tocchi il suo; come lo trovate? Flaccido... mollicchio... raggrumato... ingrumato... spiegazzato... stazzonato. Allora avete un grosso problema. Un problema che solo la meditazione, la sublimazione, l'estraniazione trascendentale vi può aiutare a risolvere. Perché è quella la nostra parte del corpo che interagisce con il nostro spirito. Tutte le nostre ricerche mistiche, le nostre insicurezze, le nostre ansie: riuscirò a realizzare i miei sogni? Raggiungerò la felicità? Tutte domande che trovano la risposta lì, nel culo. Perché o te lo fai, oppure ce lo devi avere... un culo così.
Che poi la felicità non è una cosa difficile da raggiungere. No! La felicità è li, a portata di mano. E non costa poi così tanto: appena 25 o 30 mila lire. Basta entrare in libreria. La felicità la puoi avere ora e qui, su questa terra. Non c'è bisogno di aspettare la morte, il paradiso, la vita eterna, il giudizio universale e quant'altro, basta comprare un manuale. Chi non è entrato, anche di nascosto in una libreria. Lo so vi vergognate a dirlo ma dai, qui lo potete dire, magari vi siete messi una parrucca, gli occhiali scuri, avete dato false generalità ma in libreria ci siete entrati. E li avete visti tutti quei manuali: "Come uscire dalla depressione e vivere felici", "Come cambiare la tua vita da cosi a cosi", "Come migliorare il tuo stato mentale, fisico e finanziario", "Sveglia la carogna che c'è in te", "Ammazza lo stronzo che sei"; Dai, lo so che l'avete comprato dicendo: "E' un regalo" Non c'è niente di male.
"Ma Edward Morris l'autore di questo volume: "Libera la tua felicità e uccidi il tuo dolore" mi ha aperto il mondo.
Ma la cosa più sconvolgente è che Edward Morris queste cose non le scrive solo ma ci puoi parlare. Lui, ma veramente Edward è un uomo eccezionale, un altruista; ti da la possibilità di parlare con lui per darti consigli, aiuti, non è mica uno che se ne frega di te.
Adesso io gli telefono. Che numero? 166 144155. E' libero... come sono emozionata... Edward Morris... pensate che lui ci ha un aereo personale proprio, ora si è comprato un'isola tutta per lui e la sua famiglia e ci ha fatto costruire un castello stile "Come me pare a me". Ci ha i soldi, se lo può permettere. Ah! Ecco...
- Vi avvertiamo che il numero che avete composto addebiterà sulla vostra linea 6400 lire al secondo a partire da adesso. Una persona risponderà alla vostra chiamata appena sarà disponibile, non chiudete per non perdere la priorità acquisita.... Una persona risponderà alla vostra chiamata appena sarà disponibile, non chiudete per non perdere la priorità acquisita.... Una persona...
- Come mi batte il cuore. Edward Morris, un mito. Sono troppo emozionata. Meno male che mi sono scritta tutte le domande.
(Voce registrata con accento americano)
- Sono Edward Morris è sono felice che tu mi abbia chiamato...
- Mister Edward, io mi chiamo Caterina, ma gli amici mi chiamano Katia e sono emozionata..
- ...che tu abbia sentito questa voglia di metterti in contatto con me. Perché ricorda quello che noi vogliamo, noi possiamo averlo...
- Senta Mister Morris, io sento una grande energia che ho ricevuto dal suo libro...
- ...se noi siamo, noi abbiamo. Ora tu concentrati su te stesso...
- Katia, io mi chiamo Katia...
- ...tira fuori tutta la tua energia e aggredisci il mondo. Perché tu ricorda sei unico...
- Katia, mister Edward, Ka...ti...a. sono una ragazza che ha letto il suo libro...
- ...se hai letto bene nel mio libro al capitolo 240 io ti do dei consigli frutto delle mie esperienze, seguile, impadronisciti del tuo corpo...
- Appunto, Mister Edward Morris quello che gli volevo chiedere...
- ...fai del tuo spirito il motore del tuo corpo. Ora ti racconto un episodio della mia esperienza di vita. Durante una conferenza a Buffalo conobbi un giovane come te...
- Scusi mister Edward, io non so che idea si è fatto di me, ma io mi chiamo KATIA...
- ... e quando gli dissi. "Amico, il mondo ti sta aspettando" Lui mi rispose: "Edward tu mi hai fatto capire che cosa devo fare per essere me stesso". Non ho mai saputo chi fosse questo giovane dallo strano accento arabo con una lunga barba, potresti anche tu essere come lui...
- K A T I A. Io mi chiamo K A T I A...
- ...Ora ti devo salutare. E' stata per me una vera gioia conoscerti, sento che porterò con me il ricordo della tua voce, che sento piena di energia e di voglia di conquistare il mondo....
- Mister Edward...
- E ricorda di leggere anche gli altri miei libri che ho scritto per te, per aiutarti nel meraviglioso cammino della tua vita. Te ne voglio ricordare qualcuno: ...
- Mister Morris...
- ..."Lo stupendo viaggio nella tua esistenza" edito da Pompiani 45000 lire; "Scopri la tua energia" edito da Feltrimelli, 38500 lire...
- Ma mister Morris... io volevo dire che lei è...
- ..."Come sottomettere tua moglie" edito da La Quarta, 42600 lire...
- ...lei è... uno stronzo...
- ..."Come fare soldi a palate" edito da Pompadori, 52000 lire...
- KATIA! IO MI CHIAMO KATIA.
( Riattacca il telefono)
(Risuona il telefono, risponde)
- Pronto.
- ..."Come non fare una vita di merda" edito da Pompiani, edizione economica 125000 lire...
- Edward, BASTA!
(Sbatte il telefono e non lo richiude)
(Suona il telefonino)
- Pronto.
- ..."Sveglia il talebano che è in te" edito da La Mecca, 62000 lire...
(Sbatte il telefonino fino a romperlo)
(suona il citofono. Sguardo di terrore)
- NOOOO!
...perchè quello che manca è la fede.
Si proprio la fede. "E allora io che ho comprato 5 mila azioni delle Ferrovie dello stato, 3mila del comune? Se questo non vuol dire “avere fede”?
Sono cambiati i parametri di riferimento: invece di Dio ci affidiamo al Mib. Invece del Credo professiamo il Credito, a medio o lungo termine, dipende dai tassi d’interesse.
Ma la fede è un valore direte, giusto; depositala in banca. C'è una banca che da "più valore ai tuoi valori". Tu vai li e gli dici: "Io ci avrei alcuni valori da depositare: la famiglia, il lavoro, e l'amicizia; quanto mi date di interessi"? Non accettate meno del 5%.
Sarà questo uno dei motivi per cui non appare più la Madonna? No perché fino a qualche tempo fa non passava anno che non ci fosse un’apparizione. A Bronte, a Latina, a ..., adesso non appare più. Chi ha visto la Madonna di recente? Nessuno? La Madonna che piangeva, che sorrideva... nessuno!
I casi possono essere due: primo: il Signore, Dio Padre, si è seccato: “A Maria, ma che stai a fare sempre in giro; t’hanno visto a Frosinone, a Macerata, a Busto Arsizio; dopo Fatima mi avevi promesso che non sortivi più e adesso hai ricominciato? Ma stai un po’ in casa che c’è tanto da fare, impara a cucinare che mi hai fatto comprare tutte questi fascicoli: Mangia e Bevi, Cucina tu che mangio io, Cucina a 4 mani, tu e Vissani; tuo figlio c’ha la stessa tunica da duemila anni, gliela vuoi lavare o no!” E l'ha chiusa in casa.
Secondo caso può essere che Lei appare, ma nessuno la vede; capirai stiamo tutti a correre, non vediamo più nemmeno la segnaletica: la intuiamo, figuriamoci la Madonna.
“A papà fermati fermati, c’è la Madonna” “Si, va be”! “Papà te lo giuro era lei” “Alessandruccio, bello di papà, ma ti sembra logico che ci sia la Madonna sul raccordo anulare alle 8 di mattina? Sii buono e non mi distrarre dalla guida che sto a parlare al telefonino” “ Ma papà era lei, te lo giuro, c’aveva una veste bianca e il mantello celeste e l’aureola” “Sarà na tifosa laziale, da quando hanno vinto lo scudetto si sono montati la testa.”
Perché “apparire” è difficile, e più facile “essere”. Apparire è un’arte, ci vogliono professionisti, gente che conosce l’arte della comunicazione, della seduzione visiva. Prima bisogna individuare il Target. A chi può interessare il “prodotto”? Soddisfa una reale necessità o un bisogno latente? E se si, come fare a portarlo in superficie? Il summit si tiene nel salone delle riunioni della “Fashion Marketing” : sono presenti: il General manager, il Direct marketing, l’Art director, l’account, il pubblic relation e Loredana che non capisce niente di marketing ma ci ha due zinne sempre al vento che al vederle uno si ristora meglio della Coca Cola.
Alla fine, verso le 3 del mattino, quando si sono fumati anche l’ultimo foglietto di Post-it, viene stabilito che: il prodotto, con i dovuti aggiustamenti, può interessare il 65,5% del mercato.
La campagna si divide in tre fasi. La prima: incuriosire, la seconda: preparare, la terza: rivelare.
Fase 1°: affissione di manifesti poster in tutta Italia. Nelle strade, negli autobus, nelle metropolitane, spot in tv il cui solo messaggio è: ARRIVA! E' LEI! La gente ha capito subito. "A birra" Scontato, ma chi vogliono pigliare in giro. Arriva! E' lei. PERONI sarò la tua birra.
Fase 2°: cambio del messaggio: LA BENEDETTA FRA TUTTE LE DONNE. E chi può essere? Megan Gale o Sabrina Ferilli, non c'è altro.
Fase 3°: il messaggio diventa esplicito: AVE MARIA! Salutiamo l'apparizione della Madonna che avverrà il 2 maggio alle ore 18,30 in località Montecastrilli. Con la partecipazione degli amanti omonimi.
Sul posto viene montato un gigantesco arco trionfale con tubi innocenti e con schermi giganti dove un grande orologio digitale scandisce un conto alla rovescia: mancano 12 ore, 34 minuti, 45 secondi; mancano 12 ore, 34 minuti, 44 secondi...
Non vi sto a dire quello che succede: una moltitudine di curiosi, si calcola cento/centoventimila persone che si riversano sul posto. La polizia allertata tenta di organizzare un servizio d'ordine, un gruppo di posteggiatori abusivi si mette a disposizione dell'autorità offrendo i propri servigi a prezzi calmierati, la chiesa ufficiale non si pronuncia, funzionari della SIAE cercano i botteghini, non li trovano e il direttore generale telefona al Vaticano perché qualcuno deve pagare i diritti d'autore di quest’evento che non si sa come classificare: "Evento sportivo, musicale o artistico tout-court".
Intanto la gente si accalca: "Io mi sono portato na trentina di schedine del superenalotto, non si sa mai desse i numeri" "io sono venuto per fare vedere la Madonna ai ragazzini, no, in chiesa non ci vado perché sono ateo" "A me guarda se mi dice un segreto, sarò una tomba; per meno di un miliardo non lo dico a nessuno". Una comitiva di giapponesi fotografa e riprende con telecamere tutto quello che gli capita, la chiesa ufficiale, ancora, non si pronuncia, la troupe di Striscia la notizia con il gabibbo fa la telecronaca, Staffelli si fa largo a colpi di Tapiro, il popolo di Seattle manifesta contro la ...madonnizzazione. Bruno Vespa con sei cellulari: nel caso telefonasse Sua Santità. Mastella si offre come portavoce dell'ala cattolica del centrosinistra. Berlusconi e Rutelli fanno dichiarazioni bi-partisan. Bertinotti ribadisce che non farà alleanza con nessuno, nemmeno con la Madonna. Cossutta confessa di aver dormito sempre con una immaginetta della madonna sotto il cuscino dai tempi di Stalin. Sembra di essere in un film di Fellini, mancano i clown e la banda... ma... ma che sta succedendo... una donna, si, una donna sui quarant'anni o cinquant'anni, ha il volto pallido, spinge una carrozzina in cui c'è un ragazzino tutto rannicchiato, la gente gli fa largo. La donna si ferma davanti al palco, s’inginocchia, si avvicina un uomo, forse il marito, prende il ragazzino dalla carrozzella e lo stringe al petto, la donna giunge le mani e ...prega, anche l'uomo prega. Si fa silenzio.
Di che stavamo parlando? Ah, si della fede. Per me la fede è un optional che quando meno te l'aspetti ti può servire.