Il condannato
di
Giuliano Angeletti
L’épée use la fourreau, dit-on qualquefois.
Voilà mon historie.
Mes passions m’ont fait vivre,
et mes passions m’out tué.
J.J. Rousseu
Durante il periodo rivoluzionario, dal 14 luglio 1789 al 21 ottobre 1796, furono
secondo uno specchietto pubblicato dai Sanson, giustiziate a Parigi 2918
persone: tra queste 2548 uomini e 370 donne.
Dei condannati 22 erano sotto i diciotto anni, 45 dai diciotto ai venti, 1669
dai venticinque ai cinquanta; 528 dai cinquanta ai sessanta; 206 dai sessanta ai
settanta, 103 dai settanta agli ottanta, 9 oltre gli ottant’anni
PERSONAGGI:
ROBESPIERRE
BARRAS
IL POETA YVES BITOSSÌ (Prigioniero)
DE VILLE Jan Pierre Laurent (Prigioniero)
SANSON Henri (Boia)
OVION Georges (Sancullotto)
MATIS Bernard (Carceriere)
RUA Camille (Ritrattista)
ALBERTON Albert (Barbiere)
GIRAN Odette (Addetta alla ghigliottina)
Allos, enfant de la patrie
Le jour de la glorie est arrivé!
Contre nous de la tyrannie
L’étendard sangland est levé.
Entendez-vous dans les campagnes
Mugir ces féroces soldats?
Ils viennent jusque dans nos bras
Egorger nos fils, nos compagnes.
Aux armes, citoyens!
Formes vos bataillons!
Marchons! Marchons!
Qui’un sang imur
Abreve nos sillosns!
SCENA 1
(ROBESPIERRE – BARRAS )
Parigi, 3 piovoso
(La scena è composta da un telo nero due sgabelli in cui sono seduti due attori,
la luce focalizza il volto di Robespierre, mentre il volto di Barras è nascosto
nel buio.)
ROBESPIERRE (nervoso)
Cittadino Barras, quale vento ti spinge a venirmi a trovare
(E si alza girando per il palcoscenico)
BARRAS
Sempre fedele ai valori rivoluzionari, Maximilien, senti il popolo come ti
acclama
Voci fuori campo
( ROBESPIERRE … ROBESPIERRE )
ROBESPIERRE
Il popolo vuole giustizia ! Tante teste devono ancora cadere
BARRAS
C’è sempre lavoro per i barbieri
ROBESPIERRE
Il lavoro per loro non manca!
BARRAS
Noi siamo stati chiamati dalla storia per creare un mondo nuovo
ROBESPIERRE
( continua a girare per il palcoscenico)
Altri popoli ci seguiranno … tutta l’Europa … tutti
BARRAS
Abbiamo gettato il seme della libertà
ROBESPIERRE( continua a girare per il palcoscenico)
La gente vuole così!
( e apre la finestra )
(Voci fuori campo ROBESPIERRE … ROBESPIERRE )
Il popolo vuole che nella nuova francicia non ci sia più la tresta di un tiranno
(chiude la finestra )
Ma tu cittadino Barras cosa sei venuto a chiedermi
BARRAS
Una donna mi sta a cuore, cittadino Robespierre
ROBESPIERRE
Cittadino Barras cosa sono questi sentimentalismi.
ti lasci prendere dalle emozioni! La rivoluzione non ha bisogno di uomini come
te …
BARRAS
A volte le emozioni altrui possono servire ad altri scopi, vero cittadino
ROBESPIERRE
Cittadino Barras dove vuoi arrivare
BARRAS
Un cittadino mi sta a cuore
ROBESPIERRE
Deve essere giustiziato!
BARRAS
No! Però !
ROBESPIERRE
I tuoi problemi non mi interessano cittadino
BARRAS
Però nella lista che ha fatto il paralitico, compare il suo nome!
ROBESPIERRE
Se il nome è nella lista quell’ uomo è un pericolo per la rivoluzione! Voglio la
lista cittadino…
BARRAS
(passa la lista)
Si ecco la lista, di Tallien
ROBESPIERRE
Cittadino … leggila
BARRAS
Cyrille Guimard
Antonie Loran
Yves Bitossì
Francoise Lassalle
George Flambert
Nadine Claire
Fabienne Crossant
ROBESPIERRE
Sono proprio pochi, il boia sorriderà,
prima di firmare …. Dimmi il nome che vuoi che depenno
BARRAS
Tra i condannati vi è un poeta un transalpino, un certo Yves Bitossì genovese un
uomo insignificante
ROBESPIERRE
Cittadino non può starvi a cuore la testa di un genovese
BARRAS
Vorrei che questo prigioniero scrivesse poesie per Paulette
ROBESPIERRE
Io posso solo sospendere, non graziare
BARRAS
Fidati cittadino appena raggiunto lo scopo, io stesso manderò il barbiere a
radere lo straniero
ROBESPIERRE
Voglio crederti! Passami la lista cittadino
(Robespierre depenna e sigla il foglio ed entrambi escono di scena)
SCENA 2
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - GEORGES OVION )
(buio)
( compare in scena una grata con dentro due prigionieri, uno dei due è chino a
scrivere mentre l’altro è agitato)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Carceriere… carceriere accorrete
(Arriva il carceriere)
GEORGES OVION
Il mio nome è Cittadino Georges Ovion e ti proibisco di darmi del voi … il voi è
stato abolito dalla rivoluzione …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Per me non vi è stata nessuna rivoluzione ….
I Nobili rimangono nobili e i servi come voi rimangono dei pezzenti sanculotti
GEORGES OVION
non vedo l’ora che venga il barbiere a raderti
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
I miei capelli hanno proprio bisogno di una spuntatine! spero che il barbiere
venga presto …
GEORGES OVION
CITTADINO! De Ville se queste erano le tue lamentele … posso anche andarmene …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Le tue lamentele … le Vostre lamentele … voi dovete rivolgermi a me con …
Illustrissimo Signor Conte … chiaro! E adesso voglio mangiare! Voglio del pane
bianco pezzente!
GEORGES OVION
CITTADINO! Per il tempo che ti resta da vivere anche se fai un po’ di digiuno
comunque ti porto del pane
(il carceriere esce di scena)
SCENA 3
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - GEORGES OVION - YVES BITOSSì)
JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
( rivolgendosi al compagno di cella )
Ormai è un mese che sono rinchiuso in questa cella, ormai aspetto
solo di morire, il tribunale mi ha condannato a morte
ma …
GEORGES OVION
( il carceriere alterato )
Ma cosa vuoi !
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Cosa volete! Ho detto cosa volete!
GEORGES OVION
Dimmi cittadino e alla svelta …
JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Carceriere vorrei cambiare cella …
Non voglio più vedere questo pezzente di transalpino,
puzza di leccaculo…. e poi è sempre a scrivere …
YVES BITOSSÌ
( alzando la testa)
Non è stato una mia scelta cittadino Jan Pierre
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Cittadino io …io non sono un vostro cittadino la mia casata ha trecento anni
mentre la vostra …
YVES BITOSSÌ
La mia la vostra presto mi … anzi domani ci taglieranno la testa
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Allora perché perdete il tempo a scrivere queste scemate
YVES BITOSSÌ
(rivolgendosi dando del voi)
Io sono in cella da mesi e i miei versi per uno strano gioco del destino mi
permettono di allontanare il barbiere per qualche giorno
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Un giorno … un’ora un minuto! Che vale la vita … relegato tra queste quattro
mura logorate dal passaggio giornaliero della morte …
come fate a scrivere …a scrivere …a scrivere
YVES BITOSSÌ
Scrivere è la mia unica speranza ….
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Io non mi prostituisco per un giorno in più di vita: io voglio vivere o morire
con onore.
La nostra unica speranza sono gli eserciti stranieri che stanno marciando per
salvare la Francia dalla barbarie giacobina e anche la mia illustrissima persona
e poi …
YVES BITOSSÌ
Io sono senza speranza
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Io non ho perso la speranza
YVES BITOSSÌ
Come fate voi ad avere ancora speranza
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Vi sono le truppe mercenarie del mio illustrissimo cugino Il conte Severino De
Carolis piemontese …
YVES BITOSSÌ
(ridendo)
Il conte Severino De Carolis … ha promesso di aiutarvi …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Si ma cosa avete da ridere …
YVES BITOSSÌ
Quello squattrinato! E con che soldi avrebbe trovato i mercenari e armato le
truppe …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
(speranzoso)
Con i miei naturalmente …
sono riuscito a farli arrivare oltre frontiera ed a consegnarli ad un suo
emissario …
YVES BITOSSÌ
Cosa avete fatto! Avete dato tutti i vostri denari a quel poco di buono … a
quest’ora tutti i vostri averi saranno stati giocati in qualche bisca o
dilapidati in un infido bordello di terza categoria …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Come vi permettete plebeo infangare così un nobile …
La parola di un De Carolis è un pegno
YVES BITOSSÌ
Non la parola del Conte Jan Pierre De Carolis
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
In effetti non è uno stinco di santo … ma era la mia unica possibilità
YVES BITOSSÌ
Sapete che ha gettato al vento tutto il patrimonio
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Erano solo voci senza fondamento … voci solo atte a discriminarlo
Messe in giro da quel Marchese da quattro soldi quel … Parodi
Yves Bitossì
Conosco anche il Marchese Parodi
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Quell’infame!
YVES BITOSSÌ
Infame per che cosa!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Il mio illustrissimo cugino mi ha raccontato le sue malefatte
YVES BITOSSÌ
Malefatte del marchese ! Mi giunge nuovo?
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ma voi come fate a sapere tutte queste cose
YVES BITOSSÌ
in Liguria: abitavo poco distante da Vezzano Ligure … dove il marchese ed il
conte De Carolis hanno dei possedimenti…e De Carolis ha più volte fregato Parodi
…
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Che cosa ha combinato!
YVES BITOSSÌ
Con dei dadi truccati … truffando gli ha vinto due palazzi
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Forse, non dovevo fidarmi … non dovevo fidarmi
YVES BITOSSÌ
Tutti possiamo sbagliare
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Mi rimane solo … il morire per il Re per la Francia … è questo il mio crudele
destino
YVES BITOSSÌ
la nostra vita è legata agli umori dei giacobini
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Anche sulla carretta e sul patibolo si può declamare!
YVES BITOSSÌ
Si!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Io parlerò al popolo …. Prima di morire tutti devono sapere che il Conte Jan
Pierre De Ville
muore innocente e per la Francia
(Il carceriere George Ovion passa davanti alle sbarre)
GEORGES OVION
Adesso basta voglio riposare
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Abbiamo ancora fame
GEORGES OVION
Cittadino, per il tempo che ti resta da vivere puoi anche digiunare
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Vile di un giacobino: fino a ieri facevi la corsa per portarmi le primizie del
raccolto
GEORGES OVION
Cittadino Bastardo, Io morivo di fame, i miei figli morivano di fame e con loro
la Nazione intera
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Bastardo sarete voi io rappresento la nobiltà
YVES BITOSSÌ (dando del tu)
Cittadino Ovion abbiamo fame
GEORGES OVION
Cittadino Bitossì … non abbiamo quasi più niente abbiamo mandato Odette e le
sguattere della cucina a prendere le provviste ma non è ancora rientrata
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Chi è Odette …
GEORGES OVION
La cittadina Odette è la ragazza addetta alla ghigliottina … ha un compito molto
prezioso per il futuro della Francia e della rivoluzione
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non voglio cibo toccato da mani che si sono macchiate di nobile sangue
YVES BITOSSÌ
Per me va bene appena torna portami del cibo …
GEORGES OVION
Hai composto oggi cittadino
YVES BITOSSÌ
Ho scritto … ho scritto ma vorrei sapere a chi vanno i miei versi … vorrei
sapere a chi stanno a cuore …
GEORGES OVION
Cittadino i vostri versi … vanno ad un padre della rivoluzione
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
(fa l’atto di aggredirlo)
Cane rognoso! Voi siete un venduto … avete venduto i vostri versi per salvarvi
la testa
GEORGES OVION
Cittadino finiscila, altrimenti salti la cena
(il conte la smette)
YVES BITOSSÌ
Cittadino lasciatemi scrivere
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
(disperato si accascia sul pavimento)
Basta … basta … basta …
(breve Pausa) Ovion esce di scena
( si sente la voce di Ovion ) fuori scena
OVION
E’ arrivata la cena … è arrivata la cena …
In quel momento entra in scena la ragazza della ghigliottina, una donna talmente
bella e sensuale che entrambi i condannati rimangono estasiati
SCENA 3
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - ODETTE - YVES BITOSSì)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Quali meravigliose mani toccano questo misero cibo … voi certamente non siete
plebea ma principessa
ODETTE
Cittadino dammi la scodella che ho fretta
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ditemi il Vostro nome, il cibo preso dalle vostre mani è paragonabile ad
ostriche della Cornovaglia
ODETTE
(rivolta al poeta)
Il mio nome è Odette … poeta dammi la tua scodella
Per te ho anche della verdura e della carne …
YVES BITOSSÌ
Il mio nome è Yvs …. grazie cittadina
ODETTE
(sempre rivolta al poeta)
Io sono Odette …
E sono addetta alla ghigliottina … tuttavia ho sentito sempre parlare di te e
dei tuoi versi d’amore
YVES BITOSSÌ
ecco la mia ultima nata … sai leggere cittadina
ODETTE
Non so leggere … leggili tu cittadino
YVES BITOSSÌ
( legge i suoi versi alla ragazza )
20 pluvioso
Je ne sais rien voir de ce que je vois;
je ne vois bien que ce que je me rappelle
et je n’ai de l’esprit que dans mes souvenirs.
( J.J. Rousseau )
I TUOI OCCHI ...
Guardano insensibili
ne sento il rancore
sospeso nelle nebbie ...
neppure i ricordi
si dissolvono
nello sguardo
di solitudini inumidite ..
rimaste ferme
ad aspettare
ad aspettarmi ...
la luce , nervosa
si riflette su cortecce
si disunisce
si riunisce
per non scomparire
il respiro
imprigiona
felci inamidate
fuggono le mie parole
alla morsa
corrono silenziose
su foglie accartocciate ...
la tramontana
le trova indifese
le percuote a folate
cadono sparse
le più soccombono
solo poche
stremate si salvano
ti raggiungono
sorridono ...
muoiono assiderate
davanti ai ... tuoi occhi
freddi
più freddi
di questo inverno ...
ODETTE
Che animo sensibile fortunata è la donna che li leggerà
(La ragazza riempie la scodella ai prigionieri ed esce di scena)
SCENA 4
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - GEORGES OVION )
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Cosa sono questi favoritismi … questo bellimbusto è un prigioniero come me!
Perché a lui il doppio del cibo !
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
Lasciami mangiare cittadino
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Yvs però un pò di carne … la potete anche dividere ….
Dividi il tuo cibo diceva il signore …
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
Dividere il cibo! Ma scherziamo e poi, cibo toccato da mani plebee no e poi no!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Vi sono plebei e plebei …
voi è vero non siete nobile ma sapete ma sapete leggere e e fare di conto ….
Quindi potrei accettare di dividere il cibo
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
No e poi no!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non crederete plebeo di mangiare tutto voi … non oserete rifiutare un tozzo di
pane ad un povero sventurato
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
No e poi no!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
In nome della nostra amicizia!
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
Macchè amicizia
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
In nome del Conte De Carolis … mi ricordo quando
(racconta del Conte de Carolis)
YVES BITOSSÌ
(da un pezzo di carne al conte)
(Il conte Jan Pierre Laurent De Ville prende la carne e la mangia avidamente
E racconta )
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Mi ricordo quando con il Conte Riccobaldi a Genova ci siamo giocati alla carta
più alta con un certo Visconte Mosconi una tenuta
YVES BITOSSÌ
(mangia avidamente)
E avete perso
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Subito
YVES BITOSSÌ
Le carte erano truccate
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Impossibile … il Visconte è un nobile e un nobile non bara
YVES BITOSSÌ
Lasciamo perdere, adesso mangiate … domani ci sarà un’altra lista
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
domani può essere il nostro ultimo giorno
YVES BITOSSÌ
Come siete stato preso
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ero fuggito in incognito, ero quasi arrivato al confine con il Piemonte, i soldi
li avevo fatti giungere a De Carolis qualche tempo prima tramite un mio fido
servitore. Mi ero volutamente scheggiato le unghie avevo strofinato le mie mani
sui sassi fino a renderle callose e gonfie. Ero vestito da sancullotto ed ero
accompagnato da un servitore che credevo fidato ma che invece si rilevò avido ed
infido.
Bernard chiedeva sempre soldi, mi minacciava in continuazione
Arrivato ad un passo dalla salvezza una sua spiata mi fece arrestare.
Mi confiscarono tutti i soldi, le terre ed ora mi trovo qua …
YVES BITOSSÌ
E il tuo servitore … è diventato un sanculotto
E voi
(Il poeta Yves Bitossì tace e i due in silenzio si dividono il cibo)
(La luce si fa soffusa per simulare la notte – torna la luce per simulare il
nuovo giorno )
SCENA 5
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - GEORGES OVION )
(entra in scena il carceriere e legge la lista dei condannati legge a voce alta
)
OVION
Oggi il barbiere visiterà:
Il Duca Cyrille Guimard
Il Marchese Antonie Loran
Il Conte Francoise Lassalle
Il George Flambert
La Contessa Nadine Claire
La Duchessa Fabienne Crossant
Il Conte Jan Pierre Laurent De Ville
(Nel sentire il suo nome Il conte Jan Pierre De Ville cade dapprima in una
profonda prostrazione, ma dopo ha uno scatto isterico)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE (Al carceriere )
Finalmente …. Finalmente voglio il ritrattista … il migliore …
E lo voglio prima del barbiere …dopo voglio un pranzo succulento con tanta carne
e soprattutto tanto vino e servito da Odette ...
OVION
Sarà fatto signor Conte dopo tutto è il vostro ultimo desiderio
(Ovion esce di scena, i due condannati rimangono soli)
YVES BITOSSÌ
Oggi capita a voi e domani a me
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
( scoppia a piangere si rivolge dando del tu)
domani la mia testa cadrà inondando di sangue innocente il panierino
YVES BITOSSÌ
Coraggio …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Morire … se devo morire, morirò da Conte non da plebeo …
YVES BITOSSÌ
Ma adesso Jan Pierre … adesso pensiamo al presente
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Il presente … questa cella, queste mura ….
Mi ricordo la mia gioventù, quando … tutti mi riverivano … ero giovane
e il mondo era tutto nelle mie mani …
le feste …le donne
YVES BITOSSÌ
Erano altri tempi … chissà se torneranno …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Torneranno … torneranno… la Nobiltà non può scomparire nelle mani di un
giacobino
YVES BITOSSÌ
Anch’io penso che le cose cambieranno …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ma io non le potrò vedere. Ormai per e è finita … è finita!
Tutti i miei progetti …. sono andati in malora, i miei cani …. E i miei cavalli
…
che fine avranno fatto i miei cavalli … e le mie amanti … non mi rimane più …
nulla
I miei mezzadri mi portavano … la farina il grano …
Dopo il tradimento … la fine …
(fuori scena, si sente la voce del carceriere)
E’ arrivato il ritrattista !
(In quel momento il ritrattista si avvicina alla cella)
IL RITRATTISTA
Signor Conte sono finalmente arrivato
Il conte Jan Pierre Laurent De Ville
Finalmente non vedevo l’ora di essere immortalato
Il ritrattista
Mettiti in posa cittadino
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Fate prima uno schizzo vorrei vedere il vostro tratto
(Il ritrattista traccia un lieve schizzo e lo mostra al condannato)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ottimo tratto, complimenti vivissimi … avete una buona mano in futuro
sicuramente diverrete un buon artista
IL RITRATTISTA
Ho la fortuna di fare molta pratica
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Certo ormai non ci sono più lame per la ghigliottina
IL RITRATTISTA
Il lavoro non manca siamo solo tre ritrattisti
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
E voi …. avete fatto il ritratto a tutti
IL RITRATTISTA
A tutti quei che contano
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Anche a Sua Maestà
IL RITRATTISTA
Al re alla regina ad Hebert e ha Carlotta Condey
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Hebert non mi interessa, Carlotta ancora meno ma Sua Maestà si
IL RITRATTISTA
Cittadino mettiti in posa
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Di profilo vengo meglio
IL RITRATTISTA
Allora voltati
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Parlatemi di Sua Maestà
IL RITRATTISTA
Parlami! Cittadino
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Parlami di Sua Maestà
IL RITRATTISTA
Luigi XVI era comparso l’11 dicembre 1792 alla sbarra della convenzione
presieduta da Barrère, la cui fredda dialettica doveva esercitare la decisiva
influenza del voto finale; la sentenza redicida fu pronunciata il 17 gennaio.
Dapprima lo stupore fu così grande che non si osò credere che all’esattezza
dello spoglio dei voti, e bisognò ricominciare l’operazione la giornata
successiva. Riconosciuto come esatto il risultato della vigilia, Vergnaud,
presidente di turno, dichiarò che la pena pronunciata contro Luigi Capeto era la
morte.
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Senza appello
IL RITRATTISTA
Nella seduta del 19 fu esaminata la questione dell’appellazione, e qui ancora
fallirono quelli che cercavano timidi temporeggiamenti, una maggioranza di 380
voti su 690 votanti decretò che non vi fosse nessun ricorso per l’esecuzione del
condannato
Il conte Jan Pierre Laurent De Ville
Nessuno si prodigò per salvarlo
Il ritrattista
Circolavano per Parigi voci che truppe armate di controrivoluzionari avevano
pronto un contro rivoluzione per salvare il re e la nobiltà ma non si vide
nessuno
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
E il suo ritratto …
IL RITRATTISTA
Rimase in posa ma non disse una parola …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Dimmi! come è morto il re
IL RITRATTISTA
Il re è morto dignitosamente …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
con onore!…Raccontami Cittadino
IL RITRATTISTA
La berlina era scortata da un corpo di cavalleria . quando la vettura si fermò
uscirono da prima due gendarmi indi un prete con l’abito proscritto, abito
talare che la rivoluzione nei primi anni aveva abolito, finalmente scese il re
dignitoso, calmo maestoso ancora più maestoso di quando lo avevo visto a
Versailles. Da ogni parte non vi sono che truppe, il popolo relegato dietro i
gendarmi sembra colpito da stupore e mantiene un cupo silenzio. Il rullo dei
tamburi è incessante pare soffocare ogni parola, ogni appello alla pietà.
Al re venne fatto togliere il vestito. Il degno prete si raccolse in preghiera,
dopo fece baciare l’immagine di Gesù Cristo crocifisso al re dei francesi al
quale furono legate le mani. Il rullo dei tamburi era impressionante, copriva
tutti i rumori. Giunto sulla piattaforma il re s’avanzò verso la parte dove il
popolo sembrava più fitto e fece con la testa un movimento imperativo verso i
tamburi i quali sospesero il loro rullo.Francesi – disse con voce forte – voi
vedete il vostro re pronto a morire per voi. Possa il mio sangue cementare la
vostra felicità. Io muoio innocente di tutto quello che mi si accusa. Forse
voleva continuare ma i tamburi ripresero a rullare.
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Morì da re
IL RITRATTISTA
Ecco il ritratto e di tuo gradimento
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Modificami il naso, devo essere splendente, questo è il mio ultimo ritratto
IL RITRATTISTA
Va bene … lasciami un pò di tempo
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Prenditi tutto il tempo che ti occorre
IL RITRATTISTA
Non preoccuparti cittadino
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Parlami della regina
IL RITRATTISTA
La regina veniva raffigurata dalla rivoluzione come la vampira della Francia,
come l’accanita avversaria della libertà, come l’amica dello straniero.
Parecchie volte il nome dell’austriaca aveva tuonato alla tribuna della
Convenzione in tono di rimprovero alle commissioni esitanti; ma per questo il
rimbotto era un’arma destinata a colpire gli uomini della Destra ansichè un
indizio di reale sete del sangue di Maria Antonietta. Ma infine la Montagna non
potè negare al partito di Hébert la testa che esso, sulla piazza, chiedeva con
grandi grida.
Due avvocati Chauveau-Langarde e Tronsan-Ducoudray, rivendicarono l’onore di
difenderla: onore che non era senza pericolo ma che associava nell’avvenire il
loro nome a questa grande tragedia.
Il 23 vendemmiale, venne condotta al processo, ella portava la testa alta ed il
suo contegno era pieno di dignità, nel suo viso non traspariva né turbamento né
intenzione di sfidare i giudici. Era fredda, calma, quasi indifferente, il suo
sguardo a volte atono, attestava le torture morali a cui era stata sottoposta
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Infami … e di che cosa venne accusata
IL RITRATTISTA
Di cospirazione
IL CONTE JAN PIERRE DE VILLE
Raccontami
IL RITRATTISTA
Ella sedette su di una poltrona, al suo fianco si collocarono i suoi avvocati.
Dopo che il presidente del tribunale ebbe fatto le domande di rito, lesse il
capo d’accusa e si passò all’audizione dei testimoni.
Il primo riferì che vi erano voci che la regina avesse trafugato nel momento
della carestia immense somme di denaro per devolverle a suo fratello imperatore
d’Austria. Il terzo testimonio chiamato fu Hébert. La sua deposizione fu un
monumento di incredibile cinismo.
Giacomo Hébert, raccontò che in un libro da messa appartenuto alla regina venne
trovato un simbolo controrivoluzionario un cuore infiammato, trapassato da una
freccia con la scritta
Jesu, miserere nobis
L’arrabbiato parlò poi di un cappello appartenuto al re… venne poi accusata di
essersi congiunta carnalmente con il figlio … la sentenza era scontata malgrado
gli avvocati.
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Come morì!
IL RITRATTISTA
La carretta avanzava in una moltitudine di folla ammassata sulle rive della
Senna e sui ponti ondeggiò come un torbido mare che imprecava mille grida di
maledizione e di morte. Tanto era compatta la folla che non riusciva a passare
alcuni facisosi ruppero il cordone di scorta e la maggior parte dei gendarmi
invece di proteggere la regina mescolarono le loro ingiurie a quelle di costoro.
Il figlio di Nouny-Granmont che comandava la scorta , ufficiale dell’esercito
rivoluzionario ebbe la viltà di tendere il pugno chiuso verso la regina.
Giungendo in piazza della rivoluzione la carretta si fermò ai piedi del
patibolo. La regina di Francia salì la scaletta con passi lenti come fossero
stati i gradini della scalea di Versailles, l’abate Lothringer la seguì, e
quando l’asse nobile con il coltello precipitò sulla sua testa. Grida di – Viva
la Repubblica –
Risposero allo scatto della lama. La sua testa con le palpebre ancora agitate
fecero il giro del patibolo come un macabro trofeo.
IL RITRATTISTA
Cittadino: ecco il tuo ritratto
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
E’ bellissimo posso abbracciarti cittadino
(I due si abbracciano e il ritrattista con la sua opera esce di scena. Entra in
scena il carceriere)
SCENA 5
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE – MATIS BERNARD -
YVES BITOSSÌ – ODETTE )
MATIS BERNARD
(ironico)
Illustre ospite: presto arriverà il vostro ultimo pranzo da vivo …
(Ed arrivano i piatti con pollo e patate bollite, vino)
Domani quando la vostra testa cadrà sul paniere, io brinderò di felicità
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
La mia morte non sarà vana
MATIS BERNARD
(ironico)
Domani le vostre imprecazioni cadranno nel nulla
YVES BITOSSÌ
Smettete non riesco a scrivere
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
dando del voi )
Smettetela voi … plebeo non avete altro a cui pensare
MATIS BERNARD
(ironico)
Cittadino Il tuo compagno di cella domani morirà e tu scrivi
YVES BITOSSÌ
Scrivo per non pensare
JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Domani finalmente ci libereremo di questo verme
(Il poeta Yves Bitossì smette di scrivere e abbraccia Il conte Jan Pierre De
Ville, entra Odette)
ODETTE
Ecco il vostro pranzo, cittadino … domani la rivoluzione si libererà di un suo
affamatore.
(e passa al conte un vassoio colmo di carne)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Passatemi le pietanze ed andatevene
ODETTE
Certamente con la speranza che vi vadano di traverso, e per te poeta ecco la
scodella
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Il poeta Yves Bitossì è mio ospite, non ha bisogno di scodella
ODETTE
Comunque io Yvs devo darti la scodella
YVES BITOSSÌ
Certamente… la prendo
ODETTE
Fa parte del regolamento
( Odette esce di scena …)
(Entrambi in silenzio mangiano)
(E dopo si sdraiano nel pavimento della cella)
( Entra in scena il carceriere)
MATIS BERNARD
Signor conte abbiamo visite
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
( ancora assopito )
Chi mi desidera
MATIS BERNARD
Il barbiere
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Adesso non ho tempo! riferite di ripassare più tardi
MATIS BERNARD
Più tardi … più tardi
( e ride )
(Entra in scena il barbiere ed esce il carceriere)
SCENA 6
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE – ALBERT ALBERTON -
YVES BITOSSÌ)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
I miei capelli sono abbastanza corti
ALBERT ALBERTON
Mai corti abbastanza per la lama
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Come barbiere vorrei uno di mia fiducia
ALBERT ALBERTON
Di tua fiducia … io godo la fiducia di Samson e di Robespierre
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
( piegandosi e mostrando il collo )
Potete risparmiarmi
ALBERT ALBERTON
Il taglio non viene netto
Soffriresti di più
E poi …
(ridendo)
Rovineresti la lama, ed una lama vale di più che la tua testa
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Vai via cittadino, non voglio farmi radere
YVES BITOSSÌ
Jan fatti radere … fatti radere …
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
No e poi no …
YVES BITOSSÌ
Fatti radere! soffriresti di più …
ALBERT ALBERTON
Cittadino! Se sei un pavido e non ti fai radere chiamo le guardie e lo faremo
con la forza
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Io Pavido no! Nessuno dei conti De Ville è pavido!
( breve pausa)
radetemi
ALBERT ALBERTON
(lo rade dopo esce di scena)
(Le luci si fanno soffuse similari alla notte)
SCENA 7
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE - YVES BITOSSÌ)
(I due sono sdraiati nella cella)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Yvs
YVES BITOSSÌ
Si
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Secondo te domani a che ora mi assassineranno
YVES BITOSSÌ
Certamente in tarda mattinata
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Prima mi faranno salire sulla carretta e nel tragitto troverò una marea di folla
ad insultarmi
YVES BITOSSÌ
No …. Non credo il popolo è stanco
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Allora perché non la smettono con questi assassinii
YVES BITOSSÌ
La ghigliottina piace al cittadino Robespierre
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ma io non ho fatto niente
YVES BITOSSÌ
Neppure io
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non riesco a dormire
YVES BITOSSÌ
Sono stanco
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Come farai domani senza di me
YVES BITOSSÌ
Non so!
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Riuscirai a scrivere
YVES BITOSSÌ
Non so
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Dimmi almeno per chi scrivi
YVES BITOSSÌ
Non so
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non sai niente
YVES BITOSSÌ
Buona notte
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Notte
( Si spengono le luci e si riaccendono le luci)
SCENA 8
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE – BERNARD MATIS -
YVES BITOSSÌ)
BERNARD MATIS
Sveglia … cittadino De Ville oggi è il tuo giorno
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Sono sempre stato sveglio
YVES BITOSSÌ
Cittadino carceriere, lascia in pace questo poveraccio
BERNARD MATIS
E’ arrivato il cittadino Sanson il boia
SCENA 9
(IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE – BERNARD MATIS -
YVES BITOSSÌ - HENRI SANSON )
HENRI SANSON
Cittadino De Ville sei pronto la carretta ti aspetta
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non sono ancora pronto
BERNARD MATIS
Cittadino dignità
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Non ho ancora fatto colazione
( Il carceriere getta una mela al condannato il quale la morde con avidità)
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ho ancora delle rimostranze
BERNARD MATIS
Ora basta!
HENRI SANSON
Cittadino Lascialo parlare
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Il cibo di ieri era guasto, il pollo mi è rimasto sullo stomaco
ed il vino era di pessima qualità, degno della peggiore bettola dei giacobini…
BERNARD MATIS
Hai finito cittadino!
( Il conte Jan Pierre Laurent De Ville abbraccia il suo compagno di cella, sputa
addosso al carceriere ed urla)
Vado a morire per la Francia … per il Re e per la Nobiltà … e ora Yvs fammi
sentire una tua poesia … l’ultima
YVES BITOSSÌ
Jan Pierre non è il momento
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Io sono nobile …. E voglio sentire prima di morire una poesia!
YVES BITOSSÌ
Si …. Signor conte
(Yvs scoppia a piangere ma legge)
Plus j’ai vu le monde, mois j’ai pu me faire à son ton.
( J.J. Rousseau )
IL SEGRETO DOLORE
Per quanto
il mio celebrarti
rimanga solo pensiero scritto
avverto il tuo inalienabile
non ascolti … non degni
e il mio amarti
rimane nel tuo cuore
centesimo di millimetro
dentro la tua vita
ogni secondo
ogni attimo
è linea sofferta
Amaro del mio stesso amarti
…………….
mi rimane difficile
pensare che di te
sia solo nome transitorio
esile parola
legata a canapa recisa
………………..
il gabbiano solitario plana sul vento
……………
L’ amore che rincorre gli occhi
……………..
muore la primavera
attraverso le rocce mute
IL CONTE JAN PIERRE LAURENT DE VILLE
Ottima lirica …. Adesso portatemi via ….
(i carcerieri portano via il conte)
( buio fine 1 atto)
( si alza il sipario 2 atto)
SCENA 1
( ODETTE- YVES BITOSSÌ)
18 germinale
( Yves Bitossì è solo in scena le luci sono intermittenti)
YVES BITOSSÌ
( gridando )
Voglio morire … voglio morire … non voglio più scrivere …
non riesco più a scrivere … voglio seguire il conte sul patibolo
non merito di vivere … non riesco più a scrivere …
niente … niente … questa gabbia mi opprime … Odette … Odette
(arriva Odette di corsa)
ODETTE
Cittadino poeta … cos’hai … smetti … calmati .. calmati
(La ragazza si avvicina alla gabbia ed accarezza il volto del poeta)
YVES BITOSSÌ
Cittadina Odette … Odette … non riesco più a scrivere … neppure un verso niente
… neppure una sensazione …
A pensare fino a ieri la poesia era tutto … e non avevo paura di morire … è vero
la morte mi era vicino … tutte le mattine ne sentivo il suo freddo brivido ma …
mi sembrava così distante …
ODETTE
E’ stata la morte del conte a turbarti … dovevano lasciarti in una cella singola
YVES BITOSSÌ
No non è stata la morte del conte a turbarmi
ODETTE
Allora come mai … io ho avuto solo la fortuna di leggere le tue emozioni e
sinceramente ho provato un morboso senso d’invidia verso quella fortunata che
sta godendo i tuoi versi
YVES BITOSSÌ
Cittadina Odette tu sai leggere
ODETTE
Si so leggere e fare di conto
YVES BITOSSÌ
Una addetta alla ghigliottina che sa leggere
ODETTE
Non credo che vi sia niente di strano
YVES BITOSSÌ
Sei una donna preziosa cittadina Odette
ODETTE
Ti stanno usando cittadino Yvs, ti stanno usando, stanno usando i tuoi versi per
i loro scopi
YVES BITOSSÌ
Chi … chi … per favore mia cara dimmi chi …
Perché ! devo scrivere a comando … perché devo scrivere parole d’amore ad una
donna che non conosco, solo per fare piacere ad un potente … perché … Io non
scrivo più … preferisco morire
ODETTE
Devi continuare a scrivere … scrivere …. Per te e per tutte le persone che ti
vogliono bene … altrimenti arriverà presto il barbiere
YVES BITOSSÌ
Nessuno mi vuole bene … nessuno … nessuno … domani …. la mia testa in un freddo
paniere e la mia carne sarà mangiata dalla calce
ODETTE
Cittadino io ti voglio bene … e non permetterò che ti taglino la testa …
YVES BITOSSÌ
Odette … Odette … sei tu che mi turbi … da quando il tuo volto è entrato in
questa prigione … non riesco più a scrivere per quella sconosciuta
ODETTE
Cittadino non pensarmi … non pensare a me …scrivi per quella donna e non per me
solo così potremmo vederci … e forse salvarti
YVES BITOSSÌ
No non riesco più a scrivere un verso …
ODETTE
Cittadino Scrivi … Yvs scrivi per lei …
YVES BITOSSÌ
Scriverò per lei ma pensando a te … ho bisogno di sentirti vicino
ODETTE
Scrivi amore … scrivi …
Adesso devo andare …
(Odette esce di scena, entra in scena il carceriere)
SCENA 2
(BERNARD MATIS - YVES BITOSSÌ - GEORGES OVION)
BERNARD MATIS
Cittadino Yvs sono venuto per ritirare lo scritto …
YVES BITOSSÌ
Oggi non ci sono versi
BERNARD MATIS
Cittadino! non ci sono versi, sai questo potrebbe costarti la testa
YVES BITOSSÌ
Non ci sono versi
BERNARD MATIS
Cittadino dammi lo scritto
YVES BITOSSÌ
Non ci sono versi
BERNARD MATIS
Cittadino mi spiace io devo riferire
YVES BITOSSÌ
Scriverò versi solo quando ne avrò voglia
(Si sente dalla strada un assordante rollo di tamburi)
BERNARD MATIS
Cittadino scrivi se non vuoi che venga il barbiere
(Si sente dalla strada un assordante rollo di tamburi)
YVES BITOSSÌ
Cosa sta succedendo! Cittadino MATIS
BERNARD MATIS
non so !
(Entra l’altro carceriere)
GEORGES OVION ( affacciandosi alla finestra e rivolgendosi a Matis )
Hanno arrestato Hébert e tutti gli arrabbiati
BERNARD MATIS
Chi con lui, non riesco a riconoscerli
GEORGES OVION
Ronsin, Vincent, Momoro, Laumur, Ducroquet, Ancard
BERNARD MATIS
Ormai la rivoluzione si sta avvicinando ai capi, ormai si stà rivoltando verso
se stessa
YVES BITOSSÌ
Cosa sta succedendo
GEORGES OVION
Pensa solo a scrivere, cittadino se non vuoi che ti inserisco di forza nella
lista
(I due escono di scena si sente il rintocco del pendolo la luce si fa soffusa
poi torna la luce per simulare il passaggio dei giorni )
SCENA 3
( ODETTE- YVES BITOSSÌ)
( Entra in scena Odette)
ODETTE
Hanno ghigliottinato Hébert e tutti gli arrabbiati
YVES BITOSSÌ
E come si è comportato al cospetto della morte
ODETTE
Il cittadino Hebért Il grande rivoluzionario …
Era vestito con eleganza, aveva un orologio per ogni taschino, ma le sue vesti
erano in disordine il viso livido segnato dal pianto … e il sudore gli colava a
grosse gocce sulla fronte
YVES BITOSSÌ
Il grande Hebért il mio grande accusatore, il delatore del re e della regina,
che sul patibolo piangeva come un vile
E dimmi la gente …
ODETTE
Il patibolo era contornato da vagabondi e donnacce che lo insultavano … alcuni
maledivano lui e il suo giornale il pére Duchesne altri …
Apostrofavano in malo modo la sua professione come
Eh … prendevi dodici soldi per i salassi ed ora Carletto ti salasserà dalla
lunetta per nulla -
YVES BITOSSÌ
La morte è la nostra compagna … anche gli intoccabili ne sono colpiti, ma adesso
dimmi sei riuscita ad avere il ritratto, io voglio sapere per chi scrivo!
ODETTE
Non mi è stato possibile cittadino
YVES BITOSSÌ
Non importa ho scritto questo per te
ODETTE
Tuttavia sarà destinato a lei
YVES BITOSSÌ
Purtroppo
ODETTE
A me interessa solo che tu rimanga vivo
YVES BITOSSÌ
Sarò sempre vivo nel tuo cuore
ODETTE
Si ogni attimo … ogni minuto il mio cuore batte per te
YVES BITOSSÌ
Leggi ti prego queste emozioni
ODETTE
Leggile tu amore, solo così posso sentile più vive …
(Il poeta Yves Bitossì legge i suoi versi)
( Le luci si fanno soffuse e poi tornano vive per varie volte il pendolo
rintocca per simulare il tempo che scorre)
10 pratile
Je ne dispute donc pas que la médecine ne
solt utile à quelques hommes, mais je dis
qu’elle est funeste au genre humain.
( J.J. Rousseau )
IL DOLORE
Avanza
….. si propaga
……. evento
senza neppure
un sussulto
………….
una speranza
o immobile presa
o movimento dissolto ...
……………
lascio
la mia vita
tra le rocce
…………….
la tua non presenza….
……..
rimane
per un secondo
…………………….
il tuo ricordo
mi accompagna
mi lega
per lasciarmi cadere
e ….
…. morire avendoti dentro ...
SCENA 4
(YVES BITOSSÌ - GEORGES OVION)
30 messidoro
GEORGES OVION
Ormai sei quasi un ospite delle nostre prigioni
Nessuno si azzarda a raderti … forse si sono dimenticati di te cittadino Yvs
YVES BITOSSÌ
Dimenticati …la rivoluzione non dimentica cittadino! I miei versi mi tengono la
testa sul collo
GEORGES OVION
Con tutti i problemi che ci sono fuori di qua … il tuo protettore ormai posso
chiamarlo così … non ha tempo di mandarti il barbiere … ieri
Hanno processato e giustiziato Danton con tutti i suoi indulgenti
YVES BITOSSÌ
Danton … vuoi scherzare lui
GEORGES OVION
Danton sapeva che doveva essere arrestato, poteva fuggire salvarsi, ma un uomo
di così grande fama non poteva fuggire, venne arrestato e venne inscenato un
capo d’accusa
YVES BITOSSÌ
Se hanno giustiziato Danton per me è finita… lui era diventato un indulgente
GEORGES OVION
Il tribuno della rivoluzione dal banco degli imputati tuonò con la sua voce
squillante contro i suoi accusatori
Il titano rivoluzionario aveva appena aperto la bocca che la sala della libertà
si trasformava: sotto gli schianti di quella voce formidabile, i giudici
diventavano accusati , l’accusato diventava giudice ed i giurati non osavano
sollevare gli occhi verso quella maschera leonina.
I vili che mi accusano – esclamava Danton oserebbero attaccarmi in faccia? Si
mostrino essi e ben presto io li avrò coperti dell’ignominia e dell’obbrobrio
che devono essere la loro spettanza. La mia testa è qui, e risponde di tutti; la
vita mi è un peso; mi tarda d’esserne liberato. Herman , pieno di spavento,
s’affrettò ad interromperlo, dicendoli che “ l’audacia s’appropriava al delitto,
la calma all’innocenza “. – Senza dubbio – replicò Danton – senza dubbio
l’audacia individuale è riprovevole, e non potrà mai essere rimproverata; ma
l’audacia nazionale, di cui ho tante volte dato l’esempio, che ho messo tante
volte al servizio della cosa pubblica, quest’audacia è permessa, è necessaria, e
di essa mi onoro! Quando mi vedo così gravemente e così ingiustamente accusato,
posso io esercitare, padronanza sul sentimento d’indignazione che mi solleva. Tu
Saint-Just, tu risponderai alla posterità della diffamazione lanciata contro il
migliore amico del popolo … il popolo era commosso era fremente: tutti i cuori
palpitavano, nella sala e fuori, poiché i ruggiti del tribuno, per le finestre
aperte riecheggiavano fino al di là della Senna. I giudici erano fulminati.
Herman agitava invano il suo campanello. Al ché Danton tuonò – la voce di un
uomo che difende il suo onore deve coprire il rumore del tuo campanello. Herman
decise di smettere con Danton e interrogò gli altri accusati.
YVES BITOSSÌ
Nelle seduta successiva
GEORGES OVION
Il processo nella seconda seduta prendeva una piega inquietante per coloro che
avevano accettato la missione di uccidere Danton e i suoi indulgenti. Il tribuno
aveva ripreso la parola con una energia che ingrandiva a dismisura tanto che i
dibattimenti si prolungavano. Il suo gran nome, l’atteggiamento così nuovo d’un
accusato che faceva tremare il suo tribunale, avevano attratto una calca enorme
nel recinto. Ad ogni scoppio di quella voce possente come un soffio di tempesta,
si sentivano correre in quelle masse compatte i fremiti indicatori della
commozione popolare e precursori del tuono di plauso che da un istante all’altro
poteva soffocare il processo e rendere la condanna impossibile. Gli accusati
vedevano chiaramente che il sentimento del pubblico si piegava in loro favore:
il coraggio tornava ai più deboli, l’audacia agli indomabili. La seduta fu tolta
con precipitazione.
YVES BITOSSì
E nell’altra seduta
GEORGES OVION
Nella seduta de 15 gli accusatori con delle odiose menzogne affermarono che i
dantonisti erano dei cospiratori e con il loro modo di fare ostacolavano la
giustizia. Fu allora che Danton si alzò dal banco e con frasi violente e
cozzanti si volse al cospetto dei giudici, dei giurati e parlando alla loro
coscienza per la prima volta accusa Robespierre – Infame Robespierre! Il
patibolo ti comanda; tu non godrai l’impunità, tu mi segui! Infine si rivolge al
popolo e grida – ci si conduca al patibolo abbiamo vissuto abbastanza per
addormentarci nella gloria – Danton in piedi sul banco ruggiva le apostrofi più
veementi . Venne con gli altri accusati condotto di forza alle Concencierie ed
il tribunale comunicò loro la sentenza in carcere
YVES BITOSSÌ
E sulla carretta
GEORGES OVION
Sulla carretta passando davanti ad un caffè il tribuno riconobbe sul davanzale
della finestra David il ritrattista che su di un cartone stava raffigurando la
lugubre carretta con tutti i suoi sventurati e tutti inveirono su di lui il
quale non si scompose e continuò a disegnare. Quando passarono davanti alla casa
di Robespierre il tribuno tuonò con la sua voce possente – Robespierre invano ti
nascondi; ci verrai anche tu; e l’ombra di Danton ruggirà di gioia quando sarai
a questo posto –
Arrivato davanti alla ghigliottina Danton rimase in silenzio ed affrontò il
patibolo con dignità.
YVES BITOSSÌ
Con la morte degli indulgenti anche la mia vita è segnata
GEORGES OVION
Scrivi e spera cittadino …
YVES BITOSSÌ
Che speranza posso avere in un mondo così crudele
GEORGES OVION
Cittadino Scrivi … scrivi … scrivi …
( Entra in scena Odette ed esce di scena il carceriere)
SCENA 5
(YVES BITOSSÌ - ODETTE)
(Odette si avvicina alle sbarre e prende la mano a Yvs i due si baciano
appassionatamente)
YVES BITOSSÌ
Odette ti amo … ti amo
ODETTE
Ormai non riesco a vivere senza di te
YVES BITOSSÌ
Odette … Odette, hanno ghigliottinato anche il cittadino Danton
ODETTE
E’ stato Robespierre con i giacobini
YVES BITOSSÌ
dicevano che Danton voleva graziare tutti
ODETTE
Tutti i suoi …
YVES BITOSSÌ
Ed io … da chi sono protetto
ODETTE
Non so … ma tu sei protetto dal mio amore
YVES BITOSSÌ
Ti amo … ti amo, anche se la mia vita è omai legata ad un filo il mio cuore di
appartiene
ODETTE
Hai scritto amore … hai scritto
YVES BITOSSÌ
Si ho scritto ma solo per te
ODETTE
L’idea che tu possa scrivere versi per me può rendermi felice
YVES BITOSSÌ
La tua felicità è la mia vita
ODETTE
Amore ogni cosa della mia vita ti appartiene
YVES BITOSSÌ
E se domani venisse il barbiere
ODETTE
Io morirei con te
YVES BITOSSÌ
Con me moriresti con me, io non merito
ODETTE
Senza te non sarei più in grado di vivere
(Odette esce di scena, la luce si fa soffusa rintocca il pendolo e poi subito
luce viva per simulare il tempo che pass)
SCENA 6
(YVES BITOSSÌ - BERNARD MATIS)
( Entra in scena il carceriere)
BERNARD MATIS
Hanno giustiziato Robespierre, la rivoluzione sta giustiziando le teste che
l’anno ideata
YVES BITOSSÌ
Robespierre, Robespierre la rivoluzione è finita sono salvo … salvo
BERNARD MATIS
A firmare la sua condanna è stato il cittadino Barras
YVES BITOSSÌ
Barras figuriamoci se per la mia salvezza devo ringraziare il cittadino Barras,
il più infido dei rivoluzionare
BERNARD MATIS
Certo che il cittadino Barras con il suo anonimato è passato indenne da tutta la
rivoluzione
YVES BITOSSÌ
Liberatemi … liberatemi ormai sono salvo
BERNARD MATIS
Cittadino non posso liberarvi, non ho nessuna disposizione
YVES BITOSSÌ
Ormai è tutto finito
BERNARD MATIS
Il giorno che mi diranno di aprire la cella i l’aprirò
YVES BITOSSÌ
Ho anche scritto … scritto
BERNARD MATIS
Cittadino continua a scrivere … non esaltarti e spera …
YVES BITOSSÌ
Sono troppo felice
BERNARD MATIS
Adesso aspettiamo gli eventi
YVES BITOSSÌ
Ditemi cittadino, ho scritto tanto… tanti versi d’amore ma per chi scrivo
BERNARD MATIS
Non so … davvero non so … tutte le mattine arriva un emissario a prendere le
pergamene … ma … ho provato a sapere qualcosa da lui anche facendolo bere … sai
cittadino il vino spalanca i cuori e le bocche … ma con lui non è stato
possibile … perché ne valeva della sua testa …
YVES BITOSSÌ
Mai e poi mai riuscirò a sapere
BERNARD MATIS
Cittadino non chiedere cose che non devi sapere … Robespierre è caduto, la sua
testa è stata esposta al popolo, e questo può averti giovato … non sfidare
troppo la fortuna
YVES BITOSSÌ
E’ vero … voglio godermi questo breve attimo di felicità
BERNARD MATIS
Adesso vado, tu cittadino continua a scrivere
(Il carceriere esce di scena ed entra in scena Odette)
SCENA 7
(YVES BITOSSÌ - ODETTE)
ODETTE
Amore finalmente … il tiranno è stato giustiziato
YVES BITOSSÌ
Ti voglio bene cittadina Odette
ODETTE
Anch’io cittadino Yvs
YVES BITOSSÌ
Appena sarò libero, io ti amerò con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima
ODETTE
La mia anima è la tua anima
YVES BITOSSÌ
Andremo lontano da Parigi
lontano … da tutto questo odio
ODETTE
si andremo dove vuoi ed io
YVES BITOSSÌ
E tu
ODETTE
Io ti darò tanti bambini … bambini che cresceranno
lontani da guerre da prigioni e lontano da patiboli
YVES BITOSSÌ
Si potremmo andare lontano … fuori dalla Francia e li farci una nuova vita
ODETTE
Si dove tu vuoi
YVES BITOSSÌ
Il tuo sguardo, il tuo sorriso hanno in questo periodo di prigionia illuminato
il mio volto, reso cieco dalla rabbia dalle privazioni e dalle angherie che ho
dovuto sopportare in questa cella … ti amo … ti amo…
ODETTE
Tu mi hai dato sensazioni che mai nessun altro uomo mi ha dato
ogni giorno … ogni notte quando la solitudine si impossessava del mio corpo e
della mia mente … il tuo ricordo mi scaldava … agitava le mie notti … il mio
cuore … la mia vita … ti appartiene
YVES BITOSSÌ
(stringendo le mani alla sua bella)
Rimami vicino a me Odette …
ODETTE
Si per sempre … ma ora
Ora devo andare …
YVES BITOSSÌ
Rimani vicino a me
ODETTE
Non posso vengo a trovarti domani
YVES BITOSSÌ
Non andare via
ODETTE
Domani mattina tornerò
YVES BITOSSÌ
Ti amo
ODETTE
Ti amo … ti amo …
(Odette esce di scena )
(Le luci si fanno soffuse poi di nuovo vive per similare il tempo che fugge,
rintocca il pendolo )
SCENA 8
(YVES BITOSSÌ - BERNARD MATIS - ALBERT ALBERTON)
La mattina
Il carceriere legge i nomi
BERNARD MATIS
Purtroppo … mi dispiace … e non sono neppure nobili
TRISTAN MINARD
DAMIEN BLAIN
YVES BITOSSÌ
YVES BITOSSÌ
Nel leggere l’ultimo nome ha un sobbalzo
YVES BITOSSÌ
Io ghigliottinato … no deve esserci uno sbaglio, ho scritto …
ho scritto … guardate quanto ho scritto …
e mostra tutti i suoi scritti ai carcerieri ed al boia,
il carceriere raccoglie gli scritti del condannato e li strappa
YVES BITOSSÌ
Cittadino cosa fai, perché ! Perché !
No … no i miei scritti … no … perché …
BERNARD MATIS
Purtroppo … ho avuto questo ordine … è firmato da Barras mi spiace ma devo farlo
YVES BITOSSÌ
Io non ho fatto nulla … non so neppure … il perché mi mi trovo qua. Ed ora mi
condannate …
ALBERT ALBERTON
Adesso … devo raderti cittadino …
YVES BITOSSÌ
No … no … no …
(E si dispera)
ALBERT ALBERTON
Fai il bravo … collabora … altrimenti lo faremo con la forza
YVES BITOSSÌ
No … no … no …
( Il barbiere e il carceriere entra dentro e di forza radono i capelli del
condannato)
BERNARD MATIS
Cittadino Il poeta Yves Bitossì, esprimi un ultimo desiderio, vuoi un pollo …
YVES BITOSSÌ
No …
BERNARD MATIS
cittadino per te non viene neppure il ritrattista
YVES BITOSSÌ
Neppure il ritrattista
(E piange)
BERNARD MATIS
Hanno proibito al cittadino di eseguire il tuo ritratto
YVES BITOSSÌ
Dunque sarò dimenticato … dunque sarò un mai esistito
E tutti i miei versi … è come se non fossero mai scritti
( si dispera)
Vorrei parlare con Odette … chiamatemi Odette …
BERNARD MATIS
Va bene cittadino… ti chiameremo Odette …
(Escono tutti di scena rimane il prigioniero)
SCENA 9
( ODETTE- YVES BITOSSÌ)
(Arriva Odette disperata)
ODETTE
Amore ti hanno condannato … ti hanno condannato
YVES BITOSSÌ
Domani … si domani la mia testa cadrà
ODETTE
Come farò senza di te … la mia vita non ha più senso
A cosa serve vivere o morire a cosa serve se non si riesce ad amare
YVES BITOSSÌ
Ti prego amore … non permettere che la mia testa venga esposta al pubblico
ODETTE
Non lo permetterò mai … adesso baciami
(I due si baciano appassionatamente)
ODETTE
Morirò … con te …
YVES BITOSSÌ
No non lo permetterò mai
ODETTE
Morirò con te
YVES BITOSSÌ
Non puoi essere condannata alla ghigliottina …
ti prego rimani viva per mantenere il mio ricordo
ODETTE
Nessun ricordo … io morirò con te …
E tira fuori un coltello
Yves Se mi ami uccidimi
YVES BITOSSÌ
Non lo farò mai
ODETTE
Uccidimi
YVES BITOSSÌ
No … io ti amo
ODETTE
Se mi ami davvero uccidimi
YVES BITOSSÌ
Passami il coltello … mi ucciderò io
ODETTE
No … morirò io prima di te
YVES BITOSSÌ
Moriremo assieme Abbracciati
ODETTE
Si abbracciati
(I due si abbracciano e si baciano, Odette cade esangue)
YVES BITOSSÌ
Odette … Odette
ODETTE
Amore … ancora stringimi …
(Si stringono dalle sbarre Odette muore)
YVES BITOSSÌ
Possa questo sangue innocente ricadere su coloro che la rivoluzione senza
appello condanna
(Il poeta Yves Bitossì guarda piangendo la sua amata)
YVES BITOSSÌ
Perché … perché la mia vita infausta ha causato così tanto dolore
perché il mio cuore deve perire
vicino a lei, quando lei ancora poteva vivere e dimenticarmi
il tempo dicono è un gran guaritore
domani … non esite nessun domani per noi
ed io …
morirò seguendo le ombre del suo corpo ….
la lucentezza del suo sguardo
le sue mani così piene d’amore …
non esiste più niente per me …
ancora voglio vederla e baciarla
(e si china a baciare il corpo ancora caldo)
Il poeta Yves Bitossì con il solito coltello si uccide …
SIPARIO