CHIUDETE IL SIPARIO, INIZIA LO SPETTACOLO
COMMEDIA IN TRE ATTI DI
Rocco Chinnici
PERSONAGGI
REGISTA
MARIA
ANGELO
ANDREA
LAURA
GIOVANNI
I. MACCHINISTA
II. MACCHINISTA
TOINANA'
SUOCERO
SUOCERA
I. SPETTATORE
II. SPETTATRICE
SPETTATORE
CARABINIERE
II. SPETTATORE
SINDACO
CONSIGLIERI
BANDITORE
P R I M O A T T O
(E' finita da poco la rappresentazione dell'ultimo lavoro. Dopo i ringraziamenti
al pubblico, il sipario si chiude sul lavoro. Dopo un po’ il sipario viene
riaperto. Gli operai iniziano a smontare la scena e gli attori si struccano).
REGISTA
(Mentre si riapre il palcoscenico comincia ad uscire i libretti agli attori che
stanno togliendosi il trucco) Bene, bravi, avete visto anche stasera che
pubblico?
TUTTI
Eh già!
REGISTA
Volevo dirvi, prima di dare inizio alla lettura del nuovo copione, che per
domani sera è fissata la riunione di direttivo.
TUTTI
Cosa? Di cosa?
REGISTA
Di direttivo! Siete pregati quindi di non prendere nessuno impegno. Me lo ha
ricordato il presidente dell’associazione, mentre mi premuravo a recarmi qui.
Allora...?
MARIA
Mi scusi, maestro, io... vede, credo che non potrò venire; sa, il mio fidanzato,
giusto domani, compie gli anni...
ANGELO
Scusate, ma proprio domani! Porcaccia della miseria! Capisco che le riunioni si
devono fare, ma giusto il sabato! Maestro, cerchi di capire, noi siamo giovani.
Domani veramente si esce, si va a mangiare fuori con gli amici... le ragazze...
si può far tardi anche, e si va incontro alla domenica. Con tutta una settimana
che c'è, giusto domani si deve fare questa benedetta riunione, dico!
ANDREA
Va beh, dai! Sei sempre il solito! Non stare a farla lunga adesso, cosa vuoi che
succeda se per questo sabato non si va, non casca di certo il mondo!
ANGELO
Ma si, ma si, non facciamola lunga! Figurarsi poi, se dovesse mancare per me,
apriti cielo!
REGISTA
Angelo... Andrea... poche polemiche. Dunque, chiarito questo, volevo dirvi che
questa volta, visto la rappresentazione delle due ultime commedie… diciamo un
po' difficilotte! Per il nostro pubblico, che, onestamente dobbiam dire, non ci
ha mai deluso...
TUTTI
Vero é, vero è!
REGISTA
Ho pensato, e vediamo se tutti siamo d'accordo, (distribuendo i copioni) di
preparare, come prossima rappresentazione, un lavoro brillante.
TUTTI
Brillante! Brillante!
REGISTA
Eh! Che ne dite?
ANDREA
Oh, era ora! Vediamo, (il regista inizia a consegnare i libretti) mi faccia
vedere?
MARIA
(Avuto il suo libretto) Anche a me pare sia una buona idea. E poi, su via!
Cerchiamo di non farlo stancare questo nostro fidato pubblico.
LAURA
(Riceve il suo libretto) Giusto! Mi trovate molto d’accordo con questo lavoro.
(Indicando il libretto) Finalmente faremo una commedia brillante!
TUTTI
Brillante!
REGISTA
Anche se… devo dire, che per questi ultimi due lavori, come ha accennato il
maestro, la gente è rimasta ugualmente entusiasta.
ANGELO
(Riceve il suo libretto) A me, a dire il vero, è sembrato proprio il contrario.
ANDREA
Ma il pubblico era lì, la sala era piena, che questo forse non conta?
ANGELO
Dove volevi che andassero le persone! Al museo? In qualche auditorium a sentire
della bella musica? O magari al cinema? Cerchiamo di non illuderci. La gente
sente il bisogno di uscire, ama ritrovarsi e stare assieme.
REGISTA
Scusa Angelo, noi che abbiamo fatto? Non abbiamo forse permesso loro, anche con
il nostro lavoro, le nostre commedie insomma, di realizzare anche queste cose
che tu dici? E allora!
GIOVANNI
Scusate, sicuramente Angelo voleva... (Entrano i due macchinisti da un lato del
palcoscenico. Portano ciascuno una scala che useranno per arrampicarsi e
smontare le scene. Il secondo è un po’ tonto. Parlano come a continuare un
discorso cominciato fuori).
I. MACCHIN.
Non può essere ti dico! Scusa, la commedia qui dice (mostrando il libretto) che
Tainanà...
II. MACCH.
Toinanà?
I. MACCHIN.
Tainanà!
MARIA
Toinanà,Tainanà! Di chi stanno parlando?
LAURA
(A Maria che legge il titolo del libretto) Ma è il personaggio del lavoro che
dovremmo iniziare! Scusa, tu, non lo hai ancora letto il titolo del copione?
MARIA
Ah, eccolo qua! Si vero, hai ragione, hai ragione! Tainanà.
I. MACCH.
Qui (indicando il libretto), t’ho detto qui! Dove guardi? Dice che...
TUTTI
Che?
II. MACCH.
Tainanà?
I. MACCH.
E chi mia sorella? Sempre lui, si, so, Tainanà! (Al regista) Senta maestro, per
favore, non potrebbe assegnarmi un collaboratore un poco più... più sveglio?
REGISTA
Dove vuoi che vada a prendertelo! (Al II macch.) E poi scusa, giusto stasera
devi iniziare a idearti la scena? Non credo sia tanto difficile, sai! Potreste
comunque iniziarla più in là!
II.MACCH.
(Scende la scala e la sposta) Piu' in là! qui va bene?...
I.MACCH.
Piu' in là, dice, come tempo, non come spazio; cretino!. Madonna del Carmelo! A
questo, forse è meglio parlargli nostrano, maestro. Se no voialtri, la commedia
l’avete bella e pronta e noi ancora dobbiamo inventarcela la scena.
GIOVANNI
Stavo dicendo... Angelo, sicuramente voleva dire che, se in paese ci fossero
stati altri punti d'incontro, probabilmente la gente stasera non sarebbe venuta
a sentire noi; avrebbe potuto scegliere.
ANGELO
Mi pare così chiaro!
LAURA
Che state a dire adesso! Abbiamo, o no, rappresentato due bellissimi testi?
ANGELO
Bellissimi per noi! Dai, su... sempre gli stessi discorsi dobbiamo fare! La
gente in teatro viene… diciamocelo chiaro, e quando viene, vuole divertirsi,
diamine! Vuole ri-de-re!
ANDREA
E la cultura? Allora diciamoci anche questo! Dove la mettiamo la cultura?
REGISTA
Si può anche far ridere facendo della cultura. Certo, sappiamo benissimo che la
risata può, a volte, nascondere il messaggio dell'autore, ma... non succede poi
a tutto il pubblico di essere travolti dall'aspetto eccessivamente comico della
commedia. Castigat ridendo mores.
ANGELO
Beh, se è per questo ci sarebbe da ricordare il caso di quei due intellettuali
che mentre il pubblico crepava dalle risate, per delle battute che lasciavano
anche riflettere, loro due, solo loro due, rimanevano invece seri, troppo seri,
ricordate? Di una serietà, ora che ci penso, patibolare, che quasi stupiva;
(imita gli intellettuali e gli altri sorridono)
GIOVANNI
Io, veramente, quando li vidi arrivare, mi sarei giocato tutto che per nulla al
mondo avrebbero accennato a un chè minimo sorriso in tutta la serata. Forse
perché credendosi intellettuali, intendevano dimostrarlo con la loro ostentata
serietà; e la sciocca battuta... non avrebbe così stimolato (ironico) il loro
cervellone alla risata. “Il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi, avranno
pensato”.
LAURA
Ma la battuta, quella a cui ti riferisci, non fu creata per suscitare la risata,
ma per una ragione logica di quel testo. Se quelli non hanno riso, credo,
invece, sia stato perché, prima che iniziassimo la commedia, si saranno imposti
a non ridere di proposito. Quando sono venuti non lo sapevano che non
rappresentavamo Shakespeare?
REGISTA
Va la, va la, Laura! Che forse Shakespeaere non scrisse anch'egli dei testi dove
alloggia bene la risata? Certo è, che anche la risata ha una sua espressione
culturale, ad esempio, se essa, la risata, viene sollecitata da una battuta di
un testo molto famoso, e allora si riderebbe in maiuscolo, se viceversa trattasi
di un testo o meglio di un testino, diciamo... sconosciuto, allora si riderà in
minuscolo.
TUTTI
(Provano le risate) Ah! Ah! Ah! Eh! Eh! Eh! Ih! Ih! Ih!
LAURA
Ma... attenzione! Allora bisognerebbe grammaticarla la risata! Darle una certa
dizione, che so: ih! ih! ih! sarebbe dizione colta; ah! ah! ah! dizione,
diciamo, popolare, e così in ogni commedia il pubblico saprà, quando deve
ridere, se ridere da colto o da cretino!
TUTTI
Da cretino!
(RISATA GENERALE)
I. MACCH.
(Al secondo macchinista che si rifiuta ostinatamente di capire le spiegazioni)
Broccolone che non sei altro! Toinanà era uno..., comu dire..., che discuteva
alla “sanfrasò” (ad muzzum), capisci tu sanfrasò cioè per i fatti suoi, come gli
veniva meglio! Ora guarda che fai, ti siedi qui bello e tranquillo e ascolti la
storia… senza parlare! (lo porta in mezzo agli attori).
II. MACCH.
Ah, senti! glielo hai detto della scena?
I. MACCH.
Che scena? (Ricordandosi) Ah, va beh! Poi se ne parla. Siedi ora e ascolta.
REGISTA
Di che scena state parlando? Ci sono forse problemi?
I. MACCH.
No, niente maestro, e solo che... dice, il tonto... perché, cosa vuole è un pò...
(facendo segno che capisce poco).
REGISTA
Tu dimmelo lo stesso, che dice?
I. MACCH.
Lei mi scuserà, ma..., dice: (imitando il collega) cosa dobbiamo guardare a fare
la scena, se dopo non ci sono i soldi per realizzarla?
REGISTA
E perché è convinto di questo?
I. MACCH.
Perchè dice, sempri questo..., che (imitando c.s.) i soldi del fondo cassa
dell’Associazione se li son divisi quelli (fa cenno ud uso di imbrogli) del
consiglio direttivo.
REGISTA
Quelli che? Ma, ma, ma finiamola!
GLI ATTORI
Allora, vogliamo iniziare o no!
LAURA
Non dia ascolto a quello, maestro! Ne dice tante di stronzate. Le sente dire in
giro da quelli come lui e da buon cretino le beve e le ripete; non s'accorge
invece di tutte le attrezzature che l'Associazione ha comprato, no! Se gli
dicessimo che sono venute per virtù dello Spirito Santo, quello non solo ci
crederebbe, ma sarebbe anche capace di convincere gli altri! Mi creda, facciamo
storie, anche quando si tratta di pagare l'affitto del locale... diciamo locale,
più angusto di così!
REGISTA
Sua via, non facciamoci caso! Avanti che proviamo! Allora vediamo di cominciare
la lettura del testo. Dunque…
GLI ATTORI
Dunque
REGISTA
Dunque lo dico io!
GLI ATTORI
Dunque, lo dice il maestro!
REGISTA
Tainanà era...
TOINANA'
(Usciranno o da dentro una grossa e vecchia cornice, come se fosse un quadro, o
verrano dal pubblico, parleranno cercando di italianizzare le parole, essendo di
poca cultura) Ancora! E ci batte col pupo! Ci ho detto che non lo volessi!
SUOCERO
Zittoti, santo diavolone! Avessimo a far ridere le persone? Che giusto quani,
santo Dio?
TOINANA'
(Inizia a scendere) Voscenza si facesse gli affari suoi, ca con la scusa di
mettere sempre la buona, la qua presente sua signora ha preso troppo campo.
SUOCERA
(Segue Toinanà) Gran pezzo di malacondotta! Sparte, io ho pigliato campo!
I SPETTAT.
Ma insomma! Che succede?
II SPET/ce
Non so! Non capisco perché quei due tirano a litigare. Giusto qua in teatro
dico!
TOINANA'
(Comincia a scendere dal quadro o venire dal pubblico) E insiste! Ci ho detto no
e tanto basta, oh! Ma con chi mi volesse imbarcare; (al pubblico) signori mei,
con quella scimmia devo ammogliarmi? (Alla suocera) Ma perché non la va a
inchiudere alla Villa Giulia!
SUOCERA
(Si alza e segue Toinanà che cerca di raggiungere le prime file) Alla mia
figlia, alla Villa Giulia? Grandissimo avanzo di prigionìa, tieni qua! (Colpo di
borsetta).
REGISTA
Insomma cosa sta succedendo là in fondo? Volete fare un po’ di silenzio per
favore, non vedete che qui si sta cercando di lavorare!
GIOVANNI
Maestro, non pensa lei che sia il caso di chiudere il sipario!
REGISTA
Che sipario e sipario, lascia stare!
MARIA
Guardate quelli! Hanno interrotto le prove. Nessuno c'è che s'incarica di
mettere un po’ d'ordine?
TOINANA'
Sperassi in San Calogero ca questa cassapanca che havi per figlia ci deve
restare in capo la pancia per peso; e voscenza è un grandissima bandiera di
canovaccio! Prima mi dice una cosa, e poi nel mentre ne volesse un’altra.
SUOCERO
(Che aveva seguito la scena) Stai attento a come discorri colla mia mogliera,
sennoni... (agli spettatori vicini) Scusati voiavotri per il cortigghio chi ha
cominciato a fare il quantunque presente, Toinanà. (Scende e raggiunge gli
altri).
REGISTA
Ehi voi! Come avete detto? Vuole ripeterlo?
SUOCERO
Toinanà!
LAURA
Sentiteli! Maestro, non è il titolo della commedia che stiamo preparando?
REGISTA
Voi, voi, voi, come avete detto?
SUOCERO
Ma quali voi e voi! La comeddia quisto la sta facenno. Cosa di ballarici sopra
la panza! Te ne accorgessi che cosa stai comminanno?
TOINANA'
Ma parlasse come sa parlare! Le parole aceto le sta facenno addiventare! Lei
cosa di venire allo teatro eni? Vadi a faresi una passeggiata! (Ironico) Ha da
faresi vedere ca viene allo tiatro, quisto filosofo.
SUOCERO
Incollati questa boccaccia! Non te ne accorgessi quello che stai conbinanno?
I° SPETTATORE
(Quello vicino) Dico vogliamo smetterla! Se queste sono maniere! State facendoci
perdere lo spettacolo.
TOINANA'
Io sto facendoci perdere lo spittacolo? Manco dice questo (alla suocera) bello
quadro! (ai due) Andate via, sciò! sciò!
REGISTA
(Verso i tre che hanno preso posto tra il pubblico) Per favore! vi rendete conto
che state disturbando il pubblico? Cosa vi costa fare un po' di silenzio.
TOINANA'
(Al regista) Signor… como si chiama, ci lo dicisse lei (guardando la suocera)
che smammano.
SUOCERA
A mia? E che ave da dirrmi quel cristianuzzo bello, montagna di rifiuti che non
saresti altro. Io, per tua normalità, sono una perfettissima signora!
TOINANA'
(Ridendo a crepapelle) Una perfettissima signora! (ride) Ma che incocchia! Chi
ci vole fare credere a quille persone! Una signora! Voscenza signora lo dicesse
soltanto percheni lo ha ntiso dire, ma di socco significa, sicuramente non lo
immagina, grandissimo animale del bosco!
II SPET/ce
La lasci stare, su! Vi rendete conto di cosa state combinando?
TOINANA'
Io ce lo discevo a questi due 'nchiappitalà: statevi a casa che lo teatro non
eni cosa per voi, no! (ironico) Noiavotri ci abbiamo di venire pure! Si sono
lustrati, vedete? (Al suocero) Lui si è lostrato che paresse il barone dei sette
cannoli; nel qual mentre lei si è parata come quelli animali che portano alla
fiera di bestiame.
REGISTA
Signori miei! Volete smetterla di disturbare? E’ mai possibile che non ci sia
proprio nessuno, capace di mettere un po’ d'ordine in sala.
CARABINIERI
Ci siamo noi! Siamo qui signore! Noi, veramente, pensavamo, in un primo tempo,
che questi facessero parte della vostra compagnia! (Al gruppetto) Su, finitela
con questa confusione o saremo costretti ad invitarvi a seguirci!
SUOCERA
(Al carabiniere) Calasse le mani! Che per sua norma non avessi ancora ammazzato
nessuno, anche se a questo ci mangiasse la gola. Sei propria Toinanà!
TOINANA'
Ma a chi, a chi! E conducetevela via nella giungla! (Facendo il verso della
scimmia) Eh! Eh!
CARABINIERE
Adesso basta! E cerchi di smetterla lei, ha capito?
SUOCERO
(Cercando di mettere la buona parola) Sentisse, lassasse stare che ora ce ne
andassimo tutti, belli calmi calmi.
CARABINIERE
E senza perder tempo, mi raccomando, altrimenti vi portiamo via noi. (Mima le
manette).
REGISTA
(Al pubblico) Chiediamo scusa per questo piccolo incidente che s'è venuto a
creare, e, nell'augurarci che quanto avvenuto non venga più a ripetersi, adesso,
diamo inizio alla lettura del copione. Dunque, stavamo dicendo, che... Tainanà,
era...
TOINANA'
Ccillenza, lei mi fa indisponire quanno dice Tainanà. Lo nome è Toinanà, Toi!
Toi! Ha capito? Toinanà!
REGISTA
Come si permette! Ci vuole lasciare continuare? Lei ancora non si è reso conto
di quello che ha combinato: ha interrotto, e continua a farlo, le prove di
recitazione. E’ lei, mi scusi, che non sarebbe dovuto venire a teatro, non sua
suocera.
SUOCERA
(applaude il regista) Bravo! Bravo! Bravo Ccillenza! (a Toinanà) Inghiottisci,
montagna di concime!
REGISTA
Calma, calma! Stiamo comodi e buoni, buoni. Per l'ultima volta, finiamola di
disturbare; altrimenti vi faccio accompagnare fuori. (Torna la calma) Oh!
Allora...
ANGELO
Maestro, mi scusi, intanto iniziamo a leggere?
REGISTA
Ma sì, ma sì! E forse è meglio, anziché spiegare i personaggi subito, passare
direttamente alla lettura del copione.
ANGELO
E... mi scusi, la didascalia… visto che siamo alla prima prova, dobbiamo
leggerla lo stesso?
REGISTA
Sì, sì certo! Che domande! Mi raccomando forte e chiaro.
ANGELO
Qua è scritto: Tainanà, uomo di media età, veste indumenti del popolo...
TOINANA'
Senta signorinello che legge, vedesse che intanto, io mi chiamo Toinanà, e li
vestiti a me non me li ha dato nessun popolo, ha capito? Vedesse che io così
sono nasciuto, non cominciamo a ‘mbrogliare le carte.
REGISTA
(Fa cenno al carabiniere di intervenire) Prego!
CARABINIERE
Adesso basta, favorisca con me. Lei mi sta costringendo a portarla dentro, abbia
pazienza!
SUOCERA
Ohhh! Ma non facesse cerimonie, sentisse me, se lo portasse, se lo portasse!
CARABINIERE
(Tiene Toinanà che si divincola) Insomma, dico! Che dobbiamo fare?
II SPET/ce
Se questa è civiltà! Dove viviamo! (al carabiniere) E se li porti pure tutti
dentro, diamine! Se no, qui, non capiamo più niente!
TOINANA'
(Alla spettatrice) Ma chi cosa volesse capire, mi scusasse, che già quello ha
detto Tainanà e lei subitu se lo inghiotte? E sparte mi pare un poco alletterata!
REGISTA
(A Toinanà) Senta per favore, (al pubblico) scusate voi, (a Toinanà) salga sul
palcoscenico, ho da chiederle qualcosa. (al carabiniere) Lo lasci!
TOINANA'
Certo che venissi, era ora!
SUOCERA
(Mentre Toinanà raggiunge il palco, all'altro carabiniere che poi li fa passare)
Eh, no! Iu pure ci dovessi venire, (rivolta al suocero) e magari lui! Anche se
la sua parte, esserci e non esserci è la stessissima cosa.
SUOCERO
(Mentre si avvia verso il palco) Senti, cammina, dovessi incominciare con te,
pure! O qualmente ti pare che mi hanno inventato per scherzo¸ io, per esser qua
la ragione volesse dire ca c’è. Se tu invece hai più battute di me, si vede che
la cosa dovesse andare così, per ora. Manco dice che sorta di mala figura che
stassi facendo per davanti a questi signori.
SUOCERA
Nelle mani ci doveva venire a quello che mi ha messo in barca con voi; se mentre
mi avesse messo in un altra barca di nobili, a quest’ora sarebbi una regina!
TOINANA'
(Dal palco) Una regina, la lava piatti! (intanto che sale) Voscenza guardi dove
mette gli zoccoli, prima che cade e si rompe il collo. (Ironico l'accoglie sul
palco) Maestà!
SUOCERA
(Non appena mette piede sul palco) Per tua norma, devi sapere che il mio
portamento è pompa magna.
TOINANA’
Che cosa?
SUOCERA
Ma già, che ti dico magna, per te magna è mangiare, mangiare e pensare per la
ventre!
I TRE PERSONAGGI SALGONO IN SCENA
MARIA
Maestro, e questi chi sono? Si può sapere da quale continente arrivano? Usano un
linguaggio!
REGISTA
Cosa vuoi che ne sappia io! (al suocero che cerca anch'egli di salire) Senta,
non occorre che salga pure lei, già è tanto che salgono loro.
SUOCERO
(Salendo sul palco) Ma che sta dicendo! Io non potessi restare qua, mi dasse
ascolto, noi sarebbimo assieme, attaccati… giunti va!
TOINANA'
(Agli attori) Baciamo le mani! (al regista) Allora, illustrissimo cristiano, mi
dicesse. (osserva attentamente il regista) Lo sape che a guardarlo da vicino ha
una bella lontananza? (Alla suocera, dopo averla osservata) A voscenza è inutile
guardalla, perché di vicino o sottosopra eni sempre la stessa cosa.
SUOCERA
Ccillenza, ce la dia una boffa!
REGISTA
Stia zitta lei! (a Toinanà) Allora, poco fa ha finito di dire di chiamarsi
Toinanà, dunque, lei si chiama così?
TOINANA'
Mi scuserebbe, (guardandosi attorno) ma parla con me?
REGISTA
E con chi allora! Lei si chiama o non si chiama così?
TOINANA'
Che io come farebbi a chiamarmi a me che sono sempre la stessa persona, devo
guardarmi allo specchio? Forse lei penzasse che io… (facendo il segno come se
fosse pazzo) Scusasse che forse lei usa che si chiama lei stesso?
REGISTA
La smetta, e risponda semplicemente alla mia domanda, e cerchiamo di farla
finita!
TOINANA'
Me lo dicesse all’orecchio se ci sembra male, che ceni di strano se uno si
chiama o parla da solo? Il male è non avere il coraggio ammetterlo davanti a
tutti. Chi sa quante volte ci è successo di ridere mentre siamo soli, e magari
guardaresi intorno se qualche altro ci stava guardando.
REGISTA
Che sta dicendo! E poi come si permette! Insomma vuole rispondere alla mia
domanda si o no?
SUOCERA
Ccillenza ancora non ha visto il bello, pià avanti deve vedere che spicchio di
mandorla amara che è!
REGISTA
Più avanti! Più avanti dove? E di cosa parla? E non mi chiami Ccillenza! Allora,
lei diceva di chiamarsi...?
TOINANA'
E continua a mungere la pecora strippa! Ma come, lei non si chiama, e io mi devo
chiamare a qualunque costo!
ANDREA
Senta, mi scusi, sta facendo un mare di confusione. Il Maestro vuole dire, in
sostanza, qual’è il suo nome?
TOINANA'
E ci voleva tanto! Io sono Toinanà, non ce l’ho detto poco fa! Ma questo non è
il mio nome quello per vero, quello è unaltro.
LAURA
Oh, bella! E allora perché si fa chiamare cosi, se quello non è il suo vero
nome?
TOINANA'
Scaltra è lei! O pensa che avessi avuto questo piacere? (riferendosi allo
scrittore) Me lo hanno dato questo nome, e me lo devo tenere per l’eternità.
Come mi fossi persuaso mai a mettermelo io! Nella vita, cara signorinella, si sa
come si nasce, ma nessuno sa come poi cresce. Io, volendoci fare un esempio,
sono nato così… com’è ci viene da ridere, vero? Ma la mia è… una eccezione.
SUOCERA
Egli è un pezzo raro, da collezione.
TOINANA'
Certu, e voscenza lo sa, è solo che ci fa raggia ca è personaggio di secondo
piano. Voscenza, con (al suocero) quest’altro annusa cassetti, dovesse baciare
le mani a me se in questo momento vi trovate qua, vivi, a parlare, farsi
sentire, farsi conoscere… anche se per conoscere lei, mi dovesse credere, non
c’era proprio bisogno d’ispirazione. Una suocera di quelle che si chiama
suocera! Mi ha capito, o è rimasta sciroccata, sua altezza reale. (Al suocero) A
lei tocca parlare, a cosa penza? Anche se ha due sole battute...
SUOCERO
Ora, finiscila!
REGISTA
Senta se l'ho fatta salire qui è perché voglio cercare di capire. Perché, vede,
stiamo preparandoci a portare in scena una commedia tratta da un testo giusto
dal titolo Tainanà.
TOINANA'
Sentisse me, se Tainanà… come dice lei, vuol dire io, il me presente, allora
guardi ch’è scritto sbagliato, perché si dice To, no Ta, ha capito? Mentre se
poi Ta vuol dire che è tradotto in italiano, allora vuolesse dire che non mi
intrometto più.
(VOCE IN FONDO ALLA SALA)
Allora, com’è finita in chiacchiere! La vogliamo iniziare o no questa benedetta
commedia, altrimenti ce ne andiamo. E' una vergogna; ha avuto proprio ragione
quel tizio, quando disse che qui si fa teatricchio. Vedete se questo è modo di
far teatro!
REGISTA
Ha ragione; hanno ragione! (Avviandosi al proscenio) Chiediamo nuovamente scusa
a questo nobile pubblico per questo piccolo incidente. Chiediamo solo il tempo
necessario per potere chiarire alcune cose con questi signori e, non
preoccupatevi, riprendiamo subito con la lettura del testo. Sipario,
SPETTATORE IN FONDO ALLA SALA
(Il regista sta per chiudere il sipario) Eh no! (Il regista riapre lentamente
metà di sipario guardando in mezzo al pubblico quello che succede) Bisogna
prendere seri provvedimenti, si farà una raccolta di firme e la porteremo al
Comune, deve decidersi il Sindaco a cambiare questo stato di cose! Che modi sono
questi!
ALTRO SPET.
Il Sindaco! E che c'entra? Che forse è il Sindaco a decidere quale cultura
dobbiamo avere? Creiamo una commissione in grado di capire il livello culturale
del paese, e, in base a quello, decidiamo il da farsi.
SPETTATORE IN FONDO ALLA SALA
Perché non chiediamo intanto a qualcuno degli spettatori, cosa ne pensa del
teatro.
ALTRO SPE.
Io vado a chiamare il Sindaco, l'Assessore al ramo e qualche altro responsabile
dell'Amministrazione Comunale. Qualcuno deve decidersi a venire ad assistere per
rendersi conto di queste cavolate!
SPETTATORE
Vai, vai! Io continuo a sentirmi i pareri della gente.
(SI VA INTERVISTANDO IN ATTESA DELL'INIZIO DEL II ATTO)
S E C O N D O A T T O
TOINANA'
Potesse stare sicuro, Ccillenza, che non parlo più. Vorrebbi sentire che dice
questo vostro Tainanà.
REGISTA
(Alla suocera che intanto si fa trovare seduta su di un'alta seggiola) Qui voi
non potete stare, scendete.
SUOCERA
Chi, io? Scendo? Che scendo! Se questo non si muove di qua, io non vado proprio
in nessun posto! Allura, mi scusasse, lei non l'ha capito proprio; tutti e tre
siamo la stssa cosa.
SUOCERO
(Rivolgendosi alla moglie e al genero) Sentite a me, facciamo come dicesse quel
signore, scendiamo.
TOINANA'
Dove? Lo ha dimenticato? Da qui, noi, non scendiamo più! Rimaneremo in scena
fino alla fine. Ognuno deve fare la sua parte. (al suocero che tenta di andare
via) Ma che personaggio è lei! Questi signori (Indicando gli attori), se
vogliono, possono pure fare la nostra parte, ci sono abituati. L’uomo recita
tante parti, però sconosce quella che è veramente la sua parte; ma noialtri no!
Noi siamo personaggi! Compito nostro è l’onesta di fare ognuno la propria parte,
quella vera; (al regista che sta a sentire) lei non può capire.
REGISTA
Mi scusi, secondo lei, io sto recitando qualche parte?
TOINANA'
Non ora, ma domani o domani appresso, appena si ci offre l'occasione lei recita
l'altro, entra nell'altro, e non sto parlando di teatro, voscenza sa intendermi.
REGISTA
(Meravigliato) Boh! Che vuole dire?
TOINANA’
(Il regista ha cenni di incomprensione) Per carità non si allambicchi il
cervello per quello che dico: la verità fa male. Mi ascolti, l’ammetta,
l’ammetta a che le offro la possibilità di farlo! Perché il danno di voscenza
non è quello d’aver sbagliato, ma quello del mancato rossore in faccia che le
viene. Ecco! Perché insisto sul nome “Toinanà”, io, non posso apparire ciò che
non sono; io non posso… io.
REGISTA
(Agli attori) Avete sentito? Hanno inteso bene le mie orecchie? Egli dice di
“essere” quel Tainanà! (indicandolo nel libretto).
SUOCERA
(Girando su se stessa) Per carità signor registro, non ci mmettesse altri
pidocchi in testa che già il quadro è bello com’è.
TOINANA'
Guardate chi parla di quadro! (riverente) Stesse attenta a non perdere il
prospetto, (ironico) altezza reale.
ANGELO
Allora... che facciamo? Se non dobbiamo più leggere il copione e se per stasera
abbiamo finito... io vado, vado!
GLI ATTORI
Anche noi andiamo, se non si deve più continuare?
REGISTA
No, no, aspettate! Non capite? Questo... tizio, dice di essere...
TOINANA'
E torna prete e soffia! Senta signor... come si chiama, io non sono nemmeno
tizio, ma...
REGISTA
Ma tizio indica... va beh! va beh! Lasciamo stare. Lei dice, dunque, di essere
quello del copione... mi pare, o sbaglio?
TOINANA'
Sentisse, io cerco solo di prendere le difese a questo Toinanà, che sarebbe me,
perché sa, se ne dicono già tante in giro… (all'orecchio del regista) Ciuciuciù,
ciuciuciù ciuciuciù!
REGISTA
(Meravigliato, ripete il ciuciuciù) Ciuciuciù?
TAINANA’
Ciuciuciù!
REGISTA
La finisca, come si permette! A che c'era poteva anche dirlo forte!
TOINANA'
Chi, io? (guardando la suocera) Alla presenza della corte, della regina? E lei è
questo che va cercando, la signora, sentirmi dire queste cose; vastasa!!!
REGISTA
Si vergogni! (gli altri ridono)
GLI ATTORI
Vergogna!
TOINANA'
A me guardate? E a lei che dovete guardare! (alla suocera) Non si vergogna della
di lei persona?
CARABINIERE
(Dal pubblico) Mi scusi! (al regista) Senta, posso gentilmente interromperla?
TOINANA'
Perché già non m’ha interromputo così, mi scusasse?
CARABINIERE
(Al regista) Se li portassi fuori, non pensa lei che si risolverebbe la
situazione? La gente mi pare, che tra le altre cose, si sia pure stancata e se
ne stia andando via!
TOINANA'
Certo! Se tutti avessero avuto le sedie per sedersi, si sarebbero stancati di
meno, ma già, cosa ci dico! Chi sa quanti l’avranno già detto prima di me il
discorso delle sedie.
REGISTA
Su, scendete! Ora basta! Andate via!
TOINANA'
Come! Prima dice di voler sapere se sono quello del libretto, e ora mi dice
d’andar via! Senta, io ora mi siedo qui a terra, in un angolo, perché a questo
punto me la volessi sentire davvero tutta questa storia.
REGISTA
(Alla suocera) Andate via voi due!
SUOCERA
E come ce ne andiamo! Noialtri... (rivolgendosi al marito) E parla tu botta di
veleno! Sempre io devo parlare?
TOINANA'
Come vuole che parli, se non ha avuto scritte battute! (al regista) Ah, scusasse
tanto lei ... potessivo cominciare. (al suocero) Si siedesse qua! (Dopo essersi
seduti, al regista) Prego!
REGISTA
(Agli attori) Sentitemi bene, (ai tre) e voi, mi raccomando! (agli attori)
Dunque cerchiamo di leggere il testo con molta attenzione, così mi faciliterete
il compito per l'assegnazione delle parti. Intesi? (ai tre) Intesi?
ANDREA
Maestro, Inizio io! (Legge la didascalia) Tainanà… è di media età...
REGISTA
No Andrea, forse è meglio che la lettura la facciamo iniziare ad Angelo, perché
la prima battuta è di Tainanà, e non credo poi che tu possa..., beh insomma,
voglio dire che il personaggio è molto spigliato e tu, invece, avendo un
carattere piuttosto chiuso... (tronca la spiegazione).
ANDREA
Un carattere chiuso ... dice?
REGISTA
Insomma, vedi… non hai il carattere che ha Angelo! Potresti quindi non rendere
alla sua stessa maniera, su.
ANDREA
Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Il solito gioco di parole per poi ritrovarsi,
come sempre, a coprire il ruolo di secondo attore.
LAURA
Via, maestro! La faccia leggere lo stesso a lui la parte, tanto, si è solo
all'inizio.
ANGELO
Ma sì, tanto siamo alla prima lettura e poi dobbiamo ancora capire il testo; c'è
tanto tempo maestro, e può anche darsi che Andrea alla fine riesce a
sorprenderci tutti.
MARIA
Sì certo! Andrea! Andrea! Andrea!
ANDREA
(Risentito. Al regista) Forse è giusto quanto ha finito di dire lei maestro.
(Agli altri attori) Non perdiamo altro tempo, che già ne abbiamo perso
abbastanza.
REGISTA
Leggendo, più avanti, ti renderai conto che il carattere del suocero è piuttosto
chiuso e riservato, tanto che l'autore ha scritto per lui pochissime battute.
ANGELO
Allora... (legge, affrettato, la didascalia) Avevamo detto… Tainanà: di media
età, veste indumenti popolari...
TOINANA'
E... (il regista gli fa cenno di silenzio).
REGISTA
Per favore! Buoni, buoni!
ANGELO
(Riprende la lettura della didascalia)...Tainanà, solo in scena, fa avanti e
indietro borbottando: (recitando e mimando male la parte di Toinanà) le angurie,
mia carissima suocera, si comprano a prova!
TOINANA'
(Alla suocera) E questa è la prima. (Il regista lo guarda. I due si scambiano
cenni).
MARIA
Maestro, posso?
REGISTA
(Fa cenno di sì)
MARIA
(Leggendo e recitando bene sia la didascalia, che la battuta)...La suocera, alza
la sedia e gliela tira dicendo: prova questa sulle corna, grandissimo stronzo! A
mia figlia a prova! E che ti pare ch’è la cagna di zio Nicola?
LAURA
Maestro... (al cenno del regista legge) Mamà lascialo perdere che Nanuccio lo fa
apposta... (ridendo; al regista) Mi scusi maestro, ma… questo nanetto?
TOINANA'
(Risentito) Che nanetto e nanetto!
REGISTA
Allora!
TOINANA'
Allora! Come allora? Certu, a lei non ci bruciasse. A quella signorinella ci
volesse dire che nanetti non ce ne sono, e che questo… Nanuccio sono me, Toinanà;
quello è il mio restrittivo, ha capito, signorinella bella? E poi mi scusasse
ancora, ma perché non ce la facesse fare a noi questa commedia, siamo qui per
questo!
REGISTA
Cosa volete fare voi, la commedia? Ma stia zitto per favore!
TOINANA'
(Ride) Ah, io devo stare zitto? Il tempo a noi non costa niente e possiamo
aspettare; ma si ricordasse che noiavotri…
REGISTA
Ecco, visto che di tempo ne avete e potete aspettare, fatelo in silenzio, se no…
(fa l'ennesimo segno di scendere).
ANDREA
(Alza la mano) Posso? (Il regista fa segno di sì) Interviene il suocero: santo
diavolo! Ma sempre...
REGISTA
(Lo corregge) Diavolone, santo diavolone; dai su, leggi bene; andiamo avanti!
ANDREA
(Saltando le didascalie) Santo diavolone... bla! bla! bla!
REGISTA
(Non approva il modo di leggere le battute) Va beh, va beh! Andiamo avanti.
ANDREA
(Legge c.s.) Santo quello che ... eccetera, accetera, ma sempre...
MARIA
E no, scusa! (innervosita) quello che è no, eh no! Se dobbiamo leggere, dobbiamo
leggere tutto e bene!
ANDREA
Senti Maria non incominciamo! non credo proprio ci sia motivo di alterarsi
tanto, scusa, è la prima volta che lo leggo, e poi in quest'altro linguaggio! (ri
dà le giuste intonazioni schiarendosi la voce) Dunque, e speriamo di farcela:
(ripete tra se un paio di volte la battuta e poi la dice correttamente) santo
diavolone, ma sempre questo discorso dobbiamo pigliare?
Gli attori adesso leggeranno tutti correttamente
ANGELO
Ah! Perché secondo voscenza, io prima non devo vedere cio che devo pigliare?
Guardasse che io, gatti dentro il sacco non ne compro! Non devo sapere, facendo
l’esempio, se: sa cuocere? Boh! Sa far le faccende? Boh! Sa cucire? Boh! E poi
un’altra cosa importantissima, ma… di dota, sua figlia cosa porta?
MARIA
Come che porta! Ci ho fatto cosa ho potuto: il comò, il cantaràno, la
cassettiera, e tutta la biancheria che ha conservata a due paia a due paia.
SUOCERA
(Scattando e interrompendo nuovamente le prove) E no, signurina mia, e no!
Perché questo (indicando Toinanà) vero ci crede! Sono tutte cose a tre paia a
tre paia! Guardasse bene quello che c’è scritto perché ancora manca il lume di
rame, ricordo della buon’anima di mia nonna. Poi c’è la cassapanca…
MARIA
La cassa… che?
SUOCERA
La cassapanca! Mi scusasse, perché lei come la chiama?
REGISTA
(Alla suocera) Senta signora, lasci stare il lume e la cassa... qui (sventolando
il libretto) nel copione non vi è annotato nient'altro, quindi...
SUOCERA
Ma quali quinti e sesti, s'hanno di trovare queste cose, legga legga bene;
(piagnucolosa) perché sono il ricordo della buon’anima.
REGISTA
Guardate un po’! Anche il dramma ora!
SUOCERA
Vedesse che se non si trovano queste cose, la signorina è inutile che continua
ad andare avanti.
REGISTA
(Sfogliandogli davanti il libretto) Senta qui non trovo scritti nè il lume e nè
la cassaforte… cassa panca volevo dire! Come vuole che glielo spieghi, se non ci
sono, non ci sono, no!
SUOCERA
Non può essere che se li hanno dimenticato a scriverli! Guardasse, guardasse
bene, mi dasse ascolto.
REGISTA
E anche se così fosse, cosa vuole che cambi se mancano il lume e la cassapanca?
TOINANA'
(Al regista) Sentisse, se volesse andare avanti, deve decidere: o l’uovo, o la
gallina, perché qua, con questa lei introzzerà (scontrerà) spesso. (Il regista
mostra di non capire) 'Ntrunzerà! 'Ntronzare, va, lo stesso è!
SUOCERA
A la facciazza di don Nunzio! Sentitelo questo allocco! Nun ti ricordi, quando
dentro casa mia s’è dovuto pegnorare pure il vaso da notte, e tu hai detto:
(quasi piangendo) mamà, non ce li facesse prendere per nulla cosa al mondo il
lume e la cassapanca, perché mi piacciono tanto. (Riprendendosi) Ora che fai, lo
hai scordato?
TOINANA'
Non ci facesse caso, la di questa, parla del tempo che fu, di quando le cimici
si vendevano a tumulo, e le formiche si tiravan su le brache con le carrucole;
allora, allora, voscenza! Cosa ci in crocchia ora al signor registro!
REGISTA
Che registro! Regista.
SUOCERA
Al signor registro, per tua norma, io ci ricordassi che sino che manca il lume è
un conto, ma… la cassapanca non può mancare.
TOINANA'
E perché?
REGISTA
Perchè?
SUOCERA
Perché salta la parte della rubatìna, e tu lo sai meglio di me, ladro!
REGISTA
(Agli attori) Che cosa! La rubatina? Quale rubatina?
ANDREA
Cosa c'entra ora il furto!
SUOCERA
Vede! E’ inutile: la campana che non sente a prima voce, è segno che il discorso
non le piace.
TOINANA'
Cosa volesse chene sappia il signor registro dei soldi e della cassapanca!
SUOCERA
Allora salta pure la parte dei carabinieri!
REGISTA
Per favore signora sia chiara, perché qui non ci si raccapezza più.
SUOCERA
Sentissi, se lei… lasciamo perdere il lume, ma se non trova la cassapanca, come
fa a fare la parte della rubatina? Che dopo scopersimo con mia figlia chi erano
i ladri; mio marito (il marito si gira e abbassa lo sguaro) con la complicità di
questo lurido scroccone, che con i miei risparmi se ne andavano all’osteria a
berseli tutti con gli amici. Cosa ne sapesse voscenza! Hanno avuto pure il
coraggio di far venire in casa i carabinieri quando mi sono accorgiuta che
mancavano i soldi. Quale ladro dovevano trovare i carabinieri, se i ladri li
avevo in casa!
TOINANA’
(Al suocero) Ch’è, non parla lei, ah! Con la scusa che le han dato poche
battute, la terra dalla fossa devo uscirla da me! (Alla suocera) Sa cosa mi
diceva, (alludendo alsuocero) “poche battute”: “chi ha un’occasione e non sene
serve (il suocero abbassa ancora lo sguardo) / non c’è confessore che l’assolve.
Questo mi diceva, e così, ogni tanto, infilavamo la mano (facendo il verso di
rubare) dentro la cassapanca è andavamo in osteria a bere e mangiare con gli
amici alla facciazza sua!
SUOCERA
Di quella brutta zoccolona di tua sorella! E quelle bevute che vi siete fatte
alle mie spalle, speriamo in san Calogero, dovrebbero seccarvi per sempre la
lingua.
LAURA
Maestro, maestro, E’ vero! E' qui, a pagina ventuno! terzo rigo, la didascalia
dice: (fan finta di leggere mentre i carabinieri rovistano).
CARABINIERI
(Salgono i carabinieri e rovistano sulla scena. Non trovando nulla se ne vanno)
Sì è tutto come nel copione, tutto in ordine!
LAURA
Entrano i carabinieri e controllano attentamente tutta la cassapanca, ma trovano
tutto in ordine. Ah, ma allora, non mentono, non stanno farneticando, il testo
lo conoscono!
TOINANA'
Sentisse me, (al regista) cambiasse il titolo, ci mettesse: Toinanà.
SUOCERA
(Approvando) Certo, Toinanà!
SUOCERO
(Avvicinandosi dal regista) Che significa Tainanà mi scuserebbe!
REGISTA
(Preso alla sprovvista cerca di dare una improvvisata spiegazione) Credo il nome
di quella persona, che, per le sue stranezze e il suo modo di vivere, ha
suscitato nell'autore quell'interesse e quella ispirazione, che gli ha concesso
alla fine la stesura del testo. Questo! (Mostrando il libretto)
TOINANA'
Che significasse noi tre: Rullo di tamburo; (facendo il verso del tamburo)
signori... i personaggi: Gaspare, (poi al suocero) Baldassarre, (alla suocera) e
labbro molle.
REGISTA
Allora… lei ha ancora voglia di scherzare, vedo! Intanto il testo dice "Tainanà",
e in quanto ai personaggi del copione ne ha... (controllando il libretto)
dunque... uno, due, tre, quattro sarebbero i protagonisti; mentre le...
TOINANA'
E quattro saressero! Il quarto..., anzi la quarta, sarebbe la mia ex futura
consorte, (verso la suocera) lei dice, ma non ciriesce. Essa, non ha potuto
essere qui medesima, perché… dice sempre la medesima: che apparire in mezzo alle
persone si vergogna, si afflige! Ha capito quale occasione me ne avesse dovuto
venire, come qualmente me l’avesse sposata? E così non si è muovuta di casa. Si
è seduta, tutta bella parata, col cappellino in testa, sui gradini che portano
al piano di sopra, col velo che le copre la faccia se eventualmente dovesse
venire qualcuno. Non so se lei lo avesse già capito che ella, la qualmente va!
quando c’è, c’è solo per fare ombra!
SUOCERA
Ma cosa credi che il signor registro è un pappamosche? Perché non li narri per
il verso giusto le cose?
SUOCERO
(Al regista) Lei ci deve scusarci, ma la colpa del traccheggio (il regista non
capisce), lo traccheggio inzomma, come dice lei, che si sta combinando, non è di
lor due medesimi, ma di chi li ha inventati così: nudi e crudi… (il regista è
sbalordito) Non capisce?
REGISTA
Io ho solo capito che a voi piace esibirvi e per farlo non badate a spese.
SUOCERA
Sentissi, lei si sta prendendosi di certo una cantonata addosso. Noiaotri,
vorebbi dire io con questi due cosi, per disgrazia, appartenenti a me, non
avessimo pròprio questo bisogno di farecci guardare. Siamo qua, se lei ancora
non l’avesse capito, perché lo volessimo aiutare. Noiavotri, già, se lei lo
volesse sapere, fossimo stanchi d’apettare, ha capito?
REGISTA
Io... che cosa?
ANDREA
Maestro! La faccia provare a loro la commedia. Si, il quarto personaggio… la
fidanzata, che poi non è sicuro se compare in scena, o no, eventualmente la
prova Laura; noi, se i colleghi (agli attori) sono d'accordo, proveremo le
comparse. Io, se stavolta non le dispiace..., vorrei togliermi lo sfizio di fare
il Sindaco!
REGISTA
Il Sindaco! Quale Sindaco?
LAURA
Mi scusi maestro, ma..., il copione nemmeno lei lo conosce bene! Qua dice,
(indicando il libretto) a pagina..., dunque... pagina venticinque: entra il
Sindaco seguito dalla Giunta e da alcuni consiglieri...
REGISTA
(Mentre gli altri guardano il libretto. fra se) Ah, ecco qui!, il Sindaco... con
tutti... (agli attori) e, scusate, dove andiamo a prenderli tutti questi
personaggi?
TOINANA'
(A tutti) Sono venti, ma venti che dovessero sapere recitare, se no voscenza (al
regista) non avesse fatto niente... mi scusasse... si scopre subito lo
imbroglio! Perché una cosa è come qualmente fare provare la parte di un
personaggio, mentre unaltra è quella di fare provare un consigliere o assessore;
nel mentre che per il sindaco, no! Il sindaco.. è facile! Il personaggio è di
facile adattamento, nun ci vuole un carattere forte, perché c'è quando dovesse
dire si e c’è nel mentre quando… a malincuore, deve dire no! Due battute: si,
no.
ANDREA
(Provando alcune intonazioni da sindaco) Si, no, no, si, si, si, no. Io sono
capace anche di dire sni!
REGISTA
Mi scusi, che significa?
ANDREA
Ne si e ne no! Ma sì, ma sì! Io Sono sicuro di saperlo fare! Per favore, mi
lasci provare.
MARIA
(Indicando il libretto) E Tutti questi personaggi? dove li troviamo gli attori?
REGISTA
Quali personaggi, quali attori; li faremo vivere nella fantastica immaginazione
della gente, basta creare loro le giuste situazioni e... oph! Eccoti i
personaggi! Faremo finalmente scegliere dalla gente stessa gli amministratori
più vicini al loro gusto.
TOINANA'
Questa è dimocrazia! Bravo ccillenza!
REGISTA
Ma quale eccellenza! Finiamola! Eccellente, semmai, è stata solo la trovata. (Ai
tre) A voi sta bene dunque, visto che i ragazzi provano il ruolo delle comparse,
interpretare la parte dei protagonisti? (Agli attori) Beh, che ve ne pare?
ANDREA
Sì, sì certo!
(Ci si scambiano i ruoli. A questo punto senza mai dare inizio alle prove i tre
si beffeggiano)
TOINANA'
(Alla suocera) E’ andata a finire che, qualmente, è riuscitaa farsi conoscere di
persona.
SUOCERA
Preparati! Perché ora passiamo alle fatti, e la gente che ti conosceva nel
libro, ora ti conoscesse di presenza, e non mancasse a me di farecci sentire
pure lo scricchiolìo della seggiola che devo romperti sulle corna, gran pezzo di
Toinanà!
TOINANA'
Non ho mai avuto paura di coloro che facessero ginnastica con la lingua,
figurarsi di una come a voscenza che la ginnastica vera la sapesse fare solo
nella foresta, saltando da una liana a l’altra. (facendo il verso della
scimmia).
SUOCERA
A sì! E allora ncominciati a prendere questa (con la borsetta) sulle corna, gran
mammalucco che non sei altro! (e lo insegue).
SUOCERO
(Portandosi le mani tra i capelli) Misericordia, gridarono i grilli quando si
son bruciate le frascume.
SPETTATORE
(Si sta per chiudere il sipario...) A dirè la verità non ci ho capito niente!
Quel tipo, quello ch’è salito sul palco con gli altri due, chi è?
II SPETTAT.
E lo vieni a chiedere a me! Bisognerebbe chiederlo a quel tipo li sopra che
insiste nel volere iniziare la commedia e poi, non ho capito bene perché, si
perde in discussioni con tutti gli altri; ma questi come mai sono saliti li
sopra interrompendo lo spettacolo? Io ho girato il mondo e le devo dire che sono
cose che accadono solo nel nostro paese! E poi ci vengono a dire di "avvicinarsi
al teatro", ma come si fa!
SPETTATORE
Certo, che questi lo fanno solo per i soldi il teatro; e poi..., pretendono
anche i contributi! Ma per farne cosa! Dov'è il teatro, scusi, dov'è? Ha ragione
l'assessore della commissione al Comune che contributi non gliene vuole dare più
a queste associazioni. Un hobby dice, e noi non possiamo pagare gli hobby!, a
momenti va a finire, che dovremmo finanziare anche quelli che vanno la Domenica
a pescare! Che lo facciano da se il teatro, se lo vogliono!
II SPETTAT.
Ci lasciassero capire qualcosa, almeno! Lei, sì, sì (ad un terzo spettatore)
lei! Mi scusi, che ha capito? Cosa si aspetta ancora di vedere, non pensa che
abbiano finito? Lei dice no? E cosa s'aspetta ancora? Va beh! Staremo a
vedere...
III SPETTATORE
Non ho capito niente, ma è profondo! (Gli attori fanno un applauso mentre il
regista chiude il sipario).
F I N E S E C O N D O A T T O
T E R Z O A T T O
TOINANA'
(Solo in scena fa avanti e indietro accingendosi a recitare la sua parte) Le
angurie, mia cara, anzi, mia carissima suocera, e tricheco delle paludi
africane, si comprano a prova!
SUOCERA
(Entrando) Come, come come come come?!
TOINANA'
Sissignora…, dicamo… signora! Cosa crede che come arrivo, e senza guardarla, la
sposo?
SUOCERA
(Gli tira la borsetta addosso) Per intanto prenditi questa addosso… a prova,
gran cane di mandria! A mia figlia a prova! Cosa credi che fosse la cagna di zio
Bartolo?
REGISTA
Laura, tocca a te nella parte della figlia
LAURA
(Entra, facendo la parte della figlia, e si trattiene dal ridere) Mamma,
lascialo perdere, che Nanu... (ride) lo facesse appos... (ride da non potere
proseguire, interviene il regista).
REGISTA
E allora... ci risiamo... come è finita?
LAURA
Mi scusi tanto maestro, ma, vede… è questo...” Toi...nanuccio" che... (continua
a ridere) mi fa ridere.
TOINANA'
Mi scusassi, ma, chi havi di ridiri a signurina? Ha veduto il sacco colli pupi?
REGISTA
Giusto, ha detto bene!
LAURA
Non so cosa mi è preso, vi prego di scusarmi, cercherò di stare più attenta. (al
regista) Ma un suggeritore, dico, non possiamo prenderlo? Come faccio a
ricordarmi le battute lette poco prima, dietro le quinte. Non pretenderete mica
che reciti già la parte a memoria!
REGISTA
(Chiama Angelo come suggeritore) Angelo! Angelo!
ANGELO
(Entrando) Sì, maestro!
REGISTA
Senti, mettiti a suggerire tu intanto.
ANGELO
Da dove devo iniziare?
LAURA
Da dove entro io!
(Angelo occupa il posto di suggeritore)
REGISTA
(Alla suocera) Prego, le dia la battuta finale! (esce)
SUOCERA
A mia figlia a prova! Cosa credi che fosse la cagna di zio Bartolo?
ANGELO E LAURA
(Laura rifà l'ingresso; Angelo suggerisce) Mamma... (ride trattenendosi)
...lascialo perdere, che Nanuccio lo fa apposta, per farti arrabbiare.
(Entra il suocero e si piazza in mezzo la scena)
SUOCERO
(Al regista che intanto lo ha seguito incuriosito) Lei ha da scusarmi, ma a
questi loro discorsi, io ho da essere presente; lei mi ha detto che io starebbe
fuori…
REGISTA
Certo che deve stare fuori! Entrerà non appena sua figlia… cioè Laura, inizia la
sua battuta.
SUOCERO
Mai Maria! Sbaglio ci fosse! Io, per sua normalità, devo assistere allo batti
becco (indicandoli) del cane e gatto; non posso mancare, perché vedesse, quando
fu a suo tempo, io ero presente.
SUOCERA
Senti, sarebbe meglio che tu non aprisse per nulla bocca, ti faccio vedere io se
sono gatta!
REGISTA
(Ai due) Per favore finitela! (al suocero) Esca e rifaccia bene l'ingresso!
SUOCERO
E parlate voialtri! Ce lo volessivo dire al registro, ‘nvece di accapigliarevi,
che siamo stati sempre insieme.
TOINANA'
Certo ch’è stato sempre con noi! E’ solamente che, parlando poco, non si nota;
ma la sua presenza è importante, per qualmente… stando presente, sentirebbe i
discorsi e potesse rispondere a tono in base allo raggionamneto che si va
facendo; avesse saputo intendermi?
REGISTA
(Guardando il libretto) Sì, sì, ha ragione; la didascalia del copione, infatti,
riporta che è presente. Continuiamo... continuiate.
SUOCERO
(Richiama il regista che sta per uscire) Sentisse a me, lei, se volesse fare una
cosa, dovesse correggere solo alla signorina, a noiavotri non ci pensasse
proprio!
REGISTA
Ah, vuol pure insegnarmi il mestiere adesso! Io sono il regista, io ho l'arte di
disporre, in scena s'intende, ognuno al suo posto, mi lasci fare quindi il mio
lavoro e si stia zitto, oh! (Esce e dato che i tre non iniziano, urla da fuori)
Allora... volete continuare o no?
SUOCERO
E va bene, va bene! Non si arrabbiasse! Dunque, io avessi stato qua con
voiavotri. Lei signorina diceva... mamma lascialo perdere, che Nanuccio lo fa
apposta, per farti arrabbiare. E nel qual mentre io dico: santo diavolone!
Sempre questi discorsi dovessimo fare!
TOINANA'
Ah, perché secondo lei non dovrebbi vedere, la merce che dovessi pigliaremi,
prima?
REGISTA
(Venendo da fuori) Senti, senti! Il tono... il timbro di voce...! Credimi sono
impeccabili, ma..., la grammatica, si, la grammatica, dov’e?
SUOCERA
(Al regista) La che cosa?
REGISTA
La grammatica, la lingua italiana, la dizione teatrale! Sarebbe stato meglio,
avesse detto: secondo lei, prima, non devo vedere la merce che ho da pigliare?
TOINANA'
Collo suo modo di dire, forse, cioeni di quelli che la cosa non ce ne fotte
niente. Ma a me che la cosa mi abbrucia, mi urgi, non tanto lo mosaico di la
grammatica come dicesse lei, ma lo sapere subito quello che di più mi interessa
di dire.
REGISTA
E la cultura allora? Dove la mettiamo la cultura? Lei forse non lo sa, ma il
teatro è cultura.
ANDREA
Giusto!
TUTTI
Giusto, cultura!
TOINANA'
Cullittura? Ma quale cullittura! Cari signori, sentissero, noi popolani, fossimo
come la gente di la pleba, (il regista non comprende) di la pleba va! Che non
avessimo la stessa maniera di parlare, di pensare. Per esempio, noiavotri,
quando dovessimo fare un discorso di gente più stroita, come dire… in ‘ntaliano,
andiamo prendendo due parole da una parte, due da unavotra parte, e costruiamo
un discorso fatto piùne… diciamo di… monosillabbe… ha capito?
REGISTA
Monochè?
TOINANA'
Ce lo faccio capire meglio. Mettiamo come quando si deve lavorare un pezzo di
terra, lei che fa?
REGISTA
Che faccio? Che ne sò! Lavoro mica la terra io?
TOINANA'
Male! Per primissima cosa scioglie il muolo dalla stalla, poi prende gli
armamenti e lo imbraca... (il regista si volta verso gli attori meravigliato)
Inbracare, no! Imbraca l’animale col pettorale e il sottopancia e lo aggancia
all’aratro…, non si scordi di metterci il saccoccio con la biada legato al
collo; poi che fa, tira le redini e subito comincia a vedere il colore e la
bellezza del terrno arato.
REGISTA
Mi scusi che c'entra adesso l'imbragare con la cultura e il bel discorso?
TOINANA'
C'entra, c'entra! Perché il popolare qui presente, accanto a sua ccillenza, per
fare un bel discorso, che per me è come arare la terra, deve prendere tutti
questi armamenti per coltivare un un discorso di monosillabe.
REGISTA
Ma basta solo istruirsi! Leggere, confrontarsi.
TOINANA'
E ci torna prete e soffio! Lo confronto, come dicesse lei, sono i danari! I
danari sono. Cosa ne sa voscenza. Un giorno di un’altra storia, mi ebbi trovato
a fare un viaggio col treno in cerca di lavoro; nel mentre che ero seduto nel
vagone a parlare con un signore, mi sono sentito dire dallo spizzica biglietto…
il bigliettaio insomma: “lei qui non può stare, è in prima! Lei vada!” Sì, vada
mi pare che avessi sentito, (agli altri due) dico giusto?
REGISTA
Sì, certo, vada, vada.
TOINANA'
Allora io, nel qual mentre…, che figuraccia, avesse da credermi! Raccolgo tutte
quelle barattelle, saluto quella persona con la quale parlavo, e vado. Ma,
appena arrivo in seconda classe… nessuno, non c’era anima viva, solo, mi son
guardato allo specchio e mi sono confrontato col me presente; mi sono detto:
“c'è forse la vita di prima classe e quella di seconda classe?” Manco ho avuto
più l’occasione di finire lo raggionamento con quella persona. Ora lei che pensa
che se io avrebbi avuto i soldi mi muovevo di la? No! Avrebbi continuato a
parlare tranquillo, confrontandomi con quel signore!
REGISTA
Seguito a non capire che c'entra tutto questo!
TOINANA
(Sentenziando) Se le cose del popolo, voscenza non conosce, / parlare è tempo
perso, son cose che non capisce. Ma ritorniamo a noi, stavamo dicendo…
dov’eravamo giunti?
SUOCERA
(Ironica) Alla stazione! In prima classe, il nobile! Nel carro bestiame ti
facessi viaggiare! Stavi dicendo che volevi sapere se la mia figliola sapesse
cuocere, saprebbe lavare, avesse saputo…
REGISTA
(Uscendo) Su, via, continuiamo e cerchiamo di non interrompere più.
TOINANA'
(Riprendono) Ah, ...vorrebbi sapere poi della dote, che ci fa?
SUOCERA
Che ci faccio? Ci faccio quello che ci posso fare! Un cantarano, un bellissimo
lume di rame, una cassapanca con la biancheria conservata a tre paia a tre paia;
poi c’è…
REGISTA
(Da fuori) E come la mettiamo con il copione, che quì c'è scritto, a due paia a
due paia!
SUOCERA
(Al regista) Ma cosa vuole che devo dirci! (Ai due) Bah! mi ha ‘nterrotto nel
meglio del discorso! Era come se avrebbi avuto le cose per davanti a me. (Al
regista) Lasciasse stare, mi daresse ascolto a me, e lasciasse perdere quello
che c’è scritto nel libretto. Nella mente di chi allora scriveva i fatti, si
vede che la sua mano, senza manco fallo apposta, scrisse a due paia a due paia!
E la mano ha pure abbondato, perché io, se proprio lo volesse sapere, per come
ce l’ho qui (indicando la pancia), non gli darebbi nemmeno uno spicchio d’aglio,
proprio niente; ma, siccome non sono io a decidere, dovrebbi per forza dire
così.
SUCERO
Quanto la state tirando a lungo!
MARIA
(Da fuori scena) E allora! O si va avanti con questo copione o ce ne andiamo!
Che dobbiamo fare?
REGISTA
(Entra solo) Hanno ragione, silenzio per favore! (a Toinanà) Tocca a lei.
TOINANA'
A me? Veramenti, ora, tocca al sindaco e ai consiglieri.
REGISTA
Ma quale Sindaco e consiglieri! Un'attimo... non trovo più la pagina...
MARIA
(Da dietro le quinte) A pagina venticinque, ricorda maestro! Entra il Sindaco
seguito dalla Giunta e da alcuni consiglieri.
REGISTA
Ah, si, ecco! Dunque, pagina venticinque, qua c'è scritto nella didascalia...
dunque... (esterefatto) Entra il Sindaco…
(Entra il Sindaco con alcuni consiglieri inneggiando: cultura)
CONSIGLIERI E SINDACO
Vogliamo cultura! Vogliamo cultura! Cultura volendo, volendo cultura! Cultura
vogliamo! Vogliamo cultura!
REGISTA
(Andando loro incontro) Eih, voi! Un attimo, dove andate?
CONSIGLIERE
(Parla, dal fondo sala, come se si trattasse di un discorso elettorale, mentre
il sindaco intercala a sua volta alcuni si e no) Noi, siamo venuti, perchè,
chiamati, da alcune persone, che hanno lasciato, in gran fretta, la sala.
SINDACO
No, no, si, si, no, no
CONSIGLIERE
Ci hanno riferito, che voi, state facendo, cose, che quì non potete fare!
SINDACO
(Andando avanti) Carabinieri! Bloccate l'uscita agli attori.
(I carabinieri salgono e bloccano gli ingressi alle quinte)
TOINANA'
(Al regista) Ce l’avevo detto, io! E questa è la botta mastra!
REGISTA
La botta a che?..
SINDACO
(Andando verso il palcoscenico) Per prima cosa, i lor signori, favoriscano tutti
i documenti che vi autorizzerebbero alla rappresentazione dello spettacolo. (Al
seguito) E d'ora in poi voglio sapere chi ha e chi non ha le carte in regola di
agibilità per fare teatro. (Ai consiglieri) Domani a questi prepariamo una di
quelle belle delibere che non se la scordano. (Ai consiglieri) Che ne dite?
(preoccupato) Pensate che questa mia decisione trovi consenso, un domani, tra la
massa degli elettori ?
CONSIGLIERI
Sì, signor sindaco, certo! Nel libretto, alla fine, è scritto: il pubblico
approva e saluta il sindaco con un lunghissimo applauso di ovazione.
SINDACO
Meno male!
REGISTA
Allora è proprio la serata! Scusi, di che carte e documenti sta parlando! Io,
per sua norma e regola sono il regista..., ma in fondo cosa sto a dirle chi sono
io, se mi avesse riconosciuto non me lo avrebbe certo chiesto. Eppure, si
ricordi… (alla giunta) anche voi, che io sono molto conosciuto nel mondo del
teatro.
ANDREA
(Entra in scena, seguito dagli attori) Che succede maestro? (Entrano gli
attori).
SINDACO
E questi altri chi sono?
REGISTA
Tanto per non fare poi dire di lei che di teatro non ne capisce niente, venga,
glieli presento subito, (il sindaco e il consigliere salgono sul palco) questi,
sono i miei attori. (Il sindaco e il consigliere fanno un applauso).
SINDACO
(Rivolgendosi ai tre) E allora questi chi sono?
REGISTA
I personaggi.
SUOCERO
(Al sindaco, e agli altri che non hanno applaudito) E a noiavotri… niente?
(Applaudono anche loro). Ora dovete scusarci (al regista), è arrivata l’ora che
dovessimo andare, il nostro lavoro è bello e finito.
SUOCERA
Ma di dove li prendi dal sacco certi discorsi? (Va verso il sindaco) Ogni tanto
pure lui parla… e tira numeri.
TOINANA'
(Al sindaco) Ora, si sente a disaggio la signora, come la figlia del resto. (Al
suocero) Ecco, perché avrebbe preferito restare in casa! (Alla suocera) Voscenza
sapeva della venuta del sindaco... (esprimendosi verso il sindaco) figghia di
zoccola! E io...
SINDACO
Che maniere! Ma cos'è questo linguaggio! Dico! Alla mia presenza, in un teatro!
CONSIGLIERI
Giusto signor sindaco! Cos' è questo linguaggio!
REGISTA
Intanto volete dirci, perchè siete venuti e ci avete fatto interrompere la
commedia?
SINDACO
La commedia... Non ditemi che stavate recitando? Se non sbaglio sul
palcoscenico, quando siamo arrivati, non c'erano i vostri attori, ma questi tre,
diciamo… signori.
REGISTA
Oh bella! questa sì che è buona. (Agli attori) Voi che ne dite, rispondete voi,
stavamo recitando o no?
LAURA
Io dico solo... che stavamo... forse... finendo di recitare... Andrea, parla tu.
ANDREA
(Al sindaco) Per favore, lasciateci finire di leggere il copione, sono rimaste
solo poche battute!
TOINANA'
(Intromettendosi nella conversazione. Agli attori) Sentissivo! Noialtri
cominciamo col fare strada; se volessivo; potete venire con noi (al sindaco)
sino a dove arriva il libretto… scritto, s’intende. (scendono lentamente seguiti
dagli attori).
REGISTA
Dico, (al sindaco) vede anche lei, le sembra mai possibile? (agli attori che poi
tornano indietro) Aspettate, dove andate? (ai tre) Tornate qui voi!
TOINANA'
Mi dispiace signor registro, noi non possiamo rimanere, mi credesse, e guardasse
bene il libretto. (Tornado verso il sindaco) E' qui che noi usciamo di scena.
(Ritorna dagli altri).
SINDACO
(I tre sono lontani, gli attori comininciano a prepararsi per uscire dal teatro)
Allora avevate finito? Carabinieri mettete i sigilli! (I carabinieri mettono
scotch dappertutto) Ma chi erano quelli? Che volevano? Che ci facevano quì?
REGISTA
(Si prepara anche lui per andare via) A dir la verità non ci sto capendo più
nulla, ma sicuramente, quella, è della gente alla quale deve piacere molto il
teatro.
SINDACO
Senta, mi scusi se insisto: perchè, voi, quì, fino adesso, che avete fatto?
REGISTA E ATTORI
...Una commedia. La commedia dell’arte!
SINDACO
Che mi pare di avere capito, era già finita… quando siamo arrivati noi!
REGISTA
A dir la verità ancora no.
GLI ATTORI
Eh già! Ancora no.
SINDACO
E allora perchè non state recitando? Il pubblico non è ancora forse in sala? E
gli attori non ci siete tutti?
REGISTA
Lei forse non se n’è ancora reso conto ma..., noi, davanti a questo pubblico,
stiamo facendo teatro! Perchè, quando a qualcuno gli si da l'occasioni, vive la
vita dell’altro, recita la parte dell’altro...
SINDACO
(Al consigliere) Lei sta forse vedendomi recitare la parte di un altro?
CONSIGLIERI
Mi pare proprio di no, Certo che no! No di certo! Certo che no!
TAINANA'
(Mentre attraversa il pubblico) E a quella dota, può darci fuoco, e sua figlia
si potesse fare monaca! Anzi, visto che delle persone si affligge, la facesse
fare monaca di clausura!
SUOCERA
Gran pezzo di porco e crasto che non sei altro! Ma di quale convento sei
sbarcato fuori: di Mazzarino? Monacando di crastura! Tieni (gli da un colpo di
borsetta), prenditi questa sulle corna! Toinanà, grandissimo figlio di puttana!
SUOCERO
(Al pubblico) Scusate, ce ne stiamo andando. E’ questi, come il gioco…
d’artificio, sono i mortaretti finali, le ultime battute (vanno via).
SINDACO
(Ai consiglieri) Ma, non se n'erano andati? (Ai tre) Che significa ancora questa
vergogna?
REGISTA
(Guardando in fondo, dispiaciuto e scandendo le parole) Sono - andati - via.
SINDACO
L'ultima battuta. Questi signori, dunque, hanno recitato pure?
REGISTA
Certamente!
SINDACO
Ma finiamola, con quel..., diciamo con quel...
REGISTA
Dica, dica pure! Lei vorrà sicuramente riferirsi a quel linguaggio volgare,
fatto di... monosillabe?
SINDACO
Per l’appunto!
REGISTA
E' il linguaggio dei personaggi della commedia, senza di cui la trama non
avrebbe avuto logica. Pensi... il testo che parla!
SINDACO
Come? E’ inaudito, un'indecenza, è una vergogna!
REGISTA
Una vergogna lei dice! E' la realtà della commedia la vera vergogna! L'autore ha
solo portato in scena e fatta conoscere a tutti noi la triste verità della
"commedia" della vita! Lei, mi scusi, ama forse vivere questa "realtà"?
SINDACO
Certamente no!
REGISTA
E allora! Mi stia a sentire, non si adiri per nulla! Mi dia ascolto, provi a
cambiare "questa" realtà! L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. (Come è
scritto sul frontespizio del Teatro Massimo di Palermo) -Vano delle scene è il
diletto ove non miri a preparar l’avvenire. (Agli attori) E voi! Cosa aspettate?
Sù ch'è tardi, andiamo.
LAURA
Infine, maestro, s'è capito qual'era il vero nome, Toinanà o Tainanà?
(gli attori escono attraversando il pubblico)
ANDREA
La cassapanca, ilcantarano. (Il regista e gli attori ridono) Ah, ah, ah! Vi era
anche la dote!
LAURA
E che suocera. Pigliati questa, pezzo di mammalucco!
MARIA
Non ho capito, maestro, perchè il suocero parlava poco, forse era timido?
REGISTA
Chissà, forse l'autore ha cercato di creare, con quel silenzio del suocero,
l'attimo di riflessione sul teatro, sul testo, oppure... la catassi. Beh!
Problemi loro, andiamo, su!. (Si avviano per uscire).
ANDREA
Problemi nostri, maestro, saranno invece quelli che ci ritroveremo davanti
tornando di nuovo in quel localino, angusto e senza servizi, a cercare di
preparare un nuovo lavoro. Il sindaco da domani proibirà pure di recitare,
chissà se non sia il caso di dirlo veramente noi: vergogna!!!
REGISTA
(Il regista invità ad intonare in vari modi la parola vergogna) Bravo! Perchè
non la grammatichiamo?
ATTORI
Si, si maestro! Vergogna! Vergogna! Vergogna! (escono).
BANDITORE
(Con un tamburo a tracolla, entrerà da in fondo la sala; ogni tanto, mentre
bandizza, fa un rullo di tamburo). Udite, udite! Per volontà del sindaco e di
tutta la giunta comunale: da domani saranno approvate tutte le rappresentazioni
di teatro, perché il sindaco i soldi ce l’ha, la giunta i soldi ce l’ha, mentre
i consiglieri ce li hanno pure loro! Questo avevo da dirvi e questo vi ho detto!
ATTORI
(Tutti sul proscenio si guardano meravigliati) Non è vero! Quando mai! Ma che
dice? Non è vero!
BANDITORE :
Se non è vero potrebbe esser vero!
ATTORI
Se non è vero potrebbe esser vero! L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita.
Vano delle scene è il diletto ove non miri a preparar l’avvenire.
BANDITORE
(Riesce) Udite gente, udite! Per volontà del sindaco...
Fine