Cappuccetto è nel bosco

di

Damiano Landriccia


PERSONAGGI:
1. Cappuccetto (Adele)
2. attore vestito da albero
3. nonna
4. garzone (Gastolfo)
5. lupo (cacciatore cattivo così chiamato che gira con addosso una pelliccia di lupo)
6. uomo- cacciatore (cacciatore maturo con pelliccia di animale sulle spalle)

il sipario si apre: un bosco dipinto, qualche alberello di cartone e solo la luce di un faro che ha la forma di una grande luna piena. Cappuccetto è vestita moderna: gonna rossa, anfibi neri, maglione nero a collo alto con una mantellina rossa in spalla. Arriva in scena dal lato destro (il lato è del pubblico che guarda) e si ferma verso un punto del palco guardando la luna. Un attore tra gli alberi finti e’ vestito da albero. Cappuccetto si muove per il palco fermandosi dinanzi all’attore vestito da albero. Tira fuori dalla tasca della mantella un coltellino affilato per incidere la corteccia dell’albero. 
Pronuncia ciò che incide. E incide: Cappuccetto vuole fare sesso col garzone. 
Poi ci ripensa infilandoci accanto un cuoricino per salvare la faccia. Si allontana e continua a gironzolare.

La vociona dell’albero la riprende:
- Sei contenta del tuo gesto? Credi che qualcuno ti assolverà classificandola “Opera di ingegno”?

Cappuccetto si guarda attorno esclamando spaventata.
- Chi cacchio sei?

L’albero
- Mi hai appena inciso sgualdrinella!

Cappuccetto gira attorno l’albero e dice:
- Sei il garzone? Mi hai seguita! Vieni fuori.

L’albero
- Sono solo un albero!

Cappuccetto
- Ed io sono un fiore! Vieni fuori.

Continua a cercare ovunque con gli occhi tra il buio e la luna.

L’albero
- Non si direbbe!

Cappuccetto
- Che fai offendi? Garzone! Ed io che pensavo di fidanzarmi con te e di…

L’albero le fionda una ramata sul sedere.
Cappuccetto
- Ahià! Ci vai pesante colle mani... (Fa ancora il giro dell’albero). - Fatti vedere o ti scordi la luna di miele anticipata!

L’albero le attorciglia un ramo attorno la gola. Cappuccetto grida e si porta le mani alla gola.
Cappuccetto
- Che razza di scherzo è questo?

L’albero
- Non è uno scherzo. Non fare al tuo prossimo ciò che non vuoi sia fatto a te stessa. 

L’albero stringe.

Cappuccetto
- Mi soffochi!

L’albero
- Se ti impiccassi qui, ora la mia condizione di albero mi scagionerebbe dal delitto.

Cappuccetto piange.
- Lasciami in pace!

L’albero
- Perché proprio la mia corteccia?

Cappuccetto
- Gli alberi non parlano!

L’albero
- Dimentichi di vivere in una favola Cappuccetto?

Cappuccetto
- Quale favola?

L’albero
- La tua vita è una favola. Ogni vita è una favola. Esisti solo perché gli altri abbiano una morale. E comunque vada saresti sempre una favola. Senza lieto fine.

Cappuccetto
- Le favole hanno sempre un lieto fine!

L’albero
- Quante favole hai letto nella tua vita?

Cappuccetto
- Ricordo di qualcuno che me le leggeva, ma non me ne ricordo nessuna.

L’albero
- Forse perché hai un cuore piccolo.


Cappuccetto
- Quante stronzate devo ascoltare ancora prima che mi lasci andare?

L’albero
- Sai che si paga un prezzo che devi pagare per aver sconvolto l’ordine delle cose?

Cappuccetto
- Quale ordine?


L’albero
- Non era previsto che tu crescessi e pensassi, che tu da nessuno diventassi te stessa. 

Cappuccetto
- Ma chi sei? Come parli?

L’albero
- Sei solo una favola Cappuccetto! Devi adeguarti alla società in cui vivi, accettandone le condizioni e le consuetudini. 
Cappuccetto
- Traduci per favore!


L’albero
- Non puoi vivere a tuo piacimento!

Cappuccetto
- E invece sì!

L’albero
- Ti condanneranno per quello che fai.

Cappuccetto
- Sempre meglio che vivere da schiavi!

L’albero
- Io sono schiavo del sole, delle piogge e della terra, ma non mi lamento.

Cappuccetto
- Grande soddisfazione la tua! 

L’albero
- Cos’hai inciso sulla mia corteccia?

Cappuccetto
- Che amo qualcuno.

L’albero
- E pensare che non sono uno specchio! Chi ami all’infuori di te?

Cappuccetto
- Non credo ti riguardi!

L’albero si carezza con la punta di un ramo l’incisione: segue le lettere sino alla fine

Cappuccetto
- Ho inciso il nome Garzone. E disegnato un cuore. 
L’albero
- Sono dentro la tua stessa favola.
Cappuccetto
- Ma tu non puoi vivere come me!

L’albero
- Sì che posso. È la tragedia delle favole: destini diversi ma morali identiche.

Si gira a guardare l’albero. L’albero le avvicina al capo due rami, lei si scosta.


L’albero
- Non aver timore, ti sistemo le foglie che hai in testa.

L’albero le si avvicina sino alle due trecce e gliele scioglie.
- Avevi le tue foglie legate.

Cappuccetto
- Sono capelli!

L’albero
- Lo so ma mi confondo.

Cappuccetto prende a carezzargli la corteccia.

L’albero
- Non potrò fare nulla per te se incontrerai il lupo Cappuccetto.

Cappuccetto
- Il lupo cattivo delle favole?
L’albero
- Sì. Ma è un uomo non un animale. Ti spetta di incontrarlo prima o poi in questo bosco.

Cappuccetto
- il lupo non è un lupo ma un uomo?

L’albero
- Lo chiamano lupo perché è un cacciatore con una pelliccia di lupo sulle spalle. E poi, piccola mia, la crudeltà è umana non animale. Gli animali uccidono se costretti per sopravvivere. L’uomo uccide perché usa i suoi simili come mezzo invece che come fine. Uccide qualcuno perché lo odia, perché gli hanno rubato la moglie o il marito, per disprezzo, perché qualcuno lo disturba di notte. L'uomo ha, a differenza degli altri animali, la ragione della colpa.
Cappuccetto
- Ma tu chi eri prima d’essere un albero?

L’albero
- un giudice ma tanto tempo fa. Ho condannato a morte altri miei simili perché avevano ucciso e questo, un albero, lo sono diventato nell’altra vita. “Il libero arbitrio muove l'azione”, diceva S. Tommaso: “noi vogliamo il bene e con il libero arbitrio scegliamo i mezzi con cui raggiungerlo”.
Cappuccetto
- E’ tutto così difficile da capire e da mettere in pratica. Credevo di sapere qualche cosina, di avere piccole presenti certezze… invece….


Cappuccetto si avvicina all’albero e mette la testa sulla corteccia.

Cappuccetto
- Qual è il mio futuro?
L’albero
- Chiedilo a chi ti ha scritta.

Cappuccetto
- Non so chi mi ha scritta!

L’albero
- Ti scrivi da te. Hai acquisito i pensieri di tutti quelli che hanno letto la tua favola e ti stai cambiando.
Cappuccetto 
- Quanto è lunga una favola?

L’albero
- Dura in eterno.

Cappuccetto
- ma se il lupo mi uccidesse finirebbe tutto?

L’albero
- Tu scapperai davanti al lupo come chiunque altro. E il lupo è cosciente del suo ruolo: deve costringerti a correre dove si compirà il tuo destino e il suo.

Cappuccetto
- Dove?

L’albero
- È tardi: devi andare…

Cappuccetto
- Cerco la felicità, fatemi felice, il mondo mi deve un po’ di felicità… perché Dio lascia che ci accada tutto questo? Ho capito che talvolta fa più l’amore che un dio lontano ed io ho cercato l’amore. L’amore che verrà a prendermi e mi porterà via dalla foresta che percorro da sempre. Ma l’amore dov’è?
L’albero
- È tardi: devi andare. Esci dal bosco.

Cappuccetto esce di scena. Si chiude il sipario. Le voci sono fuori scena.

Voce di anziana proveniente fuori scena (nonna di Cappuccetto)
- Chi è?

Cappuccetto 
- Sono Cappuccetto nonna!

Si riapre. Una stanza da letto e una sedia a dondolo su cui c’è una signora anziana, un camino, un letto matrimoniale. La luce è soffusa. 

Nonna
- Sei spaventata amore, tremi tutta!

Cappuccetto 
- Ho visto solo un’ombra, non è nulla.

Nonna
- Non dovresti attraversare il bosco a quest’ora!
Cappuccetto 
- Mi sono attardata con delle amiche.

Nonna
- Tua mamma sarà in pensiero…

Nonna 
- Posso dormire qui da te nonna?


Nonna
- Credi che ti lascerei tornare a casa da sola a quest’ora? Certo che puoi. 

Cappuccetto
- Grazie.

Nonna
- È la prima volta che mi abbracci. Sei alta quanto tuo padre e bella anche più di tua madre. Ti ricordi di tuo padre?

Cappuccetto 
- No. Ricordo solo la ninna nanna che mi cantava.

Nonna
- siediti accanto al fuoco e fammi compagnia.

Cappuccetto guarda negli occhi sua nonna mentre le tiene la mano.

Cappuccetto
- Perché sei sempre qui ad aspettarmi nonna? Io sempre per la solita strada, tu sempre nel tuo letto.

Nonna
- È la nostra vita!

Cappuccetto
- E tu ti arrendi?

Nonna
- Alla mia età cosa vuoi che faccia! Avrei dovuto farlo, quando avevo la tua età, anche se sinceramente non ricordo d’averla mai avuta come se fossi vissuta sempre qui dentro per aspettare te.

Cappuccetto
- Un amico mi ha fatto capire che la soluzione è il lupo.

Nonna
- No amore mio, prometti che non avvicinerai il lupo!

Cappuccetto
- Perché?

Nonna
- Sei riuscita a rompere la monotonia della nostra favola e se ce la metterai tutta forse un giorno…

Cappuccetto
- Perché nonna?

Nonna
- Ti ucciderebbe piccola mia. L’hai spodestato del suo ruolo, ha perso dignità e nessuno lo considera più una minaccia.

Cappuccetto
- Io ho fatto tutto questo!

Nonna
- L’hai ignorato. Non ti ha mai fatto paura. È la favola in cui non hai mai creduto.

Cappuccetto
- Ma anch’io sono una favola!

Nonna
- Tu in te stessa ci credi.

Cappuccetto
- Perché non mi ha mai avvicinato in tutto questo tempo? 

Nonna
- Perché non credi nella sua cattiveria. E se un giorno ti accadesse non mostrargli mai gli occhi.

Cappuccetto
- Ma ce l’ha con me? Pensavo fosse solo un altro uomo disposto a tutto pur di possedere qualcosa che non può avere…. Un corpo, il mio.

Nonna
- no, piccola mia. Ha solo te, tu sei quello per cui vive. Il male cerca il bene e i viceversa tesoro mio.

Cappuccetto
- Se però fosse qui il mio garzone…

Nonna
- Chi!

Cappuccetto
- Il mio garzone. Un ragazzo che lavora nell’emporio giù in paese. Alto, occhi chiari e un gran bel fisico. Non penso sia molto intelligente ma guardandolo ho la sensazione di avere a portata di mano tutte le cose emozionanti della vita di cui voglio abusare. Sono convinta che l’attrazione e il desiderio muovono l’amore, lo trovano, lo custodiscono. Basta volerlo.

Nonna 
- …. Che diventi tutto, molto presto, amore… te lo auguro!

Cappuccetto
- spero lo diventi nonna. 

Nonna
- Meglio credere all’amore che al paradiso vero?

Cappuccetto
- Nonna… sono convinta di poter mandare gente, io stessa, in paradiso per molto poco magari mostrando qualche centimetro di pelle in più! Ho un bel corpo sai?

Nonna
- Tesoro! 

Cappuccetto
- Ho sonno nonna.

Nonna
- Quando vuoi possiamo andare a letto piccola mia.




La luce si spegne per qualche minuto e il sipario si chiude. Si sentono solo le voci.
Cappuccetto
- Buona notte nonna!
Nonna
- notte amore mio.

Il sipario si apre,la scenografia è la stessa, e c’è luce piena a simulare il giorno. La nonna e Cappuccetto sono in piedi. 

Cappuccetto
- Sono riposata nonna!


Nonna
- bene! La colazione era buona?


Capuccetto
- molto!

Nonna
- Ho mandato il giardiniere ad avvisare la tua povera mamma che poteva essere in pensiero.

Cappuccetto 
- Ho fatto un sogno bellissimo. Ero in una stanza grande dove vendevano i sogni e ne avevo scelto uno in cui me ne stavo tra le braccia di un ragazzo che aveva un buon odore ma di cui non vedevo il viso. Quando mi sono avvicinata per chiederne il prezzo un signore dalla barba e capelli bianchi mi ha detto che avrei dovuto dargli qualcosa in cambio. Anche solo una promessa. Ma io gli ho lasciato una ciocca dei miei capelli. E mi sono tenuta il sogno.

Nonna
- Cosa farai stamane?

Cappuccetto
- Non lo so ancora.

Si chiude il sipario.

Si riapre il sipario. Interno di una bottega di generi alimentari e altro. Dentro vi è solo il garzone.

Cappuccetto
- Ce l’hai un nome?

Garzone 
- Certo. E tu ?

Cappuccetto
- Il mio già lo conosci.

Garzone
- Vuoi dire che il tuo nome vero è Cappuccetto!

Cappuccetto
- Sì.


Garzone
- Che baggianata!

Cappuccetto (Diventa seria e lo fissa)
- Non ti piace il mio nome?

Garzone
- Non è un nome comune. Il mio è Gastolfo. 
Cappuccetto
- Ti va di darmene un altro?

Garzone
- Dovrei darti un altro nome!

Cappuccetto 
- Perché no!

Garzone
- Va bene. Ma tu in cambio mi mostrerai come sei fatta?

Cappuccetto
- Come?

Garzone
- Non fare la sciocca!

Cappuccetto 
- Hai una bella faccia tosta a chiedermi di spogliarmi per un insieme di lettere!

Garzone 
- Se tu volessi basterebbe anche meno!

Cappuccetto
- Se io volessi però!

Garzone 
- Hai tabù come tutte le altre bigotte del paese!

Cappuccetto 
- Credi che provocarmi serva a qualcosa signor garzone? Comincia col dirmi il nome che hai in mente e si vedrà.

Garzone
- Adele.

Cappuccetto
- Adele?

Garzone
- Adele!

Cappuccetto 
- È bello.

Garzone 
- Significa splendido, chiaro.

Cappuccetto 
- È bello.

Garzone
- Cambio accettato allora?
Cappuccetto 
- Forse.

Garzone 
- Oggi nel pomeriggio a casa mia?

Cappuccetto 
- Forse.

Garzone
- Abito sulla sponda sinistra del torrente, appena attraversato il ponte di legno nel bosco piccolo.

Si chiude il sipario e si riapre con la scena del bosco. Il lupo non lo si vede ma se ne sente solo la voce fuori scena.

Lupo 
- Cappuccetto!

Lupo
- Stai giocando con la mia vita Cappuccetto!


Cappuccetto
- Mi chiamo Adele. Adele!

Lupo
- Ti sapevo coraggiosa Cappuccetto!

Cappuccetto
- Mostrati.


Lupo
- Tutto ciò che fa più paura non lo si vede ma lo si immagina, lo si sente arrivare alle spalle, ansimare. Non avrei senso senza il buio.

Cappuccetto
- Cosa vuoi da me?

Lupo
- Devo condannarti.


Cappuccetto
- Il boschetto è pieno di cacciatori!

Lupo
- Mi togli il fiato Cappuccetto. Mi sgonfi la ragione col tuo sguardo. Non mi rispetti. Mi assordi le orecchie coi tuoi canti. Vai in giro nel mio territorio, nel mio buio come una fiaccola. Mi accechi. Mi otturi i sensi. M passi accanto e mi ignori

Cappuccetto
- Non mi fai paura!

Lupo
- Hai solo paura di te stessa Cappuccetto!

Cappuccetto
- La tua è solo un’inutile vita da animale!

Lupo
- non puoi permetterti di giudicarmi, sono le tue paure a tenere in vita persone come me. Tu desideri come tutti gli esseri viventi che una paura più grande di tutte quelle che hai provato, ti liberi finalmente, una volta per tutte. Hai bisogno di me. Ed io di te.
Cappuccetto
- vuoi solo il mio corpo lurido animale travestito da uomo! Abusare di me vero?

Lupo
- io rappresento il male e tu il bene, ma ti sei mai chiesta cosa determina uno o l’altro? Nasciamo con un marchio? Abbiamo un odore particolare che ci distingue? Non dirmi che sono gli abiti? Forse mi fa cattivo l’indossare una pelliccia di lupo? E se fossi tu l’origine del male Cappuccetto? Tu che desideri con tutta te stessa il corpo del garzone e che sporchi continuamente i tuoi pensieri con la libido?

Cappuccetto
- Conosci il garzone? 

Lupo
- so ogni cosa di te.

Cappuccetto 
- non ho paura di te, forse tu di me visto che non ti mostri!

Lupo
- sei tu ad avermi condannato alla mia condizione di cattivo, di cacciatore. Tu con la tua presenza ad aver imposto al mio destino una solo strada. Tu esisti ed io pure di conseguenza.

Cappuccetto
- vieni a prenderti la mia vita e facciamola finita Lupo! 
Lupo
- ogni cosa a suo tempo!

Cappuccetto 
- Non ci sto! Subito, ora!

Lupo
- Non sfidarmi Cappuccetto!

Cappuccetto
- Non mi fai paura!

Lupo
- Ti servo perché senza la mia paura non sei più nulla!
Si spengono le luci (tutto accade al buio, il pubblico non può vedere, mentre si cambia scena). Solo voci.

Lupo
- Il tuo odore è buono Cappuccetto, sai di muschio selvatico. La tua pelle è liscia, morbida.

Cappuccetto (alza la voce)
- mostro! Tieni giù i tuoi artigli da me…. Mostro!!!

Lupo
- Oramai sei condannata.

Si riaccendono le luci. Interno con luce soffusa di una casa. Caminetto acceso, una tendina in un angolo accanto ad una vasca di legno. Un letto.

Gastolfo
- Cosa ti è accaduto?

Cappuccetto
- Il lupo!

Gastolfo
- Lupo? Quel cacciatore di lupi?

Cappuccetto
- Nel boschetto. Ha cercato di farmi violenza ma io ho gridato… per la prima volta un uomo mi toccava ed esigeva qualcosa da me… ma nel modo più orribile. Non mi aveva mai toccato una mano maschile.

Gastolfo 
- io ti sto toccando…
Cappuccetto (guarda negli occhi Gastolfo)
- con te è diverso…. Desidero che tu lo faccia.

Gastolfo
- Sei sporca di fango e tremi… ti servirebbe un bagno caldo. 

Cappuccetto
- andrò a casa e ne farò uno… appena la paura mi permetterà di camminare.

Cappuccetto stringe Gastolfo.

Gastolfo
- vuole ucciderti vero?

Cappuccetto
- ha detto che lo farà.

Gastolfo
- non hai paura?


Cappuccetto
- No! Voglio finirla con questa storia monotona che si ripete. 

Gastolfo
- Ti preparo un bagno?

Cappuccetto annuisce
In un angolo dietro una tendina si sbarazza con foga degli abiti, lasciando senza forma persino la biancheria intima. Chiede qualcosa per coprirsi e Gastolfo spegne qualche luce così che sia difficile distinguere la pelle. Le passa una coperta, tira fuori la vasca da bagno e la riempie con dell’acqua calda. Cappuccetto si fa avanti verso Gastolfo. Sorseggia della camomilla calda. Lui le si avvicina imbarazzato mentre lei tamburellava coi piedi sul pavimento e la bacia come meglio può sulla guancia improvvisando un abbraccio con le mani alle sue.
Cappuccetto ricambia al meglio con un sorriso e una carezza sulle braccia.

Gastolfo
- In cambio di cosa ti ha lasciata andare?

Cappuccetto guarda verso di lui esterefatta.
- Come fai a sapere…

Gastolfo
- …Fece la stessa cosa con mia madre tempo fa che ero un bimbo. 

Cappuccetto
- E tua madre?

Gastolfo
- Si lasciò uccidere.

Cappuccetto
- La uccise!

Gastolfo
- sì.

Cappuccetto
- perché mai nessuno lo ha fermato?
Gastolfo
- perché tutti ne hanno paura e la prigione non ferma quello che ha dentro: violenza e voglia di carne.

Cappuccetto
- Sei cresciuto solo?

Gastolfo
- Con la tutela dei proprietari dell’emporio. Mi considerano un figlio.

Cappuccetto
- Mi spiace!

Gastolfo
- Il passato mi interessa poco.

Gastolfo
- Il rosso è un colore che sembra fatto apposta per te. Ti fa bambina.

Cappuccetto
- Grazie.

Gastolfo
- Sei bellissima.
Cappuccetto
- perdonami Gastolfo, ma non posso fare l’amore con te, non ancora. Mi giudicherai una stupida ma… se prendi il mio corpo prendi anche la mia anima e il mio cuore e tutti sono una cosa sola per me.

Cappuccetto infila le mani sotto la camicia di Gastolfo, sul caldo della pelle intorno ai fianchi. Stringe

Cappuccetto
- se avessi paura m proteggeresti?

Gastolfo
- Certo! Ogni cosa per te.

Cappuccetto
- grazie!

Gastolfo
- Mi va di pensare a te in questo momento.

Nelle braccia l’uno con l’altra. Vicini.

Si chiude il sipario e si spengono le luci

Si riapre il sipario, ancora scena del bosco, quasi buio. Cappuccetto si muove nervosa e si guarda attorno. Il lupo non si vede ma ne si sente la voce.

Lupo 
- Cappuccetto!

Lupo
- Sei cosciente che la tua vita è mia?

Lupo
- Sei pronta?

Cappuccetto 
- ti prenderai prima il mio corpo mostro?

Lupo
- La tua sciocca e inutile, ripetitiva, vita da favola. Vinci la continuità. La vecchiaia e la morte. Il sogno di ogni uomo. La vacua speranza di essere migliore. Il sogno della felicità nel buio del futuro. Ti dono la pace.

Cappuccetto
- è ciò che voglio!

Lupo
- mi prenderò anche il tuo corpo… deciderò se prima o dopo averti uccisa!

Cappuccetto
- Sei un mostro, Dio non può averti creato!

Lupo
- Dio è innocente, non ha colpa dei mali del mondo. È per nostra scelta, per libero arbitrio che noi facciamo del male. Il male che ci facciamo e facciamo è frutto della nostra libertà. Io da uomo libero non ho accettato il mio destino e sono diventato il lupo.

Cappuccetto 
- io non so di cosa parli mostro! Sei folle!

Lupo
- tu ti lasci vivere e toccare. Io vivo e tocco e prendo. E lo faccio con te.

Cappuccetto
- che Dio, se esiste, abbia pietà di te mostro!

Lupo
- Dio non c’entra nulla! Ognuno di noi nella solo vita terrena che gli è concessa, è il dio di sé stesso.

Cappuccetto
- Dio non esiste e la prova è che non fa nulla per aiutarmi e per cancellare un mostro come te.


Il lupo entra in scena e si avvicina minaccioso a Cappuccetto. Ma non lo si vede bene perché in penombra. Cappuccetto grida e va a nascondersi dietro l’albero-attore. Il lupo tira fuori dalla tasca un coltello. Cappuccetto grida, supplica. Il lupo si avvicina all’albero e il pubblico si accorge che il lupo è Gastolfo.
Entra in scena ma restando quasi nascosto da dietro un albero di cartone, c’è un altro uomo. Ha in mano un fucile. Prende la mira.

Lupo
- Cappuccetto? 
Cappuccetto (piangendo)
- Ti prego uccidimi ma non abusare di me?
Lupo
- non ci sarebbe gusto!
Cappuccetto (piangendo)
- e allora io vivrò ma tu morirai!
Lupo
- spogliati e legati un pezzo di vestito attorno gli occhi così da non vedermi.
Cappuccetto (piangendo)
- il mio corpo no! Appartiene all’amore non alla violenza… non posso!
Lupo
- vuoi morire?
Cappuccetto (piangendo)
- Il mio uomo mi salverà… Gastolfo ti ucciderà, lui verrà a salvarmi perché me lo ha promesso!
Lupo
- se solo tu mi avessi dato quello che desideravo… ora non sarebbe accaduto tutto questo Adele.
Cappuccetto 
- conosci il mio nome? Chi sei? Solo Gastolfo conosce il mio nome, me lo ha dato lui. (resta in silenzio e si mette una mano sulla bocca terrorizzata. Prende coraggio e si gira a guardare in faccia il lupo. Guarda bene e grida)
- tu? Non puoi essere tu? Perché? (piange)
Lupo
- perché volevo il tuo corpo e tu non me lo hai dato!
Cappuccetto 
- e saresti capace di prenderti il mio corpo con la violenza? Come farebbe un mostro!
Lupo (scuote la testa e le si avvicina minaccioso con il coltello in mano per colpirla)
- oramai è troppo tardi… non posso più tornare indietro!
Cappuccetto (si copre il viso e si inginocchia)
- Gastolfo!
Si sente una fucilata. Il lupo cade a terra. Cappuccetto grida. Poi guarda e si accorge che un uomo le è accanto.
Uomo- cacciatore (anche lui con una pelliccia di animale sulle spalle ma maturo)
- Cappuccetto… alzati è finita.
Cappuccetto (lo guarda esterrefatta e si alza in piedi poi si avvicina a Gastolfo che è a terra agonizzante e lo tocca)
- perché Gastolfo? Potevi avermi senza che accadesse tutto questo.
Gastolfo (morente)
- perché sono il Lupo in questa vita, pur non volendolo, e per non esserlo più dovevo morire. Volevo liberarmi della favola che mi legava a te. Non ti avrei mai fatto del male, volevo solo addormentarmi e svegliarmi libero da tutto quanto, da sempre, si perpetua. (cerca di dire altro ma non ci riesce e muore)
Cappuccetto (piange e guarda l’uomo che ha vicino)
- tu chi sei?.
Uomo- cacciatore (le si avvicina e le poggia una mano sulla guancia, per carezzarla)
- quello che ho fatto oggi non mi riscatta… ma mi permette di poter ricominciare con te… (le canta una ninna nanna) Dormi, angelo mio, ti sto vicino io, sono la candela, la luce, il fuoco e la coperta. Dormi angelo mio…
Cappuccetto (incredula ma felice, non riesce a fare nulla, resta immobile)
- sei mio padre? 
Uomo- cacciatore (gli si avvicina e le carezza i capelli e il viso)
- ti chiedo di perdonarmi ma non ero un uomo maturo e coraggioso abbastanza per allevarti e starti vicino. Mi sentivo limitato e sono scappato, ma il ricordo di te, appena nata, piccola e indifesa tra le mie braccia, mi ha reso insopportabile ogni desiderio stupido di libertà e indipendenza, dopo. Sono tornato da un po’ e ti ho osservata. Ti sapevo in pericolo e ho aspettato paziente, in silenzio. Il resto lo conosci, è presente. Io, se me lo permetti, vorrei provare a starti vicino… 
Cappuccetto (silenziosa, prende tra le sue mani, quelle di suo padre)

Si chiude il sipario. Fine