COME CI CAPIAMO SE NON CI PARLIAMO?
commedia brillante in tre atti di
PAOLO TORRISI
Personaggi
PORFIRIO BELLAVISTA industriale
LAILA la figlia
CHICCO il figlio
ZENOBIO il cognato
EUFEMIA una amica
DOLORES fisioterapista
MEMO il fidanzato di Laila
TITTI la fidanzata di Chicco
ZUZU’ un amico dei figli
BISOGNETTI la psicologa
PIO ABBAGLI il maresciallo
La scena è unica per tutti e tre gli atti ed è così composta: in fondo a destra
vi è l’entrata comune – in fondo a sinistra vi è una porta a vetri che dà nel
giardino esterno – lateralmente a destra una porta che immette nelle camere dei
ragazzi e di fronte un’altra che immette in quella dei genitori – In alto e
laterale a sinistra vi è un arco che porta in cucina ed altri servizi secondari.
PRIMO ATTO
E’ un sabato pomeriggio, e, all’aprirsi del sipario i Bellavista stanno seduti:
Porfirio legge il giornale… Zenobio rammenda dei calzini… Chicco e Laila
parlottano….
Scena 1^ - Porfirio-Zenobio-Laila-Chicco.
LAILA - (sottovoce) Chicco, diglielo tu. Dai!
CHICCO - (sottovoce) Mica so’ matto?!
PORFIRIO- (infastidito) Ssssccccchhh!!!!…(continuando a leggere il giornale, che
tiene molto vicino al naso per i forti problemi di vista)
ZENOBIO- (bonariamente) Ssssccccchhh!!!!….
CHICCO - Chi ha aperto bocca!?… (a Laila) Hai sentito? A momenti me la facevo
sotto!
LAILA - E tu sei un uomo?…. Glielo voglio raccontare a Titti.
CHICCO - No, non glielo dire. Va bene! Adesso provo a parlare con babbo. (al
padre) Babbo, io e Laila…
PORFIRIO- Scccccchhh!!!!!… Allora non ci siamo capiti! Devi stare zitto, l’hai
capito o no?
CHICCO - Sì, sì…ho capito!… (tra sé) Òrca, se ho capito!… (a Laila) Sei contenta
adesso?
ZENOBIO- (ai nipoti) Oh! Non lo disturbate!… Non vedete che sta leggendo? (a
Porfirio) Stai leggendo le quotazioni in borsa? La lira come sta? Dove sta?...
PORFIRIO- Ssssccccchhh! Zitti. Ti ci metti anche tu? Eppure hai qualche annetto
più di loro. Ho bisogno di silenzio. Mi devo concentrare, per ricordare bene
quello che leggo!
ZENOBIO- (a mezza voce, sarcastico) Te lo ricorderai!? Te lo stai a mangiare
l’articolo e hai paura di non ricordarti?
PORFIRIO- Sssscccchhh! Basta. Ci siamo capiti?
ZENOBIO- Non ci siamo capiti per niente! I ragazzi ti vogliono parlare.
PORFIRIO- Béh? Parlaci tu.
ZENOBIO- E già, io!… (rassegnato, verso i ragazzi) Ditemi. Cosa volete?
LAILA - (a mezza voce) E’ possibile che dobbiamo parlare sempre con te e mai con
lui?
ZENOBIO- E’ lo stesso.
CHICCO - Non è lo stesso! Sono cose….
PORFIRIO- (urla) Basta! Ci siamo capiti?
ZENOBIO- (s’è messo paura) Madonna mia!… Mi sono cucito un dito! (succhia il
dito)
I RAGAZZI- (pure loro si sono messi paura)
PORFIRIO- (si alza- chiude con rabbia il giornale) Non si può leggere in santa
pace!… Tutto un borbottio: bara-bà, bara-bà, bara-bà…
CHICCO - Ba-bà?!… (dare l’idea della marcetta di Strawisky)
PORFIRIO- Uhè! Screanzato! Cos’è, mi fai la musica? Sfotti pure?
LAILA - No, babbo!... E’ che si è messo paura e balbetta. (guarda Chicco) Smetti
di tremare!
ZENOBIO- Hai messo paura anche a me, con quell'urlo che hai fatto!
PORFIRIO- Vado di là!… Fammi andare!
ZENOBIO- Dove vai? Sta un po’ a sentire quello che vogliono.
PORFIRIO- ( che aveva accennato dei passi: si ferma)
ZENOBIO- (invita i ragazzi) Su, parlate!
LAILA - Babbo, noi vogliamo….
PORFIRIO- (tronca seccamente) No!
CHICCO- Ci servono i soldi per...
PORFIRIO- (c. s.) Fateveli dare da zio!
ZENOBIO- Allora lo sai dove sta la lira!…
LAILA - Babbo, siccome abbiamo un problema da risolvere, ti volevamo chiedere….
PORFIRIO- (c. s.) Non ho tempo da perdere! Non posso pensare a risolvere i
vostri sciocchi problemi. Mi bastano quelli della Fabbrica.
ZENOBIO- E aiutali!...
PORFIRIO- Li devi risolvere tu i problemi familiari. Sei tu che gli fai da
madre…Vado a riposare e chi mi disturba: si prenderà una ciabattata! Ci siamo
capiti?… (si avvia: inciampa, sbatte contro sedie, sta per cadere, ma alla fine
riesce ad entrare in camera e da fuori scena si sentono altri rumori di sedie
e…) Chi è che mette le sedie in mezzo al corridoio?
ZENOBIO- E poi dice che ci vede bene anche senza le lenti!… Meno male che oggi
pomeriggio va a ritirare dall'ottico quelle a contatto!… (ai ragazzi) Su, dite
tutto a mamma… cioè a zio!
LAILA - Zio, scusaci, ma a noi piacerebbe, una volta ogni tanto, parlare con
babbo.
CHICCO- Sono cose da uomini!
ZENOBIO- Brutto “bamboccio scriteriato”, cosa vorresti dire? Non dimenticare mai
che prima sono uomo, poi zio e alla fine madre!
CHICCO- Volevo dire...
LAILA - Chicco non ti voleva offendere! Dacché è morta mamma, hai preso il suo
posto …lavori come una serva…e per badare meglio a noi: hai lasciato gestire la
tua Fabbrica a babbo! Per noi hai messo da parte ogni cosa: amici, divertimenti…
Non sei sposato, forse per causa nostra! Lo sappiamo che fai di tutto per
capirci e comprendere. Ma è da lui che vogliamo essere capiti e compresi!
Invece…
ZENOBIO- (s’è commosso)
CHICCO - Zìo, che fai?… Piangi perché t’ho detto “mamma”?
ZEBOBIO- Chi piange?… Io, piango? No! Non piango. Io sono forte all’emozioni!…
(asciugando gli occhi) E’ tutta colpa di queste calzette…. I piedi di vostro
padre hanno la stessa puzza delle cipolle e allora… (tirando fuori il
portafoglio) Quanto vi serve?
CHICCO - I soldi per un panino gigante e una bibita…questo per oggi! Per domani,
quelli per il cinema e la pizza!
ZENOBIO- Bastano dieci <palanche> per uno?
LAILA - (prendendoli) Sono anche troppi. Grazie, zietto!
ZENOBIO- I soldi non sono mai troppi! Ve ne accorgerete fra qualche anno.
Bisogna tenerli da conto e risparmiare… come disse la formica alla cicala!… Ma
che avevate da dire a babbo, di tanto importante?
CHICCO - Un nostro amico ha un grosso problema e lo vogliamo aiutare.
LAILA - Volevamo chiedere a babbo, se potevamo invitarlo a pranzo, così avremmo
avuto modo di parlargli meglio … consigliarlo… consolarlo…
ZENOBIO- Dipendesse da me, lo inviterei a colazione, a pranzo e a cena! Penso
però che babbo…
CHICCO- L'ho detto pure io che non gli sarebbe <sfagiolato> tanto!
ZENOBIO- Babbo non è cattivo... Forse è un po' nervoso, per via del lavoro.
Bisogna comprenderlo! A voi manca la mamma e io faccio di tutto per sostituirla,
ma a lui manca la moglie e vi giuro che non faccio proprio niente per
sostituirla… Parlategliene un altro giorno. Magari, chissà?!...
CHICCO- Faremo così! Laila, andiamo sennò faremo tardi!
LAILA - Sì, andiamo. Ciao, zie’! (bacia e via)
ZENOBIO- (verso l’uscita) Fate attenzione!... Mi raccomando!... (ritornando
verso il centro scena, cerca di mettere ordine…) Dico io, cosa ci voleva a
scambiare due parole con i figli?… Eh, cara sorella! Eh, cara Domitilla, perché
sei andata lassù e m’hai lasciato da solo quaggiù?… L’hai sentiti? Volevano
parlare col padre. Con quel bisbetico sclerotico! “Zitti! Ssssccchhh!… Buoni!…
Ho da fare!… Sono stanco e devo riposare!… Zitti, ci siamo capiti?”… Eh! Ci
saremo capiti!? Ma come ci capiamo se non ci parliamo?… Oggigiorno i giovani
hanno bisogno di dilalo…di digalo… Insomma, di parlare. Lui, invece, pensa solo
al lavoro! -CAMPANELLO - Chi può essere a quest’ora? -CAMPANELLO- (guarda
l’orologio) Non sono manco le tre… Chi può essere? -CAMPANELLO- (avviandosi) Chi
è?
Scena 2^- Eufemia- Dolores.-
EUFEMIA- (da fuori) Sono io: Eufemia!
ZENOBIO- E’ quella <pallosa> di Eufemia!… ’Sta sfacciata, con la scusa che le
serve qualcosa, fa la corte a mio cognato! -CAMPANELLO- (avviandosi) Eccomi!…
Arrivo! (ritornando verso il centro scena seguito da Eufemia e Dolores) Cos’è,
il dito t'era rimasto attaccato al campanello?
EUFEMIA- (entra seguita da Dolores) Ce l’hai fatta ad aprìre?… E’ mezz’ora che
suono!
ZENOBIO- E io è mezz’ora che <ballo>! Andiamo per le corte! Cosa ti serve
oggi?…Maggiorana…aglio…cipolla…? Cosa ti manca?
EUFEMIA- Il “peperoncino”, ma mi puoi dare un pezzetto della linguaccia tua,
ch’è uguale!… Non mi manca niente! C’è bisogno di mostrarsi così acido davanti a
una persona estranea?
ZENOBIO- (secco a Dolores) Mi dispiace! ( a Eufemia) Insomma cosa vuoi?
EUFEMIA- Sono venuta per far conoscere a te e a Porfirio, questa mia amica.
ZENOBIO- Lei non è di qui, sbaglio?
EUFEMIA- Sbagli! E’ di qui. E’ la figlia di Vittorio Serini…
ZENOBIO- Chi, Vittorio <Peracotta>?
EUFEMIA- Sì!
ZENOBIO- Il ferroviere?
EUFEMIA- Ari-sì!
ZENOBIO- Quello ch’è stato trasferito a………? (nome di un paese o di una città
limitrofa)
EUFEMIA- Precisamente!… Ti presento Dolores!... Dolores, questo è Zenobio!
ZENOBIO- Piacere!
DOLORE- Sono, felice-felice-felice di conoscerla, o meglio di rivederla! Avevo
15 anni quando babbo è stato trasferito e ricordo che lasciai……… (nome del
Paese) con le lacrime agli occhi. Continuai i miei studi a Roma, presso le
Orsoline, senza più far ritorno qui… Ma in verità è come se non mi fossi mai
allontanata, perché io e Eufemia ci scrivevamo ogni settimana. Mi scriveva della
gente... dei vari cambiamenti del Paese… Nelle sue lettere mi parlava spesso di
Porfirio, ma non mi ha mai scritto di lei…! (fa occhi dolci a Zenobio)
EUFEMIA- (piccola gomitata a Zenobio) Dì qualcosa!
ZENOBIO- (tra i denti e veloce) Donne, uguale: <megere>!
DOLORE- Come ha detto, prego?
ZENOBIO- (rimediando) Dicevo, se siete venuta in visita di <piacere>?
DOLORE- No! Penso che ormai dovrà vedermi spesso. Ho vinto il Concorso, come
fisioterapista, presso l’Ospedale….. (nome dell’Ospedale cittadino)
EUFEMIA- Pensa, su tremila concorrenti…
ZENOBIO- Ha vinto propio lei!
EUFEMIA- Così è venuta ad abitare con me.
ZENOBIO- (a denti stretti c. s.) Prima era una, adesso sono due!
DOLORE- Come ha detto, scusi?
ZENOBIO- Dicevo che non ho capito cos'ha vinto.
DOLORE- Un posto come fisioterapista… Ma perché evita il mio sguardo?… Come mai?
EUFEMIA- Perché non gli rispondi? Guarda che Dolores….
ZENOBIO- (a mezza voce) Di pancia!…(forte) Non ho tempo di guardare nessuno! Ho
un sacco da fare!… Mi vuoi dire cosa vuoi?
EUFEMIA- Porfiro. Chiamalo!
ZENOBIO- Sì, come nò!… E' andato a riposare da poco. Non mi voglio prendere una
ciabattata! Tornate più tardi…
EUFEMIA- Su,su, sveglialo, che “il letto invecchia”! Sveglialo! A primavera un
uomo deve essere pimpante! Non si deve impoltronire! E’ vero Dolores?!
DOLORE- Certo! Il sole caldo d’Aprile scalda il corpo e lo rende vibrante… Ma,
scusi, perché non mi guarda?
ZENOBIO- Pesta sempre lì, oh!… Adesso ve lo chiamo! (andando) M’hanno fatto una
testa così! (si gira) Mettetevi a sedere! (andando) A lei guardo, sèh!… (via)
Scena 3^- Eufemia- Dolores
DOLORE- Che tipo!… Sai che non me lo ricordavo?!… Non capisco perché vuole fare
il sostenuto! Pare che lo faccia apposta a rendersi antipatico!…
EUFEMIA- Prima non era così. Anzi! Si può dire ch’era il gallo del paese… Ci
sapeva proprio fare! Poi…
DOLORE- Poi?…
EUFEMIA- La morte della sorella gli ha cambiato la vita. Ha lasciato la
direzione della Fabbrica a Porfirio, prendendosi cura esclusivamente, dei due
nipoti: Laila e Francesco, <Chicco>. Adesso, eccolo lì, da solo... scontroso,
come tutti i zitelloni!
DOLORE- Però un certo fascino gli è rimasto! Quel modo di fare brusco lo rende
più affascinante! (pensa) Però!... Sì-sì!….Certo-certo-certo!
EUFEMIA- Si può sapere a cosa stai pensando?
DOLORE- A come sposarlo!
EUFEMIA- Ci penserai dopo a questo! Prima mi devi aiutare a far capire a
Porfirio, che sono la donna che fa per lui. Che non può continuare a vivere
senza una donna!… Che un uomo all’età sua….
DOLORE- Eccetera, eccetera, eccetera… ho capito! Ma debbo pensare pure per me.
Non voglio rimanere zitella! (ritornando sull'idea avuta...) Si--si-si-si!… Con
due o tre sedute lo metterà a posto, lo farà ritornare come prima e me lo sposo!
EUFEMIA- Ehi, fammi capire. Com’è che lo metti a sedere e poi te lo sposi? Hai
delle sedie speciali?
DOLORE- Ma cosa hai capito? Quali sedie? Parlo di sedute e non di sedie! Sedute
scientifiche, mediche. In Istituto ho fatto amicizia con una psicologa, Onorina
Bisognetti. Siamo diventate subito amiche! Lo ipnotizzerà e lo farà parlare,
parlare, parlare… Gli tirerà fuori tutto quello che ha dentro, lo libererà e lo
farà ritornare com’era prima del trauma!
EUFEMIA- Perché non me l’hai detto prima? Capirai! A quest’ora era già da un
pezzo che a Porfirio l’avrei “steso”, altro che sedere! Dobbiamo farla venire
subito.
DOLORE- Posso provare a telefonare?
EUFEMIA- Là c’è il telefono!… Fa come se fossi a casa mia, perché ormai con
l’aiuto di questa amica tua è cosa fatta: lo sposo!
DOLORE- (facendo il numero) Speriamo di trovarla in casa!… Pronto, c’è la
Dottoressa?… Ciao, sono Dolores! Scusami, ma non ho riconosciuto la tua voce!…
Senti, mi trovo a casa di un’amica o meglio di amici e avrei bisogno di un
favore… Dovresti venire a visitare uno dei miei amici… No, non è urgente…
EUFEMIA- (interviene) Come non è urgente? E’ urgentissimo!
DOLORE- Niente, è la mia amica. Mi prega di dirti di venire subito, sempre se
non hai altri impegni!… Questi amici abitano a:……… (paese) in via… (chiede
all’amica con mimica)
EUFEMIA- Via cinquesvanziche, 21.
DOLORE- Via cinquesvanziche, 21. Si! (a Eufemia) Sta scrivendo!... (all'amica)
Si: 21!… Signor Porfirio ….?
EUFEMIA- ….Bellavista!
DOLORE- Bellavista!…Te lo posso solo accennare. Questo Porfirio Bellavista è
vedovo e piace molto alla mia amica, ma lui vuole rimanere fedele alla moglie…
Esatto, è vedovo! Mentre a me piace il cognato di questo Porfirio, che invece è
rimasto scioccato dalla morte della sorella… Ecco, desidero che tu cominciassi
delle sedute per sbloccarli… per tirargli fuori tutto…
EUFEMIA- Tutto: no!
DOLORE- (continua) Il mio è uno schianto!… Avrai modo di vederlo!… Ciao!…Ti
aspetto! (ripone la cornetta) Viene subito!
EUFEMIA- Pensi che questa riuscirà a convincere quella testa dura di Porfìrio?
DOLORE- Basta convincere Zenobio!
EUFEMIA- E già! Basta che sei a posto tu!...
DOLORE- Rispondi: chi fa le faccende domestiche in questa casa?
EUFEMIA- Zenobio.
DOLORE- E se per caso Zenobio si sposa chi dovrà farle?
EUFEMIA- Porfì... (che ha capito) E’ vero! Se Zenobio si sposa, pure Porfìrio è
costretto a sposarsi!… (mostrano felicità)
ZENOBIO- (rientra con una mano nella fronte) Ridete, ridete!... Io intanto,
grazie a voi, mi sono preso una ciabattata in fronte!… Fra poco arriva!…
DOLORE- (gli si avvicina e come si fa per i bambini ) Poverino!… Dove l’ha
presa?… Faccia vedere a Dady… Su! Glielo faccia vedere!…
ZENOBIO- A chi?
DOLORE- A Dady.
ZENOBIO- Chi è quest’altra?
DOLORE- Ma sono io, Dolores: Dady! Mi chiami pure: Dady. E adesso faccia vedere…
(cerca di togliergli la mano dalla fronte)
ZENOBIO- (rifiutandosi) Ma no!… Non faccio vedere niente a nessuno!… Ho da fare…
Ho tanto da fare! (uscendo verso la cucina) Lo facevo vedere a lei!…
DOLORE- Uuuhhh! Com’è misterioso!… (con sguardo verso la cucina) Ma presto saprò
tutto di te!… (a Eufemia) Mi piace, mi piace, mi piace sempre di più!
EUFEMIA- (dei rumori arrivano dalla comune) Arriva qualcuno! Saranno i figli!…
Scena 4^-Detti-Chicco-Titti-Laila-
LAILA- (entra seguita da Chicco e Titti)
CHICCO- Bi-gì!
TITTI - Bi-gì!
DOLORE- Bi- gì?…
EUFEMIA- Sarebbe “buongiorno”! <Bi> “buon” e <Gì> “giorno”!… I ragazzi di oggi
parlano poco per non stancarsi. Sono stanchi senza fare niente! (frecciatina) La
gioventù di oggi: nasce stanca!
CHICCO- Proprio così: “ Nasce stanca e vive per riposare!”
DOLORE- Gli ci vorrebbero delle sedute psichiche.
LAILA - Chi è ‘sta signora così sapiente?
DOLORE- Prego, precisiamo: signorina!
CHICCO- Me l’immaginavo!
TITTI- Di che sedute parlava?
EUFEMIA- La signorina è un’amica mia d’infanzia: Dolores Forte!
CHICCO – (accennando dei passi di “samba” sul posto e cantando)
AHIAHIAI! CHE DOLOR
CHE DOLOR GIU’ PE’ LA SCHIENA
ME LI SIENTO LA MATTINA
AHIAIAI CHE DOLOR!
E’ spagnola la segnorita?
EUFEMIA- No! E’ di qua. E’ ritornata dopo tanti anni. Lavora all'Ospedale? (nome
dell'Ospedale) “........... “ come fisio…fisio…
DOLORE- Fisioterapista. Fisioterapia, psicomotricità. Insomma: rieducazione al
movimento. Riattivo i muscoli.
CHICCO- Orca! come parli difficile!… E dì che ricarichi le batterie! (va a
sdraiarsi sul divano) Segnorita Addolorata, mi rimetta in moto, che il motore mi
si è <ingrippato>!
TITTI - Alzati e fa meno lo stupido! Abbiamo altre cose a cui pensare!
LAILA - (riferendosi al fratello) Ma cosa hai trovato in questo pagliaccio?
TITTI - (con sorriso d’amore) E’ giusto, uhàu! E’ tosto, uhàu!…
LAILA- E' tonto, uhàu!
CHICCO- (che s’era già alzato) Tonta sarai tu!
EUFEMIA- (con autorità) Non cominciate a bisticciare! La colpa è di vostro zio,
che ve le dà tutte vinte!… Se c’ero io al posto suo…
LAILA- Sai le risate!...
DOLORE- C’è poco da ridere! Qui, mi sembra, che chi dimostra d’avere un po’ di
cervello è lui! (indica Chicco)
CHICCO- La segnorita sì che se ne intende! La roba buona la conosce.
DOLORE- S’era sdraiato, perché aveva capito d’avere le batterie scariche, mentre
voi non vi siete ancora accorte che dovete ricaricare le batterie al cervello.
Fatevi analizzare da una buona psicologa.
TITTI - Senti-senti la signorina <sei gennaio>!?... Vuole che ci facciamo le
analisi!... Cos’è d’accordo con la mutua?...
EUFEMIA- Basta! Non potete mancare di rispetto a una mia amica e fisioterapista
per giunta!
CHICCO- Non mi dire!? Adesso hai pure la <giunta>? (a gli altri) Prima era da
sola, ora ha pure la <giunta>! Non le manca niente! (risate dei ragazzi)
TITTI - Sei tutta <scienza>, passerotto mio!
EUFEMIA- Non potete mancare di rispetto a persone più grandi di voi!
CHICCO- Dite pure: “matusa!”
LAILA - “Sapiens!”
TITTI - “Arterie!”
DOLORE- Matusa?
CHICCO- Cioè: vecchie come il cucco!
EUFEMIA- Sapiens?
LAILA - Cioè: ai tempi delle caverne!
DOLORE- Arterie?
TITTI - Cioè: arteriosclerotiche!
CHICCO- (che ha visto ad ogni traduzione di parola le due donne inorridire dalla
rabbia) Gente, aprite le finestre che tra poco scoppiano! (verso la cucina)
Zio?…
ZENOBIO- (da dentro) Che vuoi?
CHICCO- Porta due camomille per le signorine, che si sentono mancare!
EUFEMIA- Non ti preoccupare: non svengo!... Avrei ancora la forza per darti due
schiaffi! Mi dispiace che…
LAILA- Che non sei nostra madre, è vero? L’hai già detto tante volte!
DOLORE- Non la sopportate proprio!?... Che vi ha fatto di male?
CHICCO- Niente! Ma non approva quello che diciamo e facciamo!... Andiamo che è
meglio! (esce in camera)
LAILA - (all’amica) Titti, vieni, che qua non concludiamo niente!…(alle
signorine) Ciao, <Risorgimento!> (via)
TITTI - (segue Laila, ma prima di entrare si gira verso le due donne
esterrefatte) Salutateci Garibaldi! (via)
Scena 5^- Eufemia-Dolores-Zenobio.-
EUFEMIA- Maleducati!... Non si parla in questo modo!… (si avvia per andare da
loro…)
DOLORE- (la ferma) Lascia perdere! Non vale la pena.
EUFEMIA- Centenaria a me! M'ha detto <arteria>! (verso la camera) Lo dirò a
vostro padre!
DOLORE- Invece non dirai niente. Vuoi innervosirlo?
EUFEMIA- (calmandosi) Hai ragione!
DOLORE- E’ stata anche un po’ colpa nostra…Ce lo siamo voluto! Non avrei dovuto
parlare di psicologa. Avremmo dovuto cercare di capire il loro linguaggio…
Cercare di dialogare con loro! In fondo sono buoni…dei bravi ragazzi!
ZENOBIO- (entra con vassoio) Ecco le camomille! (poggia sul tavolino) Porfirio
vi sta antene…vi sta attenen… Insomma, vi aspetta in giardino! La camomilla, se
volete, la potete bere in giardino!
EUFEMIA- Hai sentito? Ci aspetta in giardino. Com’è romantico! Andiamo! (si
avvia e aspetta l’amica sulla soglia…)
DOLORE- (a Zenobio) Lei non viene?
ZENOBIO- No! Io non sono romantico e poi, visto che le sedie saranno ancora
bagnate, per la pioggia di stanotte, da <romantico> diventerei <reuma-ntico>!…
EUFEM0IA- (all’amica) Vieni! Ci sta aspettando! (esce di nuovo)
DOLORE- Un attimo!… (a Zenobio) Certo, l’umidità fa male! Come avete ragione,
come avete ragione!…
ZENOBIO- Anche perché ho un po’ di cervicale e non vorrei…
DOLORE- Come avete ragione, come avete ragione!... Ma noi staremo in piedi, non
ci siederemo!
ZENOBIO- Debbo finire dei lavori. In casa c'è sempre da fare.
DOLORE- Come avete ragione, come avete ragione!
ZENOBIO- Le cose se non le faccio io: non le fa nessuno! (precedendo Dolores)
Come ho ragione, come ho ragione!...
DOLORE- E già!... Come avete ragione!
EUFEMIA- (ritornando dall’amica) Dai!… Non farmi andare da sola! Ti prego!…
DOLORE- (prendendogli il braccio) La prego, la prego, la prego!
ZENOBIO- Ma cosa vuole da me?
EUFEMIA- (prendendogli l’altro braccio, cerca di portarlo verso il giardino)
Vieni!...
ZENOBIO- (a Dolores) Si può sapere cosa vuole?
DOLORE- Sono assetata!
ZENOBIO- C’è la camomilla!
DOLORE- E’ tutt’altra sete!… Non lasciatemi sola!…
EUFEMIA- Non la lasciare sola!…
DOLORE- Che dirà vostro cognato se non ci vede?
ZENOBIO- Niente! Però, oggi gli daranno le lenti a contatto.
EUFEMIA- (all’amica) Andiamo noi!...
DOLORE- Ma volevo essere accompagnata dal signor <Zibì>!
ZENOBIO- Oh, bene! Finalmente avete trovato chi vi accompagna!... Io ritorno in
cucina!
DOLORE- Ma siete voi Zibì! Zenobio: Zibì! Non è più carino?
ZENOBIO- A me sa di <cretino>! Non chiamatemi così. Se lo vengono a sapere in
paese: sai lo <sfottò>?
PORFIRI- (da dentro) Insomma, volete venire? Voglio sapere perché mi avete
svegliato!?...
EUFEMIA- Arriviamo!… Arrivo!… (spingendo Zeno per le spalle) Vieni con noi!
DOLORE- (imita l’amica) Vieni con noi!
ZENOBIO- (liberandosi dalla presa delle donne e aggiustandosi) Lasciatemi!…
M’avete <sbragato> tutto!… Ci vengo, ma state buone con le mani!… Non mi toccate
che ardo…Sono uno di quei vulcani che cova sotto!… (esce seguito dalle donne,
che ammiccano contente)
SCENA 6^- Chicco-Titti-Laila, poi Zuzù e poi ancora Memo.-
LAILA- (Entra, seguita da gli altri due, facendo capolino) Entrate!... Sono
andati via!… Chicco, telefona a casa di Zuzù!
CHICCO- Le fatiche più grosse tocca farle sempre a me!
TITTI - (toccandogli i bicipiti) Con questi muscoli che ti ritrovi, ti mette
paura tirare su la cornetta!? Dài, <Sansone> mio!
CHICCO- E va be’! (tira su la cornetta e fa il numero)
TITTI - Secondo me non è a casa... Sarà da Memo!
LAILA - Se stava da Memo, ci avrebbe telefonato!
CHICCO- Pronto? So’ Chicco, c’è Zuzù?… (fa cenno alle due, che non c’è) Le può
dire che lo stiamo aspettando a casa mia?… Va bene!… Sì, appena arriva glielo
dico… Buongiorno e grazie! (riponendo la cornetta) A casa non c’è. La madre lo
aspetta da due ore; l’aveva mandato a comprare la panna per il dolce.
TITTI - Se la sarà mangiata per strada!
LAILA - Capirai, con quella fame eterna che si ritrova!?…
CHICCO- Avrà il <verme solitario!?>
LAILA - A noi, di Zuzù e della panna non ci deve importare più di tanto! A noi
deve interessare solo Memo!… Ha detto, pure, che vuole smettere di studiare! Ha
proprio una grossa crisi esistenziale!
TITTI - Speriamo che sia la classica <crisi dell’età>!
CHICCO- Che età, se facciamo tutti la stessa classe?
LAILA - Tu sei due anni più vecchio di noi!
CHICCO- Ma faccio la stessa classe vostra!
LAILA - La fai perché t’hanno bocciato due volte.
TITTI - S’è fatto bocciare apposta!… Per poter stare nella mia stessa classe!
(accarezzandolo) E’ vero, Chicchetto mio?
CHICCO- Sì!…Però ‘sta crisi che hai detto prima: io non ce l’ho mai avuta.
LAILA - Tu, sei tutta una crisi!
TITTI - Non ditemi che volete azzuffarvi proprio adesso!… Come possiamo aiutare
Memo, se non siamo sereni?
LAILA - Hai ragione! Bisogna rimanere calmi e sereni!
CHICCO- Bòh?!... Memo, ha detto che non vuole essere aiutato.
LAILA - Invece noi lo dobbiamo aiutare lo stesso, perché è amico nostro.
CHICCO – Ma guarda te! Proprio oggi che al cinema danno “Rambo”!? Tutto perché
lei è innamorata di Memo!
TITTI - Se fossi stato tu, al posto suo, credi che Laila non t’avrebbe aiutato?!
CHICCO- Sarà? Ma le mani nel fuoco non ce li metterei!
LAILA - Allora, ci aiuti o no?
CHICCO- Vi aiuto, vi aiuto!... Solo perché so cosa vuol dire essere innamorati!
Io per Tittina mia: mi butterei in mare!
TITTI - Quando mi dici 'ste <robe> mi fai toccare il cielo con un dito!
-CAMPANELLO-
LAILA - Vado io! (passando vicino a Titti) Oh credulona! Credi che si sarebbe
buttato in mare? A parte che sa nuotare meglio di un pesce! (esce)
TITTI - Cos’è m’hai illusa con quella frase? Laila ha ragione: tu sai nuotare!
CHICCO – Sì, ma io aspetto il mare <grosso> e poi mi ci butto senza <ciambella>!
ZUZU’ - (entra finendo di mangiare un pezzo di pizza) Ciao, plebaglia! Missione
compiuta!
LAILA - (che l’ha seguito) Allora?... Viene Memo?
ZUZU’ - Non è stato facile convincerlo, ma: viene!
CHICCO- S’è talmente debilitato, per lo sforzo che ha fatto, che sta a prendere
le vitamine!
TITTI - Raccontaci come hai fatto a convincerlo.
ZUZU’ - Dunque, mi sono avvicinato a lui,… mi ci sono attaccato e non l’ho
mollato!
CHICCO- Ci potevi provare a mollarlo! Sai le sberle che ti saresti preso?!...
TITTI - Non l’ha mollato: nel senso di “bagnato”, ma come dire: “lasciato”!
LAILA - Fatelo parlare!… ( a Zuzù) Allora?
ZUZU’ - Allora, mi sono messo seduto accanto a lui e quando ha visto che
insistevo così tanto per farlo venire qui, s’è arrabbiato e c’è mancato poco che
prendessi due sberle!… Invece…
CHICCO- Gliele hai date tu!
ZUZU’ - Sì, così m'avrebbe fatto cadere tutti i denti!
LAILA - Ma te la vuoi moccicare quella linguaccia? Lascialo parlare!...
Racconta.
ZUZU’ - Allora gli ho detto: “ E su! Vieni da noi… Se non lo vuoi fare per me,
fallo per….
CHICCO- (interruzione veloce e concatenata) …Mamma!
TITTI - Adesso cosa c’entra <mamma>?
CHICCO- Bòh!?… Di solito si dice “fallo per mamma”!
LAILA - Chicco, te lo chiedo per favore: lascialo parlare!... Allora?
ZUZU’ - Allora io non parlo più! Primo perché Chicco m’interrompe sempre e
secondo perché mette davanti ai discorsi i genitori e io a mamma…
LAILA- Ma non lo stare a sentire! Lo sai ch’è più ignorante di una capra!
TITTI - (ricordandosi) Giusto! A proposito di “mamma”… Chicco, digli cosa ha
detto sua madre!
ZUZU’ - ( un po’ preoccupato) Perché mia madre m'è venuta a cercare qui?
LAILA - Non è venuta, ma gli ha telefonato lui!
CHICCO- M’ha detto che le devi portare subito la panna per la torta!
ZUZU’ - (dandosi una manata in fronte) Ecco cosa dovevo comprare coi soldi: la
panna!…
TITTI - Invece cos'hai comprato?
ZUZU’ - Due bomboloni alla crema e tre pezzi di pizza!...
-CAMPANELLO-
LAILA - Sarà Memo! Non me la sento di aprire, sono troppo emozionata!
TITTI - Io rimango qua, vicino a Laila, non si sa mai dovesse svenire!
CHICCO- Io sono il fratello e non voglio passare per ruffiano!
ZUZU’ - Ho bell’e capito. Vado io! Camminare aiuta la digestione! (esce)
LAILA - Chissà come sarà nervoso?...
TITTI - (tra sé) Lo lascio entrare e poi scappo in camera!
CHICCO- Zitte! Eccolo!….
MEMO - (entra - è scuro in volto- a Titti) Eccomi! Sono qua. Ebbene?
TITTI - Laila, io vado in camera tua ad ascoltare un disco! (via di corsa)
MEMO – (a Chicco) Allora?
CHICCO- Sì ce l’ho…(guardando l’orologio e tremante) Sono le due e ma-manca
dieci!
ZUZU’ - O stupidotto, mica t’ha chiesto l’ora! Voleva dire…
CHICCO- Vado ad ascoltare <il disco> con Titti! (via di corsa)
MEMO - (a Zuzù) Spiegami un po’ tu che sai tutto!
ZUZU’ - Oh, non cominciamo! Io non so niente! Già che sto male!… Mi sento un
vuoto allo stomaco…Chissà se di là, oltre ai dischi hanno qualche merendina?!
(esce)
SCENA 7^- Laila-Memo-
MEMO - (verso Laila, ma senza guardarla) Perché m’hai fatto venire qui?
LAILA - Ti volevo dire...
MEMO - Alt!… Guarda che sono venuto per farti capire, che non ho bisogno né di
aiuto né di compassione!
LAILA - Ma cosa t’ha preso si può sapere?… Da un po’ di tempo non sei più tu!…
Eri il più simpatico della classe… il più bravo… il più…
MEMO - Lo so: ero <il più>!
Laila - Ma la cosa <più> era che mi volevi bene!
MEMO - (non risponde e si incupisce di più)
LAILA - E’ cambiato qualcosa?… Non me ne vuoi più?…
MEMO - Non è cambiato niente!… Sono problemi miei.
LAILA - Non importa se non mi vuoi più bene, ma non voglio vederti triste!… Pur
di vederti felice, sono pronta a sopportare tutto.
MEMO - Sta zitta, che mi fai soffrire più di quanto soffro già!
LAILA - Fammi soffrire con te!…Parla con me dei tuoi problemi!… Ti voglio
aiutare… Sono giovane come te e ti posso capire…
MEMO - Pensi che basta essere giovani per capire certi problemi? Come puoi
capirmi tu che hai tutto: soldi, affetto, attenzioni…No! Non mi potrai mai
capire.
LAILA - Dimmi. Fammi sapere e vediamo se ti potrò aiutare e consigliare!…
MEMO - (si gira e guardandola) Ma cosa vuoi aiutare e consigliare? Cosa mi
consigli di fare per poter portare <pace> nella mia famiglia?
LAILA - Che vuoi dire?...Non capisco!?
MEMO- Vedi che non è facile capire?!… Laila, i miei genitori si vogliono
separare! (pausa) Stai zitta adesso?... E’ da più di due mesi, che babbo e mamma
non si parlano…Se aprono bocca è solo per bisticciare! Non mi sembrava giusto
che tra lui e mamma ci fossero delle incomprensioni... Ho cercato di parlare a
babbo, ma appena ho cominciato: mi ha chiuso la bocca con uno schiaffo!
LAILA - T’ha fatto male?
MEMO - M’ha fatto male perché, sino ad allora, conoscevo solo il sapore delle
carezze... Non mi aveva mai picchiato!… Ho cercato di parlare con mamma… Ho
provato a dirle di sopportare e cercare di capire… M’ha risposto che assomiglio
tutto a babbo, che sono uguale a lui! A cosa mi serve essere il più bravo? Per
chi, poi?
LAILA - (dolce) Per me!
MEMO - (quasi gridando) Laila!…
LAILA - Mi vuoi bene?
MEMO – Sì e tanto, porca miseriaccia! Ma ho paura, capisci? Ho paura a
volertene! Adesso ci vogliamo bene e se poi, domani, cambia pure per noi?
Saranno i nostri figli a soffrire… Come sto a soffrire io!… No e poi no! Voglio
andare via di casa… Non voglio più andare a scuola!
LAILA- Avresti il coraggio...?
MEMO- No, non ce l'ho il coraggio! (breve pausa) La droga mi aiuterà a trovarlo.
LAILA – No, Memo, la droga: no!
MEMO – Sì! Mi aiuterà a dimenticare tutto! Un amico mi farà incontrare uno
spacciatore.
LAILA – La droga ti servirà a poco. Hai detto bene: fa dimenticare, ma non
cancella!…Parla ancora con i tuoi genitori. Non farti ammazzare dalla droga! Se
mi vuoi bene non devi farlo.
MEMO – In questi giorni d’inferno ho pensato a te e a Chicco senza mamma e alla
fine mi sono detto se non sarebbe stato meglio…Se pure io…
LAILA – (lo interrompe) Non lo devi manco pensare! Non avere la mamma è la cosa
più brutta del mondo! E’ tanto triste non poterla più chiamare! Da piccola, la
chiamavo apposta, tante volte: “mamma,mamma,mamma…” per poterle mandare dei
baci. A ogni <mamma> le labbra si toccavano ed era un bacio!…
MEMO – Basta, basta! Non ti voglio più ascoltare! (esce di corsa)
LAILA – (correndogli dietro e fermandosi sulla soglia…) Memo…Memo…Memo!...
SCENA 8^- I ragazzi.-
TITTI - (entra seguita dagli altri) Abbiamo sentito tutto. Povero Memo!
CHICCO- Dai nervi mi sono mangiato tutte le unghie!
ZUZU' - Hai ragione! Queste cose ti fanno venire un buco nello stomaco, che ti
costringe a mangiare. Cosa posso mangiare? (guarda in giro e poi va a prendere
dei biscotti o caramelle da un vassoio)
LAILA – L’avete sentito che si vuole drogare?
ZUZU’ – Bisogna aiutarlo, prima che cominci!
TITTI – Sì! Bisogna studiare qualcosa!
CHICCO- Io mi studio la prima guerra mondiale… Così mi faccio interrogare al
posto suo!
LAILA – Capisci sempre tutto, tu!
ZUZU’ – Mica bisogna studiare una lezione di scuola!… Come te lo posso
spiegare?… Ecco! Dobbiamo fare, come Maigret!
TITTI – Prova a stare zitto pure tu!… Cosa si può fare?… Pensiamo!…
LAILA – Non perdiamo tempo che “quello” mi si droga!
TITTI – Non è facile!…Tu, però stai più calma! Se ci agiti non riusciamo a
pensare!…
CHICCO- Vogliamo parlare noi con i suoi genitori?
LAILA – Non hai sentito che a loro non importa niente del figlio?
ZUZU’ – Lo diremo al Preside e ai Professori!
LAILA – Così lo espelleranno dalla scuola!
CHICCO- Perché non gli facciamo lo scherzo della bustina?
LAILA – Non ti cade mai la lingua?
ZUZU’ – (dà un biscotto o una caramella a Chicco) Toh, mangia pure tu, così te
la finisci di dire scemenze!
TITTI – Chicco spiegami un po’ com’è la storia della bustina?
CHICCO – Niente! Mettiamo un po’ di bicarbonato nella bustina e a Memo gli
diciamo ch’è droga. Lui, la prende e quando s’accorge che non succede niente ci
facciamo quattro risate!
ZUZU’- A me sembra che quando s’accorge che l’abbiamo preso in giro ci darà
quattro super schiaffi !
TITTI – (felice e meravigliata) Che idea che hai avuto!… Con lo scherzo della
bustina gli facciamo capire che drogarsi è assurdo…che non serve a niente!…
Bravo <Archimede mio>! (lo bacia in fronte)
ZUZU’ – Titti, vorresti dire che in quella zucca si è accesa una lampadina? (a
Chicco) Ma come hai fatto?
CHICCO- (dandosi delle arie) Mi vengono così…(schiocca le dita) spontanee!
LAILA- Come idea non è male! Piace pure a me. Però, per renderla accettabile,
bisogna fargli credere che ci drogheremo pure noi, perché non vogliamo lasciarlo
da solo! Anzi da ora in poi ci dobbiamo comportare come i drogati!
TITTI – Giusto! Così quando ci vede: non ci <scantonerà>!
SCENA 9^- Detti più Zenobio-
ZENOBIO- (entra a prendere le camomille, ma si ferma perché ascolta quello che
non avrebbe mai voluto sapere…)
ZUZU' - ( come gli altri, comincerà ad avere un comportamento da drogato) Capito
Chicco? A noi piace drogarci!
CHICCO- Lo dici a me? Capirai! A me mi chiamano “Siringa”! Sono tutto buchi come
un colabrodo!
TITTI – A me mi chiamano l’ <eroina> di Ancona! (paese-città)!
ZUZU’ – Perché l’hai liberata tu dai Mori?
LAILA – Sfotti pure?!…Tanto per saperlo, io e Titti,ci siamo <fatti> non solo
con l' eroina, ma con tutti i tipi di droga. Ne abbiamo preso così tanta che,
potremmo aprire una drogheria ed un genere alimentare!
ZUZU’- “Siringa”, fammi <snusà> che ho tanta voglia!
LAILA – Pure io ho voglia!…
ZENOBIO- (inorridito scompare)
TITTI – (riprendendo il discorso) Così va bene! Adesso facciamo la droga!
LAILA – Qui no, perché è pieno di gente e ci possono vedere!
CHICCO- Andiamo a casa di Zuzù!
ZUZU’ – No, a casa mia no! Se mia madre mi vede arrivare senza panna…
LAILA – Te li diamo noi i soldi per comprarla!
TITTI – Laila, Memo te l’ha detto dove ha l’appuntamento con lo spacciatore?
LAILA – No.
ZUZU’ – Dove volete che ce l’abbia: in piazza, no?
TITTI – Se non riusciamo a trovarlo è inutile che facciamo la <bustina> della
droga, perché comprerà quella dello spacciatore!
ZUZU’- Così non saremo “drogati”, ma “fregati”!
CHICCO- Andiamo, prima che mi prende una crisi d’astinenza! (esce seguito da
Zuzù e Titti)
LAILA - (seguendoli) A te può prendere solo una crisi di scemenza!
Andiamo...Andiamo!
SCENA 10^- Zenobio,poi Dolores- Eufemia e Porfirio.-
ZENOBIO- (entra distrutto) Che disgrazia!… Che disgrazia! I miei nipoti si
drogano!… Ora, Porfirio darà la colpa a me!… “Non sei stato attento! Come li hai
educati? Con chi l’hai mandati? Te lo dico io: con una massa di drogati?”… Che
vergogna! Come faccio a dirglielo?... Madonna aiutami tu!
DOLORE-(prima da fuori, poi entrando) Zenobioooo!!! Zibììììì!….Zibììììì!!???
ZENOBIO- (che non ha sentito) Io dovevo pensare alla Fabbrica e lasciare a lui
l'educazione dei figli. Che sbaglio grosso che ho fatto! (alzando gli occhi al
soffitto) Domitilla, perché m’hai lasciato da solo in questa valle di lacrime?
DOLORE- (entra)
ZENOBIO- Perché m’hai lasciato solo?
DOLORE- (crede che parli con lei) Sei tu che m’hai lasciata sola!
ZENOBIO- (crede che le abbia risposto la sorella, facendo le corna) E cosa
volevi, che morivo con te?
DOLORE- Che morire!? Di là stiamo così freschi!
ZENOBIO- No, è meglio stare qui!…
DOLORE- (gli mette una mano sulla spalla)
ZENOBIO- (si spaventa) Aaaaaahhhhh!!!!
DOLORE- Devo essere proprio brutta, per metterti tanta paura!
ZENOBIO- (riprendendosi) No! Pensavo che era… Stavo a parlare con una
conoscente. (ritorna a lamentarsi) Che disgrazia! Che disgrazia! Che vergogna!…
DOLORE- Ma sei stravolto!…Che ti è successo?
ZENOBIO- Come faccio a dirglielo? Mamma, aiutami!…
DOLORE- Ma che ti è successo, dimmi!
ZENOBIO- Mi lasci perdere! Non capisco più niente! Mi sento impazzire!
DOLORE- Ma che ti è successo? Ti posso dare del “te”?
ZENOBIO- Grazie, siete troppo buona, ma col dispiacere che ho: manco l’acqua
m’andrebbe giù! (cammina su e giù per la scena)
DOLORE- Dicevo, se posso chiamarti per nome… darti del “tu”? Forse riusciremo a
spiegarci meglio.
ZENOBIO- Sì, diamoci del tu, chiamiamoci per nome. Tanto fra poco più nessuno mi
chiamerà!…
DOLORE- Adesso mettiti a sedere!
ZENOBIO- Grazie, non sono stanco.
DOLORE- Siedi!
ZENOBIO- Non posso, ho le spine sotto al …
DOLORE- (decisa e forte) Ho detto: “siedi”!
ZENOBIO- (ubbidisce) Sì!
DOLORE- Raccontami tutto e…con calma!
ZENOBIO- Si tratta, signorina…
DOLORE- Dolores!
ZENOBIO- Altro che <dolori>! Questi sono dispiaceri enormi!
DOLORE- Chiamami per nome: Dolores o Dady, ma non darmi più del lei!
ZENOBIO- Dunque, io sono venuto a prendere le camomille e appena entro: sento
dalla bocca di mio nipote, Chicco, che si fa i buchi nel culetto… che
rassomiglia a un colabrodo… Quell’altra, Laila, se la fa con l’amica sua, che fa
l’eroina e che sono talmente pieni che possono aprire una drogheria! Quell’altro
<snusa>, tira sù di naso come i cani da tartufo!… Non ci capisco più niente!
DOLORE- Buchi?…Fiutare?…Vuoi dire che si drogano?
ZENOBIO- Sì, oh! L’hai capito adesso? Che disgrazia!… Che vergogna!…
PORFIRI- (da fuori) Zenobio!?… Dolores!?…
EUFEMIA- Zibì!?… Dady!?… Arriviamo!…
ZENOBIO- Eccolo! Adesso mi ammazza! (corre a sdraiarsi sul divano)
DOLORE- Ma che fai?
ZENOBIO- Mi metto lungo: voglio morire comodo!
DOLORE- (lo fa alzare) Alzati!… Non ti preoccupare, ti aiuterò io!
PORFIRIO- (entra seguito da Eufemia, e guardando dalla parte sbagliata) Com’è
che ci avete lasciati soli?
EUFEMIA- (lo gira) Stanno di qua!
PORFIRIO- Scusate, ma senza lenti… Allora?… Zenò, perché non rispondi?
DOLORE- Porfirio, parlerò io per Zibì!
PORFIRIO- Com’è che parli tu al posto suo?
ZENOBIO- (con lamento)Porfìiiiiiiiiii!!!!…. (va alla parte opposta a Porfìrio -
cambia spesso posto, per creare “gioco scenico”)
PORFIRIO- Zenò, sei impazzito? Perché fai la <sirena>?
DOLORE- Porfirio, rispondimi sinceramente: è vero che dalla morte di tua moglie
ti sei interessato esclusivamente della Fabbrica e non dell’educazione dei
figli?
PORFIRIO- Certo! Io ho pensato alla Fabbrica e ai figli ci ha pensato mio
cognato. (viene girato dalla parte giusta) Perché?
DOLORE- Perché hai sbagliato! Ai figli dovevi pensarci tu.
PORFIRIO- Cosa vuoi dire? (sempre dalla parte opposta a Zenobio) Zenò, parla!…
E’ successo qualcosa a Chicco e Laila?… (viene girato dalla parte giusta) Parla!
DOLORE- Ebbene, Porfirio, devi sapere che…
ZENOBIO- No! Lo voglio dire io!… Porfì, i nostri fiji, cioé i tuoi figli… (con
voce strozzata dalla paura andando alla parte opposta…) si drogano!
PORFIRIO- Non può essere! Non è vero! Non ci posso credere! Dimmi…
EUFEMIA- (girandolo nella giusta direzione) Adesso sta di qua!
PORFIRIO- Grazie!… Dimmi che non è vero! (si lancia verso il cognato)
DOLORE- (si frappone) Sta calmo e ascoltami!
PORFIRIO- Non t’impicciare!
DOLORE- Invece, sì! Non sopporto, che un buono, come Zibì, venga aggredito in
questo modo!
PORFIRIO- Me lo dici solo adesso?… Ma io t’ammazzo!…
ZENOBIO- (andato alla parte opposta)
EUFEMIA- (lo gira)
PORFIRIO- Grazie!… Dove credi di andare? Ti nascondi? Ma appena ho le lenti e ci
vedo meglio: ti sbrano! Eufemia va dall’ottico a prendere le lenti; a quest’ora
il negozio sarà aperto.
EUFEMIA- E’ meglio di no: “occhio non vede e cuore non duole”!
PORFIRO- ‘Mbe’?! Cosa c’entra ‘sto proverbio? E’ come i “cavoli a merenda”!
EUFEMIA- Ti volevo confortare!
PORFIRIO- (più calmo) Dove sono?… Zenò, parla! Dove sono Laila e Chicco?!
ZENOBIO- Sono andati a drogarsi. Mi pare che dovevano incontrare uno che la
vende!… Andavano in piazza!
EUFEMIA- Bisogna chiamare il maresciallo!
POERFIRIO- Così lo scrivono sulla prima pagina di tutti i quotidiani e io posso
chiudere la Fabbrica.
DOLORE- Visto che pensi alla Fabbrica e non ai figli?… Però la penso come te:
non conviene chiamare il maresciallo. Io, chiamerei una buona psicologa che col
dialogo e la ragione farebbe tornare i ragazzi sulla retta via.
PORFIRIO- Invece a me quest’idea non mi garba per niente! Questi sono tutti
ciarlatani! Non concludono mai niente!
EUFEMIA- E’ meglio il maresciallo!
DOLORE- La psicologa!
EUFEMIA- Il maresciallo!
DOLORE- La psicologa!
PORFIRIO- Basta!… I figli sono miei! Comando io e si fa come dico io! Lasciatemi
solo con mio cognato!
ZENOBIO- (ricomincia a piangere) Mi vuole ammazzare senza testimoni! Porfì,
cos’è mi vuoi ammazzare?
PORFIRIO- Ma che ammazzare!? Per chi m’hai preso?! La colpa è tua quanto mia,
quindi adesso dobbiamo cercare di rimediare!… Dobbiamo pensare a qualcosa!…Per
favore, lasciateci soli!
EUFEMIA- Sì, Porfìrio! Faccio come mi hai detto: vado dall’ottico, per le lenti!
PORFIRIO- Brava!
DOLORE- Io intanto, cercherò di rintracciarli in piazza.
ZENOBIO- Vengo con te!
PORFIRIO- No! Tu rimani con me.
ZENOBIO- Già!… Dimenticavo che dobbiamo “pensare”!.
PORFIRIO- (alle donne) Potete andare!
DOLORE- Andiamo Eufemia! (andando) Prima sistemiamo la storia dei figli e poi li
avremo tutti per noi!... A fra poco! (esce)
EUFEMIA- (seguendo Dolores) Ci mancava solo la droga!... Ciao, Porfìrio! (via)
PORFIRIO- Sono andate via?
ZENOBIO- Sì!
PORFIRIO- Tu, hai qualche idea?
ZENOBIO- No!
PORFIRIO- Io: sì! Primo, dobbiamo fare arrestare questo spacciatore e poi voglio
toccare con mano se i miei figli si drogano veramente! Dobbiamo prenderli nel
fatto: mentre la comprano!
ZENOBIO- Sì, che quelli sono scemi! Vedendoci in piazza non compreranno la
droga!
PORFIRI- Non ci vedranno! Anzi, forse penseranno che anche noi siamo due
spacciatori.
ZENOBIO- Come sarebbe?
PORFIRIO- Io mi vestirò come si vestono queste persone: da “pank… da Bit” e tu
da “donna”!
ZENOBIO- No! Io da donna non mi ci vesto!
PORFIRIO- Tu ti ci vesti!
ZENOBIO- No! Io non mi ci vesto!
PORFIRIO- E io t’ammazzo!
ZENOBIO- E io mi ci vesto!
PORFIRIO- E io non t’ammazzo più!
ZENOBIO- (piagnucola e farfuglia a soggetto)
PORFIRIO- (uscendo) Zitto! Andiamo a vestirci!... (si avvia in camera)
ZENOBIO- (lo segue piangendo) Che disgrazia!...Che disgrazia!... (via)
S I P A R I O
SECONDO ATTO
Stessa scena del primo atto.-
Scena 1^- Porfirio- Zenobio
PORFI- (entra vestito da “bit”- accenna qualche passo di “rock” mugugnando una
canzone…finché non entra Zenobio)
ZENOB- (da dentro prima e poi entrando) Porfì?…Porfì… (entra) Porfì, mi vuoi
aiutare?… (è vestito da donna- con una mini-mini-gonna- in una mano ha una
scarpa, tacchi alti a spillo, e nell’altra la parrucca)
PORFI- Dimmi, sto bene così? Rassomiglio a uno di loro? Mi prenderanno per uno
spacciatore?
ZENOB- Ti prenderanno per matto!… (finisce di mettere l’altra scarpa- mette la
parrucca al contrario, tanto da avere tutti i capelli davanti alla faccia) Oh
Dio, non ci vedo!
PORFI- Manco io ci vedo! (molto addosso a Zeno) Fatti vedere!?… Girati di
faccia!
ZENOB- Sono già di faccia!
PORFI- Ma hai messo la parrucca all’incontrario!…
ZENOB- (mettendola nel giusto verso) Hai ragione!…
PORFI- Non è poi così difficile, mi pare!?
ZENOB- Siccome la metto tutti i giorni!…
PORFI- (poi toccando il petto a Zenò constata che è piatto) E tu saresti una
donna?
ZENOB- Non vedi che ho la gonna?
PORFI- Sì, ma nel petto ti ci hanno passato la pialla! Chi vuoi che ti
s’avvicina per comprare la droga? Bello non sei, figurati senza petto!
ZENOB- (lisciandosi i fianchi) Sta tranquillo che ho altri argomenti per farli
avvicinare!
PORFI- Lascia perdere gli argomenti! Va di là e metti nel petto…due limoni… due
arance… due melanzane…
ZENOB- …due zucchine… due finocchi… (andando) …e nel cappello ci metto
un’insegna luminosa con scritto “Frutta e verdura!” (esce)
PORFI- (finché non rientra Zeno, su consiglio del regista: si muoverà e parlerà
a soggetto)
ZENOB- (rientra con due arance o due pompelmi in mano…) Possono andare bene due
arance?
PORFI- Mettile, che provo a… (mima con la mano a coppa)
ZENOB- Alt! Se li vuoi toccare: toccali adesso, perché dopo che l’ho messi non
si toccano più…diventano: “proprietà privata”!
PORFI- Intendevo dire: “provo a vedere se ti stanno bene addosso”!
ZENOB- (dorso alla platea mette le arance al petto e poi girandosi si farà
notare da tutte le angolazioni, come se stesse provando per un fotografo) Come
sto?... Vanno bene?... Si notano se mi metto di profilo?... Di qua?... Da questa
parte?...
PORFI- (classico fischio di approvazione) Adesso sì che sei “bona”!
ZENOB- Quanto sei volgare! -CAMPANELLO- Porca miseria!...Chi sarà?... Dove mi
nascondo?...
PORFI- Che ti nascondi a fare? Tra poco usciremo e ti vedranno tutti!
ZENOB- Ma cosa dirà la gente vedendomi vestito così?
PORFI- Proprio niente, perché non ti riconosceranno! -CAMPANELLO- Vado ad
aprire!
ZENOB- (dando le spalle alla comune, borbotta per riempire la pausa entrata)
Madonna, che vergogna! Pure questo dovevo <passare> nella mia vita!?…
Scena 2^- Detti – Eufemia-
PORFI- (entra seguito da Eufemia) Entra! Le hai prese le lenti a contatto?…
EUFEM– (entra a testa bassa, cerca le lenti in borsa e poi tirerà fuori una
scatolina) Sì, ma ho dovuto telefonargli a casa! Doveva ancora aprire… (vedendo
una donna: s’interrompe) Porfìrio, sono forse di troppo? Ti debbo fare qualche
altra commissione?
PORFI- No, perché?
EUFEM- (guardando verso Zenobio) Alla signora serve niente?
PORFI- Ma questa è….
EUFEM- Zitto, sa’! Non c’è bisogno che ti giustifichi?… Ecco perché ogni volta
che ti vengo a trovare: fai una faccia contrariata! Non t’importa proprio niente
di me! Me lo potevi dire chiaramente, senza che lo scoprissi io!
PORFI- Ma guarda…
EUFEM- E guardo sì!… La vedo!… Guardate lì, con tutte le cosce in vista! (nota
l’altezza) Porfirio, per dargli un bacio prendi la scala? E io che m’ero illusa…
PORFI- Brava! Ti sei illusa. Hai fatto tutto tu!…Ti comporti come se stessimo
insieme da tanti anni e t’avessi tradita!… (indica Zeno) La vedi “questa”?
Questa non è una donna.
EUFEM- Ci credo, è una donnaccia!
ZENOB- (senza girarsi) Uéh, bada come parli!?
EUFEM- La mummia ha parlato! Io parlo dritta e tu….(a Porfi) Però, mi pare che
ha parlato con la voce di Zeno?…
PORFI- Non ti pare. È la voce di Zeno, perché “questa” è Zeno!
EUFEM- (sposta i capelli di Zeno)…E già! Mi sono sbagliata… Scusami!… Sai come
siamo fatte noi donne!?
PORFI- Allora, se ho ben capito, ti sei sempre presentata in casa mia, con la
scusa che ti mancava qualcosa, perché ti piacevo? E’ vero?
EUFEM- (vergognosa) Mi sei sempre piaciuto!
PORFI- Non potevi dirmelo prima, così i figli sarebbero cresciuti meglio?
ZENOB- (risentito) Oh, guarda che io gli ho dato il cuore e la mia gioventù!
EUFEM- Sì, però t’è mancata la furbizia di noi donne!
ZENOB- Bene! Visto che non sono una donna: vado a spogliarmi!
PORFI- E no! Ormai ci devi aiutare a scoprire tutto!
ZENOB- Ma possibile che non siete riusciti a trovarli?
EUFEM- Abbiamo girato per tutto il paese, ma di loro non abbiamo visto neanche
l’ombra!
ZENOB- Dov'è l'amica tua?
EUFEM- E' rimasta in piazza; aspetta che gli dia il cambio.
PURFI- Dammi le lenti e… (indicando Zenobio) dagli un’aggiustata sennò mette
paura e non le si avvicina nessuno!
EUFEM- (porge la scatola con le lenti) Tieni!… (a Zenobio) Vieni qua! Mettiti
seduto che ti sistemo!
PORFI- (trova qualche piccola difficoltà nel mettere le lenti, ma alla fine vi
riesce)
ZENOB- Eufemia, prometti che non dirai a nessuno che mi sono vestito da donna.
EUFEM- E chi parla?! (mentre lo trucca ci saranno delle battute a soggetto da
parte dei Tre…) Ecco qua!… Ora sei più decente!
PORFI- (che ha finito) Fammi vedere! (apre e chiude più volte gli occhi) S’è
fatto giorno! Le luci si sono accese! (guarda Zeno e ride)
ZENOB- Come mai prima non ridevi?
PORFI- Prima non avevo le lenti!
ZENOB- (accenna qualche passo verso la camera) Vado a cambiarmi!
PORFI- No, fermati!… Non rido più! Giuro.
EUFEM- Ci viene da ridere perché sappiamo chi sei… Chi vuoi che ti riconosca,
vestito così?
PORFI- Eufemia, a me mi riconosceranno?
EUFEM- (dopo averlo guardato) Embéh!… Un pochetto: sì!
PORFI- (mettendo degli occhiali da sole, neri) E se metto 'sti occhiali neri?
EUFEM- Così, va meglio!
ZENOB- Come sto? Sto bene?...
EUFEM- Come aspetto: sì! Devi cambiare la voce! Deve essere meno aspra, più
gentile, più dolce… Prova a parlare in farsetto!
PORFI- Provaci!
ZENOB- Come sarebbe 'sto “farsetto”?
PORFI- (prova a dire qualche parola a soggetto)
ZENOB- (prova, ma prende delle “stecche”- Porfì esegue ancora e Zeno cerca di
rispondere, sempre steccando, alla fine…) Oh, io non ce la faccio!
EUFEM- Se proprio non ci riesci: cerca di essere più dolce, meno maschio! Per
esempio, se batti la gamba nello spigolo di una sedia: cosa diresti?
ZENOB- “Porco quel diavolaccio sgangherato”! Ho battuto la gamba nello spigolo
di quella sedia!
EUFEM- Ecco! Hai sbagliato tutto! Una donna avrebbe detto: “Cielo!…Dio!…” e non:
“Porco diavolaccio”! …Prova a fare la voce più <dolce>!
ZENOB- (addolcendo la voce) “Cielo! Oh Dio! Ho battuto la gamba in quello
spigolo lì”!
EUFEM- La voce potrebbe andare bene, ma le <mosse>: non vanno bene!
ZENOB- Adesso pure le mosse debbo fare?
PORFI- Certo! Dove s’è vista mai una donna, che quando parla, si sbraccia di qua
e di là, come uno scaricatore di porto?
ZENOB- Non capisco perché non l'hai fatta tu la donna, visto che sai come fanno
l? Io il maschio bit l'avrei fatto molto meglio di te!
PORFI- Io, non ho il fisico!
ZENOB- Guarda che non c’è bisogno del fisico: basta avere… (le tocca) le
orecchie!
PORFI- (si inalbera) Cosa vuoi dire?
ZENOB- Voglio dire…
PORFI- Zitto! Non c’è bisogno che lo dici. Ci siamo capiti!
ZENOB- Non riesco a capire come facciamo a capirci se manco ci parliamo?
EUFEM- Volete continuare a beccarvi o aiutare i ragazzi?
ZENOB- Se non sarebbe stato per loro?… Su! Ditemi come debbo fare per non
sbracciare tanto?
EUFEM- (cerca di aiutarsi nei movimenti anche con delle parole, facendo notare
in modo spiccato il movimento delle mani prendendo una sedia ed eseguendo)
Questa qua… prendila qua e mettila là!… (riportandola al posto di prima)
Prendila qua e mettila là!…
ZENOB- E io dovrei fare come quelli…(si tocca le orecchie) No,no,no!…
PORFI- Tu, lo fai!
ZENOB- No!
PORFI- Sì!
ZENOB- No!
PORFI- E io t’ammazzo!
ZENOB- E io lo faccio!
PORFI- E allora non t’ammazzo!
EUFEM- Su…prova!
ZENOB- (esegue) Questa prendila qua e mettila là!… (ci prova più volte)
EUFEM- Bravo! Vedi come impari presto!?
PORFI- Mi cominci a piacere!
ZENOB- (guarda torvo) Cosa?
PORFI- (rimedia) No,no…dicevo a Eufemia!….
EUFEM- Ora dobbiamo provare a camminare meglio! Cammina un po’!
ZENOB- (accenna qualche passo) Capirai, sa 'sti trampoli… (ritorna al posto)
EUFEM- (disapprova) No,no,no,no!…
PORFI- Questa me la chiami: camminata da donna?
ZENOB- Ma non potevi rimanere al <buio> ancora per un po’?
EUFEM- Zenò, ascolta me e non tuo cognato!… Quando cammini devi segnare le <tre
meno un quarto>…o se te viene meglio: le <nove e un quarto>.
ZENOB- Cosa?
EUFEM- Hai presente l’orologio? Dove stanno le <tre>?
ZENOB- (fa segno con la mano verso destra e contemporaneamente Eufemia dà un
colpo d’anca verso la parte indicata da Zenò)
EUFEM- E le nove?
ZENOB- (verso il lato opposto: con la mano) Di qua!
EUFEM- (altro colpo d’anca: opposto al primo) Ecco! (esegue camminando) Tre meno
un quarto, nove e un quarto…tre meno un quarto, nove e un quarto… Prova tu!
ZENOB- (scocciato esegue in malo modo)
PORFI- Queste sono le <due e mezzo>, altro che tre meno un quarto!
ZENOB- A te cosa frega se vado mezz’ora indietro?
EUFEM- Riprovaci! Porfìrio, dagli il tempo, che io penso a correggerlo.
PORFI- Va bene!
ZENOB- Sì, ma a 'sto punto chiamatemi: “Zanzy”!
PORFI- Sei pronto?… Via! Tre meno un quarto…
EUFEM- (mentre Zeno cammina al ritmo di Porfì) Ondeggia di più!… Sì… Così va
quasi bene… Continua… Petto in fuori!…
ZENOB- (si ferma: è di spalle a Eufemia) Cosa?
EUFEM- Tira fuori il petto!
ZENOB- (tira fuori dal petto le due arance e le porge a Eufemia)
EUFEM- Cosa ne faccio?
ZENOB- Che ne so?… Facci una spremuta!
PORFI- Ma perché te le sei tolte?
ZENOB- Prima eri cieco, adesso sei sordo! Non l’hai sentita? M’ha detto: “Tira
fuori il petto”?
EUFEM- Ma io intendevo che dovevi avere un atteggiamento più controllato… meno
rilassato! Comunque, per me, Zenobio è a posto!
ZENOB- (rimette a posto le arance)
PORFI- Allora, andiamo ch’è tardi! (si avvia)
EUFEM- Eccomi!
ZENOB- (va verso di loro) Aspettate… arrivo!
EUFEM- Tu non puoi venire con noi: daresti nell’occhio!
PORFI- Vuoi dare nell’occhio?
ZENOB- Te lo caverei io un occhio!
EUFEM- Ripassa bene quello che hai imparato e poi esci; così ci darai il tempo
per arrivare in piazza. (a Porfi) E’ meglio uscire dal giardino… Passa meno
gente!
PORFI- Dici bene!… (a Zeno) Mi raccomando, quando arrivi, non venire dalla parte
mia: rimani dall’altro lato della piazza! (se si vuole: indicare luoghi) Ciao!
(escono)
ZENOB- (recita a soggetto quello che Eufemia gli ha insegnato…) -CAMPANELLO-
Saranno i ragazzi!... E se non fossero loro?... -CAMPANELLO- Debbo aprire
comunque. (esce e poi rientra a ritroso) ... Prego, desidera?
Scena 3^- Detti- Bisognetti.-
ONORI- Buongiorno!... Abita qui il Signor Porfirio Bellavista?
ZENOB- Sì. Lei è…?
ONORI- Sono la dottoressa Onorina Bisognetti!
ZENOB- (tra sé) Li viene a fare qua i <bisognetti>?
ONORI- Come dice, scusi?
ZENOB- Stavo a parlare tra me e me! Chi è lei? Cosa desidera?
ONORI- Io sono una psicologa. Lei è un’amica o una parente?
ZENOB- Tutt’e due. Mi spiego meglio, certe volte sono <parente> e certe volte
sono un’amica <apparente>! (accompagna con risatina finale la spiritosaggine)
Ah,ah,ah…come sono spiritosa!…Ah,ah,ah, come sono divertente!… Lei non ride?…
ONORI- (espressione disgustata) Bèhhh..! (che ha guardato Zeno con una certa
circospezione) Ma lei…lei è una donna?…
ZENOB- (ha capito e allora si fa più donna lisciandosi il corpo) Che fa non si
vede? (e poi ripete quello che ha imparato: battendo la gamba in una sedia,
volutamente) Cielo! Oh Dio! Ho battuto nello spigolo di quella sedia
<birichina>!… Adesso la prendo da qua e la metto là… anzi la prendo da qua e la
metto là! (trova il posto)
ONORI- Come mai ha la voce un po’ gutturale?
ZENOB- Sa, mi ha allevato babbo, mamma non aveva tempo!
ONORI- (già insospettita) Capisco!… Come ha detto che si chiama?
ZENOB- Zena. Ma mi chiami pure “Zanzy”!
ONORI- Signorina Zanzy, sono venuta su invito della signorina Dolores, mia cara
amica, e, penso pure sua. Dovrei parlare col signor Porfirio Bellavista ed il
cognato. Sono in casa?
ZENOB- No! Per il momento, no!
ONORI- Posso permettermi di aspettarli?
ZENOB- (indica una sedia) Prego!
ONORI- (sedendo) Conosce bene la signorina Dolores?
ZENOB- Certo! Stavo appunto andando da lei! Uh, come sono in ritardo!… Devo
andare.. Lei aspetti pure! (si avvia verso la comune)
ONORI- (si alza) Senta!?…
ZENOB- (fermandosi) Sì?...
ONORI- Non vada via!… (cerca dentro la borsetta un orologio con catenella o un
“pendolo”…) Ma lo sa che lei è un tipo molto interessante? La prego, mi permetta
di rivolgerle alcune domande.
ZENOB- Ma veramente io…
ONORI- (tira fuori l’orologio e comincia a farlo dondolare lateralmente davanti
agli occhi) Venga!... Ubbidisca!… Venga… mi ascolti… sì… così… Mi ascolti!… Gli
occhi cominciano ad essere pesanti… Chiuda gli occhi… Mi ascolti!...
Sieda!…sieda… Ecco!… Ora chiuda gli occhi e mi ascolti!…
ZENOB- (dacché Onorina comincia ad ipnotizzarlo, comincia a indietreggiare,
quasi sospinto, verso il divano o la sedia, fino a sedersi; dopo risponderà a
occhi chiusi)
ONORI- Brava!… (tra sé, prendendo notes e penna) Deve essere il cognato del
signor Bellavista: quello che interessa a Dolores! E’ un caso un po’ complicato,
ma se il suo subconscio risponderà alle mie sollecitazioni, potrà uscire presto
da questo stato di doppia personalità! (a Zeno) Adesso io le porrò delle domande
e lei dovrà rispondere in tutta verità…Ricordi: verità…verità!…Lei è una donna?
ZENOB- (con voce normale) Mi ci sono vestita!
ONORI- E’ una donna vera?
ZENOB- No!
ONORI- Le piacciono le donne?
ZENOB- Tanto!
ONORI- Sta volentieri con le donne?
ZENOB- Prima, sì…adesso un po’ di meno!
ONORI- Prova disgusto?
ZENOB- No, mi <gusta>. Porco diavolaccio, se mi gustano! Ma è che ho poco tempo!
ONORI- Da quanto non riesce a trovare tempo da dedicare alle donne?
ZENOB- Dalla morte di mia sorella Domitilla!
ONORI- (tra sé) Repulsione incoscia! Non è poi tanto grave, pensavo peggio! (a
Zeno) Le vuole così bene che non riesce a dimenticarla, è vero?
ZENOB- Le volevo più bene quando era viva! Non doveva morire!… Pare che m’abbia
fatto un dispetto!… Mi tocca fare tutto quello che faceva lei!
ONORI- Come pensavo! Caso di doppia personalità. Incosciamente si sostituisce a
lei. Dovrebbe sostituirla con un’altra donna!… (a Zeno) Senta: le piace la
signorina Dolores?
ZENOB- Non mi dispiace per niente, anzi!… Mi sa che comincio a farci un
pensierino!
ONORI- (tra sé) Un’altra donna potrà fargli riacquistare in toto l’identità di
uomo e l’unicità del suo vero “io”. Ora lo sveglio e gli ricorderò, a forti
note, che è un uomo!… Ci vuole una terapia d’urto!… (a Zeno) Qual è il suo nome?
ZENOB- Zenobio!
ONORI- Ad “uno, due, tre” : la chiamerò per nome e lei si sveglierà senza
ricordare niente di ciò che le ho chiesto e di quello che mi ha risposto!…
“Uno…due…tre…Zenobio, svegliati”!...
ZENOB- (si stropiccia gli occhi e poi parlando con voce normale) Cosa m’è
successo?… Dove mi trovo?… (vede Onorina: ricorda e ritorna a parlare con voce
artefatta) Che sbadata!… Mi sono addormentata!…
ONORI- (alzandosi) Basta più mentire!… Ormai so tutto! Lei mi ha detto tutto
sotto ipnosi.
ZENOB- (si alza) Sotto a chi?... Ma cosa sta a dire?...
ONORI- Ipnosi! Per farle capire: l’ho addormentato. Le ho fatto alcune domande e
ha manifestato, palesemente, la sua primordiale identità di uomo, mettendo a
nudo le sue estrinsecazioni femminili!
ZENOB- Così, se ho capito, lei m’ha addormentato, vedendo pure le mie
<essiccazioni femminili>!…
ONORI- Deve buttare via la donna che c’è in lei!
ZENOB- (quasi arrabbiato) Ma, porco diavolaccio!…
ONORI- Deve dimenticare di essere “Zanzy”!
ZENOB- Mi stia a sentire…
ONORI- Si ricordi e ripeta a se stesso: “Io sono soprattutto un uomo!”
ZENOB- Perché non ce lo so?… Lei cara signorina…
ONORI- Ripeta con me: “Io sono un uomo!”
ZENOB- Ma lo so che sono un uomo! Sì, sono un uomo!
ONORI- Ripeta: “A me piacciono le donne!”
ZENOB- Mi potesse prendere un colpo se non è vero! Porco diavolaccio, se me
piacciono!
ONORI- Lo deve dire “convinto”.
ZENOB- Ma gliel’ho detto che mi piacciono.
ONORI- Basta uomini!
ZENOB- (pensa che l'abbia detto a se stessa) Fa bene! Troppi mascalzoni girano
al giorno d’oggi!… Ve l’hanno fatta, è vero?
ONORI- Che mi dovevano fare?
ZENOB- E’ stata sedotta e abbandonata e allora non ne vuole più saper di uomini.
ONORI- Ma io lo dicevo a lei di non andare più con gli uomini!
ZENOB- ( gli occhi fuori dalle orbite) A meeee….!!!????
ONORI- E adesso ripeta: “Rifuggirò gli uomini!”
ZENOB- (che già da un po’ nelle risposte aveva dato segno d’intolleranza) Stammi
bene a sentire, signorina…
ONORI- Onorina!
ZENOB- (adesso lui avanza e Onorina indietreggia) A me poco interessa se <orina
o non orina>…
ONORI- Bisognetti!
ZENOB- E i <bisognetti> non si vengono a fare in casa d’altri!
ONORI- Ma scusi…
ZENOB- Chi le ha detto che mi piacciono gli uomini?
ONORI- Lei!
ZENOB- Io?
ONORI- Lei. Da alcune risposte che mi ha dato sotto ipnosi: ho concluso questo.
ZENOB- Non ci credo! Non mi sono sentito.
ONORI- Certo, dormiva!
ZENOB- Chi mi ha addormentato?
ONORI- Io!… (mostra l’ orologio o il pendolo) Con questo!… (lo fa dondolare)
ZENOB- (glielo strappa dalle mani) Da' qua!… Adesso t’addormento io!… Prima
t’addormento e poi ti faccio vedere se sono un omo!…
ONORI- (si rifugia dietro sedie…tavolo…divano…) Ma cosa vuole fare?... Io sono
illibata!...
ZENOB- Ancora per poco! Finalmente conoscerai un vero uomo!
ONORI- Tutta colpa della terapia d’urto!
ZENOB- Brava! M’hai proprio <urtato>! Vieni qua!…
ONORI- (guadagna l’uscita gridando) Aiuto!… Aiutatemi!… (finendo tra le braccia
di Dolores)
Scena 4^- Detti – Dolores-
DOLOR- (entra e si trova addosso Onorina) Ma che succede?… Onorina?…
ONORI- (mettendosi di fianco a lei, lontano da Zeno) Dolores… Dolores!…
DOLOR- Cos’è, vai già via?
ONORI- Sì, e di corsa!…Fortuna ch’era un uomo inibito, che doveva essere
sbloccato! Questo è un mandrillo! Un maniaco sessuale!
DOLOR- Ma Zibì, che storia è questa? Cosa le hai fatto?
ZENOB- Niente! Non ci sono arrivato!… (cerca di prendere Onorina) Vieni qua
<brutta zitella illibata>!
ONORI- (parandosi dietro a Dolores) Hai detto che ti piace Dolores? (spingendola
verso Zeno) Eccola! (via)
DOLOR-(segue l’amica) Onorina! Onorina?… (ritorna verso Zeno) Allora… hai detto
che ti piaccio!?
ZENOB- Sai, nel sonno, si dicono tante cose.
DOLOR- (delusa) Ho capito!… L’hai detto così, tanto per dire!…
ZENOB- Ma sì che mi piaci!… E non fare quella faccia lì!
DOLOR- (espressione di felicità)
ZENOB- Solo che non ho tempo!
DOLOR- Già, non hai tempo! Devi pensare a tuo cognato e ai suoi figli! Ma non
vedi quello che hanno combinato? Per giunta, di quello ch'è successo, Porfirio
ha dato la colpa a te! Che pensasse lui a Laila e Chicco!
ZENOB- Hai ragione! Lui, fa tutto facile! Gli sembra che è una cosa da niente
educare i figli! Da domani dovrà pensarci lui!
DOLOR- Bravo! Pensa un po’ a te. Hai mai pensato a… sposarti?
ZENOB- No…e bisogna che comincio a pensarci! (guarda timidamente Dolores) Senti…
DOLOR- Si?..
ZENOB- Tu …
DOLOR- Sì!
ZENOB- (apre la bocca e Dolores…)
DOLOR- Sì!
ZENOB- E no! Fammi finire di parlare... Mi aiuteresti a mettere su famiglia?
DOLOR- (emozionata: abbassa la testa dando le spalle a Zeno, e non risponde)
ZENOB- Dico: mi aiuteresti a mettere su famiglia?… Com’è che prima non mi facevi
aprire bocca e adesso non parli? Ci hai ripensato?
DOLOR- (asciuga una lacrima)
ZENOB- (se ne accorge) Non te l’ho saputo dire, è vero? Sai…ho perso la pratica!
DOLOR- No! L’hai detto in un modo meraviglioso e mi sono commossa!
ZENOB- Che poi sono vestito così, sennò....
DOLOR- Chi ti ha truccato?
ZENOB- E’ stata Eufemia a <impastrocchiarmi>!
DOLOR- Andiamo di là, voglio pettinarti, prima di andare in piazza!
ZENOB- Sì, facciamo presto! (escono)
Scena 5^- Chicco-Laila-Titti.--
LAILA- (entra seguita da Chicco e Titti) Io non ce la faccio più! (si lascia
cadere su una sedia) Ho la testa come un pallone!
CHICC- (ha una bustina in mano) A me sono venute le vesciche ai piedi!
TITTI- Oh, cos’è? Ci vogliamo arrendere? Bisogna fare di più! Quello che abbiamo
fatto non basta!
CHICC- Come non basta? M’avete fatto fare su e giù per il paese, come fossi un
pellegrino in pena e non basta?
LAILA- Telefono a casa di Memo e dico tutto alla madre o al padre!
CHICC- Così ti prendono per un'impicciona!
LAILA- Non importa! Almeno avrò la coscienza pulita.
TITTI- Dici bene! Telefona.
CHICC- Zitte!... Mi sembra di sentire delle voci… (si avvicina alla camera e
poggia l’orecchio alla porta) E’ zio con la signorina <Addolorata>!
TITTI- Hai capito a zietto?!...
CHICC- Si sta facendo ricaricare le batterie!
LAILA- (ch’è rimasta con la cornetta alzata: a Chicco, che stava giocando con la
bustina, passandosela da una mano all’altra in volo) Chicco, mettiti di guardia
e se vedi che arrivano: avvertimi! (compone il numero di telefono)
CHICC- (pauroso) Sì, ma fa presto! (apre appena la porta della camera)
LAILA- Zitti! Pronto, sono Laila, c’è Memo?…Non importa, perché ad essere
sincera: volevo parlare con lei… Volevo farle sapere che Memo è disperato a
causa dei vostri litigi... Sì! Mi ha detto della situazione che s'è venuta a
creare in casa vostra… Proprio così! Ha detto che non gli volete più bene e che
volete separarvi… Memo ha bisogno di voi!... Signora, ha detto che vuole
drogarsi… No. Non so dove possa essere adesso! L’abbiamo cercato dappertutto…
Si, se riusciremo a rintracciarlo le telefonerò!… Buonasera! (riaggancia)
TITTI- (avvicinandosi) Che t’ha detto?
LAILA- Poche parole. Quando ha sentito che Memo si vuole drogare, dalla voce ha
mostrato paura e preoccupazione.
CHICC- (preoccupato) Eccoli, oh!… Arriva zio con l'amica!… (fugge in camera sua
perdendo la bustina.- Laila e Titti lo seguono)
Scena 6^- Zenobio-Dolores-poi i ragazzi.-
DOLOR- (entrando) Almeno adesso sei più presentabile!
ZENOB- (in fronte ha un nastro che gli tiene una penna di struzzo) Stammi
vicina, così ho meno vergogna!
DOLOR- Non ti riconoscerà nessuno!… Porfirio sarà dalla parte opposta alla tua!
ZENOB- E tu?
DOLOR- Io e Eufemia continueremo a cercare i ragazzi! (vede a terra la bustina e
la raccoglie) L’hai persa tu?
ZENOB- No. (la prende e osserva) Cosa sarà?
DOLOR- (riprendendola) Non lo so!… (aprendola) Fammi vedere… C’è una polverina
bianca… Oh, non sarà per caso?…
ZENOB- (riprende la bustina) Dà qua!… Mi sa di sì! La droga è dello stesso
colore. L’avranno persa i ragazzi?
DOLOR- Mettila in borsa e andiamo!
ZENOB- (mette in borsa) Sì, andiamo, andiamo!... (escono)
LAILA- (affacciandosi) Venite… sono andati via!
TITTI- (entra) Meno male! Il tempo passa e le cose non si mettono bene per
niente…
CHICC- Cosa l’abbiamo fatta a fare la droga?
TITTI- E dire che ci avevi messo l’idea!
CHIC- L’idea? E le cinque mila lire che ho prestato a Zuzù per la panna, che di
sicuro non li vedrò più?… E i soldi per il bicarbonato? … E quelli delle bibite?
LAILA- Sta tranquillo che se tutto va bene te le ridarò io!
CHICC- (ironico) Sì…se tutto va bene!
TITTI- Laila, va a prendere i bicchieri, così quando Memo arriva è già tutto
pronto!
LAILA- (andando) Si, è meglio! (esce)
TITTI- Dammi la bustina!
CHICC- (comincia a cercare nelle tasche e man mano mostra preoccupazione)
TITTI- (che ha seguito la scena) Guarda che hai già cercato in quella tasca lì!
CHICC- Non è che l’ho data a te?
TITTI- A me? A me non hai dato proprio niente! L’avrai data a tua sorella!
LAILA- (entra con vassoio e 4 bicchieri)
TITTI- Chicco, l’ha data a te la bustina?
LAILA- (posando il vassoio) A me? (a Chicco) L’avevi tu fino a poco fa. Mentre
telefonavo, ho visto che ci giocavi passandotela da una mano all’altra
-CAMPANELLO- (a Chicco) Vai ad aprire!
CHICC- Perché io?
TITTI- Perché sei tu l’uomo di casa.
CHICC- (avviandosi) I lavori pesanti toccano sempre a me!… (esce)
TITTI- Chi pensi che sia?
EUFEM- (entra sconvolta e cerca una sedia) Presto, fate qualcosa!…
LAILA- Cos’è successo?
EUFEM- Il Maresciallo!…
TITTI- Il Maresciallo?...
LAILA- (a Chicco che rientra) Il maresciallo!
CHICC- Dove sta? Cos’è l'ho lasciato fuori? Lo faccio entrare subito!… (fa per
andare)
EUFEM- Vieni qua! Di fuori non c’è nessuno!… Il maresciallo della buon costume,
Pio Abbagli, ha arrestato vostro padre!
LAILA- Babbo?
CHICC- A babbo nostro?
EUFEM- Sì!
TITTI- Per cosa l’hanno arrestato?
EUFEM- Per favoreggiamento alla prostituzione!
CHICC- (incredulo) A babbo mio? Come <quelle> che stanno………. (luogo)
EUFEM- No, lui stava in piazza!
LAILA- In piazza? Ma se ci siamo stati fino a poco fa e non l’abbiamo visto!?…
EUFEM- Non potevate riconoscerlo, perché s’è vestito da “bit”!
CHICC- (c. s.) Babbo mio vestito da bit?
LAILA- Ma tu non hai fatto niente?…
EUFEM- Io ho fatto bene a fuggire, sennò arrestava pure me! Il maresciallo si
chiama: Pio Abbagli: <abbagli> di nome e di fatto! Prende solo abbagli. Ha
scambiato vostro padre per un <pappò>!… E questo è niente!…
CHICC- Perché ti pare poco?
EUFEM- Ha arrestato pure a vostro zio, con l’amica mia!
LAILA- A zìo?…A lui per cosa l’hanno arrestato?
EUFEM- Per spaccio di stupefacenti! Per droga.
TITTI- (raggiungendo a ritroso e piano piano l’uscita) Beh!... Ci vediamo… S’è
fatto tardi… Se vedo Memo gli dico che la madre lo aspetta!…
LAILA- Sì, è meglio! Non farlo venire qui.
TITTI- Mi dispiace…ma debbo proprio andare! Ciao! (esce)
CHICC- Ciao!… (a Laila) Oh Laila, la droga la potevamo chiedere a zio, invece di
fare quella faticata!
LAILA- Sta zitto! (ad Eufemia) Ma perché tutto 'sto <pasticcio>? Babbo e zio
sono brave persone.
EUFEM- Lo so.
CHICC- Perché babbo s’è vestito da <bit>?
EUFEM- Per voi!… Per aiutare voi!
I RAGAZZI- A noi?…
EUFEM- A voi, figli snaturati e senza coscienza!
LAILA- Perché ci dici questo?
CHICC- Per chi ci hai preso?
EUFEM- Per due drogati!…
I RAGAZZI- (guardandosi) Coooosaaaa????….
S I P A R I O
TERZO ATTO
Stessa scena. In scena vi sono Eufemia, Chicco e Laila che aspettano con ansia
il ritorno di Porfirio e Zenobio. Oltre ai bicchieri vi saranno bottiglie di
Coca cola o altre bibite.
Scena 1^- Eufemia- Chicco e Laila.-
EUFEM- Perché l'avete fatto?... Vi mancava qualcosa? Cosa vi mancava?
I RAGAZZI- (fanno finta di non sentire, si distraggono appositamente)
EUFEM- (continua) Che gusto c’è a prendere sta roba?… (a Chicco) Come la prendi?
CHICC- (fa spallucce e si gira)
EUFEM-(a Laila) E tu, <santarella>?…
LAILA- ( Laila come Chicco)
EUFEM-(ritorna a parlare tra se) Com’è che non arrivano?… Porfirio e Zenobio
sono finiti in questura a causa di due mummie!… Non parlate, è vero? Non lo
dite, adesso, che sono sclerotica e vecchia? Ci credo, dopo quello che avete
fatto!
CHICC- (sbotta) Oh,oh,oh!… Ora ci hai stufato! Non abbiamo fatto proprio niente!
Ti dico com’è nato sto casino…
LAILA- E’ stata tutta colpa di babbo!
EUFEM- Di babbo?… Ma se quel poveraccio…
CHICC- Ecco! Appena apriamo bocca ce la chiudete! Per parlare con babbo bisogna
avere un permesso scritto in carta bollata e una volta che l’hai ottenuto, non
fai in tempo a dire “bà”, che ti senti gridare: “Basta! Non ho tempo! Ci siamo
capiti? Se avete bisogno di qualcosa: rivolgetevi a zio”! Così non abbiamo
potuto dire mai niente di tutto quello che volevamo dire!
LAILA- Chicco, mentre le racconto la storiella, va in giardino e vedi se
arrivano!…
CHICC- Sì, è meglio che prendo un po’ d’aria, che già la testa mi fuma! (via)
LAILA- Chicco, ha ragione! Dacché è morta mamma, non siamo più riusciti a fare
un discorso con nostro padre! Poco fa hai detto: “Cosa vi manca?” Niente!
Eufemia, (marcato e staccato) “non ci manca niente”! (normale) Ci manca quel
tantino d’affetto, d’attenzione da parte di babbo!… Lui pensa solo al lavoro!
EUFEM- Daccordo, non avete torto, ma non bisognava arrivare a fare uso di quella
robaccia lì!
LAILA- Ma chi ha mai preso droga?
EUFEM- Non dire bugie! Vi ha sentito vostro zio, poco fa! Ne parlavate come dei
vecchi drogati incalliti!
LAILA- Ho capito!… Ci ha sentito mentre facevamo le prove per far credere a
Memo, un nostro amico, che pure noi eravamo drogati!… I suoi genitori, si stanno
per separare. Lui questo non l’accetta e ne soffre tanto. Crede che drogandosi
riuscirà a soffrire di meno. Per aiutarlo, volevamo fargli capire che la droga
non serve a niente, non cambierebbe nulla.
EUFEM- Deve volere molto bene ai genitori!
LAILA- Sì, tanto!...
EUFEM- Voi facevate le prove e a momenti vostro padre ammazzava Zenobio!
CHICC- (entra) Eccoli!… Eccoli, che arrivano!…
EUFEM- C’è tuo padre?
CHICC- Sì! C’è pure l’amica tua… (pensieroso) Però, non ho visto a zio!…
EUFEM- E’ meglio che andate in camera vostra!
LAILA- Chicco, andiamo! (esce)
CHICC- (si avvia, poi si ferma) Come mai zio non è con loro? -CAMPANELLO-
Eccoli! (via, di corsa)
Scena2^: - Eufemia- Porfirio-Zenobio-Dolores-Maresciallo-
EUFEM- (va ad aprire) Prego!…. Si accomodi!… (rientra seguita da Porfì, Dolores,
maresciallo e poi Zeno)
PORFI- Venga avanti, maresciallo! Si metta comodo... Vado a prendere i
documenti!… (si avvia)
ZENOB- (passa davanti a Eufemia e al maresciallo) Permesso! (va su un lato della
scena)
MARES- Prego, signora!… Cioè…
ZENOB- Ah, bene!…
EUFEM- Scusi, maresciallo! Mica gli rimarranno le carte <macchiate>?
MARES- Purtroppo suo marito….
EUFEM- Ancora non è mio marito!
ZENOB- Ne indovinasse una!
MARES- Scusi, ma non mi riferivo a lei, ma alla signora… (indica Zeno)
ZENOB- Ancora? Maresciallo, non ha capito che sono un uomo?
MARES- Ho preso un abbaglio!... Tutte queste donne!
DOLOR- (ad Eufemia) Il maresciallo Pio Abbagli che prende abbagli! Questa è
carina!
MARES- (a Porfi) Dov’è sua moglie?
PORFI- (alza gli occhi al cielo) Lassù!
PORFI- La faccia scendere!
PORFI- Non può.
MARES- Perché?
ZENOB- Non abbiamo la scala adatta!
EUFEM- Maresciallo, è deceduta!
MARES- Ah, bene!… Di questo se ne occuperà la scientifica. Andiamo avanti! Debbo
appurare se, in casa, nascondete qualcosa!… (agli uomini) Voi!? Cosa avete da
borbottare? Cosa premeditate?
PORFI- Niente! Domandavo dei figli!
MARES- (quasi tra sé, senza guardare dalla parte di Porfi) Ahàh! Avete dei
figli!… (girandosi di scatto verso Porfi con fare inquisitorio) Avete dei figli?
PORFI- (intimidito) Sì!
MARES- (veloce) Quanti?
PORFI- Due!…
MARES- Come mai solo due?
PORFI- Non abbiamo fatto in tempo a farne altri!
MARES- (a Zeno) E voi?
ZENOB- Niente!
MARES- Niente?… (guardandolo con aria meravigliata) Possibile?… Niente?
ZENOB- Per adesso niente. Quando mi prende la voglia glielo farò sapere!!
MARES- Ma non ne avete voluto avere o non li potete avere?
ZENOB- Ecco, bravo! Non li posso avere perché ho delle “essiccazioni”!
MARES- Eppure… (sempre guardandolo) con quei fianchi doveva essere diversamente!
ZENOB- Ari-eccolo!… Maresciallo, io sono un uomo!
MARES- Già…Si! Si, me lo avevate detto!…Ho preso un abbaglio!
ZENOB- (a Dolores) Sta a vedere che per colpa di sto <sempliciotto> vado a
finire davvero in galera!
DOLOR- Sta calmo!
MARES- (a Porfi) Dunque, lei ha detto che ha due figli…dove sono?
EUFEM- Sono nella loro camera.
ZENOB- Porfirio, andiamo a prendere i documenti!
PORFI- Sì, andiamo…andiamo! (si avviano)
MARES- Aspettatemi!… Voglio controllare le vostre camere!… (a Eufemia) Al mio
ritorno voglio trovare i ragazzi qui! (escono)
Scena3^:- Eufemia-Dolores-Chicco-Laila.-
EUFEM- Sentito come comanda? Gli sembra di stare in Caserma!
DOLOR- Eufemia, raccontami tutto!
EUFEM- Io? Tu mi devi spiegare come mai, in piazza, è arrivato il maresciallo?…
DOLOR- Tutta colpa di un vecchio sporcaccione! Credendo che Zeno fosse una
donna, gli ha dato una pacca sul sedere. Capirai Zenobio! E' scoppiata una lite
e qualcuno ha chiamato il maresciallo. Ti dirò: come donna, Zeno, ha avuto
successo!… (brevi risate e poi tornando seria) Conviene chiamare i ragazzi!
EUFEM- Sì, è meglio!… (si avvia, ma ritorna) Oh, lo sai che con Porfirio le cose
si mettono bene? M’ha detto che non ce la fa più a stare da solo e che sente il
bisogno di una donna!… Come va a te con Zenobio?
DOLOR- Anche per me si mette bene!… Altro che inibito! La mia collega, la
psicologa, è venuta e trovandolo in casa, gli ha fatto la prima seduta.
Risultato? A momenti le saltava addosso!
EUFEM- Per convincerlo a fare la donna, abbiamo sudato le proverbiali <sette
camicie>!
DOLOR- Comunque, per me, Porfirio e Zenobio, dopo tutto questo imbroglio, non ce
la faranno più a stare insieme!…
EUFEM- Ne parliamo dopo! Chiamo i ragazzi! (va alla porta e chiama-
ritornando...) Non me ne va proprio di discutere col maresciallo!
LAILA – (entra timorosa) Sono andati via?
CHICCO- Si può?… Disturbo?…
DOLOR- Ma che disturbi? Guarda che ti trovi a casa tua!
LAILA – Perché ci hai chiamato?
DOLOR- Il maresciallo vuole conoscervi!
EUFEM- Vi vorrà fare un piccolo interrogatorio!
CHICCO- (tremando di paura e quasi piagnucolando) Io non so niente! In galera
non ci voglio andare!… (alla sorella) Tutta colpa tua! Io non mi ci volevo
impicciare!… Come faccio se mi portano a …….. ? (nome del carcere più vicino al
paese) Io ancora sono un ragazzetto… Come faccio?…
DOLOR- Calmati! Cosa credi che sia un interrogatorio? Si tratta solo di
rispondere a delle domande.
CHICCO- Si, ma io mi imbroglio! Quando il professore m’interroga: mi confondo…
mi lascio prendere dalla paura e rimango zitto come un pesce e così mi tocca
ripetere l’anno!
MARES- (entra e si ferma sulla soglia) Allora?…
DOLOR- Eccoli!
MARES- (passa davanti ai ragazzi su e giù e poi a Chicco) Tu!… Come ti chiami?
CHICCO- (vorrebbe rispondere, ma gli scappa fuori solo un mugugno)
MARES- Cosa hai da mugugnare?
DOLOR- Rispondi! T’ha solo chiesto quale è il tuo nome.
CHICCO- Fra-francesco Bellavista…ma gli amici mi chiamano “Chicco”!
MARES- (secco) Perché?
CHICCO- Non lo so! Domandatelo a loro, sono loro che mi ci chiamano, mica io!
DOLOR- “Chicco” è il vezzeggiativo di Francesco: Cesco...Cecco...Chicco...
CHICCO- Checca!
MARES- (girandosi di scatto verso di lui) Cosa hai detto?
LAILA- Niente! Sa, stavamo studiando…facevamo l’analisi logica…e lui stava
declinando. E' vero?
CHICCO- Sì! Declinavo: Francesco, presente – Cesco, complemento oggetto – Cecco,
genitivo – Chicco, attributivo e Checca, neutro!
MARES- Capperi! Devi essere molto bravo a scuola! Si vede: hai una faccia
intelligente!
CHICCO- (guarda in giro e poi..) Dice a me?
EUFEM- Un altro abbaglio!
MARES- (a Laila) E tu?
LAILA – Io mi chiamo Laila e non è derivato da niente! Laila e basta.
MARES- Lo sapete che i vostri genitori, oggi, sono stati portati in questura?
EUFEM- e DOLORES –(suggeriscono ai ragazzi con dei cenni : “no” )
LAILA –No! Non lo sappiamo.
CHICCO- In questura?
MARES- Sì!
CHICCO- E’ lei il Questore?
MARES- No!
CHICCO- E il Questore dove sta?
MARES- In Questura.
CHICCO- Ah!… E il Questore a quest’ora in Questura: c’è?
MARES- No! Il Questore a quest’ora in Questura non c’è!… Ma perché vuoi saperlo?
DOLOR- E’ un ragazzo molto curioso… Gli piace chiedere… Vuole sapere tutto… Non
gli sfugge niente!
MARES- Bravo! Arruolati. Abbiamo bisogno di gente come te!… Adesso debbo andare
nelle vostre camere. Chi di voi mi accompagna?
EUFEM- Lei!
DOLOR- (a mezza voce) Ma io non so…
EUFEM- (indicando) E’ quella la camera dei ragazzi!… (la sospinge) La segua,
maresciallo! (Maresciallo e Dolores escono)
LAILA – Cosa cerca nelle nostre camere?
EUFEM- Cosa vuoi che cerchi? La droga, no!
PORFI- (da fuori) Vieni!…(entra seguito da Zenobio)
LAILA – (rimane dove si trova, e abbassa la testa)
CHICCO- (va a sedere- Zeno siederà di fronte a Chicco)
PORFI –(entra e dopo aver guardato i figli: sardonicamente…) Eccoli qua i miei
tesori!… C’è mancato poco che, per loro, finivo in galera!
ZENOB- (da seduto accavalla le gambe , con gomito sul ginocchio e mano in
faccia, per coprirsi a Chicco)
LAILA – Babbo, ci dispiace!
CHICCO- Pure per zio!
PORFI- Si può sapere perché state a testa bassa? Come mai non mi dite perché mi
sono vestito così… che mi faccio schifo?
LAILA – Perché lo sappiamo!
CHICCO- Che fai schifo!
LAILA –(rimedia) Vestito in questo modo! (occhiataccia)
PORFI- Non capisco perché frequentate gente che fa uso di certa <roba>!?
LAILA – Babbo, guarda che noi…
EUFEM- Sta zitta, che parlo io!
PORFI- Tu cosa c’entri?
EUFEM- So tutto! Andiamo per le corte! I tuoi figli non si drogano e non si sono
mai drogati! Per aiutare un amico, che voleva drogarsi davvero, hanno pensato di
fare una bustina falsa!
CHICCO- Che mi sono persa e che non riesco a ritrovare!
PORFI- Sarà quella che ha trovato Zenobio!… Ecco perché il maresciallo in camera
ha buttato in aria ogni cosa! Cercava la droga!… Ma zio ha sentito per bocca
vostra…
EUFEM- T’ho detto che era tutta una finta!… Facevano le prove, per far credere
all'amico che pure loro si drogavano!
PORFI- Tutta colpa di Zenobio!
CHICCO- (sbotta) Tutta colpa tua e non di zietto!... (si alza e va dal padre,
dando però le spalle a Zeno)
ZENOB- (si alza e da dietro, con una mano, gli accarezza la testa)
CHICCO- …Lo tratti sempre male, e non pensi a quello che ha fatto per noi!
(toglie la mano di Zeno dalla testa) Hai avuto pure il coraggio di lasciarlo da
solo in questura… che poi, a quest’ora il Questore in questura non c’è!
PORFI- Ma cosa stai a dire?… Ma è matto?… Come ti permetti?
CHICCO- Mi permetto sì! Io a zio gli voglio bene. Pure lui me ne vuole tanto!…
Tu invece ti porti a casa le donnacce…(guarda verso dove stava seduto Zeno e non
vedendolo) Dove sta?… Dove è andata? (intanto Zeno accarezzandolo gli fa sentire
il suo seno sulle spalle…Chicco lo avverte e…) Ecco dove sta!… Mi sa che
svengo!… Sento che mi si stanno accendendo le <candele>!….
PORFI- (a mezza voce) E' andato via di testa!... (a Chicco) Vuoi a zio?
Eccotelo!
CHICCO- (si gira) Zio?… Zìo sei tu?...
ZENOB- Sei contento che zietto tuo sta quì?
CHICCO- Abbracciami ancora zio, che mi piace tanto! (lo abbraccia)
LAILA- Babbo, mi dispiace davvero!… Mi perdoni?
PORFI- (non sapendo che dire: apre le braccia…)
LAILA- (prende il gesto del padre come un invito all’abbraccio e corre ad
abbracciarlo)
MARES- (rientra e vede Zeno abbracciato a Chicco e Porfi a Laila)) Ma che bel
quadretto! (andando al centro scena, mentre la coppia Zeno-Chicco sta
lateralmente a sinistra e la coppia Porfi-Laila a destra, Eufemia al centro
scena) Bene,bene,bene!… Non ho trovato nulla. Quindi l’unica bustina di droga è
questa e per giunta falsa.
ZENOB- Di chi è quella bustina?
PORFI- La tua, no?
DOLOR- Non è sua!… Lascialo in pace!
EUFEM- Non c’è bisogno che lo difendi! Dimmelo tu allora di chi è?
CHICCO- (giustificandosi senza che nessuno lo additi) Io non so niente!
LAILA – (al Maresciallo) Ci dica qualcosa lei!
TUTTI – Sì, ce lo dica lei!
MARES- Calma e silenzio!… Portate qui quel tavolino! (indica il tavolo porta
telefono)
ZENOB- (aiutato da Chicco, porta al centro scena il tavolo)
(Porfirio,Laila e Eufemia si mettono in modo obliquo alla dx del Maresciallo
e-Zenobio e Chicco a sx, a mo’ di <ali>)
MARES- (estrae da una tasca un’altra bustina simile all’altra e le poggia tutt’e
due sul tavolo. L’ideale sarebbe quello di far interpretare, al Maresciallo, da
adesso in poi, un <ciarlatano di piazza> scambiando di posto le bustine, mentre
parla) Ecco!… Vedete, queste sono due bustine, a voi possono sembrare uguali e
difatti hanno lo stesso colore, la stessa dimensione e questo lo potete notare
anche con i vostri occhi profani!
CHICC- Maresciallo, io non ce l’ho <profani>… Io ce l’ho <azzurri>!
MARES- Certo!
CHICC- Mamma mi diceva sempre che ce l’ho a <mandorla>!
PORFI- Si, a pistacchio!… Sta zitto ?
MARES- Signori, prego!... Silenzio e <lasciatemi lavorare>!… Se andiamo ad
aprire questa bustina: troviamo del puro e semplice bicarbonato…
TUTTI- (commento a soggetto)
MARES- Proprio così! Del puro e semplice bicarbonato! Difatti se andiamo ad
assaggiarlo…
CHICC- Me ne dà un po’?...
MARES- Zitto e lasciami lavorare!… Mentre quest’altra è la bustina vera!… La
polvere che andiamo a trovare qui dentro non è una semplice polvere, ma
“cocaina”…ripeto: “co-ca-ina”!
CHICC- (alza la mano, e come lui a turno concatenato tutti gli altri alzano la
mano e ad ognuno di essi verrà detto di “no”)
MARES- No!…No…no…e no! E’ inutile che alzate la mano!… Non ve la posso dare!
CHICC- Ma perché?
MARES- Perché è mia e me la tengo !… (ritornando nella figura del maresciallo)
Mi serve per vedere la differenza tra quella vera e quella falsa.
DOLOR- Possiamo vedere la differenza?
MARES- (porgendola) Eccola, ma non toccate la polvere!
TUTTI – (se la passano)
DOLOR- Posso vedere la falsa?
MARES- Eccola! (anche questa viene, a sua volta, fatta girare, finché quella
vera rimane nelle mani di Chicco e quella falsa ritorna al Maresciallo)
CHICC- Maresciallo, questa falsa me la posso tenere?
MARES- Certo! Quella falsa l’affido al futuro <poliziotto>!… Adesso debbo
andare, altre avventure mi aspettano! (a Porfi) Lei si ricordi che non ha l’età
per fare il ragazzino e lei (a Zeno) signora, si vesta più decentemente!… E tu
ragazzo, quando ti senti pronto, quando sentirai dentro di te quel desiderio
irrefrenabile d’avventura: vieni da me e al nostro passare il mondo sporco e
ladro tremerà! Buonasera!… Ricordate che il maresciallo Pio Abbagli non prende
mai… abbagli! (via)
EUFEM- Meno male che è andato via! M'ha fatto venire il mal di testa!
ZENOB- (a Dolores) Posso andare a cambiarmi? Non ce la faccio più stare con
questi panni addosso?
DOLOR- Ma certo!
PORFI- Pure io! (a Eufemia) Mi vado a cambiare!
EUFEM- Va pure!
ZENOB- Come mi strucco?
DOLOR- Col latte!
PORFI- Col latte?
ZENOB- Col vino è lo stesso?
EUFEM- No!
PORFI- Abbiamo un verdicchio di Matelica!...
DOLOR- Latte! Latte detergente!
LAILA – Babbo, lo trovi in bagno, nel mio armadietto!
EUFEM- Laila ci penso io. (sospinge Porfi ed escono)
DOLOR- Laila, Chicco, andate in camera a mettere a posto i cassetti. Il
maresciallo, per cercare la droga, ha buttato tutto a terra! Andiamo Zibì!
(escono)
Scena 4^- Laila- Chicco- poi Memo.-
CHICCO- Tutto a terra? Sai il macello che ha fatto?…
LAILA- Andiamo, Chicco! (si avvia)
CHICCO- Lasciami stare un momento da solo!… Fammi riprendere che ancora mi sento
la testa confusa!
LAILA- Va bene, rimani!… (sulla soglia) Però la stavamo a combinare proprio
bella!...
CHICCO- Volevamo togliere Memo dalla “brace” e mettevamo babbo e zio nella
“padella”!
LAILA- Proprio così!… Però avevi avuto una bella idea! (esce)
CHICCO- Così bella che m’è costata dieci mila lire! Senza dire che per poco,
come ricompensa, stavo per avere un sacco di bastonate! Per finire: Memo non
l’abbiamo trovato!… Fammi preparare le bibite!… (apre le bottiglie e comincia a
versare nei bicchieri) Così se Memo dovesse arrivare è tutto pronto!… (si
allontana per guardare i bicchieri…e si fa un complimento) Bravo, Chicco! Mi sa
che da grande, aprirò un bar!... Adesso metto un po’ di bicarbonato… un po’ per
ogni bicchiere!… (apre la bustina di cocaina vera e la distribuisce equamente
nei bicchieri) (ripensando alle parole del Maresciallo) E <quello> voleva che
diventassi questurino!?… Capirai!...
-C A M P A N E L L O –
Chi può essere?… (a voce alta) Vado io ad aprire!… (va)
MEMO – (entra a testa bassa, seguito da Chicco)
CHICCO- Memo, mi sembri un cane che ha preso un sacco di legnate!… Ma lo sai che
t’abbiamo cercato per terra e per mare?
MEMO – Chiama: Laila!
CHICCO- Non ci si comporta così tra amici!
MEMO – Chiama: Laila!
CHICCO- Per colpa tua stavo per avere un sacco di bastonate!
MEMO – (deciso e con sguardo cattivo) Le vuoi adesso?
CHICCO- (pauroso si avvia) Lailaaaa!!!… (esce)
LAILA – Memo!?… Memo-Memo-Memo! (lo abbraccia)
MEMO – Scusami! (staccandosi) Laila…perdonami!
LAILA – Dove sei stato? I tuoi genitori ti stanno a cercare!…Vai da loro! Non li
fare stare in pena!… (abbassa la testa) Non so se ho fatto bene, ma gli ho detto
tutto, per telefono.
MEMO – Lo so!… Hai fatto bene a dirglielo!
LAILA – Dove sei stato?
MEMO – In chiesa… Nella casa della Madonna… Sotto la finestra dell’Angelo!
(Loreto)
LAILA – Hai pregato?
MEMO – No, se intendi : “Ave Maria e Padre nostri!” (le da le spalle) Riuscivo a
dire solo: “Madonna aiutami!…Aiutami!”. Quando sono uscito dalla chiesa, ho
incontrato mamma … Andava pure lei a raccomandarsi!… La Madonna ha avuto pietà
di me e tu sei stato l’Angelo che mi ha aiutato!
LAILA – (abbracciandolo alle spalle) Memo mio, come sono contenta!…
MEMO – (girandosi) Ma lo vuoi sapere perché litigavano sempre, fino a pensare di
separsi? Perché non si erano mai spiegati!... E’ cominciato tutto il giorno che
babbo, all'insaputa di mamma, ha deciso di fare gli <straordinari> in fabbrica.,
e poterle fare un bel regalo per l’anniversario del loro matrimonio: un
bracciale d’oro! Invece mamma, gelosa, pensava che babbo passasse queste <ore>
con un’altra donna e allora…
LAILA – Se sospettava questo, perché non è ha parlato con tuo padre?
MEMO – Per orgoglio! Così, pure lei, ha pensato di fare degli <straordinari> di
lavoro… Ha detto che l’aiutava a non pensare babbo tra le braccia di un'altra.
LAILA – Stavolta s’è ingelosito lui!
MEMO – Esatto! Così, la sera arrivavano stanchi. Talmente stanchi che non
avevano forza e voglia di parlare. Usavano solo monosillabi: “Caffè!”… “Sì”…
“Sale”… “Pepe”… “Alza il volume”… “Oggi c’è la partita e la televisione a colori
la guardo io!”… “Come sono stanca!”… “Che mal di testa!” Questi erano i soli
discorsi che riuscivano a fare!
LAILA – Ma se non si sono fatti un torto: né l’uno, né l’altro?
MEMO – Tutto per non parlare… Per non esserci dialogo! Il bello è che non
permettevano neanche a me di parlare!
LAILA – Non puoi neanche immaginare cosa hanno rischiato, poco fa, babbo e zio!
MEMO – Me lo racconterai strada facendo. Devi venire a casa mia. Babbo e mamma
vogliono conoscerti e ringraziare!
LAILA – Ma Memo…
MEMO – Zitta! (detto imperativamente)…Vieni! Sei il mio Angelo!… Ormai dovrai
starmi sempre vicino!
LAILA- Ma io…
MEMO - Gli ho detto che ti voglio bene!
LAILA – Davvero?
MEMO – Sì!
LAILA – Allora se mi vuoi bene veramente, non dirmi più “zitta”! Lo vedi cosa
può succedere senza parlare, spiegarsi?… Babbo, le sole parole che dice a me e
Chicco sono: “Zitti! Zitti, ci siamo capiti?” Ma due come fanno a capirsi se non
si parlano?
MEMO – Hai ragione!… Ora andiamo! Ci aspettano.
LAILA – Va bene! (chiama) Chicco, puoi venire un attimo?...
CHICCO- Cosa vuoi?
LAILA – Vado a casa di Memo. I suoi genitori si sono riappacificati e mi
vogliono parlare. Se babbo mi cerca digli che non tarderò! Ciao!
MEMO – Ciao! (escono)
Scena 5^: Chicco- Porfirio-Eufemia, poi Zenobio e Dolores.-
CHICCO- Ciao, ciao!… Così chi rimane a sbrigare ogni cosa: sono sempre io!… Vado
a finire di mettere a posto la roba che ha buttato a terra “Scerloc Holmes”! (si
avvia)
PORFI- (entra seguito da Eufemia) Chicco, chi era?
CHICCO- Era Memo! E’ venuto a prendere Laila, per portarla a casa sua! Vado in
camera a mettere ordine! (esce)
PORFI- (A Eufemia) Hai sentito? E’ andata a casa di un amico. Di un uomo!… Ti
pare giusto?
EUFEM- Se gli vuole bene: sì! Ormai ha l’età per capire certe cose e poi io a
Laila le dò fiducia, è una ragazza con la testa sulle spalle!
PORFI- Sono d’accordo, ma appena sposati bisogna che le parli e le fai capire...
EUFEM- Alt! “Parliamo” e non “parli”! Lo sbaglio è proprio questo: parlare con i
figli a singhiozzo…a rate… prima uno e poi l’altro! Dopo sposati devi dedicare
più tempo alla famiglia e un po' meno al lavoro!
PORFI- Ma io sono da solo a dirigere trenta operai, oh!?
EUFEM- Non sarai più solo! Vedrai che Zenobio riprenderà il suo posto in
Fabbrica. Pare che si voglia sposare, con Dolores!
PORFI- Davvero?… Quand’è così!…
ZENOB- (entra seguito da Dolores e nel vedere gli altri-) Eccoli!...
DOLOR- Su! Diglielo!
ZENOB- Come faccio?…
DOLOR- Vuoi sposarmi o no?
ZENOB- Sì!…Non è che ci ripensi?
DOLOR- Per me: pure domani! (si avvicina e rimangono a parlare sottovoce)
EUFEM- (che nel mentre avevano continuato a parlare sottovoce…) Non c’è momento
migliore per dirglielo!
PORFI- Non glielo puoi dire tu?
EUFEM- Tu sei l’uomo e tocca a te dirlo! (ritornano a parlottare)
ZENOB- …E se mi dice… “ Ah, mi lasci da solo…con due figli…”
DOLOR- Non te lo dirà, perché pure lui si vuole sposare. Dai!
(da questo momento Zenobio e Porfirio si guarderanno, alternando gli sguardi,
finché i loro sguardi si incontreranno e allora parleranno insieme, dicendo le
stesse frasi)
PORF-ZENO- Sai, io mi voglio sposare!
PORF-ZENO- (si rigirano verso la propria donna) Hai sentito? Si vuole sposare!
PORF-ZENO- (si stringono le mani) Complimenti…complimenti!
EUFEM- Insomma! La volete smettere di fare gli scemi?
DOLOR- Ditelo con chiarezza che volete sposarci!
PORFI- Cosa lo diciamo a fare?
ZENOB- Ormai l’avete detto voi!
LE DONNE- (si guardano con sorriso sulle labbra, come dire: “ti pareva? Non
cambiano mai!”
GLI UOMINI- (si complimentano con pacche sulle braccia e si abbracciano)
PORFI- Allegria!… Dobbiamo brindare!…
EUFEM- Qua ci sono delle bibite! (da un bicchiere ad ognuno) Su beviamo!… Per
adesso brindiamo con <questo>… Poi brinderemo con lo champagne!…
ZENOB- Noi brindiamo alla “russa”! (difficoltà nell’intrecciare le braccia)
EUFEM- Pure noi?
PORFI- Voglio vedere se dopo sposato trovo un po’ di pace!…
EUFEM- Ti aiuterò io a trovarla!
(Dopo alcuni sorsi, tutti senza esagerare, daranno segni di disgusto…Quasi
subito la droga farà effetto. Ognuno reagira’ in modo diverso dall’altro:
Zenobio penserà, piangendo, ai nipoti.- Porfìrio sfoga la sua rabbia contro le
Istituzioni.- Eufemia canterà e Dolores le fa da accompagnamento musicale.- Il
tutto deve essere ben coordinato in modo alternato, con la giusta
sovrapposizione di battute)
ZENOB- I figli!… I miei nipotini!… Chicchino!… Lailetta!… Mi ci abituerò?...
PORFI- …Mi stavano a mettere in galera! A me? A un lavoratore!…
EUFEM- (canta la canzone di Michele: “SE MI VUOI LASCIARE” o altra canzone) …Se
mi vuoi lasciaaaare…
DOLOR- (accompagna) Badibadabù!
EUFEM- Dimmi almeno perché!
DOLOR- Da-dabù dabù dabù!
ZENOB- …Domitilla mia sei stata una sorella senza rispetto! Non dovevi morire!
PORFI- …Vi mando io in galera: ladri!… Io sono un onesto cittadino!
EUFEM- … “ …vuoi capire che tu sei per meeee!….
DOLOR- ….Bu bubù dadibadabù!
ZENOB- …Chicchetto…? Lailetta…? -CAMPANELLO-
CHICCO- (entra) Siete tutti sordi?… (li guarda meravigliato, si avvicina, chiama
ora all’uno ora all’altro) -CAMPANELLO- Boh! Per me stanno a dare i numeri!… (va
ad aprire)
MARES- (entra: è agitato) Dov’è?…Dov’è? (cerca sul tavolo, a terra negli angoli
sotto ai divani…) Chi l’ha presa? (interroga a soggetto tutti e non ha risposta
perché ognuno continua sul proprio sconnesso parlare) (a Chicco) Ma perché non
mi rispondono?
CHICCO- Pure io ho cercato di parlare con loro, ma non mi hanno calcolato per
niente!… Che siete venuto a fare?
MARES- Cerco la bustina! Ho lasciato qui la bustina… Quella con la droga vera!…
(mostrando) Questa è quella falsa!… Voglio sapere chi ha preso quella vera.
CHICCO- (capisce e comincia a dare segni di preoccupazione) Sta a vedere che...
Che macello!... Che macello!...
MARES- Allora? Si può sapere chi ha preso la bustina con la droga?
CHICCO- Io. Me l’ha data lei!… Si ricorda? M’ha detto: “Questa puoi tenerla!”…
Io l’ho messa nelle bibite!… (guarda i bicchieri e vedendoli vuoti: disperato)
Se la sono bevuta!…
MARES- Si sono drogati!… Presto chiama l’Ospedale!…
CHICCO- (rimane in silenzio…è inebetito, finché alle ripetute richieste di
chiamare l’ospedale: si mette a gridare e correndo per la scena…) Ospedale!
Ospedale!…Ospedale!...
( i quattro continuano nel loro parlare insensato mentre…cala la tela)
S I P A R I O
PERSONAGGI
PORFIRIO: Caratterista- Vedovo- Troppo preso dal lavoro- Ha problemi di vista-
Scontroso-
LAILA: Generica- Giovane- Figlia- Innamorata di Memo, compagno di scuola.
CHICCO: Caratterista comico- Giovane- Figlio- Innamorato di Titti- Gli piace
molto scherzare e quando cerca di affermare qualcosa di serio, non viene preso
in considerazione. Questa suo carattere lo rende ilare.
TITTI: Generica- Giovane- Fidanzata di Chicco.
ZUZU': Caratterista- Giovane- Tipo che pensa principalmente a mangiare e la sua
mole ne è la prova- E' un “bonaccione”, come Chicco.
MEMO: Generico- Giovane- Fidanzato di Laila. Serio- Triste- Deciso-
*I cinque ragazzi frequentano la stessa Scuola e la stessa classe.
ZENOBIO: Caratterista comico- Cognato di Porfirio- Dalla morte della sorella ha
pensato solo all'educazione di Laila e Chicco. Per dedicarsi completamente a
loro ha lasciato la sua Fabbrica nelle mani del cognato. E' il comico della
Compagnia-
EUFEMIA: Caratterista comica- Innamorata di Porfirio. Estroversa- Ha del comico
e del serio.
DOLORES: Generica- Fisioterapista- Amica di Eufemia- Si innamora di Zenobio che
non riesce ad accorgersi, preso dai problemi dei nipoti.
ONORINA: Generica- Psicologa-
PIO ABBAGLI: Caratterista- Maresciallo- Nella dimostrazione delle “bustine di
cocaina” lascia la divisa per incarnare il personaggio del “ciarlatano di
piazza”-