IL CANTASTORIE
un’operetta musicale
Paolo Iorio
PERSONAGGI:
Bianca una ragazza
Creola amica di Bianca
Rocco amico di Bianca
Gianni amico di Rocco
Cantastorie un vecchio girovago
Mimo compagno di Cantastorie
Mario un ragazzo d’altri tempi
Nina amica di Mario
Due soldati tedeschi
Genitori di Nina
Un gruppo di bambini
TRAMA.
La storia si svolge ai nostri giorni. Protagonisti sono gli abituali visitatori
dei giardini pubblici, dove si incontrano un gruppo di ragazzi. Tra gli ospiti
del parco c’è anche un vecchio cantastorie claudicante ed un mimo suo amico che
raccontano fiabe in musica accompagnandosi con un organetto.
Tra i ragazzi avviene un fatto increscioso: Creola, amica del cuore di Bianca,
viene fatta oggetto di scherno da parte degli altri ragazzi perché straniera e
Bianca non ha il coraggio d’intervenire. Creola fugge disperata.
Alla scena assiste il vecchio cantastorie che, bonariamente, avvicina Bianca,
anch’essa triste, e le propone di raccontarle una storia.
Mentre il vecchio racconta, i personaggi della storia prendono vita sul
palcoscenico.
Prima scena:
Siamo a Roma, all’epoca della seconda guerra mondiale e assistiamo alla nascita
di un affettuosa amicizia tra Mario e Nina. I due bambini, anziché in un
giardino pubblico, giocano felici e spensierati in campagna, nonostante la
guerra, e favoleggiano di un meraviglioso futuro che li attende. Come pegno
d’amore Mario dona a Nina un fiore raccolto nei campi e lei, accettandolo, lo
mette tra i capelli.
Seconda scena:
In casa di Mario irrompe terrorizzata Nina chiedendo di essere nascosta: i
soldati tedeschi la inseguono perché ebrea.
Dopo averla nascosta Mario affronta coraggiosamente i soldati che lo picchiano
selvaggiamente.
Terza scena:
La guerra è finita e Nina va a trovare Mario in ospedale per salutarlo. E’ in
procinto di partire e, non avendo altro, gli regala, in segno di gratitudine, il
fiore donatogli da Mario, togliendoselo dai capelli.
Finito il racconto, Bianca va a cercare la sua amica e affronta anche lei,
coraggiosamente, gli altri ragazzi facendo loro riconoscere l’errore commesso.
Poi torna dal cantastorie per ringraziarlo. Il vecchio, nel salutarla, le regala
un libro di racconti. Bianca si allontana sfogliandolo e con sorpresa trova tra
le pagine un fiore essiccato. Comprende allora che il cantastorie non è altri
che Mario e corre ad abbracciarlo, lasciando cadere libro e fiore.
A sipario chiuso Mimo raccoglie il fiore e lo lancia verso il pubblico.
ATTO PRIMO
SCENA I – Bianca, Creola, Rocco, Gianni, Cantastorie, Mimo, altri ragazzi,
alcuni passanti. La scena si svolge in un parco pubblico cittadino. I due
ragazzi sono seduti sullo schienale di una panchina, mentre le ragazze, più
composte sulla seduta, leggono insieme una rivista. Uno dei ragazzi fa roteare
un pallone, l’altro è impegnato a giocare con un cellulare.
Rocco (manipolando febbrilmente con entrambe le mani la tastiera del telefono)-
E muori! Maledetto… muori!!
Gianni (continuando a giocare col pallone)– Niente da fare, vero? Te l’avevo
detto! Puoi massacrarlo di botte ma tanto non muore! Devi prima conquistare il
fucile. Lo ammazzi anche solo col calcio del fucile, senza sparargli.
Bianca (distogliendo lo sguardo dalla lettura, infastidita)- Io non capisco che
gusto ci provate a passare le ore davanti a questi giochi scemi!
Rocco (in tono canzonatorio non distogliendo lo sguardo dal videogioco)- Io non
capisco che gusto ci provate voi a leggere quei giornalini scemini tutti fiori e
cuoricini che parlano di attori, cantanti, diete e vestitini..!!
Rocco e Gianni (ridono ammiccando l’un l’altro)
Bianca e Creola (con smorfie e boccacce)– Gneeeeeeaaaaaa!
Creola – Rocco... leggere è una facoltà superiore…
Bianca - …E’ un’esclusiva delle persone intelligenti…
Creola – …Voi non potete capire…! (ridono. I ragazzi si guardano, scrollano le
spalle e riprendono i loro giochi)
Gianni – Leggere è noioso
Rocco – ..Di una noia mortale!
Bianca - Non è vero! Ci sono libri meravigliosi!
Gianni (sarcastico) – Uuhh! Sapessi!...
Creola -Che raccontano bellissime storie!
Gianni -Raccontare storie non serve a niente.
Rocco -Le favole vanno bene per i bambini, non per noi.
Una musica eseguita da un organetto cattura l’attenzione dei quattro ragazzi.
Entrano in scena un vecchio cantastorie claudicante accompagnato da un buffo
mimo e seguito da un gruppo di ragazzini vocianti. Rocco e Gianni si alzano
dalla panchina e si uniscono al coro dei ragazzi sbeffeggianti.
Coro ragazzi Dài!
Raccontale anche a noi
Le storie che raccogli per le strade dove vai.
Sì!
Raccontale così
Le storie che hai raccolto lungo il viaggio fino qui!
Su, Barbone Borbottone
Canta e balla un po’ per noi!
(ha, ha , ha )
Dài!
Ma insomma cosa vuoi
Racconta pure storie, ma che piacciano anche a noi!
Su!
Non ci annoiare più
Al posto dei racconti
È molto meglio la tivù!
Sei un Barbone Brontolone
Ma che cosa vuoi da noi?
Su, Vecchione! Dài, Buffone!
Ha, ha , ha, ha ,ha, ha, ha!
Rocco (avvicinandosi al cantastorie e ammiccando a Gianni, che ride)–
Buongiorno, ragazzi! Complimenti, bei vestitini! Da dove venite?
Gianni -Da una sfilata di moda per straccioni? (Ridono entrambi)
Creola -(indignata) Rocco! Gianni! Piantatela di dar fastidio al quel povero
vecchio!
Bianca -(a Creola) Lasciali perdere, Creola. Andiamo via..
Creola -Neanche per sogno, Bianca!(rivolta ai due ragazzi) Non avete nessun
rispetto per l’età?
Bianca -(sottovoce, prendendo un braccio all’amica) Creola, dài….
Rocco – Quante storie per due barboni! Sono tutti mezzi matti! Il parco ne è
pieno, sai cosa gliene importa alla gente? Sono i rifiuti della società!
Creola -Ogni persona ha la sua dignità: non puoi prenderti gioco di loro o
giudicarli per il loro aspetto. Siete due stupidi ignoranti!
Rocco – Stupidi? Ignoranti? Mai quanto quelli del tuo Paese, quando arrivano in
Italia, a rubarci il lavoro!
Gianni – (ridendo) Hai ragione. Per non parlare di come sono vestiti.. li
riconosci da lontano! Peggio di quei due ambulanti!
(ridono entrambi a squarciagola)
Creola -(Esterrefatta e mortificata si guarda intorno, poi, rivolta verso
Bianca)… E tu? Non dici nulla? Anche per te i miei genitori sono degli stupidi,
ignoranti, ladri, cenciosi stranieri?
(all’imbarazzo di Bianca, scappa via piangendo disperata.)
Bianca -(muovendo alcuni passi in direzione dell’amica) Creola…
Rocco -Corri dalla tua amica, che aspetti? (ridono di nuovo allontanandosi dalla
scena nella direzione opposta a Creola. Bianca rimane sola al centro del palco.
Da un lato Cantastorie e Mimo preparano la scena per il loro spettacolo)
canzone di Bianca
Bianca Cos’è accaduto non lo so
Potevo dire almeno un “No!”
Gridare a tutti che lei è
L’amica più importante che
È con me
Ogni momento che
Tutto va storto, mi dà conforto
E sa capire me
Ma non ho
Avuto il coraggio io
Di rivelarmi, di ribellarmi
Di dire forte :”No!”
Io l’ho lasciata andare via
Quasi non fosse amica mia
Ed ora lei chissà dov’è
Cosa farà senza di me?
Non vorrà
Neanche vedermi ormai
Senza un aiuto, senza un saluto
È sola in mezzo ai guai
Cercherò
La forza che non ho
Di dire al vento, senza rimpianto
Quello che lei è per me! 8 minuti
SCENA II – Bianca, Cantastorie, Mimo (Cantastorie inizia a suonare il suo
organetto davanti ad un tabellone sul quale vengono montate le sequenze
disegnate delle storie che racconta. Mimo, per tutta la scena, commenta a gesti
le sue parole senza mai aprir bocca. Bianca, affascinata dalla musica, distoglie
il pensiero dall’accaduto e si avvicina ai due girovaghi)
Cantastorie (declamando a tempo di musica)
Ogni uomo ha la sua storia,
Tante storie nella memoria
Fatte di tutto, fatte di niente
La memoria di tutta la gente
Sogni, passioni, gioie, dolori,
Vicende tragiche, ardenti amori
Da cui trarre in ogni momento
Aiuto, conforto ed insegnamento
Dunque venite ad ascoltare
quello che un vecchio vi può raccontare
e scoprirete, riposta ogni boria
quanto vi possa stupire ogni storia!
Cantastorie (rivolto a Bianca in tono bonario e affettuoso)
- Buongiorno, Signorina!
Bianca - Buongiorno
Cantastorie - Mi par di capire che siamo nei guai…
Bianca - Beh, diciamo di sì...
Cantastorie - Mia cara fanciulla, la vita ci presenta a volte delle difficoltà
che sembrano insormontabili ad affrontarle da soli..
Bianca - Ha proprio ragione
Cantastorie - …e allora l’intervento di qualcuno può aiutarci a superarle. Una
parola, un consiglio… e, perché no?, un racconto possono esserci d’aiuto
(mostrando il cartellone)
Bianca - Un racconto… dice davvero?
Cantastorie - Certamente! E io credo di avere in repertorio una storia proprio
adatta a te e… (guardandosi attorno) …visto che non c’è nessun’altro che abbia
voglia di starmi ad ascoltare, potrei cambiare “programmazione” e raccontarla
solo a te. Se vuoi…
Bianca -Oh, sì. Magari! Ne sarei felice!
Cantastorie - Assistente! (schioccando le dita rivolgendosi a Mimo) Cambio di
programma!… il cartellone di “Nina e Mario”, please!
Mimo sbuffando per l’inattesa incombenza sostituisce di malavoglia il cartellone
con uno nuovo
Bianca -(divertita per le movenze di Mimo ed eccitata dalla singolarità
dell’evento) Che bello! Una storia solo per me!
Cantastorie - Sssccchhh! Silenzio, signore e signori, prego. Si va ad
incominciare!
Cantastorie inizia a cantare indicando con una lunga bacchetta la prima sequenza
del cartellone
Canzone di Cantastorie
Cantastorie Quando correvamo in mezzo ai prati
Com’era dolce, com’era bello
Una fionda in tasca ed una mela
E si partiva all’avventura
Com’era dolce, com’era bello
Ascoltare nella notte un viandante intonar
Una canzone, uno stornello
Mentre adesso non si sente più nessuno di cantar
Non avevi tempo per la noia
Ma si viveva senza la fretta
Non si possedeva quasi nulla
Ma dividevi quello che avevi
Com’eran belli, com’eran veri
I legami tra la gente, di profonda umanità
Di sentimenti dolci e sinceri
Nostalgia di un tempo bello che mai più ritornerà!
e il fischio di un treno
ti sorprendeva giocondo,
tranquillo, sereno
senza paura del mondo
ed un fiore tra i capelli
ti poteva regalare anche la felicità!
Ah, nostalgia di un tempo lontano
Di un tempo che trascorreva piano
Mentre adesso per le strade
Non si senton che lamenti, borbottii e volgarità!
Al termine del brano si apre il sipario e la storia narrata prende vita sul
palco.
14 minuti
SCENA III – Mario, Nina, Bianca, Cantastorie, Mimo. Scena di campagna nelle
immediate vicinanze di Roma sul finire della seconda guerra mondiale. Fuori
scena canta un pastore.
Cantastorie, alle prime note dello stornello, fa cenno a Bianca di tacere e
prestare attenzione a ciò che sta per vedere invitandola a sedere in terra
Stornello del pastore
Fiore di prato
L’infanzia è una letizia
Cresci beato
Conosci l’amicizia
che sboccia nei prati
Tra i sogni beati
Chi coglie quel fior
Somiglia all’amor!
E cresce nei cuori
Lenisce i dolori
Raccogli quel fior
Somiglia all’amor!
(durante le note di chiusura, entra in scena correndo Mario, inseguito da Nina)
Mario (alzando le braccia al cielo, trionfante)
-Vittoria!!
Nina (lasciandosi cadere a terra sfinita per la stanchezza)
-Non vale, hai imbrogliato!
Mario (sdraiandosi anch’egli in terra. Sorpreso)
-Imbrogliato? Io avrei imbrogliato?... e quando?
Nina -Avevi detto che mi avresti dato un vantaggio…
Mario -e l’ho fatto! Sono partito cinque secondi dopo di te. Uno… due.. tre…
Nina -E ti sembrano abbastanza? Dovevano essere almeno dieci!.. considerata
l’altezza, la lunghezze delle gambe …
Mario -…Quella della lingua…!! Sempre così, voi donne! Non volete mai ammettere
di aver perso!
Nina -E voi usate solo la prepotenza! Ma lasciamo perdere… (osservando il
panorama)Ahhh. Guarda, Mario: che bella Roma vista da qui, vero? Bella
nonostante la guerra…
Mario -Già, bella… bella… (assorto nella contemplazione, poi animandosi di
scatto)La guerra? Sta per finire, la guerra! Mio zio, che ha una radio nascosta
in cantina, …peccato che è rotta, sennò l’ascoltavo… mio zio, dicevo, ha sentito
dire da uno, che invece la radio ce l’ha e gli funziona, (beato lui!!) che gli
Americani sono già sbarcati al mare, ad Anzio! E saranno qui in pochi giorni!
Nina -Speriamo! Speriamo che portino anche qualcosa da mangiare, che non ne
posso più delle minestre di cicorie che prepara mia nonna!.. Guarda come sono
dimagrita…
Mario -A me piaci così, Nina… così non riuscirai mai a prendermi!
Nina -Stupido!! Cretino!! (Poi, aggiustandosi i capelli)Ma… davvero ti piaccio?
Mario (tendendo l’orecchio per ascoltare un rumore lontano)
-Zitta… zitta… zitta… a giudicare dal motore si direbbe un (nome di aereo da
ricognizione americano dell’epoca)… (rivolgendosi di nuovo a Nina)Dicevi?
(si ode in sottofondo la musica dello stornello)
Nina (delusa)-No, niente… Ascolta: di nuovo il pastore che canta. Chissà a cosa
pensa..
Mario -Alle pecore, pensa.
Nina -…dicevo a cosa pensa, quali sono i suoi sogni per il futuro…
Mario -Badare alle pecore…
Nina -Scemo!...Se davvero finirà la guerra tutto sarà di nuovo bello, anzi,
bellissimo. Potrò comprarmi un vestito e un cappellino nuovo e la domenica
mangerò il gelato passeggiando con mamma e papà.
Mario -Io invece andrò a bottega da mio zio, che ha l’officina meccanica …che
adesso non c’è più, perché gliel’hanno bombardata… Ma quando l’avrà di nuovo
starò da lui e diventerò un meccanico bravissimo, anzi, costruirò “io” le
automobili!.. e persino gli aerei!
(Inizia in sottofondo il tema del duetto)
Nina -E poi, da grande voglio sposarmi ed avere dei bambini…
Mario (Porgendole un fiore raccolto vicino a lui)-…E questo sarà il mio regalo
per te! Un diadema degno di una principessa!
Nina (mettendo il fiore tra i capelli) -Grazie!
Duetto Nina e Mario
Nina Vorrei possedere una casetta
Col tetto rosso e col giardino intorno
E vorrei aver tanti bambini
Con cui giocar beata tutto il giorno
E con me
Un bellissimo marito
Che vuol bene solo a me!
Mario: Piloterò un grande aeroplano
Decollerò e andrò via lontano
E la gente di ogni luogo
Griderà :” Ma guarda, è Mario!
Ha un coraggio eccezional!”
Nina: Sarà sempre in ordine e perfetta
Con le tendine rosa alla finestra
Io cucinerò per mio marito
E gli preparerò anche la minestra
E dirà:
“La mia sposa
Quant’ è bella
Voglio star sempre con lei!”
Mario: Conquisterò le mète più ambite
Guadagnerò le vette più ardite
E le donne mi diranno
“Guarda Mario,
Quant’è bravo!
Voglio star sempre con lui”
Nina e Mario insieme
Sarà sempre in ordine e perfetta Conquisterò le mete più ambite
Con le tendine rosa alla finestra
Io cucinerò per mio marito Guadagnerò le vette più ardite
E gli preparerò anche la minestra
E dirò E ogni donna mi dirà
Guarda Mario
Quant’è bello!
Voglio star sempre con te! Voglio star sempre con te!
(Terminata la musica si ode in lontananza una sirena d’allarme)
Nina (trasalendo) -La sirena del coprifuoco!
Mario - … o forse era un (altro nome di aereo americano)… boh!...
Nina -Forza, Mario! Dobbiamo andare!
(Escono di scena l’una tirando per una mano l’altro)
Cala il sipario
Bianca (commentando ciò che ha visto e sentito)-Che teneri!.… Ma stanno insieme?
Cantastorie -Insieme… insieme! A quei tempi, signorina, non si stava “insieme”.
Ci si voleva bene, ci si dava la mano, ci si scambiavano sguardi intensi e
significativi, e… (imbarazzato) tutt’al più… un bacino fugace sulla guancia.
Mimo (commenta con i gesti ironici le immagini evocate da Cantastorie)
Bianca -Cioè si stava insieme!
Mimo (annuisce a conferma della definizione di Bianca)
Cantastorie -E va bene! Stanno insieme… o forse no! Di certo sono amici e si
vogliono un gran bene.
Bianca -..E la guerra? Finisce subito, vero?
Cantastorie – Purtroppo no. Ci vorranno mesi prima che gli alleati arrivino a
Roma e, nel frattempo la città e i suoi abitanti vivranno momenti terribili…
Bianca -Ma davvero?! Racconta…
(si apre il sipario)
SCENA IV – Mario, Nina, Bianca, Cantastorie, Mimo. Due soldati. Interno della
povera casa di Mario. In lontananza rumori di automezzi, armi da fuoco e ordini
militari in tedesco.
(Bussano alla porta. Colpi leggeri e veloci. Dopo qualche istante i colpi si
ripetono più insistenti. Entra in scena Mario che si avvicina alla porta con
fare circospetto)
Nina (fuori dalla porta) –Mario, Mario! (bussa di nuovo) Sono Nina! Apri, ti
prego!
Mario – (Aprendo la porta chiusa a catenaccio)- Nina!! Cosa ci fai qui? C’è il
coprifuoco! (chiude di nuovo la porta)E’ pericoloso andare in giro…
Nina - Lo so… Io e mamma avevamo sentito che a San Lorenzo c’era un mulino che
vendeva della farina e così siamo andate, oggi pomeriggio. Abbiamo chiesto,
cercato, sperato ma.. niente.. un buco nell’acqua! Era tanta la voglia di
trovare qualcosa da mangiare ed eravamo così sfinite che non ci siamo rese conto
dell’ora. Al ritorno non abbiamo incontrato nessuno ma, svoltato l’angolo dove
prima c’era il negozio di fiori, ci siamo trovate davanti una camionetta. Ci
hanno viste, hanno gridato! Io sono scappata, mi hanno inseguita!...
Mario – E tua madre?
Nina - Non lo so! E’ scappata anche lei, ma non so dov’è!
(Bussano nuovamente alla porta. Stavolta i colpi sono vigorosi e seguono delle
grida)
Soldati – Aprite!
Nina - (spaventata)Nascondimi, Mario! Lo sai, sono ebrea! Ho paura!
Mario - (sottovoce) Zitta, zitta! Vieni con me! (prende per mano Nina
conducendola fuori dalla scena)
Soldati – Macht auf, macht auf! Aprite! Wir brechen die tur auf! (sfondano la
porta e irrompono in scena)
Mario (rientrando)- Cosa volete?
Primo Soldato – Dov’è?
Mario – Chi?
Secondo Soldato – La ragazza! Dove l’hai nascosta?
Mario – Qui non c’è nessuna ragazza!
Primo Soldato – Verdammt! Parla, bastardo!(colpendolo col calcio del fucile.
Mario cade in terra. Inizia il brano musicale mentre i due soldati si avventano
su di lui colpendolo con calci e pugni.)
Canzone tragica
Bianca: Tutte quelle botte…
Tutte quelle botte!
Ma non parla, Mario.
Che coraggio ha Mario!
E neanche un lamento
Esce dalla bocca
Ma non parla, Mario.
Che coraggio ha, Mario!
Io vorrei per un momento
Somigliare un poco a te
Io vorrei che di coraggio
Ce ne fosse anche per me!
(Al termine dell’intervento di Bianca, continuando la musica in sottofondo, una
voce fuori scena richiama i soldati che, lasciando a terra esanime Mario, escono
frettolosamente.
Voce fuori scena – Hey, ihr zwei! Raus, schnell! Wir mussen zur kommandostelle!
(Subito dopo entra Nina, cercando Mario. Lo vede esanime in terra e si precipita
verso di lui, abbracciandolo.)
Nina - Mario! Mario!! Cosa ti hanno Fatto?!
Cala il sipario
Bianca -Cantastorie, … non posso credere che sia accaduta una cosa così
terribile a quei due poveri ragazzi…
Cantastorie –Ciò che hai ascoltato è nulla in confronto alle sofferenze che
uomini, donne e fanciulli patirono allora in quella guerra e patiscono ancor
oggi, in ogni guerra, quando la bestia che è dentro ognuno di noi prende il
sopravvento sulla ragione…
Bianca -E Mario? E Nina? Che ne è stato di loro, che fine hanno fatto?
Cantastorie –Ascolta la fine della storia…
SCENA V – Mario, Nina, Bianca, Cantastorie, Mimo. I genitori di Nina. Interno di
una stanza d’ospedale. In un letto, sotto le coperte ed immobile, Mario. In
sottofondo una radio che trasmette musica ballabile americana.
Papà - (entrando in scena e rivolgendosi alla moglie e a Nina fuori dalla
porta)- Ecco, la stanza dovrebbe essere questa.(si avvicina al letto, osserva,
poi fa un cenno d’assenso verso la porta)
Mamma - (entra e anche lei rivolta all’esterno)- Nina, è qui!
(Nina entra correndo e si guarda intorno.)
Mamma - (porgendo a Nina un involto)-Prendi: è un po’ di pane che ho messo da
parte per lui…
Nina – (Non badando alla madre, vede il letto e vi si precipita)
-Mario, Mario, sei tu?
Mario (togliendosi le coperte di dosso e cercando di alzarsi)
- Nina, Ninetta!
Nina (abbracciandolo)- Finalmente ti ho trovato! Come stai?
Mario -(dolente)Bene… Come un pilota… dopo un atterraggio di fortuna… un pilota
sfortunato… Tu piuttosto: come sei elegante!.. Vai ad una festa?
Nina (imbarazzata)- Mario…
Mario - (ansioso)E quelle valigie? Che significano?
Nina - Mario… Stiamo partendo. Stiamo andando via da questa città che non può
offrirci più nulla. Andiamo a stare da un parente di papà che vive a Genova… e
poi, se ci riusciamo, andremo via, all’estero.
Mario - Parti? All’estero?
Nina - Sì. Un camion ci attende in strada, qui sotto.
Mario - (addolorato) Oh, Nina… volevo dirti….
Papà - (avvicinandosi con discrezione alla figlia)- E’ tardi, Nina. Non c’è più
tempo.
Mamma - Luigi ci sta aspettando…
Nina - (con fermezza)Mamma, papà. Ancora un momento. (il padre s’allontana ed
esce dalla stanza con la madre) – Mario. Mi hai salvato la vita ed ora non sai
quanto mi dispiace lasciarti senza sapere se ci rivedremo mai più…
Mario - (interrompendola) Non avevo scelta: di chi mi sarei più preso gioco se
ti avessero catturato? Sono stato più bravo di te.. hai perso anche
stavolta!(inizia in sottofondo il tema di Mario)
Nina - (sorride divertita, poi, commossa)… sei stato coraggioso, Mario ed io non
avrò mai modo di sdebitarmi con te. Non ho nulla da darti in cambio, se non la
mia eterna gratitudine… anzi, no… qualcosa c’è che posso darti..
Mario - Cosa?
Nina - (prendendo dalla borsetta una scatolina di metallo e tirandone fuori un
fiore essiccato) Ricordi il fiore che mi regalasti quel giorno, nel prato? “Un
diadema degno di una principessa” dicesti. Ecco: ora sono io a donarlo a te,
nobile e coraggioso Principe! (porge il fiore a Mario)
Mario - Grazie, Principessa!
(Mario accetta il fiore con una mano e con l’altra stringe quella di Nina,
inginocchiata ai piedi del letto.)
Cala il sipario
Bianca - Oh, Cantastorie, che bel racconto!
Cantastorie - Grazie, Damigella! Sono contento che ti sia piaciuto. Come vedi,
(indicando intorno a sé) da troppo tempo ormai le mie storie non interessano più
ai ragazzi come te. Sono roba vecchia, dicono …e non viene più nessuno ad
ascoltarle! (Mimo commenta con i gesti il rammarico di Cantastorie)
Bianca - Gli adulti hanno tutti fretta e poco tempo da dedicarci… è più comodo
accendere la tv e sperare che ci sia qualcosa di bello da vedere. Ma non è la
stessa cosa. Nessuno mi aveva mai narrato una storia come lei, con l’anima e col
cuore…
Cantastorie -Ah, sciocchezze! Sono solo un povero vecchio matto che canta a
vanvera di cose senza senso…
Bianca - No, Cantastorie. Un insegnamento il tuo racconto ce l’ha, e io l’ho
capito bene, talmente bene che ti devo lasciare: ho una cosa da fare…
Cantastorie -Arrivederci, Signorina! (Bianca si allontana ed esce di scena
mentre Cantastorie e Mimo la salutano)
SCENA VI – Bianca, Creola, Rocco, Gianni, Cantastorie, Mimo, altri ragazzi,
alcuni passanti. La scena si apre nuovamente sul parco pubblico cittadino con
Rocco e Gianni sempre seduti sullo schienale della panchina, che giocano con i
soliti telefonino e pallone. Entrano Creola e Bianca, quest’ultima con un libro
in mano.
Bianca - Eccoli qui, come al solito. Solito posto, soliti scemi!
Creola - Dài Bianca. Non mi va…
Bianca - No, Creola. Fidati di me..
Gianni (Notando l’arrivo delle due ragazze) – Rocco, guarda un po’ chi c’è.
Rocco - Chi si rivede!.. Due tesorini intenti a leggere quei giornalini scemini
tutti fiori e cuoricini…
Bianca - Ti sbagli, Rocco. Stiamo leggendo un libro, un libro vero.. anche se
non un libro “serio”.
Gianni - Libro… vero… serio… ma che vanno dicendo ’ste due?
Rocco - E che ne so?
Bianca - E’ un libro di fiabe di Gianni Rodari.. pensa un po’: leggiamo cose per
bambini scemini, come diresti tu. Questa racconta di un gambero che decide, un
giorno, di camminare in avanti anziché, come tutti, all’indietro. Ascolta:
Creola (mentre legge la fiaba, in un angolo della scena Mimo e Cantastorie
interpretano il gambero, il primo, e gli altri personaggi, il secondo).-“Un
giovane gambero pensò: - Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro?
Voglio imparare a camminare in avanti!-
Cominciò a esercitarsi di nascosto e, quando fu ben sicuro di sé, si presentò
alla sua famiglia e fece una magnifica corsetta in avanti.
- Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, - ti ha dato di volta il cervello?
Torna in te, cammina come i tuoi fratelli!
Il padre lo stette a guardare severamente, poi disse:- Se vuoi restare con noi,
cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua, vattene e non tornare
più indietro.-
Il gamberetto salutò i genitori e i fratelli e si avviò per il mondo.
Al suo passaggio tutti gli animali restarono stupiti, ma lui proseguì diritto,
per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone
che se ne stava tutto solo che, dopo averlo osservato a lungo, disse:- Cosa
credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, volevo camminare in avanti. Ed ecco
cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua,
piuttosto che rivolgermi la parola. Da’ retta a me: fai come gli altri e un
giorno mi ringrazierai del consiglio.-
Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé
pensava:- Ho ragione io.-
E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino.
Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo?
Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la
decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli: - Buon viaggio! –“
Bianca - (rivolta ai due ragazzi) Avete ascoltato?
Rocco - Sì.
Gianni - Beh, e allora?
Bianca - Noi siamo chi scegliamo e cerchiamo di essere. E’ una scelta, quella
che dobbiamo fare. Scegliere tra la comodità del conformismo e la difficoltà del
coraggio. Io, l’altro giorno, non ho avuto il coraggio di difendere Creola, la
mia più cara amica, eppure non era un’impresa difficile. Ha coraggio chi difende
i diritti umani dove vengono negati, ha coraggio chi lascia il proprio paese per
cercare un futuro migliore, ha coraggio chi difende le proprie idee costi quel
che costi e noi, oggi, abbiamo tutto perché prima di noi c’è stato chi ha saputo
con coraggio dare anche la propria vita, contro le ingiustizie. Ma basta poco,
basta dimenticare il passato perché la barbarie possa di nuovo tornare. Rocco:
tu ce l’hai il coraggio di riconoscere un errore e chiedere scusa a Creola?
Rocco - Bianca….
Bianca -Lo avete il coraggio?
(Rocco e Gianni si guardano e poi, dopo un gesto d’intesa)
Rocco - Possiamo apparire stupidi, superficiali, distratti, ma vigliacchi no.
Creola, mi dispiace per le brutte cose che ti ho detto l’altro giorno. Ho
parlato con rabbia, ma non col cuore. Scusa.
Gianni - Scusaci, Creola.
Creola - (abbracciandoli entrambi, felice) Lo sapevo, lo sapevo che eravate dei
veri amici! Grazie!
Gianni - E sai che facciamo adesso? Andiamo tutti da Alì e ci schiodiamo quattro
kebab da paura!
Creola - Accettati!... ma offrite voi, però… perché io e Bianca non abbiamo un
soldo!... Bianca!(rivolta all’amica che si allontana verso il cantastorie)
Bianca, non vieni con noi?
Bianca - Certo! Andate avanti, io vi raggiungo più tardi! (tra sé, sorridendo)
Ho qualcuno da salutare…
cala il sipario
Cantastorie (intento, con Mimo, a smontare la propria attrezzatura) -
Bentornata, Bianca!... mi sembra di capire che il tuo piccolo problema ha
trovato una soluzione…
Bianca - Ha ragione. E tutto per merito suo.
Cantastorie - Non esageriamo: ti ho solo raccontato una storia...
Bianca - …che mi ha aperto gli occhi. E’ stato bello starla ad ascoltare, mi
piacciono le sue storie!
Cantastorie - E allora… visto che insisti… (frugando in una vecchia borsa) ma
dov’è? Era qui!.. (cerca ancora, poi tira fuori un vecchio libro malridotto) Ah,
eccolo! (ne pulisce la copertina con la manica e lo porge alla ragazza) Inizia
il tema musicale finale.
Bianca – Cos’è?
Cantastorie - Un libro: te lo regalo!
Bianca – Per me? Un regalo?
Cantastorie - Sono racconti: ti piaceranno.
Bianca – Ma io non ho nulla da darle in cambio.
Cantastorie - Mi hai già dato tanto, Bianca.
Bianca – Grazie! E’ un regalo bellissimo!
Cantastorie - Su, su, vai. I tuoi amici ti aspettano ed io… ed io… ho tanto da
fare!
Cantastorie segue con lo sguardo Bianca che si allontana a passo lento
sfogliando il libro.
Bianca: Un libro è
Un caro amico che
Quando sei affranto
Ti asciuga il pianto
È sempre accanto a te
Cantastorie: Addio simpatica fanciulla, io vado via.
Che ti accompagni la fortuna e la poesia
Ti guidi la semplicità
La forza della lealtà
Ed il coraggio delle tue azioni
Bianca e Cantastorie insieme:
Un libro è Addio simpatica fanciulla, io vado via
Un caro amico che Che ti accompagni la fortuna e la poesia
Quando sei affranto Ti guidi la semplicità
Ti asciuga il pianto La forza della lealtà
E’ sempre accanto a te Dell’altruismo e dell’amor!
Bianca, improvvisamente, si ferma estraendo da una pagina un vecchio fiore
essiccato. Lo osserva, stupefatta.
Bianca - Un fiore essiccato… ma allora… (sussurrando) Mario… (voltandosi verso
il Cantastorie) Mario!!
Il cantastorie si ferma, poi si volta verso Bianca
Bianca - Mario! Mario…. sei tu! (corre verso il cantastorie, lasciando cadere
libro e fiore) I due si abbracciano e, mano nella mano si dirigono dietro il
sipario chiuso.
Sulle note della musica, Mimo, rimasto solo, raccoglie amorevolmente prima il
libro poi il fiore, avviandosi anch’egli dietro il sipario. Poi si arresta, si
volta e, diretto al pubblico,
Mimo - E che il fiore del coraggio attecchisca in tutti voi!
(lancia il fiore verso il pubblico)
A tempo di musica si apre il sipario e tutti gli attori avanzano verso gli
spettatori cantando
Tutti: E che il fiore del coraggio
Attecchisca in tutti noi!
(tutti lanciano un fiore verso il pubblico. Poi, sulle note del coro iniziale
cantano tutti insieme)
Coro ragazzi Dài!
Raccontale anche a noi
Le storie che raccogli per le strade dove vai.
Sì!
Raccontale così
Le storie che hai raccolto lungo il viaggio fino qui!
Su, Barbone Borbottone
Canta e balla un po’ per noi!
Dài!
Ma insomma cosa vuoi
Racconta pure storie, ma che piacciano anche a noi!
Su!
Non ci annoiare più
Al posto dei racconti
È molto meglio la tivù!
Sei un Barbone Brontolone
Ma che cosa vuoi da noi?
Vuoi che il fiore del coraggio
Attecchisca in tutti noi!
Cala il sipario