IL CANTASTORIE
riduzione ad atto unico e tre personaggi dell’omonima commedia musicale
Paolo Iorio
PERSONAGGI:
Nonna detta Nina un’anziana signora
Bianca una ragazza, sua nipote
Cantastorie un vecchio girovago
SINOSSI.
La storia si svolge ai nostri giorni. Protagoniste sono un’anziana signora e sua
nipote Bianca, abituali frequentatrici di un piccolo giardino pubblico di
periferia. Tra gli ospiti del parco c’è anche un vecchio cantastorie claudicante
che racconta fiabe in musica accompagnandosi con un organetto.
Bianca racconta alla nonna un episodio increscioso che le è accaduto: Creola,
sua amica del cuore, è stata fatta oggetto di scherno da parte di altri ragazzi
perché straniera e Bianca non ha avuto il coraggio d’intervenire.
Il fatto fa riaffiorare alla mente della vecchia il ricordo di una dolorosa
esperienza vissuta da fanciulla durante la guerra nella Roma occupata dalle
truppe naziste.
Inizia così il racconto dell’affettuosa amicizia tra Nina, ebrea, e Mario,
orfano, garzone apprendista nell’officina meccanica dello zio. I due bambini
giocano felici e spensierati in campagna, nonostante la guerra, e favoleggiano
di un meraviglioso futuro che li attende. Come pegno d’amore Mario dona a Nina
un fiore raccolto nei campi e lei, accettandolo, lo mette tra i capelli.
In casa di Mario irrompe terrorizzata Nina chiedendo di essere nascosta: i
soldati tedeschi la inseguono perché ebrea.
Dopo averla nascosta Mario affronta coraggiosamente i soldati che lo picchiano
selvaggiamente.
Finito il racconto, Bianca e la nonna si avviano verso casa, dimenticando il
libro sulla panchina.
Il cantastorie lo raccoglie e tira fuori il fiore essiccato, salutando Nina
chiamandola per nome. Mario è lui.
ATTO UNICO
A sipario chiuso entra in scena un vecchio cantastorie claudicante.
Inizia a suonare il suo organetto davanti ad un tabellone sul quale sono montate
le sequenze disegnate delle storie che racconta.
Cantastorie (declamando a tempo di musica)
Ogni uomo ha la sua storia,
Tante storie nella memoria
Fatte di tutto, fatte di niente
La memoria di tutta la gente
Sogni, passioni, gioie, dolori,
Vicende tragiche, ardenti amori
Da cui trarre in ogni momento
Aiuto, conforto ed insegnamento
Dunque venite ad ascoltare
quello che un vecchio vi può raccontare
e scoprirete, riposta ogni boria
quanto vi possa stupire ogni storia!
SCENA I – Nonna, Bianca, Cantastorie. La scena si svolge in un parco pubblico di
periferia. L’anziana donna è seduta su una panchina, intenta a dar da mangiare
ai piccioni. In sottofondo il rumore del traffico urbano
Nonna – (distribuendo il becchime) Piii… piii… piii.. Ecco qua, mangia anche tu…
E tu non fare il prepotente, come al solito. Lasciane un pochino anche agli
altri!..
(entra Bianca e si siede accanto alla nonna)
Nonna – Ma dove eri finita, Bianca? Si può sapere? Bella nipote che mi ritrovo…
Ci incontriamo una volta la settimana e tu mi lasci qui da sola per parlare con
i tuoi amici..
Bianca -Si, amici… begli amici davvero!
Nonna – (con aria curiosa)Che c’è?... E’ successo qualcosa?... Problemi con un
fidanzatino? Eh?
Bianca -Oh, dài, nonna! Non rompere…
Nonna – (sorpresa e risentita) Ah, andiamo bene! Bel modo di rispondermi…
Bianca -(pentita, abbracciando e baciando la nonna)Hai ragione, scusami… ma sono
un po’ nervosa, anzi, sono proprio addolorata…
Nonna – (amorevole) Su, su.. raccontami, come facevi da bambina… lo sai che puoi
confessarmi i tuoi segreti: sarò una tomba!
Bianca -(rassicurata) Va bene… hai presente Rocco e Gianni?
Nonna – Chi?
Bianca – Rocco e Gianni, nonna! I miei amici.. anzi… ex amici… beh, insomma,
loro! Prima, mentre ero con loro, hanno cominciato a prendere in giro il
barbone, il vecchio cantastorie che vive qui, nei giardini pubblici..
Nonna – E allora?..
Bianca – E allora Creola, la mia amica straniera, lo ha difeso dicendogli che
erano due stupidi ignoranti, perché ogni persona ha la sua dignità: non puoi
prenderti gioco di qualcuno o giudicarlo per il proprio aspetto…
Nonna – Giusto, ben detto!... E’ in gamba la tua amica Creola…
Bianca – Si, ma loro se la sono presa, ed hanno cominciato ad offenderla…
dicendo che stupidi ed ignoranti erano quelli del suo Paese, quando arrivano in
Italia, a rubarci il lavoro!
Nonna – Che maleducati!..
Bianca – …. “Per non parlare di come sono vestiti” dicevano.. “li riconosci da
lontano! Peggio di quel cantastorie!...” Creola allora si è messa a piangere….
Ed è scappata via, disperata!..
Nonna – … E tu? Che hai fatto?!
Bianca -(mortificata) Niente…
Nonna – (sorpresa) Niente?! … E perché?
Bianca -(addolorata) Mi è mancato il coraggio di difenderla…
Nonna – … Coraggio?.. E me lo chiami coraggio difendere un’amica da due stupidi?
Eh? Se ci fossi stata io, gliene avrei cantate quattro.. e non avrebbero avuto
più loro… il coraggio di alzare gli occhi da terra!!… (rivolgendosi alla nipote,
teneramente) Bianca, tesoro. Su.. su… non ti preoccupare… vedrai che tutto si
risolverà, ogni cosa andrà al suo posto…
Entra in scena Cantastorie che, accompagnandosi con l’organetto, canta la sua
canzone
Canzone di Cantastorie
Cantastorie Quando correvamo in mezzo ai prati
Com’era dolce, com’era bello
Una fionda in tasca ed una mela
E si partiva all’avventura
Com’era dolce, com’era bello
Ascoltare nella notte un viandante intonar
Una canzone, uno stornello
Mentre adesso non si sente più nessuno di cantar
Non avevi tempo per la noia
Ma si viveva senza la fretta
Non si possedeva quasi nulla
Ma dividevi quello che avevi
Com’eran belli, com’eran veri
I legami tra la gente, di profonda umanità
Di sentimenti dolci e sinceri
Nostalgia di un tempo bello che mai più ritornerà!
e il fischio di un treno
ti sorprendeva giocondo,
tranquillo, sereno
senza paura del mondo
ed un fiore tra i capelli
ti poteva regalare anche la felicità!
Ah, nostalgia di un tempo lontano
Di un tempo che trascorreva piano
Mentre adesso per le strade
Non si senton che lamenti, borbottii e volgarità!
Finito di cantare, Cantastorie si avvicina alla Nonna, che gli offre un soldino.
Lo accetta, ringrazia con un cenno del capo e si allontana.
Bianca -(avvedendosi che la nonna è assorta nei suoi pensieri) Cos’hai, Nonna? A
cosa pensi?
Nonna – … no… nulla… Quella canzone…
Bianca - (incuriosita) quella canzone?..
Nonna – Parlavamo di coraggio e quella canzone mi ha richiamato alla mente un
ricordo, un ricordo lontano… a cui non pensavo più da tanto tempo..
Bianca - davvero? Che ricordo?
Nonna – Mah… è successo tanto tempo fa… quando ero una ragazzina…. Sai, Bianca,
la vita allora era molto diversa da oggi… intendo il modo di vivere, le
abitudini… Le emozioni, invece, le passioni…... quelle no. Quelle erano come
oggi. Anzi, forse erano più forti, più autentiche di oggi…
Bianca - dai!.. Racconta, nonna!
Nonna – La mia famiglia ed io vivevamo in un piccolo appartamento. Niente di
speciale, s’intende, ma dignitoso. Papà faceva il commerciante di stoffe ed io,
quando non andavo a scuola, lo aiutavo in negozio.
Bianca - In un negozio… pensa!
Nonna – Proprio di fronte c’era l’officina di Luigi, il meccanico, dove imparava
il mestiere suo nipote Mario…. Mario. (sorride). Lo conobbi, così: guardandolo
attraverso la vetrina del negozio, mentre si dava da fare sotto un’auto o dentro
un cofano, sempre sporco come un gatto randagio. Sai, Bianca, Mario aveva gli
occhi neri come la notte più buia, ma illuminati dal bagliore di un fuoco
ardente…
Bianca - Caspita, nonna! Che dici? Non ti facevo così poetica..!!
Nonna – Sciocca!...(ride. Poi continua) Qualche volta, il pomeriggio, giocavamo
insieme. Bastavano pochi minuti a piedi ed eri già fuori dalla città, a correre
nei prati…
(si ode, in lontananza il canto di un pastore)
Stornello del pastore
Fiore di prato
L’infanzia è una letizia
Cresci beato
Conosci l’amicizia
che sboccia nei prati
Tra i sogni beati
Chi coglie quel fior
Somiglia all’amor!
E cresce nei cuori
Lenisce i dolori
Raccogli quel fior
Somiglia all’amor!
(finita la musica nonna riprende il suo racconto cambiando, nei dialoghi, il
tono di voce in relazione a chi parla. E così continuerà a fare in seguito)
Nonna – Facevamo a gara a correre e lui, galante, mi lasciava sempre cinque
secondi di vantaggio… ma arrivava sempre prima lui!… “Vittoria” gridava alzando
le braccia al cielo! Ed io, sempre: “Non vale, hai imbrogliato!” Ma non era
vero: Mario era incapace di imbrogliare qualcuno!.. (come assorta nella
contemplazione di una visione lontana) Quanto era bella Roma, vista da quella
collina! Bella, nonostante la guerra!
Bianca - La guerra, Nonna?
Nonna – Già, la guerra… Avevamo sentito dire che gli Americani erano già
sbarcati al mare, ad Anzio! E sarebbero stati in città a giorni! Ed io speravo
in cuor mio che fosse vero e che portassero anche qualcosa da mangiare, che non
ne potevo più delle minestre di cicorie che preparava mia nonna!.. “Guarda come
sono dimagrita…” gli dissi. “A me piaci così, Nina… così non riuscirai mai a
prendermi!” ah, ah, ah! Che delinquente, Mario!
(Inizia il sottofondo musicale)
“Scemo” gli dissi ”Se davvero finirà la guerra tutto sarà di nuovo bello, anzi,
bellissimo. Potrò comprarmi un vestito e un cappellino nuovo e la domenica
mangerò il gelato passeggiando con mamma e papà!” E lui: ”Io invece andrò a
bottega da mio zio, che ha l’officina meccanica …che adesso è chiusa, perché
gliel’hanno bombardata… Ma quando l’aprirà di nuovo starò da lui e diventerò un
meccanico bravissimo, anzi, costruirò “io” le automobili!.. e persino gli
aerei!” “E poi, da grande voglio sposarmi ed avere dei bambini…” e mentre dicevo
questo Mario si alzò, raccolse un fiore e, porgendomelo, disse: “…E questo sarà
il mio regalo per te! Un diadema degno di una principessa!”
Bianca - Che romantico, Nonna!
Nonna -Già… (rabbuiandosi improvvisamente) Poi, una sera, cambiò tutto… Mamma
aveva sentito dire che a San Lorenzo c’era un mulino che macinava di nascosto e
vendeva della farina e così andammo, di pomeriggio. Chiedemmo, cercammo,
sperammo… ma… niente.. Un buco nell’acqua! Era tanta la voglia di trovare
qualcosa da mangiare ed eravamo così sfinite che non ci rendemmo conto dell’ora
che si era fatta. (il racconto si fa via via più concitato e drammatico)
Improvvisamente, come un grido nella notte,la sirena del coprifuoco! Ci
affrettammo. Camminavamo veloci e in silenzio lungo le strade fattesi
improvvisamente deserte, rasentando i muri delle case che ci guardavano con gli
occhi bui delle loro finestre spente. Di tanto in tanto mamma tentava di
rassicurami, ma la paura cresceva e mi stringeva alla gola fino quasi a
soffocarmi. Non incontrammo nessuno ma, proprio vicino casa, svoltato l’angolo
dove prima c’era il negozio di fiori, ci troviamo davanti una camionetta. Ci
vedono, gridano!! Io scappo… mi inseguono!!...
Bianca – E tua madre?
Nina - Non lo so! Scappa anche lei, ma non so più dov’è!!
Sento i loro passi e le loro grida, ma dietro di me non vedo nessuno….! Mi
infilo nel vicolo dove si apre la porta del retrobottega dove dorme Mario.
Busso:“Mario, Mario!.. Sono Nina! Apri, ti prego!” Lui apre la porta chiusa a
catenaccio e mi fa: ”Nina!! Cosa ci fai qui? C’è il coprifuoco!” e chiude di
nuovo la porta ”E’ pericoloso andare in giro…” Mentre gli racconto cosa è
successo, …calci e pugni contro la porta!… “Aprite!” Mi stringo a lui:
“Nascondimi, Mario! Lo sai, sono ebrea! Ho paura!”. “Zitta, zitta!” mi fa
sottovoce “Vieni con me!” Mi prende per mano e mi porta nell’officina. C’è una
buca, mi ci infila dentro. Poi mi copre con un sacco di tela e sposta un
carrello sopra la buca.
(voci dei soldati) – Macht auf, macht auf! Aprite! Wir brechen die tur auf!
(Rumore di colpi contro la porta. Inizia il brano musicale. Nina si alza in
piedi. Si rivolge al pubblico) Dal mio nascondiglio posso sentire tutto:
“Dov’è?” gli urlano “Chi?” “La ragazza! Dove l’hai nascosta?” “Qui non c’è
nessuna ragazza!” riponde, fiero!.. (Pausa. Si prende le mani tra i capelli)
Cominciano a colpirlo… calci, pugni… senza pietà! Lo sento cadere in terra… loro
continuano!!...(urlando)“Verdammt! Parla, bastardo!” (dolente)Dio!! Povero
Mario… Povero Mario!!
Canzone tragica
Nonna: Tutte quelle botte…
Tutte quelle botte!
Ma non parla, Mario.
Che coraggio ha Mario!
E neanche un lamento
Esce dalla bocca
Ma non parla, Mario.
Che coraggio ha, Mario!
Io vorrei per un momento
Somigliare un poco a te
(declamato) Io vorrei che di coraggio
Ce ne fosse anche per me!
(La vecchia resta immobile, con lo sguardo perso nel vuoto.)
Bianca - Nonna… nonna…
Nonna (scuotendosi) – Sì?
Bianca – Racconta..
Nonna – Sì… certo. (torna a sedersi accanto alla nipote) Poi, all’improvviso,
altre voci, un richiamo…
(Voce fuori scena) – Hey, ihr zwei! Raus, schnell! Wir mussen zur
kommandostelle!
Nonna -Parlano tra loro, poi vanno via, di corsa… io rimango in attesa per un
po’… poi esco dal mio nascondiglio e lo vado a cercare. Lo trovo esanime in
terra e mi precipito verso di lui, abbracciandolo.(urlando) Mario! Mario!! Cosa
ti hanno fatto? Cosa ti hanno fatto!!? (pausa)
Gli rimasi accanto tutta la notte, cercando di lenire le sue ferite, come
potevo. Poi, al mattino, andai a cercare aiuto. Lo caricarono su un camion. Non
mi fecero salire. Mi dissero che l’avrebbero portato all’ospedale.
Bianca – Nonna… non posso credere che ti sia accaduta una cosa così terribile!…
Nonna –Ciò che hai ascoltato è nulla in confronto alle sofferenze che uomini,
donne e fanciulli patirono allora in quella guerra e patiscono ancor oggi, in
ogni guerra, quando la bestia che è dentro ognuno di noi prende il sopravvento
sulla ragione…
Bianca -E Mario? Che ne è stato di lui? Che fine ha fatto?
Nonna –Dopo la guerra, Mamma ed io andammo via, da parenti, in Francia, dove ci
raggiunse papà. Ma quello non era posto per noi.. ci mancava troppo la nostra
terra, la nostra città. E così tornammo. Trovai l’officina bombardata e di Mario
non seppi più nulla… Di lui mi è rimasto solo questo: guarda..
(tira fuori dalla borsa un libro, dal quale estrae un fiore essiccato)
Nonna – (ammirandolo) “…E questo sarà il mio regalo per te…
Bianca –“…Un diadema degno d’una principessa!”.. Oh, Nonna, che storia!
Nonna - Grazie, Bianca! …Da troppo tempo ormai le storie di noi vecchi non
interessano più ai ragazzi come te.
Bianca - Gli adulti hanno tutti fretta e poco tempo da dedicarci… è più facile
accendere la tv e sperare che ci sia qualcosa di bello da vedere. Ma non è la
stessa cosa. Nessuno mi aveva mai narrato una storia come hai fatto tu, con
l’anima e col cuore…
Nonna -Ah, sciocchezze! Sono solo una povera vecchia matta che canta a vanvera
di cose senza senso…
Bianca - No, “Nina”. Un insegnamento il tuo racconto ce l’ha, e io l’ho capito
bene: noi siamo chi scegliamo e cerchiamo di essere. E’ una scelta, quella che
dobbiamo fare. Scegliere tra la comodità del conformismo e la difficoltà del
coraggio. Io, prima, non ho avuto il coraggio di difendere Creola, la mia più
cara amica, eppure non era un’impresa difficile!..
Nonna:- No, Bianca, non era difficile! Ha coraggio chi difende i diritti umani
dove vengono negati, ha coraggio chi lascia il proprio paese per cercare un
futuro migliore, ha coraggio chi difende le proprie idee costi quel che costi e
noi, oggi, abbiamo tutto perché prima di noi c’è stato chi ha saputo con
coraggio dare anche la propria vita, contro le ingiustizie. Ma basta poco, basta
dimenticare il passato perché la barbarie possa di nuovo tornare… Oh, Bianca….lo
troverai il tuo coraggio?... (accarezza la nipote. Rumore di un autobus che si
ferma. La ragazza si alza all’improvviso)
Bianca -Oh, santo cielo, Nonna… l’autobus! Corri, altrimenti lo perdiamo!..
(esce di scena)
Nonna - (Alzandosi con difficoltà…) Sì, corri… corri… è una parola! Benedetta
figliola!... (nell’alzarsi in piedi dimentica il libro sulla panchina) Fermalo,
dai! Digli di aspettarmi!… (esce di scena)
Sulle note della musica entra Cantastorie, rimasto solo, che si accorge del
libro e del fiore lasciati sulla panchina. Li raccoglie amorevolmente entrambi
poi, annusando il fiore, rivolto verso la direzione in cui si è allontanata Nina
Cantastorie - Mia Principessa… ci si rivede la settimana prossima!... (esce di
scena)
Cala il sipario