CAGLIOSTRO MON AMOUR
di
VITTORIO CAPUZZO
Personaggi
GIUSEPPE BALSAMO CONTE DI CAGLIOSTRO
ABATE MARINI
VANESSA FRANCHI
MANUEL MATAMOROS
STELLA
IMERIO GIACINTI
ROBERTA GIACINTI
GIORGIO CORIANI
CONTESSA ELEONORA BELMONTE
LUCILLA BUONANIMA
ISPETTORE FORTUNATO LAVOLPE
PROLOGO
(Al centro della scena solo un tavolaccio, sul bordo del quale sta seduto
Cagliostro. Entra l’abate Marini con saio e cappuccio calato sul volto.)
ABATE MARINI – Spero che la mia visita non le arrechi disturbo veruno, Giuseppe
Balsamo.
CAGLIOSTRO – L’aspettavo, Abate. E conosco anche il motivo di questa visita. Ma
non s’illuda! Non sentirà uscire dalle mie labbra parole di pentimento. La mia
coscienza è limpida, pura come gli occhi di un bimbo. Solo l’animo è trafitto
dal dolore arrecatomi da coloro che ho beneficato e dai quali sono stato
tradito.
ABATE MARINI – Non voglio entrare nel merito dei suoi imbrogli; l’inquisizione
ha già versato fiumi d’inchiostro sulle sue gesta. E ringrazi Iddio e il Santo
Padre che la pena di morte è stata commutata in ergastolo. La sua tracotanza mi
è ben nota e non faccio affidamento su pentimenti veri o simulati che siano.
CAGLIOSTRO – E allora, che cosa vuole da me, Abate? Che cos’è venuto a fare in
questa cella fredda e umida? A godere un po’ di frescura al riparo del torrido
sole d’agosto? O forse ha bisogno di un elisir di lunga vita? O di una pozione
che ridia vigore alla sua velata mascolinità, tal da far gridare al miracolo le
sue parrocchiane deluse?
ABATE MARINI – Risparmi il suo sarcasmo, Giuseppe Balsamo. E’ per volontà del
Cardinale De Zelada che sono qui. Egli, sapendo che la sua salute è andata
peggiorando in questi ultimi mesi …
CAGLIOSTRO – Oooh!! Il Cardinale De Zelada si preoccupa della mia salute. Il
porporato ha paura che io muoia da eretico. Quale sensibilità! No, Abate! Io e
lei sappiamo perfettamente che se Cagliostro muore senza pentimento alcuno, in
coerenza con le proprie idee e le proprie azioni, l’inquisizione subisce lo
smacco di aver spezzato, ma non piegato, una mente eletta. E su questa condanna
graverà sempre l’ombra del dubbio di aver murato vivo un innocente.
ABATE MARINI – Su questa lettura potrebbe anche aver ragione. Ma per quanto sia
stato maestro d’imbrogli e raggiri con numerose persone, non può pensare neppure
vagamente di poter imbrogliare e raggirare Iddio che la giudicherà nell’ora
della morte.
CAGLIOSTRO – (si alza in piedi) Cagliostro non ha paura della morte! La
scheletrica figura armata di falce che vi fa tremare le ginocchia nulla può
contro la sapienza arcana che stringo in pugno. Io sono nato non dalla carne ma
dallo spirito. Più volte morii ed altrettante volte nacqui. Vidi le corti dei
Caldei, il fasto dei faraoni, i cavalieri del Sacro Graal …
ABATE MARINI – Sembra quasi che lei creda a quel che dice. Dunque raccontar
frottole fa perdere il senno. La sua mente è malata a tal punto da scambiar
fantasia per realtà.
CAGLIOSTRO – Lei mi considera un ciarlatano, lo so. Ma nel profondo della sua
mente si aggira un dubbio: e se fosse tutto vero? Quali prove esistono in fondo
che ciò non lo sia? Io sono qui a marcire per le mie idee, non per i fatti!.
Nessuno ha contestato le guarigioni miracolose, le profezie poi avveratesi, i
prodigi di alchimie sconosciute ai mortali. Già, ma lei, piccolo uomo, non ha il
coraggio di avventurarsi nel mondo dell’ignoto. Solo la morte le fa paura, ma
anche questa con quattro giaculatorie viene opportunamente allontanata dal suo
pavido pensiero. Vada dunque dal cardinale De Zelada e riferisca che il Conte di
Cagliostro, pur provato nel fisico da più di quattro anni di ingiusta cattività,
non dà alcun segno di pentimento o di ravvedimento che sia. E quando un giorno
troverete in questa cella il mio corpo esangue, abbandonato dal soffio vitale,
non fatevi ingannare dall’apparenza: Cagliostro è già fuggito, attraverso
misteriosi corridoi scavati negli anfratti del tempo, in luoghi lontani, tra
genti diverse, che voi non vedrete mai.
ABATE MARINI – Ho capito. Questa conversazione non approderà a nulla. Ma io non
sono venuto qui per convertirla, ma solo per riferire e così farò. Le dirò solo
un’ultima cosa, prima di andarmene. Lei appartiene alla peggiore specie di
imbroglioni e mistificatori che possa esistere sulla faccia della terra. Però,
nel suo genere, debbo confessarlo, lei è un genio. Addio, Balsamo. (esce)
CAGLIOSTRO – No, povero vecchio. Ancora una volta ti sei sbagliato. Cagliostro
non è solo un genio. Cagliostro è uno spirito libero illuminato dalla
conoscenza. E solo uno spirito libero va dove e quando vuole. Credimi, abate, le
mura di questa prigione non mi tratterranno ed io tornerò a vivere come già feci
secoli addietro. E la strada è già stata scritta!
ATTO PRIMO
(La scena si svolge nel salotto di Vanessa
Franchi. Sulla destra un tavolino rotondo con quattro sedie; sulla sinistra un
divano ed un tavolinetto con riviste; sulla parete di destra una vecchia
credenza; sulla parete di sinistra si apre una porta; sul fondo una porta
scorrevole conduce all’ingresso. Il tutto arredato con drappi colorati, ninnoli,
oggetti collegati all’esoterismo e alla magia.)
STELLA – (Tiene in mano un libro e, camminando per la stanza, declama con
enfasi) … Oh via, signor cavaliere, se è un uomo savio, operi da suo pari. Non
dia nelle debolezze degli altri. In verità, se me n’accorgo, qui non ci vengo
più. Anch’io mi sento un non so che di dentro, che non ho più sentito; ma non
voglio impazzire per uomini, e molto meno per uno che ha in odio le donne …
(suona il campanello d’ingresso.) … e che, forse, forse, per provarmi, e poi
burlarsi di me, viene ora con un discorso nuovo a tentarmi. (suona di nuovo il
campanello) … Signor cavaliere, mi favorisca un altro poco di Borgogna. (suona
il campanello per la terza volta) Vengo, vengo! (Posa il libro sul tavolino ed
esce sul fondo.Rientra accompagnando la signora Buonanima). Prego, si accomodi.
Aveva un appuntamento?
LA SIGNORA BUONANIMA – Sì, alle quindici. Sono Lucilla Buonanima, di Rete Blu.
Dovevamo vederci per parlare di un ciclo di televendite.
STELLA – Non dovrà aspettare molto: la signora Franchi ha chiamato pochi minuti
fa dicendo che è in arrivo.
LA SIGNORA BUONANIMA – Non c’è problema. Sono io che sono in anticipo.
STELLA – Ma … si sieda pure, prego.
LA SIGNORA BUONANIMA – Grazie.
STELLA – Prende qualcosa?
LA SIGNORA BUONANIMA – No, grazie. Non si disturbi. (Prende in mano il libro) La
locandiera. Sta leggendolo lei?
STELLA – Ehm … Sì.
LA SIGNORA BUONANIMA – Le piace il teatro?
STELLA – Da impazzire. Ho letto di tutto. Solo che …
LA SIGNORA BUONANIMA – Aspetti. Mi faccia indovinare. A lei piacerebbe
soprattutto recitare. Sbaglio?
STELLA – Oh, tantissimo! Non so cosa darei per avere una particina in qualche
commedia.
LA SIGNORA BUONANIMA – Beh, non la vedo una cosa impossibile. Lei ha una bella
figura, una voce impostata. Conosco qualche persona … Se vuole posso fare il suo
nome, senza impegno, naturalmente.
STELLA – Oh, sarebbe meraviglioso! Ma, vede, io non ho mai recitato …
LA SIGNORA BUONANIMA – Questo non è un problema. Bisogna pur incominciare prima
o poi.
(entra Vanessa Franchi)
VANESSA - Eccomi qua! Signora Buonanima, come va? … Mi scusi tanto … Il traffico
… Perché fanno le macchine veloci se poi non si può correre? Un angelo! Ah,
vorrei essere un angelo! Non per la bellezza: ci sono le mie creme. Per le ali!
Volare! Superare con un guizzo le code; librarsi sugli ingorghi; ignorare i
parcheggi; entrare negli uffici dalla finestra. Chissà se, una volta a terra, le
ali si possono ripiegare e chiudere in una custodia? Mah … Ma (rivolta a Stella)
non hai offerto nulla alla signora?
STELLA – Sì, ma …
LA SIGNORA BUONANIMA – Certo, certo, la signorina è stata gentilissima, ma ho
detto io di non disturbarsi.
VANESSA - Beh, vai a fare il caffè .. Un caffè lo prende con me, vero? Bene. Io
se non bevo un caffè prendo sonno. (esce Stella) Allora, signora Buonanima, la
mettiamo su questa trasmissione?
LA SIGNORA BUONANIMA – Come le ho già detto non ci sono particolari problemi.
Dovremmo solo definire la scaletta per vedere se riusciamo a rimanere dentro la
mezz’ora. Anzitutto, quali sono i prodotti che lei ha intenzione di proporre?
VANESSA - Tutte le mie creme a base di polifenostene.
LA SIGNORA BUONANIMA – E’ una formula brevettata?
VANESSA - Posso parlare chiaro? Quello che diciamo resta tra di noi?
LA SIGNORA BUONANIMA – Ma certo. Può stare tranquilla.
VANESSA - Beh … Brevettata un accidente! E’ una parola che mi sono inventata io,
ma in pratica è acqua fresca.
LA SIGNORA BUONANIMA – Acqua fresca?! Ma … non puzza d’imbroglio?
VANESSA - Acqua fresca, sì! Ma, acqua piovana; raccolta in primavera sull’erba
dei prati di montagna. Ha delle proprietà miracolose. Dovevo darle un nome e
“polifenostene” mi sembrava suonasse a meraviglia. Non crede?
LA SIGNORA BUONANIMA – Certo, certo. E … che tipo di creme voleva presentare?
VANESSA - Rassodanti, dimagranti, depilatorie, abbronzanti, esfolianti,
espettoranti.
LA SIGNORA BUONANIMA – Espettoranti???
VANESSA - Sì. Il marito di una mia cliente ha scambiato la mia crema per panna
cotta e ne ha mangiato un cucchiaino. Non la finiva più di tossire. Si è
liberato completamente del catarro che lo tormentava da giorni e penso abbia
sputato anche qualche pezzo di polmone.
(entra Manuel)
MANUEL – E’ permesso. Buongiorno signora. Mi scusi, madame, volevo solo
avvisarla che mi assento per un poco.
VANESSA - Spero sia una cosa particolarmente importante ed urgente: tra un’ora
aspetto clienti ed avrò bisogno di te.
MANUEL - Ha appena telefonato l’antiquario Borghi. Ha detto che gli sono
capitati per le mani alcuni vecchi libri che trattano argomenti esoterici.
Sarebbe meglio dare un’occhiata prima che vengano venduti.
VANESSA - Certo, certo, vai pure. Vedi però di non farti fregare. Tra le cose
buone, Borghi tiene anche patacche.
MANUEL - Non si preoccupi. In queste cose il mio occhio non sbaglia mai!
VANESSA - Quale occhio? Il destro o il sinistro?
MANUEL - Beh… Il…Mah… Tutti e due, credo…
VANESSA - Vai, vai! Che prima parti, prima ritorni.
MANUEL - Vado. Arrivederci, signora. Madame. (esce)
VANESSA - Un bravo giovane. Molto servizievole. Un animo semplice, come tutti i
sensitivi.
LA SIGNORA BUONANIMA - Sensitivo?
VANESSA - Sì. E’ molto dotato. In particolari circostanze entra in contatto con
… con chi non è più tra noi; i defunti, insomma.
LA SIGNORA BUONANIMA - Non mi dica…
VANESSA - E poi ha una profonda sensibilità per prevedere gli accadimenti di una
persona, con particolare riguardo ai problemi di cuore e di salute.
LA SIGNORA BUONANIMA - Non mi dica…
VANESSA - Le dico, le dico. Anzi, adesso che ci penso, non sarebbe una cattiva
idea mettere su un programma che sfrutti le sue capacità. Sa, noi lavoriamo solo
su appuntamento, ma lo strumento televisivo ci consentirebbe di aiutare molta
più gente.
LA SIGNORA BUONANIMA - Senza dubbio!
VANESSA - Perché noi, quello che facciamo, è solo a fin di bene. A noi preme
aiutare chi si trova nella sofferenza, nel dubbio, nelle ristrettezze.
D’accordo, ci facciamo pagare, quel tanto per coprire le spese. Ma vuol mettere
la soddisfazione di sentire un cliente che ci esprime tutta la sua riconoscenza
perché grazie a noi i suoi problemi sono risolti e la sua esistenza ha
finalmente un senso?!
LA SIGNORA BUONANIMA - Beh, effettivamente…
STELLA – (entrando) Ecco il caffè.
VANESSA - Brava, cara. Metti qui.
(suona il telefono; risponde Stella)
STELLA – Studio Vanessa Franchi, buongiorno. … Certo, contessa, è qui. Gliela
passo subito (verso Vanessa, coprendo il microfono) E’ la contessa Belmonte. Ha
assoluto bisogno di parlarle.
VANESSA - Dammi qua. Mi scusi, signora Buonanima. Sa, la contessa è una mia
affezionata cliente … Pronto … Cara contessa … Ma no! Lei non disturba mai. Dica
pure … Sì, sì, gli impacchi sui glutei. … Certo che funziona! Sono rarissime
erbe che mi arrivano direttamente dalla Transilvania. … Come? … Peluria? … Ah,
proprio peli? Su tutta la schiena!? (coprendo il telefono) Maledizione!
Quell’imbecille di Manuel le avrà dato il preparato per calvi invece di quello
rassodante. – Però, funziona! – (di nuovo al microfono) Certo, certo, ho capito
tutto. Non si preoccupi, contessa. E’ la normale reazione del preparato sulle
pelli di sangue blu. … Sì, sì, solo con i nobili, dai conti in su. … Certo,
anche principi e re. … No, no, non c’è da allarmarsi. Usi la crema depilatoria
che le ho dato per i baffetti. … Esatto. I suoi glutei diventeranno di marmo. Ma
no! L’età non conta! Cosa sono settant’anni?! E poi i miei prodotti fanno
miracoli! … Non c’è di che. Sempre a sua disposizione. … Di nuovo, contessa.
Arrivederci. (mette giù il telefono – verso la Buonanima) Un cliente soddisfatto
è la miglior pubblicità.
LA SIGNORA BUONANIMA - (si alza) Allora, rimaniamo d’accordo così: lei mi manda
una bozza della scaletta e poi ci vediamo per la stesura definitiva.
VANESSA - Perfetto! Stella, accompagna la signora Buonanima. Arrivederci e buona
giornata.
LA SIGNORA BUONANIMA - Arrivederci. (esce).
(suona il telefono)
VANESSA - Siii, pronto! … Giacinti carissimo, come va la sua bella aziendina? A
gonfie vele, suppongo? Lei riuscirebbe a vendere scarponi da montagna alle
ballerine della Scala. Mi dica. Cooome? Perché? … Certo, il mio preparato
“Casanova 2000”, risultati garantiti e … duraturi, soprattutto. … Come,
pillole?! No! Non sono pillole, sono supposte. … Ma sì, artigianali; non
potevamo farli certo a forma di missile. … E le ha ingoiate? … Quante? …
Cinque?! … Ma ne bastava una! … Ah! Voleva fare bella figura! E … L’ha fatta? …
Ma no?! … Ma va!! … Non mi dica! … Durante il pranzo! … Sulla tavola!! … Tre
volte?!! … E allora, di che cosa si lamenta? … Ah, era al ristorante! … Beh, in
questo caso … effettivamente … Ad ogni modo la prossima volta ne prenda una
sola. Per via rettale … Come che via è? No, non è una strada. Deve metterla … in
quel posto … nel didietro, insomma … sì, proprio lì. Certo. A sua disposizione.
Arrivederci. (riattacca) Aaaah!!! (entra Manuel) Eccoti qua, disgraziato!
MANUEL - Che cosa c’è?
VANESSA - C’è che se tu avessi un briciolo di buon senso, correresti subito in
istrada e ti butteresti nel primo cassonetto che trovi. Zitto! Ascoltami bene:
non hai portato tu ieri alla contessa la crema rassodante?
MANUEL – Certo, madame! E poi sono passato dal notaio Cicoria con il preparato
per la calvizie. Ho fatto tutto come mi ha detto lei. Alla perfezione.
VANESSA - Sicuro, alla perfezione! Con un piccolo particolare: hai solamente
invertito i prodotti. Oh, una cosa da nulla. Sciocchezzuole. Solo che ora la
contessa ha la foresta nera sulle natiche ed il notaio si ritroverà
probabilmente una capoccia come un mappamondo. Ma perché tua madre non ti ha
affogato appena nato, come i gattini?!
MANUEL - Mi dispiace. Sono veramente mortificato. Devo essermi distratto un
attimo. E’ che le sue creme si assomigliano tutte…
VANESSA - Va bene, va bene, lasciamo perdere. Hai trovato qualcosa
dall’antiquario?
MANUEL - Oh, sì! Ecco qua, guardi. (le porge un libro)
VANESSA - Che cos’è?
MANUEL - Sono le ultime memorie di Cagliostro. Un manoscritto autentico che lo
stesso Cagliostro affidò prima di morire ad uno dei suoi carcerieri nella
fortezza di San Leo.
VANESSA - Mmmm… ha tutta l’aria di una bufala.
MANUEL - No, no, le assicuro, è autentico. Lo stesso Borghi ha confrontato la
scrittura con altri testi e ne ha verificato la corrispondenza.
VANESSA - Che cosa c’è scritto?
MANUEL - Oltre al racconto dei suoi ultimi giorni trascorsi in cella, ci sono
ricordi della sua vita movimentata, alcuni dei quali mai rivelati in precedenza.
Ah, ecco (sfogliando) ci sono pure descritte ricette per preparati straordinari
e … anche formule magiche per chissà quali misteriosi prodigi.
VANESSA - Fammi vedere (leggendo) “ … cenere di legno di sandalo, ali di
cavalletta sbriciolate, polvere di alabastro …” Ma senti! Qui c’è la ricetta
dell’arcano vino d’Egitto, in grado di restituire la giovinezza. (sfoglia) E qui
cosa c’è scritto? “Vita alla vita, morte alla morte, sotto l’ultima parola,
Cagliostro risorge” Cosa vorrà dire?
MANUEL - Si dice che questo strano personaggio abbia vissuto diverse vite. Forse
questa frase è un’indicazione per riportarlo tra i comuni mortali.
VANESSA - Mi sembra un’idea alquanto bislacca. Eppure … E poi, anche se fosse
vero, come facciamo a sapere qual è questa ultima parola.
MANUEL - Mah! Vai a capire… Un momento! E se fosse l’ultima parola scritta in
questo libro?
VANESSA - Manuel! A volte mi sorprendi: cosa sono questi bagliori d’intelligenza
nella notte profonda della tua scatola cranica priva di materia grigia? Dammi
qua. Andiamo in fondo al libro. Ecco, c’è una frase scritta sul retro della
copertina. Vediamo un po’: “Una pietra di vulcano per uscire dalla terra, sette
gocce di ambra nubiana per lo spirito risorto, un’oncia di mercurio che dà forza
ed energia, sei oranti che invocano gli abissi e del maestro una ciocca di
capelli” L’ultima parola è capelli. E allora? Che cosa vorrà dire?
MANUEL - Posso dare un’occhiata? (prende il libro) Mi sembra la formula per
evocare lo spirito di Cagliostro. Basterà trovarsi in sei persone, riunire gli
ingredienti e invocare a gran voce il suo nome.
VANESSA - Già, la fai facile, tu. Le persone le troviamo, ed anche la lava,
l’ambra e il mercurio. Ma la ciocca di capelli, quella, dove andiamo a
recuperarla?
MANUEL - Aspetti! Qui c’è scritto “sotto” l’ultima parola. Quindi sotto la
parola capelli, che è al centro della pagina incollata sul retro della
copertina. Se provassimo a sollevare la pagina…
VANESSA - Fermo, Attila! Dammi qua. (prende il libro) Queste sono cose delicate.
Ecco … piano … piano. Sì, si solleva. Guarda , guarda. Una piccola busta di
carta sottile. Ma sì, è proprio una ciocca di capelli. Grigi e ricciuti. Devono
essere i suoi.
MANUEL - I capelli di Cagliostro! E’ fantastico! Possiamo evocare lo spirito del
maestro …
VANESSA - … E farci svelare i suoi segreti!
MANUEL - Impossessarci delle formule magiche!
VANESSA - Penetrare i misteri della magia.
MANUEL - Diventeremo potenti!
VANESSA - Saremo ricchi!
MANUEL - Posso dare un’occhiata? (allunga la mano)
VANESSA - Piano, ragazzo, con delicatezza.
MANUEL - Se questi sono veramente i capelli di Cagliostro, e di questo ne sono
convinto, potremmo veramente evocare il suo spirito. Basterà raccogliere anche
gli altri ingredienti e trovare altre quattro persone per la seduta spiritica.
VANESSA - Fin qui c’ero arrivata anch’io. Però ci vuole metodo e la cosa va
preparata con cura. Stella!!! (entra Stella)
STELLA – Mi ha chiamata, signora?
VANESSA - Certo che ti ho chiamata. Vai a prendere l’agenda degli impegni e
l’elenco dei clienti. Presto.
STELLA – Subito, signora. (esce)
VANESSA - Dobbiamo scegliere con cura i partecipanti alla seduta, trovare
persone sensibili e motivate. E’ importante che il gruppo sia omogeneo e
profondamente concentrato per creare un flusso mentale potente ed efficace.
MANUEL - Mi chiedo come potremo convincerli a partecipare…
VANESSA - Questo non è un problema. Non sarà difficile convincere quattro gonzi
che lo spirito di Cagliostro soddisferà completamente i loro desideri più
reconditi ed agognati.
MANUEL - Certo. Mentre per noi questo significherà scoprire pozioni realmente
miracolose, alzare il velo su segreti sepolti da secoli, toccare con mano…
VANESSA - …il sedere di mia nonna. Calma figliolo. Vedi di scendere sulla terra.
Certamente avremo la possibilità di scoprire cose veramente eccezionali; ma, in
tutto questo io vedo una cosa sola: soldi. Tanti soldi! Di più di quelli che
possiamo immaginare.
(entra Stella)
STELLA – Ecco qui, signora, quello che mi ha chiesto.
VANESSA - Dammi qua. Vediamo un po’. (sfoglia l’elenco dei clienti) Anselmi,
Anzolin, Bersani, Belmonte… Eccola! Sì, questa va bene. La contessa Eleonora è
perfetta. A settant’anni suonati vuole ancora fare la ragazzina. La prospettiva
di un’eterna giovinezza dovrebbe essere uno stimolo eccellente.
MANUEL - Ed in più è fermamente convinta che le anime dei defunti la assistano e
la guidino, cosa che aiuta non poco.
VANESSA - Allora, Stella, scrivi: contessa Belmonte.
STELLA – Scritto.
VANESSA - …Boldini, Caluppi, Coriani … Mmmm. Coriani, non è il commercialista
che ha lo studio dall’altra parte della strada?
MANUEL - Proprio lui. La settimana scorsa gli ho preparato un bambolotto con
l’effige del suo socio che lui vuole far fuori per impossessarsi dell’intero
studio commerciale.
VANESSA - Vuol farlo morire?
MANUEL - No, solo rimbambire.
VANESSA - E i capelli per il sortilegio?
MANUEL - Niente da fare. Il socio è calvo come una palla da biliardo. Però mi ha
recuperato delle scorie nasali…
VANESSA - Scorie che?
MANUEL - Caccole, insomma, che il socio asporta con regolarità e depone con cura
nel cestino della carta straccia.
VANESSA - Che schifo!
MANUEL - Gli ho detto che vanno bene lo stesso.
VANESSA - Va bene, prendiamo anche lui. (rivolta a Stella) Scrivi: Coriani.
STELLA – Scritto.
VANESSA - Andiamo avanti. Dondi, Furia, Gallo, Giacinti Roberta e Giacinti
Imerio. Ma sì, i coniugi Giacinti, quella coppia di via Garibaldi…
MANUEL - Quello che ha la fabbrica di scarpe?
VANESSA - Proprio lui. Ha grossi problemi di virilità. Le ha provate tutte, ma
con scarsi risultati. Perfino un cocktail di viagra, peperoncino e corno di
rinoceronte in polvere ha avuto lo stesso effetto di una coca cola: calma
piatta.
MANUEL - Peccato, perché sua moglie è una bella signora,
VANESSA - Non ti preoccupare. La Roberta non si prende indietro. Anzi. Ho il
sospetto che la gatta morta se la faccia proprio con il Coriani, che è pure il
loro commercialista.
MANUEL - Non mi dica!
VANESSA - Dico, dico. L’ultima volta che le ho dato dei numeri sicuri, o quasi,
si è lasciata sfuggire degli apprezzamenti rivelatori.
MANUEL - Ma poi, è mai riuscita a vincere qualcosa?
VANESSA - Poca roba, più o meno i soldi che ha speso. Comunque è così affamata
di denaro che la prospettiva di arricchirsi dovrebbe essere lo stimolo giusto
per i nostri obiettivi.
STELLA – Allora li scrivo tutti e due?
VANESSA - Certo, scrivi pure: Giacinti Imerio e Roberta. Ecco fatto. Quattro li
abbiamo. Possiamo fermarci qui.
MANUEL - E per quanto riguarda gli ingredienti?
VANESSA - Fammi vedere il libro. (sfoglia) Dunque. Una pietra di vulcano … Mmm…
MANUEL - Si potrebbe …
VANESSA - Zitto, sto pensando.
MANUEL - Io avrei …
VANESSA - Ti ho detto di stare zitto!
MANUEL - Ma io ce l’ho la pietra.
VANESSA - Che cos’hai tu?
MANUEL - Una statuina di lava dell’Etna.
VANESSA - Ma no!? Questa, poi!
MANUEL - Un amico di ritorno dalla Sicilia mi ha regalato un oggetto di pietra
vulcanica a forma di … che ha l’aspetto … cioè … volevo dire … un simbolo di
virilità, insomma.
VANESSA - Ho capito. Ho capito. Si tratta di … un’erezione vulcanica,
praticamente. Ha ha ha, buona questa.
MANUEL - (serio) Proprio così, un’eruzione, come dice lei.
VANESSA - Quant’è grande?
MANUEL - Mah, più o meno … come l’originale, a mio parere.
VANESSA - In questo caso la cosa è soggettiva, dipende dai gusti. Comunque a noi
serve solo qualche frammento. Grattagliene via un po’.
MANUEL - Da che parte?
VANESSA - Guardami negli occhi, anima gentile! A te che t’importa? Non devi mica
grattare da qualcosa di tuo, no?! Gratta e basta. Vedrai che non gli fa male.
Andiamo avanti. (legge) Sette gocce di ambra. Non c’è problema. Stella, guarda
nello scaffale delle essenze. C’è una boccetta marrone che ho portato l’anno
scorso dall’Egitto. (Stella esce) E’ ambra di ottima qualità. E anche qui ci
siamo. (legge) Un’oncia di mercurio. Facile. Stella, dove sei?
STELLA – (rientrando) Stavo andando a prendere l’ambra.
VANESSA - Ci vai dopo. Adesso recupera tutti i termometri che ci sono in casa,
rompili e raccogli un’oncia di mercurio.
STELLA – Che cos’è un’oncia?
VANESSA - Lasciamo perdere, Tu portami i termometri e al resto ci penso io. Hai
capito?
STELLA – Ho capito. Vado. (esce)
VANESSA - E adesso fissiamo il giorno. Oggi cos’è?
MANUEL - Venerdì, mi sembra.
VANESSA - Ti sembra? Non ne sei sicuro? Che cosa dice la tua mente dotata,
sensitivo? Lascia stare. Vediamo sull’agenda. (sfoglia l’agenda) Oggi è giovedì
cinque. Il tuo orologio paragnostico è avanti di un giorno. Dunque potremmo fare
per domani sera. No, meglio sabato. Cosa dici? Perfetto. D’accordo, allora.
Giusto? Giusto! (entra Stella)
STELLA – Mi scusi, madame, c’è un certo ispettore La Volpe che chiede di lei; lo
faccio passare?
VANESSA - Ispettore?! Mmm … la cosa puzza di sbirri. Beh, fallo entrare,
sentiamo cosa vuole.
STELLA – (si avvicina alla porta) Prego, ispettore, si accomodi pure.
LA VOLPE - (entrando) E’ permesso!? Buon giorno. La signora Franchi, suppongo.
La Volpe. Ispettore di polizia.
VANESSA - Piacere. Vanessa Franchi. E questo è il mio collaboratore Manuel
Matamoros. A che cosa devo l’onore di questa visita?
LA VOLPE - Vengo subito al sodo. Riguarda la sua attività. Attività di …
VANESSA - Assistenza. Assistenza e conforto a persone in difficoltà.
LA VOLPE - Difficoltà di che genere? Mi faccia capire.
VANESSA - Di tutti i generi. Dalla salute al lavoro, dai problemi di cuore a
quelli finanziari.
LA VOLPE - Ed i suoi metodi di cura quali sarebbero?
VANESSA - Dipende dai casi. A volte basta un sostegno psicologico; più spesso
intervengo con prodotti naturali adatti alle circostanze. In ogni caso nulla che
possa nuocere alla salute dei miei clienti.
LA VOLPE - Lo immagino. (estrae dalla tasca un foglietto) Sale della Sibilla,
peperoncino di Caienna, olio miracoloso, aceto dei Re Magi. Che cosa ci fa con
questa roba? Un’insalatona della Maga Circe?
VANESSA - Ma, insomma! Che cosa vuole da me?
LA VOLPE - Glielo dico subito. Sembra che non tutti i suoi clienti siano
soddisfatti delle sue prestazioni. Anzi. Parecchi di loro si sono rivolti alle
associazioni dei consumatori e direttamente a noi per denunciare la sua
attività. Ed in questo caso la parola più corretta è “truffa”.
VANESSA - Truffa?! Truffa??!! Non ci posso credere! I miei clienti! (tira fuori
un fazzoletto e si soffia il naso) I miei affezionati clienti! Con tutto il bene
che ho fatto loro. (piange) Ecco la riconoscenza! Io che mi sono prosciugata per
loro. Il mio impegno. Le mie forze. E anche Manuel. I suoi fluidi. Tutti donati
agli altri! Guardi come si è ridotto. (gli dà una sberla) Ha visto? Non reagisce
più.
LA VOLPE - Lasci stare il suo degno compare e la smetta con la commedia. Non ho
tempo da perdere. Le dico solo che le denuncie sono partite e che lei ed il qui
presente signore dei fluidi dovete rimanere a disposizione. Quanto prima sarete
chiamati dalla magistratura che vi sentirà riguardo alle accuse che vi sono
state mosse. E adesso tolgo il disturbo. Ah, dimenticavo. A me l’insalata piace
senza aceto. Arrivederci. (esce)
MANUEL - (toccandosi la guancia) Era proprio necessaria quella sberla?
VANESSA - Consolati, è solo un acconto. (rientra Stella)
MANUEL - Ma … allora … siamo rovinati?!
VANESSA - Nemmeno per sogno. Prima di iniziare questa attività mi sono informata
a dovere. Accontentare gli allocchi non è reato e se tutti quelli che gabbano il
prossimo dovessero essere messi in galera metà della popolazione prenderebbe il
sole a scacchi.
MANUEL - Sì. Ma…
VANESSA - Non c’è ma che tenga, caro il mio tontolone. E per giunta tra poco
saremo ancora più forti. Non dimenticare che abbiamo un asso nella manica.
Cagliostro!
MANUEL - E allora?
VANESSA - Allora potremo dimostrare con i fatti che qui non c’è trucco, non c’è
imbroglio. Tutto sotto la luce del sole. Anche le denuncie saranno un’ottima
pubblicità per far conoscere a tutti la potenza delle nostre scienze arcane.
Ricorda: non esistono problemi ma solo opportunità. E quella che ci viene
offerta è veramente ghiotta. Stella!
STELLA – Dica, signora.
VANESSA - Il vermouth. E tre bicchierini. (Stella esce) Dobbiamo fare un
brindisi al successo di questa iniziativa. All’operazione che darà una svolta
decisiva alla nostra attività. (rientra Stella che comincia a mescere) E non
sarà un’ispettore da quattro soldi a fermare la nostra ascesa. Un’ascesa
inarrestabile, che ci porterà ai vertici della notorietà e che ci procurerà un
sacco di soldi. (prendendo un bicchierino ed alzandolo) A Cagliostro, dunque!
MANUEL / STELLA – A Cagliostro! (bevono)
VANESSA - E sia egli il benvenuto in questa umile dimora!
Fine del primo atto
ATTO SECONDO
(Stessa scena del primo atto. Attorno al tavolo
sei sedie. Entra Vanessa seguita da Stella)
VANESSA - Hai aggiunto due sedie? Sì, bene. Questo copri tavola è un po’ troppo
vivace, non ti sembra?
STELLA – E’ quello che usiamo per fare i tarocchi. Pensavo…
VANESSA - Le carte sono una cosa, le anime dei defunti un’altra. Ad ogni modo va
bene così. Vuol dire che avremo un’evocazione … frizzante … scoppiettante. (Si
guarda intorno) Aspetta un attimo. Mi sembra che manchi qualcosa … un tocco …
STELLA – Vuole che crei della penombra? Con luci psichedeliche?
VANESSA - Ma no, che diamine! Dobbiamo guardarci in faccia, stasera. Ecco! Ho
trovato! Dell’incenso. Predispone le persone all’abbandono mistico. Mi sembra
che Manuel ne abbia comperato una decina di scatole. E’ nel sottoscala vicino
agli zampironi per le zanzare. Lo metti qui … e qui. Vai. Ah! Mandami Manuel.
(Stella esce) Dove ha messo l’occorrente, quel disgraziato. Come facciamo a
procedere all’evocazione senza quello che serve? (entra Manuel)
MANUEL - Aveva bisogno di me, madame?
VANESSA - Certo che avevo bisogno! Senti, caro, con che cosa si fa il pane?
MANUEL - Con acqua e farina, mi sembra.
VANESSA - Che sono gli ingredienti. Bravo. E la seduta spiritica di stasera con
che cosa la facciamo?
MANUEL - Con le persone.
VANESSA - E poi?
MANUEL - Con il tavolo e le sedie.
VANESSA - E poi?
MANUEL - Mmmm … mi faccia pensare …
VANESSA - No! Non pensare! Eventi imponderabili come questo potrebbero causare
lo spostamento dei poli o un’epidemia di grattarola a livello mondiale. Non ti
dicono niente le parole ambra, mercurio e così via?
MANUEL - Certo, sono gli ingredienti per la seduta di stasera.
VANESSA - Ohhh … Evviva! E, di grazia, dove sono questi benedetti ingredienti?
MANUEL - Lì, nella vetrinetta.
VANESSA - Bene. Perfetto. Allora tu ti dirigi verso la vetrinetta, la apri,
prendi gli ingredienti e li posi con delicatezza al centro del tavolo. Ok?
MANUEL - Ok! (esegue)
VANESSA - Compreso il diario di Cagliostro.
MANUEL - Ok!
VANESSA - (alza gli occhi al cielo) Mago Merlino aiutami tu! (entra Stella con
dei bastoncini di incenso) Oh, brava la mia Stella. Almeno tu ascolti, capisci
ed esegui. Ecco. Uno qui. E uno lo mettiamo qui. Attenta a non bruciare i
mobili. (Stella accende i bastoncini. Suona il campanello) Cominciano ad
arrivare. Vai, vai ad aprire. (Stella esce)
MANUEL - Il diario dove lo metto? In mezzo al tavolo?
VANESSA - No, no. Lo metti lì, davanti a quella sedia, dove mi siedo io. Vediamo
se c’è tutto. L’ambra?
MANUEL - Eccola qui.
VANESSA - La polvere dell’Etna?
MANUEL - E’ questa.
VANESSA - Il mercurio?
MANUEL - Eccolo.
VANESSA - I capelli del Maestro?
MANUEL - Li ho messi qui.
VANESSA - E qui c’è il diario. Mi sembra che non manchi nulla. Fammi vedere.
(esamina Manuel). Giacca a posto. Foulard d’ordinanza. Patacca d’oro al collo.
Sì, può andare. Solamente, se puoi, togliti dalla faccia quell’espressione
bovina e assumi un’aria tra il misterioso e l’ascetico. (Manuel la fissa senza
capire). Va bene. Non c’è problema. Vuol dire che non esistono bovini misteriosi
ed ascetici. (entra Stella seguita dalla contessa Belmonte).
STELLA - La contessa Eleonora Belmonte, madame.
VANESSA - Venga, venga, contessa. Non so come ringraziarla della sua
disponibilità. Lei mi ha fatto un regalo al quale non saprei come ricambiare.
BELMONTE - Via, non esageriamo, volevo solo fare un piacere a colei che ormai
posso considerare un’amica. E poi, lo confesso, sono molto incuriosita
dall’evento della serata sul quale mi ha fatto un vago cenno per telefono…
VANESSA - Saprà tutto a suo tempo, più tardi, prima d’incominciare. Ora, però,
la pregherei di seguire Stella nel mio studio: ci sono alcuni nuovi prodotti,
appena usciti dai nostri laboratori di ricerca, che vorrei che lei esaminasse.
Ci tengo molto al suo parere, prima di metterli in produzione.
BELMONTE - Con piacere. Ne sono lusingata.
STELLA – Prego, contessa, le faccio strada. (Stella e la contessa escono).
VANESSA - Per fortuna non ha parlato dei suoi glutei. Vuol dire che ha già
risolto il problema. (suona il campanello). Vai tu, Manuel, che Stella è
impegnata. (Manuel esce). Ah, che stress! E’ meglio che prenda un compressa di
tranquillante. (ingoia una pastiglia). Farmacia, naturalmente; non mi fido dei
ciarlatani. (entra Manuel seguito dalla signora Giacinti).
MANUEL - La signora Roberta Giacinti, madame.
ROBERTA – Cara, cara Vanessa. (Manuel esce)
VANESSA - Roberta carissima. (si abbracciano) Grazie di essere venuta. Sei stata
squisita.
ROBERTA – Oh, per carità. Nessun problema. Oggi non avevo impegni; in ogni caso
mi sarei liberata. Ma, dimmi qualcosa di più su questa serata che per telefono
mi hai descritto come eccezionale.
VANESSA - La parola eccezionale non rende giustizia. E’ molto di più. Non
esistono aggettivi. Più tardi fornirò a tutti i dettagli. Ti dirò una sola cosa:
ricchezza. Questa parola fa parte del tuo vocabolario?
ROBERTA – Questa, soprattutto, ed altre come agiatezza, lusso, benessere,
opulenza e così via. Tu conosci i miei gusti. La mediocrità è sorella della
povertà. A me piace essere ammirata, venerata, invidiata e, se occorre, anche
odiata, chi se ne importa.
VANESSA - E con il mio aiuto sei già sulla buona strada.
ROBERTA – Certo, è vero, ma…
VANESSA - Perfetto. Proprio così. Sei sulla buona strada, ma … manca ancora
qualcosa. Ebbene, bambina mia. Tra non molto avrai non solo quel qualcosa in
più, ma…tutto! Tutto, hai capito? Tutto quello che puoi immaginare ed anche
quello che non immagini. Non esagero, sai. Abbi ancora un po’ di pazienza e più
tardi … (entra Manuel)
MANUEL - E’ Arrivato il dottor Coriani, madame. Lo faccio passare …
VANESSA - Sì, sì, fallo entrare pure. Però un toc toc alla porta prima di
entrare ci starebbe anche bene. Vai. (Manuel esce) Lei conosce Giorgio Coriani?
ROBERTA – No! Sì. Cioè. Così così. E’ il commercialista di mio marito. Lo vedo
qualche volta. E’ sempre indaffarato. Sa come sono i commercialisti. Anche lui è
suo cliente?
VANESSA - Più o meno. E’ una persona simpatica, sempre disponibile. (bussano
alla porta) Avanti! (bussano ancora) Ho detto avanti!! (silenzio) Per la barba
di Rasputin! Io ci esco pazza! (va ad aprire; sulla soglia c’è Manuel con
Coriani). Venga, dottore. E tu, Manuel, non bussare più, fammi il piacere. Va
bene!? (Manuel esce). Lei conosce la signora Giacinti, mi sembra?
GIORGIO – Naturalmente! Sono onorato di conoscere l’affascinante consorte di uno
dei miei migliori clienti.
VANESSA - Benissimo. Allora, siccome manca ancora una persona, vado a fare una
telefonata. Voi intanto fate un po’ di conversazione. (esce)
GIORGIO – Roberta, che cosa ci fai tu qui? (comincia ad inseguirla intorno al
tavolo, mentre lei sfugge).
ROBERTA – Vanessa è una mia amica e mi chiesto di venire. E tu che cosa sei
venuto a fare?
GIORGIO – Ho fiutato odore di soldi e voglio vedere se dietro il fumo c’è
l’arrosto. Fermati un attimo.
ROBERTA – Fossi matta! In casa d’altri. Se ci vedono?
GIORGIO – Fermati, ti prego. Solo un bacio.
ROBERTA – Tu sei pazzo.
GIORGIO – Presa! (si baciano con passione lasciandosi scivolare lentamente
dietro il divano. In quel momento entrano Vanessa e il commendator Giacinti).
VANESSA - Roberta, dottore, dove…
GIORGIO – Ehm… siamo qui. Alla signora è caduto un orecchino dietro il divano e
lo stavamo cercando.
ROBERTA – Sì, sì, l’orecchino. Ah! Eccolo qui. Trovato. Adesso me lo metto.
(finge di mettersi l’orecchino e si alza) Imerio! Anche tu qui?
IMERIO – Roberta cara. Che sorpresa. Io, qui? Ah, sì, certo… Cosa vuoi! Mi sono
detto: mia moglie ha tanta stima della signora Vanessa… perché non provare? Sai,
con tutti i grattacapi che ho in azienda, un aiuto in più non guasta di certo.
Lei lo sa bene, Coriani. Il fisco che ti assilla, le maestranza che scioperano,
il mercato che non tira…
GIORGIO – Eh, se non tira il mercato … sono guai seri!
IMERIO – E così… Eccoci qua! (entra Manuel con la contessa Belmonte)
VANESSA - Oh, perfetto. Ci siamo tutti. Questa sera abbiamo il piacere di avere
con noi la contessa Eleonora Belmonte. Contessa, le presento la signora Roberta
Giacinti. Suo marito il commendator Imerio Giacinti. Il dottor Giorgio Coriani,
commercialista. (scambio di strette di mano e convenevoli) Bene, signori, adesso
è venuto il momento di svelarvi compiutamente il motivo di questa riunione
alquanto speciale. (entra Stella).
STELLA – Mi scusi, madame. Si è rifatta viva la Buonanima. (sguardo attonito
degli astanti).
VANESSA - Che cosa vuole?
STELLA – Chiede se “Voci dall’aldilà” può andare bene come titolo
dell’intervento di Manuel.
VANESSA - Oh, Signore! Dille che in linea di massima va bene; ora, però, sono
molto occupata. La contatterò io non appena possibile. Vai.
STELLA – Va bene. (esce).
IMERIO – Non mi dica che è anche in contatto con i trapassati?
VANESSA - No, no. E’ solo una tivù privata. Torniamo a noi. Accennavo allo scopo
di questa riunione. Ma, accomodatevi, prego. Benissimo. Immagino che tutti voi,
chi più chi meno, abbiate sentito parlare di Cagliostro.
GIORGIO – Un truffatore della peggior specie, mi sembra.
VANESSA - Non esattamente. Comunque non voglio tediarvi raccontando le sue
vicende. Ci vorrebbe troppo tempo. Ci tengo solo a dire che colui che io
considero il mio supremo maestro ha stupito, turbato ed entusiasmato gran parte
di regnanti, borghesi e popolani della sua epoca.
ROBERTA – Era un alchimista, vero?
VANESSA - Ai massimi livelli.
BELMONTE - Io ho visitato il castello di San Leo l’anno scorso. Che atmosfera
misteriosa!
VANESSA - Ebbene, signori, grazie ad un fortunato ritrovamento siamo in grado,
questa sera, di evocare il suo spirito e di parlare con lui.
IMERIO – E’ straordinario!
GIORGIO – Come sarà possibile tutto ciò?
VANESSA - Sarà una seduta in piena regola. Seguiremo le indicazioni del maestro
contenute in questo prezioso manoscritto.
ROBERTA – Non sarà pericoloso? Queste cose mi fanno un po’ di paura.
VANESSA - Non c’è nulla da temere. Abbiamo avuto diverse esperienze di questo
tipo e non è mai successo nulla. Se siete d’accordo possiamo anche incominciare.
IMERIO – Io sono pronto.
VANESSA - Dobbiamo solo trovare uno spirito guida che favorisca il contatto con
il maestro. Potrebbe essere anche un nostro caro che ha lasciato di recente.
Qualcuno di voi ha avuto in famiglia una perdita dolorosa?
BELMONTE - Io, purtroppo (si asciuga il naso). Il mio caro Bartolomeo mi ha
lasciata due anni fa. Investito da un camion mentre attraversava sulle strisce.
Una cosa tremenda!
VANESSA - Eravate molto attaccati.
BELMONTE - Un corpo ed un’anima. Sempre insieme. Ha lasciato un vuoto
incolmabile.
VANESSA - Bene. Volevo dire, mi dispiace tanto. Penso che Bartolomeo possa
andare bene. Allora procederemo così: formeremo una catena dandoci la mano e poi
chiameremo lo spirito di Bartolomeo. Il nostro sensitivo Manuel entrerà in
trance e ci porterà in contatto con il maestro. Sei pronto, Manuel?
MANUEL - I miei fluidi si stanno riscaldando.
VANESSA - Perfetto. Diamoci la mano, dunque, e chiudiamo gli occhi.
Concentriamoci sullo spirito di Bartolomeo. Ecco, l’atmosfera è giusta.
Bartolomeooooo! Bartolomeooooo! Esci dalle tenebre! Vieni tra di noi! (pausa).
Se ci sei, batti un colpo! (BUM!). Magnifico! Grazie, Bartolomeo, per averci
onorati della tua presenza. Ora, se non ti è di disturbo, entra nell’indegno
corpo di Manuel e comunica attraverso di lui. (Manuel viene scosso da un
tremito, alza gli occhi al cielo e …)
MANUEL - Auuuuu….! Auuuuu….!
VANESSA - Stai soffrendo, Bartolomeo? Cos’è che ti tormenta?
MANUEL - Auuuu….! Bau, bau, bau! Arf, arf, arf! (Manuel si alza e comincia a
camminare a quattro zampe annusando i presenti; si avvicina ad una pianta
facendo il gesto di fare la pipì alla maniera dei cani; poi si avvicina a
Coriani avvinghiandosi alla sua gamba ed agitandosi sempre come un cane).
GIORGIO – Ma cosa fa?! Stia fermo! Si tolga! (Manuel si stacca e si avvicina
alla contessa appoggiandole le zampe/mani in grembo uggiolando di contentezza).
BELMONTE - Bartolomeo! Sei proprio tu, allora. Vieni qui. Fatti accarezzare.
Dammi la zampina. Bravo, tesoruccio di mamma.
VANESSA - Mi perdoni, contessa Belmonte. Posso farle una domanda? Non è che per
caso Bartolomeo era un cane?
BELMONTE - Ma certo, naturalmente. Un magnifico dalmata. L’unico scopo della mia
vita. L’unica creatura che mi è sempre stata vicina dopo la morte di Fuffi.
VANESSA - E Fuffi era il cane che aveva prima?
BELMONTE - No, no. Fuffi era mio marito. Un brav’uomo che mi ha lasciata vedova
dieci anni fa.
VANESSA - Vede, contessa, per quanto Bartolomeo sia stato una creatura degna di
affetto e di considerazione … ai fini della nostra seduta … non essendo in grado
di parlare … ecco … non possiamo …
BELMONTE - Capisco. Ha ragione. Allora, se vuole, potremmo provare con Fuffi.
Non è la stessa cosa: era meno affettuoso e anche meno intelligente di
Bartolomeo. Era solo ragioniere. Pensa che possa andare bene?
GIORGIO – Va benissimo. Proviamo con Fuffi, allora. Ma, siamo sicuri che non si
tratti di un bassotto?
BELMONTE - (sdegnata) Fuffi era alto un metro e ottanta!
VANESSA - Per favore, Coriani, non faccia dello spirito. D’accordo. Va bene
Fuffi. Riconcentriamoci, allora. Manuel, cioè, Bartolomeo, a cuccia sulla sedia,
dai le zampine agli altri. Così.
GIORGIO – Che schifo!
VANESSA - Bartolomeoooo! Adesso che hai potuto salutare la tua padroncina torna
sui verdi prati celesti – o sui celesti prati verdi, vedi tu – colmi di ossi da
rosicchiare, di siepi da annusare e di alberi da … Beh, insomma, torna su e
lascia libero il corpo di Manuel (pausa). Se ci sei, batti un colpo (silenzio).
Non c’è più. E’ andato. Adesso proviamo con il povero Fuffi. Fuffiiii …!
Fuffiiii …!
GIORGIO – Fuffi! (fischia come per chiamare un cane).
VANESSA - Coriani, per cortesia! (rialza gli occhi al cielo) Fuffi! Lascia le
ombre e scendi tra di noi (pausa). Se ci sei, batti un colpo (BUM). Molto bene,
Fuffi. Il corpo di Manuel ti ospiterà perché tu possa parlare con noi. Vieni,
dunque, coraggio. (Manuel si contorce, trema e poi si guarda intorno).
MANUEL - Dove mi trovo? Chi siete voi? Oh, mio Dio! Eleonora! Cosa ci fai tu qui
con questa gente? Fatti vedere. Perbacco, come sei invecchiata!
BELMONTE - Invecchiata, io?! Cosa stai dicendo, vecchio rimbambito? Guarda qui.
Ho la pelle di una giovinetta; la carne ancora soda ed elastica. Vero, Vanessa?
VANESSA - Certo, Certo, contessa. Sono passati dieci anni, comunque. Ma,
lasciamo stare. Lei è Fuffi, dunque.
MANUEL - Ma che Fuffi e Fuffi. Io mi chiamo Filiberto. E’ lei che si è sempre
ostinata a chiamarmi Fuffi perché, a suo dire, fa molto più fine. Si può sapere,
invece, perché avete interrotto il mio tranquillo stato di beatitudine lontano
da questa megera?
VANESSA - Ci perdoni Fuf… cioè, Filiberto. Ci permettiamo di approfittare della
sua preziosa presenza per evocare lo spirito di Cagliostro, se questo non le
arreca eccessivo disturbo. Senza di lei questo non può avvenire. La prego. Ci
accontenti. Poi potrà tornarsene in pace tra le ombre.
MANUEL - Dove sono io non c’è ombra. C’è il sole dei Caraibi e si sta da dio, si
fa per dire. Va bene, ci sto. Lo faccio per lei, sa, perché mi è simpatica ed è
fisicamente molto più gradevole di questa vecchia cornacchia. Cosa devo fare,
allora?
VANESSA - E’ molto semplice. Io metterò in questa coppa gli ingredienti dettati
dal maestro. Poi, insieme a tutti gli altri, pronunceremo l’orazione di richiamo
e staremo a vedere cosa succede.
MANUEL - Non mi sembra molto complicato. Se vuole, possiamo cominciare.
VANESSA - Benissimo. Ecco la coppa. Cominciamo con il primo ingrediente, la
polvere dell’Etna. (ad alta voce) Pietra di vulcano per uscire dalla terra!
(mette un pizzico di polvere nella coppa).
TUTTI – Pietra di vulcano per uscire dalla terra!
VANESSA - Un’oncia di mercurio che dà forza ed energia! (versa il mercurio).
TUTTI – Un’oncia di mercurio che dà forza ed energia!
VANESSA - Sette gocce di ambra nubiana per lo spirito risorto! (versa l’ambra).
TUTTI – Sette gocce di ambra nubiana per lo spirito risorto!
VANESSA - Una ciocca di capelli del maestro! (prende delicatamente la ciocca di
capelli e li fa cadere delicatamente nella coppa).
TUTTI – Una ciocca di capelli del maestro!
VANESSA - Sei oranti che invocano gli abissi!
TUTTI – Sei oranti che invocano gli abissi!
VANESSA - (Si guarda intorno ed alza gli occhi al cielo). Cagliostro, scendi tra
di noi!
TUTTI – Cagliostro, scendi tra di noi!
MANUEL - (Alzandosi e levando le braccia). Cagliostro, scendi tra di noi!
(Silenzio, Poi tre colpi forti alla porta. Ancora silenzio. Altri tre colpi.)
GIORGIO - Avanti! (Si apre la porta ed entra Cagliostro. Si guarda intorno e poi
percorre la sala in lungo ed in largo osservando attentamente cose e persone).
CAGLIOSTRO – Il mio nome è Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro. A chi debbo il
piacere di ritrovarmi tra i comuni mortali?
VANESSA - Molto modestamente è opera mia, maestro. Solo che noi pensavamo di
evocare il suo spirito; non avremmo mai immaginato di avervi qui in carne ed
ossa.
CAGLIOSTRO – Ovviamente vi ho stupiti. Come ho stupito mezza Europa. E lei chi
è?
VANESSA - Mi chiamo Vanessa, Vanessa Franchi. Abbiamo ritrovato il suo
manoscritto …
CAGLIOSTRO – Oh, bene, molto bene! Ero sicuro che prima o poi sarebbe saltato
fuori. E così avete seguito scrupolosamente le mie istruzioni …
VANESSA - Alla lettera. Ci siamo serviti anche di uno spirito guida, Fuffi.
MANUEL - Ah! Basta! Ho detto che mi chiamo Filiberto! Ma tanto, non c’è più
bisogni di me, qui. Me ne vado. (dà una scrollata e si accascia sulla sedia).
CAGLIOSTRO – Un po’ suscettibile questo spirito guida.
BELMONTE - Anche in vita era decisamente un rompiscatole.
CAGLIOSTRO – Mi dica, Vanessa, per quale motivo ha deciso di riportarmi in vita?
VANESSA - In verità, maestro, io sono sempre stata affascinata dalla sua vita e
dai prodigi che ha compiuto. Dal momento che la mia attività ricalca
indegnamente le sue orme, avendo avuto la fortuna di ritrovare il suo
manoscritto, non mi parsa vera l’opportunità di poterla incontrare.
CAGLIOSTRO – Quindi lei si occupa di esoterismo, magie e cose simili?
VANESSA - Più o meno, diciamo. E comunque non ai suoi livelli. Se lei, però,
volesse riprendere la sua attività, non esiti ad approfittare della mia umile
dimora, dei miei collaboratori e, naturalmente, della mia modesta persona.
CAGLIOSTRO – Interessante. Credo che prenderò in considerazione la sua offerta.
Ma, ditemi, in che anno ci troviamo?
GIORGIO – Siamo nel 2001, conte. L’inizio del terzo millennio.
CAGLIOSTRO – Poffarbacco, quanto tempo ho dormito! C’è ancora l’inquisizione?
GIORGIO – Sparita. Però c’è la Guardia di Finanza. E i NAS.
CAGLIOSTRO – E lo stato della chiesa?
GIORGIO – Ridotto ad fazzoletto. Una borgata di Roma.
CAGLIOSTRO – Molto, molto bene. Questo facilita le cose. Ma, non c’è pericolo
che chi esercita la mia attività possa essere rinchiuso nelle segrete?
GIORGIO – Assolutamente no, mi creda. Le forze dell’ordine sono troppo occupate
con la criminalità organizzata e a fare da scorta agli uomini politici.
CAGLIOSTRO – Anche questo è un vantaggio. Ed il progresso? In due secoli ne
avrete fatta di strada. Siete riusciti a risolvere il problema dei sobbalzi
delle carrozze?
GIORGIO – Altro che sobbalzi, maestro. Abbiamo carrozze che si muovono senza
l’aiuto dei cavalli e vanno alla velocità del vento.
ROBERTA – Macchine volanti che solcano i cieli.
IMERIO – Abbiamo messo piede sulla luna.
ROBERTA – Si fanno soldi a palate.
BELMONTE - Si vive fino a cento anni ed oltre.
GIORGIO – Si può evitare di pagare le tasse.
CAGLIOSTRO – Basta così. Ho capito. Il progresso c’è stato ed al di là di ogni
immaginazione. Eventualmente più avanti mi fornirete i dettagli. Presumo, però,
che con questo benessere diffuso la gente non abbia più bisogno della mia opera.
VANESSA - Al contrario, maestro. Mentre il progresso tecnologico avanza,
l’intelligenza regredisce. Ci sono macchine che pensano al posto delle persone.
In luogo dell’azione la gente preferisce la finzione proposta da una scatola che
proietta immagini. Le persone scambiano per reale l’immaginario, l’improbabile.
Credono negli oroscopi, nelle previsioni del tempo, nelle dritte degli operatori
di borsa. C’è pascolo in abbondanza per tutti. Mi creda, maestro, con il suo
genio e la mia modesta esperienza nel settore, potremo fare cose grandi. Sarà
come rubare le caramelle ad un bambino.
CAGLIOSTRO – Anche questi signori si aspettano qualcosa da me?
VANESSA - Naturalmente. Anzi, se siete tutti d’accordo, io direi che il ritorno
del maestro sulla scena mondiale può partire proprio da questa stanza e con la
collaborazione e l’interesse di tutti. Stella! (entra Stella).
STELLA – Eccomi, madame.
VANESSA - Questa è Stella, un’altra mia collaboratrice. Giovane, ma volonterosa.
CAGLIOSTRO – E anche carina, direi, il che non guasta di certo.
VANESSA - Cosa ne pensa allora della mia proposta?
CAGLIOSTRO – Datemi un po’ di tempo per capire in che razza di mondo sono
capitato. Poi ci ritroveremo di nuovo insieme per darci degli obiettivi ed un
programma di lavoro. Ho in mente cose nuove, mai viste finora, che vi lasceranno
di sasso. Nel frattempo approfitterò volentieri dell’ospitalità offertami dalla
signora Vanessa. Signori, è stato un vero piacere avervi incontrato e spero che
questo sodalizio possa dare in futuro frutti copiosi.
VANESSA - Su questo non abbiamo dubbi. Amici cari, su, alziamoci in piedi ed
accogliamo con calore tra di noi il conte di Cagliostro, da oggi nostra guida e
maestro. (I presenti si alzano applaudendo, attorniando Cagliostro e
stringendogli la mano).
ATTO TERZO
(Stessa scena. Roberta e Imerio Giacinti, la
Contessa Belmonte e Coriani stanno facendo conversazione. Entrano Stella e
Manuel).
BELMONTE - Ah! Ecco il nostro Manuel.
IMERIO – E’ un bel po’ che aspettiamo. Io avrei avuto degli impegni importanti
quest’oggi.
MANUEL - Madame vi prega di scusarla. Tra qualche minuto saranno qui. Deve solo
mettere a punto alcuni dettagli con il conte Cagliostro.
IMERIO – Io non ho ancora bene afferrato su quale argomento verte questa
riunione.
ROBERTA – Non ci può anticipare qualche cosa.
MANUEL - Madame ed il conte sono stati molto abbottonati in questi giorni. Posso
dirvi comunque che si tratta di una cosa grossa. Mi sembra di aver capito che
verrà chiesto il vostro coinvolgimento in un’iniziativa senza precedenti. Ho
sentito parlare anche di una spedizione … ma, di più non vi so dire.
STELLA – Nel frattempo, se lo gradite, posso portarvi qualche cosa da bere: un
caffè, una bibita.
IMERIO – Vista l’ora non ci starebbe male un bel panino col prosciutto…
ROBERTA – … E magari due spaghetti aio, oio e peperoncino. Imerio! Ti scordi
sempre della dieta. Non devi neanche pensarci a queste cose.
IMERIO – Va bene, Va bene. Grazie lo stesso, Stella. Il caffè ha la caffeina, la
bibita ha il gas, il panino mi si strozzerebbe in gola, Non importa. Non fa
niente. Vuol dire che tornando a casa passo dall’ospedale e mi faccio fare una
flebo.
BELMONTE - E poi a momenti saranno qui, immagino. Comunque grazie, Stella.
STELLA – Come desiderate. (entrano Vanessa e Cagliostro)
VANESSA - Cari amici, buon giorno a tutti voi. Vi ringrazio ancora una volta di
essere intervenuti. Oggi è una giornata veramente particolare, non è vero,
maestro?
CAGLIOSTRO – Verissimo. Inoltre la posizione degli astri sulla volta celeste è
bene augurante per l’intrapresa di iniziative come quella che io andrò ad
illustrarvi.
VANESSA - Ora il maestro vi parlerà di cose talmente insolite e strabilianti da
sembrare fantastiche, irreali. Vi assicuro, però, che tutto ciò che udirete
appartiene alla realtà ed è assolutamente tangibile, come potrete constatare voi
stessi in seguito. Adesso mettetevi comodi e ponete la massima attenzione a ciò
che vi dirà il conte di Cagliostro.
CAGLIOSTRO – Ebbene, dame e cavalieri, prima di incominciare a parlarvi del mio
progetto vorrei che voi semplicemente prendeste atto di ciò che avete potuto
vedere con i vostri occhi: e cioè del fatto che la mia modesta persona, sia in
virtù di un dono divino, sia grazie agli studi da me intrapresi nelle arti
arcane, è in grado di superare le barriere del tempo e dello spazio. Voi mi
avete visto catapultato qui in carne ed ossa dopo secoli di oblio. E’ una cosa
straordinaria, certamente, ma non impossibile, come tutti voi avete potuto
constatare.
VANESSA - E noi siamo orgogliosi di aver avuto questo privilegio. Pensate,
amici, non è da tutti assistere ad un evento di questa portata, (cenni di
approvazione da parte degli astanti).
CAGLIOSTRO – Ordunque, signori miei, sappiate che in passato più di una volta mi
ritrovai a vivere esperienze del genere nei luoghi e nelle epoche più disparate:
vidi la Roma dei Cesari e il favoloso Eldorado; fui a fianco di Alessandro il
Grande nei suoi viaggi di conquista. Ma la vicenda più importante in senso
assoluto di quelle da me vissute fu alla corte della regina di Saba.
VANESSA - Vuol dire la mitica regina che visitò Salomone circa tremila anni fa?
CAGLIOSTRO – Proprio lei. Io ebbi l’opportunità di unirmi al suo seguito grazie
alle mie conoscenze nel campo dell’alchimia. Quando poi, durante il suo
soggiorno a Gerusalemme lei ebbe un figlio da Salomone che chiamò Menelik, io
divenni suo precettore.
GIORGIO – Però, questi regnanti di una volta! Sarebbe come se la cancelliera
tedesca in visita a Roma facesse un figlio con …
VANESSA - Per favore, Coriani, si trattenga! Ci scusi, maestro, continui pure.
CAGLIOSTRO – Bene. Una cosa che solo pochi sanno è che, prima del viaggio di
ritorno nel regno di Saba, Salomone affidò alla regina la famosa Arca
dell’Alleanza affinché la custodisse. Una volta arrivati nella reggia di Axum,
l’Arca fu portata nei sotterranei del palazzo, ben vigilata dalle guardie reali.
BELMONTE - Ho sentito dire, però, che l’Arca nelle epoche successive è stata
portata nei luoghi più disparati.
CAGLIOSTRO – Quello che voi dite corrisponde al vero, signora. Con la caduta del
regno di Saba e la distruzione della reggia, l’Arca fu trafugata e se ne persero
le tracce. Questo, comunque, a noi non interessa più. La cosa importante è che
l’Arca sia rimasta nella reggia nel periodo in cui io vi dimorai e la cosa più
importante ancora è che la regina mi concesse il privilegio di avere accesso
all’Arca per i miei studi.
ROBERTA – Mi scusi, maestro. Perdoni la mia ignoranza. Ma cosa aveva di così
importante questo oggetto?
CAGLIOSTRO – Innanzi tutto essa conteneva le tavole della legge di Mosè, con i
dieci comandamenti. Ma ciò che la rendeva particolarmente preziosa era il
potente fluido che essa emanava, il quale avrebbe potuto dare enorme potere a
chi fosse stato in grado di incanalarlo correttamente.
VANESSA - Immagini, maestro, che lei sia riuscito in questo intento.
CAGLIOSTRO – Non senza fatica. Il fluido dell’Arca, allo stato puro, era
incontrollabile e pericoloso. Era necessario incorporarlo in un elemento per
poterlo poi utilizzare all’occorrenza.
VANESSA - Quale elemento ha usato, maestro? Oro? Diamanti?
CAGLIOSTRO – Niente di tutto questo, madame. Solo sabbia. Finissima sabbia del
deserto Etiope. Una volta esposta al fluido dell’Arca durante la congiunzione
favorevole dei pianeti e dopo aver pronunciato la formula contenuta in un’antica
tavoletta caldea, essa ha acquistato tutti i poteri dell’Arca.
IMERIO – E dov’è adesso quella sabbia?
CAGLIOSTRO – Ancora un momento, mi lasci proseguire. E’ vero, la preziosa sabbia
aveva acquistato un potere enorme, ma non era agevole conservarla: poteva
disperdersi facilmente. Così la misi in un crogiolo e la sottoposi ad altissime
temperature fino a vetrificarla. Ne venne fuori una gemma grossa come un uovo di
colore rosso carminio. Questa gemma aveva in sé prodigiosi poteri: al semplice
tocco poteva tramutare i metalli vili in oro purissimo, era in grado di guarire
ogni malattia e dare l’immortalità a chi la possedeva; aveva la proprietà di
dare la conoscenza del passato e del futuro, del bene e del male.
GIORGIO – Mi perdoni, maestro, ma da quel poco che ho letto mi sembra che la
descrizione che lei ha fatto di questa gemma corrisponda né più né meno alla
fantomatica Pietra Filosofale.
CAGLIOSTRO – Lei ha visto giusto, figliolo. Lasciando da parte ogni modestia,
voi avete davanti il creatore della famosa Pietra Filosofale, oggetto di bramose
ricerche nel corso dei secoli che seguirono. Alchimisti di tutte le epoche
tentarono di riprodurla, ma senza successo.
ROBERTA – Le sa dove si trova ora questa pietra, maestro?
CAGLIOSTRO – Purtroppo no! Dopo circa due anni, in assenza della regina, ci fu
una scorreria di predoni che trafugarono sia l’Arca dell’Alleanza, sia la Pietra
Filosofale. Presero solo queste due cose. Probabilmente una spia aveva passato
l’informazione ad una potenza straniera, forse l’Egitto o addirittura il lontano
Catai, e questi hanno compiuto quello che voi chiamate oggi un furto su
commissione.
BELMONTE - Quindi tutto è andato perduto?
CAGLIOSTRO – Praticamente sì. Nel corso dei secoli sia la Pietra che l’Arca sono
state oggetto di infruttifere ricerche da parte di archeologi ed avventurieri di
ogni risma. Forse saranno sepolte sotto metri di sabbia o giaceranno sul fondo
del mare. Ma tutto ciò ha un’importanza relativa.
GIORGIO – A me, invece, sembra abbastanza importante. L’Arca dell’Alleanza è
andata perduta e lo stesso dicasi per la Pietra Filosofale. A noi cosa viene in
tasca?
CAGLIOSTRO – Acuta osservazione, la sua. Tranne che …
IMERIO – Tranne che?
CAGLIOSTRO – Tranne che, come dissi poc’anzi, per ottenere la gemma dovetti
vetrificare la sabbia. Ma non tutta. Ne rimase una parte che misi in un’ampolla.
Quest’ampolla venne da me murata in un anfratto nei sotterranei del palazzo.
Naturalmente questa sabbia ha ancora tutti i poteri della Pietra Filosofale.
ROBERTA – Ma allora, maestro, perché non è andato a riprendersi l’ampolla
successivamente?
CAGLIOSTRO – Gentile e bella signora, lo avrei fatto se la reggia, e tutto il
regno di Saba con lei, non fossero stati distrutti e poi coperti dalle sabbie
del deserto. Praticamente introvabili.
GIORGIO – Siamo al punto di prima!
CAGLIOSTRO – Solo che. …
IMERIO – Solo che?
CAGLIOSTRO – Solo che in questi giorni ho scoperto che qualche anno fa una
spedizione archeologica tedesca ha ritrovato in Etiopia i resti della reggia di
Axum. Ho visto le … come dite voi … le fotografie e tutto corrisponde: le tre
colline, la vallata, i resti delle mura ciclopiche. Non v’è alcun dubbio.
Perdonate la mia emozione, ma in quei luoghi ho trascorso anni memorabili. A
questo punto, signori, non resta che una sola cosa da fare: portatemi ad Axum ed
io ritornerò con l’ampolla dei prodigi!
GIORGIO – E che ci garantisce che una volta in possesso dell’ampolla lei non
sparisca facendoci marameo.
CAGLIOSTRO – Avevo pensato anche a questo. Manuel verrà con me. Egli è più che
una garanzia. Madame Vanessa mi darà la sua disponibilità, spero?
VANESSA - Non c’è problema, maestro. Manuel è un po’ tontolone, ma di lui ci si
può fidare.
CAGLIOSTRO – L’unico problema, se possiamo chiamarlo problema, sono i quattrini.
Si tratta di una spedizione in piena regola, dopo tutto.
IMERIO – Che cifra aveva in mente?
CAGLIOSTRO – Considerando il viaggio, l’attrezzatura necessaria , i permessi di
scavo, le tangenti, la manodopera, annessi e connessi, penso che un milione di
euro dovrebbero bastare.
TUTTI – Un milione di euro?!
CAGLIOSTRO – E’ troppo? Forse qualcosa riusciremo a risparmiare sugli annessi e
connessi. Comunque metà della spesa verrà coperta dalla madame Vanessa che
utilizzerà parte della sabbia prodigiosa per la sua attività. E voi? Poco più di
centomila euro per raggiungere i vostri obbiettivi, per realizzare i vostri
sogni. Prendiamo lei, contessa Belmonte. Qual è il suo desiderio più grande?
BELMONTE - Vanessa lo sa bene. Vorrei solo apparire un po’ più giovane.
CAGLIOSTRO – Ha, Ha! Apparire!? Contessa Eleonora Belmonte! Non apparire.
Diventare!!! Realmente e tangibilmente più giovane, molto più giovane. Qualche
granello di sabbia miracolosa sotto il cuscino del suo letto e … piano piano le
rughe si distenderanno, la muscolatura diventerà più tonica, le tornerà la vista
di un falco, i suoi capelli riprenderanno la colorazione originale, la dentatura
diventerà perfetta. Noi tutti potremo ammirare la contessa Belmonte dei
trent’anni. Non le basta tutto questo?
BELMONTE - Se ciò fosse possibile sarei disposta a vendere l’anima al diavolo.
CAGLIOSTRO – Non è necessario, contessa. Bastano pochi granelli e … centomila
euro, naturalmente. E lei, dottor Coriani, quali sono i suoi obbiettivi primari?
Su, ce lo dica con franchezza.
GIORGIO – Le dirò, Cagliostro, che la faccenda mi lascia ancora un po’ scettico.
Comunque, se questa sabbiolina avesse veramente i poteri prodigiosi da lei
decantati, la cosa che mi preme maggiormente è la conoscenza del futuro.
Sfruttata con una certa a abilità questa facoltà potrebbe portare vantaggi non
indifferenti. Ad esempio conoscere con anticipo l’andamento della borsa potrebbe
farmi guadagnare parecchi soldini, oltre che proiettarmi di botto nel mondo
dell’alta finanza. E poi, adesso che ci penso, sapere con certezza quando arriva
la Tributaria in un’azienda mi farebbe diventare il re dei fiscalisti.
CAGLIOSTRO – Certo, dice bene. Oltre a molte altre opportunità alle quali lei
non ha ancora pensato. La signora Roberta, invece, dovrebbe avere tutt’altre
aspettative, non è vero?
ROBERTA – Ha ragione, maestro. Io sono una persona molto pratica e le mie
necessità sono veramente semplici, banali forse. Lei dice che quella sostanza
può trasformare i metalli in oro; ebbene, io mi accontento di questo.
Frequenterò robivecchi e rottami ed il passaggio sarà: ferraglia, oro, denaro.
Con il denaro si compra tutto: cose, persone, persino la felicità. Cosa ne dice
del mio progetto?
CAGLIOSTRO – Fattibile, senz’altro, e di una logica stringente. Lei è una donna
concreta che sa quello che vuole. Sarà accontentata. E suo marito, il signor
Giacinti, qual’è la sua aspettativa?
IMERIO – Ehm … vede … ecco … io avrei un problema …
CAGLIOSTRO – Ah, già, ricordo; la sua situazione … diciamo … aziendale. Il
mercato che non tira, l’afflosciarsi delle risorse. Possiamo dire che la sua,
ecco, azienda non è più competitiva come una volta.
IMERIO – Sì! Proprio così! Non sono più, cioè, non io, la mia azienda non è più
competitiva. Così quando mi metto, per così dire, sul mercato, faccio la figura
del cotechino. Lesso.
CAGLIOSTRO – E qui, signor Giacinti, le posso assicurare con assoluta certezza
che la sua vita cambierà da così a così.
IMERIO – Ne è sicuro?
CAGLIOSTRO – Assolutamente. Le prestazioni della sua, ehm, azienda supereranno
quelle dei concorrenti più agguerriti e la sua clientela resterà sbalordita
dalla qualità dei suoi prodotti. Lei sarà sempre in grado di tenere alto il nome
della ditta e questo stato di grazia avrà un effetto duraturo.
IMERIO – Lei mi assicura: duraturo?
CAGLIOSTRO – Più che duraturo, marmoreo! Bene. Adesso che avete tutti espresso…
STELLA – Mi perdoni, maestro, se ho l’ardire di far sentire la mia umile voce …
CAGLIOSTRO – Suvvia, figliola, non avere timore. Anche tu hai un desiderio da
esprimere?
STELLA – Ebbene … sì. Un piccolissimo desiderio. Quasi mi vergogno a dirlo.
CAGLIOSTRO – Su, non temere, manifesta pure i tuoi pensieri.
STELLA – Ecco, vede, io ho una grande passione: il teatro. Non so cosa darei per
potere calcare le scene con una compagnia teatrale, anche amatoriale,
CAGLIOSTRO – Tutto qui? In realtà tu non avresti per niente bisogno di sostanze
prodigiose per raggiungere questa meta. Hai già una bella figura, una voce
impostata e poi hai quello che conta di più: la passione. Però forse ti manca il
colpo di fortuna, il treno che passa, l’opportunità da cogliere al volo. In
questo caso due granellini di sabbia sono più che sufficienti per farti
incontrare la persona giusta, per avere una parte in un lavoro importante, per
farti conoscere dal grande pubblico ed infine per avere il successo che meriti.
STELLA – Io non chiedo tanto. Mi basterebbe avere almeno un pezzettino di tutto
quello che mi ha detto.
CAGLIOSTRO – Lo avrai … Stella. Così ti chiami, vero? Perfetto. Ora avete tutti
espresso i vostri desideri in modo compiuto ed esauriente. Non ci resta che
passare alla parte pratica del progetto: l’organizzazione della spedizione ed
“in primis” la raccolta dei fondi necessari. Con la signora Franchi abbiamo già
concordato … (suona il campanello).
VANESSA - Vai a vedere, Stella. Chiunque sia, digli che oggi sono occupata per
tutto il giorno. (Stella esce).
GIORGIO – Perdoni una domanda Cagliostro. Per quando riguarda i fondi raccolti,
come pensa di gestire la cosa?
CAGLIOSTRO – Capisco la sua diffidenza, dottor Coriani. Lei è commercialista e
quindi sospettoso per natura. Imbrogliare lei sarebbe come, mi perdoni
l’espressione, rubare in casa di ladri. Anche questo era previsto. Sarà Manuel a
gestire la somma, ad acquistare il necessario e pagare chi di dovere. Quindi non
dovreste avere timori a riguardo. Il vostro denaro verrà impiegato oculatamente
e senza sprechi.
VANESSA - Questo ci tranquillizza tutti, non vi pare? (Cenni di approvazione. In
quel momento entra Stella seguita dall’ispettore La Volpe).
STELLA – C’è qui l’ispettore La Volpe, madame. Ho detto che era molto occupata,
ma ha insistito per vederla. Dice che è molto importante …
LA VOLPE - Effettivamente …
VANESSA - Mi spiace, ispettore, ma lei arriva nel bel mezzo di una riunione con
dei miei stimatissimi clienti. Non le nascondo che la sua presenza è quanto mai
inopportuna.
LA VOLPE - Lei ha ragione, signora Franchi, gli orari non sono il nostro forte.
Corriamo sempre il rischio di essere inopportuni. A volte arriviamo alle cinque
di mattina ed arrestiamo la gente ancora in pigiama. E senza aver fatto
colazione. Eh già, il nostro è un mestieraccio, proprio un mestieraccio.
VANESSA - Allora, sbrighiamoci. Sentiamo che cos’ha di così importante da dirmi
e poi ci salutiamo, così noi possiamo continuare la nostra riunione.
LA VOLPE - Piano, piano. Non bisogna avere fretta. La fretta è una cattiva
consigliera. Mi dia solo il tempo di fare due chiacchiere. Se vuole possiamo
andare in un’altra stanza. Per riservatezza.
VANESSA - Non ce n’è bisogno, caro il mio ispettore! Qui siamo in famiglia. E
poi preferisco avere dei testimoni.
LA VOLPE - Come desidera. (Si guarda intorno). I signori sono tutti suoi
clienti?
VANESSA - Più o meno. Ad ogni modo, se non le dispiace, possiamo saltare le
presentazioni. Vogliamo venire al dunque?
LA VOLPE - Ci arrivo subito. L’ultima volta che ci siamo visti le parlavo di
lamentele sollevate da alcuni suoi clienti non del tutto soddisfatti del suo
operato.
VANESSA - Impossibile! La mia è una clientela affezionata e riconoscente.
Tutt’al più posso ammettere che una o due persone, che non hanno seguito alla
lettera le mie istruzioni, non siano rimaste soddisfatte …
LA VOLPE - Non si tratta di una o due persone, ma di un gruppo alquanto
numeroso. E non parliamo solo di insoddisfazione, perché ci sono denunce bel
precise.
VANESSA - Non mi faccia ridere!
LA VOLPE - Le risate a più tardi, forse. Vediamo un po’. (Tira fuori un taccuino
e legge). Truffa, raggiro, circonvenzione d’incapace, minacce, appropriazione
indebita, eccetera, eccetera. Ce n’è per farsi almeno vent’anni di villeggiatura
sotto il sole a scacchi. Per lei e per il suo degno compare, il signor Manuel
Matamoros. Dov’è il sensitivo? Eccolo qui.
VANESSA - Così lei è venuto per arrestarci? Bravo! Ecco, mi metta pure le
manette. (Porge i polsi). Faccia pure violenza sugli innocenti!
LA VOLPE - Si tranquillizzi, signora mia. Per ora devo solo accompagnarvi in
commissariato dove vi verranno fatte alcune domande. Il tutto verrà messo a
verbale.
VANESSA - E tutto questo fondato sulla base di accuse senza fondamento? Lei sta
prendendo un granchio, caro il mio Sherlock Holmes; noi non abbiamo fatto niente
di illegale. Proprio niente.
LA VOLPE - Il punto sta proprio qui. Voi non avete fatto niente. Niente di
utile, di concreto. E questo niente lo avete venduto a caro prezzo, lo avete
propinato agli ingenui; questo niente lo avete camuffato, infiocchettato e
smerciato ai gonzi. Come a questi signori, suppongo. Sentiamo. A voi cos’ha
promesso la qui presente signora Vanessa Franchi, al secolo “madame”?
IMERIO – La Pietra Filosofale!
LA VOLPE - Oddio! La Pietra Filosofale! Incredibile! E voi naturalmente ci
credete ciecamente. Ma certo, come no. Che problema c’è? Basta sapere dove
andare. Un negozietto del centro? Magari in saldo! O al mercatone? Hanno tutto.
Vuoi che non abbiano la Pietra Filosofale? La trovi anche in internet: aggiungi
le spese di spedizione e te la mandano a casa. Se poi è finita si ripiega sul
Timone dell’Arca di Noè. E se questo non è disponibile, cosa facciamo? Niente
paura, c’è sempre la Spada di Re Artù o la Bacchetta Magica di Harry Potter. Ma
mi faccia il piacere!!!
CAGLIOSTRO – Caro signore, è inutile che lei faccia dello spirito a buon
mercato. La Pietra Filosofale, come la sabbia della Regina di Saba, è un
manufatto dai poteri prodigiosi ben conosciuto nell’antichità e del quale io le
posso assicurare l’esistenza.
LA VOLPE - Come fa ad esserne così sicuro?
CAGLIOSTRO – E’ semplice. L’ho fabbricata io!
LA VOLPE - Ma certo. Geniale! Dal produttore al consumatore. E questo signore da
dove viene? Da una festa in maschera? Si può sapere chi è lei?
CAGLIOSTRO – Il mio nome è Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro.
LA VOLPE - Non la conosco.
CAGLIOSTRO – La mia persona è conosciuta in tutto il mondo civilizzato. Persino
i reali di Francia e lo Zar di tutte le Russie hanno pronunciato il mio nome.
LA VOLPE - Certo, certo. Porti pure i miei saluti a Gengis Khan e a Napoleone,
se li vede. Ma guarda che tipo. Sembra uscito da un film di cappa e spada.
Eppure … (Gli gira intorno guardandolo con attenzione). Questo viso … Forse mi
sbaglio … Per caso, non ci siamo già visti da qualche parte?
CAGLIOSTRO – Improbabile, signore. Praticamente impossibile.
LA VOLPE - Vuole ripetere, per favore?
CAGLIOSTRO – Improbabile, signore. Praticamente impossibile.
LA VOLPE - Ma certo! Ci sono. Il viso e la voce, soprattutto. Mi perdoni, signor
conte. (Gli si avvicina e con un gesto improvviso gli toglie la parrucca). Ecco
qua, come sospettavo. Se la memoria non mi tradisce, ho il piacere di parlare
con il signor Dino Galli, attore di teatro, non è vero?
VANESSA - Come si permette!? Trattare in questo modo il maestro?
LA VOLPE - Ma che maestro dei miei stivali! Vede, signora, nel mio mestiere
ricordare una fisionomia è un’abilità che si acquista col tempo e diventa quasi
automatica. A questo aggiunga che io sono un patito del teatro. Va da sé che non
potevo non riconoscere il qui presente signor Galli, fino all’anno scorso con la
compagnia della Cicala ed attualmente in cerca d’ingaggio.
GIORGIO – (Avvicinandosi a Cagliostro) Lei cos’ha da dire, signore?
GALLI - E’ inutile negare. Quello che ha detto l’ispettore corrisponde a verità.
BELMONTE - E la storia della sabbia miracolosa?
ROBERTA – E il milione di euro che dovevamo versare per la spedizione?
IMERIO – Era tutto un imbroglio, allora!
LA VOLPE - Ah, bravi! Stavate per essere spennati ancora una volta, signori
miei. (Rivolto a Vanessa). Facciamo le cose in grande stile, adesso.
VANESSA - Non guardi me! Io non c’entro, questa volta. Io stessa avrei dovuto
sborsare metà della cifra. Sono sconvolta! Non riesco a capacitarmi. Vanessa
Franchi raggirata da questo imbroglione, da questo truffatore … Furfante! Lei mi
ha rubato il mestiere!
LA VOLPE - No, no, no! Permetta, signora Franchi. L’amico Galli non è un
truffatore. E’ solo un attore che ha recitato la sua parte. Lo guardi bene. Le
pare che sia fatto della sua stessa pasta? Ha solamente interpretato il ruolo
che gli è stato assegnato e, visti i risultati, con un apprezzabile talento. La
mano che ha scritto il copione, invece, è decisamente un’altra. Non è vero,
Galli?
GALLI - Devo ammetterlo, è così.
GIORGIO – Dovevamo immaginarlo. Io avevo la netta sensazione che qualcosa non
quadrava. E il mandante chi è? Si trova in questa stanza?
GALLI - Sì. E’ in questa stanza.
LA VOLPE - Signor Galli, vuole cortesemente indicare tra i presenti l’ideatore
di questa ingegnosa truffa? (Galli si guarda intorno, si avvicina a Vanessa e la
guarda negli occhi, poi si gira verso Manuel e gli punta l’indice contro) E’
lui! (Manuel si irrigidisce).
VANESSA - Non è possibile! Non ci posso credere!
LA VOLPE - E invece sì che è possibile. Era lui la mente, altro che tontolone!
(Si avvicina a Manuel). Signor Matamoros, vediamo se ho capito com’è andata
l’operazione e mi corregga se sbaglio. Lei da anni si trova alle dipendenze
della signora Franchi dalla quale viene regolarmente umiliato e strapazzato.
Svolge la mansione di cartomante, sensitivo, guaritore e factotum, ma raccoglie
solo le briciole, mentre la sua datrice di lavoro si arricchisce sempre più. Con
l’andare del tempo matura sentimenti di riscatto e di vendetta. Architetta così
un imbroglio, sui particolari del quale voglio sorvolare, da realizzarsi con il
contributo di un attore con il quale stabilisce un compenso. Una volta raccolto
il denaro della truffa, avrebbe pagato l’attore, forse, e si sarebbe poi
eclissato probabilmente in Messico, sua terra natale, dove avrebbe vissuto di
rendita per il resto dei suoi giorni. Ho dimenticato qualcosa?
GALLI - N … No. Le cose stanno così, come ha detto l’ispettore.
VANESSA - Aaaah!!! L’ingrato! Ho covato una serpe in seno. L’ho avviato con
pazienza ed amore alla nobile professione e così lui mi ripara. Tradita!
Umiliata! Io gli cavo gli oggi. (Si getta contro Manuel, ma viene trattenuta
dagli altri). Verme strisciante! Finto imbecille!
TUTTI - Ferma. Si calmi. Tranquilla.
LA VOLPE - Si risparmi la sceneggiata e ricordi che prima o poi chi la fa
l’aspetti. Si sieda lì e stia buona. E voi, signori miei, vi siete resi conto di
averla scampata bella? Potevate rimetterci un sacco di quattrini. Ora potete
tornare a casa vostra tirando un bel respiro di sollievo. Prima, però, voglio
darvi un consiglio. Se avete qualche problema, questo è il luogo meno indicato
per risolverlo. Sono stato chiaro? Adesso potete pure andarvene. (I coniugi
Giacinti, Coriani e la contessa Belmonte escono a testa bassa). Veniamo a voi,
ora. (Rivolto a Vanessa e Manuel).
VANESSA - A questo punto, se la mente perversa è lui, cadono le accuse a mio
carico.
LA VOLPE - Assolutamente no, cara la mia signora. Le denuncie contro di lei
rimangono tutte in piedi e Manuel risponderà di complicità in tutto, oltre
all’ultimo tentativo di truffa, per fortuna sventato in tempo. Adesso, se avete
la compiacenza di seguirmi in commissariato … Penso che ve la caverete in non
più di un paio d’ore. Arrivederci … Cagliostro! (Fa un gesto con la mano).
Abracadabra !!! (Esce con Vanessa e Manuel. Stella si copre il viso e piange).
GALLI - Su, su, bambina, non piangere. La tua padrona e Manuel torneranno tra
poco. Non ti devi preoccupare. Tutte queste cose si aggiustano sempre, vedrai.
Ci sarà un po’ di chiasso sui giornali e alla tivù e poi tutto tornerà come
prima e forse meglio. In fondo, anche questa è pubblicità. Su, stai tranquilla,
non c’è motivo di piangere.
STELLA - Non è per questo che piango. Ormai lo so come vanno le cose. Quello che
mi rattrista è che Cagliostro, cioè lei, mi aveva promesso che avrei potuto
recitare, che avrei avuto un avvenire in teatro. Invece era solo una presa in
giro, uno scherzo cattivo. (Singhiozza). Non doveva farmi questo. Proprio non
doveva!
GALLI - Mi spiace, Stella. Sul serio. Sono veramente dispiaciuto. Purtroppo
dovevo seguire un copione …
STELLA - Ma io non c’ero nel copione. Le promesse che mi ha fatto se le è
inventate lì, sul momento.
GALLI - Questo è vero, lo ammetto. Ma, vedi, mi ero così immedesimato nella
parte che mi ero convinto di avere veramente i poteri di Cagliostro. Allora mi è
venuto spontaneo il desiderio di aiutarti. Potrà sembrarti stupido, ma ero
davvero sicuro di poterlo fare.
STELLA - Ho capito, l’intenzione era buona. Però, intanto, tutte le mie speranze
sono svanite. Mi sono illusa per niente. E’ stato solo un sogno. Ormai non mi
resta che rassegnarmi: teatro, addio!
GALLI - Aspetta. Ascolta. Non devi mollare. Tu hai sempre la possibilità di
farcela. Hai le attitudini …
STELLA - Sì, certo. La bella presenza, la voce impostata. Ma il treno, se non
passa il treno, se non mi capita l’occasione, che me ne faccio della voce
impostata? La metto nella buca delle lettere?
GALLI - Eh, sì! Hai ragione tu. Anzi, guarda me. Sono mesi che cerco un
ingaggio, una parte, anche di secondo piano. Niente, non c’è verso. Non è
facile, sai. La vita è complicata, maledettamente complicata, anche quella degli
attori.
STELLA - Allora, addio, signor Galli. Nonostante quello che mi ha fatto, non
riesco a trovarla antipatico.
GALLI - Aspetta, Stella, ancora un secondo. Si è accesa una lampadina, qui, in
questa testa matta. Forse ho trovato una soluzione che potrebbe accontentare
entrambi.
STELLA - Io non voglio illudermi un’altra volta.
GALLI - No, no. Questa volta è una cosa seria. Ascolta. Per entrare nella parte
come si deve ho dovuto leggere tutta la vita di Cagliostro. Una persona
incredibile, una storia avventurosa ed intricata. In particolare mi ha colpito
un colossale imbroglio giocato ai danni dei reali di Francia, conosciuto come lo
scandalo della collana.
STELLA - E allora? Che cosa c’entra il teatro con tutto ciò?
GALLI - E’ una storia avvincente. Si potrebbe portare sulle scene e sarebbe
senz’altro un successo. Ho ancora qualche amico che mi stima e che potrebbe
darmi una mano.
STELLA - Ed io?
GALLI - Tu sarai la protagonista, l’ideatrice della truffa del secolo: Jeanne de
La Motte, contessa di Valois. Ed io, naturalmente, sarò il tuo degno compare, Ik
conte di Cagliostro. Faremo faville, non ho dubbi. Cosa te ne sembra?
STELLA - Non so … se lei …
GALLI - Se tu, Stella, lascia perdere il lei.
STELLA - Va bene. Se tu sei convinto che si possa fare …
GALLI - Certo che si può fare!
STELLA - Ma, io non so se …
GALLI - Tu sei perfetta. Devi solo imparare la parte ed immedesimarti nel
personaggio; il resto viene da sé.
STELLA - Tu la fai facile …
GALLI - E’ più semplice di quello che credi. Aspetta. (Prende la parrucca di
Cagliostro e se la mette). Vieni qui. Fatti vedere. (Le sistema i capelli, le fa
scendere un po’ le spalline). Ecco fatto. Adesso tu non sei più Stella. Tu sei
la contessa di Valois, finta nobile ed avventuriera. Alza la testa, socchiudi
leggermente gli occhi, così. Ora atteggia le labbra ad un sorriso appena
accennato. Bene. Dammi le mani. (Con voce teatrale). Sono affascinato dalla sua
bellezza, Jean de La Motte, ma ancor più dalla sua genialità ed astuzia. Sarei
veramente onorato di averla a mio fianco in quest’avventura. E’ disposta a
condividere con me rischi ed onori, pericoli e ricchezze, sofferenza ed amore?
STELLA - Con immenso piacere, conte di Cagliostro, mon amour. (lo abbraccia e lo
bacia con passione).
mentre …
Cala la tela