I BAMBINI CHE TENEVANO SU IL CIELO
DI
AQUILINO
Tredici attori
Tre folletti, i bambini Uno Due Tre, il venditore, l’angelo, la mamma,
l’astronauta, l’usignolo, il dottore, l’anziano.
I Folletti accompagnano il bambino Uno al suo posto. Uno dei Folletti suona il
flauto, un altro canta e il terzo danza. Si sente un rumore di crollo. I
Folletti corrono qua e là e strillano lanciando pezzi di cielo. Il bambino tende
di colpo le braccia in alto per sostenere il cielo.
Due entra, osserva attentamente il primo bambino girandogli intorno, poi si
ferma pensieroso. Tre entra, osserva Uno e poi Due.
TRE Stai giocando alle belle statuine?
DUE No.
TRE E allora che cosa stai facendo?
DUE Penso.
TRE A che cosa pensi?
DUE Mi domando che cosa sta facendo quel bambino.
TRE Quello con le braccia alzate?
DUE C’è solo lui.
TRE Secondo me, fa ginnastica.
DUE Sì, da fermo. Non mi sembri tanto furbo.
TRE Forse è un ladro che ha rubato le patatine al supermercato. È stato sorpreso
da una guardia e si è arreso.
DUE Non vedo nessuna guardia.
TRE Forse è una guardia segreta mimetizzata e travestita.
DUE Forse tu hai troppa fantasia.
TRE Perché non lo domandi a lui che cosa sta facendo?
DUE Era proprio quello che stavo per fare.
TRE Ah, sì? Se non arrivavo io, tu te ne stavi lì a pensare fino a farti fumare
il cervello.
DUE Scusa se ti disturbiamo, ma… che cosa stai facendo?
UNO Tengo su il cielo, non lo vedi?
DUE Ha detto che tiene su il cielo.
TRE Ho sentito.
DUE Scusa se te lo dico, ma… il cielo sta su da solo.
UNO Lo credevo anch’io, invece non è vero. Se abbasso le braccia, il cielo cade.
DUE Ha detto che se abbassa le braccia…
TRE Forse non sono tanto furbo, ma non sono sordo. Digli di abbassare le
braccia. Il cielo non può cadere.
DUE Ha detto che puoi abbassare le braccia, tanto il cielo non cade.
UNO Siete sicuri?
DUE Ma certo. Chi ha mai sentito di un cielo che cade?
UNO Se lo dite voi… Io le abbasso. Siete convinti, no? Guardate che io adesso
abbasso le braccia. Le abbasso davvero. Pronti?
Uno esegue. Boato. I Folletti lanciano pezzi di cielo ovunque. Tutti e tre
alzano le braccia.
DUE Ma allora è vero! Il cielo stava per cadere!
TRE Proprio sulle nostre teste!
UNO Io ve lo avevo detto.
DUE E adesso che cosa facciamo? Ci tocca stare qui con le braccia alzate?
TRE Per forza, altrimenti ci becchiamo un meteorite sul naso.
UNO Mi spiace che sia capitato anche a voi, però adesso non mi sento più solo e
sono contento.
DUE Io non sono uno che si arrende. Adesso provo ad abbassare un braccio. Visto?
Non succede niente.
TRE Ci provo anch’io, almeno faccio metà fatica.
UNO Se lo dite voi… Se voi abbassate un braccio… Se siete proprio convinti…
Allora lo abbasso anch’io. Lo abbasso? Guardate che adesso abbasso un braccio.
Pronti?
Boato. Folletti. Tutti e tre rialzano il braccio abbassato.
DUE Io comincio a sentirmi stanco.
TRE Mi fanno male le braccia.
UNO Che cosa dovrei dire io, che sono qui da sei ore?
FOLL 1 Su le braccia e giù le braccia,
ma non fare quella faccia.
FOLL 2 Se ti arrendi cade il cielo.
Che disastro, che sfacelo!
FOLL 3 Ma un bambino, lo si sa,
è il più forte e ce la fa.
DUE Mi prude il naso. Come faccio a grattarmi? È un fastidio insopportabile!
TRE Prova a metterti seduto e a usare un piede.
UNO Ti conviene toglierti la scarpa, però.
DUE Ecco, forse ci riesco…
TRE Se non ci arrivi, te lo gratto io.
UNO Gratti me sulla spalla? Mi metto in ginocchio, così è più facile. Ah,
grazie!
DUE Sono riuscito a sfregare il naso contro il ginocchio e adesso non mi prude
più. Che sollievo!
TRE Mi hai passato il virus del prurito. Adesso sono io che ho bisogno di
grattarmi la schiena, ma come faccio?
UNO Mettiamoci schiena contro schiena e strofiniamoci l’uno contro l’altro.
DUE Come gli orsi. Siamo ridotti male, ragazzi!
FOLLETTI Ma che bello essere amici,
fare come i dentifrici,
sfrega tu che sfrego anch’io,
ma che gran formicolio.
DUE Ragazzi, mi è venuta fame.
TRE A chi lo dici!
UNO Lo dice a noi, no?
DUE E a chi altri dovrei dirlo?
TRE Volevo fare un’esclamazione, non un’interrogazione. Ho detto: a chi lo dici!
Non: a chi lo dici? Esclamativo, non interrogativo.
UNO Tu mi sembri poco furbo.
DUE Sentito? Lo dice anche lui che sei poco furbo. Allora è proprio vero.
VENDITORE Panini!... Bibite!... Gelati!...
DUE A me un panino al prosciutto, per favore!
TRE A me un gelato al cioccolato!
UNO Io vorrei un’aranciata, grazie!
VEND. Uno alla volta, però. È vero che ho due mani, due gambe e due occhi, ma il
cervello è uno solo. Potete anche abbassare le braccia, adesso. No? Che cos’è,
un nuovo gioco?
DUE Per favore, ho fame.
TRE Io voglio il gelato voglio il gelato voglio il gelato!
UNO Ho sete! Non possiamo chiacchierare dopo?
VEND. Va bene. Ecco il panino… Ehi, lo vuoi o non lo vuoi, questo panino?
DUE Sì che lo voglio, ma non posso abbassare le braccia.
VEND. Ah, no? E quale sarebbe il motivo?
TRE Se abbassiamo le braccia, il cielo cade.
VEND. Mai sentita una storia più assurda. Il cielo sta per aria da più di mille
anni e non è possibile che possa cadere.
UNO Ne sei proprio sicuro?
VEND. Ho girato il mondo in lungo, in largo e anche per lo stretto. Ho visto
cieli bianchi, rossi e verdi, ma non ne ho mai visto uno cadere, ve lo assicuro.
BAMBINI Se lo dici tu… Noi abbassiamo le braccia… Dato che sei così sicuro…
Adesso le abbassiamo, va bene?
Boato e Folletti.
VEND. Tenete le braccia in alto! Non abbassatele! Almeno fino a quando non mi
sarò allontanato! Ma che storia! Ma che storia! Resistete, bambini, che io me la
do a gambe!
DUE E il panino?
TRE E il gelato?
UNO E l’aranciata?
VEND. Ve li lascio qui per terra! Io me ne vado dall’altra parte del mondo, così
il cielo non può cadermi sulla testa! Addio! Addio!
BAMBINI E i soldi?
VEND. Tutto gratis! Quando il cielo comincia a cadere, che importanza hanno più
i soldi?
BAMBINI E adesso come facciamo a prenderli?
FOLL 1 Sono esausti e affamati.
FOLL 2 Ma nessuno li ha aiutati.
FOLL 3 Poveri bambini abbandonati.
FOLLETTI Siamo allegri e siamo schietti,
siamo spiriti folletti,
un sorriso vi facciamo,
poi i bambini soccorriamo.
I Folletti servono i bambini.
UNO La mia aranciata vola!
DUE Anche il mio panino!
TRE Questa è magia!
Dopo essersi serviti, i bambini si lamentano.
UNO L’aranciata era troppa. Mi scappa la pipì.
DUE Il pane era raffermo. Mi è venuto il mal di pancia.
TRE Il gelato era gelato. Ho i ghiaccioli nello stomaco.
UNO Aiuto!
DUE Aiuto aiuto aiuto!
TRE Aiutateciii!
UNO Ci hanno lasciati soli.
DUE Per quanto resisteremo?
TRE Qualcuno venga a darci il cambio, per favore!
UNO Io devo fare la pipì, altrimenti scoppio.
DUE A quest’ora, la mia mamma mi aveva già portato la camomilla. Qui, invece,
nessuno si occupa di me.
TRE Guardate come tremo. Se non mi riscaldo, mi prendo la bronchite. Poi chi la
sente, la mia mamma?
UNO Basta, io sciopero!
DUE Giusto. Incrociamo le braccia.
TRE E succeda quello che deve succedere.
Abbassano le braccia. Uno corre a fare la pipì. Boato. Un angelo cade dal cielo.
DUE E tu chi sei?
TRE Sembra un angelo.
ANGELO Certo che sono un angelo. Per colpa vostra sono caduto dal cielo.
UNO Io dovevo fare la pipì. Per un po’ riesco a tenerla, ma poi…
ANGELO Rialzate subito le braccia, prima che precipiti anche qualche santo.
DUE Va bene, però guarda in che brutta situazione ci troviamo.
TRE Non ce la facciamo a sostenere il cielo. È troppo pesante.
ANGELO È il solito problema. La gente lascia che siano i bambini a sostenere il
peso del cielo, ma i bambini non ce la fanno.
UNO Aiutaci, angelo. Non sono neanche riuscito a farla tutta.
DUE Mi fanno male le braccia… la schiena… le gambe… perfino le dita dei piedi.
TRE Sono tanto stanco che mi si chiudono gli occhi.
UNO Non possiamo addormentarci.
DUE Mettiamoci in ginocchio, così riposiamo le gambe.
TRE Stendiamoci sul dorso, così riposiamo la schiena.
UNO Però non dobbiamo addormentarci. Uahu, che sonno!
DUE Viene da sbadigliare anche a me.
TRE Che sonno, ragazzi! Dobbiamo… rimanere… svegli…
ANGELO Sssttt! Fate silenzio. Lasciamoli dormire. Si sono meritati un po’ di
riposo. Guardate che espressioni angeliche. Quando i bambini dormono, anche il
cielo sogna.
FOLLETTI Ninna nanna con la panna,
sogni dolci e zuccherini,
ninna nanna ninna nanna,
sogni di cioccolatini.
MAMMA Ma che cosa vedo, che cosa vedo, che cosa vedo? Tre bambini che dormono
per terra… in mezzo alla strada! Adesso li sveglio, li sgrido e li mando subito
a casa.
ANGELO No, ti prego. Non svegliarli.
MAMMA Non vedi che dormono per terra? È sporco, ci sono i microbi.
ANGELO Erano stanchissimi.
MAMMA Oh, ne sono sicura. Prima giocano fino a sentirsi esausti e poi si
stendono dove capita perché non ce la fanno più a tornare a casa.
ANGELO Non hanno giocato.
MAMMA Hanno corso, saltato, gridato… Lo so bene, io, che cosa fanno i bambini.
Io sono una mamma.
ANGELO Ti assicuro che sono stati sempre immobili, immobilissimi.
MAMMA Impossibile. Io conosco i bambini. Sono una mamma!
ANGELO Una mamma testarda. Se te lo dico io, che non si sono mossi da qui!
MAMMA Io sono una mamma. Tu chi sei?
ANGELO Uno che abita lassù.
MAMMA All’ultimo piano? Non mi sembra di averti mai incontrato. Magari sei un
abusivo. Bambini, sveglia!
ANGELO No, no, no… non svegliarli!
MAMMA Una mamma deve fare il proprio dovere. Sempre, comunque e dovunque.
ANGELO Allora, se vuoi davvero fare la mamma, veglia sul loro sonno.
MAMMA Qui, in mezzo alla strada? Scherzi? I bambini devono dormire nelle loro
camerette.
ANGELO E va bene, lo farò io. Tu va’ pure.
MAMMA Dovrei fidarmi di uno che abita all’ultimo piano e non si è mai visto in
giro? Io di qui non mi muovo.
ANGELO Lascia almeno che li svegli con delicatezza. Bambini… svegliatevi.
UNO Uffa… mi ero appena addormentato.
DUE Stavo facendo un sogno così bello.
TRE È già ora di andare a scuola?
MAMMA Su, svelti. In piedi. Non potete dormire in mezzo alla strada, nello
sporco.
UNO C’è solo un po’ di polvere.
DUE Un po’ di terra.
TRE Non è proprio sporco.
MAMMA Silenzio. Voi siete bambini. Non sapete niente. Perché vi siete messi a
dormire proprio qui?
UNO Il cielo!
DUE Ormai sarà crollato!
TRE E la colpa è nostra!
Si rimettono in posizione.
MAMMA Che cosa combinate?
UNO Teniamo su il cielo.
MAMMA Mi prendete in giro? Via, via, tutti a casa. Dovete lavarvi, cambiarvi,
fare i compiti e mangiare la minestra.
UNO Se abbassiamo le braccia, il cielo cade!
MAMMA Io sono una mamma e vi ordino di abbassare le braccia e di venire con me e
guai a voi se non obbedite. Chiaro?
Eseguono. I Folletti stendono un telo azzurro sopra la mamma.
FOLLETTI Nuvole e venti,
brezze e correnti,
nubi in tempesta
sopra la testa.
MAMMA Aiuto! Hanno spento la luce! Mi vogliono scippare!
UNO È caduta una nuvola.
DUE Ne cadono tante altre.
TRE Prima le nuvole, poi i pianeti.
Uno scatolone-pianeta colpisce la mamma.
MAMMA Aiuto! Chiamate la polizia! Mi bombardano con gli scatoloni!
UNO È caduto un pianeta.
DUE Ne cadono tanti altri.
TRE Prima le nuvole, poi i pianeti e infine le stelle.
Una stella colpisce la mamma.
MAMMA Ahi! Nessuno viene a salvare una mamma in pericolo?
UNO È caduta la prima stella.
DUE Ne cadono tante altre.
TRE Il cielo si sta facendo buio.
I Folletti fanno cadere la luna sulla mamma.
MAMMA Teppisti! Si divertono a lanciare rottami dalle finestre!
UNO È caduta anche la luna.
DUE Ormai non resta più niente.
TRE E invece sta arrivando ancora qualcosa.
ASTRON. Che brutti scherzi sono questi? Stavo volando verso i confini
dell’universo, quando l’astronave ha cominciato a precipitare.
MAMMA Anzitutto, lei chi è?
ASTRON. Sono un astronauta, signora. Non si vede?
MAMMA Ho come l’impressione di averla già incontrata. Non abitava per caso
all’ultimo piano, prima di partire con l’astronave?
ASTRON. Sì, quando facevo l’angelo. Ogni tanto, per riposarci, noi angeli
facciamo gli astronauti. Anzi, siamo noi astronauti che facciamo gli angeli. O
forse è il contrario, non ricordo più.
MAMMA Tutte sciocchezze per confondermi. Io sono una mamma, e so per certo che
voi astronauti non avete mai i piedi per terra.
ASTRON. Attenta!
MAMMA Maleducati! Smettetela di buttare roba dai balconi!
ASTRON. Devo riprendere quota, altrimenti rimango inchiodato qui. Tra poco
cadono le nebulose, i buchi neri e le costellazioni. Che disastro!
BAMBINI E noi?
ASTRON. Tutti a bordo! Andiamo più in alto delle cime e delle vette, più in alto
anche dei satelliti e dei palloncini sfuggiti dalle mani dei bambini.
MAMMA Stia lontano dai bambini, delinquente! Aiuto! Vogliono rapire i bambini!
ASTRON. Tenetevi forte. Si parte!
MAMMA Chiamate la polizia! I bambini scappano!
ASTRON. Meno dieci nove otto sette sei cinque quattro tre due uno…
BAMBINI Zero!
MAMMA Sarete puniti severamente! Non guarderete la televisione per un mese!
Niente più videogiochi! E compiti tutti i giorni!
La mamma, bersagliata con gli scatoloni, fugge via.
FOLLETTI Dov’è finito il cielo? È caduto.
L’usignolo non canta. È muto.
E i bambini dove sono andati?
Ci eravamo tanto affezionati.
La mamma rientra e riordina. È curva e triste.
MAMMA Il mondo non è più il mondo da quando il cielo è caduto e i bambini se ne
sono andati. Il mondo sembra un bidone della spazzatura. Guarda che disastro! Ci
sono pezzi di cielo dappertutto. Rottami di nuvole, di pianeti, di stelle, di
satelliti e di asteroidi. Frammenti di sole e di luna. Scarti di vento e di
pioggia. Il mondo è triste. Fa sempre freddo. Fa sempre buio. Fa sempre
silenzio. Nessuno ha più voglia di ridere e cantare.
USIGNOLO Ecco un altro pezzo. Ancora due e ho finito.
MAMMA Se cerchi frammenti di cielo, puoi trovarne quanti ne vuoi.
USIGNOLO Io cerco i pezzi della nuvola che faceva da sfondo al mio albero.
MAMMA Anche voi usignoli ve la passate male.
USIGNOLO Malissimo. Non solo siamo senza casa, ma non possiamo più volare.
MAMMA Che disastro!
USIGNOLO Senza il cielo, la terra è solo una palla di fango.
MAMMA Se ci fossero i bambini, sarebbe tutto diverso.
USIGNOLO Quando c’erano, però, li rimproveravi.
MAMMA Quanto mi mancano i bambini!
USIGNOLO Quando c’erano, però, ti facevano innervosire.
MAMMA Se ci fossero i bambini, potremmo raccontare storie e giocare.
USIGNOLO E perché, quando c’erano, volevi solo farli lavorare? Riordinare, fare
le commissioni e i compiti, stare zitti e fermi. E guai se si sporcavano.
MAMMA Volevo che crescessero educati, per diventare persone oneste, serie e
giuste.
USIGNOLO Mi sembra ragionevole.
MAMMA Una mamma non può pensare solo a giocare con i suoi bambini, deve anche
insegnare loro come comportarsi.
USIGNOLO È vero, hai ragione.
MAMMA Ah, che malinconia. Senza i bambini i giochi non sono più una cosa seria.
USIGNOLO Vado a incollare i pezzi della mia nuvola. Ciao.
MAMMA Arrivederci.
FOLLETTI Bambini bambini bambini
i bambini che birichini
bambini bambini bambini
i bambini che birichini.
UNO Sssttt! Fate troppo rumore!
DUE Sono le scarpe che scricchiolano. Aspetta che me le tolgo.
TRE È anche il mio cuore che batte come un tamburo, ma quello non posso
togliermelo.
UNO Guardate che disastro abbiamo combinato.
DUE Perfino la stella cometa è andata in pezzi.
TRE Non si può più festeggiare il Natale.
UNO I Re Magi perdono la strada.
DUE E sulla capanna che cosa si mette, un lampione?
TRE Sì, un lampione con la coda.
BAMBINI Che disastro!
UNO Riuscite a pensare a quanti milioni di miliardi valeva il cielo? Adesso, chi
li paga?
DUE Scommetto che una nuvola costa più di un’automobile.
TRE E il sole? Costa almeno dieci miliardi.
UNO Ragazzi, siamo nei guai.
DUE Ormai, tutti sanno che la colpa è nostra.
TRE Anche se non è nostra, ce la danno ugualmente. Quando succede qualcosa,
danno sempre la colpa a noi.
UNO I poliziotti, i carabinieri e i vigili hanno l’ordine di arrestarci.
DUE Secondo voi, si possono mettere in prigione i bambini?
TRE Una volta la mamma mi ha chiuso in bagno per un mucchio di tempo.
UNO Scommetto che non ci fanno nemmeno il processo. Ci mettono le manette e ci
sbattono in cella.
DUE Secondo voi, ci torturano?
TRE Una volta la maestra mi ha tirato l’orecchio talmente forte che sono rimasto
sordo per tre giorni.
UNO Dobbiamo trovare un rifugio sicuro.
DUE Io ho sete.
TRE Io ho fame.
UNO Io ho fame e sete.
DUE Rifugiamoci in un bar.
TRE Meglio una paninoteca.
UNO Però non so se riesco a mangiare. Ho un nodo qui.
DUE A me fa ancora male la pancia.
TRE Io ho un dolore qui… e uno qui… e un altro qua… e un altro là… e uno di
sotto e uno di sopra… Ah, come sto male!
BAMBINI Ohi ohi ohi! Ohi ohi ohi!
DOTTORE Che cosa succede? Passavo di qui e ho sentito qualcuno lamentarsi. Io
sono un medico e posso curarvi.
UNO Stiamo male!
DUE Stiamo malissimo!
TRE Stiamo più peggio!
DOTTORE Spiegatemi dove vi fa male.
UNO A me dai piedi alla testa.
DUE A me dalla testa ai piedi.
TRE A me qui… e qui… e là… e ancora là… e poi davanti… e dietro… e sopra e
sotto… Ah, come sto male!
DOTTORE Ora vi visito. Bene bene bene. Il respiro c’è. Significa che siete vivi.
La testa è al suo posto e questo è molto importante. Gli occhi guardano, le
bocche parlano e le gambe non stanno mai ferme. Secondo me, non siete malati.
Quando avete cominciato a sentirvi male?
UNO Quando abbiamo visto il disastro che abbiamo provocato lasciando cadere il
cielo.
DOTTORE Non è stata colpa vostra.
DUE Forse no, però invece di stare qui ad aiutare la mamma ce ne siamo andati a
zonzo per l’universo.
DOTTORE Anche a me piace viaggiare.
TRE Invece di fare il nostro dovere, siamo andati a fare un giro sull’astronave.
DOTTORE Ecco la mia diagnosi. Tre bambini non hanno la forza di sostenere il
peso del cielo. Nemmeno se li imbottisco di ricostituenti.
UNO Allora non è stata colpa nostra?
DOTTORE No.
DUE Poliziotti, carabinieri e vigili non ci stanno cercando?
DOTTORE No.
TRE Non ci mettono in prigione?
DOTTORE No.
UNO Ragazzi, che sollievo. Però mi tremano le gambe.
DUE A me anche le braccia.
TRE A me anche la punta del naso.
DOTTORE Prendete queste pillole, vi fanno bene.
UNO È una medicina?
DOTTORE No, è zucchero.
DUE Allora non può guarire.
DOTTORE Sì che può guarire.
TRE E come fa?
DOTTORE Con la dolcezza.
UNO È buona!
DUE Se tutti i dottori sono come te, è bello ammalarsi.
TRE Se la malattia è grave, ci fa la ricetta per una torta con la panna.
DOTTORE Adesso che cosa avete intenzione di fare?
UNO Tornare a casa.
DUE Una casa senza cielo.
TRE Chissà che brutta.
DOTTORE Potete cercare un altro cielo.
UNO E dove?
DOTTORE Io non lo so, dovete scoprirlo voi.
DUE Sei sicuro che ce n’è un altro?
DOTTORE No, però lo spero.
TRE Possiamo sperarlo anche noi?
DOTTORE Certamente. Addio. E auguri.
BAMBINI Grazie, dottore.
FOLLETTI Signor dottore, grazie di cuore.
Questo balletto le dedichiamo.
La medicina è solo amore,
con la dolcezza noi ci curiamo.
UNO Scusa, signore, tu sai dove possiamo trovare un cielo?
ANZIANO Che cosa hai detto?
DUE Ti ha chiesto se sai dove si trova un cielo!
ANZIANO Un melo? Là c’è un pero, ma un melo non so proprio dov’è.
TRE Vogliamo sapere dove trovare i cieli!
ANZIANO Rasare i peli? Vi cresce già la barba, così piccolini? Mangiate troppe
merendine, ecco perché!
UNO Lasciamo perdere. Non capisce niente.
ANZIANO Io deficiente? Io non sono deficiente! Andate via, prima che… Anzi, vado
via io, prima che… Gliele danno tutte vinte, ecco perché! Ai miei tempi… quante
botte che ho preso!
MAMMA Bambini! Siete tornati! Come sono contenta! Ero tanto in ansia! Mi avete
fatto stare così male! Ora vi porto a casa, vi lavo, vi cambio, vi servo la
minestra e vi metto a letto.
UNO Non possiamo.
MAMMA Ricominciate a disobbedire? Vi rendete conto di come siete ridotti?
Stanchi, sporchi, spettinati, con i vestiti in disordine… Tutti a casa, senza
discussioni!
DUE Dobbiamo ripartire immediatamente.
TRE Stiamo cercando un altro cielo.
MAMMA L’unico cielo che c’era è caduto e dobbiamo abituarci a farne senza.
UNO Noi vogliamo un altro cielo.
MAMMA Non esiste un altro cielo.
DUE Ma se esiste, noi lo troviamo.
MAMMA Siete troppo piccoli per queste cose. Voi dovete fare i compiti, giocare e
obbedire.
TRE Noi troviamo un altro cielo e lo portiamo qui.
MAMMA Non costringetemi ad alzare la voce. Non fate i disobbedienti. Uh, mi
prudono già le mani! Avanti! Seguitemi in silenzio e a testa bassa!
BAMBINI Scappiamo!
MAMMA Venite qui! Non fate i bambini cattivi! Fermatevi!… Non ce la faccio. Sono
già senza fiato. Ma dove scappano? Non esiste un altro cielo!
FOLLETTI Buon viaggio, bambini!
MAMMA E voi chi siete?
FOLLETTI Noi siamo i Folletti e facciamo i dispetti.
MAMMA Lasciatemi passare! Devo fermare i bambini!
FOLLETTI Buon viaggio e buona fortuna, bambini!
MAMMA Non esiste un altro cielo!
UNO E adesso che cosa facciamo?
DUE Andiamo avanti.
TRE Sempre dritto e poi storto.
UNO Io ho fame.
DUE Anch’io.
TRE Io ho fame e sete.
UNO Speriamo che sempre dritto e poi storto ci sia un bar.
DUE Meglio una paninoteca.
TRE Io voglio un panino e un’aranciata.
UNO E una fetta di torta.
DUE E il gelato.
TRE E i soldi?
UNO Io non ne ho.
DUE Io nemmeno.
TRE Niente soldi… niente panino, niente aranciata, niente torta e niente gelato.
UNO Che vita complicata!
DUE Dobbiamo trovare un cielo come piace a noi, così tutte queste cose cambiano.
TRE Un cielo… come?
UNO Grande.
DUE Colorato.
TRE Con la musica.
UNO Un cielo che fa piovere roba da mangiare.
DUE Anche i gelati.
TRE E roba da bere.
UNO Un cielo frigorifero.
DUE Ci mettiamo anche le nuvole?
TRE Sì, ma non devono uscire quando giochiamo a pallone.
UNO Voglio un sole gigantesco anche d’inverno.
DUE E la luna?
TRE Facciamola comoda: piscina, campo da calcio e pista da cross per le
biciclette.
UNO Adesso che abbiamo le idee chiare, possiamo partire.
DUE Dove andiamo?
TRE Prima dritto. E poi storto.
FOLLETTI E cammina cammina cammina,
i bambini camminano ancora.
Viene sera, poi notte e mattina,
viene l’alba e poi splende l’aurora.