ATARGATIS
tragicommedia mediterranea di
Patrizia Monaco
PERSONAGGI
ATARGATIS dea siriana dalle sembianze di sirena
HACHIM giovane siriano
ARCHEOLOGO INGLESE/POSEIDONE/PARLAMENTARE ITALIANO
VOCE FUORI CAMPO da telegiornale
ALTRE VOCI
La scena si svolge a Palmyra*, nelle acque del Mare mediterraneo, in Liguria e ovunque nella nostra immaginazione.
Si suggerisce l'uso di coreografie e musica.
Nonché video di repertorio.
Proiezioni tipo castello di Paraggi (residenza estiva dell'ex premier SB), fondo del mare, scogli, a discrezione del regista.
* Adotto per ragioni artistico- linguistiche la dicitura Palmyra e non Palmira. Ininfluente del resto ai fini della pronuncia degli attori.
Nel buio.
Voci, urla, singhiozzi, il sottofondo di ogni guerra.
Si proietta per pochi istanti il filmato dell’avanzata delle truppe dell’ISIS verso la città di Palmyra, in Siria, nel maggio 2015.
VOCE FUORI CAMPO Le truppe dell’Isis si stanno avvicinando a Palmyra, città storica della Siria dai monumenti di inestimabile valore artistico. La preoccupazione di tutto il mondo occidentale è: verranno distrutte le sue vestigia come a Ninive, Raqqa, Mosul e Nimrud?
Palmyra anche detta la “Venezia di sabbia” era il crocevia delle carovaniere che da Aleppo (la voce sfuma)
Luce.
Avanza in proscenio l'ARCHEOLOGO INGLESE, vestito alla maniera classica, sahariana, pantaloncini kaki, calzettoni nei desert boots. Parla in un registratore.
ARCHEOLOGO Notes on ATARGATIS, a Syrian deity, known as Dea Syria, from Lucian, de Dea Syria. She is generally described as the “fish-goddess”:
(spegne il registratore e guarda il pubblico)
Buonasera. Apprendo ora dalla radio che l'Isis ha preso e sta distruggendo Palmyra, la città dove venne venerata Atargatis, dove la Regina Zenobia resistette a Romani e Persiani, e dove fino a poco tempo fa, fra le sue rovine, ho visto giocare i bimbi del luogo. .
Atargatis era il nome della Dea Madre semitica, il cui culto, trasformato e sincretizzato con altre divinità femminili si mantenne per più di due millenni e si trasferì dalla Siria, suo paese d'origine, alle popolazioni nord-arabiche e diffuso da Ascalona a Dûra Europos, ma soprattutto nell'Impero Romano, dalla Grecia ellenistica fino a Roma. Patrona della fertilità, come molte Dee dell'amore e della sensualità ha una forte connessione all'elemento acquatico: in epoca antica viene rappresentata nelle fattezze di donna- pesce, È spesso popolarmente conosciuta come dea-sirena.
Che Atargatis, “la grande signora delle terre della Siria del Nord “protegga la città di Palmyra.
Applausi. ARCHEOLOGO esce con un inchino e aria soddisfatta.
Buio.
Rumore di scalpello e martello.
Urla sguaiate.
Luce.
Ricoperta di polvere, appare ATARGATIS, LA DEA SIRENA, resta ferma, così da non far apparire incongruente il muoversi senza l'uso delle gambe, essendo dal busto in giù, a forma di pesce.
Via via diverrà sempre più donna-sirena e meno statua.
ATARGATIS (scuotendosi di dosso la polvere) Come sono buffi gli umani.
Temono di più per la distruzione del mio tempio che per le vite di tutti quei disgraziati il cui sangue ha reso ancora più rosso il deserto.
Mai visto tanto scempio.
Io, Atargatis, Gran Signora delle Terre della Syria del Nord, non ho più un tempio a Palmyra.
Ma cosa me ne faccio io di un tempio?
Cosa se ne fanno d’un tempio gli uomini?
(pausa)
Migliaia di anni incastonata in un muro.
A guardare, a osservare, a decifrare i segni di usi incomprensibili.
E più nessuno che m’implorasse.
Avrò ancora i miei poteri?
Forse è l’acqua il mio elemento. Non la pietra.
(movimento rotatorio su se stessa)
Buio.
Luce blu.
Sulle rive del Mediterraneo.
Di schiena un ragazzo, le cui spalle sono scosse da singhiozzi violentissimi.
ATARGATIS gli si avvicina. Gli pone una mano sulla spalla. Lui sobbalza. Si volta. La osserva. Ha sempre la coda di pesce. Si guardano per un lungo istante. ATARGATIS sorride, lui è impietrito ma almeno ha smesso di singhiozzare.
HACHIM Cosa… vuoi… sei?
ATARGATIS Cosa sono dici?
HACHIM fa cenno di sì.
ATARGATIS Io sono la dea Atargatis. (pausa breve) Non mi conosci?
Non sei un archeologo, uno storico, un pagano?
(Hachim scuote la testa)
Io sono la dea Syria, la sirena siriana, un’allitterazione che mi piace molto. Anche perché sono stata la prima sirena.
Le sirene almeno le conoscerai?
Dopo una lunga pausa.
HACHIM Sono uno studente di musica.
ATARGATIS Vuol dire sì? (aspetta invano un cenno) E quale strumento suoni?
HACHIM Flauto. Il nostro flauto. Il flauto siriano.
ATARGATIS Perché piangevi così disperato?
HACHIM Perché fai tante domande?
ATARGATIS ( perplessa) Non lo so. Forse perché il tuo pianto lo si sentiva a miglia di distanza, fin là nel deserto da dove vengo. (pausa breve) Come ti chiami? Questo posso chiedertelo?
HACHIM Hachim.
HACHIM ha in mano uno smartphone, che prima era chiuso nel pugno, e glielo mostra.
ATARGATIS E questo cos’è?
HACHIM (insistente quasi isterico) Guarda!!!
ATARGATIS Ma non riesco a capire, non vedo… ma cosa è, cosa…??!!!
HACHIM Questa cosa era… era … (non ce la fa e piange)
ATARGATIS (curiosa, investigativa, come fra sé) E’ il corpo o quel che ne è rimasto di una giovane … (si blocca)
Forse… la tua…
La tua…
Amata?
HACHIM Hala, si chiamava Hala, che vuol dire bellezza.
(grida disperato) Guarda, guarda ora cosa ne hanno fatto!!!Uno di loro era mio compagno all’università di Damasco. Aveva ancora il numero del mio cellulare, e me lo hanno mandato! Sotto ci sono anche le loro risate!!! Come possono ridere quando… dopo che hanno… (riscoppia a piangere e batte coi pugni il palcoscenico)
ATARGATIS Quelli con la bandiera nera?
HACHIM Nera la bandiera, nero il cuore. Noi siamo cristiani maroniti. Ci uccidono solo per questo.
ATARGATIS E’ già tanto. Ho visto uccidere per molto meno.
HACHIM E non puoi farci niente? Cos’hai detto che sei? Una dea?
E allora provalo!!! Fai qualcosa.
ATARGATIS Cosa potrei fare? Dimmelo tu. Riportarla in vita?
HACHIM (risata amara) Ah questo non credo che neanche Allah, il Dio dei Cristiani, quello degli Ebrei, Zeus e tutti insieme, potrebbero riuscirci… come potrebbero… (gli si rompe la voce) a pezzi, l'hanno fatta a pezzi, dopo averci fatto il comodo loro.
HACHIM piange, di spalle.
ATARGATIS (confusa) Dovrebbero prima mettersi d’accordo fra loro. (lui la guarda interrogativo) Gli dei che hai detto, dico. O forse è uno solo?
HACHIM Lo stesso Dio con nomi diversi?
ATARGATIS Ai miei tempi ce n’erano a centinaia, e non andava peggio… ma neanche meglio… forse.
E’ che gli uomini non fanno altro che scannarsi fra loro e neppure un dio animato dalla migliore volontà potrebbe fare qualcosa!!!
HACHIM Quel che più mi stupisce di te, a parte la coda di pesce, è come parli. Se sei chi dici di essere, parli un po’ troppo moderna, sai cosa intendo?
ATARGATIS Ti rivelo un segreto, anche se mi vergogno un po’! Sotto la mia statua, nel colonnato del tempio, da secoli ci venivano a… pisciare, da soli o in gruppo… a baciarsi, a copulare, da soli o in gruppo e fra una cosa e l’altra, gli umani parlavano e così mi sono aggiornata!
HACHIM Pisciate e scopate, ok.
ATARGATIS Come la metti tu, è un po’ riduttivo, ma forse la vita è tutta qui?
HACHIM (scaglia lontano lo smartphone) La vita è qui!!1 La vita è morte!!!La vita è stupro violenza e morte!!!
E voglio morire anch’io!!! Aiutami a farlo. Spingimi in acqua e tienimi la testa sotto.
ATARGATIS Oh no, non voglio farlo!!! (si allontana a fatica)
HACHIM (sarcastico) Pacifista? Obiettrice di coscienza?
ATARGATIS Se sono ridotta così, mezza donna e mezza pesce, la prima sirena che si ricordi, un primato di cui farei volentieri a meno, è che nel 1000 avanti cristo causai la morte per acqua del giovane pastore di cui ero innamorata. Questa è la mia punizione. Non so come però, divenni anche una dea. In seguito alcuni greci nel loro Pantheon, mi confusero con Afrodite e altri con Atena, mentre in Assyria, fui la protettrice delle acque, dolci e salate e divenni la madre della grande Semiramide.
HACHIM Prima o dopo?
ATARGATIS Prima o dopo cosa?
HACHIM (ride, sguaiato) Della coda… lì sotto non…
ATARGATIS Non essere volgare!!!
HACHIM Scusami, non pensavo di offenderti, per come hai detto che sei vissuta…
ATARGATIS Se il mio dottorato si è svolto fra pisciate e scopate non significa che io mi ci trovi a mio agio!!!
HACHIM Scusa scusa!!!
Lunga pausa in cui si osservano. Alla fine Hachim abbassa gli occhi.
ATARGATIS Non mi sembra che tu abbia veramente intenzione di ucciderti.
HACHIM Sì invece!!! Che scopo ha la mia vita adesso? Come posso vivere senza Hala? Che ne sai tu, mostro di natura!!!
ATARGATIS Lo so bene, poiché amai veramente una sola volta tremila anni fa e ancora porto il peso e sento le conseguenze della perdita.
HACHIM le guarda con intenzione la coda di pesce.
HACHIM (aria di sfida) Allora portami in Europa!!! Lontano da qui.
Sono cinquemila dollari!!!
ATARGATIS è stupefatta. Lo osserva.
HACHIM (va a riprendersi lo smartphone, lo pulisce con la manica della camicia bianca) Lo so da chi ha cercato di sfuggire alla guerra, alla fame, alle persecuzioni, alle decapitazioni. Sono cinquemila dollari, più o meno, per andare su dei barconi che forse mai neanche arriveranno in Europa.
ATARGATIS Europa… il mito della bella che cavalca il toro bianco.
HACHIM Sì, l’Europa è ancora un mito.
ATARGATIS E dove li trovo io cinquemila dollari?
HACHIM (la osserva) Cos’hai appeso lì davanti?
ATARGATIS (si guarda) Un medaglione. Riproduce la moneta con l’effige di Atargatis, con il simbolo della colomba e del pesce. Valeva centocinquanta cammelli quando Palmyra era il crocevia delle carovaniere che dal Medio portavano all’Estremo oriente.
HACHIM 150 cammelli basteranno per le avide mani dei trafficanti?
ATARGATIS Sono siriani?
HACHIM Di tutto un po’, anche europei, che sanno come fare i soldi.
ATARGATIS Sulle disgrazie è facile fare soldi.
HACHIM So di africani che ci impiegano anni a racimolare quella cifra, viaggiano lavorando dai loro paesi fino alle coste, traversando mezzo continente.
ATARGATIS (togliendosi il medaglione con moneta incastonata) Speriamo che tu ci possa ricavare qualcosa.
(pausa breve)
C'è un archeologo inglese che mi studia da anni. Ne sarà sicuramente interessato.
HACHIM Andrò al mercato nero, altrimenti o mi arrestano per furto di reperti archeologici o mi prendono per uno dell’Isis. O per tutti e due. Grazie! A… Atis.(sta per andarsene poi si volta)
Posso fare qualcosa per te?
ATARGATIS (sta per scuotere la testa, poi ci ripensa)
Aiutami ad entrare in acqua.
Buio.
Rumore di acqua, onde.
Luce azzurra. Siamo in fondo al mare.
Immaginazione dello spettatore e fantasia creativa del regista e dello scenografo.
POSEIDONE (in muta da sub, con tridente) e ATARGATIS, un po’ in affanno.
POSEIDONE può anche essere su un trono. Qualcosa di affondato.
POSEIDONE Allora cara, prima che tu perda completamente il fiato, che volevi dirmi?
ATARGATIS Devo chiamarti Poseidone, Nettuno, o mio signore?
POSEIDONE (ridendo) Non sono così formale, mia bella sirena. Non sono neanche più sicuro di esistere!!!
ATARGATIS Una cosa non esiste finché non la nomini.
POSEIDONE E allora chiamami Poseidone, che fa tanto Odissea!!!
(ride) Meno male che sei arrivata tu, a sollevarmi il morale.
Non sai com’è triste qua sotto da qualche decina di anni!!!
ATARGATIS Il fondo del mare, non è l’ottava meraviglia? (tossisce)
POSEIDONE Quanto ti resta prima di risalire?
ATARGATIS Non lo so, mai fatto prima d’ora.
POSEIDONE Allora aspettiamo. Poi appena ti senti mancare chiamiamo un delfino e quello da animale intelligente quale è, ti porta subito su, ma non troppo in fretta.
Dicono che i delfini assomiglino all’uomo per intelligenza… che presuntuosi gli uomini!!!
ATARGATIS Concordo.
POSEIDONE Ne deduco che anche tu hai avuto le tue esperienze niente male.
(lei assentisce) Io vivo qua sotto da migliaia di anni, ed è un bel posticino, colori variegati, suoni attutiti, luci soffuse, la compagnia dei pesci, creature splendide e sottovalutate. E soprattutto, mute.
ATARGATIS vorrebbe parlare ma non ci riesce. Fa cenno a POSEIDONE di continuare.
Ho visto anch’io la mia parte di brutture, vale a dire navi affondate con tutto il loro carico. E dover guardare negli occhi gli annegati, che non hanno perle al posto degli occhi, con buona pace di Shakespeare.
Tuttavia, da qualche decennio, quando l’asse delle conquiste si è spostato, e la merce più ambita e concupita è diventata il petrolio, le guerre per l’oro l’oppio o le spezie o le fertili terre, hanno lasciato il posto ad altre più subdole. E il Mediterraneo è diventato un cimitero, molto, troppo affollato.
Sono stanco di vedere morti. (chiude gli occhi)
(batte le mani) Proviamo.
Dall’alto cala un tentacolo, a guisa di boccaglio, POSEIDONE è il primo ad esserne sorpreso e fa un cenno di incoraggiamento ad ATARGATIS che vi si attacca istintivamente, e come da un mammella, respira ossigeno.
ATARGATIS E i morti? Chi sono?
POSEIDONE Gli ultimi della terra, quelli che non vogliono le guerre ma più di tutti le subiscono.
ATARGATIS Ne ho conosciuto uno così.
POSEIDONE Uno??!!! Ma sono migliaia, milioni.
ATARGATIS Basta uno per farci sentire in colpa.
POSEIDONE Farci? Colpa? E perché mai?
ATARGATIS Non so, ma io mi sento così.
POSEIDONE (sospira, ironico) Cuore di donna…
ATARGATIS Lo sono stata…e poi sirena e poi dea e poi statua e poi
e poi…
POSEIDONE Dai retta a me, non farti troppe domande.
ATARGATIS E tu allora? Non saresti così triste se non ti importasse nulla di quel che avviene attorno a te!!!
POSEIDONE (sospira) Forse…
ATARGATIS Non possiamo fare qualcosa?
POSEIDONE Non vorresti fare qualcosa per te stessa?
ATARGATIS Vale a dire?
POSEIDONE Così sei mezza donna e mezzo pesce, un ibrido, o come dicono gli umani, né carne né pesce. (ride della sua battuta mentre Atargatis resta seria) Anzi, credo proprio che l’origine di questa espressione derivi proprio da voi sirene!!! (altra risata)
Si guardano, a lungo, poi un gran rumore e urla e pianti.
POSEIDONE Un altro naufragio!!! Vieni via!!!
Buio.
Gran trambusto, poi silenzio.
Luce verde.
Proiezione di un promontorio pieno di ulivi.
ATARGATIS (sempre nelle sue condizioni) Poseidone non ha voluto che vedessi quel che accade in fondo al mare quando affonda uno di quei barconi sovraffollati di disgraziati in fuga. A modo suo, è sensibile. (si guarda attorno) Mi ha fatto portare qui dai suoi delfini, in questa terra aspra e bella. Non a caso, le intelligenti bestiole mi hanno depositato a Portus Delphinii. Qui ora i delfini sono pochi, pochissimi, fino a pochi anni fa addirittura le popolazioni locali li mangiavano.
Sono qui da poche ore, ma ho già potuto capire che siamo agli opposti da dove vengo io. Ricchezza ostentata di alcuni, ma anche benessere diffuso, gente ben pasciuta e ben vestita, poco sorridenti però. Cupi, rabbiosi. Facile preda dell’ira.
Io dovrò tenere un profilo basso. Sono diversa dalle loro donne così eleganti e raffinate. Io ero come loro… loro saranno come me?
Non intendo dire mezzi pesci, ma fuori moda, con abiti che pendono addosso, con addosso la polvere dei secoli.
Le nostre strade sono polverose, polvere che si attacca in gola, che mette una sete che non possiamo soddisfare. Qui hanno tutto. Ma non il petrolio.
La nostra maledizione.
Atargatis si ritira in un angolino perché sente dei passi. Un uomo molto elegante, nella maniera casual che usa nella Riviera Ligure, sta parlando allo smartphone. Con gli auricolari, per cui sembra che parli da solo, cammina e gesticola percorrendo a grandi passi tutto il palco. I puntini indicano quando parla il suo interlocutore.
Accento del Nord Italia.
Proiezione sullo sfondo del castello di Paraggi, una delle residenze dell'ex premier SB.
PARLAMENTARE No cazzo, no!!! Niente concessioni. Era deciso. Lo sai, non sono razzista ma…
Hai visto alle ultime elezioni? Abbiamo conquistato anche una roccaforte rossa come la Liguria. Perché la gente è stanca, stanca!!! …
Cazzo!!! Stanca di essere assalita da mazzi di fiori quando è al ristorante, da fazzoletti e accendini sulle scale delle metropolitane, sui gradini delle chiese quando allungano quelle mani nere e scheletriche, e poi i bivacchi nelle stazioni, basta!!! Noi italiani siamo un popolo civile e democratico, anche brava gente certo, perché finora li abbiamo sempre accolti ma… basta… ora basta. L’Europa ha ragione e noi dobbiamo seguire quello che i partiti europei più forti sostengono da anni e che adesso finalmente potranno attuare. Col nostro aiuto. I respingimenti senza se e senza ma.
…
Beh bombardare proprio non mi sembra il caso, magari agli americani non piace…
Ah sì quella stronza… Che sembrava muta quando facevano i pompini al marito e adesso si rifà, bla bla bla..
Lo vedi che ho ragione io? Linea dura ma senza spargimenti di sangue. Una bella chiusura delle frontiere. Cioè delle coste, come fanno in Australia, con le navi militari che spingono i barconi o quel che è, in un’isola apposta!!!
…
30 milioni di euro all’anno? Beh, e cosa sono? Li abbiamo no?
Li prendiamo dalle casse dell’INPS, i pensionati sono un bacino di risorse.
…
No, io non intendo i pensionati ricchi, sono quelli poveri che si possono spremere meglio!!!
…
Limoni di Sicilia!!! A proposito di Sicilia, la sai quella del mafioso che… (si sposta e va a sbattere contro la coda di Atargatis)
Che cazzo!!! Dicevano che non ci sono più pesci a Portofino…
…
No è che sono inciampato in un pesce enorme, ne vedo solo la coda, dai che vedo cos’è. (si china ma il suo interlocutore lo pressa)
…
Ah non lo so. Non lo so proprio!!!
E’ un problema? … No dico, quel che poi fanno e si faccia in quell’isola. Intanto ci stanno e non rompono i coglioni a noi.
Vedrai che saranno tutti contenti. E poi che si tolgano da quegli scogli davanti alla Francia, rovinano il paesaggio!!!
Presenta una bozza, appena posso la leggo.
Stasera al castello abbiamo una cena con chi sai e avremo interessanti sviluppi. La Regione è nostra, nessuno sarà ospitato.
(chiude la comunicazione)
Si china a vedere cosa è e comincia a tirare la coda e dalla siepe esce tutta Atargatis. Lui la trattiene saldamente, poi notando che è una donna, senza parere la tocca.
PARLAMENTARE Cazzo!!!
ATARGATIS Sirena.
PARLAMENTARE Come?
ATARGATIS Non sono un cazzo, sono una sirena. E per te, bifolco, una dea.
PARLAMENTARE (dopo un attimo di sbalordimento, ride forte) U…una dea??!!!
Sei caduta dai tacchi mentre andavi alla festa al Castello di Paraggi? E’ in maschera? Certo che quel tappetto una ne fa e cento ne pensa.
ATARGATIS Lasciami.
PARLAMENTARE (con riluttanza) Sono l’onorevole Giovanni Tito, appena eletto (voce bassissima) … della Regione Liguria.
ATARGATIS Atargatis, Grande Signora delle Terre della Syria del Nord.
PARLAMENTARE Siria? Hai detto Siria? Sei una clandestina?
ATARGATIS Non so.
PARLAMENTARE Documenti! Impronte digitali! Aiuto!!! Polizia, Guardia Costiera, Carabinieri, Finanza!!! Casa Pound!!! A me!!!
(fischia)
Buio.
Gran trambusto.
Luce grigia. Fioca.
Una cella piccolissima.
Atargatis viene scaraventata dentro.
Si sentono delle voci.
PRIMA VOCE – maschile Ma l’hai messa cogli uomini?
SECONDA VOCE – femminile Perché, secondo te è una donna?
PRIMA VOCE – maschile Ha le tette, e niente male.
SECONDA VOCE– femminile Tette e puzza di pesce. E’ un trans.
Atargatis si gira a fatica e vede un fagotto in un angolo. Si avvicina. Lo tocca. Questo si scuote di scatto e lei balza indietro.
HACHIM Che vuoi?
ATARGATIS Niente. Niente. Scusa.
HACHIM Ma io … ti conosco? Questa voce…sei siriana?
ATARGATIS Hachim!!! Sono A.. Atis, come mi chiamasti tu quando mi buttasti a mare.
HACHIM Atis???!!! E che ci fai qui?
ATARGATIS E tu?
HACHIM Ah il mito d’Europa!!! (pausa breve)
ATARGATIS Ci sei arrivato!!!
HACHIM Prima su un barcone in più di 500 quando ne poteva imbarcare neanche la metà. A bordo ogni tanto qualcuno veniva buttato a mare, dopo essere stato bastonato perché protestava. Donne bambini che urlavano e avevano fame. Quelli, dopo aver intascato tutti i nostri soldi non ci davano neanche dell’acqua.
In Sicilia dove prima sbarcavano tutti non ci hanno più voluto, sai, cambiate le direttive del governo. Allora il nostro scafista che era di queste parti, vicino a Genova, ha deciso di portarci qui.
ATARGATIS Bene. E' un posto elegante dove girano tanti soldi.
HACHIM Non per buon cuore, no. Per farci lavorare come schiavi.
Intanto ne avevano buttato a mare più della metà, per poter navigare meglio e evitare un naufragio.
Questo scafista ci ha fatto sbarcare di notte, il giorno dopo eravamo già nei campi, ma è arrivata la polizia. I contadini che non vogliono più lavorare questa terra così avara, a vedere noi, gli è venuta l’idea che volevamo rubargli il lavoro e ci hanno inseguito con i forconi.
Adesso siamo qui, in attesa di essere rimpatriati.
ATARGATIS In Siria???!!!
HACHIM O dove capita. E’ tutto cambiato mi hanno detto, una volta bene o male si poteva stare in Italia e poi proseguire per il nord dell’Europa, adesso nessuno ci vuole più.
ATARGATIS Una faccenda seria.
HACHIM E tu?
ATARGATIS Ah io, io ho visto cosa succede là sotto. Nelle profondità del Mare Mediterraneo. Poseidone voleva nascondermelo, ma io ho potuto lo stesso farmene un’idea.
Spaventoso.
HACHIM E adesso?
ATARGATIS Fammi pensare. Poseidone voleva esaudire un mio desiderio.
HACHIM Quale?
ATARGATIS No, è lui che si è messo in testa di volerlo esaudire. Fa finta di essere burbero ma ha un cuore d’oro.
HACHIM Il contrario di questi, che un cuore non ce l’hanno.
ATARGATIS Andiamo da lui!!!
HACHIM E come facciamo a scappare?
ATARGATIS Io sono una sirena e, per definizione, ammaliatrice. Mi lavorerò le guardie.
HACHIM Dovresti cantare.
ATARGATIS E tu suonare il tuo flauto siriano.
HACHIM Danza del ventre?
ATARGATIS L'acqua non oppone resistenza. L'acqua scorre.
Quando immergi una mano nell'acqua senti solo una carezza. L'acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L'acqua è paziente. L'acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per una metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l'acqua.
(pausa breve) Da anni non risentivo la voce di mia madre.
Buio.
Musica.
Voci.
PRIMA VOCE – maschile Io credevo erano invitati al castello. Si sa che viene un po’ di tutto alle feste del Nanetto.
SECONDA VOCE – femminile Te lo sei fatto?
PRIMA VOCE – maschile Ma chi?
SECONDA VOCE – femminile Il trans! Cantava così bene, e il suo amichetto, come suonava quel piccolo flauto. Ti hanno incantato vero?
PRIMA VOCE – maschile Ma cosa dici!!! Io non andrei mai con un trans.
SECONDA VOCE – femminile Nei vicoli è pieno!!! In mezzo alla puzza di pesce c'è anche puzza di frociacci. Anche lì bisognerebbe passarci sopra con una ruspa. Da vivi!!! Una bella marmellata. Questa la scrivo su facebook. Chissà quanti mi piace!!! (ride)
PRIMA VOCE – maschile Credi che avremo delle conseguenze?
SECONDA VOCE – femminile Avrai!!! Io non ho lasciato fuggire nessuno.
PRIMA VOCE – maschile Si ma scusa, non erano mica legati là dentro, sarebbe illegale.
SECONDA VOCE – femminile Illegale!!! (ride) Ma cosa c’è ormai di illegale in Italia!!! La più bella barzelletta del secolo!!!
Meglio di quelle che racconta il Nanetto!!! (la risata sale di volume e riempie la sala)
Luce blu.
A pelo dell’acqua. Su un telo blu o altra invenzione scenografica. .
Atargatis e Hachim si issano su uno scoglio.
HACHIM (da un sacchetto di plastica estrae uno smartphone)
Voglio vedere se funziona ancora. (ci smanetta)
ATARGATIS E…?
HACHIM Calma. Devo controllare. Ah ma lo sai che ci sei anche tu su face book?
ATARGATIS Su che cosa? Mi han tolto dal piedestallo e adesso dove sono?
HACHIM Ero sul barcone, prima ancora di salpare, e sembrava che fosse proprio tutto come una gita. Le donne sorridevano ai loro piccini, gli uomini giocavano a dadi. Così mi sono messo in un angolo e ho cercato il tuo nome. A parte tutta la storia della dea e delle diverse personificazioni, su Wikipedia, hai anche il profilo su face book!!! Incredibile.
ATARGATIS Incredibile sì. Anche se non so chi siano questi Vichipiedi e faccia buk.
HACHIM Mi chiedevo chi poteva averlo messo quando è cominciato un tafferuglio e così mi è passato di mente.
ATARGATIS Guarda, il sole è allo zenith. E’ l’ora dei demoni.
Io sono un demone di mezzogiorno.
Tutte le sirene lo sono.
HACHIM (come non ascoltando, si stiracchia e cerca di allungarsi) Io mi asciugo con questo bel sole, e fammi posto. Puoi anche buttare la coda in acqua.
Musica di onde.
ATARGATIS (sognante)
“Sulle sabbie di Magellano ti raccogliemmo affranta navigante,
immobile sotto la tempesta che tante volte il tuo dolce petto sfidò e in due capezzoli divise.”
(pausa)
(ripete, più lentamente, come per capire) Sulle sabbie di Magellano ti raccogliemmo affranta navigante, immobile sotto la tempesta che tante volte il tuo dolce petto sfidò e in due capezzoli divise.
(tono declamatorio) C'è l'ora che ai naviganti intenerisce il core, ed è la sera e poi c'è quella che i marinai chiamano l'ora dei demoni.
(più famigliare) In tono meno drammatico, è la controra o meriggio, quando il sole è a picco ed è facile, cullati dalle onde e dalla bonaccia appisolarsi e non stare all'erta. Ed era ancora più facile, nella navigazione d'un tempo, che era senza strumentazione, arenarsi contro gli scogli affioranti e diventare preda delle sirene. Da qui il nome, l’ora dei demoni, che allude ad incontri sovrannaturali.
(pausa breve) Ma cosa mi sta succedendo? Parlo come un libro stampato.
HACHIM Come Wikipedia. E tu continua a parlare. Sembra una favola e così posso finalmente dormire… è da quando lasciai la Siria che non chiudo occhio…
ATARGATIS Si dormi Hachim, mentre io ricordo… ricordo tutto.
Fantasmagoria di luci suoni, immagini, riproducibili o con danze o con video.
Su tutto predomina il suono delle guerre.
Elicotteri, droni, ecc.
ATARGATIS (parla al pubblico) Non è mai gradevole parlare di guerra. Anche se molti trovano gradevole farla. Farla fare agli altri.
Ma è nella guerra che diventiamo ciò che siamo. Di fronte alla morte tutto si chiarisce, ed il coraggio non si compra agli angoli delle strade. Fango, sangue, bagliori di fuoco, case distrutte, campi bruciati, civili in fuga, tappeti di cadaveri.
Da che mondo è mondo.
Si fanno le guerre per conquistare, per rapinare, per l'oro, per l'oro nero, per vendere la Coca Cola.
Si fanno in nome di un dio.
Il Dio dei Cristiani,
Il Dio degli Ebrei,
Il Dio dei Musulmani…
Ma forse Dio è solo un amalgama di memorie abbandonate
nei sotterranei della Microsoft.
Io sono la dea della fertilità e dell'amore. Tutto questo non lo posso accettare.
(guarda Hachim, poi lo scuote)
Sveglia Hachim! Abbiamo un lavoro da svolgere!!!
HACHIM (stropicciandosi gli occhi) Uhm... perché... sognavo così bene...
ATARGATIS Cosa sognavi?
HACHIM Hala...
ATARGATIS Hala... sì Hala. I sogni vengono dagli dei.
HACHIM Ma tu non credi.
ATARGATIS Io non credo ad un unico dio, ma a tanti sì... è più logico.
HACHIM Logico..?!?!
ATARGATIS Nel Pantheon indiano sono 360 milioni. Pensa se dicessero che ognuno è il vero dio e si scannassero per questo!!! Credere in tanti dei è come credere a nessuno, e si sta in pace.
HACHIM Quand'eri sott'acqua coi naufraghi tu devi aver inghiottito uno smartphone.
ATARGATIS Eh?
HACHIM Tutte queste nozioni. Di punto in bianco.
ATARGATIS Quel tuo smarfone, sembra una magia, e poi gli umani continuano a tagliarsi la testa come quando si tracciavano i segni cuneiformi sulle pietre.
Si è imparato qualcosa?
E' questa la mia ossessione.
HACHIM E allora? Cosa dobbiamo fare?
ATARGATIS Dobbiamo immergerci. Fai un bel respiro.
Buio.
Proiezione del Castello di Paraggi.
Poi scompare e al suo posto, sul telo bianco o parete, apparirà quanto descritto in seguito.
PARLAMENTARE si presume sia ad una conferenza stampa.
PARLAMENTARE ( ha in mano un telecomando e proietta le immagini dell'occupazione degli scogli di Ventimiglia da parte dei migranti respinti dai francesi nel giugno 2015. Si devono notare anche a pochi metri i bagnanti “normali”) Dovete far sgombrare quegli scogli !!! E' un danno d'immagine. Chi verrà più in Liguria? Il turismo ne soffre!!!
Un muro, beate quelle nazioni che non hanno mare e possono costruire muri.
Vociare dalla finta platea.
PARLAMENTARE Come dice? Si è tanto festeggiata la caduta di un muro e subito dopo se ne sono costruiti altri? Israele Usa Ungheria?
E che cazzo ci posso fare io?
Io so solo che non voglio vedere simili obbrobri nella mia regione! Negri che lavano i loro stracci nel mare mentre vicino a loro tranquille famigliole si godono il meritato sole.
Si turba la quiete pubblica!!!
Si rovina l'immagine della nostra regione.
Applausi dalla finta platea.
PARLAMENTARE E lei, adesso, giornalista del cazzo, cosa vuole ancora?
(come se ascoltasse)
Lasciano tutto alle spalle, vengono da regimi sanguinari?
E noi facciamo affari coi loro dittatori?
Sì, e allora?
(pausa breve)
Sono così disperati da lanciare i figli oltre il filo spinato?
(cerca una risposta tagliente ma non la trova)
Buio.
Voci.
VOCE DI DONNA Ehi bel morettino, visto che non hai niente da fare, mi spalmi un po' di crema sulla schiena? Presto su, prima che sgomberino gli scogli!!!
Luce da fondo del mare.
Come se fossero in una grotta sottomarina, ma con possibilità di respirare.
POSEIDONE, ATARGATIS E HACHIM. POSEDIONE in posizione arretrata rispetto a loro,
ATARGATIS Grazie caro Poseidone per aver trovato un luogo adatto al nostro incontro. (fa un gesto ammirato attorno a sé)
POSEIDONE Non è stato facile sai, trovare un posto dove voi potete respirare aria ed io possa restare sott'acqua.
HACHIM Geniale! E dove siamo esattamente?
POSEIDONE Siamo ospiti di Efesto, qui chiamato Vulcano, sotto la sua isola, nell'arcipelago delle Eolie.
ATARGATIS (sottovoce) ) Molto gentile davvero, ringrazialo da parte nostra.
POSEIDONE Cosa sono tutti questi convenevoli? Dovete chiedermi qualcosa immagino!!! (ride simpaticamente accarezzando un delfino)
HACHIM è imbarazzato ma ATARGATIS è disinvolta.
ATARGATIS (sorridendo) Naturalmente. Ma se non sbaglio, proprio tu mi dicesti che potevi esaudire un mio desiderio.
POSEIDONE Sicuro!!! Per quanto sia un dio e ne ho viste tante di stranezze, tu così proprio non mi piaci, devi deciderti, o donna o pesce. Nella seconda ipotesi staresti con me, alla mia corte, e non ti annoieresti di sicuro. Se torni donna, beh... non posso assicurarti niente, coi tempi che corrono e dalle tue parti, per giunta.
Io opterei per il pesce (strizza l'occhio ad HACHIM) ma forse lui non è d'accordo!
ATARGATIS Sarai un dio, ma stavolta hai sbagliato. Io e lui abbiamo rapporti... (cerca la parola)
POSEIDONE D'affari? (guarda interrogativamente HACHIM che appare piuttosto confuso)
ATARGATIS Affari di cuore. Suoi. Esclusivamente suoi.
HACHIM Cosa??!!! Non capisco.
ATARGATIS Caro Hachim, tu non devi capire, solo ascoltare e non dire nulla. Sei a casa degli dei. Lui, io e il nostro ospite, il buon Vulcano.
POSEIDONE Vuolsi così' colà dove si puote ciò che si vuole. E più non dimandare. (ride)
HACHIM (dopo un attimo di perplessità) Ok.
ATARGATIS Poseidone, tu hai potere di far tornare in vita i morti?
POSEIDONE Ah... eccoci... avrei dovuto immaginarlo. Ma questo, non è un solo desiderio... sono migliaia, milioni. Spiacente (scuote la testa) non posso. Perché non vuoi diventare una donna?
ATARGATIS E' proprio un'ossessione la tua!!!
POSEIDONE Avrebbe dovuto essere la tua, negli ultimi 3000 anni!!!
ATARGATIS Io non voglio far resuscitare milioni di morti, quelli che tu hai visto affogare qui nel Mediterraneo, giusto?
POSEIDONE Affermativo.
ATARGATIS Ma uno solo? O per meglio dire, una sola?
HACHIM drizza le orecchie.
POSEIDONE (carezzandosi la barba) Si può fare. Ade mi deve un favore.
ATARGATIS (eccitata ad HACHIM) Lo vedi il vantaggio del politeismo?
(salta al collo di POSEIDONE) Grazie Posey! Lo sapevo!!!
POSEIDONE Frena frena. Non ho ancora detto sì. Ade non ha detto sì. (strizza l'occhio a HACHIM)
ATARGATIS Va beh, però, tu puoi convincerlo...
POSEIDONE D'accordo. Per nostra fortuna, Ade non è mai troppo lontano. Vado a trovarlo in groppa ai miei delfini, magari con un regalo. Ade ha un carattere difficile, introverso, non a caso regna sui morti e vigila attentamente che i confini non siano oltrepassati. Gli secca molto che i morti possano tornare fra i vivi e i vivi possano visitare i morti. Non è un tipo allegro. Non so proprio cosa portargli come regalo. (si china verso i delfini)
Tu Atis però, riflettici bene, ti do tempo fino a quando torno con il regalo per Ade. I preziosi delfini mi hanno ricordato che una conchiglia si è schiusa proprio oggi. Ha prodotto una magnifica perla. Nera.
Il colore adatto. (fa per andare ma ATARGATIS lo trattiene)
ATARGATIS Non ho bisogno di riflettere. La mia decisione è presa.
Hala si chiama la ragazza. Le orde del califfato nero l'hanno fatta a pezzi.
HACHIM piange. POSEIDONE lo osserva poi gli posa una mano sulla spalla.
POSEIDONE Prima di noi anche Iside fece qualcosa del genere, ricomponendo le parti del corpo del suo amato sposo Osiride, riportandolo alla vita.
Hachim, spero di tornare con una bella sorpresa.
(da sotto uno scoglio estrae un flauto)
Suona intanto che anche la musica aiuta ad addolcire il cuore di Ade. (ammicca) Abbiamo un precedente.
HACHIM (asciugandosi gli occhi) Orfeo!!!
POSEIDONE Si ma tu non ti volterai.
ATARGATIS Nessuno torna indietro.
POSEIDONE esce. HACHIM dapprima titubante poi sempre più sicuro inizia a suonare il flauto.
Penombra.
ATARGATIS si osserva la coda di pesce e sospira.
HACHIM sospende di suonare e la guarda con apprensione.
ATARGATIS Nessuna notte è così lunga da non vedere l'alba. (sorride)
Continua a suonare, Orfeo.
HACHIM riprende a suonare, fino a che un grande fragore di onde, quasi uno tsunami lo costringe a smettere. Tutto viene scosso. (se è possibile tale effetto speciale, magari ricreato dalle luci)
Tutto torna come prima, ma è come se il tempo fosse sospeso.
ATARGATIS e HACHIM immobili.
Una luce fortissima in un angolo del palco.
HACHIM (lanciando un grido) Hala!!!
ATARGATIS lo spinge verso la luce, commossa.
ATARGATIS (mentre Hachim esce di scena) Addio Hachim, fai buon uso del tuo tempo.
Entra POSEIDONE, visibilmente stanco e si accascia su uno scoglio.
POSEIDONE Che fatica, cara Atis, convincere quel vecchio bisbetico!!!
(sospira)
ATARGATIS Ce l'hai fatta, tuttavia!!!
POSEIDONE fa un cenno affermativo, scuotendo la testa nel contempo.
ATARGATIS (imita il gesto) Cosa significa?
POSEIDONE Vuole qualcosa in cambio.
Cento anime.
ATARGATIS Cento?!? Peggio dei nazisti.
POSEIDONE E dove le trovo? Devo commettere una strage?
Silenzio.
ATARGATIS Non tu. E neppure io. Comunque, è un mio problema. E so come risolverlo. Sono o non sono la Dea Syria?
Gran Signora delle Terre della Syria del Nord?
POSEIDONE Se lo dici tu... (si accorge della gaffe) cioè, sì!
ATARGATIS Siamo in tempi in cui tutto si mescola, si chiamano cocktails vero quelle misture di bevande, vero?
POSEIDONE Vuoi bere per dimenticare?
ATARGATIS I miti, le religioni, le credenze, le leggende, le invenzioni letterarie, le fantasie, i sogni, gli incubi.
Con i miei poteri di dea pre- greco romana, applicherò la pena del contrappasso, di dantesca memoria, cioè cristiana.
Però dovrei diventare donna...(fa un sorriso timido)
POSEIDONE Ah lo sapevo lo sapevo. Le donne, anche se sono metà pesci, tu gli dai una mano e loro ti prendono tutto!!!
Non è possibile!!!
Il tuo desiderio lo hai esaurito. Esaudito.
ATARGATIS Neanche per una notte?
Ti prometto che poi...?
POSEIDONE Cosa mi prometti?
ATARGATIS Che non ti chiedo più niente per l'eternità e oltre. Me ne starò per altri trenta secoli buona buona attaccata al muro rovente di una rovina, oppure su uno scoglio, in una fredda città del Nord.
Non ti disturberò più, ma.. devi pensare o mio signore Poseidone, che sei in debito anche tu con Ade di cento anime. Anzi, tu lo sei in prima persona. Tu ci hai messo la faccia.
Pertanto, mi devi aiutare.
POSEIDONE Ah come la metti giù bene... sembra che hai studiato anche tu dai gesuiti.
ATARGATIS Anche??!!!
POSEIDONE Lasciamo stare. (si schiarisce la gola) Dimmi.
ATARGATIS Ecco il mio piano.
Buio.
Proiezione del Castello di Paraggi.
Luce.
Rumori di una festa con tanti invitati, forse un centinaio.
PARLAMENTARE e ATARGATIS in abito da sera, davanti ad un buffet, con dei cocktails in mano.
PARLAMENTARE Non ci siamo già visti? Mi scusi, sembra la solita frase trita
per avvicinare una bella donna, ma stavolta ... sono sincero.
ATARGATIS (sorride maliziosa) Stavolta. (allo sguardo interrogativo dell'uomo) Stavolta è sincero. Sì, ci siamo già incontrati.
PARLAMENTARE Me lo ricordi.
ATARGATIS Non le conviene. C'era un gran puzzo di pesce.
PARLAMENTARE Ah, ho capito, giù alla pescheria di Santa Margherita. Anche lei amante del pescato fresco?
ATARGATIS Diciamo così. ma... onorevole, vuole davvero continuare a parlare di pesci, (tono basso e sexy) con me, adesso???!!
PARLAMENTARE Mi scusi, no certo!!! E' che mi sento, in sua presenza, così... stranamente.. intimidito... come se …
ATARGATIS Come se si trovasse di fronte ad una dea?
PARLAMENTARE Eh... forse...
ATARGATIS Ad una dea su un piedistallo? Con i seni bianchissimi scoperti
dalla tunica che scivola lentamente in basso (fa per eseguire il gesto ma lui la ferma)
PARLAMENTARE Non qui non qui!!
ATARGATIS E perché no? Mi stupiscono assaissimo le sue inibizioni, onorevole.
PARLAMENTARE Ma no, perché... io... vorrei un poco di privacy.
ATARGATIS Non trova eccitante conquistare una bella donna di fronte a tutti i suoi amici? E così tanti poi, saranno un centinaio!!!
PARLAMENTARE Si ma che c'entra, Non sono amici, semai colleghi di partito e poi...
ATARGATIS Ah però la pensano tutti come lei.
PARLAMENTARE Cosa vuol dire?
ATARGATIS Sui migranti i clandestini i negri.
PARLAMENTARE E adesso cosa c 'entra tutto questo?
ATARGATIS Niente. Volevo solo essere sicura.
PARLAMENTARE Non parliamo di politica.
ATARGATIS Lei, onorevole, è anche cavaliere?
PARLAMENTARE No (sorride) il cavaliere è un altro, era un altro.
Io sono commendatore.
ATARGATIS (sorride, tendendogli la mano) Commendatore, vuole venire a cena con me? (gli indica il buffet mentre molte persone ridono e applaudono)
PARLAMENTARE (sorride compiaciuto) Vengo mia bella signora (le prende la mano e in quell'istante, lancia un urlo)
Ah!!!
ATARGATIS Il tuo corpo è un braciere ardente, Don Giovanni!!! Presto l'inferno ti inghiottirà!!!
PARLAMENTARE Brucia!!! Brucia!!!
Ahhhhhh ahhhhh…
Sulle note del don Giavanni di Mozart , il parlamentare viene inghiottito dal nulla assieme a tutti gli altri invitati.
Gran fragore infernale.
Buio.
Luce accecante.
ATARGATIS nelle sue sembianze originarie. Come se fosse sul pilastro di una colonna.
ATARGATIS Gli uomini non impareranno mai. Specialmente quelli che si vantano di fare a meno della cultura!!! Non sanno che non si va mai a cena con una statua...
(sospira)
Ho tenuto fede al patto con Poseidone. Sono tornata nella mia martoriata Syria. Alla Venezia di sabbia.
Così non ho visto tingersi di rosso le acque del mediterraneo ad Aleppo. Proprio davanti alle truppe del califfato nero sono sbarcati un centinaio di cristiani con magliette verdi, dalla scritta fosforescente:
“Allah è un pirlone e Maometto è il suo coglione”
(sospira)
“Ora gli incanti miei son tutt'infranti,
E se c'è forza in me, tutt'essa è mia.”
(come per saggiare i muscoli e vede che si muove)
Ma.. allora.. ??!!!
Poseidone!!!
Vecchio imbroglione!!!
(sorridente scende dal piedistallo)
Tutta pesce?
FINE