Nell’ambito della Rassegna multimediale “Gesti Contemporanei” dello “Stabile” di Catania, è stata presentata a Catania, al Cortile Platamone, la pièce scritta e diretta da Gioacchino Palombo, “Frida - Albero della speranza sii solido”, un vero e proprio omaggio al valore artistico, spirituale e civile della pittrice messicana Frida Kahlo. Su una scenografia allestita da Giuseppe Andolfo, viene narrata a quadri, ad episodi, la tormentata vita della pittrice messicana, con il supporto di uno schermo dove vengono proiettate le creazioni dell’artista. Lo spettacolo, in un atto unico, si avvale delle musiche eseguite dal vivo da Nello Toscano, dei video di Aldo Kappadona e del gioco luci di Franco
Buzzanca. Al centro della vicenda la storia di Frida (interpretata con rigore da Donatella Finocchiaro), artista straordinaria, nata in Messico nel 1907 da padre ebreo-tedesco e madre messicana e diventata nell’ultimo decennio uno dei miti dell’arte del Novecento, simbolo del coraggio, della ribellione contro le circostanze più crudeli dell’esistenza. Frida, che subì da piccola un grave incidente automobilistico che la rese sofferente per tutta la vita, rievoca gli episodi salienti della sua vita, la sua cultura, la passione per la pittura, la sua amata Casa Azzurra, il suo mondo fatto dal padre adorato (Bruno Torrisi) un fotografo che le insegna a guardare le cose con occhi curiosi, Diego Rivera (Vincenzo Failla), il grande affabulatore e pittore di immensi affreschi, cacciatore di donne, marito, maestro, compagno di lotte, la sorella Cristina (Egle Doria), affettuosa ma anche traditrice e la focosa e tenera Lupe, ex-moglie di Diego (Pamela Toscano), prima acerrima nemica ma poi alleata preziosa. Nella storia emergono anche personaggi quali Trockij, Breton, Picasso, Kandinskij, Tina Modotti, Apollinaire, Duchamp che incrociano l’esistenza di Frida
Kahlo. “Mi ha colpito nelle opere di Frida - spiega l’autore e regista Gioacchino Palumbo - la sua sfida al destino avverso, la coraggiosa alegria, l’umorismo amaro con cui dissimula e supera la sofferenza, in una parola la sua voglia di vita”.
Palumbo, per il testo ha preso spunto dalla scrittura del diario di Frida, cercando di captarne sentimenti, umori, riflessioni, innestando alcuni frammenti dei suoi scritti. E’ una biografia raccontata non solo attraverso le parole ma anche attraverso gli schizzi tracciati su un quaderno, spesso sovrapposti alla sua scrittura poetica, o le figure tratte dalle sue opere pittoriche.
Prodotto da Teatro del Molo 2, lo spettacolo su una scenografia che rievoca il mondo di Frida e con uno stile da teatro di narrazione, di analisi dei sentimenti e delle sensazioni, non riesce sempre a catturare l’attenzione dello spettatore ed a volte, nel suo narrare le emozioni della pittrice messicana, con gli attori imprigionati in una eccessiva staticità, finisce per dipanarsi con estrema lentezza.
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