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La compagnia Trinaura Teatro, nell’ambito della rassegna “Reazioni”, ha proposto al Teatro del Canovaccio di Catania lo spettacolo “Adele Centini, vedova Isastia”, liberamente tratto dal romanzo di Sacha Naspini “Le Case del malcontento”, con

drammaturgia e regia di Tatiana Alescio. 
La pièce, in circa 70 minuti, vede protagoniste, in una scena essenziale (un tavolo, delle sedie ed altri oggetti scenici),  una crudele e inflessibile madre ed una figlia succube, entrambe vittime della povertà (interpretate rispettivamente da Mary Accolla e da Tatiana Alescio), che ordiscono una perfetta macchinazione ai danni di un vecchio, ricco e vedovo. A organizzare il diabolico piano è la madre di Adele,  donna castigata dalla vita, senza soldi in tasca e senza un marito, partito per la guerra e mai tornato. La crudele madre trova in Adele il modo di riscattarsi e le si presenta l’occasione quando il colonnello ha bisogno di una fidata domestica al castello Isastia. La giovane e bella Adele, dopo opprimenti lezioni di comportamento, si propone per il lavoro e viene assunta e a poco a poco cerca di mettere in pratica l’arte di corteggiamento che la madre le ha inculcato. L’attempato colonnello, cinquant’anni in più di Adele, non viene subito turbato dalle fattezze e dall’affabilità della donna, ma, poi, viene coinvolto dall’arte della seduzione di Adele e sembra più disponibile a sposarla ed a farla diventare la regina del suo allettante patrimonio. Ma il piano, basato sul cinismo e sulla malafede, nonostante il buon inizio, crolla davanti ai desideri, alle voglie di Adele che intrattiene rapporti con il giovane autista e rimane incinta. Un aborto spontaneo fa scoprire al colonnello la verità ed il tradimento di Adele che viene così allontanata dal castello.
In un finale, tutt’altro che lieto, naufraga il feroce e cinico piano organizzato dalle due donne che ritornano a vivere in povertà: la madre si spegne vittima del dispiacere, dell’alcool e della sua crudeltà ed Adele, con qualche gioiello lasciatogli dal colonnello, vivacchia sfiorendo, indossando i vestiti della madre e chiudendo la sua esistenza sola, sconfitta e come una “vedova immaginaria”, dato che un vero marito non lo ha mai avuto.
Lavoro incentrato su un disarmante cinismo, sulla manipolazione altrui, su un malvagio progetto e sull’ambizioso obiettivo di una ascesa sociale alimentata da una solitudine e da una condizione di assoluta povertà ed emarginazione, reso però godibile, intrigante e scorrevole da un regia dinamica che punta tutto sulla forza dei dialoghi delle due interpreti (le rigorose Tatiana Alescio nei panni di Adele e Mary Accolla in quelli della crudele madre) ma anche su una azzeccata gestualità, sui movimenti sincronizzati delle due attrici che utilizzano il linguaggio del corpo e la loro voce per rendere più credibili i loro personaggi. 
Curato anche l’aspetto musicale, soprattutto nel caso del brano-ballata “Il terzo fuochista” di Tosca, del 2006, in cui madre e figlia festeggiano felici il buon momento del loro cinico progetto. All’interno della messa in scena la voce registrata di Pietro Montandon che, nei panni del colonnello, dialoga con Tatiana Alescio e anche le voci registrate delle due attrici, con momenti dedicati al ricordo o che commentano alcuni passi della vicenda.
Lavoro difficile, cinico ed amaro, ma che alla fine riscuote i consensi del pubblico, grazie ad un testo che fa riflettere su un rapporto distorto tra madre e figlia, offrendo un quadro spietato, paradossale dell’immoralità e cattiveria che possono nascondersi all’interno di una famiglia dove spesso albergano miseria, alienazione e solitudine.

Adele Centini, vedova Isastia
dal romanzo “Le Case del malcontento” di Sacha Naspini
Regia e drammaturgia Tatiana Alescio
Con Tatiana Alescio e Mary Accolla
Voce fuori campo di Pietro Montandon
Costumi Maria Accolla
Organizzazione e foto Valeria Annino
Produzione Compagnia Trinaura Teatro
Rassegna Reazioni - Teatro del Canovaccio Catania - 12,13 e 14 Aprile 2024