Questo piccolo teatro incastonato in una piazzetta a metà strada tra la popolare e vivacissima Via Sannio e l'imponente Piazza della Basilica di San Giovanni a Roma, continua da quasi dieci anni a proporre stagioni che praticamente non finiscono mai, cominciando a settembre per terminare nei primi giorni di agosto. Lo fa con il coraggio e la passione del direttore artistico Francesco Verdinelli, fino a pochi mesi fa affiancato da Alberto Bassetti, nonostante i già esigui contributi pubblici siano ormai stati azzerati. Una stagione fiume dove la drammaturgia contemporanea ha sempre avuto un ruolo da protagonista, ma dove gli spettacoli di danza, i concerti, gli eventi culturali, le mostre, i laboratori sono sempre di casa. Sono tornato in questo teatro dopo qualche anno, in occasione della terza serata di una rassegna estiva divenuta
ormai un appuntamento tradizionale e consolidato: il festival/concorso “Autori nel cassetto, attori sul comò” che, alla sua ottava edizione, presenta dal 20 al 29 luglio 55 corti teatrali votati ogni sera dal pubblico in sala e da una giuria di esperti. I corti più votati si sfideranno poi il 30 e 31 luglio nelle “semifinali” e infine il 1 agosto si terrà la finalissima che eleggerà i tre corti vincitori, che saranno proposti in forma di spettacolo completo nel cartellone autunnale. La formula della gara tra corti non è originalissima proprio perché funziona sempre abbastanza bene, creando un giro di pubblico piuttosto ampio portato a teatro dai tanti artisti coinvolti, ma purtroppo non sempre queste kermesse hanno un livello qualitativo degno di nota, essendo spesso a metà strada tra professionismo ed amatorialità. Al Teatro Lo spazio di Roma invece siamo decisamente a livelli medio alti, pienamente professionali, nonostante il titolo della rassegna (ahimè!) faccia pensare ad una gara tra filodrammatiche. I cinque corti cui ho assistito hanno visto in scena per lo più estratti ben studiati di altrettanti spettacoli completi, con testi molto interessanti ed attori di ottimo livello. Varietà di linguaggi e di generi, anche se il teatro di narrazione è protagonista in quattro dei cinque spettacoli, con idee quasi sempre piuttosto originali e soluzioni sceniche, pur nella semplicità dei mezzi, di un certo interesse. Da sottolineare, senza far torto agli altri, la prova della compagnia vincitrice della serata, che con Oriana Fiumicino in scena, accompagnata da una chitarra dal vivo, racconta la storia vera della strage di Ludlow, la sanguinosa repressione dello sciopero di minatori ad opera della compagnia di Rockefeller nel 1914. Completamente diverso, ma egualmente molto valido, l’allestimento della compagnia ACD (Lorenzo Cammisa, Giovanni Antinolfi e Giuseppe De Rosa) “Gradito a me”, originale per l’idea ed il linguaggio e l’unico corto della serata con azione scenica a tre personaggi. Toccante e coinvolgente anche la breve storia del viaggio a “Miami” di Gianluca Bondi con un bravissimo Giancarlo Porcari in scena. Molto apprezzabile infine il format della serata che prevede la breve chiacchierata con autore, regista e attori subito dopo la loro performance. Piacevole serata, oltretutto quasi gratuita, all’insegna del buon teatro. La consiglio a tutti.